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UN INTRECCIO
FRA COMPLOTTI
E SEPARATISTI
di Francesco Casula
Paolo Maccioni, laurea in giurisprudenza, è nato e vive a Quartu. E’ stato dirigente di un ente previdenziale, ha collaborato con vari istituti di ricerche di mercato e marketing, ha fatto l’ imprenditore, (fra l’altro in Sardegna ha realizzato una fabbrica di materie plastiche per l’edilizia). Negli ultimi due decenni si è completamente dedicato a ordinare scritti, appunti, annotazioni e pensieri che aveva maturati nel corso delle varie esperienze lavorative. Ha così pubblicato tre romanzi: “La guerra del pellicano” (2003); “I segreti del Presidente” (2005) e “Incendio nella cattedrale” (2008), ottenendo numerosi riconoscimenti in svariati concorsi letterari. Figlio d’arte – il padre Attilio è stato eccellente autore di poesie raccolte e pubblicate in ben dieci volumi – Paolo Maccioni l’anno scorso ha fondato a Flumini di Quartu, insieme ad alcuni amici l’Associazione culturale Ita mi contas che settimanalmente organizza nella frazione Quartese la presentazione di libri, conferenze sulla cultura, la storia e la lingua sarda, brevi corsi introduttivi alla musica e alla pittura, serate musicali. Nei suoi romanzi Maccioni denota una naturale propensione alla scrittura e personale valentia narrativa. Mi riferisco in modo particolare a “I segreti del Presidente”, in cui conduce e tesse il racconto politico-poliziesco abilmente, con un lessico spesso affilato, con grande tensione narrativa, incalzante e palpitante, con infiniti colpi di scena, alla ricerca dei responsabili di intrighi, misteri e sotterfugi di cui è tramato il romanzo. Che vede protagonisti di un complotto separatista sardo per l’indipendenza dell’Isola, da parte dell’organizzazione “Corsa del moro”, improbabili guerriglieri, procuratori della repubblica, generali dell’esercito, medici. Quando il mistero sembra disvelato, quando “l’assassino” pare individuato, si susseguono ulteriori deragliamenti e colpi di scena. E solo alla fine il “complotto” viene chiarito e compreso in tutti i suoi contorni e nelle sue scomode verità. Un romanzo da leggere: non da chiosare. Per poterlo gustare e assaporare. Specie nelle magistrali descrizioni dell’ambiente e del paesaggio sardo. Ma anche nei dialoghi e ancor più nei soliloqui dei protagonisti. Che si muovono, alcuni fra grandi passioni e alti (ingenui) ideali; altri fra mediocri calcoli, bassi interessi e smisurate aspirazioni. A uscirne peggio sono gli uomini di potere e delle Istituzioni: piegate queste esclusivamente alle proprie carriere e ambizioni.
Pubblicato su SARDEGNA Quotidiano del 12-7-2013
Gli interessati potranno inoltrare all’Inps i dati richiesti – ai fini della verifica reddituale e dei requisiti per il diritto alle prestazioni pensionistiche e collegate alla invalidità civile – entro la data del 31 ottobre p.v.
Sono in fase di spedizione ai pensionati le richieste di dichiarazione reddituale per i titolari di trattamenti pensionistici legati al reddito e dei modelli di dichiarazione per l’accertamento dei requisiti delle prestazioni collegate all’invalidità civile.
I plichi inviati ai pensionati, a seconda delle situazioni personali, contengono i seguenti documenti.
– Modello RED italiano o modello RED estero;- Integrazione RED 2010 – campagna RED 2011;- Modelli di dichiarazione per i titolari di prestazioni assistenziali (ICRIC, ICRIC-indennità di frequenza, ICLAV e ACCAS-PS);- Modello per Indennità di frequenza – Denominazione della scuola.
Per trasmettere le attestazioni all’Istituto i soggetti interessati possono rivolgersi ad un Centro di Assistenza Fiscale o a un professionista abilitato, oppure utilizzare la procedura on line messa a disposizione del cittadino sul sito internet www.inps.it. I modelli Red esteri, invece, possono essere trasmessi all’Istituto tramite i Patronati o direttamente utilizzando la procedura on line messa a disposizione del cittadino sul sito internet www.inps.it.
Per agevolare gli utenti nell’ assolvimento dei suddetti adempimenti, tenuto anche conto della concomitanza con gli adempimenti fiscali e con il periodo feriale, l’Inps dispone ora una proroga dei termini indicati nella lettera per il completamento del processo di verifica.
Questo significa che saranno considerate utilmente trasmesse tutte le dichiarazioni che saranno presentate entro il 31 ottobre 2013 ai Caf, ai Patronati ( per i Red esteri) o, tramite Pin, direttamente all’Istituto.
Da Ipsoa
Dopo oltre un ventennio di dubbi interpretativi, si risolvono finalmente in via definitiva le problematiche relative all’applicazione dell’articolo 14 septies, comma 4, della legge 33/80 che, nell’individuare per la pensione degli invalidi civili totali il limite reddituale da non superare, non aveva escluso né palesemente incluso tra i redditi rilevanti anche quelli del coniuge.
Il recente decreto legge n. 76/2013, pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 150 del 28/6/2013, infatti, interviene sulla “vexata quaestio” dell’accertamento della sussistenza del requisito reddituale per l’assegnazione della pensione di inabilità agli invalidi civili assoluti, confermando il valore esclusivo del reddito individuale del richiedente. Per superare la provvisorietà del provvedimento, il decreto legge dovrà essere convertito in legge entro 60 giorni.
Va sottolineato che i Giudici della Corte di Cassazione hanno interpretato la legge sui limiti reddituali per le prestazioni assistenziali degli invalidi civili (articolo 14/septies L.33/80) in maniera ondivaga e contrastante, confermando prima il limite reddituale individuale del richiedente e, subito dopo, quello cumulato con il reddito del coniuge.
Di contro, gli organi competenti a concedere la prestazione, il Ministero dell’Interno prima e successivamente l’Inps, in sede amministrativa, hanno sempre ritenuto rilevante il solo reddito dell’invalido.
Il contrasto giurisprudenziale, iniziato nei primi anni 90, non ha mai condotto ad una soluzione definitiva della problematica, anche se dal 2011, la Cassazione con numerose sentenze ha consolidato l’interpretazione più restrittiva per l’invalido.
L’ Inps, allineandosi all’orientamento della Suprema Corte, con la circolare n. 149/2012 aveva disposto che il limite di reddito della pensione di invalidità civile, a partire dal 2013, dovesse essere riferito al reddito dell’invalido cumulato con quello del coniuge.
La ferma opposizione dei sindacati, dei patronati e delle associazioni dei disabili ha convinto l’ex Ministro Fornero a chiedere e ottenere dall’Inps la sospensione dell’applicazione della circolare citata in attesa di nuove indicazioni, dopo il vaglio della problematica, da parte del legislatore:
La soluzione è arrivata con il decreto legge del 28 giugno 2013 n. 76 in cui si prevede l’inserimento di un settimo comma all’art. 14 del decreto legge n. 633/1979 con il quale viene disposto che il limite di reddito per il diritto alla pensione di inabilità in favore dei mutilati e degli invalidi civili sia calcolato, con riferimento al solo reddito individuale del richiedente, escludendo dal computo quello percepito dagli altri componenti il nucleo familiare.
Il decreto prevede anche che la nuova disposizione venga applicata anche alle domande di pensione di inabilità per le quali non sia intervenuto un provvedimento definitivo e ai procedimenti giurisdizionali non conclusi con sentenza definiva alla data di entrata in vigore della citata disposizione, limitatamente al riconoscimento del diritto a pensione a decorrere dal 28.6.2013, senza il pagamento di importi arretrati.
Inoltre, lo stesso provvedimento dispone che non si chieda la restituzione degli importi erogati prima della data di entrata in vigore del decreto legge, qualora siano conformi ai criteri di cui al comma 5 dello stesso decreto.
L’Inail si impegna a riesaminare le domande per il riconoscimento delle malattie professionali precedentemente respinte. E’ questo in estrema sintesi il contenuto della circolare n. 5056 del 7 giugno scorso diramata dalla direzione generale dell’Istituto assicuratore, fortemente sollecitata dall’Inca, che aveva denunciato un comportamento costantemente negativo da parte di Inail relativamente ai riconoscimenti di malattie professionali.
In particolare, il patronato della Cgil aveva lamentato che in molte sedi Inail venivano respinte le domande di accertamento di malattia professionale per “carenza di documentazione”. Un atteggiamento che, nella maggior parte dei casi, si è tradotto nella mancata denuncia del datore di lavoro o nella mancata acquisizione dei questionari che l’Istituto ha inviato ai lavoratori per avere dati e informazioni relativi all’esposizione al rischio lavorativo.
Accogliendo le obiezioni mosse dall’Inca, l’Inail ha provveduto a ribadire che sia la documentazione relativa alla valutazione del rischio sia la compilazione dei relativi questionari devono essere richieste unicamente ai datori di lavoro, in quanto riportano informazioni che rientrano nel patrimonio di conoscenze delle aziende.
La circolare dell’Inail chiarisce anche che la mancata acquisizione delle informazioni contenute nei questionari non può costituire motivo di rigetto della domanda, dal momento che l’istruttoria deve essere comunque completata, anche attraverso visite ispettive. Nel sottolineare questi punti, l’Istituto assicuratore invita le strutture ad attenersi a queste istruzioni e, soprattutto, a procedere al riesame dei casi chiusi negativamente per la mancata compilazione dei questionari.