Archivi giornalieri: 24 marzo 2022

Licenziamento per giusta causa, cos’è e come funziona: guida completa

Licenziamento per giusta causa, cos’è e come funziona: guida completa

Cos’è, come funziona e quali sono i casi in cui è possibile procedere al licenziamento per giusta causa? Ecco la nostra guida.

Cos’è e come funziona il licenziamento per giusta causa? Cominciamo col dire che il rapporto di lavoro si basa su un contratto di tipo sinallagmatico, ovvero a prestazioni corrispettive: il lavoratore presta la sua opera di lavoro e il datore di lavoro gli corrisponde una retribuzione. Oltre ad essere regolato dal paradigma lavoro-retribuzione, è però anche impregnato da un fondamentale rapporto di fiducia tra datore di lavoro e lavoratore.

Può succedere tuttavia che la fiducia si incrini irrimediabilmente, a causa ad esempio di un comportamento del lavoratore oppure del datore di lavoro tale che il rapporto di lavoro non può proseguire oltre. Questo comporta da una parte il licenziamento, dall’altra le dimissioni per giusta causa, che prevedono nell’uno e nell’altro caso la non prosecuzione del rapporto di lavoro neanche per un giorno.

Licenziamento per giusta causa

Quando la motivazione del licenziamento dipende principalmente da un comportamento del lavoratore ci troviamo di fronte alla possibilità per il datore di lavoro di procedere con il licenziamento disciplinare. A seconda della gravità del comportamento si potrà avere un:

  1. licenziamento per giusta causa
  2. o un licenziamento per giustificato motivo soggettivo.

Nel secondo caso il comportamento del lavoratore è sicuramente molto grave, ma non così tanto da recedere in tronco, procedendo con l’applicazione del periodo di preavviso.

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Cos’è il licenziamento per giusta causa

Vi possono essere delle situazioni che vengono reputate talmente gravi dal datore di lavoro, da non dare la possibilità di prosecuzione del rapporto di lavoro nemmeno in modo temporaneo; il datore non avendo più fiducia nel lavoratore interrompe quindi immediatamente il rapporto di lavoro.

Il comportamento del lavoratore viene considerato pertanto talmente grave da far dubitare che possa agire correttamente e in buona fede anche nel solo periodo di preavviso. Si parla in questo caso licenziamento in tronco.

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Non esiste un elenco esaustivo (come vedremo in seguito) di giuste cause di licenziamento. Tuttavia per prima cosa può essere utile consultare il contratto collettivo e secondariamente bisogna sempre aver contezza che la risoluzione del rapporto di lavoro è l’ultima sanzione applicabile al lavoratore e che pertanto portando alla fine del rapporto non ci deve essere una sproporzione tra fatto contestato e sanzione applicata.

Cosa dice il contratto collettivo sul licenziamento per giusta causa?

Il contratto collettivo può riportare una serie di comportamenti tali per cui il datore di lavoro può decidere di recedere dal rapporto.

Si tratta comunque di una possibilità che viene data al datore; questi infatti potrebbe decidere di non applicare questo tipo di sanzione e conservare inalterato il loro rapporto, applicando una sanzione meno grave del licenziamento, come ad esempio la sospensione.

Esempi di licenziamento per giusta causa

Non esiste un elenco completo ed esaustivo delle ipotesi che possono essere alla base di un licenziamento per giusta causa. La giurisprudenza ha infatti ampliato questo elenco nel corso degli anni. Se si volesse procedere con un elenco meramente esemplificativo e non esaustivo possiamo indicare:

  • la falsa malattia;
  • utilizzo dei permessi 104 per finalità diverse da quella di prestare assistenza al familiare disabile;
  • assenza per ferie non autorizzate;
  • svolgimento di lavoro per azienda concorrente;
  • atti di insubordinazione, violenze fisiche, aggressioni verbali nei confronti di superiori;
  • furti in azienda o prelievi dalla cassa;
  • condanne penali, non derivanti necessariamente da atti commessi durante il turno di lavoro ma che possono procurare danni all’immagine dell’azienda.
  • abbandono ingiustificato del posto di lavoro;

Tutte le suddette cause dovranno essere comunque provate dal datore di lavoro; inoltre bisognerà valutare i comportamenti pregressi e la gravità del singolo episodio. L’onere della prova circa la sussistenza della giusta causa ricade infatti sul datore di lavoro; questi deve infatti dimostrare che quel comportamento specifico abbia leso gravemente il vincolo fiduciario tra le parti.

Licenziamento per giusta causa: come procedere

L’iter che porta al licenziamento, come ultima sanzione applicabile al comportamento del lavoratore, si apre con la contestazione del fatto al dipendente.

La contestazione deve avvenire tempestivamente rispetto al momento in cui il datore di lavoro viene a conoscenza di quanto accaduto; la contestazione deve essere inoltre dettagliata e riferita al fatto compiuto.

Leggi anche: Contestazione disciplinare, l’addebito deve essere chiaro e specifico

Una volta effettuata la contestazione disciplinare il lavoratore deve essere messo nella condizione di poter portare le sue giustificazioni in riferimento all’accaduto. Solo terminati questi passaggi il datore di lavoro può decidere come agire.

Il comportamento messo in atto dal lavoratore però deve essere valutato in base alla sua gravità; questo servirà a comprendere se è necessario procedere con un licenziamento per giusta causa o giustificato motivo soggettivo.

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Sconti benzina e gasolio, quanto si risparmia davvero? Ecco i numeri

Sconti benzina e gasolio, quanto si risparmia davvero? Ecco i numeri

A seguito del decreto per contrastare gli effetti della crisi in Ucraina, sono in vigore gli sconti benzina e gasolio. I dettagli.

Un parziale sospiro di sollievo per il popolo degli automobilisti e di tutti coloro che usano un mezzo a motore per ragioni di lavoro, gli sconti benzina e gasolio sono realtà, anche se non nella misura che si aspettavano i cittadini, costretti nelle ultime settimane a dover sopportare pesantissimi aumenti dei prezzi del carburante.

Infatti dal 22 marzo sono in vigore sconti benzina e tagli delle accise, con tariffe ridotte alla pompa per almeno un mese. Ciò è frutto di un nuovo provvedimento del Governo, ossia un decreto ad hoc contro il caro benzina, recentemente pubblicato in GU e recante “Misure urgenti per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi ucraina“.

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Vediamo allora più nel dettaglio come funzionano gli attuali sconti benzina e quali risparmi concreti comporteranno per tutti coloro che, per i motivi più svariati, si trovano ad utilizzare un mezzo a motore.

Sconti benzina e gasolio: il contesto di riferimento e l’esplosione dei prezzi

E’ ben noto: da alcune settimane, in tutta Italia, sono vertiginosamente aumentati i prezzi dei carburanti, superando ampiamente i due euro al litro. Da notare che, a differenza dell’incremento dei costi dei prodotti a base di grano o del gas, l’aumento dei carburante è dovuto soltanto in parte all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Infatti, uno dei maggiori elementi che va a pesare sul costo di benzina e diesel è costituito dal prezzo del Brent, ossia il petrolio estratto nel Mare del Nord. Il combustibile in oggetto ha infatti raggiunto cifre record.

Ma in verità, ad incidere sui prezzi che si possono leggere direttamente alle pompe di benzina vi sono anche le tasse – IVA e accise – che, nel nostro paese, sono particolarmente onerose e che rappresentano per noi una fetta piuttosto grande del costo complessivo del carburante. Ecco perché è apparso opportuno introdurre gli sconti benzina, come tra poco vedremo.

Leggi anche: nuovo bonus patente fino a 2.500 euro per il 2022, cos’è e come funziona

Inoltre, se la benzina, così come il gasolio, è giunta a costare più di 2 euro al litro, tuttavia, è anche perché occorre considerare non soltanto i costi del petrolio come materia prima, ma anche quelli correlati alla sua estrazione; alla raffinazione; allo stoccaggio; al trasporto e alla distribuzione. Si tratta di elementi che, combinati tra loro, vanno ad incidere sul prezzo finale. Per uscire da questa situazione di aumento esagerato dei prezzi, o si spera in un calo del prezzo del Brent, o si fa fronte al boom dei costi con un taglio delle tasse. Ed è ciò che infatti è stato disposto con il decreto sopra citato.

Sconti carburante: come funziona il taglio delle accise

In questi giorni il Governo ha inteso intervenire per fronteggiare il boom dei prezzi dei carburanti, con misure in campo fiscale e veri e propri sconti benzina. D’altronde la scelta pareva doverosa: gli automobilisti non sono infatti i soli a percepire gli effetti dei rincari. Oltre ai costi di benzina e diesel, in una sorta di reazione a catena crescono altresì i costi dei prodotti trasportati su gomma e, di seguito, quelli dei prodotti venduti al dettaglio.

Ebbene, alla luce di questa situazione, gli sconti benzina comportano l’accennato taglio accise da martedì 22 marzo, al fine di avere tariffe ridotte di prezzo. Il decreto legge 21/2022, recante

misure urgenti per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi ucraina,

dispone che le aliquote di accisa sulla benzina e gasolio siano rideterminate nelle misure che seguono:

  • benzina: 478,40 euro per 1000 litri;
  • olio da gas o gasolio usato come carburante: 367,40 euro per 1000 litri.

Si precisa altresì che fino al 31 dicembre 2022, le aliquote potranno essere ridefinite senza altri decreti legge, ma con provvedimento ministeriale – in modo da snellire l’iter.

Ricapitolando, gli sconti benzina alla pompa sono dunque immediati e pari a 25 centesimi sul prezzo di benzina e gasolio, al quale si deve aggiungere poi l’Iva. Le novità sul taglio della accise sui carburanti e sulla riduzione del costo della benzina e del gasolio tuttavia non trovano la piena approvazione dei gestori dei distributori e degli stessi cittadini, che si aspettavano uno sconto maggiore e, soprattutto, non per un periodo limitato.

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Codacons: ecco qual è il costo corretto del carburante scontato

In tema di sconti benzina, molto interessante è il recente contributo Codacons, ossia la nota associazione dei consumatori. Essa infatti ha preso in analisi il costo medio del carburante della scorsa settimana, ossia 2,137 euro al litro per la benzina e 2,124 euro al litro per il diesel. Applicando a questi prezzi le misure appena disposte dal Governo contro i rincari, il costo massimo del carburante per le prossime settimane è quello che segue:

  • 1,78 euro al litro per la benzina;
  • 1,77 euro al litro per il diesel.

L’associazione ha peraltro già indicato che potrà svolgere controlli a tappeto ed effettuare denunce alle varie procure, nei confronti dei distributori che non applicheranno alle disposizioni del decreto, attuando lo sconto in modo preciso.

Concludendo, nelle prossime settimane il Governo ovviamente seguirà con attenzione l’evoluzione della situazione e laddove il prezzo della benzina continui a rimanere elevato, non è affatto escluso un nuovo intervento con sconti benzina alla fine del mese prossimo.

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Portale delle Famiglie INPS: cos’è, come funziona, a cosa serve e come accedere

Portale delle Famiglie INPS: cos’è, come funziona, a cosa serve e come accedere

Il Portale delle Famiglie è la novità recentemente introdotta per agevolare i rapporti tra cittadino e INPS. Ecco come funziona e i vantaggi.

In un’ottica di progressiva digitalizzazione dei servizi pubblici e di snellimento dei rapporti tra pubblica amministrazione e cittadino, ecco la novità rappresentata dal lancio del Portale delle Famiglie INPS. Si tratta della piattaforma integrata della genitorialità, con la finalità di agevolare i genitori che accedono a prestazioni a tutela dei nuclei familiari.

Tramite il Portale INPS delle Famiglie i beneficiari delle prestazioni possono visualizzare, dopo accesso con SPID, le informazioni sulle prestazioni erogate o in corso di erogazione, lo stato di lavorazione delle domande, gli eventuali pagamenti, le informazioni relative ai figli minori e il valore del proprio ISEE, se questo è presente.

Vediamo allora un po’ più da vicino la novità INPS, per capire qual è la sua effettiva utilità e come fare ad accedervi.

Portale delle Famiglie INPS: cos’è e a cosa serve

Spiegare che cos’è e come funziona il citato Portale delle famiglie non è difficile. Siamo innanzi ad un servizio dell’Inps, che intende fornire informazioni e assistenza a genitori e famiglie, le quali:

  • necessitano di consulenza su qualche specifico argomento di competenza dell’Inps;
  • intendono accedere in modo semplice a servizi e prestazioni nel campo della genitorialità.

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In particolare, attraverso questo nuovo servizio dell’Istituto di previdenza è possibile conseguire informazioni su:

  • assegno unico e universale;
  • assegno temporaneo per i figli minori;
  • bonus asilo nido;
  • assegno di natalità;
  • bonus baby-sitting;
  • bonus centri estivi.

Attenzione però: in base alle ultime informazioni disponibili e riportate nel recente messaggio Inps n. 1263, il Portale delle Famiglie integra al momento le prestazioni riguardanti il bonus asilo nido; l’assegno temporaneo per i figli minori; il bonus baby-sitting e centri estivi; l’assegno di natalità (o bonus bebè). L’istituto altresì fa sapere che a breve la consultazione sarà allargata anche alle altre prestazioni rivolte al sostegno delle famiglie. Ci si riferisce soprattutto all’assegno unico e universale figli a carico, ossia la misura che ha preso il via proprio in questi giorni con i primi pagamenti.

Cos’è l’assistente virtuale e come fare le simulazione delle prestazioni

Nell’ambito dell’utilizzo del Portale INPS delle Famiglie, l’utente potrà altresì:

  • contare su un assistente virtuale in grado di dare informazioni, sintetiche e veloci, per quanto riguarda l’accesso alle prestazioni e la disciplina di queste;
  • simulare alcune prestazioni, alle quali potrebbe avere diritto, conseguendo una previsione degli ipotetici importi versati.

Non solo. Il Portale delle Famiglie si dimostra tecnologicamente sviluppato, in quanto capace di offrire agli utenti alcuni servizi personalizzati e proattivi, legati alle informazioni di cui dispone l’Istituto. Tramite essi può essere suggerito l’inoltro di domande per determinate prestazioni spettanti al nucleo familiare con figli. Anche queste caratteristiche servono indubbiamente a snellire e velocizzare i rapporti tra cittadino e PA.

Portale delle Famiglie, come si accede

Infine ricordiamo che il Portale INPS delle Famiglie è facilmente raggiungibile da desktop, smartphone e tablet a questo indirizzo web. Perciò l’accesso al Portale delle Famiglie si compie tramite il sito istituzionale Inps.

Per effettuare l’accesso sarà possibile utilizzare una delle seguenti modalità:

  • Carta di identità elettronica (CIE);
  • Carta Nazionale dei Servizi (CNS);
  • Credenziali SPID (Sistema pubblico di identità digitale).

Compiuto l’accesso, l’utente potrà visualizzare le informazioni in tema di prestazioni erogate o in corso di erogazione; lo stato di lavorazione delle domande; gli eventuali pagamenti, il valore del proprio Isee (se presente), le informazioni sui figli minori. Inoltre, non bisogna dimenticare che il nuovo servizio Inps è coordinato ed integrato con il sistema Isee e con il Libretto Famiglia.

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Assegno unico e 730, istruzioni Agenzia delle Entrate sulle detrazioni

Assegno unico e 730, istruzioni Agenzia delle Entrate sulle detrazioni

Assegno unico e universale, cosa cambia nella compilazione del 730? Ecco le indicazioni dell’Agenzia delle entrate.

Con l’entrata in vigore dell’assegno unico e universale (AUU), dal 1° marzo 2022, il datore di lavoro non può più riconoscere in busta paga le detrazioni per i figli a carico di età inferiore ai 21 anni, in quanto sostituite dal citato assegno. Le detrazioni per figlio a carico non sono le uniche misure agevolative sostituite con l’assegno unico.

Detto ciò, l’entrata in vigore dell’assegno unico, ha delle conseguenze anche in ottica di compilazione del 730. Una delle domande che è lecito porsi è: l’assegno unico sostituisce anche le detrazioni Irpef riconosciute per le spese sostenute per i figli a carico: spese di istruzione, sanitarie, per le attività sportive praticate, ecc.

Ecco cosa c’è da sapere.

Assegno unico e universale, cos’è e come funziona

L’assegno unico e universale, AUU, D. Lgs 230/2021, è stato introdotto dal Governo con l’intento di armonizzare e unire sotto un’unica agevolazione i vari bonus e assegni familiari riconosciuti dal legislatore.

Infatti, con effetti sullo stipendio dei lavoratori dipendenti e sulle pensioni dal mese di marzo 202, detrazioni  e Assegni familiari per i figli di età inferiore ai 21 anni non saranno più presenti.

Nello specifico, l’Assegno unico e universale sostituisce da marzo:  il Premio alla nascita (Bonus mamma domani), l’Assegno di natalità (Bonus bebè), gli ANF e le detrazioni per i figli a carico al di sotto dei 21 anni. Verrà abrogato anche il Bonus tre figli, mentre rimarranno in vigore la maternità comunale di 1.700 euro e il Bonus nido. Indicazioni ribadite dall’Inps sul proprio portale.

Come impattano tali novità sulla compilazione del 730?

Assegno unico e 730, quali impatti sulla dichiarazione dei redditi

In riferimento al 730-2022, l’assegno unico non produrrà effetti. Infatti, il 730-2022 è riferito al periodo d’imposta 2021. Dunque, le conseguenze si avranno dal prossimo anno.

Tuttavia c’è una domanda che è lecito porsi già ora. L’assegno unico sostituisce anche le detrazioni Irpef riconosciute per le spese sostenute per i figli a carico? Si pensi alle spese di istruzione, sanitarie, per le attività sportive praticate, ecc.

Ebbene la risposta è negativa.

Infatti, nella circolare n°4/E 2022, l’Agenzia delle entrate ha chiarito che:

  • per i figli di età inferiore ai 21 anni che rispettano i criteri reddituali per essere considerati a carico, anche se non spettano più le detrazioni per figli a carico,
  • continuano a spettare le detrazioni e le deduzioni previste per oneri e spese sostenute nel loro interesse.

Inoltre, con riferimento alle detrazioni per carichi di famiglia, fino alla fine di febbraio del primo anno di applicazione dell’AUU(2022), sono rimaste in vigore le misure in essere. Da qui, fino a tale data devono essere conteggiate le detrazioni per i figli minori di 21 anni. Stessa cosa dicasi per la detrazione per famiglie numerose. Agevolazioni  riconducibili all’articolo 12 del TUIR.

In sintesi, l’assegno unico non compromette la possibilità di dedurre/detrarre le spese sostenute in riferimento ai figli a carico. Tali spese potranno essere portate in detrazione nel 730 o nel modello Redditi. Così come avveniva negli anni precedenti. In dichiarazione si perderanno parte delle detrazioni per carichi di famiglia (in riferimento ai figli per i quali si prende l’AUU) ma non le detrazioni per le spese pagate a beneficio dei figli a carico.

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La rivoluzione russa

La rivoluzione russa: storia, cronologia e protagonisti

La rivoluzione russa: storia, cronologia e protagonistiA cura di Francesco Gallo.

Storia, cronologia e protagonisti della Rivoluzione russa, l’evento che pose fine all’Impero russo dando vita dopo la guerra civile russa, all’Unione Sovietica

1Introduzione alla Rivoluzione Russa

Rivoluzione russa: cos’èNell’ambito degli sconvolgimenti politici e sociali provocati dalla Grande Guerra, la Rivoluzione Russa fu il più violento, il più traumatico e anche il più imprevisto. Il 1917, con le due rivoluzioni (di febbraio la prima, di ottobre la seconda), provocò la caduta dello zarismo e la presa di potere da parte dei bolscevichi. Da quel momento in poi, la Russia, il più arretrato tra i grandi paesi d’Europa, divenne il primo Stato socialista della storia, considerato dai suoi sostenitori come la patria dei lavoratori di tutto il mondo e dai suoi nemici come la prima espressione di società totalitaria.      

2Prima della Rivoluzione Russa. Nicola II, l’ultimo Zar

Un'immagine della famiglia Romanov con lo zar Nicola II nel 1917

Un’immagine della famiglia Romanov con lo zar Nicola II nel 1917 — Fonte: Getty-Images
 

L’assolutismo di Nicola IIDal momento della sua incoronazione nel 1896, quello che sarebbe stato l’ultimo Zar di Russia, Nicola II, nonché l’ultimo esponente della dinastia dei Romanov, per lunghi anni costrinse la sua popolazione a uno dei più drammatici assolutismi europei. Per di più, con la guerra intrapresa contro il Giappone (guerra russo-giapponese) e il suo imperatore Mutsuhito, da poco giunto al potere, aveva lanciato una politica apertamente imperiale inaugurata nel 1904 per il possesso della Manciuria, una regione dell’Asia Nord-Orientale.    

La domenica di sangueLa sconfitta che ne scaturì, provocò l’indebolimento dello zarismo e la crescita dei sempre più numerosi conflitti interni. Il più importante fu quello del 1905, che passò alla storia come la domenica di sangue, ovverosia quando la polizia uccise un migliaio di persone nel corso di una manifestazione per presentare una petizione allo zar.  

Una rivoluzione inaspettataIn realtà, proprio agli inizi del Novecento, già in molti pensavano che il regime assolutistico degli Zar non potesse ancora resistere a lungo, ma nessuno poteva immaginare che la successiva caduta della monarchia avrebbe dato luogo al più grande evento rivoluzionario mai verificatosi dopo la rivoluzione francese. Un evento che aveva nelle sue radici l’incapacità dell’autocrazia di affrontare le crescenti richieste di partecipazione politica provenienti dalla borghesia e dall’aristocrazia liberale e di risolvere la questione agraria e sociale.

3La Russia verso la Prima Guerra mondiale

Soldati durante la Prima guerra mondiale, che provocò il logorìo delle finanze russe

Soldati durante la Prima guerra mondiale, che provocò il logorìo delle finanze russe — Fonte: Ansa

Un tentativo di cambiamento: il regime semi-rappresentativoTra il 1906 e il 1914, la Russia provò a dotarsi di una sorta di regime semi-rappresentativo, dove alcune libertà politiche e civili vennero parzialmente riconosciute. Ciò nonostante, il regime zarista si mostrò incapace di andare incontro alle sempre più crescenti richieste di contadini e operai.

Una guerra che sfianca il popolo e l’economiaLa situazione già di per sé drammatica collassò nel 1914, con l’inizio della Prima Guerra mondiale. L’Impero russo entrò in guerra a fianco di Francia e Gran Bretagna, contando su una rapida vittoria contro l’Austria-Ungheria alleata della Germania. Tuttavia, dopo alcuni successi iniziali, l’esercito zarista dimostrò la stessa inadeguatezza che l’aveva portato alla sconfitta con il Giappone dieci anni prima. Nel frattempo, però, il logorio del conflitto stava colpendo non solo i soldati nelle trincee, ma anche le masse di affamati nelle città. 

Gli inizi delle ribellioni: le dimostrazioni di piazza e la costituzione dei sovietNel 1917 la condizione catastrofica in cui versava l’economia dell’intero Paese, la carestia che aveva ormai provocato più di due milioni di morti e il vertiginoso aumento dei prezzi dei generi alimentari, portò nuovamente il popolo in strada a manifestare la propria esasperazione attraverso una violenta rivolta. Da Pietrogrado, le dimostrazioni di piazza dell’8 e il 9 marzo 1917 (23 e 24 febbraio secondo il calendario ortodosso), dilagarono in tutto il Paese, travolgendo il regime zarista. Gli operai erano stati affiancati da reparti militari ribelli che avevano nel frattempo costituito un soviet.

La Duma, il Parlamento russo

La Duma, il Parlamento russo — Fonte: Getty-Images

L’abdicazione di Nicola II e la creazione di un governo provvisorioNicola II abdicò decretando, di fatto, la fine della lunga storia imperiale della dinastia dei Romanov. Dopo la caduta dello zar, la successione fu assunta da un governo provvisorio liberale costituito dai membri della Duma e presieduto dall’aristocratico Georgij L’vov e da Aleksandr Kerenskij (ministro della guerra) con l’obiettivo di continuare la guerra e la ripresa economica-politica del paese ispirandosi alle strutture occidentali. 

4Lenin e la politica: tutto il potere ai Soviet

Il Cremlino nell'ottobre 2017

Il Cremlino nell’ottobre 2017 — Fonte: Getty-Images

Operai e contadini hanno finalmente voce: i sovietNel frattempo in Russia stavano nascendo delle nuove forze politiche, assai differenti tra loro. La rivoluzione russa aveva messo in moto un movimento di massa animato da entusiasmo enorme e da visioni utopistiche di emancipazione dell’umanità. Gli operai rivendicavano autorità e i contadini si impadronivano delle loro terre. Famosi sono i soviet di Pietrogrado che votavano per alzata di mano. Fu un’organizzazione imponente e godette di una posizione di preminenza incontrastata nel corso della rivoluzione.  

Per comprendere il significato storico di aule grandi e fredde dove si riunivano contadini, operai e soldati per votare, occorre ricordare che per la prima volta, in un paese privo d’esperienze democratiche, operai e contadini venivano chiamati ad esprimere la propria volontà.  

Menscevichi e bolscevichiTra i protagonisti dell’appena nata palpitante vita politica russa c’erano i menscevichi e i bolscevichi che abbracciavano le tesi di Lenin esposte nel suo libro Che fare?, in cui proponeva la formazione di un partito rivoluzionario composto dall’avanguardia della classe operaia.  

L’avvento di LeninMa chi era Lenin? Nato da una famiglia benestante della classe media, a soli ventitré anni era diventato una figura di spicco nel Partito Operaio Socialdemocratico Russo. Esiliato in Svizzera per le sue idee sovversive, Lenin era da sempre stato il punto di riferimento per coloro che lottavano per maggiori riforme sociali.  

Lenin, autore delle Tesi d'Aprile e fautore dell'uscita immediata della Russia dalla guerra

Lenin, autore delle Tesi d’Aprile e fautore dell’uscita immediata della Russia dalla guerra — Fonte: Getty-Images

Le Tesi di aprileE grazie al mutato corso degli eventi, nel 1917 tornò in patria e subito diffuse dieci linee guida (che passeranno alla storia come le “Tesi di Aprile”) nelle quali sosteneva la necessità di uscire immediatamente dalla guerra, di togliere le terre ai proprietari per distribuirla ai cittadini e di affidare tutto il potere ai soviet.  

Il rovesciamento della teoria marxista ortodossaIn tal modo rovesciava la teoria marxista ortodossa secondo cui la rivoluzione sarebbe scoppiata prima nei paesi più sviluppati. Era invece la Russia, anello più debole della catena imperialista, ad offrire le condizioni più favorevoli per la messa in crisi del sistema. Ma ancora una volta la parola d’ordine era: PaceLa Russia doveva uscire dalla guerra

Kerenskij e il nuovo governo provvisorioKerenskij intanto aveva assunto la guida del governo provvisorio, ma gli eserciti russi continuavano a subire in guerra delle sconfitte sempre più pesanti. Anche per questo motivo, il fronte andava sfaldandosi e decine di migliaia di contadini russi disertavano le trincee e tornavano nelle campagne. 

Il tentato colpo di statoDopo aver sventato un tentativo di colpo di stato reazionario (da parte del generale Lavr G. Kornilov) l’influenza dei bolscevichi sulle masse degli operai e dei soldati si andava allargando, ed essi conquistarono la maggioranza nei soviet. L’autorità del governo provvisorio era a pezzi e i bolscevichi in quel momento costituivano l’unico partito saldamente organizzato e in grado di prendere il potere.

Leon Trockij, pseudonimo di Lev Davidovich Bronstein

Leon Trockij, pseudonimo di Lev Davidovich Bronstein — Fonte: Getty-Images

Lev TrockijCosì, a fine ottobre (6-7 novembre secondo il nostro calendario), in una drammatica riunione del Comitato centrale di partito, si decise di rovesciare il governo Kerenskij. Alcuni dirigenti erano contrari, mentre un leader influente accese gli animi alla rivolta: Lev Trockij. Proveniva dalla sinistra menscevica, venne eletto presidente dei soviet di Pietrogrado e fu l’organizzatore e la mente militare dell’insurrezione che da lì a poco avrebbe cambiato radicalmente la storia della Russia e di tutta l’umanità.  

5Rivoluzione d’ottobre: la fase finale della Rivoluzione russa

Un'immagine di Lenin che arringa la folla

Un’immagine di Lenin che arringa la folla — Fonte: Getty-Images

Il piano per la RivoluzioneIl piano insurrezionale preparato meticolosamente funzionò alla perfezione: in poco tempo la Guardia Rossa e le truppe regolari riuscirono a occupare i punti strategici principali della città conquistando il Palazzo d’Inverno, residenza invernale dello Zar e ora sede del governo provvisorio.

La Rivoluzione d’OttobreQuesto gesto rivoluzionario doveva simboleggiare la presa della Bastiglia russa e nell’arco di una giornata i bolscevichi s’impadronirono infatti anche del potere, costringendo Kerenskij a una fuga precipitosa. Le resistenze furono assai deboli e l’intera operazione risultò quasi senza spargimenti di sangue, eccezion fatta per la famiglia Romanov che venne sterminata poco tempo dopo. Il giorno successivo il tumulto divampò a Mosca e in tutte le altre grandi città russe. Era il trionfo della cosiddetta Rivoluzione russa o Rivoluzione d’Ottobre.    

Il congresso dei Soviet e l’urgenza di uscire dalla guerraNei giorni successivi, a Pietrogrado si riunì il Congresso Panrusso dei Soviet e venne costituito un nuovo governo rivoluzionario composto da bolscevichi di cui Lenin era presidente. Come primo atto, vennero approvati due decreti: la pace giusta e democratica, senza annessioni e indennità, e l’abolizione della proprietà terriera, immediatamente e senza nessun indennizzo. Il nuovo potere tendeva a garantirsi l’appoggio delle masse contadine, accontentandole nelle loro aspirazioni più elementari. Ma la vera priorità era quella di uscire da una guerra che stava portando l’intero Paese all’annientamento economico.

6Prima guerra mondiale: la pace di Brest-Litovsk e l’inizio di una nuova era

Karl Marx, teorico della dittatura del proletariato

Karl Marx, teorico della dittatura del proletariato — Fonte: Ansa

L’uscita dalla guerra e l’abbandono del Governo da parte dei menscevichiIl 3 marzo 1918, al prezzo di gravissime perdite territoriali, fu concluso con gli Imperi centrali il Trattato di pace Brest-Litovsk. Per protesta i menscevichi abbandonarono il governo, che acquistò anche formalmente il carattere della dittatura del solo partito bolscevico. Secondo la teoria ufficiale, in Russia era in atto la dittatura del proletariato, diretta contro le classi ostili al nuovo potere e sostenuta dalla democrazia dei soviet, rappresentata da operai e contadini. 

La rivoluzione e la sospensione delle garanzie civili e politiche democraticheEra stata un’idea di Lenin, che non credeva alle regole della democrazia borghese e riconosceva al solo proletariato il diritto di guidare la rivoluzione, attraverso i soviet e il partito. Del resto lo aveva scritto nel suo famoso Stato e Rivoluzione, in cui sosteneva che la rivoluzione socialista, pur mirando a realizzare un obiettivo di libertà collettiva, dovesse passare attraverso una fase di esercizio del potere assoluto da parte del “partito degli operai e dei contadini”, con la sospensione delle garanzie civili e politiche tipiche delle democrazie liberali (libere elezioni, libertà di stampa e di associazione).

La polizia politica e il terrore rossoIn effetti ogni forma di partecipazione democratica venne rapidamente eliminata e il partito bolscevico stabilì la sua dittatura sull’intero corpo sociale, classe operaia compresa. Per di più, contro tutti gli avversari interni venne scatenato il terrore rosso, di cui strumento essenziale diventò la Ceka, la polizia politica costituita fin dal dicembre 1917.

Un distaccamento femminile dell'Armata rossa

Un distaccamento femminile dell’Armata rossa — Fonte: Getty-Images

Come affrontare i problemi del vecchio regime?Ma se era stato relativamente facile per i bolscevichi della Rivoluzione russa impadronirsi del potere centrale, molto più difficile fu poi gestirlo: amministrare un paese immenso (150 milioni di abitanti), gestire una società tanto complessa quanto arretrata, affrontare i vecchi e tremendi problemi ereditati dal vecchio regime non era affatto facile.  

I controrivoluzionari: l’Armata bianca di KolciakIn più si andavano formando forze anti-rivoluzionarie, come quella guidata dall’ammiraglio Kolciak: la cosiddetta Armata Bianca — in contrapposizione all’Armata Rossa dei bolscevichi, il cui comando fu affidato a Lev Trockij. Ma quando nel 1919 le forze dell’Armata Rossa riuscirono a riorganizzarsi e passarono al contrattacco l’esercito di Kolciak iniziò a perdere terreno e si ritirò.

L’internazione comunista sostituisce quella socialistaNonostante il miracolo di far nascere il primo Stato socialista in un paese profondamente arretrato e circondato da potenze ostili, i dirigenti bolscevichi erano consapevoli del fatto che il regime comunista avrebbe avuto bisogno dell’aiuto del proletariato dell’Europa progredita per sopravvivere. Fu in questo clima che Lenin decise di sostituire la vecchia Internazionale socialista con una nuova comunista che coordinasse i partiti rivoluzionari di tutto il mondo e che doveva rappresentare la rottura con la socialdemocrazia.

Ungheria, 1993. Apertura di una mostra in cui campeggiano anche gigantografie di Lenin

Ungheria, 1993. Apertura di una mostra in cui campeggiano anche gigantografie di Lenin — Fonte: Getty-Images

La Terza InternazionaleNacque così la Terza Internazionale (1919) e nel secondo congresso Lenin fissò i 21 punti in cui affermava che i partiti avrebbero dovuto ispirarsi al modello bolscevico, cambiare il proprio nome in partito Comunista e difendere ovunque le cause della Russia sovietica. 

Dopo la Rivoluzione Russa: La nascita dell’U.R.S.S.Così all’inizio del 1921 lo scopo fu raggiunto: crearono in tutto il mondo una rete di partiti ricalcati sul modello bolscevico fedeli alle direttive del partito guida, la Russia divenne centro del comunismo mondiale e dei movimenti rivoluzionari di tutti i paesi. Era il definitivo trionfo della Rivoluzione d’Ottobre. Cui seguì, sulle rovine della dissolta Russia imperiale, la nascita dell’U.R.S.S.: l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche.  

Colui che attende una rivoluzione sociale pura non la vedrà mai; egli è un rivoluzionario a parole che non capisce la vera rivoluzione

Vladimir Il’ič Ul’janov detto Lenin

7Guarda il video sulla Rivoluzione Russa

Domande & Risposte

  • Cosa sono i soviet russi?

    Sono forme di organizzazione politica finalizzate alla conquista e alla gestione del potere da parte della classe operaia e contadina. Il Soviet agiva come una specie di parlamento proletario emanando ordini spesso in contrasto con quelli governativi.

  • Cosa accadde nel 1905 in Russia?

    Il 22 giugno del 1905 l’esercito russo apre il fuoco contro una manifestazione pacifica degli operai di San Pietroburgo diretti al Palazzo d’Inverno per presentare una petizione allo zar Nicola II. L’episodio passò alla storia come la “domenica di sangue”.

  • Quali sono le fasi della Rivoluzione russa?

    Il crollo del regime zarista, la costituzione dei Soviet di Pietroburgo e la creazione di un Governo provvisorio guidato dai liberali moderati, la crisi del Governo provvisorio e la Rivoluzione d’Ottobre.

  • Chi sono i bolscevichi e menscevichi?

    Forze politiche rivoluzionarie. Menscevichi: socialdemocratici europeisti, la cui visione era quella di una rivoluzione liberale borghese e di uno stato più simile alle democrazie occidentali, e di un approccio graduale al socialismo. Bolscevichi: socialisti rivoluzionari che interpretavano le aspirazioni delle masse contadine.

  • Quali idee propugnava Lenin nelle Tesi di aprile?

    Le Tesi di Aprile sono dieci linee guida con le quali Lenin sosteneva la necessità di uscire subito dalla guerra, di togliere le terre ai proprietari per distribuirla ai cittadini e di affidare tutto il potere ai Soviet.

Forze di polizia: calcolo della quota retributiva della pensione

Forze di polizia: calcolo della quota retributiva della pensione

La legge di bilancio 2022 ha previsto, per il personale delle Forze di polizia ad ordinamento civile, in possesso al 31 dicembre 1995 di un’anzianità contributiva inferiore a 18 anni, l’applicazione dell’aliquota del 2,44 per cento per ogni anno utile, ai fini del calcolo della quota retributiva della pensione, da liquidare con il sistema misto.

L’Istituto, con la circolare INPS 23 marzo 2022, n. 44 illustra le istruzioni per l’applicazione della disposizione. La circolare fornisce anche indicazioni sul riesame dei trattamenti pensionistici per il personale contemplato dalla norma già collocato in quiescenza alla data del 31 dicembre 2021.

Santa Caterina di Svezia

 

Santa Caterina di Svezia


Nome: Santa Caterina di Svezia
Titolo: Religiosa
Nascita: XIV Secolo, Svezia
Morte: 24 marzo 1381, Vadstena, Svezia
Ricorrenza: 24 marzo
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Nacque sul principio del secolo XIV dalla celebre S. Brigida e dal principe Ulfone di Noricia. Già i loro avi si erano distinti per virtù e in modo particolare per devozione alla passione del Salvatore. Caterina fu il fiore più bello e fragrante che Dio concesse ai due santi coniugi. Bambina fu affidata all’educandato delle religiose del monastero di Rosberg. Il Signore la voleva tutta per sè, e a questo scopo permise che il demonio alcune volte la molestasse e la facesse soffrire. La Santa sempre più andò staccando il cuore dai passatempi e divertimenti della età, andò sempre più confermandosi nella volontà di darsi tutta a Dio nello stato verginale. Però per ubbidire al padre sacrificò il suo alto ideale, per passare a nozze col ricco e nobile cavaliere Edgardo. Seppe tuttavia parlare così eloquentemente dei pregi della verginità, che lo sposo consentì di vivere con lei in perpetua continenza, emettendo entrambi il voto di castità: voto che sempre osservarono. Ebbe a soffrire innumerevoli beffe, rimbrotti e contraddizioni, perfino da parte di un fratello; ma essa altro non amava nè cercava che di piacere a Dio.

Mortole il padre, raggiunse la madre a Roma, seguendola nei suoi pellegrinaggi e nell’arduo apostolato fra i miseri e gli infermi. In questo frattempo Dio chiamò al premio il pio suo sposo Edgardo.

Essendo ancora giovane ed avvenente, e rifiutando seconde nozze, innumerevoli furono le insidie e le lusinghe tentate da uomini brutali per recidere il giglio immacolato della sua verginità. Sempre trionfò con l’aiuto di Dio, cui di continuo era unita colla preghiera, aiuto manifestatosi alle volte anche miracolosamente. Passava quattro ore al giorno in preghiera intensa e in contemplazione. Ereditò le virtù e lo spirito di carità e di apostolato di sua madre, colla quale rimase per 25 anni: ne accolse l’ultimo respiro e ne portò le sante reliquie in Svezia. Tornata in patria, si ritirò in un monastero, ove fu superiora. Più tardi si recò nuovamente a Roma, per la canonizzazione della madre. Vi rimase cinque anni, spendendo il tempo che le rimaneva dalle occupazioni più importanti al servizio degli infermi e derelitti. Il Signore volle per suo mezzo compiere innumerevoli miracoli. Tornò infine in patria, nel suo monastero, ove morì il 24 marzo 1381.

PRATICA. Impariamo da questa Santa la custodia degli occhi.

PREGHIERA. O Dio, che nella beata Caterina ci desti sì mirabile esempio di purezza illibata, concedici, te ne preghiamo, per sua intercessione, che noi, puri di mente e di cuore, consacriamo tutte le nostre forze al tuo santo servizio.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Vadstena in Svezia, santa Caterina, vergine: figlia di santa Brigida, data alle nozze contro il suo volere, conservò, di comune accordo con il marito, la sua verginità e, dopo la morte di lui, condusse una vita pia; pellegrina a Roma e in Terra Santa, trasferì le reliquie della madre in Svezia e le ripose nel monastero di Vadstena, dove ella stessa vestì l’abito monacale.