Archivi giornalieri: 21 maggio 2013

Coldiretti

Ricerca Coldiretti sui giovani: famiglia rete di protezione

Più di un quarantenne su quattro si mantiene grazie alla “paghetta” dei genitori che aiutano finanziariamente i figlioli fino ad età avanzata. E’ quanto emerge dall’ analisi Coldiretti/Swg su ”I giovani e la crisi”,
dalla quale si evidenzia che il 28 per cento dei giovani tra i 35 ed i 40
anni sopravvive con i soldi di mamma e papà, così come anche il 43 per cento di quelli tra 25 e 34 anni e l’89 per cento dei giovani tra 18 e 24 anni.

Da segnalare che – sottolinea Coldiretti – l’aiuto economico dei genitori continua anche per più di un giovane occupato su quattro (27 per cento) che non è comunque in grado di rinunciare al supporto finanziario dai familiari. ”La famiglia è diventata una rete di protezione sociale determinante che opera come fornitore di servizi e tutele per i membri che ne hanno bisogno”. A conferma di ciò – aggiunge Coldiretti – il 51 per cento dei giovani vive con i propri genitori e, di questo, solo il 13 per cento per scelta, mentre il 38 perché non può permettersi un alloggio proprio.

In particolare abita con mamma e papà addirittura il 26 per cento dei giovani tra 35 e 40 anni, il 48 per cento di quelli di quelli tra 25 e 34 anni e l’89 per cento dei giovani con età tra i 18 e i 24 anni. La situazione è profondamente diversa per i giovani agricoltori – precisa Coldiretti – che nel 32 per cento dei casi vivono con i genitori perché non possono permettersi un alloggio alternativo, ma nel 31 per cento dei
casi lo fanno per scelta. Un atteggiamento che conferma i forti legami famigliari che caratterizzano l’impresa agricola dove è particolarmente solido il rapporto intergenerazionale.

Oltre 4 giovani disoccupati su 10 (43 per cento) sarebbero disposti, pur di lavorare, ad accettare un compenso di 500 euro al mese a parità di orario di lavoro, mentre il 39 per cento sarebbe disposto ad un maggiore orario di lavoro a parità di stipendio. ”L’analisi evidenzia un forte spirito di sacrificio delle giovani generazioni che li porta addirittura a rinunciare a diritti del lavoro fondamentali”, ha affermato il presidente della Coldiretti nel sottolineare che ”questo non può essere consentito in un Paese civile come l’Italia”.

Vista la nera realtà occupazionale – conclude Coldiretti – il 51% dei giovani sotto i 40 anni è pronto ad espatriare per trovare lavoro mentre il 64 per cento è disponibile a cambiare città. Questo perché il 73 per cento dei giovani ritiene che l’Italia non possa offrire un futuro. I risultati si invertono tra i giovani agricoltori che per il 45 per cento pensano invece che l’Italia possa offrire un futuro.

Disabili

Disabili: approvare progetto legge su pensioni invalidità

Su centinaia di migliaia di persone disabili incombe il rischio della revoca della pensione di invalidità: lo denuncia la Fish (federazione superamento handicap), che ha chiesto al presidente della Camera, Laura Boldrini, di adoperarsi affinché’ una proposta di legge presentata nel marzo scorso alla Camera venga velocemente assegnata alla Commissione affari sociali e inizi il suo iter verso una rapida approvazione.

La federazione ricorda lo stato delle cose: chi eroga la pensione (270 euro) agli invalidi civili, e cioè l’Inps, ha stabilito di non considerare più solo il reddito personale dell’interessato ai fini della concessione, ma anche quello del coniuge, “creando assurde e inaccettabili disparità di
trattamento”. La disposizione era contenuta in una Circolare di fine 2012. Questa decisione è stata temporaneamente sospesa dal Ministero del Lavoro nel gennaio scorso, in attesa di un’istruttoria il cui esito è incerto.

Ma la questione, ribadisce la Fish, non va risolta negli uffici del Ministero o in quelli dell’Inps o nelle aule di tribunale, ma va riportata in Parlamento, e ora, rende noto la federazione, una proposta di legge esiste: è stata annunciata nella seduta del 26 marzo scorso, firmataria la deputata Margherita Miotto (Pd).

“Abbiamo formalmente richiesto al presidente della Camera, Laura Boldrini, di adoperarsi affinché’ quella proposta di legge venga velocemente assegnata alla Commissione Affari Sociali ed inizi quindi il suo iter verso una rapida approvazione” dice il presidente della Fish, che estende l’appello a tutti i gruppi parlamentari. “La volontà di risolvere questo increscioso contenzioso rappresenterebbe un primo segnale
dell’intenzione di affrontare anche altre e più strutturali emergenze che attanagliano la quotidianità e i progetti di vita di milioni di persone con disabilità” conclude.

ansa

Lavoro

Lavoro: nel 2020 percentuale donne occupate pari a quella degli uomini

Nel 2020 la percentuale delle donne occupate sarà pari a quella degli uomini. E non solo: sempre nel 2020 il 60% degli universitari, dei laureati e dei possessori di master saranno donne. Lo rileva una ricerca realizzata da Bosch Tec, Carter & Benson, e S3.Studium, che mostra le tendenze legate al mondo del lavoro nei prossimi sette anni, sempre con focus sulla Diversity. La ricerca,  ha visto coinvolti una quindicina di direttori del personale di importanti realtà aziendali e sei esperte di diversity, provenienti da diversi contesti professionali e accademici.

Secondo la ricerca ”Gender Diversity 2020”, tra soli sette anni nel mondo del lavoro si affermerà la superiorità professionale della donna anche nei settori tradizionalmente appannaggio dei maschi (banche, politica, multinazionali ecc.) e nei ruoli decisionali.

Attualmente però i dati non sono incoraggianti per il Bel paese. Secondo il ”World Economic Forum” l’Italia è il paese con il più forte divario uomo-donna in Europa e all”84esimo posto nel mondo.

Per quanto riguarda la partecipazione delle donne alla vita economica, l’Italia è al 97esimo posto. Ancora oggi, in Italia, il 30% delle donne interrompono il lavoro per motivi familiari (contro il 3% degli uomini) e il tasso di occupazione delle donne è del 35,4% (il più basso in Europa), mentre quello degli uomini è del 48,4%.

Immigrati

Cgil: accordo con sindacato tunisino per tutela immigrati

”Sappiamo che per molti di voi, arrivati in Italia per lavorare nelle nostre campagne, è stato più facile incontrare un caporale, piuttosto che la legge italiana e le regole del lavoro. Combattiamo tutto questo e continueremo a combattere”. Così il segretario generale della Cgil nazionale, Susanna Camusso, ha presentato a Salerno la sigla del protocollo di intesa di collaborazione intersindacale sottoscritto con l’Ugtt, il principale sindacato della Tunisia.

L’accordo è finalizzato a creare condizioni di tutela per i lavoratori e le lavoratrici che vengono in Italia per trovare occupazione nel settore agricolo. ”Abbiamo chiesto e rivendicato – ha rimarcato Camusso – una
legge sul caporalato; i primi risultati ci sono stati e continuiamo a batterci in questa ottica. Tutti i lavoratori hanno diritto di trovare un lavoro e non uno schiavista. Il nostro non vuole essere un mare che divide, ma vogliamo che sia un ponte. L’Europa e il nostro Paese non siano una fortezza, incapace di accogliere. Mentre c’era chi respingeva, chi invocava le leggi sulla clandestinità, c’era un sindacato e un’ampia parte del popolo che accoglievano e aiutavano gli immigrati. Quella del Mediterraneo è una sfida importante che l’Europa ha davanti”.

”Si tratta – sottolinea Franco Tavella, segretario generale Cgil Campania – di una iniziativa fortemente voluta dalla Flai e dalla Cgil nazionale e della Campania. Con l’apertura degli sportelli, tre in Campania e due in Tunisia, saremo in grado di tutelare i lavoratori sin dal luogo di origine per evitare loro qualsiasi forma di truffa o raggiro”.

Alla firma hanno partecipato Stefania Crogi, segretario generale della Flai Cgil Nazionale; Vera Lamonica, segretaria confederale Cgil nazionale; il segretario generale del sindacato tunisino Ugtt, Hacine Abbassi; quello della Fga-Ugtt (Federation Generale de l’Agricolture) Hassen Ghodhbane e Giuseppe Carotenuto, segretario generale Flai Cgil Campania. Nel corso dell’incontro Camusso ha donato la medaglia della Cgil ad Hassine Abbassi, segretario generale Ugtt.

Carceri

Carceri: 66mila detenuti, 23mila sono stranieri

Sono 65.891 i detenuti reclusi nelle 206 carceri italiane, di cui 23mila stranieri, a fronte di una capienza regolamentare di 47.040 posti. Tra i detenuti, 24.691 sono in attesa di giudizio definitivo, 40.118 sono condannati e 1.176 internati. Questi i dati forniti dal ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri, nella sua audizione al Senato.

“Non possiamo più permetterci di ritardare la soluzione di un problema indilazionabile, anche sotto il profilo morale”,  ha detto il ministro, sollecitando “una nuova prospettiva culturale” nella quale “la pena detentiva non sia più l’unica possibile”, e ha rivolto un “accorato richiamo” a “uno sforzo comune e responsabile su un tema su cui si declinano gli elementi essenziali di uno Stato di diritto e la storia della nostra grande tradizione di civile”.