Archivi giornalieri: 14 maggio 2013

CGIL

Cgil, dati Isfol dimostrano guasti riforma Fornero

I dati diffusi oggi dall’Isfol ”dimostrano che non serve liberalizzare ulteriormente i contratti a termine che crescono del 3,7% mentre crollano le altre forme contrattuali”, dice il segretario confederale della
Cgil, Serena Sorrentino, che chiede ”al ministro del Lavoro di aprire una riflessione seria sui guasti della legge 92”, la riforma Fornero, ”soprattutto guardando al tanto citato tema dell’occupazione giovanile”.  

”Se non vogliamo una nuova ondata di licenziamenti occorre rifinanziare gli ammortizzatori in deroga, non solo la Cig ma anche la mobilità e i contratti di solidarietà”, aggiunge, chiedendo di ”trovare un finanziamento adeguato che non sottragga risorse al lavoro e dia certezza a tutti gli oltre 500 mila lavoratori coinvolti” e che ”si diano disposizioni all’Inps di anticipare le risorse che il governo potrà coprire
quando si troverà una soluzione adeguata e sostenibile”. Perché ”non si possono lasciare centinaia di migliaia di famiglie tra incertezza e mancanza di redito”.

Isfol

Isfol: crollo collaborazioni (-25%)

Crollano le collaborazioni e il lavoro intermittente, aumentano lievemente i contratti a termine e quelli di apprendistato, diminuiscono i contratti a tempo indeterminato e crescono le ”cessazioni dal lavoro”: è quanto emerge dal monitoraggio dell’Isfol sulla riforma Fornero appena pubblicato secondo il quale nel quarto trimestre 2012 le collaborazioni hanno registrato una riduzione del 9,2% su base congiunturale e del 25,1% su base tendenziale. Per i contratti a termine si registra un +3,7% congiunturale. 

”La flessione degli avviamenti con contratto di collaborazioni – scrive l’Isfol – sembra riconducibile ai maggiori vincoli imposti dalla riforma, la quale esclude la possibilità di stipulare contratti di lavoro a progetto per lo svolgimento di mansioni esecutive o ripetitive, scoraggiando l’utilizzo del lavoro parasubordinato, laddove vi siano mansioni più consone al lavoro dipendente”. Le collaborazioni attivate nel quarto trimestre sono state 166.384 con un calo del 25,1% sullo stesso periodo del 2011.

I contratti a tempo determinato nel quarto trimestre sono stati 1.513.149 con un aumento dello 0,7% sul trimestre precedente e una crescita del 3,7% sullo stesso periodo del 2011.  ”Rispetto all’inizio del 2012 – scrive l’Isfol – la quota di avviamenti con contratti a termine è salita dal 62,1% al 66,8%” del totale degli avviamenti. I contratti a tempo indeterminato sono stati 397.059 con un calo del 3,3% sullo stesso periodo del 2011.

Cassazione

Cassazione – riconosciuto indennizzo L. 210/92 per epatite contratta durante emodialisi

E’ di pochi giorni fa una sentenza della Corte di Cassazione che apre il diritto all’indennizzo, previsto dalla L. 210/92, anche a chi ha contratto l’epatite durante la dialisi.

Il caso riguarda un uomo affetto da insufficienza renale cronica in trattamento dialitico per molti anni e deceduto a causa di una “epatopatia cronica virale GCV”. La vedova, dopo l’esito negativo della fase amministrativa, si era costituita in giudizio per vedersi riconoscere l’assegno una tantum previsto dalla L. 210/92.

Nel primo grado di giudizio veniva rigettato il ricorso perché il caso non era espressamente previsto dalla legge. Di diverso parere era la Corte d’Appello che invece aveva ipotizzato come il contagio potesse essere avvenuto a causa di sostanze appartenenti ad altro paziente nel macchinario destinato alla dialisi. Il Ministero della salute ricorre quindi alla Suprema Corte.

Nella sentenza n. 9148/13 la Cassazione ha stabilito che il diritto esplicitato nella L. 210/92 vada esteso anche a quei casi in cui il contagio è derivato non da trasfusione eterologa, ma dal reinserimento nel corpo della persona sottoposta a dialisi del suo stesso sangue, infettato per contatto con sangue eterologo nel cosiddetto rene artificiale. 

Una sentenza di cui potranno avvalersi tutte le persone in cui vi sia una manifestazione della patologia (epatite cronica C. b o infezioni HIV) di tipo irreversibile e non, dovuta a trasfusioni di sangue eterologo.

Censis

Censis-Ismu, oltre 1,6 milioni di badanti, +53% in 10 anni

E’ boom di badanti nelle case degli italiani: il loro numero è ormai arrivato ad un milione e 655 mila, facendo registrare un aumento del 53% in dieci anni. Sono prevalentemente stranieri (77,3%) e donne (82,4%), tra i 36 e 50 anni (56,8%). E’ quanto emerge da una ricerca realizzata da Censis e Ismu (Iniziative e studi sulla multietnicita’) per il ministero del Lavoro e delle politiche sociali, in occasione del convegno ‘Servizi alla persona e occupazione nel welfare che cambia’.

E si stima che, mantenendo stabile il tasso di utilizzo dei servizi da parte delle famiglie, il numero dei collaboratori salirà a 2 milioni 151 mila nel 2030 (circa 500 mila in più).    La spesa media per le famiglie è di 667 euro al mese. Ma con la crisi, oltre la metà dei bilanci familiari non tiene più: così nel 15% dei casi è prevedibile, sempre stando ai risultati della ricerca, che un componente della famiglia lasci il lavoro per assistere un congiunto. O nel 41,7% dei casi si pensa anche a rinunciare al servizio.

L’area dei servizi di cura e assistenza per le famiglie rappresenta quindi un ”grande bacino occupazionale”: il numero dei collaboratori è passato da 1,083 milioni del 2001 a 1,655 milioni del 2012 (quando è stata condotta l’indagine su 1500 collaboratori). Sono 2 milioni 600
mila le famiglie (il 10,4%) che hanno attivato servizi di collaborazione, di assistenza per anziani o persone non autosufficienti, e di baby sitting.

Il cosiddetto welfare informale ha però un costo che grava quasi interamente sui bilanci familiari. A fronte di una spesa media di 667 euro al mese, solo il 31,4% delle famiglie riesce a ricevere una qualche forma di contributo pubblico, che si configura per i più nell’accompagno (19,9%). Se la spesa che le famiglie sostengono incide per il 29,5% sul reddito familiare, non stupisce che già oggi, in piena recessione, la maggioranza (56,4%) non riesca più a farvi fronte e sia corsa ai ripari: il 48,2% ha ridotto i consumi pur di mantenere il collaboratore, il 20,2% ha intaccato i risparmi, il 2,8% si è dovuto addirittura indebitare. L’irrinunciabilità del servizio sta peraltro portando alcune famiglie (il 15%, ma al Nord la percentuale arriva al 20%) a considerare l’ipotesi che un componente della stessa rinunci al lavoro per prendere il posto del collaboratore.

Intrappolate tra esigenze crescenti e risorse in calo, il 44,4% delle famiglie pensa che nei prossimi cinque anni avrà bisogno di aumentare il numero dei collaboratori o delle ore di lavoro svolte. Ma al tempo stesso la metà delle famiglie (il 49,4%) sa che avrà sempre più difficoltà a sostenere il servizio e il 41,7% pensa addirittura che dovrà rinunciarci.
Con una domanda crescente di protezione sociale, viene sottolineato, è ”indispensabile incrociare il ‘welfare familiare’, che impiega rilevanti risorse private, con un intervento pubblico di organizzazione e razionalizzazione dei servizi alla persona basato su vantaggi fiscali alle famiglie per garantirne la sostenibilità sociale”.

Apprendistato nel mondo

Apprendistato nel mondo

 

L’apprendistato è uno strumento diffuso in molti Paesi, europei e non solo.

Molto spesso, però, dietro la stessa denominazione di “apprendistato” si celano dispositivi con caratteristiche anche profondamente diverse.

Questa sezione vuole aiutarti a scoprire come viene regolato e praticato l’apprendistato nel mondo, presentando la documentazione disponibile, ma soprattutto segnalando siti dei diversi Paesi che possono rappresentare una prima fonte conoscitiva. 

Francia

http://www.lapprenti.com/

http://www.franceapprentissage.fr/

www.lapprentijob.fr/

http://travail-mploi.gouv.fr/espaces,770/travail,771/

 

Germania

Cedefop, Vocational education and training in Germany, 2007

www.bibb.de

 

Paesi Bassi

COLO, Prepared for the future, marzo 2008

MBO Raad, Reforms in The Netherlands and the wider European perspective, 2009

COLO – Department International Credential Evaluation, Dutch educational system, June 2008

www.minocw.nl/english/education/index.html

www.colo.nl/startpagina.html

www.mboraad.nl

www.kenwerk.nl/

 

Regno Unito

National Apprenticeship Service, Learner brochure 2012

National Apprenticeship Service, Employer brochure , 2012

National Apprenticeship Service, Interested earning while you’re learning?, 2011

Careers Scotland, An introduction to modern apprenticechips , 2008

www.apprenticeships.org.uk

www.modernapprenticeships.com

www.employersforapprentices.gov.uk

www.tuc.org.uk/apprenticeships

 

Canada

Canadian Council of Directors of  Apprenticeship, Apprenticeship in Canada, 2009

Skilledtrades, Apprenticeship. A first choice post-secondary option, 2006

Canadian Apprenticeship Forum, Making it work!, 2001

www.caf-fca.org/en/apprentices

www.red-seal.ca

www.studyincanada.com/english/index.asp

www.apprenticetrades.ca

www.servicecanada.gc.ca/eng/home.html

 

Australia

Australian Apprenticeship Reform

An Australian Apprenticeship

Employing an Australian Apprentice

Mentoring Program

National Skills Needs List

Australian Apprenticeship Incentive Program

Australian Apprentices Taskforce – Final Report

www.australianapprenticeships.gov.au/Home.asp

 

Documenti di comparazione

Isfol, Modelli di apprendistato in Europa: Francia, Germania, Paesi Bassi, Regno Unito, I Libri del FSE, 2012

Modelli di apprendistato in Europa e nel mondo – Euroguidance News – novembre 

Programma di cooperazione tra Italia e Germania per l’occupazione dei giovani


Nel corso del vertice tra le delegazioni tedesca e italiana del 4 luglio scorso a Roma, i due Ministri del lavoro Elsa Fornero e Ursula von der Leyen hanno discusso alcuni temi, tra i quali la recente riforma del mercato del lavoro da poco adottata dal Parlamento italiano e la situazione occupazionale nei due Paesi, trovando un’intesa sull’avvio di un progetto comune per favorire l’occupazione dei giovani, attraverso iniziative che vanno dallo scambio di esperienze all’avvio di progetti di mobilità per giovani e formatori.

Al centro dell’agenda comune:

  • il sistema di formazione duale tedesco e l’apprendistato, ossia quelle forme contrattuali che combinano la formazione sul lavoro con l’istruzione scolastica, anche nella eventuale alternanza tra scuola e lavoro;
  • il rafforzamento della cooperazione nel quadro della rete Eures;
  • lo scambio di esperienze sul monitoraggio e la valutazione delle riforme del mercato del lavoro.

Il programma di cooperazione tra Italia e Germania per l’occupazione giovanile è stato lanciato in occasione dellaConferenza ‘Lavorare insieme per promuovere l’occupazione dei giovani. Apprendistato e sistemi di formazione duale’ che si è tenuta il 12 e 13 novembre 2012 presso il Centro Congressi Mostra d’Oltremare di Napoli. 

I due Ministri del Lavoro italiano e tedesco, Elsa Fornero e Ursula von der Leyen, il Ministro dell’Istruzione italiano Francesco Profumo e, con delega del Ministro tedesco, il Direttore Generale per la Cooperazione Internazionale ed Europea del Ministero Federale dell’Educazione e della Ricerca Volker Rieke hanno avviato infatti in modo concreto l’agenda di lavoro comune tra i due Paesi attraverso la firma di un Memorandum di intesa che sancisce ufficialmente la volontà di un impegno reciproco tra i due Paesi a favorire scambi e collaborazioni che coinvolgano i ragazzi, gli studenti, gli insegnanti, le scuole e gli istituti professionali.

Nel corso della Conferenza è stato firmato anche un Protocollo d’intesa tra Unioncamere e DIHK  (l’Associazione delle Camere di Industria e Commercio Tedesche), rappresentanti del mondo imprenditoriale e attori fondamentali nel processo di governance dei percorsi di formazione duale e in apprendistato, con l’obiettivo di rafforzare la collaborazione tra gli esperti dei due paesi su questi temi e nel campo dell’alternanza scuola-lavoro.

 

Firma del Memorandum dei Miinistri del Lavoro         

 

       

 

Il Memorandum di intesa Italia – Germania sottoscritto dai Ministeri del Lavoro e dell’Istruzione dei due paesi ha avviato un programma di cooperazione triennale tra l’Italia e la Germania con l’obiettivo di promuovere e sostenere l’occupazione dei giovani, attraverso l’attuazione di interventi e misure in due ambiti specifici:

  • le politiche del mercato del lavoro, favorendo la mobilità occupazionale dei giovani e lo scambio di esperienze nella valutazione delle riforme e delle politiche del mercato del lavoro;
  • l’istruzione e la formazione professionale, favorendo la mobilità transnazionale di studenti, docenti e formatori, il confronto tra sistemi e strutture di istruzione/formazione, lo scambio di informazioni sulla transizione scuola-lavoro e sul rapporto tra istituzioni formative e imprese.

Un piano di lavoro congiunto per il 2013-2014, allegato al Memorandum, definisce le misure e i progetti che ciascun Paese intende attuare nei suddetti ambiti per dare concreta attuazione all’accordo di cooperazione. I punti principali del piano riguardano:

  • la promozione del Programma settoriale Leonardo da Vinci e del Fondo Sociale Europeo di progetti di mobilità transnazionale tra i due Paesi, rivolti a studenti, apprendisti, giovani diplomati e laureati, docenti e formatori; 
  • la promozione di iniziative nell’ambito di EURES, la rete europea a sostegno dell’occupazione giovanile. In particolare, nel 2013 si svolgerà un tour attraverso varie città italiane, organizzato in collaborazione tra i centri Eures tedeschi e italiani, nei quali i giovani italiani saranno informati su offerte di lavoro qualificato in Germania; 
  • visite di studio e seminari congiunti di esperti per il monitoraggio e  la valutazione delle politiche del mercato del lavoro, delle riforme. In particolare, nel gennaio 2013 un seminario riunirà esperti dei due paesi per un confronto sulle metodologie e sugli indicatori da utilizzare.
     

Il nuovo apprendistato!

Giovani

 

 

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Boldrini

Boldrini: lo Stato rilanci l’occupazione giovanile

”Lo Stato deve riuscire a rilanciare l’occupazione giovanile, diversamente i giovani si perdono, molti vanno all’estero, altri cadono nelle mani della criminalità, altri ancora smettono di cercare lavoro”. Così il presidente della Camera Laura Boldrini che ha risposto alle domande dei ragazzi detenuti nell’istituto di Nisida.

”Lo Stato – ha aggiunto – dovrebbe fare di più perché la disoccupazione giovanile è la questione di tutte le questioni, il lavoro è madre di tutte le emergenze”.

Il presidente della Camera dei Deputati ha espresso il suo auspicio prendendo parte al Laboratorio della Politica organizzato nel carcere minorile di Nisida.    Il lavoro giovanile – per il presidente della Camera – è ”una delle priorità e occorre investire sulla questione
del lavoro giovanile, che è ciò che manca di più”.

Crisi

Crisi: Card. Bagnasco (Cei), sacrificare la crescita crea impoverimento e recessione

Invertire la priorità tra lavoro e capitale che troppo spesso risulta a vantaggio della finanza. Un sistema che subordina il lavoro al capitale è più preoccupato ad accumulare piottosto che a investire. Una società che sacrifica la crescita destina se stessa all’impoverimento e alla recessione”. E’ questo il duro monito del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, a commento -in un messaggio letto dal segretario generale della Cei, monsignor Mariano Crociata – del rapporto “Per il lavoro” elaborato dalla Conferenza episcopale italiana.

Per Bagnasco, questo rischio deriva anche da “una concezione utilitaristica e individualistica, che dà la precedenza alla ricerca dei beni materiali invece che a quelli spirituali, ai beni individuali invece che a quelli relazionali e comunitari”. 

Da ciò deriva – sostiene il Cardinale – che “molti giovani vivono il proprio futuro lavorativo come un dramma e non come una opportunità. Ciò richiede una maggiore personalizzazione del lavoro e una più efficace formazione”.

 Il presidente della Cei sottolinea la necessità che “si inverta la priorità tra lavoro e capitale, troppo spesso risolta a vantaggio del capitale e della finanza; non più posti a sostegno della crescita ma chiusi in un processo di autoreferenzialità. Non di meno, “la crisi impone di superare innumerevoli ostacoli e di liberarsi da pesanti zavorre, che impediscono di offrire risposte adeguate e di generare speranza, con enormi riflessi sulla vita delle persone, causati da disoccupazione, sempre più diffusa e precaria. 

Questa situazione colloca soprattutto le fasce giovanili in un alveo di insicurezza e di instabilità che minano la progettualità sul proprio futuro”, conclude il cardinale.

UE

Ue, al via campagna sindacati pensionati su non autosufficienza

L’obiettivo: oltre un milione di firme in tutta Europa per ottenere dalla Commissione una normativa sul diritto alle cure a lungo termine e a un’assistenza di qualità per le persone non autosufficienti e disabili

Mercoledì 15 maggio a Bruxelles la Ferpa (Federazione europea dei pensionati e delle persone anziane) lancerà una grande campagna di mobilitazione sulla non autosufficienza. L’obiettivo è raccogliere oltre un milione di firme in tutta Europa per ottenere dalla Commissione europea una normativa sul diritto alle cure a lungo termine e ad una assistenza di qualità per le persone non autosufficienti e disabili.

L’appuntamento è presso il Parlamento europeo dalle ore 14,45 alle ore 18 (Edificio Jozsef Antall). Vi parteciperanno oltre 600 delegati in rappresentanza degli oltre 30 sindacati e associazioni aderenti alla Ferpa; i segretari generali e gli esecutivi nazionali di Spi, Fnp e Uilp; il segretario generale della Ferpa Bruno Costantini; il Commissario Ue al Lavoro, affari sociali e integrazione Laszlo Andor; il vice presidente del Parlamento europeo Miguel Angel Martinez Martinez; numerosi parlamentari europei; esponenti della Ces (la Confederazione europea dei sindacati, alla quale la Ferpa aderisce).

L’iniziativa sarà preceduta da una conferenza stampa con la presenza dei tre segretari generali di Spi, Fnp e Uilp, Carla Cantone, Gigi Bonfanti e Romano Bellissima, che si terrà sempre il 15 maggio presso il Parlamento europeo, alle 10.

Sindacato

Sindacato: Cgil giovani presenta il libro ‘Organizzare i non organizzati’

“Organizzare i non organizzati – Idee ed esperienze per il sindacato che verrà”. E il titolo del libro (scaricabile gratuitamente  qui:http://www.cgil.it/tematiche/Documento.aspx?ARG=&TAB=0&ID=20780) promosso dai Giovani NON + disposti a tutto della Cgil nazionale che verrà presentato giovedì 16 maggio a Roma presso la sala Kodak della Casa del Cinema a Villa Borghese (ingresso da Piazzale del Brasile, Parcheggio di Villa Borghese) a partire dalle ore 17.45.

Il testo raccoglie una serie di esperimenti, nazionali e internazionali, di nuova sindacalizzazione, reinsediamento, mobilitazione sociale, rivolti in particolare al lavoro fragile e disperso. Come connettere i nuovi soggetti del mercato del lavoro? Come costruire partecipazione e azione collettiva? Come dare potere ai nuovi esclusi? Sono infatti le domande da cui parte questo libro, oggi più che mai cruciali per affrontare la crisi della rappresentanza, o meglio, per cogliere la nuova domanda di rappresentanza.

A discuterne giovedì saranno chiamati: Elena Lattuada, segretario confederale Cgil; Alessandro Coppola, Politecnico di Milano; Salvo Barrano, presidente Associazione nazionale archeologi; Ilaria Lani, responsabile Politiche giovanili della Cgil; Giuseppe Civati, deputato del Pd; Giulio Marcon, deputato di Sel. A moderare ci sarà il giornalista Federico Mello. 

Cassazione

Infortunio: Cassazione a Poste Italiane impone reintegro al posto di lavoro

Il diritto alla conservazione del posto di lavoro, in caso di assenza prolungata per infortunio professionale, vale per tutto il periodo di comporto (numero di assenze possibile) previsto dal Contratto Collettivo di riferimento.

La perdita del diritto, quindi,  scatta se l’assenza dal lavoro oltrepassa il limite di 24 mesi entro l’arco massimo di 48 mesi. E’ quanto ha stabilito la sentenza della Corte di Cassazione n. 7821/13 del 28 marzo, con la quale è stato respinto il ricorso di Poste Italiane contro i giudizi di primo e secondo grado espressi dal Tribunale di Taranto e della Corte di Appello di Lecce, sezione distaccata di Taranto, che avevano annullato il licenziamento intimato ad un dipendente delle poste, vittima di un incidente. 

Cosa era successo? Nel dicembre 2000, il lavoratore subisce un infortunio sul lavoro per il quale viene diagnosticata una inabilità temporanea che si protrae fino al marzo 2002, ma per l’Inail il lavoratore è guarito già nel gennaio 2001, così come certificano i suoi medici, per i quali “l’affezione di cui soffriva il lavoratore non era ascrivibile all’infortunio subito, ma era favorito da da una personalità premorbosa”; cioè il dipendente di Poste Italiane aveva condizioni di salute precarie precedenti all’evento infortunistico; da qui la decisione di Poste di procedere con il licenziamento sulla base del superamento del periodo di comporto (di assenze possibili) massimo di due anni.

La Cassazione, invece, ha ritenuto infondate le motivazioni di Poste Italiane per quanto riguarda il periodo di comporto, poiché dice. “in caso di infortunio o di malattia professionale per il calcolo del periodo di comporto di 24 mesi non bisogna tener conto dei primi 16 mesi successivi all’evento, durante i quali il lavoratore era già stato riconosciuto inabile temporaneo, così come previsto da contratto; pertanto questo periodo non può considerarsi utile al raggiungimento dei due anni di periodo di comporto oltre i quali decade il diritto alla conservazione del posto di lavoro.

Inoltre, la Corte ha sottolineato un dissenso diagnostico tra ciò che hanno denunciato i medici Inail e le effettive condizioni di salute del lavoratore.  
Da ciò è scaturita la condanna di Poste Italiane che dovrà provvedere a reintegrare il lavoratore nel proprio posto di lavoro e a pagare le retribuzioni a partire dal giorno di licenziamento fino alla data di reintegro. 

Si tratta di un precedente giurisprudenziale importante che rafforza il valore della tutela  del lavoratore, ultimo regalo che, Giovanni Del Vecchio, deceduto il primo maggio, ha voluto lasciare dopo cinquanta anni di impegno come avvocato della Cgil difensore di tante cause che hanno lasciato il segno.