Archivio mensile:marzo 2022

Sostegni ter, testo della Legge in Gazzetta Ufficiale: le principali novità

Sostegni ter, testo della Legge in Gazzetta Ufficiale: le principali novità

Il decreto Sostegni ter è stato convertito in legge e prevede una serie di interessanti misure a sostegno della popolazione. I dettagli.

Appare interessante fare il punto sul cosiddetto decreto Sostegni ter, la cui legge di conversione è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale del 28 marzo 2022. In particolare, con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della legge di conversione del decreto Sostegni ter, entrano in vigore le modifiche incluse nel corso dell’esame parlamentare.

All’interno di esso vi sono varie sostanziali novità in materia di Fisco, Lavoro e Previdenza, come ad es. in tema di cartelle esattoriali. Ecco allora una panoramica degli elementi clou del decreto Sostegni ter, onde non rischiare di non restare al corrente sulle ultime iniziative dell’Esecutivo.

Sostegni ter in Gazzetta Ufficiale: bollette e ristori. Le novità

Di immediato rilievo per le tasche della vastissima platea dei cittadini italiani in difficoltà con i pagamenti mensili, sono gli aggiornamenti in ambito bollette che, come ben sappiamo, sono recentemente esplose a livello di costi.

Ebbene, in virtù dell’intervento del Senato, nell’ambito del decreto Sostegni ter ecco un Fondo ad hoc per il contenimento dei costi dell’energia elettrica; e del gas relativi all’uso di apparecchiature mediche necessarie alla sopravvivenza. Da notare che detta agevolazione è mirata a supportare le famiglie di questi malati dopo i recenti forti rincari delle bollette.

Sul fronte ristori il decreto Sostegni ter ha ulteriormente finanziato il Fondo unico nazionale per il turismo e ha  previsto l’assegnazione di nuove risorse per le attività economiche che hanno patito una contrazione significativa del fatturato.

Leggi anchepagamenti Inps aprile 2022, calendario con le date di RdC, NASpI, assegno unico e pensioni

Cartelle esattoriali: più tempo per pagare grazie al decreto Sostegni ter

Novità degne di nota anche sul fronte fiscale, ossia un ambito che – in considerazione del boom dei prezzi degli ultimi tempi – intimorisce non poche famiglie, alle prese con le strategie per far quadrare il bilancio familiare.

Ebbene, oltre alla proroga dei termini delle esenzioni Imu per coloro che sono stati colpiti dal terremoto del 2012, vi è un’altra agevolazione a favore dei cittadini. Infatti, il citato decreto Sostegni ter rimodula le scadenze e di fatto dà più tempo per pagare le cartelle esattoriali a tutti i contribuenti che hanno aderito alla cd. rottamazione ter.

In particolare, le rate scadute potranno essere pagate:

  • entro il 30 aprile di quest’anno se in scadenza nel 2020;
  • non oltre il 31 luglio se in scadenza nel 2021;
  • entro il 30 novembre se in scadenza nello stesso 2022.

I vantaggi per i pensionati e i lavoratori stranieri: ecco cosa cambia

Il decreto Sostegni ter costituisce un provvedimento di portata ‘trasversale’, e lo vediamo anche considerando che cosa è previsto a favore dei pensionati. Ebbene, fino ad adesso le persone che vantano redditi da pensione di fonte estera, e che spostavano la propria residenza fiscale in un Comune del Sud con meno di 20mila abitanti, potevano godere di un’imposta ridotta al 7%.

La novità del recente provvedimento convertito in legge e pubblicato in GU è l’estensione di detta possibilità anche alle persone che si trasferiscono nelle aree del centro Italia, che hanno patito le conseguenze dei sismi di qualche anno fa.

Inoltre, il decreto Sostegni ter include i cosiddetti nomadi digitali e i lavoratori da remoto non facenti parte dell’Unione Europea tra le categorie di lavoratori stranieri alle quali può essere consegnato il nulla osta al lavoro per casi specifici. Dette persone potranno avvalersi di fatto di un permesso di soggiorno, su acquisizione del visto d’ingresso, per un lasso di tempo non al di sopra dei 12 mesi, a patto di possedere una regolare assicurazione sanitaria. In tema di cassa Covid, invece, la misura è stata estesa ad altre decine di settori.

Leggi anche: portale delle Famiglie Inps, cos’è, come funziona, a cosa serve e come accedere

Forze dell’ordine, crediti edilizi, scuola: le novità nel decreto Sostegni ter

Gli interventi multilaterali e di rilievo nel citato provvedimento non terminano qui. Nel quadro di un progressivo ricambio generazionale e sull’onda dei numerosi concorsi pubblici di quest’ultimo periodo, il provvedimento in oggetto autorizza l’assunzione di ben 1.300 allievi agenti della Polizia di Stato.

In particolare, nel decreto Sostegni ter si può leggere che dovranno essere scelti, facendo riferimento alla lista degli idonei alla prova scritta di esame del concorso pubblico bandito con decreto del Capo della Polizia-Direttore generale della pubblica sicurezza del 18 maggio 2017, pubblicato in GU del 26 maggio 2017.

In riferimento al successo dei bonus edilizi, il provvedimento altresì proroga il termine entro cui deve essere fatta pervenire all’Agenzia delle Entrate la comunicazione dell’opzione per la cessione o per lo sconto in fattura, legata alle agevolazioni valevoli per gli interventi edilizi. C’è tempo fino al 29 aprile e ci si riferisce alle spese sostenute nel 2021 e alle rate residue del 2020.

In ambito scuola, altre novità. Il decreto Sostegni ter infatti dispone l’aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento relative al personale docente ed educativo con validità biennale per gli anni scolastici 2022/2023 e 2023/2024.

Infine con riferimento alle imprese, esse sono messe al riparo dai rincari del costo delle bollette, prevedendo l’annullamento per il primo trimestre del 2022, delle aliquote correlate ai famigerati oneri generali di sistema.

LEGGE 28 marzo 2022, n. 25 – Conversione Dl Sostegni Ter – Testo in Gazzetta Ufficiale

Di seguito il testo della Legge di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 27 gennaio 2022, n. 4 (Dl Sostegni-ter), recante misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all’emergenza da COVID-19, nonchè per il contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico.

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Regime impatriati per lavoratori in smart working dall’Italia per impresa estera

Regime impatriati per lavoratori in smart working dall’Italia per impresa estera

Il lavoratore in smart working in Italia per azienda estera ha diritto ad accedere alle agevolazioni del regime impatriati. Istruzioni AdE.

Al lavoratore in smart working dall’Italia con datore di lavoro estero spettano gli incentivi previsti dalla legge per i lavoratori impatriati? L’Agenzia delle entrate ha analizzato tale situazione con la risposta n° 157/2022.

Gli incentivi previste dal “Regime impatriati” o meglio dal “regime speciale lavoratori impatriati” si sostanziano in sconti sull’Irpef riconosciuti ai lavoratori che dopo aver lavorato all’estero, decidono di trasferirsi in Italia per svolgere attività di lavoro dipendente o autonomo.

Infatti, per incentivare il loro rientro in Italia, il legislatore a previsto un set di agevolazioni che in alcuni casi permettono di ottenere un abbattimento delle tasse fino al 90%.

Regime impatriati: quali sono le agevolazioni per i lavoratori impatriati

Le agevolazioni per i lavoratori rimpatriati ossia che trasferiscono la residenza in Italia,  sono disciplinate dall’art.16 del D.lgs 147/2015.

Possono essere applicate al ricorrere di due specifici presupposti:

  • il lavoratore non è stato residente in Italia nei due periodi d’imposta precedenti il trasferimento e si impegna a risiedervi per almeno due anni;
  • l’attività lavorativa è svolta prevalentemente nel territorio italiano.

Nel rispetto di tali condizioni, il reddito prodotto in Italia che sia di lavoro dipendente o autonomo, è tassato limitatamente al 30% dell’ammontare. E’ tassato solo il 10% del reddito prodotto se la residenza è trasferita in una delle seguenti regioni: Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna, Sicilia. L’agevolazione opera nel periodo d’imposta in cui la residenza viene trasferita e nei 4 successivi.

Al ricorrere di ulteriori condizioni (ad esempio la presenza di almeno un figlio minorenne o a carico) seppur con percentuali ridotte, le agevolazioni si applicano per ulteriori 5 periodi d’imposta.

Regime impatriati lavoratori in smart working: risposta Agenzia delle Entrate n° 157/2022

Con la risposta n° 157/2021, l’Agenzia delle entrate si sofferma proprio sulla agevolazioni in parola; ovvero sul regime impatriati per lavoratori in smart working dall’Italia per impresa estera.

Nello specifico, la questione analizzata riguarda un lavoratore con residenza fiscale in Italia dal 2020 e che:

  1. ha svolto continuativamente un’attività di lavoro dipendente fuori dall’Italia nei 24 mesi antecedenti al suo trasferimento in Italia;
  2. risiede stabilmente in Sicilia, ove ha trasferito la propria residenza, ai sensi dell’articolo 43 del codice civile, e che è sua intenzione ” conservare lo status di residente fiscale in Italia anche per gli anni a venire”;
  3. l’attività per conto del datore di lavoro estero verrà svolta in remote working.

Detto ciò, il lavoratore ha chiesto lumi all’Agenzia delle entrate sulla possibilità di applicare le agevolazioni fiscali previsti per i lavoratori impatriati.

Il parere dell’agenzia delle entrate

La norma in esame, nell’attuale configurazione, non richiede che l’attività sia svolta per un’impresa operante sul territorio dello Stato. Nè tantomeno regola le modalità di svolgimento dell’attività lavorativa, remote working o altra forma.

Dunque, possono accedere all’agevolazione(risposta 157):

i soggetti che vengono a svolgere in Italia attività di lavoro alle dipendenze anche di un datore di lavoro con sede all’estero, o i cui committenti (in caso di lavoro autonomo o di impresa) siano stranieri (non residenti).

Detto ciò, nel rispetto di tutti i requisiti richiesti dalla norma, il lavoratore in remote working potrà beneficiare della agevolazione impatriati. Con riferimento ai redditi di lavoro dipendente prodotti in Italia a decorrere dall’annualità 2020, anno in cui egli ha trasferito la propria residenza fiscale, e per i successivi quattro periodi di imposta.

Considerato il trasferimento della residenza in una delle regioni del Sud, beneficierà dello sconto Irpef del 90%. Solo il 10% del reddito prodotto in Itali sarà tassato.

La presenza di un figlio minorenne, permette inoltre di beneficiare di un ulteriore quinquennio agevolato (5+5).  Per l’ulteriore quinquennio, la tassazione si applica solo sul 50 per cento del reddito prodotto.

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San Beniamino

 

San Beniamino


Nome: San Beniamino
Titolo: Diacono e martire
Nascita: IV secolo, Persia
Morte: 420, Persia
Ricorrenza: 31 marzo
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
 

Santa Balbina. un’altra delle delicate fanciulle nella storia della santità femminile, festeggiata oggi, abbiamo accennato ieri, parlando di suo padre Quirino, il Tribuno giustiziato sotto Adriano Imperatore, per aver mancato alla sua consegna di soldato e per aver preferito la conversione cristiana.

Con il padre, fu decapitata anche la fanciulla, trepida fidanzata di Gesù, e sul suo corpo sorse poi, nel quinto secolo, la chiesetta a lei dedicata e che ancora si può vedere, a Roma, vicino ai grandi ruderi delle Terme di Caracalla, presso ai pini della Passeggiata Archeologica.

Oggi è anche la sua festa, ma noi parleremo di un altro Santo del giorno: San Beniamino, unico di questo nome, vissuto in Persia verso il 400. Anche il Re persiano Isdeberge, adoratore del fuoco e del sole, perseguitava i Cristiani, e il diacono Beniamino fu da lui tenuto in carcere per due anni. Doveva essere un personaggio importante, anzi addirittura popolare, perché l’ambasciatore dell’Imperatore romano TPodosio, che negoziava un trattato di pace con il Re persiano, pose tra te condizioni anche quella di liberare l’illustre prigioniero.

Il Re Isdeberge, a sua volta, fece una controproposta: avrebbe liberato il diacono Beniamino se questi si fosse impegnato a cessare del tutto la sua opera di apostolato tra i persiani; e in questo senso parlò al prigioniero.

Vale la pena di riportare la risposta dell’intrepido cristiano, come ci è pervenuta dai Martirologi: « Non posso chiudere agli uomini le fonti della Grazia del mio Dio, — disse Beniamino. — Finché sarà in mio potere, illuminerò coloro che sono ciechi, mostrando loro la luce della verità. Non farlo, sarebbe incorrere nei castighi riserbati a coloro che nascondono i talenti del loro padrone ».

Si riferiva alla parabola evangelica del padrone che dà ai suoi servi i talenti d’oro, e al suo ritorno punisce quei servi che, oziosi e timorosi, li hanno nascosti, per paura di perderli, invece di metterli a frutto e di commerciarli fra gli uomini.

E in queste parole precise e decise, egli tracciava la linea di condotta di ogni cristiano, che non è solo depositario e custode dell’oro della verità, ma deve metterlo a frutto, donarlo al prossimo, insegnando e illuminando.

Fu liberato, malgrado queste sue ferme parole, per la pressione dell’ambasciatore romano; ma il fervente apostolo non perse tempo nei timori, e, come aveva dichiarato, riprese subito a istruire e a battezzare gli adoratori del fuoco.

Il Re persiano, libero dalla parola data, poté così di nuovo catturarlo, e gl’impose di rinnegare la fede, sacrificando al simulacro del sole.

I Romani, come si sa, giustiziavano i condannati, secondo l’uso militare, decapitandoli con la spada. Era, per quei tempi, una forma di esecuzione abbastanza civile, e non priva di guerresca nobiltà. I persiani, invece, come molti altri popoli orientali, escogitavano di volta in volta atroci supplizi con i quali finivano i loro prigionieri.

E di raffinata atrocità fu anche il supplizio riserbato a San Beniamino, che ebbe il corpo trapassato da spilloni. Il Santo lo accettò e lo preferì coraggiosamente ai castighi riserbati a coloro che nascondono i talenti della verità.

MARTIROLOGIO ROMANO. In località Argol in Persia, san Beniamino, diacono, che non desistette dal predicare la parola di Dio e, sotto il regno di Vararane V, subì il martirio con delle canne acuminate conficcate nelle unghie.

Pensionati: il cedolino di pensione di aprile 2022

Pensionati: il cedolino di pensione di aprile 2022

Il cedolino della pensione, accessibile tramite servizio online, è il documento che consente ai pensionati di verificare l’importo erogato ogni mese dall’INPS e di conoscere le ragioni per cui tale importo può variare. Si riportano di seguito le informazioni sul cedolino della pensione di aprile 2022.

La data di pagamento

Il pagamento avverrà con valuta 1° aprile. Non è prevista l’anticipazione del pagamento per coloro che riscuotono presso Poste Italiane.

 Addizionali regionali e comunali, conguaglio 2021 e tassazione 2022

Sulle prestazioni fiscalmente imponibili, oltre all’ IRPEF mensile, a decorrere dal rateo di pensione di gennaio fino a quello di novembre vengono trattenute le addizionali regionali e comunali relative al 2021.

Si ricorda, infatti, che queste trattenute sono effettuate in 11 rate nell’anno successivo a quello cui si riferiscono.

Inoltre, nel solo caso di pensionati con importo annuo complessivo dei trattamenti pensionistici fino a 18.000 euro, per i quali il ricalcolo a consuntivo delle ritenute erariali relative al 2021 abbia determinato un conguaglio a debito di importo superiore a 100 euro, prosegue la rateazione del recupero fino alla mensilità di novembre (articolo 38, comma 7, legge 122/2010).

Le somme conguagliate verranno certificate nella Certificazione Unica 2022.

Le prestazioni di invalidità civile, le pensioni o gli assegni sociali, le prestazioni non assoggettate alla tassazione per particolari motivazioni (detassazione per residenza estera, vittime del terrorismo) non subiscono trattenute fiscali.

Beato Amedeo IX di Savoia

 

Beato Amedeo IX di Savoia


Nome: Beato Amedeo IX di Savoia
Titolo: Duca, Terziario francescano
Nascita: 1 febbraio 1435, Thonon
Morte: 30 marzo 1472, Vercelli
Ricorrenza: 30 marzo
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
 

Amedeo nacque a Thonon nel 1435, figlio del duca Ludovico I di Savoia e di Anna di Lusignano, e nipote dell’antipapa Felice V. Già da bambino fu promesso a Iolanda, figlia di Carlo VII di Francia. Crebbe diventando un bel ragazzo, purtroppo soggetto a crisi epilettiche, che egli accettò come una correzione all’inevitabile adulazione da parte dei cortigiani di suo padre e come un’opportunità per essere a più stretto contatto con Dio. La Messa quotidiana e la preghiera erano la sua fonte di forza.

Amedeo si sposò nel 1452, e la coppia si ritirò nella relativamente quieta provincia di Brescia, territorio che gli era stato assegnato oltre al governatorato del Piemonte. Questa scelta tuttavia contrariò talmente il fratello Filippo nei suoi confronti che quasi si preparò ad attaccare Amedeo, se loro padre non lo avesse arrestato.

Alla morte del genitore Amedeo fece subito rilasciare il fratello e gli organizzò un matrimonio con Margherita, figlia di Carlo, duca di Borgogna, lasciandogli anche i territori bresciani e conquistandosi così il suo affetto.

Amedeo venne provocato anche dalla famiglia degli Sforza di Milano. Quando il duca Francesco Sforza morì, il figlio Giangaleazzo, che si trovava in Francia, tentò di passare in incognito per la Savoia per tornare in Italia e fu arrestato.

Nonostante Amedeo lo avesse fatto subito rilasciare, fornendogli anche una scorta, Giangaleazzo non si mostrò riconoscente e addirittura arrivò a rompere con insolenza l’alleanza che suo padre aveva stilata con Amedeo. Era chiaro che Giangaleazzo desiderava solo arrivare alle armi, ma Amedeo trovò un’altra soluzione: gli diede in sposa la sorella Bona. Egli intervenne senza esitazioni quando si trattò di difendere il cristianesimo dalla minaccia turca, raccogliendo un esercito per la difesa del Peloponneso. Fu uno dei primi a rispondere all’invito di Pio II perché si tenesse un’assemblea di principi per affrontare il problema e per raccogliere uomini, armi e denaro.

La sua prima preoccupazione, tuttavia, era per i poveri: quando un ambasciatore si vantò delle mute di cani e delle razze differenti che il suo padrone aveva, il duca lo condusse su una terrazza fuori dal palazzo, dove ai tavoli predisposti venivano sfamati i poveri della città: «Queste sono le mie mute e i miei cani da caccia. È con l’aiuto di questa povera gente che inseguo la virtù e vado a caccia del regno dei cieli».

L’ambasciatore gli chiese quanti di loro pensava fossero impostori, approfittatori e ipocriti, e Amedeo rispose: «Non li giudico troppo severamente per non essere giudicato severamente da Dio». Nonostante la grande generosità, non ebbe mai problemi economici e grazie a un’attenta amministrazione riuscì anche a saldare i debiti contratti dai suoi predecessori.

La sua vita era estremamente austera: lontano dal concedersi qualsiasi privilegio nonostante la sua salute delicata, fece credere piuttosto di dovere digiunare per questo motivo. Con l’aumentare della sua debolezza, passò l’amministrazione del ducato alla moglie Iolanda (1469), ma i suoi sudditi si ribellarono ed egli stesso venne imprigionato fino a che il cognato, Luigi XI di Francia, non ottenne il suo rilascio. Quando si rese conto di essere prossimo alla morte affidò i figli alla moglie e pronunciò le ultime raccomandazioni alla presenza loro e dei suoi ministri: «Siate retti. Amate i poveri e Dio vi garantirà la pace».

Morì il 30 marzo 1472 e fu beatificato nel 1677.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Vercelli, beato Amedeo IX, duca di Savoia, che, durante il proprio governo, favorì in ogni modo la pace e sostenne incessantemente con i mezzi materiali e con l’impegno personale le cause dei poveri, delle vedove e degli orfani.

ICONOGRAFIA

Beato Amedeo di Savoia

titolo Beato Amedeo di Savoia
autore Ambito Piemontese anno 1610/1650

Il Duca viene spesso raffigurato con una corona, non sempre posta sul capo, ornata da perle e pietre preziose. Indossa una tunica a girocollo ornato da motivi fogliacei e floreali e il manto di ermellino chiuso da un fermaglio mistilineo con pietra preziosa. Al collo pende il collare dell’ordine della SS. Maria Annunziata. Fondo unito di colore scuro. In alto lo stemma dinastico.

Beato Amedeo di Savoia

titolo Ritratto di Amedeo IX il Beato
autore Ignoto anno XVIII sec

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Pagamenti Inps aprile 2022: calendario con le date di RdC, NASpI, assegno unico e pensioni

Pagamenti Inps aprile 2022: calendario con le date di RdC, NASpI, assegno unico e pensioni

Mancano pochi giorni alla fine di marzo e vi sono alcune novità sul calendario delle date dei pagamenti Inps aprile 2022. I dettagli.

Siamo ormai prossimi ad aprile e sempre più persone si staranno domandando quando arriveranno, nel mese i pagamenti delle Pensioni, della disoccupazione NASpI, dell’assegno unico e universale figli a carico e del reddito di cittadinanza.

Di seguito intendiamo dunque ricapitolare il quadro delle date da segnare sul calendario, facendo il punto della situazione: in quali giorni i beneficiari e percettori delle citate prestazioni dovranno aspettarsi i pagamenti previsti?

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Ecco tutte le risposte.

Calendario pagamenti Inps aprile 2022: pensioni di aprile

Dopo un biennio, ossia il periodo di emergenza sanitaria con cui siamo stati costretti a fare i conti, si conclude il meccanismo dell’anticipo dell’accredito delle pensioni presso gli sportelli delle Poste. Le date per aprile saranno le seguenti, suddivise per lettera del cognome:

  • dalla A alla C venerdì primo aprile;
  • dalla D alla G sabato 2 aprile (mattina);
  • da H alla M lunedì 4 aprile;
  • dalla N alla R martedì 5 aprile;
  • dalla S alla Z mercoledì 6 aprile.

Resta dunque confermato l’accesso scaglionato in base alla turnazione alfabetica.

Poste Italiane ha rimarcato che per i pensionati titolari di un Libretto di Risparmio; di un Conto BancoPosta o di una Postepay Evolution le pensioni saranno nuovamente accreditate regolarmente dal primo giorno del mese. Sempre da venerdì primo aprile, i titolari di carta Postamat; Carta Libretto o di Postepay Evolution potranno compiere il prelievo della pensione in denaro contante dalle migliaia di ATM Postamat sparse nel nostro paese, senza obbligo di recarsi allo sportello. La pensione sarà accreditata il primo del mese, in via automatica.

Nessuna sostanziale novità, invece, per gli accrediti bancari della pensione.

Confermata peraltro la possibilità di delega al ritiro nei confronti dei Carabinieri, con consegna gratuita della somma presso il proprio domicilio. Si tratta di una opportunità riservata ai cittadini di età pari o al di sopra dei 75 anni di età.

Pagamenti Inps aprile 2022: quando arriva il reddito di cittadinanza

Così com’è nella prassi, le date di versamento delle misure di sostegno denominate reddito di cittadinanza, sono le seguenti:

  • a cominciare dal giorno 25 aprile per i vecchi beneficiari;
  • il 18 aprile è invece la data di riferimento per tutti coloro che hanno inviato una nuova domanda RdC.

Assegno unico e universale, quando arrivano i pagamenti di aprile 2022

Per quanto riguarda l’assegno unico e universale – ossia la misura recentemente varata a supporto delle famiglie e mirata a semplificare l’ambito dei contributi a sostegno della natalità e genitorialità –  occorre fare una distinzione sostanziale. Eccola di seguito:

  • il versamento dell’assegno unico per figli a carico per il mese prossimo è fissato a cominciare dal giorno 15, in ipotesi nella quale le relative domande siano state fatte nei mesi di gennaio e febbraio 2022;
  • altrimenti, laddove le richieste di assegno unico siano state inoltrate dal primo marzo scorso, il versamento del citato sussidio è previsto alla fine del mese posteriore a quello di presentazione della domanda.

Leggi anche: reddito di base universale

Accredito NASpI aprile 2022: le date da tenere d’occhio

Per quanto riguarda l’accredito dell’indennità di disoccupazione NASpI per il mese di aprile 2022, il versamento è fissato a partire dal giorno 18, sebbene nel dettaglio l’accredito di fatto dipenda dal giorno nel quale il beneficiario del sussidio ha inoltrato la richiesta.

Onde evitare eventuali dubbi a riguardo, il beneficiario deve tener presente che la data precisa dell’erogazione dell’indennità di disoccupazione NASpI è pubblicata sul proprio fascicolo previdenziale, al quale si può fare accesso con le proprie credenziali nel sito web ufficiale Inps.

La prestazione in oggetto è versata in forma di sostegno economico dalla data in cui un lavoratore sia costretto a subire la perdita del proprio lavoro, senza che detta perdita dipenda da cause che scaturiscono dal lavoratore stesso.

Ricordiamo infine che il citato fascicolo previdenziale è un utile portale di accesso ai maggiori servizi messi a disposizione dall’Istituto e, grazie ad esso, è possibile consultare, scaricare e stampare la documentazione relativa alla propria posizione contributiva, alle certificazioni sanitarie o reddituali e la corrispondenza inviata dall’Istituto.

 

Sconti ai dipendenti: come funziona la tassazione? Le istruzioni Agenzia delle entrate

Sconti ai dipendenti: come funziona la tassazione? Le istruzioni Agenzia delle entrate

Sconti praticati in favore dei lavoratori dipendenti, quando e come applicare la tassazione? Ecco le istruzioni dell’Agenzia delle entrate

Lo sconto praticato ai propri dipendenti, in modo che il prezzo finale praticato risulti, comunque, superiore sia a quello applicato al resto della clientela in occasione di campagne promozionali sia al costo sostenuto dalla società per l’acquisto dei prodotti ceduti, non è tassabile se il lavoratore corrisponde il valore normale del bene al netto degli sconti d’uso.

Si è espressa in tal senso l’Agenzia delle entrate con la risposta n° 158 del 25 marzo 2022.

La questione verte sull’applicazione di possibili deroghe al principio di onnicomprensività del reddito da lavoro dipendente. Principio in base al quale, tutto ciò che è riconosciuto al lavatore dipendente, in pendenza del rapporto di lavoro fa reddito. Non concorrono al reddito i beni ceduti e i servizi prestati al lavoratore se di importo complessivo non superiore a 258 euro.; se il predetto valore è superiore al citato limite, lo stesso concorre interamente a formare il reddito.

Da qui si delinea la tassazione per i c.d. finge benefit in favore dei lavoratori dipendenti.

Sconti ai dipendenti: quando applicare la tassazione

La risposta n°158 prende spunto da apposita istanza di interpello.

Nello specifico, la Società istante opera nel commercio all’ingrosso di generi alimentari. Per supportare economicamente i propri dipendenti,  riconosce loro la possibilità di acquistare i prodotti venduti con l’applicazione di uno sconto. Lo sconto è pari al 5 per cento del prezzo di vendita, fruibile tutti i giorni dell’anno entro il limite della retribuzione netta. Per acquisti esclusivamente personali.

Detto ciò:

  • lo sconto concesso e non cumulabile con altri sconti applicati alla clientela;
  • il prezzo pagato dai dipendenti per i prodotti commercializzati, tenendo conto dello sconto, è comunque sempre superiore al costo sostenuto dalla società per l’acquisto dei prodotti;
  • gli sconti applicati al resto della clientela sono mediamente più elevati dello sconto del 5 per cento concesso ai dipendenti.

Detto ciò, l’azienda in questione ha chiesto al Fisco se la concessione dello sconto ai propri dipendenti, mediante l’utilizzo di badge, rappresenti, per gli stessi, un compenso in natura imponibile. Come tale, eventualmente soggetto a ritenuta.

Agenzia delle entrate, risposta n° 158 del 25 marzo

L’art.51 comma 1 del DPR 917/86, TUIR, fissa il c.d. principio di onnicomprensività del reddito da lavoro dipendente:

Il reddito di lavoro dipendente è costituito da tutte le somme e i valori in genere, a qualunque titolo percepiti nel periodo di imposta, anche sotto forma di erogazioni liberali, in relazione al rapporto di lavoro».

La questione verte sull’applicazione di possibili deroghe al principio di onnicomprensività del reddito da lavoro dipendente.

In generale, sia gli emolumenti in denaro sia i valori corrispondenti ai beni, ai servizi ed alle opere offerti dal datore di lavoro ai propri dipendenti, costituiscono reddito da tassare. Il valore dei beni e dei servizi è determinato sulla base del valore normale. Non concorrono al reddito i beni ceduti e i servizi prestati al lavoratore, se di importo complessivo non superiore a 258 euro.

Si intende per valore normale, ai fini di quanto qui in esame, ex art.9 del TUIR: il prezzo o corrispettivo mediamente praticato per i beni e i servizi della stessa specie o similari, in condizioni di libera concorrenza e al medesimo stadio di commercializzazione, nel tempo e nel luogo in cui i beni o servizi sono stati acquisiti o prestati, e, in mancanza, nel tempo e nel luogo più prossimi.

Per la determinazione del valore normale si fa riferimento:

  • ai listini o alle tariffe del soggetto che ha fornito i beni o i servizi e,
  • in mancanza, alle mercuriali e ai listini delle camere di commercio e alle tariffe professionali.

Il tutto, tenendo conto degli sconti d’uso.

Conclusioni

Il valore normale può essere rappresentato anche dal prezzo scontato che il fornitore pratica sulla base di apposite convenzioni ricorrenti nella prassi commerciale, compresa l’eventuale convenzione stipulata con il datore di lavoro (risoluzione 26/e 2010).

Da qui, in base alle indicazioni di cui alla circolare MEF 23 dicembre 1997, n. 326, il reddito da assoggettare a tassazione è pari al valore normale soltanto se il bene è ceduto o il servizio è prestato gratuitamente (ciò vale anche nel caso dei beni prodotti dall’azienda e ceduti gratuitamente al dipendente). Se invece il dipendente corrisponde all’azienda parte del prezzo (versamento o trattenuta), al valore normale da tassare deve essere sottratto quanto corrisposto dal dipendente.

Stiamo parlando dello stesso meccanismo con il quale, ad esempio, è tassato il Fringe benefit auto. Infatti anche in tale caso si deve tenere conto di eventuali importi addebitati al dipendente.

Nel caso di specie, considerato che il lavoratore corrisponde il valore normale del bene al netto degli “sconti d’uso”, lo sconto praticato non è tassabile.

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Pensioni Forze di Polizia, come calcolare la quota retributiva

Pensioni Forze di Polizia, come calcolare la quota retributiva

Come calcolare la quota retributiva della Pensione del comparto Forze di polizia, ricadente nel sistema misto? I dettagli.

Come si calcola la quota retributiva delle pensioni in favore del personale delle Forze di polizia ad ordinamento civile? È questo il tema centrale della Circolare INPS n. 44 del 23 marzo 2022, attuando quanto introdotto recentemente dalla Legge di Bilancio 2022.

Sul punto, la disposizione specifica che il suddetto personale, con un’anzianità contributiva inferiore a 18 anni al 31 dicembre 1995, si applichi il DPR 1092/1973 articolo 54. Cosa significa? Significa che coloro i quali abbiano maturato un’anzianità contributiva inferiore a 18 anni, la quota retributiva della pensione da liquidarsi con il sistema misto dovrà essere calcolata in base all’effettivo numero di anni di contribuzione maturati alla predetta data, applicando l’aliquota annua del 2,44%.

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Si rammenta, al riguardo, che la predetta aliquota contributiva sarà riconosciuta alle pensioni decorrenti dal 1° gennaio 2022, nonché nei confronti dei soggetti già titolari di pensione alla predetta data, limitatamente ai ratei pensionistici maturati dal 1° gennaio 2022.

Pensioni Forze di Polizia: nuove modalità di calcolo della pensione

La Legge di Bilancio 2022 (L. n. 234/2021) all’art. 1, co. 101 riconosce l’applicazione di un’aliquota del 2,44% per ogni anno utile, ai fini del calcolo della quota retributiva della pensione da liquidare con il sistema misto, in favore del personale delle forze armate.

I beneficiari, però, devono essere in possesso, alla data del 31 dicembre 1995, di un’anzianità contributiva inferiore a diciotto anni effettivamente maturati.

Chi sono i soggetti beneficiari

La disposizione su indicata si estende al personale delle Forze di polizia ad ordinamento civile. In particolare, il beneficio riguarda il personale appartenente alla Polizia di Stato e alla Polizia penitenziaria che al 31 dicembre 1995 abbia maturato un’anzianità contributiva inferiore a 18 anni.

Per questi ultimi, la cui quota retributiva della pensione è da liquidarsi con il sistema misto, è riconosciuta l’applicazione dell’aliquota annua del 2,44%.

Tale aliquota trova applicazione per le pensioni decorrenti dal 1° gennaio 2022, nonché nei confronti di coloro già titolari di pensione alla predetta data.

Analogamente, con riferimento ai cc.dd. “6 aumenti periodici in aggiunta alla base pensionabile”, l’importo corrispondente a detto beneficio viene rapportato all’aliquota di rendimento annua del 2,44%.

Come ottenere la ricostituzione della Pensione

Ricapitolando, quindi, l’aliquota di rendimento del 2,44% trova applicazione nei confronti del personale già collocato in quiescenza alla data del 31 dicembre 2021, purché al 31 dicembre 1995 abbia maturato un’anzianità contributiva inferiore a 18 anni.

Quindi, i trattamenti pensionistici con decorrenza successiva al 1° gennaio 2022, saranno determinati applicando, alla quota retributiva, l’aliquota del 2,44%. Ciò significa che l’INPS procederà al riesame d’ufficio dei trattamenti pensionistici del personale in esame; applicando la predetta aliquota per il numero degli anni di anzianità contributiva maturati al 31 dicembre 1995.

In conclusione, ai pensionati interessati alla ricostituzione della pensione vengono corrisposti i ratei maturati dalla data del 1° gennaio 2022; senza però diritto alla corresponsione degli arretrati.

 

Imprese agrituristiche e vitivinicole: proroga domande di esonero

Imprese agrituristiche e vitivinicole: proroga domande di esonero

Le imprese agrituristiche e vitivinicole, incluse le aziende produttrici di vino e birra, e i lavoratori autonomi in agricoltura possono beneficiare dell’esonero dal versamento dei contributi previdenziali previsto dal decreto Sostegni bis.

L’Istituto, con la circolare INPS 21 ottobre 2021, n. 156 e successivamente con il messaggio 16 marzo 2022, n. 1216, ha già illustrato l’ambito di applicazione dell’esonero e ha fornito le istruzioni per la presentazione delle domande e per la fruizione del beneficio.

Considerate le difficoltà di ordine tecnico rilevate, la data di inizio per l’invio della domanda telematica di esonero è differita alle 9 del 4 aprile 2022. Lo comunica l’INPS, con il messaggio 25 marzo 2022, n. 1373. Le domande potranno, quindi, essere inviate dalle 9 del 4 aprile alle 23.59 del 4 maggio 2022.

Questi termini sono validi anche per l’invio delle domande di esonero presentate dagli eredi in caso di decesso del titolare della posizione contributiva, imprenditore agricolo professionale o titolare del nucleo familiare.