Archivi giornalieri: 9 marzo 2022

Indennità di malattia, maternità/paternità e altre prestazioni INPS per l’anno 2022

Indennità di malattia, maternità/paternità e altre prestazioni INPS per l’anno 2022

Indennità di malattia, maternità/paternità e tbc e altre prestazioni (ANF, degenza ospedaliera ecc.) importi INPS di riferimento per il 2022.

INPS

L’INPS ha rilasciato la circolare 35/2022 con la quale indica gli importi da prendere a riferimento per il calcolo delle indennità di malattia, di maternità/paternità, di tubercolosi e di altre prestazioni a favore dei lavoratori dipendenti congedo parentale, ANF, malattia e degenza ospedaliera ecc.). Questa Circolare arriva dopo la circolare n. 15/2022 con la quale è stata comunicata la misura, per l’anno 2022, del limite minimo di retribuzione giornaliera e degli altri valori per il calcolo delle contribuzioni dovute per la generalità dei lavoratori dipendenti.

Nella prima parte il documento di prassi contiene in particolare le retribuzioni di riferimento nel 2022, ai fini del calcolo e dell’erogazione delle indennità di malattia, di maternità/paternità e di tubercolosi, relativamente alle seguenti categorie di lavoratori:

  • soci di società e di enti cooperativi, anche di fatto;
  • agricoli a tempo determinato;
  • compartecipanti familiari e piccoli coloni;
  • lavoratori italiani operanti all’estero in Paesi extracomunitari;
  • lavoratori italiani e stranieri addetti ai servizi domestici e familiari;
  • autonomi: artigiani, commercianti, coltivatori diretti, coloni, mezzadri, imprenditori agricoli professionali, pescatori autonomi della piccola pesca marittima e delle acque interne.

Nella seconda parte della circolare sono indicati infine gli importi da prendere a riferimento per altre prestazioni quali: congedo parentale, assegni per il nucleo familiare, malattia e degenza ospedaliera, assegno di maternità dei Comuni, assegno di maternità dello Stato, indennità economica e accredito figurativo per i periodi di congedo riconosciuti in favore dei familiari di disabili in situazione di gravità.

Indennità di malattia, maternità/paternità e tbc, gli importi INPS di riferimento per il 2022

Per i lavoratori soci di società e di enti cooperativi anche di fatto, i trattamenti economici previdenziali in oggetto, sono da liquidare sulla base della retribuzione del mese precedente. Tale importo, in particolare, non deve essere inferiore al minimale giornaliero di legge, che è pari per il 2022, a 49,91 euro.

Leggi anche: Visite fiscali INPS, orari e regole malattia dipendenti privati e pubblici

Per i lavoratori agricoli a tempo determinato, invece, la retribuzione di base per la liquidazione delle prestazioni non può essere inferiore al minimale di legge che, per il 2022, è pari a 44,40 euro.

La retribuzione di riferimento per i compartecipanti familiari e piccoli coloni è di 59,96 euro.

Per Lavoratori italiani e stranieri addetti ai servizi domestici e familiari, ai fini del calcolo dell’indennità per congedo di maternità/paternità, il cui inizio si collochi nell’anno 2022, devono essere utilizzate le seguenti retribuzioni convenzionali orarie:

  • 7,31 euro per le retribuzioni orarie effettive fino a 8,25 euro;
  • 8,25 euro per le retribuzioni orarie effettive superiori a 8,25 euro e fino a 10,05 euro;
  • 10,05 euro per le retribuzioni orarie effettive superiori a 10,05 euro;
  • 5,32 euro per i rapporti di lavoro con orario superiore a 24 ore settimanali.

Infine, per il calcolo dell’indennità di maternità/paternità dei lavoratori autonomi si dovranno usare i seguenti importi:

  • coltivatori diretti, coloni, mezzadri, imprenditori agricoli professionali: 44,40 euro;
  • artigiani: 49,91 euro;
  • commercianti: 49,91 euro;
  • pescatori: 27,73 euro.

Importi da prendere a riferimento, nell’anno 2022, per altre prestazioni

La Circolare riporta poi gli importi da prendere a riferimento nell’anno 2022 per:

  1. le prestazioni di malattia, degenza ospedaliera, maternità/paternità e congedo parentale, da erogare ai lavoratori iscritti alla Gestione separata,
  2. l’ammontare dell’assegno di maternità di base concesso dai Comuni e quello di maternità per lavori atipici e discontinui (c.d. assegno di maternità dello Stato) concesso dall’Inps.
  3. vengono altresì indicati i limiti di reddito ai fini dell’indennità del congedo parentale
  4. e infine gli importi massimi per l’anno 2022 ai fini dell’indennità economica e dell’accredito figurativo per i periodi di congedo riconosciuti in favore dei familiari di disabili in situazione di gravità.

INPS, circolare numero 35 del 04-03-2022

Si allega il testo della circolare per la consultazione di tutti gli importi sopra descritti.

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Preavviso dimissioni, quanti giorni servono per “licenziarsi” dal lavoro

Preavviso dimissioni, quanti giorni servono per “licenziarsi” dal lavoro

Il lavoratore deve comunicare in anticipo che vuole “licenziarsi” (tranne in tronco), il periodo di preavviso dimissioni varia col CCNL.

Preavviso dimissioni

Per dare correttamente le dimissioni dal proprio lavoro, a meno che si tratti di dimissioni tronco per giusta causa, bisogna rispettare un periodo di preavviso minimo stabilito dalla contrattazione collettiva. Quali sono quindi i giorni di preavviso da rispettare per licenziarsi dal lavoro? Partiamo dal presupposto che le dimissioni sono l’atto con cui il lavoratore esprime la sua volontà di interrompere il rapporto di lavoro in essere; tuttavia prima di “licenziarsi” lo stesso deve rispettare alcune regole, fra cui il preavviso, la forma ecc.

Il preavviso serve per concedere all’azienda il tempo necessario per trovare un sostituto e/o di riorganizzare l’attività produttiva; il dipendente quindi è tenuto a comunicare la sua scelta con un congruo anticipo, cosiddetto “periodo di preavviso”, la cui durata è fissata dai CCNL (contratti collettivi). In assenza di questo periodo si parla di mancato preavviso con le relative conseguenze economiche del caso.

Azienda e lavoratore sono però liberi di raggiungere un accordo che fissi un periodo di preavviso inferiore o superiore rispetto a quello fissato generalmente. Analizziamo nel dettaglio come fare e quali sono le tempistiche che il dipendente deve rispettare per rassegnare le dimissioni.

Preavviso dimissioni, cosa prevede la legge

La legge (art. 2118 Codice civile) concede al lavoratore la possibilità di interrompere il rapporto nel rispetto di un periodo di preavviso, la cui durata è stabilita dal contratto collettivo applicato dall’azienda.

Preavviso dimissioni tempo indeterminato: il periodo di preavviso è imposto ai soli contratti a tempo indeterminato, considerato che, per la loro natura “stabile”, le dimissioni rappresentano un fatto imprevisto, che dev’essere gestito dall’azienda usufruendo di un congruo periodo di tempo per trovare un sostituto o riorganizzare l’attività produttiva.

Al contrario, il dipendente non deve rispettare il periodo di preavviso in caso di:

  • dimissioni per giusta causa da un rapporto a tempo indeterminato;
  • dimissioni per giusta causa da un contratto a termine;
  • lavoratrice o lavoratore che si dimettono nel periodo in cui è previsto il divieto di licenziamento ai sensi della normativa sulla maternità (dall’inizio della gravidanza fino ad un anno di età del bambino);
  • Dimissioni durante il periodo di prova.

Il preavviso non decorre a fronte delle seguenti assenze:

  • Malattia;
  • Infortunio;
  • Ferie;
  • Maternità.

In questi casi il conteggio ripartirà dal giorno di rientro al lavoro. Quindi significa che se durante il preavviso il lavoratore si assenta per una delle cause su indicate il periodo di preavviso si allunga di pari giorni.

Preavviso dimissioni tempo determinato

Quanti giorni di preavviso per dimissioni da contratto a termine? Dal contratto a termine ci si può dimettere solo per giusta causa o in prova. Quindi nell’uno e nell’altro caso non c’è un numero di giorni di preavviso da rispettare.

Quanti giorni di preavviso per dimissioni servono (CCNL)

I giorni di preavviso per dimissioni sono stabiliti dal contratto collettivo applicato dal datore di lavoro.

Di norma, il preavviso varia a seconda del livello e dell’anzianità aziendale:

  • a livelli contrattuali elevati in capo a lavoratori esperti corrispondono periodi lunghi,
  • rispetto ad un dipendente appena assunto e con un inquadramento basso.

CCNL terziario preavviso

Il CCNL Terziario – Confcommercio prevede ad esempio per un 2° e 3° livello presenti in azienda da meno di cinque anni un preavviso pari a 20 giorni di calendario, elevati a 45 se gli stessi soggetti hanno invece più di dieci anni di anzianità.

Lo stesso contratto, prevede per chi è inquadrato in un livello superiore (il 1° ad esempio) 45 giorni di preavviso se la sua anzianità è inferiore a cinque anni, che arrivano a 90 se è stato assunto da più di dieci anni.

Leggi anche: ferie durante il preavviso

Periodo di preavviso dimissioni: da quanto decorre

Il periodo di preavviso decorre da quando le dimissioni vengono comunicate al datore di lavoro. Di conseguenza, tra il momento in cui il dipendente rende nota all’azienda la sua intenzione di interrompere il rapporto e quello a partire dal quale lo stesso si considerato cessato (cioè il giorno successivo all’ultimo lavorato) dev’esserci un intervallo di tempo pari a quello fissato dal contratto collettivo.

Questi ultimi considerano utili ai fini del preavviso tutti i giorni di calendario, anziché quelli lavorativi, salvo diverso accordo individuale.

Molti CCNL dispongono che il preavviso cominci a decorrere non dalla comunicazione al datore; bensì da una data precisa come il 1° o il 15° giorno del mese. Ad esempio il CCNL Terziario – Confcommercio statuisce che i termini di preavviso si conteggino dal 1° o dal 16° giorno del mese.

Poniamo il caso di un dipendente inquadrato al 3° livello con meno di cinque anni di anzianità aziendale, per il quale il contratto prevede un preavviso di 20 giorni di calendario. Se le dimissioni vengono comunicate il giorno 18 settembre il periodo di preavviso decorrerà dal successivo 1° ottobre, con ultimo giorno di lavoro il 20 dello stesso mese.

Tempo di preavviso per le dimissioni online

Dal 12 marzo 2016 le dimissioni dei lavoratori subordinati (eccetto alcuni casi particolari come i lavoratori in prova o le dimissioni nei primi tre anni di vita del bambino) devono essere presentate al datore di lavoro esclusivamente in via telematica o online.

L’invio avviene tramite PEC attraverso un modulo standard sul sito del Ministero del Lavoro (ClicLavoro) che esclude il rischio di alterazioni e garantisce una data certa di trasmissione. Il modulo può essere inviato dal lavoratore in autonomia (se in possesso di apposite credenziali) o rivolgendosi a intermediari abilitati (sindacati, patronati, consulenti del lavoro).

Alla luce delle nuove modalità di comunicazione la decorrenza del periodo di preavviso coincide con la data di trasmissione del modulo, ivi indicata.

Leggi anche: Come dare le dimissioni telematiche online

Tempo di preavviso dimissioni in deroga al CCNL

Sono concesse deroghe al periodo di preavviso stabilito dal contratto collettivo. Datore e dipendente possono concordare un termine di preavviso più lungo, quando tale facoltà è concessa dal CCNL e il lavoratore riceve un apposito compenso.

Parimenti, le parti (azienda e dipendente) possono concordare un preavviso inferiore. Ad ogni modo, anche in mancanza di accordo, il lavoratore può rassegnare le dimissioni senza rispettare il preavviso. In questo caso l’azienda gli potrà trattenere in busta paga una somma pari alla retribuzione che gli sarebbe spettata se avesse rispettato il preavviso.

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Donne e lavoro in Italia, le professioni in crescita e su cui puntare nel 2022

Donne e lavoro in Italia, le professioni in crescita e su cui puntare nel 2022

Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro rilascia il dossier “Donne e lavoro: ancora lontana la ripresa occupazionale” sul lavoro femminile.

La Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro ha rilasciato, in occasione della Giornata internazionale della donna 2022 un Dossier dal titolo “Donne e lavoro: ancora lontana la ripresa occupazionale”. A seguito della pandemia il mercato del lavoro italiano è alle prese con una delicata fase di ripresa ed anzi, dopo il pessimo bilancio del 2020 – ossia l’anno del boom dei contagi da coronavirus – lo scorso anno l’occupazione ha mostrato segnali positivi e di miglioramento. Ciò in virtù soprattutto delle riaperture generalizzate delle attività lavorative ed economiche, rese possibili dall’effettuazione delle vaccinazioni.

Con le varianti del covid che fanno oggi molta meno paura che in passato e la fine dell’emergenza il prossimo 31 marzo, è auspicabile attendersi la cancellazione di diversi obblighi e divieti, che ci hanno accompagnato negli ultimi mesi. A beneficiarne anche il tessuto imprenditoriale e produttivo del paese e dunque la stessa occupazione.

Da notare però che, come recentemente rilevato dall’Organizzazione Mondiale del Lavoro, siamo però ancora lontani da un vero recupero della situazione pre pandemia. Insomma, anche in Italia il cammino verso una maggior occupazione è ancora lungo, ma fanno ben sperare alcuni dati del dossier presentato dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro. In questo documento appare evidente la crescita dell’appeal di laureate e lavoratrici ad alta qualificazione sul mercato.

Donne e lavoro, il dossier della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro

L’appena citato dossier è opera della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro ed ha il titolo “Donne e lavoro: ancora lontana la ripresa occupazionale“. Il significativo documento è stato realizzato sulla scorta dell’analisi coordinata dei dati Istat, inclusi nell’indagine mensile sulle Forze Lavoro e di quelli delle Comunicazioni Obbligatorie del Ministero del Lavoro riferiti alle nuove attivazioni.

Leggi anche: concorsi Agenzia delle Entrate 2022, i profili ricercati 

In particolare, dall’indagine effettuata emerge che lo scorso anno il mercato del lavoro italiano – almeno in alcuni ambiti – ha tenuto in maggior considerazione i profili femminili, rispetto al passato. Soprattutto sono stati i profili femminili più qualificati a sottoscrivere nuovi contratti di lavoro e dunque a ottenere nuovi posti di lavoro. Spicca l’aumento della presenza delle donne in settori a tradizionale vocazione maschile: pensiamo ad esempio ai settori dell’informatica e dell’ingegneria.

Se dunque da un lato la ripresa occupazionale per le donne è nel complesso ancora molto lenta, dall’altro ci sono professioni in cui le persone di sesso femminile riescono oggi ad avere più possibilità di inserimento effettivo. Ma la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro rileva altresì che il numero delle lavoratrici è passato dai 9,7 milioni del 2019 ai 9,5 milioni del 2021.

Alcuni numeri interessanti che emergono dal dossier della Fondazione

In base a quanto evidenziato dal suddetto dossier – almeno per quanto riguarda le professioni qualificate – oggi si registra l’orientamento ad assumere donne, da parte di un numero crescente di aziende. Le percentuali che seguono lo chiariscono con efficacia:

  • nel 2021 quasi un’assunzione su quattro (24%) si è compiuta tra professioni intellettuali, ad alta specializzazione e tra quelle tecniche;
  • nello stesso anno le donne hanno costituito il 66,3% delle nuove attivazioni tra i profili intellettuali e specializzati, cresciuti del 23% rispetto al 2019;
  • su 100 laureati che hanno firmato un nuovo contratto, 65 sono state persone di sesso femminile.

Chiaro dunque che proseguire la formazione dopo il diploma di maturità consente di avere maggiori chance, specialmente per le donne che conseguono un titolo di laurea di ambito tecnico o completano un percorso di formazione specialistico.

Donne e lavoro, ecco i settori in crescita e con più assunzioni

Sul piano delle tipologie contrattuali, tuttavia, non deve sorprendere che un delicato quadro congiunturale come quello che stiamo vivendo ha portato all’utilizzo esteso di contratti temporanei, anche in considerazione della giovane età di molte delle donne che hanno firmato un contratto di lavoro. Infatti, esclusivamente il 21,3% delle donne è stata assunta con contratto a tempo indeterminato, invece la maggioranza (64%) ha potuto stipulare un contratto a termine. Inoltre soltanto una donna su due – il 49,2% – nei primi nove mesi dello scorso anno ha firmato un contratto per un lavoro full-time, mentre tra gli uomini la percentuale sale al 68,7%. Ciò a testimonianza del fatto che la professionalità e la preparazione delle donne è sulla via di un maggior riconoscimento, anche se occorre fare ancora diversi passi avanti per una compiuta parità di genere, in campo lavorativo.

Venendo al dettaglio delle singole professioni, nel dossier si può notare che i profili che hanno mostrato maggiore dinamicità sono altresì quelli in cui sussiste tuttora un divario di genere. Con la maggiore crescita (+40,2%) sono le donne ingegnere e architette; a cui seguono le specialiste della salute (+33,6%), della formazione e della ricerca (+26,9%) e le specialiste in scienze matematiche, informatiche e chimiche (+19,5%).

Ma lo ribadiamo: permane ancora un marcato divario tra uomini e donne nell’accesso a nuove opportunità di lavoro. Come rilevato dalla stessa Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, oggi le parole chiave per le donne, per avere più chance di inserimento professionale, sono due: alta formazione e competenza. La competizione, insomma, fa la differenza e, in un’ottica meritocratica, le donne preparate e abili nelle professioni qualificate hanno più chance di lavorare, rispetto ad altri contesti lavorativi con minor grado di specializzazione.

Dossier “Donne e lavoro: ancora lontana la ripresa occupazionale”

Il testo del dossier della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro in formato PDF.

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Lavoro e Diritti collabora con Gymglish per offrire Corsi di inglese online

Lavoro e Diritti collabora con Gymglish per offrire Corsi di inglese online

Corsi di inglese online gratuiti, i lettori che si iscrivono riceveranno una prova gratuita del Corso della durata di un mese.

Siamo lieti di poter annunciare che Lavoro e Diritti, in collaborazione con Gymglish, leader europeo per la realizzazione e fornitura di corsi online di lingue, offre ai propri lettori la possibilità di frequentare corsi di Inglese pratici ed adatti ad ogni esigenza. Per i lettori che si iscrivono entro il mese di aprile 2022, siamo riusciti ad ottenere una prova gratuita del corso della durata di 30 giorni, senza ulteriori impegni.

Al termine di questo periodo di prova gli studenti riceveranno una valutazione completa del loro livello di inglese e un certificato di partecipazione. Dal 2004 Gymglish insegna l’inglese, ma anche altre lingue, a persone di tutto il mondo con lezioni semplici e personalizzate in base alle loro esigenze e ai loro impegni. Le lezioni sono disponibili per tutti i livelli, fino ai più avanzati. Il corso è rivolto a studenti, lavoratori, professionisti e alle persone che si trovano a dover preparare esami, selezioni o concorsi pubblici.

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Come funziona?

I lettori che decideranno di iscriversi alla prova gratuita del corso riceveranno via email una lezione quotidiana di inglese adattata alle loro esigenze, capacità e obiettivi. La praticità sta proprio nel fatto che le lezioni sono di breve durata e possono essere svolte in qualsiasi momento della giornata. Le lezioni infatti durano solo 15 minuti e sono disponibili online o scaricando l’app Gymglish, disponibile sia negli store iOS che Android. Al termine di ogni lezione, gli studenti riceveranno correzioni immediate e spiegazioni personalizzate sui propri errori.

Uno dei punti di forza di questo corso è che, tramite le informazioni che Gymglish raccoglie, le lezioni si adatteranno via via ai punti deboli e ai punti di forza di ogni studente, diventando vere e proprie lezioni personalizzate. Una volta completato il corso, i lettori riceveranno un diploma con statistiche sul loro livello di inglese, progressi nell’apprendimento e partecipazione.

A proposito di Gymglish

Fondata nel 2004 in Francia, Gymglish ha sede a Parigi ed è composta da un team di 50 persone crea corsi di lingua adattivi volti a ottimizzare l’apprendimento e la memorizzazione a lungo termine fornendo agli studenti lezioni brevi ma regolari di 15 minuti, invece di una formazione lunga e intensiva. Oltre all’inglese, l’azienda offre anche corsi di francese, spagnolo e tedesco.

Le lezioni sono anche pensate per essere divertenti: il contenuto utilizza temi attuali, accenti nativi e riferimenti culturali autentici, senza perdersi in troppa teoria, ma con molta pratica. Inoltre gli studenti possono anche scegliere gli argomenti a cui sono più interessati.

Nei suoi 18 anni di storia, Gymglish ha formato oltre 50 milioni di utenti in tutto il mondo.

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Nuovo bonus patente fino a 2.500 euro per il 2022: cos’è e come funziona

Nuovo bonus patente fino a 2.500 euro per il 2022: cos’è e come funziona

Il bonus patente 2022 è una novità inclusa del decreto Milleproroghe, che si rivolge a destinatari ben precisi. La guida rapida.

Tra le numerose novità connesse al decreto Milleproroghe, recentemente convertito in legge, vi è quella inerente al cd. bonus patente 2022, frutto di un emendamento ad hoc inserito in sede di conversione in Legge. In estrema sintesi siamo innanzi ad un voucher, di valore massimo pari a 2.500 euro, mirato ai giovani al di sotto dei 35 anni di età, che intendono conseguire la patente CQC, ossia l’abilitazione alla guida professionale di mezzi pesanti per conto terzi. Nello specifico, il contributo in questione è stato introdotto dall’articolo 10, commi da 3-terdecies a 3-quinquies del Decreto Milleproroghe.

Chiaro che l’introduzione del bonus contribuisce a favorire la ripresa dell’occupazione, in particolare in un settore chiave per l’economia italiana, come quello dei trasporti su gomma. Proprio in questo ambito, infatti, si registra una carenza di autisti. Ecco allora i principali dettagli in merito al suddetto voucher.

Bonus patente 2022, come funziona

Lo abbiamo accennato: è quasi pronto a partire il nuovo bonus patente 2022 dedicato ai giovani under 35, che desiderano ottenere la patente di guida dei mezzi pesanti, per lavorare nel settore dell’autotrasporto. Come accennato, è un voucher, previsto dal Decreto Milleproroghe, erogato entro un tetto massimo e sfruttabile dal primo luglio di quest’anno fino al 2026.

Leggi anche: bonus bollette, cos’è, a chi spetta e quando

Ecco in sintesi il profilo di questo bonus, anche chiamato ‘buono patente autotrasporto’:

  • si tratta di un contributo erogato sotto forma di rimborso corrispondente all’80% della spesa sostenuta per l’abilitazione;
  • 2.500 euro è l’importo massimo della copertura del citato bonus;
  • la finalità è agevolare coloro che intendono conseguire la patente e l’abilitazione alla guida professionale (CQC);
  • destinatari sono i giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni che vogliono diventare autotrasportatori di professione.

In particolare, la certificazione CQC, ossia la Carta di Qualificazione del Conducente, abilita i conducenti di mezzi pesanti, conducenti di mezzi che hanno massa al di sopra (a pieno carico) di 3,5 tonnellate, al trasporto di merci e persone. In base alla normativa vigente, l’appena citata abilitazione è obbligatoria per tutti i conducenti che trasportano merci o persone.

Come e quando fare domanda

Tutti coloro che sono interessati a lavorare come autotrasportatori, debbono sapere che non è ancora possibile fare domanda e dunque richiedere il nuovo voucher patente 2022. Ma si sa già che la richiesta del beneficio dovrà essere fatta online su una nuova piattaforma informatica, predisposta dal Ministro delle Infrastrutture.

Pertanto, al fine di conoscere le modalità di presentazione domanda del bonus patente 2022, sarà obbligatorio attendere la pubblicazione del decreto attuativo del Ministro delle Infrastrutture, di concerto con quello dell’Economia e delle Finanze.

Saranno necessari alcuni mesi, ma si tratta di un provvedimento essenziale per capire quali saranno le modalità pratiche di versamento del rimborso all’80%. Le spese sostenute, e su cui scatta il rimborso in oggetto, dovranno comunque essere debitamente documentate da colui che intende ottenere il contributo.

Leggi anche: incentivi auto elettriche e ibride nel decreto bollette

Quali sono i fondi disponibili e quali sono le finalità del contributo

Appare piuttosto chiaro che, in termini pratici, il voucher patente ha una rilevanza nient’affatto secondaria e può dare certamente una mano a tutti coloro che vogliono conseguire la patente per la guida professionale dei mezzi pesanti. Nel dettaglio, i costi legati all’ottenimento di una comune patente C comportano di versare all’incirca 1.200 euro per la scuola guida. E più di 800 euro, se l’esame è preparato come privatisti. Inoltre, il prezzo dell’estensione E è attorno ai 750 euro. Non solo: per la carta di qualificazione del conducente o CQC – obbligatoria per tutti coloro che vogliono lavorare come autotrasportatori – l’esborso può superare i duemila euro.

Concludendo, ribadiamo che detto credito per la patente serve dunque ad agevolare coloro che intendono inserirsi professionalmente nel mondo dei trasporti, per lavorare come camionisti e contribuire a rilanciare un settore in cui vi è una effettiva mancanza di autisti. Ma attenzione: si tratta di beneficio che può essere richiesto una sola volta, non rappresentando reddito imponibile del beneficiario; e non risultando dunque ai fini del computo del valore dell’Isee.

Per quanto riguarda i dettagli, ed in particolare i termini e le modalità per presentare la domanda, ribadiamo infine che occorrerà attendere il decreto ministeriale attuativo.

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Scadenza Certificazione Unica 2022, consegna e invio telematico

Scadenza Certificazione Unica 2022, consegna e invio telematico

Scadenza della Certificazione unica 2022 (ex CUD) da trasmettere al Fisco e consegnare ai percipienti. I dettagli.

Certificazione Unica

Nessuna proroga in vista per la scadenza della Certificazione Unica 2022 (ex CUD), dallo scorso anno infatti le scadenze CU di consegna ai percipienti e l’invio dei dati al Fisco sono state unificate alla stessa data.

Il 16 marzo prossimo scade pertanto il termine per l’invio all’Agenzia entrate dei modelli CU 2022 periodo d’imposta 2021 ed entro la stessa data i sostituti d’imposta sono tenuti a consegnare la CU sintetica a coloro che l’anno precedente hanno percepito redditi da lavoro dipendente o assimilati nonché a talune altre categorie reddituali quali ad esempio i compensi da lavoro autonomo.

In particolare l’invio telematico dei dati è obbligatorio entro tale data per i redditi rientranti nel 730 precompilato 2022; i dati possono essere inviati fino al 31 ottobre 2022 per i redditi che non vanno ad incidere sul 730 precompilato.

Certificazione Unica 2022: chi sono i soggetti obbligati alla compilazione e all’invio

I soggetti obbligati a trasmettere il modello CU entro il 16 marzo sono tutti coloro che nel 2020 hanno:

  • erogato somme soggette a ritenuta alla fonte quali ad esempio redditi da lavoro dipendente ed assimilato, redditi da lavoro autonomo, redditi da locazioni brevi;
  • corrisposto contributi previdenziali, assistenziali e/o premi INAIL;
  • riconosciuto somme e valori per i quali non è prevista l’applicazione della ritenuta alla fonte, ma sono assoggettati a contribuzione INPS.

Sono altresì tenuti all’invio della CU coloro che sono titolari di posizione assicurativa INAIL, relativamente ai dati relativi al personale assicurato.

Da ultimo, l’obbligo di trasmettere la Certificazione unica si estende a tutte le Amministrazioni sostituti d’imposta, confluite nell’INPS gestione Dipendenti Pubblici oltre a:

  • Enti con personale iscritto per opzione all’INPS gestione Dipendenti Pubblici.
  • Sostituti d’imposta con dipendenti iscritti alla sola gestione assicurativa ENPDEP.

Chi sono i percipienti che ricevono la CU

I percipienti che riceveranno la Certificazione Unica sono i percettori di redditi da lavoro dipendente e assimilati:

  • lavoratori dipendenti,
  • collaboratori,
  • disoccupati percettori di NASpI
  • percettori di CIG a pagamento diretto INPS
  • e pensionati.

Altri percipienti sono invece i soggetti ai quali il sostituto d’imposta effettua una ritenuta fiscale alla fonte in sede di pagamento dei compensi, ad esempio:

  • autonomi e professionisti soggetti a ritenuta d’acconto,
  • amministratori di condominio,
  • collaboratori autonomi occasionali,
  • broker assicurativi ecc.

Modello CU 2022, come si compone

La Certificazione unica 2022 si compone di tre sezioni principali tutte oggetto di invio telematico all’ADE:

  • Frontespizio;
  • Quadro CT;
  • Certificazione unica 2021.

In particolare, il frontespizio ospita i dati relativi a:

  • Tipo di comunicazione (nel caso in cui si intenda procedere ad un invio per annullare o sostituire una precedente CU);
  • Eventi eccezionali;
  • Dati del sostituto d’imposta;
  • Dati del firmatario della comunicazione;
  • Impegno alla presentazione telematica.

La seconda sezione del modello CU ospita il Quadro CT, in cui vengono riportate le informazioni riguardanti la ricezione in via telematica dei dati relativi ai modelli 730-4 resi disponibili dall’Agenzia delle Entrate.

Infine, la terza macro-sezione ospita la Certificazione unica vera e propria in cui, come anticipato, il sostituto d’imposta attesta i dati fiscali e previdenziali relativi ai:

  • Redditi da lavoro dipendente, assimilati e da assistenza fiscale;
  • Redditi da lavoro autonomo, provvigioni e redditi diversi;
  • Dati fiscali relativi ai redditi da locazioni brevi.

Quali sono le novità per la Certificazione Unica 2022 (ex CUD)

Le principali novità del modello 2022 approvato dall’Agenzia entrate riguardano:

  • Trattamento integrativo
  • Impatriati
  • NASpI

Qui le novità della CU 2022 in dettaglio.

Quali sono le scadenze

I sostituti d’imposta sono tenuti a trasmettere in via telematica all’Agenzia delle entrate la Certificazione Unica 2022 entro il 16 marzo prossimo. La scadenza non riguarda però i redditi che non avranno influenza sulla prossima dichiarazione dei redditi 730 precompilata. Parliamo in particolare dei redditi da lavoro autonomo per i quali è stata effettuata una ritenuta fiscale ovvero i redditi esenti o non dichiarabili mediante la dichiarazione precompilata. In questo caso la scadenza della CU 2022 è il 31 ottobre e coincide con la scadenza del 770/2022.

La data del 16 marzo 2022 coincide anche con il termine di consegna delle certificazioni ai percipienti, siano essi lavoratori dipendenti e assimilati che lavoratori autonomi.

Questo significa che entro tale data i datori di lavoro ed in generale i sostituti d’imposta sono tenuti a:

  • Inviare le certificazioni uniche all’Agenzia delle entrate;
  • Consegnare i modelli CU 2022 a lavoratori dipendenti ed altri soggetti percipienti.

Il flusso CU dev’essere inviato esclusivamente in via telematica direttamente dal soggetto obbligato alla trasmissione (sostituto d’imposta) ovvero da un intermediario abilitato.

Come indicato nelle istruzioni pubblicate dall’Agenzia entrate il modello si considera presentato nel giorno in cui è conclusa la ricezione dei dati da parte dell’ente stesso.

La prova della presentazione del flusso è data dalla comunicazione (telematica) attestante l’avvenuto ricevimento dei dati.

È importante precisare che non costituisce prova di avvenuto invio della CU il messaggio, immediatamente rilasciato dal sistema, di ricezione del file. Rileva solamente la ricevuta attestante l’esito dell’elaborazione effettuata sui dati pervenuti, che, in assenza di errori, conferma l’avvenuta presentazione del modello.

Come si compone il flusso telematico

Il flusso telematico da inviare all’Agenzia entrate si compone di:

  • Frontespizio;
  • Quadro CT;
  • CU 2022 modello ordinario.

In particolare, l’invio può essere effettuato anche da parte di soggetti diversi per trasmettere separatamente la parte relativa alle certificazioni da lavoro dipendente e quella di lavoro autonomo.

Quando scade la consegna ai percipienti

Sempre entro la data del 16 marzo, i sostituti d’imposta devono consegnare ai percipienti i modelli CU sintetici, in duplice copia, unitamente alle istruzioni.

Sino all’approvazione del nuovo modello, la CU 2022 può essere utilizzata anche per attestare redditi corrisposti in periodi d’imposta successivi al 2021.

Tipico è il caso del dipendente che interrompe il rapporto nel 2022 e inoltra richiesta al sostituto d’imposta per ricevere la Certificazione sui redditi del medesimo anno: in tal caso il modello dichiarativo dev’essere reso disponibile entro i dodici giorni successivi.

Differenze fra CU sintetica o ordinaria

Il modello CU 2022 è composto, come di consueto, da:

  • CU sintetico, da consegnare ai percipienti (entro il 16 marzo 2022), dove sono riportati solo i principali elementi reddituali utili per presentare la dichiarazione dei redditi 730 ovvero il modello UNICO PF;
  • CU ordinario, da inviare all’Agenzia entrate entro il 16 marzo 2022, contenente tutti i dati necessari all’elaborazione del modello 730 precompilato.

Quali sono le sanzioni previste in materia di certificazione unica

In caso di certificazione omessa, tardiva o errata è prevista una sanzione amministrativa di 100,00 euro per ciascuna CU, fino ad un massimo di 50 mila euro per sostituto d’imposta.

Limitatamente alle ipotesi di errata trasmissione la sanzione non si applica se l’invio avviene entro i cinque giorni successivi alla scadenza. Al contrario se i modelli vengono inviati entro sessanta giorni dalla scadenza, l’importo sanzionatorio è ridotto ad un terzo, con un massimo di 20 mila euro.

Leggi anche: sanzioni Certificazione Unica

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Santa Francesca Romana

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Santa Francesca Romana


Santa Francesca Romana

autore: Francesco Naselli anno: 1608 titolo: Dipinto con Santa Francesca Romana luogo: Basilica di San Giorgio fuori le mura, Ferrara
Nome: Santa Francesca Romana
Titolo: Religiosa
Nascita: 1384, Roma
Morte: 9 marzo 1440, Roma
Ricorrenza: 9 marzo
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Patrona di:RomaSpinea
Nel 1384 nasceva a Roma, da nobile famiglia, Francesca, la santa che seppe nella vita coniugale, prepararsi una corona fulgentissima per il cielo.

Ancora tenera fanciullina mostrò grande amore alla virtù e alla vita nascosta: schivando gli infantili divertimenti, si dava con grande fervore alla pietà e alla mortificazione.

Giovanetta di 11 anni, manifestò ai genitori il desiderio di consacrarsi a Dio, ma ebbe un rifiuto, anzi per ubbidienza nel 1396 contrasse matrimonio con Lorenzo Ponzani, nobile signore romano.

Nel nuovo stato di vita, due furono le preoccupazioni della Santa: conservare la grazia di Dio schivando le compagnie pericolose, i banchetti, gli spettacoli e tutti i cattivi divertimenti; procurare di essere ubbidiente ai voleri dello sposo, pronta ai doveri familiari, per cui soleva dire che una donna maritata deve lasciare all’istante ogni pratica di devozione, quando ha da attendere alle sue cose domestiche.

L'elemosina di santa Francesca Romana

titolo L’elemosina di santa Francesca Romana
autore Giovan Battista Gaulli anno 1675

Divenuta madre, pose ogni cura per educare nell’innocenza e nel timore di Dio i suoi figliuoli e per essi chiedeva al Signore che la loro vita fosse tale da meritare un bel posto in cielo.

Sempre numerose furono le sue mortificazioni, ma crebbero a dismisura quando riuscì ad ottenere dal marito il permesso di diportarsi secondo che la sua pietà le ispirava. Fu allora che, sotto la guida di un saggio confessore, fece mirabili progressi nella via della perfezione. L’orazione era continua sulle sue labbra e sapeva tramutare il lavoro in preghiera.

Il 15 agosto 1425, con nove compagne, si offrì come oblata della Vergine nella basilica di Santa Maria Nova al Foro. Per otto anni le Oblate continuarono a vivere nelle proprie famiglie, sino al marzo del 1433, quando, acquistata una casa nel rione Campitelli dalla famiglia Clarelli suoi parenti, ai piedi del Campidoglio, cominciarono a condurvi vita comune.

I piccoli difetti che talvolta per umana fragilità commetteva, le erano stimolo a vieppiù mortificarsi e a vigilare su se stessa, specialmente sulla lingua, il grande pericolo delle donne.

Il Signore non mancò di provare la sua serva con gravi sventure: infatti, quando a causa dello scisma, suo marito fu confinato e spogliato d’ogni bene e il suo primogenito ritenuto in ostaggio, mostrò tutta la sua rassegnazione alla volontà di Dio, non dicendo altro che le parole del santo Giobbe: « Il Signore ha dato, il Signore ha tolto. Sia benedetto il nome del Signore ».

Poco tempo dopo potè rivedere liberi il marito e il figlio, ma venne allora la morte a rapirle il consorte. Libera dai legami coniugali, si ritirò nel monastero che ella aveva fondato in Roma. Presentatasi con una fune al collo e a piedi nudi, fu dalle suore ricevuta con grande gioia e quasi subito eletta superiora.

Fu favorita da Dio del dono della profezia e della visione quasi continua dell’Angelo Custode, col quale familiarmente conversava.

Morì l’anno 1440 e fu subito onorata con culto pubblico, benché venisse canonizzata solo nel 1608.

PRATICA. Cerchiamo di tener viva nella nostra mente la presenza del nostro Angelo Custode e valiamoci del suo aiuto in ogni occasione.

PREGHIERA. O Signore, che fra gli altri tuoi doni decorasti la tua beata serva Francesca con la familiare presenza del suo Angelo, deh, concedi, per la sua intercessione, che meritiamo di raggiungere gli Angeli in Paradiso.

MARTIROLOGIO ROMANO. Santa Francesca, religiosa, che, sposata in giovane età e vissuta per quarant’anni nel matrimonio, fu moglie e madre di specchiata virtù, ammirevole per pietà, umiltà e pazienza. In tempi di difficoltà, distribuì i suoi beni ai poveri, servì i malati e, alla morte del marito, si ritirò tra le oblate che ella stessa aveva riunito a Roma sotto la regola di san Benedetto