Autore: Sardu Salvatore
Regia: Sardu Salvatore
Montaggio: Sardu Salvatore
Tecnico audio: Sardu Salvatore
Riprese: Sardu Salvatore
Fotografia: Sardu Salvatore
Sigla: Sardu Andrea
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“No alla restituzione dell’Imu che vuol dire sottrarre risorse che dovrebbero essere dedicate al lavoro. Perché una cosa è tutelare i redditi più deboli dei possessori di una sola casa, un’altra è dire che si restituisce l’Imu e si buttano lì tutte le poche risorse disponibili. Anzi, magari, si fa qualche altro taglio per buttare lì tutte le risorse che andrebbero invece dedicate al lavoro”. E’ netta la posizione del segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, sul dibattito in corso sulla restituzione dell’Imu all’interno del governo.
E la leader della Cgil, nel corso di un incontro a Verona, polemizza appunto “la prima cosa da fare è segnare discontinuità rispetto al passato. Invece, ci stiamo ”imballando” in questo dibattito sulla restituzione dell’Imu. Si dovrebbe invece andare ad un rallentamento del patto di stabilità per i Comuni facendo così ripartire i cantieri e si dovrebbe puntare ad una riduzione del cuneo fiscale per i lavoratori”.
Con la circolare 69/2013 l’Inps ha indicato gli adempimenti che le amministrazioni devono rispettare qualora un lavoratore decida di aderire al fondo Sirio (costituito il 17.4.2012, ma operativo dal 19.10.2012) destinato ai dipendenti dei ministeri, della presidenza del consiglio, degli enti pubblici non economici, delle università, delle agenzie fiscali, dell’Enac e del Cnel. Possono iscriversi al Fondo i titolari di contratto a tempo indeterminato o a tempo determinato della durata di almeno tre mesi.
Al Fondo viene destinato un contributo minimo dell’1% a carico del datore di lavoro e un altro 1% a carico del lavoratore. Quest’ultimo però potrà aumentare la sua quota per scaglioni dello 0,5%.
Per i dipendenti delle amministrazioni statali e delle agenzie fiscali il contributo del datore di lavoro è del 2% per 12 mesi se l’iscrizione avviene nel primo anno di operatività del Fondo e dell’1,5% se avviene nel secondo.
”Esprimiamo soddisfazione per l’accordo firmato il 30 aprile presso l’assessorato al lavoro della Regione Lazio grazie al quale sono stati prorogati, fino al 30 giugno 2013, gli ammortizzatori sociali in deroga per i lavoratori in cassaintegrazione e in mobilità”. Lo dichiarano
in una nota rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil Roma e Lazio.
”Riteniamo inoltre positivo il fatto che l’assessorato abbia accettato di aprire una riflessione complessiva sull’uso degli ammortizzatori sociali in deroga e sulle politiche attive a essi collegate – spiegano Tina Balì, segretaria della Cgil di Roma e del Lazio, Paolo Ricucci, segretario della Cisl di Roma e del Lazio e Agostino Calcagno, segretario della Uil di Roma e del Lazio -. Rimane tuttavia aperto, e la cosa ci preoccupa non poco, il tema dei finanziamenti necessari a garantire la copertura del 2012 e lo stanziamento per tutto il 2013. Occorre che il Governo stanzi queste risorse per non ritrovarci fra due mesi a dover fronteggiare nuovamente il problema”.
ansa
“E’ evidente che le politiche di austerità, sbagliate e inutilizzabili, ci hanno condotto in questa situazione. Occorre al contrario una politica economica della domanda, cioè una politica espansiva”. Lo afferma il segretario confederale della Cgil, Danilo Barbi, in merito al rapporto Ocse, nel sottolineare come l’analisi dell’istituto parigino sull’Italia “sia veramente sorprendente: da una parte dice ‘va bene, continuate così’, dall’altra invece peggiora, e ha peggiorato, tutti gli indicatori circa lo sviluppo e l’occupazione, e la relativa condizione economica e sociale, del Paese”.
In verità, prosegue Barbi, “sono ormai due anni che buona parte degli istituti internazionali, dalla Bce all’Ocse passando dalla Commissione Europea, sbagliano in continuazione le previsioni della crescita economica e sono costretti scientificamente a peggiorare nel tempo le previsioni. In questi errori previsionali – precisa – si è distinto il governo Monti che stimò per il 2012 crescita zero, rivedendola al ribasso col tempo fino a constatare che il Pil è calato lo scorso anno del 2,4%”.
Secondo il sindacalista della Cgil “la spiegazione di tutto questo sta nel fatto che le politiche che vengono portate avanti sono sbagliate e inutilizzabili per uscire davvero dalla crisi. Si insiste infatti, anche da parte dell’Ocse, su di una politica dell’offerta, dell’austerità che ribadisce come la priorità sia la riduzione dei costi di produzione e la spesa sociale. E’ invece evidente che occorre fare una politica economica della domanda, cioè una politica espansiva”.
Quest’ultima, aggiunge, “si può realizzare con investimenti pubblici, nazionali o europei, per creare direttamente lavoro aggiuntivo, soprattutto per i giovani, come ha proposta la Cgil con il Piano del Lavoro. Si può realizzare sostenendo i consumi attraverso una restituzione fiscale, per i lavoratori e i pensionati, come propongono oggi Cgil Cisl Uil. E’ comunque sicuro che c’è bisogno di una politica espansiva. E’ quella che stanno facendo – conclude – sia il governo americano che giapponese e in tutta sincerità non si capisce perché non si debba fare anche in Europa”.
Il nuovo servizio on line, pertanto, consentendo al lavoratore di verificare i dettagli di ogni singolo versamento effettuato dal datore di lavoro, offre maggiori garanzie nella continuità contributiva.
Infatti, in aggiunta alle informazioni generali relative al periodo di riferimento, ai contributi utili alla pensione e alla retribuzione o reddito, il nuovo estratto del lavoratore domestico presenta l’elenco completo dei rapporti di lavoro per i quali è presente contribuzione, evidenzia la presenza di eventuali note o segnalazioni del datore di lavoro e offre la possibilità di visualizzare e stampare l’elenco dei versamenti presenti in archivio, anche in relazione ad un singolo rapporto di lavoro.
L’elenco dei versamenti presenti in archivio riporta, per ogni singolo versamento, le seguenti informazioni: l’anno e il trimestre di riferimento; il datore di lavoro e il codice del rapporto di lavoro; l’importo versato; le ore retribuite e la retribuzione oraria effettiva; le settimane lavorate; le eventuali note che indicano, ad esempio, se il versamento è stato totalmente o parzialmente rimborsato; le eventuali sospensioni segnalate dal datore di avoro.
Dall’elenco, inoltre, è possibile accedere al dettaglio delle settimane indicate nel versamento.
Il servizio è disponibile sul sito internet dell’Istituto www.inps.it, nella sezione Servizi online, attraverso il seguente percorso: Servizi per il cittadino – Autenticazione con PIN/Autenticazione con CNS – Lavoratori domestici – Estratto contributivo lavoratore.
NEWSLETTER LAVORO
n. 568 del 2 maggio 2013
newsletter settimanale per gli operatori del mercato del lavoro
Le Novità in materia di Lavoro
29-04 Governo: pubblicato il Decreto Legislativo anti corruzione
Entrerà in vigore il 4 maggio 2013 il Decreto Legislativo n. 39/2013 finalizzato alla introduzione di griglie di incompatibilità negli incarichi “apicali” sia nelle Amministrazioni dello Stato che in quelle locali, ma anche negli Enti di diritto privato che sono controllati da una Pubblica Amministrazione.
Il Dipartimento della Funzione Pubblica fornisce le disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella Pubblica Amministrazione.
29-04 Governo: proroga emergenza sisma maggio 2012
Il Consiglio dei Ministri ha pubblicato il Decreto Legge 26 aprile 2013 n. 43, contenente, tra le altre cose, disposizioni urgenti in favore delle zone terremotate del maggio 2012.
29-04 Tribunale Milano: licenziamento per superamento periodo di comporto e tentativo di conciliazione
Il Tribunale di Milano ha affermato che il licenziamento per superamento del periodo di comporto deve essere preceduto dal tentativo obbligatorio di conciliazione.
29-04 INPS: attività usuranti svolte all’estero
L’INPS ha affermato che non è possibile la totalizzazione di bonus o maggiorazioni contributive concernenti attività lavorative corrispondenti a lavori usuranti svolti in altri paesi membri dell’Unione Europea.
26-04 Consiglio di Stato: efficacia probatoria del DURC per più appalti
La Terza sezione del Consiglio di Stato ha affermato che per quanto riguarda la verifica dei requisiti di regolarità contributiva nella fase successiva all’aggiudicazione della gara, in merito….
26-04 Detassazione 2013: accordo interconfederale Confindustria-Cgil, Cisl e Uil
La Confindustria ed i sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno sottoscritto, il 24 aprile 2013, un accordo interconfederale per dare attuazione al decreto sulla detassazione del salario di produttività.
26-04 Artigianato: Artigianato: gli accordi di proroga dell’apprendistato professionalizzante
Pubblichiamo gli accordi di proroga, per l’apprendistato professionalizzante nei i CCNL artigiani, in scadenza al 30 aprile 2013.
Le Sentenze di Cassazione Lavoro
> Manodopera clandestina e sequestro di azienda
> Validità della notifica in caso di trasferimento della sede effettiva
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Hanno un livello di istruzione elevato ma non hanno ricevuto una formazione specifica per il lavoro che svolgono; non sempre i loro diritti vengono tutelati, ma hanno una grande capacità di risparmio: sono gli immigrati che svolgono il lavoro di cura nelle nostre famiglie, puliscono le nostre case, assistono i nostri anziani e i bambini.
L’identikit degli assistenti familiari stranieri in Italia emerge da un’indagine promossa da Unicredit Foundation e realizzata dal Centro studi e ricerche Idos, presentata oggi a Roma. Sono oltre 750 mila i lavoratori stranieri censiti dall’Istat che si occupano, in forme diverse, di assistenza familiare. Un numero sicuramente inferiore a quello effettivo, per la forte presenza di persone che svolgono questa attività senza un contratto di lavoro regolare. La ricerca ha coinvolto 606 persone provenienti da vari Paesi, i più numerosi da Romania, Ucraina, Moldova, Filippine, Ecuador.
La tipologia delle persone da assistere vede in prima posizione gli anziani (53,1%, in più della metà dei casi un anziano solo). La grande maggioranza degli intervistati lavora tra le 20 e le 40 ore a settimana (55,6%), una quota consistente (26,2%) lavora tra le 41 e le 60 ore e addirittura non mancano i casi di oltre 60 ore di lavoro (4,0%), come vi è anche chi lavora meno di 20 ore (6,4%).
Il livello di istruzione risulta mediamente elevato, con il 26,7% che ha conseguito il diploma e il 18,0% che ha frequentato l’università. Meno soddisfacente è la formazione specifica ricevuta per la cura delle persone (73,3% risposte negative e 24,7% risposte positive), ma solo una quota minoritaria sente la necessità di questa formazione (36%).
In tema di diritti e doveri, il 33,6% non fruisce pienamente dei giorni di riposo settimanali previsti dal contratto collettivo nazionale, il 56,5% non presenta la dichiarazione dei redditi (benché’ obbligatoria per i redditi da lavoro dipendente superiori a 8.000 euro). Il 61% trova lavoro attraverso il passaparola tra connazionali.
Questi lavoratori sono in grado di accantonare anche fino a 250 euro al mese; il denaro guadagnato viene poi in parte spedito, nella maggioranza dei casi, ai familiari nei Paesi d’origine. Anche perché tra gli intervistati, di tutte le età, prevale il desiderio di rimpatriare (78%). Un’aspettativa peraltro confermata dalla bassa propensione all’acquisto di una casa, tranne che per la fascia di intervistati con un’età
compresa tra i 20 e 30 anni. Il 73% ha figli e di loro uno su tre intende farli venire in Italia. Infine, il 62,4% riceve la retribuzione in contanti, anche quando supera la soglia dei mille euro oltre la quale la legge vieta il trasferimento di contante fra privati.
Nell’ultimo Studio economico dell’OCSE dedicato all’Italia si afferma che le principali riforme attuate nel 2012, volte ad aumentare il dinamismo del mercato del lavoro e dei beni, devono essere attuate in maniera efficace. Secondo il rapporto, ciò consentirà di migliorare la produttività dell’Italia, consistentemente debole, e di dare slancio alla competitività internazionale del Paese.
La scarsa competitività, la riduzione dei prestiti bancari e l’impatto immediato dei tagli alla spesa pubblica e degli aumenti impositivi che gravano sulle famiglie e le imprese continuano ad indebolire la crescita sul breve termine. Secondo le previsioni del rapporto, il PIL diminuirà dell’1,5% quest’anno, prima di aumentare leggermente dello 0,5% nel 2014.
Alla presentazione del rapporto, il Segretario generale dell’OCSE Angel Gurría ha affermato: “In una situazione caratterizzata da recessione e aumento della disoccupazione, è a volte difficile vedere la luce alla fine del tunnel. Sono convinto, però, che se si persiste nell’attuale strategia di riforme si otterrà un miglioramento del tenore di vita e l’economia italiana ne uscirà rafforzata e più dinamica”.
Nel rapporto si sottolinea come il mantenimento della consolidazione fiscale sia fondamentale al fine di ricondurre il rapporto tra debito pubblico e PIL verso una traiettoria discendente a medio termine.
Secondo il rapporto, il livello impositivo che grava sui lavoratori a basso reddito è più elevato che nella maggior parte dei paesi OCSE. La riduzione dell’aliquota fiscale del secondo percettore di reddito in un nucleo familiare consentirebbe di porre rimedio allo scarso tasso di partecipazione delle donne sul mercato del lavoro italiano.
Il primo obiettivo del nuovo Governo dovrebbe essere l’attuazione completa delle recenti riforme, il monitoraggio del loro impatto e l’introduzione di miglioramenti, dove necessario. È inoltre urgente assicurarsi che la nuova autorità di regolazione dei trasporti venga istituita in tempi brevi e che l’autorità garante della concorrenza eserciti attivamente i suoi nuovi poteri.
L’OCSE raccomanda l’adozione di vari provvedimenti al fine di estendere la portata delle riforme. Tra queste raccomandazioni si possono citare quelle volte a:
– rimuovere le restrizioni ancora esistenti che danneggiano la concorrenza nel settore dei servizi professionali e del commercio al dettaglio;
– rendere il mercato del lavoro più dinamico, fornendo un sostegno più attivo alla ricerca di lavoro e alla formazione, nonché assicurando una più ampia rete di protezione sociale;
– promuovere un maggiore allineamento degli stipendi alla produttività, attraverso negoziati tra le parti sociali.
www.osservatorioinca.org