Lavoro giovani

Pacchetto lavoro: sui giovani qualcosa si muove …

Il pacchetto lavoro approvato dal governo “comincia a dare qualche risposta rispetto alle nostre richieste avanzate con la manifestazione unitaria del 22 giugno”, in particolare su “due titoli”: gli incentivi finalizzati all’occupazione stabile, possibilmente a tempo indeterminato, e la particolare attenzione ai lavoratori over 50 espulsi dalla crisi”. E’ quanto ha dichiarato la segretaria confederale della Cgil, Serena Sorrentino, ai microfoni di RadioArticolo1.

“Certo, è un po’ azzardato definirlo un piano del lavoro – ha proseguito la dirigente sindacale -, perchè le misure contenute possono intervenire su piccole modificazioni riguardanti la regolamentazione dei rapporti di lavoro, ed è chiaro che ci vuole un piano di investimenti sulle politiche industriali per generare nuova occupazione”.

“Il miliardo e mezzo stanziato da Letta per attuare il ”Pacchetto lavoro” è chiaramente una cifra insufficiente per favorire l’assunzione di 200.000 giovani nell’arco di 18 mesi. Le cifre che occorrono per finanziare un piano straordinario del lavoro sono notevolmente superiori. Dal punto di vista politico, quello del governo è un primo segnale in controtendenza in tema di politiche per l’occupazione, ma da qui a dire che gli effetti saranno significativi abbiamo qualche riserva: è uno strano intervento temporalizzato, dove gli sgravi sono concentrati al Sud, in ragione del fatto che le risorse liberate sono quelle della riprogrammazione dei fondi della Commissione Ue, impegnate a suo tempo nelle regioni meridionali; non sono, quindi, risorse ex novo”, prosegue la segretaria confederale.

Rispetto all’allentamento delle regole sul mercato del lavoro, proposto a più riprese da Confindustria in questi ultimi tempi, “è miope pensare di trarre benefici dalla diminuzione dei diritti e soprattutto dei costi per l’occupazione: è il perpetuare di una ricetta sbagliata che perdura da vent’anni senza dare frutti. Continuare ad insistere con proposte di ulteriore liberalizzazione, quali l’estensione della causalità dei contratti a termine, l’allentamento dei vincoli dal lavoro intermittente, la cancellazione delle previsioni della legge 92 sul riconoscimento della subordinazione per i contratti a progetto, le finte partite Iva, gli associati in partecipazione: tutto ciò non genera nuova e buona occupazione, casomai modifica in peggio la condizione di chi già oggi è nel mercato del lavoro. È solo il tentativo di ottenere quanti più vantaggi possibili nella contingenza di una crisi economica e in mancanza di una ripresa significativa”, sottolinea ancora Sorrentino.

Per quanto riguarda il rafforzamento del contratto di apprendistato, contenuto nel ”Pacchetto lavoro”, la dirigente sindacale lo considera “un po’ strano, perchè in realtà si utilizzano come argomento le 120 ore di formazione trasversale in tre anni, un appesantimento eccessivo per il sistema d’impresa, per cui il piano formativo individuale del lavoratore sarebbe complicato da gestire rispetto al fatto che quelle sono competenze che attengono al sistema regionale. Abbiamo segnalato al ministro che non è quello il tema che blocca il ricorso all’apprendistato come forma prevalente. Se c’è una concorrenza diretta da parte di altre forme di lavoro non stabile, come dimostrano i dati con il 70% dei contratti a termine, l’apprendistato oggettivamente non risulta più conveniente per le imprese e intervenire alleggerendo proprio la sua parte più qualificante significa cambiarne la natura”.

Lavoro giovaniultima modifica: 2013-07-01T13:36:49+02:00da vitegabry
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