Archivi giornalieri: 4 maggio 2022

Bonus 200 euro lavoratori e pensionati: cos’è, come funziona e quando arriva

Bonus 200 euro lavoratori e pensionati: cos’è, come funziona e quando arriva

Il bonus 200 euro è una delle misure nel decreto Aiuti approvato dal governo Draghi. Il contributo vale per circa 28 milioni di famiglie.

Tra le misure annunciate in conferenza stampa dal Governo nella serata di lunedì 2 maggio, compare anche il nuovo bonus 200 euro una tantum per pensionati e lavoratori dipendenti e autonomi. Come specificato dal Premier Draghi si tratta in concreto di un “importante provvedimento di sostegno al reddito di 28 milioni di italiani, pensionati e lavoratori con un reddito fino a 35mila euro: ci sarà un bonus uguale per tutti di 200 euro“. Queste le parole usate dal Presidente del Consiglio nell’incontro con i giornalisti, a seguito dell’approvazione del decreto aiuti da parte del Consiglio dei ministri.

Un bonus una tantum assegnato ai lavoratori (dipendenti e autonomi) e pensionati con redditi non elevati, nell’evidente finalità di controbattere ai rincari delle bollette, dei carburanti e dei beni di prima necessità. Il contributo in oggetto avrà una estensione piuttosto ampia, applicandosi come detto a circa 28 milioni di italiani. Ecco qualche ulteriore dettaglio su questa particolare iniziativa contenuta nel decreto aiuti ed energia.

Bonus 200 euro: chi sono i beneficiari?

Ci si potrebbe domandare grazie a quali risorse è stato varato il contributo di 200 euro in oggetto. Ebbene, la risposta è stata data dallo stesso Premier, nel commento al contributo. Il finanziamento è possibile con lo stesso livello di indebitamento dello scorso anno, a seguito dell’aumento della tassa sugli extraprofitti delle aziende del settore energia.

Come accennato, l’aiuto economico vuole rappresentare una risposta alla crisi legata alle delicata situazione internazionale e all’incertezza del periodo. L’agevolazione servirà infatti a sostenere il potere d’acquisto di salari e pensioni, indebolito dalla forte crescita dell’inflazione. Da rimarcare che quest’ultima sta salendo a causa soprattutto della questione energia: insomma, una situazione temporanea da affrontare con strumenti eccezionali.

I beneficiari saranno lavoratori subordinati, autonomi e pensionati. L’importo sarà uguale per tutti ma – come accennato – sarà assegnato a coloro che presentano redditi fino a 35mila euro annui.

Chiaramente l’iniziativa serve a sostenere i redditi medio-bassi che, più di altri, stanno sentendo tutta la gravità della crisi energetica. Al momento dunque il Governo ha rinunciato o rinviato l’opzione di un taglio del cuneo fiscale-contributivo, che pur resta sul tavolo e che vede la forte approvazione del mondo imprenditoriale e dei sindacati.

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Quando sarà erogato il bonus 200 euro

Il bonus 200 euro di Draghi arriverà a giugno-luglio direttamente nella busta paga dei dipendenti, e di seguito i datori di lavoro lo recupereranno al primo pagamento di imposta utile. In ogni caso, il Premier Draghi ha spiegato che non si tratta di un anticipo. “Viene ristorato al primo pagamento fiscale“, sono state le sue parole.

Per quanto riguarda i lavoratori autonomi, sarà a breve istituto un fondo ad hoc per la misura di sostegno in oggetto – a cui detta categoria potrà fare riferimento. Detto fondo sarà previsto in maniera non dissimile dai contributi straordinari introdotti nell’ambito dell’emergenza pandemia.

In rapporto all’assegnazione del contributo di 200 euro ai pensionati, ricordiamo che il contributo sarà versato da parte dell’ente di previdenza a partire da luglio.

Il bonus sarà incluso direttamente nel cedolino della pensione o nella busta paga, come un aumento. Il Ministro dell’Economia ha in ogni caso ricordato che l’effettiva erogazione del bonus una tantum dipenderà dai tempi tecnici.

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Quali sono i fondi a sostegno del contributo di 200 euro

Lo abbiamo sopra accennato: il bonus 200 euro sarà assegnato agli aventi diritto, in virtù dell’aumento della tassa sui profitti energetici delle imprese. Nell’ambito della conferenza stampa di presentazione del decreto aiuti ed energia, il ministro dell’Economia ha sottolineato la predisposizione di 6 miliardi, allo scopo di finanziare trasferimenti capitali per pensionati e lavoratori.

Detti incentivi saranno finanziati con il proseguimento del prelievo straordinario su imprese produttrici, importatrici e rivenditrici di energia elettrica, gas e prodotti petroliferi. Inoltre, su queste realtà imprenditoriali si prevede un prelievo supplementare pari al 15% sulla stessa base imponibile definita nel precedente intervento.

Ricordiamo infine che il sussidio economico di 200 euro di cui al decreto aiuti non è da confondere con il cosiddetto bonus benzina 200 euro di marzo 2022.

 

Assegno Unico per chi ha il Reddito di Cittadinanza: cosa c’è da sapere

Assegno Unico per chi ha il Reddito di Cittadinanza: cosa c’è da sapere

Come funziona, quanto spetta e come fare domanda di assegno unico figli per chi prende il reddito di cittadinanza. La nostra guida.

Il 1° marzo 2022 ha debuttato l’Assegno Unico Universale (AUU) misura introdotta al fine di potenziare e razionalizzare i sostegni economici alle famiglie con figli. L’importo dell’assegno unico è formato da una somma parametrata all’ISEE e da una serie di maggiorazioni (tra cui quelle per famiglie numerose o figli portatori di handicap); è corrisposto, previa domanda, direttamente dall’INPS ai genitori con figli minori a carico e, a determinate condizioni, anche maggiorenni fino al ventunesimo anno di età.

Essendo un sussidio universale, l’Assegno familiare unico spetta anche alle famiglie con Reddito di Cittadinanza. Su questo argomento l’INPS ha rilasciato la corposa Circolare del 28 aprile 2022 numero 53 che alleghiamo a fondo pagina.

Analizziamo l’argomento in dettaglio, ma prima ricordiamo a chi spetta l’assegno per i figli e quali sono i requisiti richiesti.

A chi spetta l’Assegno Unico

Come previsto dalla legge l’Assegno Unico spetta ai nuclei familiari per:

  • ogni figlio minorenne a carico presente nel nucleo familiare indicato ai fini ISEE e, per i nuovi nati, a partire dal setto mese di gravidanza;
  • ciascun figlio con disabilità a carico, senza limiti di età;
  • ciascun figlio maggiorenne a carico fino al compimento del ventunesimo anno di età.

In quest’ultima ipotesi (fascia 18 – 20 anni), l’AUU è riconosciuto se il figlio, in alternativa:

  • Frequenta un corso di formazione scolastica o professionale ovvero un corso di laurea;
  • Svolge un tirocinio o un’attività lavorativa e possieda un reddito complessivo inferiore a 8 mila euro annui;
  • E’ registrato come disoccupato ed in cerca di lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego;
  • Svolge il servizio civile universale.

Per esplicita previsione, l’INPS corrisponde d’ufficio l’Assegno Unico ai percettori del Reddito di Cittadinanza, in presenza di figli a carico.

Verifica dei requisiti per i percettori di reddito di cittadinanza

In considerazione del fatto che gran parte dei requisiti di spettanza dell’Assegno Unico sono già verificati ai fini dell’erogazione del Reddito di Cittadinanza, l’INPS nella Circolare del 28 aprile precisa che:

  • Le condizioni di residenza, cittadinanza e soggiorno richieste dal Decreto Legislativo numero 230/2021 risultano già assorbite da quelli più restrittive previsti per il RdC;
  • Il requisito del pagamento delle imposte sui redditi in Italia si intende “posseduto dal richiedente del RdC in quanto assorbito dalla verifica preventiva in merito al possesso della residenza in Italia”.

Figli a carico

Per quanto riguarda l’individuazione dei figli a carico:

  • Minori;
  • Maggiorenni con età inferiore a ventuno anni (rientranti in almeno una delle quattro condizioni sopra citate);
  • Con disabilità, senza alcun limite di età;

facenti parte del nucleo ai fini ISEE, l’Istituto effettua d’ufficio una verifica di quanto riportato nella Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU), in corso di validità.

Sono previsti in particolare controlli incrociati delle informazioni dichiarate ai fini ISEE, con quelle disponibili presso gli uffici anagrafici dei Comuni e con ogni altra informazione utile per individuare omissioni o dichiarazione mendaci.

Pertanto, ai nuclei le cui informazioni indispensabili al riconoscimento dell’integrazione a titolo di Assegno Unico sono già in possesso dell’INPS, in quanto contenute nella domanda di Reddito di Cittadinanza o desumibili dalle banche dati a disposizione, l’accredito delle somme avverrà senza che sia necessario acquisire ulteriori dichiarazioni riguardanti il nucleo stesso.

Genitori separati o divorziati

Un caso particolare riguarda i genitori:

  • Separati;
  • Divorziati;
  • Naturali non conviventi.

Per il pagamento in parti uguali dell’Assegno Unico a beneficio del genitore esercente la responsabilità genitoriale in affido condiviso di uno o più figli, appartenenti al nucleo familiare dell’altro genitore percettore di RdC, si dovrà presentare “autonoma domanda che sarà liquidata, ove in possesso dei requisiti di legge, in misura pari al 50% dell’importo totale dell’assegno”.

Il restante 50% sarà riconosciuto al genitore nel nucleo beneficiario del Reddito di Cittadinanza, convivente con i figli, a mezzo accredito su Carta RdC.

Quali dati comunicare all’INPS?

Alcune informazioni sul nucleo familiare, utili per la liquidazione dell’AUU, non potranno essere verificate d’ufficio dall’INPS.

Di conseguenza sarà necessario trasmettere all’Istituto il modello “RdC – Com / AU” la cui disponibilità sul sito istituzionale sarà resa nota con successivo messaggio.

I casi di invio del modello sono riepilogati nella seguente tabella.

Presenza nel nucleo familiare di Condizione
Figlio maggiorenne a carico fino al compimento dei 21 anni di età che Frequenti un corso di formazione scolastica o professionale ovvero un corso di laurea
Svolga un tirocinio ovvero un’attività lavorativa e possieda un reddito complessivo inferiore agli 8 mila euro annui 
Sia registrato come disoccupato ed in cerca di lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego 
Svolga il servizio civile universale. 
Figlio minorenne a carico Non valorizzato correttamente nella DSU (ad esempio minorenni indicati con la lettera “P” e non con la lettera “F” nel quadro A della DSU)
Madre di età inferiore a 21 anni Non valorizzata in DSU come dichiarante o coniuge del dichiarante
Esercenti la responsabilità genitoriale Pagamento dell’AUU in parti uguali (ad esempio genitori separati, divorziati o naturali non conviventi)
Provvedimento di affidamento di uno o più figli minori Affidamento dei figli al dichiarante diverso dal genitore (ad esempio nonno, zio, fratello, etc…)

 

Non dovranno presentare il modello “RdC – Com / AU” i nuclei percettori del Reddito in cui siano contestualmente presenti i due genitori, di cui uno dichiarante della DSU con uno o più figli a carico:

  • Minorenni;
  • O maggiorenni con disabilità.

Cosa fare se nasce un altro figlio

Per i nuovi nati in nuclei beneficiari RdC l’Assegno Unico spetta, come per gli altri aventi diritto, a decorrere dal settimo mese di gravidanza.

L’interessato è tenuto a presentare una nuova DSU che comunichi la variazione del nucleo per effetto della nascita del figlio.

Saranno poi corrisposti i ratei di integrazione al Reddito di Cittadinanza a titolo di Assegno Unico spettante per il nuovo nato, comprensivi degli arretrati spettanti dal settimo mese di gravidanza.

Chi prende il reddito di cittadinanza ha diritto alle maggiorazioni assegni familiari?

Le maggiorazioni riconosciute ai beneficiari dell’Assegno Unico spettano, al ricorrere dei requisiti di spettanza, anche a coloro che percepiscono il sussidio come integrazione al Reddito di Cittadinanza.

In particolare, le maggiorazioni previste all’articolo 4 del Decreto numero 230 saranno erogate sulla base delle informazioni presenti nella DSU utile ai fini del riconoscimento del RdC.

Al contrario, sarà necessario presentare il modello “RdC – Com / AU” per fruire di:

  • Maggiorazione per genitori entrambi titolari di reddito da lavoro alla data di decorrenza del beneficio (articolo 4 comma 8);
  • Maggiorazione per nuclei con ISEE non superiore a 25 mila euro, a patto di aver percepito nel 2021 l’assegno per il nucleo familiare (articolo 5)

Chi ha il reddito di cittadinanza deve fare la domanda di Assegno Unico?

Come espressamente chiarito dal D.lgs. numero 230 e precisato poi dalla Circolare INPS numero 53, in deroga alle condizioni generali, a beneficio dei destinatari Reddito di Cittadinanza l’INPS “procede d’ufficio all’individuazione dei nuclei familiari percettori di RdC che abbiano diritto all’assegno unico e universale e al pagamento diretto delle somme dovute, senza necessità di presentazione della domanda”.

Un’eccezione a quanto detto, riguarda i casi di invio del modello “RdC – Com / AU” di cui si attende il rilascio da parte dell’Istituto.

Come viene pagato l’Assegno unico ai beneficiari di reddito di cittadinanza

L’integrazione al Reddito di Cittadinanza, corrisposta a titolo di Assegno Unico (detta anche dall’INPS “integrazione Rdc / AU”):

  • E’ riconosciuta mensilmente secondo un importo calcolato in base al numero di figli presenti nel nucleo, comprese le maggiorazioni, se spettanti;
  • E’ erogata sotto forma di ricarica della “Carta RdC”, strumento di pagamento elettronico rilasciato da Poste Italiane, su cui i beneficiari del Reddito ricevono mensilmente il sussidio.

Decorrenza dei pagamenti

Per i nuclei familiari le cui informazioni sono già in possesso dell’Istituto, in quanto contenute nella domanda presentata per l’accesso al RdC, l’assegno decorre da marzo 2022 con primo pagamento ad aprile.

In tutti gli altri casi, precisa l’INPS, gli importi saranno corrisposti “in seguito alla trasmissione delle informazioni necessarie tramite il modello Rdc – Com / AU”.

Il pagamento dell’Assegno Unico avviene sempre il mese successivo quello di liquidazione della rata del Reddito, in modo da permettere all’INPS di:

  • Determinare la sussistenza del diritto al RdC per ogni mese di decorrenza dell’integrazione;
  • Effettuare il calcolo dell’importo spettante ai nuclei familiari, sottraendo la quota mensile di Reddito relativa ai figli.

Di conseguenza, l’integrazione di competenza di marzo 2022 è determinata con riferimento alla quota RdC relativa ai figli dello stesso mese di marzo, ma è corrisposta ad aprile.

Come utilizzare la Carta RdC con l’Assegno Unico?

Essendo le quote di AUU accreditate sulla “Carta RdC”, strumento di pagamento elettronico rilasciato da Poste Italiane, la Circolare INPS chiarisce che “limitatamente ai soli accrediti riguardanti l’integrazione” potrà essere superato il limite di prelievo mensile imposto dalla legge (D.l. numero 4/2019) pari a 100 euro mensili, valore da riproporzionare in base alla consistenza del nucleo familiare (secondo l’apposita scala di equivalenza) comunque nel rispetto dei tetti previsti dalla normativa antiriciclaggio.

Pertanto, conclude l’Istituto, il prelievo delle somme “non potrà comunque superare il limite giornaliero di 600 euro” previsto per tutte le Carte “PostePay”.

Quanto spetta come integrazione Assegno Unico?

A norma del già citato articolo 7 comma 2 l’integrazione Rdc / AU è riconosciuta fino a concorrenza dell’importo teoricamente spettante a titolo di Assegno Unico.

Per calcolare l’integrazione è sufficiente:

  • Individuare l’importo teorico dell’Assegno Unico (quota A);
  • Determinare la quota di Reddito di Cittadinanza relativa ai figli presenti nel nucleo familiare per i quali spetta l’AUU (quota B);
  • Sottrare all’importo teorico dell’Assegno Unico (quota A) l’ammontare RdC relativo ai figli (quota B).

In particolare:

  • La quota A (Assegno Unico) è determinata secondo la somma – base (parametrata all’ISEE) cui si aggiungono le maggiorazioni di cui agli articoli 4 e 5 del D.lgs. numero 230/2021;
  • La quota B si ottiene moltiplicando l’importo RdC per il rapporto tra scala di equivalenza figli minorenni o maggiorenni a carico / scala di equivalenza totale.

Un esempio di calcolo dell’integrazione Reddito di cittadinanza e Assegno Unico

Prendiamo il caso di un nucleo RdC composto da dichiarante, coniuge e due figli minori.

L’importo teorico dell’Assegno (quota A) è pari ad euro 610 euro.

La quota B corrisponderà a 500 (importo RdC) * (0,4 scala di equivalenza figli minorenni / 1,8 scala di equivalenza totale) = 111,11 euro.

Pertanto, l’importo a titolo di integrazione Rdc / AU corrisponderò a 350 – 111,11 = 238,89 euro.

Ulteriori esempi sono riportati nella Circolare INPS del 28 aprile 2022.

Cosa accade all’assegno Unico se si perde il Reddito di Cittadinanza?

La revoca o la decadenza dal Reddito di Cittadinanza comporta l’interruzione del riconoscimento dell’integrazione sulla Carta Rdc.

Nel caso in cui continui a sussistere il diritto alla percezione dell’Assegno, sottolinea l’INPS, gli aventi titolo “dovranno presentare apposita domanda, con decorrenza dalla mensilità successiva alla cessazione del Rdc”.

INPS, testo della circolare n° 53 del 28-04-2022

Come detto in premessa alleghiamo il testo della circolare INPS in oggetto.

 

Luciana Castellina

 

La guerra Russia-Ucraina

“Inviando armi per la pace stiamo giocando con l’apocalisse”, intervista a Luciana Castellina

“Inviando armi per la pace stiamo giocando con l’apocalisse”, intervista a Luciana Castellina
 

Luciana Castellina è… Luciana Castellina. Un pezzo di storia della sinistra comunista, una grande giornalista e scrittrice, un punto di riferimento inossidabile per il movimento pacifista. Questo è tanto altro è stata ed è la “compagna Luciana”. Soprattutto, una voce libera, controcorrente. E di questi tempi bellicisti, anche nell’informazione, è un bene prezioso. Da difendere.

Il segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin, che afferma “Vogliamo vedere la Russia indebolita al punto di non poter fare il tipi di cose che ha fatto con l’invasione dell’Ucraina”. La Gran Bretagna che rilancia, sostenendo che “è lecito colpire il suolo russo con le nostre armi”. Che sta succedendo?
Sta succedendo che c’è una irresponsabilità diffusa, alimentata in particolare dall’America e da Johnson. Una irresponsabilità pesante che si sta diffondendo e che riguarda anche l’Italia. Gli irresponsabili non tengono in conto che oggi una guerra mondiale, uno scontro fra la Nato e la Russia, può portare automaticamente alla guerra nucleare. Perché oggi non ci sono più le “belle”, “buone” bombe che potevano essere messe in atto soltanto dai capi di Stato. Oggi il nucleare sta nelle “rivoltelle”, che sono il nucleare tattico, il nucleare a corto raggio e via elencando. Se si pensa che, per di più, l’Ucraina è piena di foreign fighters, assoldati o volontari, anche solo per un errore può scoppiare la scintilla che fa deflagrare non solo la guerra mondiale ma la guerra mondiale nucleare, da cui non si torna più indietro. Che si giochi con questo è già spaventoso. E lo è anche alla luce del fatto che i governanti europei parlano di tutto senza però dire che cosa intendano fare. Cosa pensano di fare? Che gli ucraini batteranno militarmente la Russia? Certamente, no. Ma le forzature della Nato, cioè dell’America, finiranno per spingere anche tutti noi Europei nella guerra. Questa prospettiva, angosciante, si fa sempre più realistica. È un effetto di trascinamento dalle conseguenze incalcolabili. Se le cose andranno avanti così, l’intervento diretto nella guerra della Nato e dell’Europa sarà automatico. E a quel punto, è finita. Che si possa giocare con queste cose è assurdo. Il dialogo è difficile? Certo che lo è. Ma bisogna anche sapere che il dialogo deve portare a un compromesso. E un compromesso vuol dire che una parte cede una cosa e una parte cede un’altra…

Invece?
Hanno interpretato il viaggio del segretario generale dell’Onu, Guterres, a Mosca soltanto come “Putin sbatte la porta in faccia all’Onu”. Non è vero. Gli ha detto una cosa che è più nuova rispetto al passato…

Vale a dire?
Ha detto: vogliamo discutere del Donbass e della Crimea. È già un inizio di dialogo, questo. Che noi dovremmo acchiappare e dire va bene, cominciamo a discutere di questo, poi si vede. Se invece si liquida quello che Putin ha detto a Guterres come uno schiaffo in faccia all’umanità, è certo che il dialogo non comincerà mai. Sono molto preoccupata, comincio ad avere veramente paura, perché mi pare che abbiamo a che fare con una manica di totali irresponsabili. Anche Putin, sia chiaro. Adesso però mi occupo della parte mia.

Per restare dalla parte nostra. Una parte che comprende anche, e molto, gli Stati Uniti. In molti hanno tirato un sospiro di sollievo alla sconfitta di Donald Trump e alla vittoria di Joe Biden. E adesso?
Adesso Joe Biden si è mostrato più cretino, per usare un francesismo, di quel che pensavamo. Che non fosse un genio era evidente. E soprattutto, dietro c’è un punto che coinvolge tutti. Questi sono abituati a pensare che l’Occidente può fare quel cavolo che gli pare e gli altri invece no. Finché questa arroganza non termina, non si finirà mai di fare la guerra, perché tre quarti del mondo si sono stufati di vedersi proibite le cose che gli altri possono fare. Vuoi un esempio?

Certo che sì.
Per restare all’Europa. Se tu prendi la vicenda del Kosovo: i bombardamenti su Belgrado fatti dalla Nato, con il consenso del nostro governo guidato da un leader della sinistra. I bombardamenti sono stati per 73 giorni su Belgrado. La popolazione serba del Kosovo è stata massacrata. E il Kosovo che cos’era se non un atto di ribellione all’interno di una violazione dei confini usciti dalla Seconda guerra mondiale? Tutta la storia della Jugoslavia è questa. Ma non c’hanno pensato un minuto a sganciare le bombe. Non si può pensare che l’Occidente possa fare questo e tutti gli altri no. Questo è il punto. Finché questi non cedono alla loro boria e arroganza dei valori dell’Occidente… Poi, sai, quando sento dire i valori dell’Occidente, francamente… Se la televisione italiana avesse fatto vedere tanti bambini morti in Siria o in Iraq come li fa vedere per l’Ucraina, forse la gente avrebbe capito un po’ meglio.

 

L’Anpi è sotto attacco. Come lo sono il movimento pacifista e la Cgil. Non fa un po’ paura questo pensiero unico in divisa militare?
La cosa impressionante è che si comportano in questo modo con Pagliarulo ma anche col Papa. Esattamente lo stesso modo. Il Papa viene dato come ultima notizia, con un tono che sembra dire “vabbè, poi c’è questo signore vestito di bianco che dice castronerie”. Questo fa piuttosto impressione. Tanto più tenendo presente l’emergere di una crisi della democrazia italiana, e cioè che mentre il 60/70 % degli italiani pensa che non bisogna inviare armi, anche per ragioni più egoistiche ma comunque la pensa così, il 95% del Parlamento invece le vuole mandare. Vuol dire che un problema di rappresentanza politica in Italia esiste, è molto serio, e di questo bisognerebbe essere preoccupati.

 

Si dice, anche a sinistra: beh, se si vuole arrivare a una trattativa, occorre sostenere, anche militarmente, la resistenza ucraina. Detta in altri termini, la resistenza armata è condizione per raggiungere una pace giusta. Come la vedi?
Queste sono delle balle. Si tratta se si accetta, da ambedue le parti in conflitto, il cessate-il-fuoco. Bisogna trovare le condizioni per il cessate-il-fuoco. Perché se si spara non c’è che l’escalation dello sparo. I ragazzi ucraini vogliono combattere, si capisce. Ma la cosa grave è l’irresponsabilità dei governanti, e siccome non ce la possono fare militarmente, interverranno pesantemente non solo gli armamenti della Nato ma le truppe della Nato. E a quel punto ci sarà una escalation che non ferma più nessuno. Questa è una follia. Se si vuole fare una trattativa, prima di tutto devi cominciare a non dire che vuoi che l’intervento del Tribunale de L’Aia per impiccare Putin, questo non è un modo buono per iniziare un dialogo, ovviamente.

 

Tu hai fatto riferimento ad una Nato decisamente a trazione americana. E l’Europa in tutto questo?
L’Europa fa orrore. Se l’Europa avesse preso l’iniziativa politica in tempo utile, se avesse fatto una politica diversa da quella che ha fatto, a partire dal ’90 in poi… Perché questo è il frutto di ciò che si è consumato allora. A quei tempi, io ero in Parlamento e ho visto svolgersi giorno per giorno quella politica sciagurata: aumentare l’accerchiamento della Nato, passare da 12 Paesi a 30, tutti quanti intorno alla Russia. Putin se lo sono inventati loro. Perché le sue fortune nascono da una reazione nazionalista, certamente, ma in qualche modo giustificata anche dalla frustrazione che l’Europa ha creato. Invece di tentare di includere la Russia in una comune rete di collaborazione politica, culturale e di sicurezza, hanno fatto il contrario. Tutto questo è stato preparato per trent’anni, non è che scoppia all’improvviso. E così facendo hanno anche provocato il peggio nella società russa.

 

In Ucraina siamo ad una riedizione della “Guerra di civiltà”, cara ai neocon, declinata stavolta in termini di democrazie versus autocrazie?
Per poter parlare di democrazia senza arrossire di vergogna, per prima cosa bisognerebbe dare il buon esempio. Quando io sento gridare ai valori occidentali, mi aspetterei che ci fosse un minimo di riflessione autocritica… Quando vedo il segretario del Pd che dice che noi siamo con i valori dell’Occidente, della Nato, degli Stati Uniti, mi viene la pelle d’oca.

 

Tu che del movimento pacifista sei una memoria storica oltre che tutt’ora una infaticabile attivista, come reagisci quando senti o leggi cose del tipo “ma i pacifisti dove stanno..”?
Innanzitutto sono azzittiti, ammutoliti da un sistema mediatico che gli impedisce anche di parlare. I pacifisti hanno una colpa: quella di essere stati disattenti, lo ho anche detto alla manifestazione di Piazza San Giovanni, di tutti i trent’anni in cui questa guerra è stata preparata. Le guerre si possono fermare prima che scoppino, quando sono scoppiate diventa un’altra storia. A guerra scoppiata l’istinto diventa bellico, violento. Bisognava che tutti, non solo i pacifisti ma i democratici responsabili, si accorgessero di quello che è stato fatto, passo dopo passo, dalla Nato e dall’Unione Europea, e cioè costruire attorno alla Russia un isolamento e una presenza armata. Questo è il frutto della politica europea. Noi dicevamo: “una Europa senza missili dall’Atlantico agli Urali”. Significava l’autonomia dell’Europa dai blocchi militari. C’era, in quegli anni, uno schieramento di socialdemocrazie molto favorevole a questa ipotesi. Anche Enrico Berlinguer, non il suo partito ma Enrico Berlinguer, capì questa cosa e lanciò l’idea della Terza via che voleva dire proprio questo. Quella strada ci avrebbe portato a un altro, diverso mondo. Gorbaciov aveva creato tutte le condizioni, perché aveva ritirato tutte le sue truppe, e anche noi avremmo dovuto fare la stessa cosa. Quell’occasione è stata lasciata cadere e adesso ne paghiamo le conseguenze.

 

Spesso si ripete che senza memoria non c’è futuro. Ma come si può reggere una memoria “selettiva”, per cui nel mondo ci sono guerre “dimenticate” e oppressioni di popoli, come quello palestinese, colpevolmente ignorate?
Questo è anche il senso della guerra dell’Ucraina. Dietro a questa guerra, c’è un confronto internazionale di ridisegno dei poteri nel mondo. E c’è una parte del mondo che non accetta più di essere trattato come un pedalino. La memoria selettiva parte dal fatto che l’

Pensionati: il cedolino di pensione di maggio 2022

Pensionati: il cedolino di pensione di maggio 2022

Il cedolino della pensione, accessibile tramite servizio online, è il documento che consente ai pensionati di verificare l’importo erogato ogni mese dall’INPS e di conoscere le ragioni per cui tale importo può variare. Si riportano di seguito le informazioni sul cedolino della pensione di maggio 2022.

La data di pagamento

Il pagamento avverrà con valuta 2 maggio.

Trattenute fiscali: addizionali regionali e comunali, conguaglio 2020 e tassazione 2021

Per quanto riguarda le prestazioni fiscalmente imponibili, sul rateo di pensione di maggio, oltre all’ IRPEF mensile vengono trattenute le addizionali regionali e comunali relative al 2021. Queste trattenute sono infatti effettuate in 11 rate nell’anno successivo a quello cui si riferiscono.

Continua a essere applicata anche la trattenuta per addizionale comunale in acconto per il 2022, avviata a marzo, che proseguirà fino a novembre 2022.

Inoltre, nel solo caso di pensionati con importo annuo complessivo dei trattamenti pensionistici fino a 18.000 euro, per i quali il ricalcolo a consuntivo delle ritenute erariali relative al 2021 abbia determinato un conguaglio a debito di importo superiore a 100 euro, prosegue la rateazione del recupero fino alla mensilità di novembre (articolo 38, comma 7, legge 122/2010).

Le somme conguagliate verranno certificate nella Certificazione Unica 2022.

Le prestazioni di invalidità civile, le pensioni o gli assegni sociali, le prestazioni non assoggettate alla tassazione per particolari motivazioni (detassazione per residenza estera, vittime del terrorismo) non subiscono trattenute fiscali.

Attribuzione dell’aumento di detrazione

È stato attribuito l’aumento di detrazione previsto all’articolo 1, comma 2, lettera b), punto 4, pari a 50 euro annui, ai pensionati che abbiano un reddito complessivo superiore a 25.000 ma non a 29.000 euro.

È stato attribuito l’aumento di detrazione previsto all’articolo 1, comma 2, lettera b), punto 2, pari a 65 euro annui, ai pensionati che abbiano un reddito complessivo superiore a 25.000 ma non a 35.000 euro. Sono stati, inoltre, corrisposti i conguagli dovuti per i periodi precedenti.

Transito navi a Venezia: indennità onnicomprensiva per i lavoratori

Transito navi a Venezia: indennità onnicomprensiva per i lavoratori

Con la circolare INPS 29 aprile 2022, n. 54 l’Istituto fornisce le istruzioni relative all’indennità onnicomprensiva prevista, dall’articolo 1 del decreto 16 novembre 2021 del Ministro del Lavoro, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle finanze, a favore di alcune categorie di lavoratori dipendenti e autonomi impiegati da soggetti la cui attività sia connessa al transito delle navi nelle vie urbane d’acqua Bacino di San Marco, Canale di San Marco e Canale della Giudecca di Venezia.

Nella circolare, esaminata nel dettaglio la casistica dei lavoratori stagionali, dei lavoratori in somministrazione e lavoratori a tempo determinato, dei lavoratori intermittenti e lavoratori autonomi, vengono specificati i requisiti di accesso e il regime delle compatibilità.

I lavoratori potenziali destinatari dell’indennità, che hanno cessato involontariamente il rapporto di lavoro nell’arco temporale che va dal 1° agosto 2021 al 22 dicembre 2021, per ricevere la prestazione dovranno presentare domanda all’INPS entro il 30 giugno 2022 esclusivamente in via telematica. Il rilascio del nuovo servizio per la presentazione della domanda verrà reso noto con apposita comunicazione.

San Floriano di Lorch

 

San Floriano di Lorch


Nome: San Floriano di Lorch
Titolo: Martire
Morte: 4 maggio 304, Lorch
Ricorrenza: 4 maggio
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Protettore:pompieri
Vi sono solide prove del martirio di Floriano, avvenuto a Lorch (Lauriacum) durante la persecuzione di Diocleziano, l’ultima e più violenta dell’impero romano.

Era ufficiale nell’esercito e nell’amministrazione civile del Norico (Austria), e si autoconsegnò ai soldati del governatore Aquilino. I suoi Atti raccontano che fu fustigato, scuoiato e gettato nel fiume Enns con una pietra legata al collo.

Una pia donna ritrovò il corpo e lo seppellì; in seguito fu poi trasferito nell’abbazia agostiniana che si trovava nei pressi di Linz e che ne prese il nome.

Alcune delle sue reliquie furono poi traslate a Roma, dove il papa Lucio III le diede a Casimiro re di Polonia e al vescovo di Cracovia. Da allora in poi Floriano fu invocato come patrono della Polonia, come pure di Linz e dell’Austria Superiore. Alla sua intercessione furono attribuite molte guarigioni e fu invocato contro i pericoli del fuoco e dell’acqua. La tradizione vuole che sia stato martirizzato vicino al luogo dove l’Enns incrocia il Danubio.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Lorch nel Norico ripense, nell’odierna Germania, san Floriano, martire, che sotto l’imperatore Diocleziano, per ordine del governatore Aquilino, fu precipitato da un ponte nel fiume Ens con un sasso legato al collo