Archivi giornalieri: 17 marzo 2022

Volontariato e rapporto di lavoro, regime di incompatibilità nel Terzo Settore

Volontariato e rapporto di lavoro, regime di incompatibilità nel Terzo Settore

La qualità di volontario è incompatibile con qualsiasi forma di lavoro subordinato e con ogni altro rapporto di lavoro retribuito

Il rapporto di lavoro intercorrente tra un determinato soggetto e un Comitato Regionale è compatibile con l’attività che il medesimo soggetto svolge in qualità di volontariato? A questa domanda ha risposto il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con Nota n. 34 del 10 marzo 2022, alla luce della distinzione esistente tra il datore di lavoro e l’ente presso il quale il volontario opera.

Sul punto, evidenzia il Ministero, il Codice del Terzo Settore (D.Lgs. n. 117/2017) all’art. 17, co. 5 sancisce il principio dell’incompatibilità della qualità di volontario con qualsiasi forma di rapporto di lavoro subordinato. Ma non solo, l’incompatibilità vige con ogni altro rapporto di lavoro retribuito con l’ente di cui il volontario è socio o associato o tramite il quale svolge la propria attività volontaria.

Ecco i dettagli.

Volontariato, quali sono gli aspetti caratterizzanti

Nell’ambito dell’art. 17, co. 5 del Codice del Terzo Settore, con il termine “volontario”:

  • viene innanzitutto evidenziato quale requisito caratterizzante quello della libera scelta, della personalità, spontaneità, gratuità e dell’assenza di finalità di lucro, neanche indirette;
  • si prescrive che l’attività del volontario non può essere retribuita in alcun modo, vietando, altresì, rimborsi spese di tipo forfetario.

Dunque, la libera scelta della persona è considerata consapevole, informata e non condizionata da uno stato di bisogno. Ciò al fine di preservare la genuinità dell’attività tipica di volontariato, finalizzata a soddisfare bisogni altrui che vadano a beneficio della comunità e del bene comune. Infatti, l’attività di volontariato esula da qualunque vincolo di natura obbligatoria.

Il volontario, inoltre, deve potersi sentire sempre libero di recedere dalla propria scelta, revocando in qualsiasi momento la disponibilità dimostrata, senza condizioni o penali. Questo perché la sua attività risponde esclusivamente a un vincolo morale.

Datore di lavoro e ente di volontariato, soggetti distinti e separati

Con il documento di prassi in commento, il MLPS ha precisato che il rapporto di lavoro intercorrente tra:

  • un determinato soggetto;
  • un Comitato Regionale;

è compatibile con l’attività che il medesimo soggetto svolga in qualità di volontario presso un ente di base o un Comitato Regionale di diversa Regione appartenente alla medesima rete nazionale.

Inoltre, quanto finora specificato lascia impregiudicate le prerogative degli organi di vigilanza, qualora siano accertate modalità concrete di svolgimento delle attività oggetto del quesito ivi trattato.

Min. Lavoro, nota 34 del 10 marzo 2022

Alleghiamo infine il testo completo in formato PDF della nota in oggetto.

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Rottamazione

Rottamazione ter ultime novità, nuova proroga per le rate 2020, 2021 e 2022 in arrivo con Sostegni-ter

Buone notizie per chi non ha pagato le rate della rottamazione-ter: nuova proroga in arrivo nella conversione in Legge del Sostegni-ter

Rottamazione ter, nuova proroga in arrivo? Una buona notizia per coloro che non sono riusciti a pagare le rate con scadenza originaria nel 2020 e nel 2021. Infatti, grazie ad un emendamento approvato in fase di conversione in legge del D.L. 4/2022, decreto Sostegni-ter, viene prevista una nuova remissione in bonis per chi è decaduto dalla rottamazione delle cartelle ter.

Pagando nei nuovi termini previsti dall’emendamento, i contribuenti mantengono i vantaggi della definizione agevolata e possono proseguire nel pagamento delle prossime rate 2022. Come da indicazioni contenute nella “comunicazione delle somme dovute”.

L’ultima scadenza della rottamazione-ter è stata quella del 7 marzo, termine entro il quale doveva essere pagata la 1° rata 2022.

La proroga inoltre non si ferma alle sole rate 2020 e 2021, ma riguarda anche quelle 2022.

Ecco tutte le novità.

Rottamazione ter, cos’è e come funziona

La rottamazione-ter è disciplinata dall’art.3 del D.L. 119/2018 e grazie a questa misura il contribuente può definire i debiti contestati dall’Ex Equitalia con le cartelle esattoriali, senza pagare sanzioni e interessi di mora con un risparmio piuttosto consistente. Addirittura, il saldo a debito dovuto all’Agente delle riscossione, in alcuni casi, poteva essere pari quasi pari a zero. Si pensi ai debiti rappresentati da sole sanzioni.

Infatti, nella circolare n°2/2017, l’Agenzia delle entrate ha chiarito che in presenza di debiti recanti solo sanzioni pecuniarie amministrativo-tributarie, il contribuente era tenuto a versare solo: le somme maturate a favore dell’Agente della Riscossione a titolo di aggio (da calcolare però solo sul capitale e sugli interessi da ritardata iscrizione a ruolo) e di spese di rimborso per le procedure esecutive, nonché di rimborso delle spese di notifica della cartella di pagamento.

Il totale dovuto in seguito all’ammissione alla rottamazione-ter poteva essere rateizzato.

Rottamazione ter proroga Decreto Fiscale per le rate 2020 e 2021 

Grazie al D.L. 146/2021 (decreto fiscale), post conversione in legge, le rate 2020 e 2021 sono state oggetto di proroga.

Nello specifico, entro il  9 dicembre, dovevano essere pagate:

  • le rate della “Rottamazione-ter” e della “Definizione agevolata delle risorse UE” scadute il 28 febbraio, 31 maggio, 31 luglio, 30 novembre del 2020 e 28 febbraio, 31 maggio, 31 luglio, 30 novembre del 2021;
  • le rate del “Saldo e stralcio” scadute il 31 marzo, 31 luglio del 2020 e 31 marzo, 31 luglio del 2021.

Rispetto alla data del  9 dicembre, erano ammessi i cinque giorni di tolleranza di cui all’articolo 3, comma 14-bis, del DL n. 119 del 2018. In sintesi, la scadenza finale era quella del 14 dicembre.

Attenzione, pagate le suddette rate della rottamazione-ter, entro il 7 marzo doveva essere pagata la 1° rata 2022.

Ad ogni modo, chi non ha rispettato la scadenza del 14 dicembre, ha perso i benefici della definizione agevolata. La stessa cosa dicasi per coloro che sono stati inadempimenti rispetto alla data del 7 marzo.

Se il pagamento è avvenuto oltre i termini previsti o per importi parziali, la misura agevolativa non si perfeziona i versamenti effettuati saranno considerati a titolo di acconto sulle somme dovute originariamente.

Le conseguenze in capo al contribuente per mancato pagamento ( tardivo o parziale) sono piuttosto pesanti.

Rottamazione ter ultime novità: nuova proroga in arrivo nella conversione del Sostegni-ter

Grazie ad un emendamento approvato in fase di conversione in legge del D.L. 4/2022, decreto Sostegni-ter, viene prevista una nuova remissione in bonis per chi è decaduto dalla rottamazione delle cartelle ter.

Pagando nei nuovi termini previsti dall’emendamento, i contribuenti mantengono i vantaggi della definizione agevolata e possono proseguire nel pagamento delle prossime rate 2022. Come da indicazioni contenute nella c.d. “comunicazione delle somme dovute”.

Attenzione, la proroga non si ferma alle sole rate 2020 e 2021 ma riguarda anche quelle 2022.

Nello specifico, le nuove scadenze sono così individuate:

  • 30 aprile 2022 per le rate scadute nel 2020;
  • 31 luglio 2022 per le rate 2021;
  • 30 novembre 2022 per le rate in scadenza nel 2022.

Detto ciò, rispetto a tali nuove scadenze, sono ammessi i cinque giorni di tolleranza di cui all’articolo 3, comma 14-bis, del DL n. 119 del 2018.

Vedremo se le novità in parola troveranno posto nel testo finale della legge di conversione del decreto Sostegni-ter.

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Certificazione Unica sbagliata, quando e come fare la correzione dei dati errati

Certificazione Unica sbagliata, quando e come fare la correzione dei dati errati

Come comportarsi in caso di Certificazione Unica sbagliata? Si possono evitare le sanzioni inviando una CU corretta? Analisi completa

Cosa succede se si invia una Certificazione Unica sbagliata all’Agenzia delle Entrate? Si possono correggere i dati errati inviati con una certificazione unica rettificativa entro 5 giorni dalla scadenza del 16 marzo.

Partiamo col ricordare che la CU (ex CUD) rappresenta il primo passo verso la dichiarazione dei redditi (730, Redditi Persone Fisiche e dichiarazione precompilata). Attraverso il modello CU il sostituto d’imposta (ad esempio il datore di lavoro per i lavoratori dipendenti) comunica all’Agenzia Entrate e al sostituito (es. dipendente) l’ammontare dei redditi riconosciuti a quest’ultimo in un nell’ultimo anno, nonché le ritenute fiscali applicate, le detrazioni e i bonus percepiti e una serie di altri dati. Grazie alle informazioni contenute nella Certificazione dei Redditi è possibile, comunicare i dati dei redditi per la precompilata, ma anche procedere alla liquidazione definitiva delle imposte con modello 730 o, a seconda dei casi, Redditi PF.

La scadenza per l’invio telematico della Certificazione Unica 2022 all’Agenzia delle Entrate, relativo al periodo d’imposta 2021, coincide con il 16 marzo 2022 fatta salva la possibilità per i soggetti obbligati alla trasmissione di sanare eventuale certificazione unica errata, inviando flussi di annullamento o rettifica senza incorrere in sanzioni. Alla stessa data la CU sintetica va consegnata dal datore di lavoro al dipendente.

Analizziamo quest’ipotesi in dettaglio.

Certificazione Unica sbagliata: cinque giorni di tempo per ritrasmettere la CU corretta

Il Provvedimento del Direttore dell’Agenzia Entrate del 14 gennaio 2022 numero 11169 afferma chiaramente al punto 7.3 che nei casi di errata trasmissione della certificazione, non si applica alcuna sanzione se la sostituzione o l’annullamento è effettuato entro i cinque giorni successivi la scadenza del 16 marzo.

Pertanto, non si incorre nella sanzione per omessa, tardiva o errata presentazione della CU (pari a 100 euro per ogni certificazione) se il modello correttamente inviato entro il 16 marzo 2022 è successivamente ritrasmesso (tramite annullamento o sostituzione di quello precedente) entro e non oltre il prossimo 21 marzo.

Sempre il Provvedimento del 14 gennaio precisa che in caso di scarto da parte della piattaforma dell’Agenzia:

  • Dell’intero file contenente le comunicazioni, inviato entro il termine del 16 marzo, la sanzione non si applica se il soggetto obbligato “effettua un nuovo invio ordinario entro i cinque giorni successivi” (21 marzo);
  • Di singole certificazioni uniche, inviate entro il termine, la sanzione non si applica a fronte di un ulteriore invio ordinario “contenente le sole certificazioni rettificate, entro i cinque giorni successivi allo stesso termine” (21 marzo) mentre non devono “essere ritrasmesse le certificazioni già accolte”.

Certificazione Unica rettificativa, come inviare la correzione dei dati

Nel rispetto del termine del 21 marzo 2022 l’invio della Certificazione Unica rettificativa segue la procedura ordinaria. L’unica particolarità che, all’interno del “Frontespizio” nel campo “Tipo di comunicazione”, si dovrà barrare la casella:

  • “Annullamento” nell’ipotesi in cui si intenda compilare una nuova certificazione ed annullarne una già presentata;
  • “Sostituzione”, per compilare una nuova certificazione (comprensiva delle modifiche).

Come evidenziato nelle istruzioni dell’AdE qualora si

proceda alla sostituzione o all’annullamento di una certificazione già validamente trasmessa, è necessario predisporre una nuova ‘Comunicazione’; contenente esclusivamente le sole certificazioni da annullare o sostituire”.

Non è pertanto possibile ricomprendere, nel medesimo invio, Certificazioni Uniche ordinarie e Certificazioni Uniche da sostituire o annullare.

Cosa consegnare al percipiente?

Le Certificazioni Uniche si compongono di due modelli:

  • Un modello “ordinario” da trasmettere in via telematica all’Agenzia Entrate entro il 16 marzo 2022 (eccezion fatta per le CU contenenti esclusivamente redditi esenti o non dichiarabili mediante la dichiarazione dei redditi precompilata, per le quali la scadenza per l’invio coincide con il 31 ottobre 2022);
  • Un modello “sintetico” da consegnare ai sostituiti (lavoratori dipendente, collaboratori ed in generale coloro che hanno percepito le somme oggetto della CU) entro il 16 marzo 2022 ovvero entro 12 giorni dalla richiesta in caso di cessazione del rapporto.

Di conseguenza, nelle ipotesi di CU sbagliata, il soggetto obbligato all’invio dovrà consegnare al lavoratore interessato copia del modello “sintetico” rettificato ovvero segnalare che la Certificazione Unica precedentemente inviata è stata annullata.

CU sbagliata, cosa può fare il lavoratore?

Se è il lavoratore che, ricevendo una Certificazione Unica “sintetica” entro il 16 marzo, si accorge di un errore, è tenuto a darne immediata notizia al datore di lavoro.

Affinché questi (direttamente o tramite intermediario) possa inviare una CU rettificativa entro il termine del 21 marzo.

Certificazione Unica errata: quali sono gli errori più frequenti e come correggerli

Tra gli errori più frequenti (facilmente individuabili dal lavoratore) figurano:

  • Codice fiscale del sostituito (lavoratore o collaboratore);
  • Codici fiscali dei familiari a carico (coniuge, figli ed altri familiari);
  • Domicilio fiscale al 1° gennaio 2021 e al 1° gennaio 2022.

Altri dati omessi, ad esempio:

  • Trattamento integrativo ed ulteriore detrazione;
  • Detrazioni da lavoro dipendente / assimilato, da pensione o da altri redditi;
  • Detrazioni per figli e familiari a carico;

possono essere indicativi di un errore nell’elaborazione delle buste paga, come tale sanabile soltanto in sede di dichiarazione dei redditi.

Identica sorte anche per coloro che si accorgono, in Certificazione Unica, di aver percepito:

  • Detrazioni per familiari a carico non richieste o per le quali aveva inoltrato formale rinuncia;
  • Detrazioni per lavoro dipendente, da pensione o da altri redditi per le quali aveva inoltrato formale rinuncia;
  • Trattamento integrativo o ulteriore detrazione per i quali aveva comunicato la rinuncia al sostituto d’imposta.

CU errata, cosa fare se non si può fare la correzione?

Le Certificazioni Uniche che per vari motivi non possono essere corrette riporteranno in dichiarazione dei redditi dati o valori che dovranno essere rettificati a cura del contribuente.

La dichiarazione dei redditi, inviata all’Agenzia Entrate a mezzo modello 730 o REDDITI Persone Fisiche, rappresenta la liquidazione definitiva delle imposte dovute dal contribuente per l’anno interessato.

Leggi anche: Sanzioni Certificazione Unica 2022 omessa, tardiva o errata

In quella sede potranno ad esempio essere:

  • Rimborsati detrazioni e bonus non riconosciuti nei periodi di paga e non indicate in CU;
  • Recuperate detrazioni e bonus non spettanti, comunque percepiti nei singoli periodi di paga ed indicati in Certificazione Unica
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Durc on line cos’è e come averlo? Guida aggiornata alla richiesta a INPS e INAIL

Durc on line cos’è e come averlo? Guida aggiornata alla richiesta a INPS e INAIL

Cos’è e come si richiede il DURC on line? Come si ottiene da INPS e INAIL? Ecco la guida al documento unico di regolarità contributiva.

DURC on line, cos’è e come si ottiene? Partiamo col dire che DURC è un documento attraverso il quale è possibile conoscere telematicamente e in tempo reale la regolarità contributiva di un azienda nei confronti di INPS, INAIL e, per le imprese tenute ad applicare i contratti del settore dell’edilizia, di Casse edili.

Il documento unico regolarità contributiva, è quindi lo strumento che ha il compito di attestare la regolarità di un’azienda; serve per poter beneficiare di alcune agevolazioni normative e contributive, ma anche per poter essere ammessi agli appalti pubblici (e per riceve i pagamenti da parte delle PA) e infine per il rilascio dell’attestazione SOA. Qualora si voglia conoscere se un’impresa è regolare a livello contributivo si può procedere con un’interrogazione telematica, attraverso la digitazione del codice fiscale aziendale, che fornisce un responso circa la situazione di INPS, INAIL e per le aziende interessate, anche nei confronti della Cassa Edile.

La verifica riguarda sia i datori di lavoro sia dei lavoratori autonomi (anche in gestione separata INPS) ai quali è richiesto il possesso del DURC. Al termine della verifica, come vedremo, si può avere esito positivo, ossia regolarità contributiva, ovvero esito negativo e quindi non regolarità; quest’ultima può essere sanata entro 15 giorni dalla richiesta di regolarizzazione.

DURC positivo: perché è importante?

Un’azienda può ritenersi regolare e quindi ottenere DURC online positivo qualora rispetti alcuni criteri, come ad esempio:

  • correntezza degli adempimenti periodici (Uniemens, pagamento dei contributi, denuce INAIL ecc.);
  • corrispondenza tra versamenti effettuati e versamenti accertati dagli Istituti previdenziali;
  • inesistenza di inadempienze in atto.

In certe situazioni il rispetto della regolarità contributiva è fondamentale, ossia in tutti i casi in cui un’azienda voglia procedere con benefici di carattere normativo e contributivo. Questo perché l’ottenimento di tali benefici è subordinato al possesso del DURC regolare. Sono gli stessi enti a verificare il DURC periodicamente per continuare a erogare tali benefici.

DURC e benefici contributivi

Al giorno d’oggi l’esigenza di molti datori di lavoro è quella di poter risparmiare sul costo del lavoro. Questo, in alcuni casi, è possibile adottando delle agevolazioni contributive che costituiscono una deroga all’ordinario regime di contribuzione. A titolo esemplificativo si possono considerare benefici contributivi quelli concessi in caso di assunzioni di lavoratori in NASPI, per accedere al Bonus SUD o alle agevolazioni per i datori di lavoro che assumono lavoratori over “50”.

Per poter, però, accedere a queste agevolazioni oltre a rispettare i requisiti richiesti dalle singole agevolazioni legate ad esempio a caratteristiche del lavoratore, anche il datore di lavoro deve soddisfare alcuni requisiti: in primis essere regolare nei confronti degli istituti previdenziali e assicurativi, quindi INPS e INAIL.

Questo tradotto significa possedere DURC regolare. La mancata regolarità oltre a comportare l’impossibilità di accedere a tali agevolazioni, comporta altresì il recupero delle stesse, qualora avvenga un successivo controllo.

DURC e rapporti con la Pubblica Amministrazione

Se l’accesso ad agevolazioni è comunque una libera scelta del datore di lavoro, il possesso del DURC è indispensabile nei rapporti di lavoro con la Pubblica Amministrazione tanto in caso di appalto o subappalto, quanto in caso di servizi e forniture.

Senza questo documento, infatti, non è possibile aggiudicarsi e stipulare contratto di appalto, e successivamente nemmeno ottenere il pagamento del lavoro svolto. Elementi essenziali nello svolgimento di un’attività lavorativa.

Durc online: richiesta e rilascio telematico

Dal 2015 la richiesta e il rilascio del DURC avvengono in modalità esclusivamente telematica; l’interrogazione viene innescata immediatamente e se la situazione è regolare il rilascio del documento avviene in tempo reale.

I canali attraverso cui si può richiedere il rilascio del DURC sono il sito INPS e il sito INAIL.

DURC on line INPS: come fare richiesta

Possono accedere alla richiesta on line sul sito dell’INPS: l’impresa o il lavoratore autonomo, oppure previo rilascio della delega chiunque vi abbia interesse. Possono usare questo canale inoltre gli intermediari abilitati (Consulenti del lavoro, commercialisti ecc.) in possesso di regolare delega ad operare sul cassetto previdenziale.

DURC on line INAIL: come fare richiesta

Possono accedere a questa procedura: datore di lavoro o lavoro autonomo. Possono usare questo canale anche gli intermediari abilitati (Consulenti del lavoro, commercialisti ecc.) in possesso di delega.

In entrambi i casi una volta effettuata l’autenticazione si procede alla richiesta della regolarità, indicando il codice fiscale da certificare e l’indirizzo PEC cui si desidera arrivi l’esito dell’interrogazione.

Durc On Line: chi può fare la verifica di regolarità?

Il documento di regolarità contributiva deve essere richiesto, come detto sopra, tramite il servizio “Durc On Line” di INPS e INAIL indicando il codice fiscale del soggetto da verificare e l’indirizzo PEC al quale ricevere le notizie relative allo stato della richiesta.

Possono effettuare la verifica di regolarità:

  • le imprese, i lavoratori autonomi e, su loro delega, chiunque ne abbia interesse,
  • gli enti aggiudicatori e le stazioni appaltanti,
  • la Soa che ha il compito di verificare gli elementi di qualificazione di chi esegue lavori pubblici,
  • le Pa procedenti e concedenti,
  • le banche e gli intermediari delegati dal soggetto titolare del credito.

Quanto dura il DURC on line

Qualora l’interrogazione dia esito positivo, si avrà il rilascio pressoché immediato del DURC con validità di 120 giorni dalla data della richiesta. Nel corso di questi 120 giorni qualsiasi altra richiesta da parte di altri soggetti interessati darà esito positivo facendo riferimento al primo DURC emesso.

Nel caso in cui durante la verifica vi siano delle situazioni di incongruenza (debiti INPS, INAIL, Agente per la riscossione o casse edili) viene inviata una comunicazione formale con indicazioni delle motivazioni del mancato rilascio e la possibilità di sanare la situazione in un arco di 15 giorni; se si procederà a regolarizzare le incongruenze nei termini verrà emesso un DURC positivo valido 120 giorni a partire dalla data della richiesta on line.

Nuova procedura VERA: cos’è e perchè è utile ai fini del DURC on line

VERA serve a fare una simulazione del DURC on line, in qualunque momento; a prescindere che vi sia o meno un DURC regolare in corso di validità.

Questo strumento è quindi utile perchè permette di conoscere la situazione aziendale per poterla eventualmente regolarizzare prima della scadenza di un DURC in corso di validità; permettendo pertanto di non avere buchi temporanei fra un DURC e l’altro.

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Assegno unico, dal 16 marzo al via i pagamenti INPS di marzo 2022

Assegno unico, dal 16 marzo al via i pagamenti INPS di marzo 2022

Dal 16 marzo l’INPS ha iniziato ad erogare i pagamenti dell’assegno unico e universale agli aventi diritto. Ecco cosa e dove controllare.

La nuova misura di sostegno al reddito per le famiglie con figli a carico, ossia l‘assegno unico e universale, è finalmente entrata nel vivo e dal 16 marzo scattano i primi pagamenti da parte dell’Inps, aventi ad oggetto il versamento della prima rata di marzo 2022 del citato assegno per chi ha inviato la domanda online entro il 28 febbraio 2022. Il mezzo utilizzato per i pagamenti dell’assegno unico è quello del bonifico.

Le famiglie beneficiarie, ove in possesso, riceveranno una notifica dell’avvenuto pagamento anche a mezzo App IO (la stessa che si usa per il green pass per intenderci). Una volta ricevuta la notifica entro un paio di giorni arriverà l’accredito sul conto corrente. Quindi a differenza degli ANF non è più il datore di lavoro a fare i pagamenti, ma direttamente l’INPS.

E’ di seguito opportuno fare il punto sui primi pagamenti dell’assegno unico e universale: ovvero come funzionano e che cosa controllare. Scopriamolo nel corso di questo articolo.

Assegno unico, che cos’è e come funziona in sintesi

Si tratta di un contributo che di fatto sostituisce varie misure a sostegno del reddito, tra cui il bonus bebè e le detrazioni sui figli a carico in busta paga. Attenzione però ai dettagli che consentono di fatto l’accredito: il codice fiscale di colui che fa domanda deve essere corrispondente a quello in possesso dell’INPS e legato al titolare dell’IBAN su cui si chiede l’accredito.

Prima di focalizzarci sulle ultime notizie in tema di pagamenti INPS per la misura in oggetto, ricapitoliamo in sintesi in che cosa consiste l’assegno unico e universale figli a carico. Ecco i suoi tratti essenziali:

  • la relativa domanda deve essere effettuata dal genitore, una volta all’anno, e deve includere tutti i figli per cui si domanda il sussidio, con la possibilità di aggiungere possibili nuove nascite;
  • è una prestazione INPS che serve a supportare economicamente tutte le famiglie che hanno figli a carico;
  • è assegnata dal settimo mese di gravidanza e fino al compimento del 21° anno di età del figlio (in presenza di specifiche condizioni, come ad es. l’iscrizione del figlio maggiorenne ad un corso di formazione professionale o universitario);
  • non vi è limite di età per i figli disabili;
  • l’assegno è unico in quanto di fatto assorbe non poche misure a sostegno della natalità, della crescita demografica e dunque della famiglia;
  • l’assegno è universale giacché è previsto per tutte le famiglie con figli a carico residenti nel nostro paese, senza esclusioni legate all’ISEE.

Da notare altresì che la misura spetta non soltanto ai lavoratori dipendenti, ma anche agli autonomi, ai disoccupati e ai beneficiari del RdC. In particolare, per questi ultimi l’iter di ricezione dell’accredito è molto più snello. Infatti essi otterranno in automatico l’accredito sulla RdC Card con la rata del sussidio, senza obbligo di fare una domanda ad hoc.

Assegno unico, come e quando arrivano i pagamenti

In apertura abbiamo detto che dal 16 marzo, sono iniziati i primi pagamenti dell’assegno unico e universale per i figli a carico: l’INPS ha infatti appena avviato i versamenti della rata per questo mese – vale a dire la prima in assoluto.

In particolare, ben 3 milioni di domande sono state presentate tra il primo gennaio e il 28 febbraio 2022 e saranno saldate entro la fine di questo mese.

Infatti, secondo la tabella di marcia, i pagamenti in oggetto dovranno completarsi entro il 31 marzo, ma solo per coloro che hanno fatto domanda nei primi due mesi dell’anno. Mentre, per quanto riguarda le domande presentate da questo mese, il pagamento si compie dal mese posteriore.

Leggi anche: Assegno Unico, come si calcola? Guida ed esempi pratici per scoprire quanto spetta

Quanto spetta

La quota spettante per l’assegno in oggetto varia tra 50 euro e 175 euro al mese per ciascun figlio, sulla scorta del parametro dell’ISEE, fino al 21° anno di età. Ma vero è che gli importi possono anche essere aumentati se sussistono alcuni particolari requisiti, come ad es. nuclei familiari numerosi.

Tuttavia otterranno comunque l’importo minimo, pari a 50 euro, i seguenti soggetti:

  • coloro i quali non presentano l’Isee;
  • coloro che presentano Isee che oltrepassa la soglia di 40.000 euro.

Leggi anche: Assegno unico 2022 senza Isee: come fare richiesta e a quale condizione

Come funziona l’accredito su IBAN

In particolare, il versamento avviene con bonifico, sulla scorta dell’IBAN indicato nell’iter di domanda per l’ottenimento del contributo.

Di fatto, l’erogazione dell’assegno unico e universale si realizza in base alla ripartizione specificata in domanda, ossia:

  • al 50% tra i due genitori;
  • o 100% al solo richiedente.

Peraltro, detta ripartizione può essere modificata anche in un secondo momento, ed anche su iniziativa del secondo genitore.

Non solo: è essenziale che l’IBAN sia esatto e corrisponda ad un conto/carta intestato (o co-intestato) al primo richiedente dell’assegno unico figli.

Leggi ancheDomanda Assegno unico figli INPS: come fare richiesta. Chiarimenti sull’IBAN da inserire

Assegno Unico, notifica App IO di avvenuto pagamento

Notifica pagamento assegno unico app io

Come detto in premessa i richiedenti l’assegno che sono già registrati sull’App IO con SPID funzionante riceveranno una notifica dell’avvenuto pagamento dell’assegno unico e universale da parte dell’INPS.

Una volta ricevuta la notifica sull’App IO verosimilmente entro un paio di giorni arriverà l’accredito sul conto corrente il cui IBAN è stato inserito in sede di domanda di assegno unico.

Ricordiamo a riguardo che l’IBAN deve essere intestato o co-intestato alla persone che ha presentato la domanda, altrimenti il pagamento dell’assegno unico sarà bloccato automaticamente dal sistema.

Arretrati assegno unico, che cosa fare

I primi pagamenti delle mensilità dell’assegno unico e universale figli a carico impongono di considerare la questione arretrati, onde capire quali sono le regole in proposito. Ebbene, la situazione è la seguente:

  • nei confronti di coloro che fanno domanda entro fine giugno 2022, saranno assegnate le mensilità arretrate a cominciare da marzo; ossia il primo mese di spettanza della prestazione annuale – distribuita su 12 rate fino al prossimo febbraio;
  • nei confronti di chi invece presenta la domanda dopo il 30 giugno, saranno assegnate esclusivamente le mensilità restanti – ossia da luglio 2022 fino a febbraio 2023. Non spetta insomma alcune diritto ad arretrati.

Ecco perché non occorre temporeggiare e presentare quanto prima la domanda per l’assegno unico e universale, qualora non sia già stata fatta.

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San Patrizio

 

San Patrizio


Nome: San Patrizio
Titolo: Vescovo
Nascita: V secolo, Scozia
Morte: VI secolo, Down, Irlanda
Ricorrenza: 17 marzo
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
S. Patrizio, apostolo del Vangelo fra il popolo irlandese, nacque nella Scozia da agiati e pii genitori verso la fine del secolo quinto. La Divina Provvidenza che nei suoi arcani disegni, sempre infinitamente sapienti, destinava Patrizio a grandi cose nella Chiesa Cattolica, dispose che egli, ancor giovane, strappato dal grembo della famiglia, fosse condotto schiavo nell’Irlanda. Durante questa schiavitù, in cui il povero giovanetto ebbe a sentire tutta l’amarezza dell’abbandono e subire il disprezzo più avvilente ed inumano, la grazia del Signore plasmò il cuore del suo servo e lo predispose alla sua sublime missione.. Finalmente dopo dieci anni di sofferenze inenarrabili, potè ritornare in famiglia.

Patrizio, per prepararsi alla divina missione che da Dio gli era stata assegnata, si diede agli studi e all’esercizio delle virtù sacerdotali. Fu ordinato diacono, sacerdote e, prima di partire per l’evangelizzazione dell’Irlanda, fu consacrato vescovo.

Tra quelle popolazioni ancora barbare ed idolatre, S. Patrizio ebbe a soffrire la persecuzione ed il carcere. Ma tutto sopportò in pace, poiché il martirio fu sempre uno dei suoi desideri più intensi. Non vi fu luogo di quell’isola che non fosse visitato più volte dal Santo, nonostante che la sua vita corresse grave pericolo. Il Signore benedisse largamente le fatiche di questo novello Paolo, e quella terra pagana divenne la terra dei Santi. Le lotte che attraverso i secoli, specialmente contro il Protestantesimo, sostenne l’Irlanda per conservare integra la dottrina evangelica, gli esempi di fede e gli slanci di amore che quel popolo ha dimostrato ne sono prova evidente.

L’opera di Patrizio fu completa. Non solo convertì e battezzò tante e tante anime, ma molti giovani ricevettero gli ordini sacri, molte chiese furono innalzate e molte giovani si consacrarono al Signore nella vita religiosa.

Tra le virtù che particolarmente spiccarono nel Santo, ammirabile fu il suo distacco dalle cose di questo mondo. Delle tante offerte che i fedeli deponevano ai suoi piedi, nulla mai prese per sè, ma tutto dispensava ai poverelli.

Verso la fine della sua vita. scrisse La Confessione, libro in cui narra i principali avvenimenti della sua vita.

PRATICA. Un atto di fede nella Provvidenza di Dio.

PREGHIERA. Dio, che ti sei degnato di mandare il, beato Patrizio, confessore e Pontefice, a predicare il tuo Vangelo, concedi che per i suoi meriti e per la sua intercessione, possiamo compiere quanto ci comandi.

MARTIROLOGIO ROMANO. Presso la città di Down, in Irlanda, il natale di san Patrizio, Vescovo e Confessore, il quale per primo annunziò Cristo in quell’isola, e rifulse per grandissimi miracoli e per virtù.