Tutela condizioni di lavoro
Tutelare le condizioni di lavoro significa curare ogni aspetto della disciplina del rapporto di lavoro che sia funzionale ad assicurare la salute, la sicurezza e la dignità dei lavoratori. La funzione si sostanzia pertanto nelle seguenti attività:
Tutelare la sicurezza e la salute sui luoghi di lavoro, con l’applicazione della normativa – recentemente modificata (D.Lgs. n. 81/2008) – relativa all’impiego di macchine, impianti e prodotti industriali (con esclusione di quelli destinati ad attività sanitarie ospedaliere e dei mezzi di circolazione stradale) e la gestione del “fondo speciale infortuni”.
Assicurare l’attuazione della normativa relativa a tutti gli istituti concernenti i rapporti di lavoro e della tutela della maternità.
Curare la disciplina dei diritti sindacali e della tutela della dignità del lavoratore e quella dell’esercizio dell’attività’ sindacale nei luoghi di lavoro nonché della rappresentanza e rappresentatività sindacale e coordinamento della contrattazione collettiva e analisi del costo del lavoro anche mediante la tenuta dell’archivio nazionale dei contratti collettivi nazionali di lavoro.
Promuovere le procedure di raffreddamento in relazione alla disciplina dello sciopero nei servizi pubblici essenziali; curare la conciliazione e la mediazione delle controversie collettive di lavoro nel settore privato; analisi e monitoraggio, nonché indirizzo e coordinamento delle D.P.L. in materia di procedure arbitrali nelle controversie individuali di lavoro.
Relazioni con organismi comunitari e internazionali.
Archivi giornalieri: 5 luglio 2013
Orientamento e formazione professionale
Orientamento e formazione professionale
Questa area dedicata all’orientamento e alla formazione professionale consente di seguire percorsi utili a individuare gli strumenti necessari per favorire l’accesso al mondo del lavoro.
In quest’area si possono reperire informazioni su come fare per:
- orientarsi al lavoro (scoprire le proprie attitudini, gli interessi, le conoscenze e le competenze acquisite; trovare informazioni sul mondo del lavoro e delle professioni, oltre che sulle opportunità formative offerte)
- formarsi, acquisire competenze e mantenersi aggiornati rispetto alle trasformazioni del mercato del lavoro, al mutare delle esigenze produttive e dei fabbisogni professionali (consultare e accedere ai corsi finanziati dal Fondo Sociale Europeo con le Regioni e le Province Autonome e organizzati da Centri di formazione professionale pubblici, enti di formazione accreditati e imprese)
- migliorare la propria posizione professionale (ampliare competenze e conoscenze a livello individuale attraverso la formazione continua presso le aziende e gli enti di formazione grazie ai fondi comunitari, nazionali e interprofessionali)
- formarsi, apprendere e crescere, sia umanamente che professionalmente, per l’intero arco della vita (tramite percorsi diformazione permanente, la cosiddetta lifelong learning)
- formarsi e lavorare all’estero (attraverso i servizi europei per l’impiego e una serie di programmi volti a favorire la mobilità professionale, l’apprendimento di una lingua straniera, la conoscenze di culture diverse, lo scambio e il confronto di esperienze)
- avere pieno riconoscimento dei propri percorsi formativi (attraverso il sistema nazionale di certificazione delle competenzenella formazione professionale)
- crescere grazie al Fondo sociale europeo che ha l’obiettivo di combattere la disoccupazione e l’esclusione sociale, raggiungere un alto livello di occupazione e di integrazione sociale, affermare la parità tra uomini e donne e promuovere la coesione economica e sociale
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accedere ai finanziamenti del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG), strumento promosso dall’Unione europea per offrire un sostegno ai lavoratori “in esubero in conseguenza di trasformazioni rilevanti della struttura del commercio mondiale dovute alla globalizzazione, nei casi in cui tali esuberi abbiano un notevole impatto negativo sull’economia regionale o locale”.
Europalavoro
Pagine web dedicate al Fondo sociale europeo, interamente tradotte in inglese, dove è possibile trovare : avvisi e bandi, indirizzario dedicato al lavoro e alla formazione, banche dati normative e documentali, banca dati dei corsi di formazione, newsletter elettronica di informazione dedicata al Fse.
Sempre nel sito Europalavoro, nell’apposita sezione dedicata al FEG, sono fornite tutte le informazioni relative alle azioni finanziate, ai destinatari delle azioni, alle procedure per accedere ai finanziamenti.
Occupazione e mercato del lavoro
Il mercato del lavoro italiano è stato negli ultimi anni profondamente modificato e semplificato sia dal punto di vista delle competenze istituzionale tra i vari livelli di governo (centrale e territoriale) sia dal punto di vista delle regole di funzionamento.Tale processo di riforma strutturale è stato anche il risultato delle sollecitazioni europee. Nel rispetto del principio di sussidiarietà, infatti, la gestione dei servizi, offerti ai cittadini, e l’individuazione delle misure di politica attiva per l’occupazione sono state delegati alle Regioni e agli Enti territoriali in modo da rispondere meglio alle esigenze effettive del territorio.
L’ampliamento dei soggetti di intermediazione (le Agenzie private del lavoro, le Università, gli Istituti scolastici, le Camere di Commercio, i consulenti del lavoro, gli Enti bilaterali,ecc.) stimola gli stessi a migliorare i propri servizi a beneficio degli utenti che ne usufruiscono.
Per dare trasparenza a questo sistema complesso è stato realizzato Cliclavoro – il nuovo portale pubblico del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per l’accesso ai servizi per il lavoro erogati sul territorio nazionale.
L’obiettivo principale è garantire ai cittadini, alle imprese e agli altri operatori del “sistema lavoro”, un accesso immediato a un elenco dettagliato di informazioni e servizi per il lavoro e migliorare l’intermediazione tra domanda e offerta di lavoro e i raccordi con i sistemi delle imprese, dell’istruzione, della formazione e delle politiche sociali.
Inoltre la riforma pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 153 del 3 luglio 2012 la Legge n. 92 del 28 giugno 2012 recante le disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita, si propone di realizzare un nuovo assetto del mercato del lavoro. Per approfondimenti vai alla sezione dedicata del sito Clicllavoro.
Nel contesto della riforma in atto la Direzione Generale per le politiche dei servizi per il lavoro ha compiti prettamente strategici e di indirizzo, tra cui il coordinamento, il monitoraggio e la implementazione della rete dei servizi per il lavoro:
- Indirizzo promozione e coordinamento dei servizi per il lavoro e dei sistemi informativi per il supporto delle politiche per l’occupazione
- Attività coordinate con le regioni per l’implementazione della rete dei servizi per il lavoro
- Coordinamento sul sistema informativo del mercato del lavoro e gestione delle comunicazioni obbligatorie
- Agenzie per il lavoro e gestione albo informatico (Decreto Legislativo 10 settembre 2003 n. 276)
- Rilascio della autorizzazioni per i lavoratori italiani all’estero (Legge n. 398/87)
- Attività connesse al settore dello spettacolo ivi incluse le autorizzazioni per i lavoratori extracomunitari ( lett. l),m),n), ed o) dell’art.27 del Decreto Legislativo n. 286/98)
- Sviluppo della rete Eures e distacco dei lavoratori
- Gestione monitoraggio e rendicontazione amministrativo-contabile delle linee di attività e delle azioni a valere su risorse finanziarie comunitarie FSE Programmazione 2007-2013
- Coordinamento del collocamento della gente di mare e disciplina del sistema informativo Unimare (Decreto del Presidente della Repubblica n. 231/2006)
- Coordinamento ed iniziative per l’inserimento ed il reinserimento nel lavoro dei soggetti diversamente abili e dei soggetti svantaggiati (Legge n. 68/1999)
- Comitato nazionale per l’attuazione dei principi di parità di trattamento ed uguaglianza di opportunità tra lavoratrici e lavoratori (Decreto Legislativo n. 198/2006)
- Supporto alle attività delle consigliere e dei consiglieri di parità (Decreto Legislativo n. 198/2006)
Attività ispettiva
Attività ispettiva
La vigilanza in materia di lavoro e legislazione sociale ha acquisito nuovi e importanti stimoli a seguito del D.Lgs. n. 124/2004, in materia di “Razionalizzazione delle funzioni ispettive in materia di previdenza sociale e di lavoro” che ha peraltro istituito la Direzione generale per l’Attività Ispettiva del Ministero del lavoro e della previdenza sociale.
I nuovi stimoli hanno inciso in particolare sulla necessaria attività di coordinamento delle Direzioni regionali e provinciali del lavoro e degli Enti previdenziali, finalizzata ad uniformare il comportamento del personale ispettivo. In tale contesto assumono particolare rilievo le frequenti “campagne ispettive”, effettuate dal Ministero congiuntamente ad altri soggetti competenti in materia di lavoro e legislazione sociale (in particolare INPS ed INAIL), che consentono di contrastare fenomeni di forte impatto sociale come, ad esempio, lo sfruttamento del lavoro extracomunitario e minorile.
A tali fini è dedicata particolare attenzione ad un’attività di carattere preparatorio, di “intelligence”, volta ad individuare gli obiettivi da sottoporre ad ispezione. Legata alla attività di vigilanza è altresì quella di consulenza in materia di lavoro e legislazione sociale che si esplica, in massima parte, attraverso lo strumento dell’interpello. Il c.d. diritto di interpello, previsto dall’art. 9 del D.Lgs. n. 124/2004, consente ad ordini professionali, associazioni di categorie ed enti pubblici di porre quesiti di carattere generale sulle materie di competenza del Ministero e svolge un ruolo fondamentale ai fini della corretta applicazione della normativa lavoristica.
Con riferimento al più ampio contesto internazionale, un ruolo non secondario è svolto dal CARIL (Comitato degli Alti Responsabili dell’Ispezione del Lavoro), per il quale rileva l’attività di coordinamento tra le Direzioni regionali e provinciali del lavoro e le AA.SS.LL. in materia di vigilanza tecnica, in particolare nel settore delle costruzioni.
Ammortizzatori saciali
Ammortizzatori Sociali ed Incentivi all’Occupazione
Per ammortizzatori sociali si intende un complesso ed articolato sistema di tutela del reddito dei lavoratori che sono in procinto di perdere o hanno perso il posto di lavoro. Questo sistema è definito da specifiche norme di legge. Tra i principali troviamo la cassa integrazione guadagni (CIGS e CIGO), i contratti di solidarietà, l’indennità di disoccupazione e l’indennità di mobilità.
A questo sistema si accompagnano misure speciali, messe in atto attraverso deroghe alla normativa vigente, in favore di lavoratori che appartengono a settori non tutelati dalle misure sopra descritte o che non possono più utilizzarle per vincoli legislativi.
Alla medesima area tematica afferiscono anche misure speciali destinate a soggetti disoccupati o inoccupati che beneficiano di sostegno al reddito (ad esempio i lavoratori socialmente utili).
Per i soggetti percettori di ammortizzatori sociali, disoccupati o inoccupati beneficiari di forme di sostengo al reddito il Ministero mette in atto, in sinergia con le Regioni, progetti e programmi di incentivazione al reinserimento o inserimento lavorativo.
- Cassa integrazione guadagni
- Concessioni in deroga e/o per normative speciali (CIGS – Mobilità – Disoccupazione speciale)
- Contratti di solidarietà
- Indennità di disoccupazione
- Indennità di mobilità
- Lavori socialmente utili
- Progetti e programmi di incentivazione al reinserimento o inserimento lavorativo
Notizie dal ministero del lavoro
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05/07/2013
Esami di Stato per l’abilitazione all’esercizio della professione di Consulente del lavoro – Anno 2013 04/07/2013
Cassa integrazione in deroga 03/07/2013
Accesso al mercato del lavoro subordinato dei cittadini della Croazia 03/07/2013
Flussi d’ingresso, proroga per le istanze al 31 dicembre 2013 03/07/2013
Luci sul lavoro. Montepulciano, 4-6 luglio 2013 03/07/2013
Individuazione dei lavoratori svantaggiati 01/07/2013
Definizione delle modalità di rafforzamento del sistema dei controlli dell’ISEE 01/07/2013
Promozione dell’occupazione, coesione sociale e misure finanziarie urgenti 29/06/2013
Sicurezza sul lavoro 27/06/2013
Il Grande portale della lingua italiana 27/06/2013
Disposizioni urgenti per il rilancio dell’economia 27/06/2013
Sviluppi economici del personale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali 25/06/2013
Invio della comunicazione della chiamata del lavoro intermittente 25/06/2013
Sviluppi economici del personale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali 21/06/2013
Incentivi all’uscita anticipata dei lavoratori con maggiore anzianità 20/06/2013
Linee d’indirizzo per l’affidamento familiare 20/06/2013
EPSCO – Riunione del Consiglio Occupazione, politica sociale, salute e consumatori 19/06/2013
Comunicazione della chiamata del lavoro intermittente 18/06/2013
Istituti di Patronato. Individuazione del criterio di adeguata distribuzione sul territorio nazionale delle sedi e degli interventi da valorizzare nella fase sperimentale 18/06/2013
Costo orario medio del lavoro per i dipendenti di imprese di pulizia, disinfestazione e multiservizi 18/06/2013
Voucher per l’acquisto di servizi di baby-sitting e contributo per asili nido 17/06/2013
Contributo ai Comuni con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti per la stabilizzazione di lavori socialmente utili 17/06/2013
102^ Sessione della Conferenza internazionale del Lavoro di Ginevra 14/06/2013
Interpello 14/06/2013
Strategia nazionale di prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali 13/06/2013
Inserimento lavorativo di immigrati extracomunitari
Avviso pubblico
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Immigrati
Immigrati – Per il Silp è necessario rivedere strategie impiego forze di polizia
”Positivo l’intervento del ministro Alfano sulla centralità della cooperazione e degli accordi bilaterali per arginare il fenomeno dell’immigrazione, tuttavia il ministro dovrebbe impegnarsi anche sul fronte della contrazione delle risorse economiche, di uomini e di mezzi tutt’ora utilizzati nelle attività connesse al fenomeno migratorio”. Ad affermarlo in una nota è il segretario generale del Silp Cgil, in merito alle intenzioni annunciate dal titolare del dicastero del Viminale, Alfano, ieri nel corso del vertice Italia-Libia.
Secondo dati del Silp Cgil emerge ”in tutta evidenza l’enorme dispendio di energie che grava sulle forze di polizia: per il solo 2012, infatti, sono stati complessivamente impiegati oltre 150 mila operatori delle diverse forze di polizia, nel dettaglio la sola polizia di stato sottrae, costantemente ad altri compiti istituzionali, oltre 8 mila unità in servizio permanente. Unità che -continua il Silp Cgil- potrebbero e dovrebbero essere restituite al controllo del territorio e alla lotta alla criminalità organizzata e non”.
Rivedere, quindi, ”le strategie di impiego significa rispondere positivamente alla crescente richiesta di sicurezza che promana dai cittadini sempre più vittime di crimini e di atti di violenza.
L’invito che il Silp Cgil rivolge al ministro è duplice: da un lato rinvigorire e rivitalizzare sempre più le intese e gli accordi con quei Paesi dai quali più consistente è il flusso migratorio; dall”altro ridisegnare piani strategici di impiego del personale che, senza far venir meno le esigenze di garantire il rispetto della legalità anche sul versante immigrazione, siano in grado -conclude- di recuperare con gradualità costante unità operative da impiegare nel contrasto ad una sempre più aggressiva ed agguerrita criminalità”.
Consiglio comunale di Cagliari: Pd e Sel contro la Lingua sarda
UN CONCORSO
CON LA LIMBA?
E PERCHE’ NO.
di Francesco Casula
Nel 1977 il segretario provinciale nuorese dell’allora PCI, invitava con una circolare spedita a tutte le sezioni del partito a non aderire, anzi a boicottare la raccolta di forme per la proposta di legge di iniziativa popolare sul Bilinguismo perché “separatista e attentatrice all’Unità della Nazione”! Ricordo che tale iniziativa, che poi raccolse le firme occorrenti, era stata lanciata e gestita da su Comitadu pro sa Limba presieduto dal poeta Francesco Masala e composto da intellettuali prestigiosi come Giovanni Lilliu, Eliseo Spiga, Elisa Nivola e tanti altri. Ebbene, a più di 35 anni di distanza, i nipotini del PCI – per fortuna non tutti – pervicacemente continuano ad opporsi alla Lingua sarda. Per loro sembra diventata un’ossessione. Così sia il Pd che Sel al Consiglio comunale di Cagliari, in merito all’ordine del giorno (deiConsiglieri Enrico Lobina, Giuseppe Andreozzi, Giovanni Dore, Ferdinando Secchi e Marco Murgia, cui va il mio plauso) sull’introduzione della Lingua sarda come elemento di valutazione nei concorsi pubblici, esprimono “perplessità” e parlano di “possibile discriminazione”. Ma di che cianciano? Un Sardo nella sua terra, nella sua comunità, nella sua Nazione verrebbe discriminato se in un Concorso pubblico è sottoposto a una verifica sulla conoscenza della sua lingua madre? Ma almeno, conoscono le Leggi, sos pagu onorevoleddos de Casteddu? Sanno che la Legge 26 del 1997 riconosce alla lingua sarda “pari dignità rispetto alla lingua italiana”? Sanno che una Legge dello Stato italiano, la 482 del 1999, riconosce la Lingua sarda come lingua minoritaria? Sanno, per esempio, che nel Concorso per l’assunzione di quattro giornalisti professionisti con contratto a tempo indeterminato da destinare, quali estranei all’Amministrazione, all’Ufficio stampa del Consiglio regionale la prova orale verterà, (oltre che su nozioni di diritto costituzionale e regionale e di procedura parlamentare), sulla Storia della Sardegna e su elementi di linguistica sarda, dai quali si possa evincere almeno un’adeguata comprensione della lingua sarda parlata e scritta? E sanno ancora che dovrebbero smetterla con gli insipienti e sciocchi interrogativi su :“quale Sardo”? Perchè la lingua sarda è una e solo una, unitaria dal punto di vista sintattico-grammaticale, con alcune diversità lessicali (che rappresentano comunque una ricchezza inestimabile) e la cui sostanziale differenza fra le varie parlate è solo fonetica? Non conoscono tutto ciò? Che si mettano a studiare.
Pubblicato su SARDEGNA Quotidiano del 5-7-2013
Ocse
Ocse – Meglio tagliare tasse sul lavoro piuttosto che l’Imu
”Questa è una linea di condotta che l’Ocse raccomanda e indica con forza: le tasse che danneggiano di meno la crescita sono infatti quelle sulla proprietà, come l’Imu, mentre le tasse che, se abbassate, favoriscono di più la ripresa e l’occupazione sono quelle sul lavoro”.
Per questo la priorità per l’Ocse è ”ridurre il carico fiscale sul lavoro”. Ad affermarlo, è il capoeconomista e vicesegretario generale dell’Ocse Piercarlo Padoan, commentando l’Fmi che ieri ha raccomandato all’Italia di non intervenire sull’Imu sulla prima casa, ma dedicare prioritariamente le risorse finanziarie alla riduzione delle tasse sul lavoro.
Sul fronte delle riforme per favorire la crescita, Padoan ha aggiunto che ”in Italia è ancora necessario intervenire per una maggiore concorrenza sul mercato dei prodotti e dei servizi, ma poi è necessario anche implementare le riforme già fatte: dunque migliorare la pubblica amministrazione, la giustizia civile e gli strumenti di lotta alla corruzione”. Per l’Ocse sono queste ”le regole che servono per produrre frutti in termini di occupazione e crescita”.
Patologie muscolari
4 milioni gli italiani affetti da patologie muscolo scheletriche
Di disordini muscolo-scheletrici, ne soffrono circa 4 milioni di italiani, con un impatto importante sulla spesa pubblica del nostro Paese. Dall’analisi dei dati provenienti dal settore previdenziale dell’Inps emerge come negli ultimi 10 anni circa il 10% del totale delle nuove prestazioni erogate dall’Istituto nazionale di previdenza sociale è riconducibile a domande accolte per assegni di invalidità per le patologie muscolo-scheletriche.
Ancora più significativi i dati relativi alla valorizzazione economica di queste prestazioni: dai 94 milioni di euro spesi nel 2009, l”onere economico a carico dell”Inps è cresciuto di circa il 10%, raggiungendo i 104 milioni nel 2012. I dati sono stati evidenziati ieri a Roma al tavolo economico ”Fit for Work”, progetto internazionale focalizzato sull’analisi del rapporto tra disordini muscolo-scheletrici e mercato del lavoro.
Complessivamente, tra il 2001 e il 2012, risultano accolte 47.130 nuove domande per assegno di invalidità per malattie delle ossa e degli organi di locomozione, con una media per anno pari a quasi 4.000 nuove domande accolte. Questo valore risulta inferiore soltanto al numero totale di assegni di invalidità erogati per neoplasie (118.840) e malattie del sistema circolatorio (96.700) nello stesso periodo.
Se si guarda al numero delle prestazioni erogate dal 2001 al 2012, gli assegni di invalidità per le malattie delle ossa e degli organi di locomozione sono stati 165.609, con una media di 13.801 prestazioni erogate all’anno e un valore percentuale pari a circa il 12% del totale degli assegni di invalidità erogati in questo periodo. Anche in questo caso il valore degli assegni stanziati per malattie muscolo-scheletriche risulta inferiore solamente a quello registrato per le patologie legate al sistema circolatorio (318.563) e alle neoplasie (316.706).
Questi dati rappresentano una stima a ribasso dei costi indiretti totali ,a “sono comunque sufficienti a farci comprendere la portata, tanto economica quanto socio sanitaria, delle malattie muscolo-scheletriche – ha commentato Francesco Mennini, professore di Economia Sanitaria dell’Università Tor Vergata di Roma – anche per quanto attiene i costi indiretti, in particolare riferiti al sistema previdenziale, che potrebbero ridursi mediante l”adozione di corrette politiche di prevenzione accompagnate da cure efficaci e appropriate”.
Proprio in considerazione del forte impatto economico del turnover e della necessità di produrre stime aggiornate e verosimili sui suoi tassi, Fit for Work Italia ha deciso di approfondire questa problematica, anche negli aspetti economico sociali, attraverso un’analisi della letteratura internazionale.
AdnKronos
Decreti CIG
Cgil: firma decreti Cig, atto dovuto, ma siamo ancora in emergenza
“Cosa giusta ma non sufficiente, perché materialmente darà respiro ai lavoratori per qualche settimana in più”. Così il segretario confederale della Cgil, Serena Sorrentino, commenta la firma del decreto che assegna 550 milioni a Regioni e Province autonome per la concessione o la proroga della cassa integrazione in deroga per il 2013 ai lavoratori delle aziende in crisi.
“Considerato che parte di quelle risorse, circa 170 milioni sono relative a spese del 2012, e che anche se avessero sbloccato l’intero miliardo appostato nel decreto saremmo arrivati a settembre – sottolinea il segretario della Cgil – ribadiamo l”urgenza di un intervento ulteriore e risolutivo per tutto il 2013 e di iniziare a discutere la programmazione della spesa per il 2014″.
“Nel frattempo -prosegue Sorrentino- occorre un intervento del Ministero sull’Inps affinché si accelerino i pagamenti fermi da troppi mesi per rispondere al disagio sociale crescente di lavoratori senza corresponsione degli assegni anche in media da 6/7 mesi”.
“Sentiamo parlare in queste ore di criteri e di modalità per ridurre le coperture degli ammortizzatori in deroga -aggiunge – pensiamo, invece, che sia giunto il momento di fare una seria riforma che estenda a tutti i lavoratori di tutti i settori e di qualsiasi dimensione di impresa il sistema di ammortizzatori, superando così il sistema della deroga”.
“Ma in assenza di ciò -conclude Sorrentino- non si può pensare che si lascino centinaia di migliaia di persone senza reddito e con un’unica prospettiva che è quella del licenziamento. Un governo che punta su ripresa e occupazione intanto dovrebbe tutelare quella che c’è, per cui trovino in fretta risorse sul 2013 e inizino ad affrontare il problema serio di una riforma in senso universale degli ammortizzatori che risponda ai limiti della legge 92 e del sistema della deroga. In assenza di risposte ricorreremo a nuove mobilitazioni”.
Donne
Le donne cambiano. Chiusa la seconda Assemblea nazionale
Si è conclusa ieri pomeriggio a Roma nelle sale dell’Auditorium Parco della Musica l’Assemblea Nazionale delle donne della Cgil nel corso della quale le delegate e le dirigenti sindacali sono tornate a confrontarsi sui temi del lavoro, della rappresentanza e del welfare a un anno di distanza dalla prima Assemblea nazionale di questo tipo che aveva scelto come slogan “Le donne cambiano”…
Per la Confederazione è fondamentale estendere e valorizzare la contrattazione di genere se si vogliono affrontare le tante esigenze delle lavoratrici. Più in generale, il metro di misura della democrazia non sono solo le forme con cui si partecipa ma quale trattamento c’è per le donne di quel paese, ha detto il segretario generale Susanna Camusso nelle sue conclusioni che hanno dedicato tra l’altro un’ampia riflessione al significato del concetto di pari opportunità insieme a quello della conciliazione.
Questi due elementi non sono più sufficienti per garantire il cambiamento, “non ci bastano più, non sono un modello di cambiamento se intese come omologazione”, dice Camusso “diventano un ghetto”. Riferendosi per esempio al part-time la leader Cgil, ha detto che “la riduzione dell’orario è diventata una gabbia perché così la società era certa che avremmo potuto fare il lavoro di cura. Da elemento di libertà è diventato un vincolo e un modo costruito dalle imprese per determinare orari scomodi e vite difficili”.
Per il segretario generale con “l’agire quotidiano” si può determinare “un cambiamento della realtà” e quindi del mondo del lavoro, del welfare e della contrattazione. Il sindacato deve essere in grado di raccogliere due grandi sfide: quella della formazione e quella della rappresentanza.
Occorre dunque “guardare al lavoro e alla contrattazione con gli occhi delle donne” ha affermato il segretario confederale, Vera Lamonica, nella relazione che aveva introdotto i lavori dell’assemblea. Non si supera una crisi così profonda, secondo Lamonica, se “non si riparte da obiettivi di sviluppo che abbiano il lavoro al centro”. Ogni lavoratrice in più, ha spiegato la dirigente sindacale “è contemporaneamente: una misura di politica economica, perché accresce la domanda; di politica sociale, perché è la prima forma di contrasto alla povertà; di politiche di eguaglianza e pari opportunità perché costruisce una dimensione non discriminatoria delle relazioni sociali e familiari”.
Attraverso la negoziazione territoriale e sociale, e con il protagonismo di tutte le categorie, si possono ottenere i primi risultati sul tema della genitorialità che “non può rimanere nel recinto delle sole donne”.
Sul sito di RadioArticolo1 i podcast di tutti gli interventi.