Archivi giornalieri: 30 maggio 2013

In arrivo il bustone Inps

In arrivo il bustone Inps

Con il messaggio n. 8761 l’Inps ha comunicato  che stanno per essere spediti i “bustoni” contenenti i modelli per le richieste di dichiarazione reddituale per i titolari pensione legati al reddito e quelli relativi ai titolari di prestazioni assistenziali.

Il bustone conterrà, una serie di documenti tra cui il modello Red che viene inviato ai pensionati Inps ed ex Enpals e conterrà le indicazioni per coloro che sono tenuti a compilare la dichiarazione e per le modalità di restituzione del modello. La restituzione deve  avvenire entro il 31 luglio.

A coloro le cui pensioni sono assoggettate alla trattenuta per lavoro autonomo verrà inviato  il modello 503AUT. La dichiarazione riguarderà i redditi consuntivi del 2012 e presuntivi del 2013 e dovrà essere resa entro il 30 settembre p.v..

Per le prestazioni assistenziali verrà invece chiesta la dichiarazione per attestare la permanenza dei requisiti di ricovero gratuito e della mancanza di attività lavorativa. Queste ultime dovranno esser restituite entro il 30 giugno.

Civ Inps e Inail: tagli in vista

Civ Inps e Inail: tagli in vista

Il prossimo mese di giugno dovranno essere nominati i nuovi Civ (Consigli di indirizzo e vigilanza) dei due Istituti che sono destinati a essere ridotti numericamente in virtù della L. 122/10. Ai due organismi, di cui adesso fanno parte 30 consiglieri per l’Inps e 24 per l’Inail, spetta il compito di predisporre le linee di indirizzo e gli obiettivi strategici dell’Inps e dell’Inail, nonché l’approvazione dei loro bilanci.

In seguito al ridimensionamento spetteranno rispettivamente all’Inail 16 rappresentanti e all’Inps 22. I due organismi scadranno improrogabilmente il 14 giugno p.v. e il ministero del Lavoro ha fatto sapere che è già stata avviata la procedura per il rinnovo del mandato quadriennale. Sono state, per questo motivo, inviate delle comunicazioni alle organizzazioni sindacali e datoriali, presenti in misura paritaria negli organismi, affinché provvedano a presentare la lista dei propri candidati.

La Corte dei Conti. nel merito con la delibera 91/12, pur avendo ripetutamente sottolineato l’esigenza di una riflessione sull’ampia consistenza dei Civ e sulla necessitò di una loro revisione uniformata anche ai nuovi orientamenti legislativi di razionalizzazione e semplificazione, aveva altresì evidenziato che il decreto 78/10 si era limitato a disporre una riduzione lineare senza tener conto del rischio di innescare non agevoli problemi di ripartizione delle rappresentanze di categoria.

Disoccupazione

Napolitano, disoccupazione giovanile dramma colto in ritardo

“Quello della disoccupazione giovanile non è un problema puramente italiano”. Lo ha sottolineato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in una intervista.

“L’Economist” è uscito con una copertina e un editoriale dal titolo ”Una generazione senza lavoro”. Si parla, solo nei Paesi del mondo ricco, di 26 milioni di giovani che non sono più nel processo formativo, non fanno addestramento e non hanno lavoro – ha spiegato il capo dello Stato-. Nell’insieme, l’Organizzazione internazionale del lavoro ha fatto la cifra di 75 milioni di giovani disoccupati, qualcosa di simile alla popolazione di un grande Paese”.

Per Napolitano, “la verità è che sono cambiate le tecnologie, i termini dell”occupazione e si è colto molto in ritardo il dilagare della disoccupazione giovanile sia in occidente che nei Paesi emergenti e in Italia lo sentiamo molto acutamente e drammaticamente”.

2 giugno

2 giugno 2013: Repubblica, Costituzione, Lavoro

Manifestazione nazionale a Milano con Susanna Camusso

La Festa della Repubblica non può prescindere dal legame e dall’intreccio con i principi fondamentali della Carta costituzionale nata dalla Resistenza, e con i temi del lavoro e della giustizia sociale.
 
Questo intreccio sarà al centro della manifestazione nazionale che Cgil, Cisl e Uil di Milano e della Lombardia, e il Comitato 2 Giugno Insieme per la Costituzione (Acli, Arci, Anpi, Adesso Basta, Punto Rosso, Casa della Carità, Casa della Cultura, Libera, Libertà e Giustizia), organizzano per domenica 2 giugno a Milano.
 
L’iniziativa, che verrà trasmessa in diretta da RadioArticolo1 (www.radioarticolo1.it) a partire dalle ore 10.00, prevede la partecipazione di: Giorgio BENVENUTO, Presidente Fondazione Bruno Buozzi, Susanna CAMUSSO, Segretario generale Cgil, Roberto CENATI, Presidente Anpi Milano, Walter GALBUSERA, Segretario generale Uil Milano e Lombardia, Valerio ONIDA, Presidente emerito della Corte costituzionale, Gigi PETTENI, Segretario generale della Cisl Lombardia, Basilio RIZZO, Presidente del Consiglio comunale di Milano.

Giovani

Accordo imprese-sindacati per i giovani

Nuovi posti di lavoro per i giovani del Lazio. Nei prossimi tre anni, molti ragazzi over 18 verranno inseriti nelle aziende della regione. Questo il fine del protocollo d’Intesa siglato ieri (28 maggio) tra Cgil, Cisl, Uil e Confindustria. L’accordo, della durata di tre anni, interesserà le aziende del sistema associativo territoriale di Confindustria Lazio e prevede la trasformazione volontaria del rapporto di lavoro da tempo pieno a part time per tutti i lavoratori prossimi al pensionamento, con il mantenimento della posizione contributiva precedente. E l’impegno da parte del datore di lavoro ad assumere giovani con contratto di apprendistato o a tempo indeterminato.

 “Questo accordo, che adesso dovrà essere firmato anche dalla Regione Lazio – spiegano i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil di Roma e del Lazio – rappresenta uno strumento concreto per favorire l’occupazione. Uno strumento sicuramente non sufficiente a risolvere la piaga della disoccupazione giovanile che nella nostra regione sfiora il 40%, ma sicuramente importante perché segna l’avvio di un nuovo approccio politico e sindacale unitario per riuscire ad arginare l’emergenza. Ci auguriamo che questo Protocollo possa rappresentare un modello da seguire ed estendere anche alle altre associazioni datoriali”.

Il protocollo individua come destinatari dell’iniziativa i lavoratori a cui mancano fino a 36 mesi al pensionamento che possono decidere di trasformare volontariamente il proprio contratto da tempo pieno a tempo parziale – sia orizzontale che verticale – con la riduzione dell’orario di lavoro non oltre il 50%, per favorire l’ingresso di giovani di età compresa tra i 18 e i 29 anni che l’azienda si impegna ad assumere con contratto di apprendistato o a tempo indeterminato, assicurando un saldo occupazionale positivo in azienda.

Esodati

Esodati: pubblicato in Gazzetta il terzo decreto salvaguardati

Il terzo decreto sui lavoratori salvaguardati rispetto alle nuove regole previdenziali è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Il decreto prevede una platea di 10.130 salvaguardati (che si aggiungono ai 120.000 già salvaguardati con i due precedenti decreti) ai quali verrà applicata la normativa in materia di requisiti e decorrenze del trattamento pensionistico vigente prima della data di entrata in vigore del decreto Salva Italia.

Il contingente numerico contemplato nel provvedimento – si legge sul sito del ministero del Lavoro –  comprende, nello specifico:

2.560 lavoratori in mobilità ordinaria o in deroga;1.590 autorizzati prosecuzione volontaria del versamento dei contributi previdenziali; 5.130 cessati, che hanno cioè risolto il rapporto di lavoro in ragione di accordi individuali o collettivi di incentivo all’esodo; 850 prosecutori volontari in attesa di concludere la mobilità.

Il decreto prevede inoltre, per tutte le categorie di lavoratori, la presentazione di una apposita istanza per accedere al beneficio da presentarsi: all’Inps nel caso di lavoratori autorizzati alla prosecuzione volontaria e alle Direzioni Territoriali del Lavoro (DTL) competenti per territorio nel caso di lavoratori ”cessati” e in mobilità.
Per tutti il termine di presentazione è di 120 giorni dalla data di pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Ufficiale.

Violenza sulle donne

Violenza sulle donne, l’Italia ratifica la Convenzione di Istanbul

La Camera dei deputati ha approvato ieri all’unanimità la ratifica della Convenzione, siglata dal Consiglio d’Europa ad Istanbul nel 2011, sulla prevenzione e la lotta nei confronti della violenza sulle donne, il cosiddetto femminicidio.
 
Il provvedimento – primo strumento internazionale nella battaglia contro la violenza sulle donne – passa ora al Senato, come ha ricordato il presidente della Camera Laura Boldrini in una nota: “Questo voto è il raggiungimento di un primo, importante obiettivo. Ora il testo passa al Senato, dove ho fiducia che potrà contare su un’eguale attenzione. Si tratterà poi di varare la legge di attuazione della Convenzione che abbia la copertura finanziaria necessaria per permettere la realizzazione dei concreti interventi di sostegno”.

Il capitolo IX della Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne tratta i “Meccanismi di controllo”: dove all’art. 66 si prevede la costituzione di un ‘Gruppo di esperti sulla lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, incaricato di “vigilare sull’attuazione della presente Convenzione da parte delle Parti contraenti. Ci sono infine i capitoli che riguardano le sanzioni, le misure repressive che “devono essere efficaci” comprendendo anche il carcere e l’estradizione. Previste le aggravanti, se il reato di violenza è commesso contro il coniuge o ex, partner o convivente e se è commesso in presenza di un bambino o su un bambino.  La Convenzione si chiude dichiarando che “entrerà in vigore il primo giorno del mese successivo alla scadenza di un periodo di tre mesi dopo la data in cui 10 firmatari, di cui almeno otto Stati membri del Consiglio d’Europa, avranno espresso il loro consenso a essere vincolati dalla Convenzione”.

«Il nostro Paese manda un segnale forte e deciso per contrastare il fenomeno del femminicidio e della violenza domestica”. Ad affermarlo è stata Josefa Idem, ministro per le Pari opportunità,  ricordando come “per una tragica coincidenza, il passaggio alla Camera del documento avviene proprio nel giorno dei funerali di Fabiana Luzzi, la giovane uccisa a Corigliano Calabro. Vorrei che la famiglia di Fabiana e tutte le donne vittime di soprusi sentano il voto della Camera come una reazione efficace del governo e delle istituzioni ad ogni fenomeno di violenza di genere”.

Convenzione_Istanbul_violenza_donne.pdf

Ocse

Ocse: Cgil, recessione a rischio depressione

“In Italia la recessione rischia di diventare depressione vera e propria. Servono dei cambiamenti urgenti, sul fronte del fisco e del lavoro”. E’ quanto osserva il segretario confederale della Cgil, Danilo Barbi, in merito ai dati diffusi oggi dall’Ocse. Nuove stime che segnalano come l’istituto parigino abbia “di nuovo sbagliato le previsioni sul sistema Italia, visto che a distanza di un mese ha dovuto correggerle, per peggiorarle, sia per il 2013 che per
il 2014″.

In effetti, spiega il dirigente sindacale, “come la variazione delle stime dell’Ocse dimostra, appaiono sempre più chiare le conseguenze recessive, più volte denunciate dalla Cgil, delle scelte fatte dal governo Monti. Anzi, si può dire che in Italia la recessione rischia di diventare depressione vera e propria”. La Cgil ribadisce quindi “che per invertire la tendenza occorre un grande cambiamento della politica economica, sia nelle scelte europee che in quelle nazionali”.

In particolare, prosegue, “serve una restituzione fiscale per quelli che le tasse le hanno pagate di più, e cioè i lavoratori e i pensionati, e una riduzione per le imprese, ma solo per quelle che assumono a tempo indeterminato, come chiesto da Cgil Cisl Uil nella piattaforma per la manifestazione nazionale del prossimo 22 giugno a Roma”. Oltre a questo, conclude Barbi, “occorre una politica di investimenti pubblici e di creazione diretta di lavoro per i giovani, come proposto dalla Cgil con il suo “Piano del Lavoro”. Se questi cambiamenti non
ci saranno la disoccupazione, in particolare quella giovanile, rimarrà insostenibilmente alta per molti anni a venire”.

Garanzia giovani

Bruxelles incalza governi su “Garanzia giovani”

Prima del vertice di giugno la Commissione Ue presenterà una proposta per aiutare i governi ad applicare il prima possibile la “garanzia per i giovani”, che impone ad ogni Stato di trovare un impiego o di dare formazione specializzata entro quattro mesi dal termine degli studi.

Per consentire alla “garanzia per i giovani” di funzionare, dovranno essere migliorati i centri di collocamento e di formazione, per questo servono investimenti che potrebbero essere trovati in quei sei miliardi stanziati dal bilancio Ue per combattere la disoccupazione giovanile. Altri fondi potrebbero venire dal Fondo sociale Ue. Il presidente Ue Herman van Rompuy ha chiesto agli Stati di avere entro gennaio tutti i progetti pronti per far funzionare la “garanzia” a pieno ritmo già dal 2014. Per questo la Commissione presenterà un piano per aiutare i governi a rendere operativo uno dei principali strumenti anti-disoccupazione messi in campo finora dalla Ue.

Opg

Cgil su Opg: creare luoghi di cura non di detenzione

Con una lettera aperta indirizzata al ministro della Salute Beatrice Lorenzin, a quello della Giustizia Annamaria Cancellieri, alle commissioni parlamentari competenti e agli assessori regionali alla Salute, Fp-Cgil e Fp-Cgil  medici lanciano un grido d”allarme sugli Opg (Ospedali psichiatrici Giudiziari). “La legge sulla chiusura può mettere la parola fine alla storia drammatica dei manicomi criminali – affermano Cecilia Taranto, segretaria nazionale Fp-Cgil e Massimo Cozza, segretario nazionale Fp-Cgil medici – ma la strada che va verso l’apertura di strutture speciali in ogni regione, i cosiddetti mini Opg, e affida una responsabilità detentiva ai Dipartimenti di salute mentale, rischia di far saltare gli stessi principi della legge 180”.

“Si riaffermerà così il concetto che la violenza è causata dai disturbi psichiatrici – continuano i due sindacalisti – che il compito dello psichiatra e degli operatori dei Dipartimenti di salute mentale è il controllo sociale. E’ il definitivo ritorno alla logica manicomiale: gli psichiatri e gli operatori sanitari che diventano guardie, la cura che diventa custodia. Il superamento della logica manicomiale non può prescindere dalla modifica del codice penale, dalla definitiva assunzione dei pilastri della legge 180, come non può avvenire in un contesto di progressivo ritiro dello Stato e dei servizi pubblici dalla prevenzione e dalla cura nel campo della salute mentale. E’ necessario – concludono Taranto e Cozza – l’impegno e il coinvolgimento di tutti, a partire dai sistemi sanitari regionali, ma soprattutto è urgente arrestare la progressiva erosione delle risorse economiche e di personale destinate al settore, che in questi anni ha subito tagli senza precedenti”.

Ilva

Senato avvia indagine conoscitiva sull’Ilva

La commissione Industria del Senato ha deciso di promuovere una indagine conoscitiva sulla vicenda dell’Ilva e sull’industria siderurgica nazionale da svolgere già dai prossimi giorni.

”L’Ilva di Taranto – ha osservato il senatore Tomaselli, capogruppo Pd nella commissione Industria di Palazzo Madama – è un’emergenza nazionale, anzi, l’emergenza sociale numero uno e il Parlamento deve perciò occuparsene con la massima urgenza”. ”Per questo – spiega  –  la commissione Industria del Senato ha deciso di
promuovere una indagine conoscitiva sulla vicenda dell’Ilva e sull’industria siderurgica nazionale da svolgere già dai prossimi giorni. Riteniamo che tale iniziativa sia assolutamente non rinviabile affinché’ il Parlamento possa in tempi rapidi verificare lo stato di attuazione dei contenuti previsti dai decreti legge approvati nei mesi scorsi”. ”In tali provvedimenti venivano tra l’altro indicate risorse certe in materia di bonifiche ambientali e di infrastrutture e un sistema di controllo che potesse vigilare sulla piena applicazione dell’autorizzazione integrata ambientale e sui conseguenti investimenti previsti. L’Ilva di Taranto è un patrimonio industriale fondamentale per il sistema Italia. Salvaguardare insieme diritto al lavoro e diritto alla tutela della salute e dell’ambiente è indispensabile poiché – conclude il parlamentare del PD – la chiusura dello stabilimento di Taranto rappresenterebbe un colpo mortale all’industria siderurgica nazionale”.