Archivi giornalieri: 26 luglio 2013

Settore pirotecnico

Settore pirotecnico: alto livello di rischio, spesso sottovalutato

Trentasei morti in Italia dal 2000 al 2010. Questo il  numero degli incidenti e degli infortuni mortali che avvengono nel comparto pirotecnico. Un settore che soffre ancora di un livello di rischio spesso sottovalutato da parte dei proprietari di queste imprese, la maggior parte di piccole dimensioni. A esplodere, infatti, sono fabbriche a conduzione familiare, situate in posti isolati e con pochi dipendenti che, nella maggior parte dei casi, non conoscono la normativa vigente che regola l’utilizzo di questi prodotti pericolosi. Il tragico caso di Orvieto nel 2008 – dove perse la vita un’intera famiglia – e quello del 2011 alla “Cancelli” di Frosinone, che ha provocato sei morti, a cui si aggiunge l’ultimo incidente avvenuto a Città S.Angelo in Abruzzo, hanno riportato l’attenzione sugli impianti di produzione e di deposito degli articoli pirotecnici e sulle criticità del comparto. Spingendo il governo a fare chiarezza sullo stato della situazione.

Ecco allora che la Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro – operativa presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali – ha recentemente approvato il documento “Articoli pirotecnici. Impianti di produzione e deposito”, dove si sottolinea come la normativa sui prodotti classificati come “esplosivi” è ancora estremamente complessa e confusa. Tra le criticità evidenziate, emergono alcuni aspetti comuni alle esplosioni degli opifici pirotecnici. In primis ci sono sicuramente le condizioni inadeguate degli ambienti di lavoro e le lavorazioni svolte in condizioni climatiche inadeguate. A questo aspetto, seguono la mancata osservanza delle disposizioni che vietano l’accesso ai non addetti ai lavori, le irregolarità amministrative (per esempio il rilascio delle licenze di esercizio dell’attività di produzione) e l’inadeguata preparazione delle maestranze utilizzate.

Uno dei tasti maggiormente dolenti è rappresentato dalle stesse leggi sui prodotti esplosivi: la Commissione parla, così, di “preoccupanti lacune esistenti nella normativa del settore delle attività pirotecniche”, responsabili di un abbassamento della guardia in queste aziende a carattere familiare. A confermare la tendenza alla sottovalutazione del rischio è Paolo Bragatto, ricercatore Inail nel settore Ricerca certificazione verifica. “Il documento di riferimento per questi lavoratori è il Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (Tulps) e la prima edizione è del 1931 – precisa – Un testo che, oltre a tutelare maggiormente la collettività rispetto al singolo lavoratore, non tiene neanche conto del miglioramento tecnologico e classificatorio, intercorso negli ultimi quaranta anni”. “Esiste infatti una difformità nella terminologia, nelle classificazioni e nelle prescrizioni della normativa che disciplina tali attività – continua Bragatto – Il decreto legislativo 334 del 99 sul “Controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose”, invece, non sempre viene recepito al meglio in queste piccole realtà”.
 
Ma un miglioramento di questi ambienti di lavoro è possibile. “Parliamo di aziende molto piccole, a carattere familiare, e situate in posti isolati – spiega Bragatto – In queste microimprese spesso c’è una sottovalutazione del pericolo e il numero di persone ridotte che vi lavora all’interno non sempre ha una reale formazione culturale sulla materia. Sicuramente è fondamentale adeguare e rendere coerenti tra di loro le varie normative di sicurezza e prevenzione che regolano questo settore (non solo in riferimento ai pirotecnici, ma anche agli esplosivi in generale) – è l’auspicio del ricercatore Inail – ma anche realizzare delle nuove linee guida, semplici ed accessibili a tutti. “E infine non bisogna dimenticare l’importanza della prevenzione – conclude Bragatto – Corsi di formazione e maggiori controlli sono sicuramente fondamentali per importare una nuova cultura della valutazione del rischio nel campo pirotecnico”.

www.inail.it

Pensioni sociali

Chi vola finanzia … le pensioni sociali

Chi vola, da luglio contribuisce a pagare le pensioni anticipate e quelle sociali: 5 euro a tratta, quant’è la misura dell’addizionale comunale sui diritti d’imbarco dei passeggeri. Dal 1° luglio infatti è scattato l’aumento di 2 euro fissato dalla riforma Fornero sul mercato del lavoro al cui incasso provvede l’Inps.

In base alle nuove norme le maggiori somme dell’addizionale saranno versate alla “gestione degli interventi assistenziali e sostegno alle gestioni previdenziali”, ossia alla gestione a carico della fiscalità generale per finanziare, tra l’altro, le pensioni sociali e quelle anticipate.

E’ l’Inps che provvede alla riscossione dell’incremento dell’addizionale comunale nei confronti dei gestori di servizi aeroportuali, che procedono con le stesse modalità previste per la riscossione dei diritti di imbarco nei confronti dei vettori aerei. Nella circolare n. 112/2013 l’Istituto precisa anche che alle somme relative all’incremento dell’addizionale si applicano le norme sanzionatorie e di riscossione previste per i contributi previdenziali obbligatori.

da Italia oggi

Minori

Minori stranieri, una proposta di legge per l’accoglienza

Rendere organica la legislazione sull’immigrazione, recependo i principi fondamentali della Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, per tutelare i minori stranieri non accompagnati che arrivano nel nostro paese.  A chiederlo è Save the children che ieri alla Camera ha presentato la prima proposta per un disegno di legge in materia, che in 26 articoli punta a superare le principali  criticità del contesto normativo e operativo attuale.

Tra i punti principali della legge quello di  uniformare le procedure di identificazione e accertamento dell’età dei minori, che spesso vengono scambiati per maggiorenni e viceversa; istituire un sistema nazionale di accoglienza, con un numero adeguato di  posti e standard qualitativi garantiti, e attivare una banca dati nazionale  per governare l’invio dei minori che giungono in Italia nelle strutture di  accoglienza dislocate in tutte le regioni,  sulla base delle disponibilità  di posti e di eventuali necessità e bisogni specifici dei minori stessi, attraverso quella che viene chiamata “cartella sociale”.

Si chiede inoltre di garantire continuità ad un fondo nazionale per l’accoglienza dei minori  stranieri non accompagnati che non gravi sulle spese dei Comuni di  rintraccio; promuovere la partecipazione attiva e diretta dei minori stranieri non  accompagnati a tutti i procedimenti che li riguardano, nel rispetto dei  principi della Convenzione delle nazioni unite sui diritti dell’infanzia e  dell’adolescenza; incentivare la presa in carico e un sostegno continuativo per i minori in  condizioni di particolare vulnerabilità (come le vittime di tratta e di  sfruttamento o i richiedenti asilo).

Infine si propone di sostenere in modo organico l’integrazione sociale, scolastica e lavorativa dei minori stranieri non accompagnati anche in vista del compimento della  maggiore età, il diritto all’istruzione e alla salute e di coinvolgere le comunità locali nel sostegno dei minori non accompagnati  attraverso l’istituzione della figura dei “tutori volontari”, adeguatamente  selezionati e formati, e la promozione dell’affido familiare dei minori come  alternativa alle strutture di accoglienza.

Povertà

Povertà, nel 2014 finiscono gli aiuti alimentari …

Dal 1 gennaio 2014 non saranno più disponibili derrate alimentari da distribuire in qualità di aiuti in favore degli indigenti (in povertà assoluta o relativa) in Italia, oltre 4 milioni di poveri assistiti quotidianamente da 15.000 strutture caritative in Italia. E’ l’allarme lanciato dagli enti caritativi attualmente accreditati presso Agea e uniti nell’iniziativa ”Insieme per l’Aiuto alimentare” che sono stati ricevuti in Senato dal Presidente Piero Grasso.

L’incontro è servito per sottolineare come a questa previsione potrebbe seguire un’emergenza con conseguenti ricadute sociali imprevedibili: venendo meno il supporto alimentare – fanno sapere – crollerebbe la rete del volontariato italiano che offre anche servizi suppletivi come il sostegno economico (in casi di massima emergenza), legale, amministrativo, sanitario e soprattutto di ascolto.

Gli enti caritativi chiedono che Parlamento e Governo prendano atto del fatto che il programma di aiuti alimentari in favore degli indigenti in Italia produrrebbe effetti moltiplicativi sui beneficiari finali, in quanto le derrate alimentari peserebbero per il loro costo industriale e non commerciale, e che una pronta risposta della politica italiana a questa emergenza sarebbe un segno fondamentale per infondere un segnale di speranza e di partecipazione in favore di chi in Italia necessita ormai quasi di tutto.

Il Presidente del Senato, dopo aver ascoltato con attenzione tutti i rappresentanti degli enti ed essersi informato sullo stato attuale della situazione, ha assicurato il suo impegno a seguire con attenzione e partecipazione l’attivazione del Fondo Nazionale di aiuti alimentari agli indigenti.

“Dobbiamo affrontare questa situazione prima che diventi un’emergenza sociale e politica. Purtroppo la crisi economica che ancora morde il nostro Paese rende il vostro lavoro ancora più necessario e gravoso. Farò quanto possibile per dare piena e positiva attuazione alle istanze dei 4 milioni di indigenti che voi rappresentate. Dobbiamo dare presto una risposta che sia un segno di speranza e di sollievo verso chi ha bisogno”, ha dichiarato il presidente Grasso.