Archivi giornalieri: 16 luglio 2013

Immigrati

Immigrazione: poliambulatorio Emergency in locale confiscato alla mafia

Emergency ha aperto un Poliambulatorio a Polistena, in provincia di Reggio Calabria. Il Poliambulatorio, il terzo di Emergency in Italia, nasce in collaborazione con Libera, la cooperativa Valle del Marro, la parrocchia S. Marina Vergine e Unicoop Firenze che in città stanno realizzando un polo culturale contro le mafie in un palazzo confiscato alla ‘ndrangheta, assegnato alla parrocchia Santa Marina Vergine e ristrutturato grazie ad un bando della Fondazione con il Sud.

Nel Poliambulatorio di Polistena i medici e gli infermieri di Emergency offrono cure gratuite alle persone indigenti e ai migranti. Tre mediatori culturali svolgono attività di consulenza e orientamento socio-sanitario, si occupano delle pratiche per il rilascio del codice Stp (Straniero temporaneamente presente, che garantisce anche agli stranieri non regolari l’accesso al Servizio sanitario pubblico) e accompagnano i pazienti che necessitino di esami o visite presso le strutture pubbliche.

Emergency, è scritto in una nota, ha iniziato a lavorare nella zona nel 2011, con un ambulatorio mobile che prestava assistenza soprattutto ai migranti impegnati come braccianti nelle campagne della Piana di Gioia Tauro. Sono tutti braccianti agricoli anche i primi pazienti visitati al nuovo Poliambulatorio: dolori muscolo-scheletrici, dermatiti e patologie gastrointestinali sono le patologie ricorrenti, tutte determinate dalle difficili condizioni di vita e di lavoro.

Pensioni

Cgil, da riforma pensioni effetti devastanti, va modificata …

“La riforma delle pensioni ha avuto un impatto devastante sulle condizioni delle persone e sul mercato del lavoro. Chiediamo a governo e parlamento di rivedere la riforma, restituendo al sistema la giusta flessibilità senza penalizzazioni”.

E’ quanto ha affermato il segretario confederale della Cgil, Vera Lamonica, dopo la presentazione del Rapporto annuale dell’Inps.

“Occorre tenene conto che non tutti i lavori sono uguali e riconoscendo alle donne il peso e il valore del lavoro di cura. Perchè non si possono fare parti uguali tra diseguali”, prosegue.

Riferendosi poi alla relazione del presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua e ai numeri contenuti nel rapporto dell’istituto, Lamonica ha aggiunto che ”altro non sono che la foto drammatica della crisi e delle condizioni che vivono le persone”.

Infine, il segretario confederale della Cgil, ha ribadito la necessità di una nuova governance per l’istituto di previdenza. ”L”Inps è il più grande istituto previdenziale europeo, gestisce la quasi totalità del welfare del nostro paese, è necessario ridefinirne la governance rafforzando il ruolo ed il peso delle parti sociali”: ha concluso Lamonica.

Rapporto INPS

Rapporto Inps e i segni della crisi

“In questi quattro anni di crisi lo Stato ha erogato, tramite l’Inps, 80 miliardi di euro di sussidi per cassa integrazione e disoccupazione … che sono stati distribuiti ad una platea di circa 3milioni di lavoratori in media per ogni anno”. E’ uno dei dati offerti dalla Relazione annuale dell’Inps presentati quest’oggi.

Tra i tanti temi toccati dalla Relazione, due sono stati messi in particolare evidenza: il primo riguarda il patrimonio immobiliare e la legislazione che in questi anni ha bloccato la sua valorizzazione e la necessaria semplificazione normativa. “La stessa riforma del titolo quinto della Costituzione – ha detto il presidente dell’Istituto – ha finito per moltiplicare le cosiddette materie concorrenti come accade per molte prestazioni, compresa l’invalidità civile”.

Sul welfare il relatore ha sottolineato che prima di immaginare tagli si dovrebbe forse produrre una migliore e più razionale allocazione delle stesse risorse..”.

Infine è stato sottolineato come il 2012 sia stato il primo anno di esercizio del “nuovo” Inps, derivante dalla fusione di Inpdap ed Enpals. Un esercizio contabile che, dopo aver cumulato oltre 25 miliardi di euro di saldi positivi negli ultimi quattro anni, ha prodotto un “rosso” di quasi 9 miliardi euro.

“Non deve sorprendere il deficit denunciato dall’Inps poiché con l’accorpamento, l’Istituto ha dovuto far fronte al disavanzo già noto nell’Istituto previdenziale dei dipendenti pubblici”. E’ il commento di Morena Piccinini, presidente dell’Inca Cgil, in un’intervista rilasciata all’agenzia Italian Network.

“Piuttosto – ha proseguito la Piccinini – c’è da sottolineare ancora una volta che la Pubblica Amministrazione continua a non pagare i contributi dei lavoratori perpetrando una evasione contributiva di grandi proporzioni. Lo Stato, infatti non versa effettivamente i contributi, come avviene per i lavoratori privati, ma ogni anno trasferisce i soldi in ragione dei pensionamenti”.

Ocse

Rapporto Ocse: in Italia precarietà, disoccupazione, aumento Neet

In Italia calano le ore lavorate in media l’anno (1752 nel 2012, erano 1772 nel 2011), ma il tempo dedicato all’occupazione resta comunque del 25% superiore a quello dei tedeschi (1397 ore, 9 in meno rispetto al 2011). E’ una delle sorprendenti conclusioni che emergono dal rapporto Ocse 2013 sull’occupazione, che conferma la correlazione negativa fra sistema di welfare e tempo dedicato al lavoro.

Nella ricca Olanda, ad esempio, le ore assorbite dal lavoro sono appena 1381 mentre la Norvegia si attesta a 1420 ore e la Francia a 1479. Là dove la crisi colpisce più duro o il sistema sociale è meno ”protettivo”, l’impegno dei lavoratori è superiore: la Grecia infatti si attesta a 2034 ore, il Cile a 2029 e il Messico resta al top con 2226 ore l’anno, il 60 % in più di un olandese.

Con rare eccezioni, comunque, il trend storico resta quello di una riduzione delle ore lavorate: in Italia dal 2000 al 2012 questo numero è sceso di 109 ore, mentre in Corea è calato di ben 420 ore.

Sempre secondo l’Ocse, in Italia la quota dei giovani fra i 15 e i 24 anni con un lavoro precario è quattro volte superiore alla media complessiva.  Nel 2012 questa percentuale fra i giovani era del 52,9%, mentre la media su tutto il mercato è del 13,8%. La quota di giovani con un’occupazione temporanea peraltro si è raddoppiata dal 2000, quando era del 26,2%.

Ma l’Italia rimane intrappolata nella recessione ed è probabile che la disoccupazione continui ad aumentare restando a livelli superiori alla media europea. L’Ocse ricorda come in base alle ultime previsioni del maggio scorso, “la recessione continuerà per tutto il 2013 e l’economia italiana è attesa in leggera ripresa solo nel 2014”.