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Rapporto Ocse: in Italia precarietà, disoccupazione, aumento Neet

In Italia calano le ore lavorate in media l’anno (1752 nel 2012, erano 1772 nel 2011), ma il tempo dedicato all’occupazione resta comunque del 25% superiore a quello dei tedeschi (1397 ore, 9 in meno rispetto al 2011). E’ una delle sorprendenti conclusioni che emergono dal rapporto Ocse 2013 sull’occupazione, che conferma la correlazione negativa fra sistema di welfare e tempo dedicato al lavoro.

Nella ricca Olanda, ad esempio, le ore assorbite dal lavoro sono appena 1381 mentre la Norvegia si attesta a 1420 ore e la Francia a 1479. Là dove la crisi colpisce più duro o il sistema sociale è meno ”protettivo”, l’impegno dei lavoratori è superiore: la Grecia infatti si attesta a 2034 ore, il Cile a 2029 e il Messico resta al top con 2226 ore l’anno, il 60 % in più di un olandese.

Con rare eccezioni, comunque, il trend storico resta quello di una riduzione delle ore lavorate: in Italia dal 2000 al 2012 questo numero è sceso di 109 ore, mentre in Corea è calato di ben 420 ore.

Sempre secondo l’Ocse, in Italia la quota dei giovani fra i 15 e i 24 anni con un lavoro precario è quattro volte superiore alla media complessiva.  Nel 2012 questa percentuale fra i giovani era del 52,9%, mentre la media su tutto il mercato è del 13,8%. La quota di giovani con un’occupazione temporanea peraltro si è raddoppiata dal 2000, quando era del 26,2%.

Ma l’Italia rimane intrappolata nella recessione ed è probabile che la disoccupazione continui ad aumentare restando a livelli superiori alla media europea. L’Ocse ricorda come in base alle ultime previsioni del maggio scorso, “la recessione continuerà per tutto il 2013 e l’economia italiana è attesa in leggera ripresa solo nel 2014”.

Ocseultima modifica: 2013-07-16T18:03:45+02:00da vitegabry
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