Archivi giornalieri: 16 marzo 2022

Rottamazione-ter, mancato pagamento della rata del 7 marzo e prossime scadenze

Rottamazione-ter, mancato pagamento della rata del 7 marzo e prossime scadenze

Quali sono le conseguenze per chi non ha pagato la rata del 7 marzo della rottamazione-ter? Ecco la risposta dell’ADER

Entro il 7 marzo, i contribuenti con la rottamazione-ter delle cartelle ancora attiva, avrebbero dovuto pagare la prima rata del 2022; quali sono le conseguenze per chi non ha pagato la rata entro tale scadenza? Chi ha effettuato un pagamento parziale o tardivo, è considerato decaduto?

A tali domande ha risposto l’Agenzia delle entrate-riscossione (ex Equitalia), con un avviso pubblicato sul proprio portale.

Ecco i dettagli sul mancato, parziale o tardivo pagamento della rata del 7 marzo e il calendario delle prossime scadenze in vigore.

Rottamazione-ter, informazioni in merito all’ultima scadenza del 7 marzo

Al 7 marzo scadeva la prima rata 2022 della rottamazione-ter 2021-2022; si trattava di una delle scadenze più importanti di marzo.

Erano tenuti infatti a rispettare la scadenza, coloro che erano in regola con i precedenti pagamenti e dunque dovevano pagare la prima rata 2022, ovvero i contribuenti che entro il 14 dicembre 2021 avevano pagato le rate 2020 e 2021.

Rate per le quali, i vari decreti emergenziali che si sono susseguiti negli ultimi due anni di pandemia, hanno disposto di volta in volta un proroga. Da ultimo il D.L. 146/2021, c.d. decreto fiscale, post conversione in legge, ha previsto una rimessione in bonis per le rate 2020 e 2021. Difatti, tali rate potevano essere pagate entro il 9 dicembre.

Rispetto a tale data, trovavano applicazione i cinque giorni di tolleranza; dunque l’ultima chiamata per pagare le suddette rate era fissata al 14 dicembre.

Pagate le rate in scadenza al 14 dicembre, il 7 marzo scadeva la 1° rata 2022.

Pagamenti mancanti, parziali o tardivi della rata del 7 marzo 2022

Quali sono le conseguenze per chi non ha pagato la rata del 7 marzo? Chi ha effettuato un pagamento parziale o tardivo, è considerato decaduto?

A tali domande ha risposto l’Agenzia delle entrate-riscossione con un avviso pubblicato sul proprio portale.

Decadenza dalla rottamazione-ter

In merito ad eventuali pagamenti parziali o tardivi, purtroppo in questi casi, c’è la decadenza della rottamazione-ter.

Infatti, se il pagamento è avvenuto oltre i termini previsti o per importi parziali, la misura agevolativa non si perfezionerà e i versamenti effettuati saranno considerati a titolo di acconto sulle somme dovute.

Difatti si perderanno i vantaggi della definizione agevolata. Dunque niente abbuono sulle sanzioni e aggi di riscossione (aggi ora aboliti) contenuti nella cartella originaria oggetto di rottamazione.

Ad ogni modo, coloro che sono decaduti dalla “Rottamazione-ter” per mancato, insufficiente o tardivo versamento delle somme scadute nel 2019, grazie alle disposizioni introdotte dal “Decreto Rilancio” (DL n. 34/2020), possono comunque richiedere la rateizzazione delle somme ancora dovute ai sensi dell’art. 19 DPR 602/1973.

Cosa preclusa per tutti gli altri contribuenti ammessi alla rottamazione-ter.

Prossime scadenze della rottamazione-ter

Per mantenere i benefici della Rottamazione-ter, i contribuenti che hanno effettuato entro il 14 dicembre 2021 (termine “ultimo” previsto nel DL n. 146/2021 “Decreto Fiscale”, convertito, con modificazioni, dalla Legge n. 215/2021) il versamento delle rate dovute per il 2020 e il 2021 ed entro il 7 marzo il pagamento della 1° rata 2022, dovranno proseguire i pagamenti nel rispetto delle scadenze contenute nella “Comunicazione delle somme dovute”.

Una copia di tale comunicazione può essere richiesta anche dall’area pubblica del portale dell’ADER. Dunque senza accedere all’area propria area riservata.

Le scadenze previste dal Decreto Legge n. 119/2018 per la “Rottamazione-ter” sono fissate nelle seguenti date:

  • 28 febbraio (7 marzo);
  • 31 maggio 2022;
  • 31 luglio 2022;
  • 30 novembre 2022.

Per il versamento entro tali date sono ammessi i cinque giorni di tolleranza di cui all’articolo 3, comma 14-bis, del DL n. 119 del 2018. Per la prossima rata del 31 maggio 2022, il termine “ultimo” per effettuare il pagamento è fissato al 6 giugno.

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Sant’ Eriberto di Colonia

 

Sant’ Eriberto di Colonia


Nome: Sant’ Eriberto di Colonia
Titolo: Vescovo
Nascita: 970 circa, Worms, Germania
Morte: 1021, Colonia, Germania
Ricorrenza: 16 marzo
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
 

Quando si è detto che Eriberto fu consacrato Vescovo di Colonia nel 999 si è già detto molto. Si era alla vigilia di quel Mille, che si annunziava pieno di spavento, per la creduta fine del mondo.

Su quel momento di universale panico si è calcato molto la mano, come se l’aspettativa dei giorni apocalittici avesse davvero paralizzato la vita del mondo. Basterebbe ricordare le parole carducciane su « Le turbe raccolte intorno a’ manieri feudali, accasciate e singhiozzanti nelle chiese tenebrose e ne’ chiostri, sparse con pallidi volti e sommessi mormorii per le piazze ».

Oggi i colori di quel momento storico si sono sensibilmente schiariti, non però tanto da mutare le temute tenebre della notte perpetua, in una sperata alba di vita felice.

Sta di fatto che l’Impero degli Ottoni, se non vacillava, certo veniva già turbato, specie in Italia, dal verzicare dei liberi comuni, e i discendenti del primo grande e potente Ottone scendevano in Italia per morirvi quasi tutti giovani.

Eriberto, nato a Worms, da nobile famiglia, si trovava a fianco di Ottone III, quando .il giovanissimo Imperatore scese in Italia. Era anzi il suo cancelliere. Ciò non significava che fosse uomo politico; era un ecclesiastico, che aveva studiato in una Abbazia benedettina ed era stato Preposto della Chiesa di Worms.

Forse si deve anche a lui, oltre che alla madre di Ottone III, Teofania, l’inclinazione che il giovane Imperatore mostrò per l’antica civiltà romana, che preferiva a quella tedesca. Egli pensò persino di far di Roma la sede dell’Impero, contro il parere dei suoi superbi teutoni ed anche contro il desiderio dei gelosi romani.

Eriberto si trovava a fianco di questo Imperatore germanico, quando, a Benevento, fu nominato Vescovo di Colonia. Mentre Ottone III rimaneva in Italia, dove sarebbe stato ucciso giovanissimo, a ventidue anni, Eriberto risalì la penisola e attraversò la Germania, per essere, come abbiamo detto, consacrato a Colonia, nel 999.

Cominciò allora la sua opera di consolazione e di conforto negli anni dello sgomento e del terrore. Umile, dolce, affabile, sereno, sollevò le anime e guidò la diocesi con dolce zelo.

Egli stesso, per penitenza, portava indosso costantemente il cilicio, ma non approvava che il terrore provocasse forme troppo aspre di sacrificio.

Il successore di Ottone III, quell’Enrico che abbiamo visto sposo della casta e caritatevole Cunegonda, non apprezzò da prima le qualità del Vescovo Eriberto. Ma poi, riconoscendo di avere sbagliato, gli chiese pubblicamente perdono e lo volle suo cancelliere.

Eriberto si sentiva però pastore e padre, soccorritore di miserie morali e materiali. Egli, che avrebbe potuto vivere nella Reggia Imperiale, si faceva stretto obbligo di visitare la propria diocesi, portando ovunque la serenità del proprio spirito e la generosità del proprio cuore. E durante una di queste visite pastorali, caduto ammalato, morì, a Duitz, il 15 marzo 1021.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Colonia in Germania, sant’Eriberto, vescovo, che, cancelliere dell’imperatore Ottone III, eletto contro il suo volere alla sede episcopale, illuminò incessantemente il clero e il popolo con l’esempio delle sue virtù, alle quali esortava nella predicazione