Archivi giornalieri: 9 luglio 2021

Bonus TV 2021 da 100 euro senza ISE

Bonus TV 2021 da 100 euro senza ISEE: cos’è, come funziona e requisiti. La guida

Il bonus TV 2021 fino a 100 euro senza ISEE è attivo con il recente decreto ministeriale. Ecco cos’è, come funziona e quali sono i requisiti.

Bonus TV 2021 da 100 euro senza ISEE: i bonus a pioggia sono stati un tratto distintivo del precedente Governo Conte bis, ma pare che l’Esecutivo attuale, guidato dall’ex banchiere centrale Mario Draghi, non li abbia del tutto abbandonati, almeno per il momento.

Ci riferiamo, in particolare, al cd. bonus TV 2021, detto anche ‘bonus rottamazione‘, per il quale è stato recentemente firmato il decreto ad hoc da parte del ministro per lo sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, con controfirma del ministro dell’economia e delle finanze Daniele Franco.

Il bonus TV 2021 è una interessante agevolazione che consente di avvantaggiarsi di uno sconto fino a 100 euro (senza rilievo dell’Isee). Il beneficio in questione, a ben vedere, trova fondamento nell’annunciato passaggio al nuovo sistema di trasmissione televisiva digitale. A causa di questa rivoluzione, da Auditel – Ipsos è stato recentemente stimato che ben 9 milioni di italiani dovranno cambiare la propria televisione. Ecco allora lo sconto, per venire incontro a determinate fasce di popolazione.

Bonus TV 2021 da 100 euro senza ISEE: cosa cambia

Bonus tv 2021 da 100 euro senza IseeA partire dal primo luglio 2022, il sistema di trasmissione televisiva digitale Dvb-T terminerà di funzionare; il passo avanti sarà verso il sistema di seconda generazione, denominato Dvb-T2. Ecco perchè chi ha una televisione acquistata prima del 22 dicembre 2018 dovrà dunque comprare un nuovo apparecchio.

Come anticipato, il bonus Televisioni e decoder fino a 100 euro senza ISEE ha assunto portata normativa con decreto e, al contempo, è stato altresì confermato l’ammontare dei fondi a disposizione fino al 31 dicembre 2022. Si tratta della cifra complessiva pari a 250 milioni di euro. Tra gli osservatori più attenti, non è mancato chi già in questi giorni esprime preoccupazione in relazione al fattore ‘stanziamenti’ di cui al decreto attuativo appena firmato dal Ministro Giorgetti. Saranno sufficienti questi fondi a coprire tutte le domande?

E’ chiaro che la finalità connessa a questa novità è dare spazio ad una nuova tecnologia capace di migliorare la qualità del segnale e di consentire al telespettatore di poter seguire trasmissioni in alta definizione.

Leggi anche: Aiuti per disoccupati 2021: dalla NASpI al Reddito di Cittadinanza. Guida

Bonus TV senza ISEE 2021 e bonus TV di 50 euro per il 2020 sono cumulabili

In ogni caso, vi è da ricordare che il nuovo beneficio non va a sostituire quello anteriore, in vigore dal 18 dicembre 2019, e che comporta un contributo di massimo 50 euro per comprare una televisione o un decoder con sintonizzatore DVB-T2 HEVC (supporto al profilo Main 10). Anzi appare interessante rimarcare che laddove il cittadino avesse i requisiti per ottenere entrambi i bonus, potrà comprare un nuovo dispositivo, avvalendosi di uno sconto sommando i contributi. I due bonus sono dunque cumulabili.

In altre parole, il previo bonus TV – ossia il beneficio che comporta 50 euro di sconto su TV e decoder per i nuclei familiari con ISEE al di sotto dei 20mila euro – permarrà, ma con un apporto ridotto. Infatti, all’entrata in vigore del decreto, il contributo conseguibile con il bonus TV 2021 scende da 50 a 30 euro, senza fare alcuna differenza tra televisione e decoder. Sarà pertanto sfruttabile il cumulo dei bonus fino al valore massimo di 130 euro. Con riferimento al precedente bonus, permane altresì il vincolo ISEE dei 20mila euro per far scattare il diritto al contributo.

Bonus TV 2021: cos’è, finalità e destinatari

A questo punto, vediamo in sintesi le caratteristiche chiave del bonus TV 2021. Il cd. bonus TV 2021, o bonus rottamazione, è necessario a sostenere economicamente i cittadini del nostro paese, per quanto attiene alla fase di acquisto di un nuovo televisore o decoder compatibili con lo standard di trasmissione del digitale terrestre DVB-T2/HEVC Main 10.

In buona sostanza, abbiamo uno sconto pari al 20% sul prezzo di acquisto della tv nuova, fino ad un massimo di 100 euro, previa rottamazione di quello vecchia purché comprata in data anteriore al 22 dicembre 2018. Lo sconto si ottiene direttamente in cassa, a fronte del conferimento di un vecchio TV (non DVB-T2 HEVC) da inviare al circuito RAEE (Rifiuti Elettrici ed Elettronici).

Il meccanismo del bonus TV 2021 vale anche in ipotesi di acquisti via web e nel caso di acquisti online e ritiro dal negoziante.

Bonus rottamazione TV? Ecco come fare

Finalità del bonus TV 2021 è non soltanto seguire il percorso di evoluzione tecnologica, ma anche essere un vero e proprio ‘bonus rottamazione tv‘. Ciò a favorire la sostituzione di apparecchi televisivi non più idonei, assicurando tutela ambientale e promozione dell’economia circolare con un loro efficace smaltimento.

Due le modalità di rottamazione del vecchio apparecchio:

  • consegnandolo al rivenditore in fase di acquisto della TV nuova;
  • portandolo in una discarica autorizzata.

Attenzione però: nella seconda ipotesi sarà necessario certificare la rottamazione con compilazione di un modulo che, sottoscritto e allegato al documento di identità, dovrà poi essere consegnato al negoziante presso il quale si usufruirà del bonus TV 2021, comprando l’apparecchio nuovo.

Bonus tv 2021 da 100 euro senza Isee: requisiti

Coloro che possono chiedere ed ottenere il bonus TV 2021 sono tutti i cittadini; infatti, si tratta di un beneficio differente da quello precedente, legato all’ISEE (al di sotto dei 20mila euro annui). In queste circostanze, il requisito reddituale non c’è e il beneficio può essere domandato per l’acquisto di un apparecchio per ogni nucleo familiare.

Ciò non toglie che vi siano però tre requisiti da possedere:

  • residenza in Italia;
  • rottamazione di una TV comprata in data anteriore al 22 dicembre 2018;
  • essere in regola con il pagamento del canone Rai.

Ma attenzione: in base alle regole introdotte, potranno ottenere il bonus TV 2021 anche i cittadini over 75, che non sono tenuti a versare il canone  di abbonamento al servizio di radiodiffusione.

Bonus TV e decoder 2021: come è concesso in concreto?

Come già visto per il Bonus TV precedente, il negoziante immetterà i dati del cliente che vuole usufruire del bonus TV 2021 in un portale ad hoc collegato al sito dell’Agenzia delle Entrate. Per questa via, sarà possibile fare tutte le verifiche del caso (tra cui il pagamento del canone RAI pagato e bonus rottamazione non ancora utilizzato); e dare di seguito assenso oppure diniego alla concessione del beneficio. Il negoziante perciò verserà lo sconto direttamente in cassa, recuperandolo come sconto sul primo versamento fiscale (F24), entro 30 giorni circa.

Concludendo, il Bonus tv 2021 da 100 euro senza Isee varrà fino al 31 dicembre 2022 e per sapere se la TV o il decoder fanno parte della lista dei prodotti idonei, è opportuno fare riferimento alla pagina web ad hoc nel sito del MISE (consultabile cliccando qui).

Smart Working

 

Smart Working, trattamento fiscale delle retribuzioni estere: chiarimenti AdE

Ai fini fiscali, prevale il criterio dell’abitazione permanente cui seguono il centro degli interessi vitali per i lavoratori in smart working

Smart Working, trattamento fiscale delle retribuzioni estere: ai fini della individuazione della residenza fiscale di un individuo in smart working, occorre far riferimento ai criteri indicati nell’art. 2 del Tuir. Tale normativa prescinde dalla circostanza che una eventuale permanenza della persona fisica in Italia sia dettata da motivi legati alla pandemia. A chiarirlo è l’Agenzia delle Entrate con l’Interpello n. 458 del 7 luglio 2021.

In particolare, nei rapporti con la Cina, assume rilievo l’art. 4 del Trattato con la Cina che stabilisce le regole di spareggio per dirimere eventuali conflitti di residenza tra gli Stati contraenti. In tal caso, prevale:

  • il criterio dell’abitazione permanente cui seguono il centro degli interessi vitali;
  • il soggiorno abituale;
  • la nazionalità.

Smart Working estero: come funziona il trattamento fiscale

I dipendenti che abbiano trascorso in Italia, durante l’anno bisestile 2020, meno di 184 giorni, il compenso relativo ai giorni di lavoro svolti in Italia sono da considerare come reddito prodotto nel territorio dello Stato da soggetti non residenti e, in quanto tale, da assoggettare ad imposizione in Italia.

Innanzitutto, è bene specificare che si considerano prodotti nel territorio dello Stato i redditi di lavoro dipendente prestato, da soggetti non residenti, nel territorio dello Stato.

Tale disposizione, però, non trova applicazione qualora il nostro Paese abbia stipulato, con lo Stato di residenza del lavoratore, una convenzione per evitare le doppie imposizioni.

Al riguardo, è previsto che le remunerazioni percepite da un residente di uno Stato contraente per “l’attività dipendente” svolta nell’altro Stato contraente, sono imponibili in entrambi gli Stati.

Dunque, il reddito di lavoro dipendente percepito – ad esempio – da un lavoratore dipendente residente in Cina, per l’attività di lavoro svolta in Italia, rilevi fiscalmente anche nel nostro Paese.

Lavoro agile e trattamento fiscale: i requisiti

In merito al trattamento fiscale dei lavoratori in modalità agile, l’Agenzia delle Entrate ha affermato che:

le remunerazioni che un residente di uno Stato contraente riceve per un’attività dipendente svolta in altro Stato sono imponibili soltanto nel detto primo Stato se:

  • il beneficiario soggiorna nell’altro Stato per un periodo o periodi che non oltrepassano in totale 183 giorni nel corso dell’anno solare in considerazione;
  • le remunerazioni sono pagate da, o per conto di, un datore di lavoro che non è residente dell’altro Stato;
  • l’onere delle remunerazioni non è sostenuto da una stabile organizzazione o da una base fissa che il datore di lavoro ha nell’altro Stato».

Poiché nel caso di specie la remunerazione è erogata da un datore di lavoro residente in Italia, le remunerazioni risultano imponibili in entrambi gli Stati.

Smart Working, trattamento fiscale delle retribuzioni estere: status residenza fiscale

È stato chiesto, inoltre, all’Agenzia delle Entrate se la permanenza in Italia per più di 184 giorni durante il 2020, comportato una modifica nel loro status di residenza fiscale.

Ebbene, ai fini della individuazione della residenza fiscale di un individuo, occorre far riferimento ai criteri indicati nel citato articolo 2 del Tuir. Infatti:

si considerano residenti le persone che per la maggior parte del periodo d’imposta sono iscritte nelle anagrafi della popolazione residente o hanno nel territorio dello Stato il domicilio o la residenza ai sensi del codice civile”.

Ciò posto, si osserva come una persona fisica iscritta all’AIRE e rientrata in Italia unicamente a seguito dell’emergenza Covid potrebbe essere considerata fiscalmente residente in Italia. Questo perché risulterebbe avere il domicilio nel nostro Paese per la maggior parte del periodo d’imposta. Qualora si verificasse un conflitto di residenza con lo Stato estero, questo dovrebbe essere risolto facendo ricorso ai citati criteri convenzionali.

Domanda Assegno figli a carico

Domanda Assegno figli a carico: non serve se già beneficiari del RdC

L’assegno ponte figli a carico è operativo da pochi giorni e pienamente compatibile con i reddito di cittadinanza. Ecco chi deve fare domanda.

Domanda Assegno figli a carico: una interessante semplificazione burocratica è stata introdotta a favore dei beneficiari del reddito di cittadinanza, che hanno i requisiti per avvalersi anche della differente prestazione denominata assegno temporaneo figli minori.

Infatti, secondo quanto precisato dall‘INPS, chi già incassa le mensilità del reddito di cittadinanza non deve fare domanda ad hoc, per ottenere anche l’assegno unico figli a carico, previsto in via temporanea a partire dal primo luglio 2021 e fino al 31 dicembre 2021. Sarà proprio l’Istituto di previdenza a versare d’ufficio l’importo ulteriore, direttamente sulla card Rdc.

In altre parole, il beneficiario non dovrà autonomamente attivarsi, ma sarà proprio l’INPS a controllare se il nucleo familiare indicato nel modello ISEE ha tutti i requisiti richiesti per l’attribuzione dell’importo aggiuntivo dell’assegno. Vediamo allora più nel dettaglio queste interessanti novità per tantissime famiglie italiane.

Leggi anche: assegno ponte video guida INPS

Assegno figli a carico 2021: che cos’è in breve

Per completezza, ricapitoliamo in sintesi i tratti essenziali dell’assegno unico figli a carico, pienamente operativo dallo scorso primo luglio. In buona sostanza, con esso abbiamo il riconoscimento di un contributo mensile per ogni figlio minorenne a carico, a partire dal settimo mese di gravidanza. Nell’ambito di questa interessante misura di sostegno, è altresì istituito il fondo assegno universale e servizi alla famiglia, mirato a finanziare con provvedimenti normativi ad hoc la riorganizzazione degli istituti di sostegno e valorizzazione della famiglia.

Leggi anche: Dagli ANF all’Assegno Unico: le tappe verso il nuovo assegno per i figli

Il percorso per il versamento dell’assegno unico figli a carico è scattato dal primo luglio 2021 per le famiglie con figli minorenni, con gradualità. Va dunque rimarcato che la riforma entrerà a regime da gennaio 2022: solo dal prossimo anno si potrà parlare di assegno unico universale tout court.

Con il decreto legge approvato e pubblicato in Gazzetta Ufficiale l’8 giugno 2021 (qui il testo), si prevede infatti un assegno temporaneo (“assegno ponte” fino al termine del 2021) mirato in particolare alle famiglie con figli minori che non hanno diritto ai vigenti assegni per il nucleo familiare (ANF). E’ detto assegno unico “temporaneo” perchè appunto la misura coprirà fino al 31 dicembre, l’attivazione dell’assegno unico e universale – previsto dai decreti legislativi attuativi della legge primo aprile 2021 n. 46.

Assegno temporaneo figli a carico: a chi spetta

Come accennato, l’assegno temporaneo è versato in caso figli minori di 18 anni, compresi i figli minori adottati e in affido preadottivo. I potenziali destinatari dell’assegno ponte per i figli minori a carico sono i seguenti soggetti:

  • disoccupati;
  • lavoratori autonomi;
  • coltivatori diretti, coloni e mezzadri;
  • titolari di pensione da lavoro autonomo;
  • nuclei familiari senza uno o più requisiti per godere dell’ANF (Assegno per il Nucleo Familiare).

Vediamo ora in sintesi quali sono i requisiti specifici per ottenere detto assegno unico figli a carico, e dunque per essere considerati tra i  destinatari:

  • cittadinanza italiana o di uno Stato dell’Unione europea (o suo familiare). Colui che è invece extracomunitario deve avere il cd. permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo (o il permesso di soggiorno per ragioni di lavoro o di ricerca di almeno un semestre);
  • residenza e domicilio in Italia con figli a carico fino al compimento dei 18 anni d’età;
  • possesso di un ISEE in corso di validità;
  • essere soggetto al versamento dell’imposta sul reddito in Italia.

Ovviamente detti requisiti debbono sussistere uno ad uno, altrimenti il contributo non sarà versato.

Assegno ponte figli a carico: come si domanda?

Per quanto attiene alle modalità con cui presentare domanda per l’assegno temporaneo in oggetto, occorre fare riferimento all’INPS entro e non oltre il 31 dicembre 2021. La domanda dovrà essere inoltrata una sola volta per ogni figlio:

  • sul portale internet dell’Istituto, entrando nella pagina apposita. Ma attenzione: è necessario essere in possesso di uno di questi documenti: codice PIN (rilasciato dall’Istituto entro il primo ottobre 2020); SPID di livello 2 (o più alto); Carta di identità elettronica 3.0 (CIE); Carta Nazionale dei Servizi (CNS);
  • con i servizi gratuiti di un patronato;
  • tramite il Contact Center Integrato, telefonando al numero verde 803.164 (gratis da rete fissa) o al numero 06 164.164 (da rete mobile a pagamento).

Inoltre, come rimarcato dall’Inps, l’assegno unico figli a carico temporaneo è compatibile con il reddito di cittadinanza; ma anche con la percezione di differenti sussidi erogati dalle Regioni, Province autonome di Trento e di Bolzano e dagli Enti locali.

Assegno figli a carico e reddito di cittadinanza: come funziona il calcolo dell’importo?

In molti potrebbero domandarsi come funziona il calcolo dell’importo dell’assegno unico figli a carico, anche in presenza di RdC. Ebbene, le istruzioni di dettaglio sono evidenziate nella circolare Inps n. 93 del 30 giugno 2021. In ogni caso, il calcolo dell’assegno unico è compiuto sulla scorta del valore dell’ISEE del nucleo familiare.

Abbiamo dunque che l’importo mensile spettante dal primo luglio 2021 corrisponde a:

  • 167,50 euro a figlio, in ipotesi di nuclei familiari fino a due figli;
  • 217,80 euro a figlio per i nuclei più con più di due figli, in ipotesi di ISEE non superiore a 7mila euro;
  • l’importo assegnato è via via diminuito per i nuclei familiari con ISEE al di sopra dei 7mila euro e fino a 50mila euro.

Non solo: per ogni figlio minore disabile, scatta la maggiorazione importo pari a 50 euro.

Per chi già incassa il reddito di cittadinanza, l’importo dell’assegno unico mensile è quantificato sottraendo dall’importo teorico previsto la quota di reddito di cittadinanza legata ai figli che fanno parte nel nucleo familiare, calcolata sulla base della scala di equivalenza. Tecnicamente, abbiamo che il parametro della scala di equivalenza corrisponde a:

  • 1 per il primo componente del nucleo familiare;
  • sale di 0,4 per ogni altro componente di minore età, fino ad un massimo di 2,1, ossia fino ad un massimo di 2,2 in ipotesi in cui nel nucleo familiare vi siano componenti in stato di disabilità grave o di non autosufficienza, come definite ai fini dell’ISEE.

In ogni caso, per tutti i dettagli su questi ultimi aspetti, rimandiamo alla recente circolare INPS appena menzionata.

Concludendo, in ipotesi di accoglimento della domanda presentata dal genitore interessato, l’assegno unico figli a carico sarà riconosciuto mensilmente e a partire dal mese di presentazione della domanda stessa. Per quanto riguarda le domande presentate dopo questo mese ed entro il termine del 30 settembre 2021, saranno versate le mensilità arretrate cominciando proprio da luglio 2021. A partire dal primo ottobre, l’interessato non perderà il diritto ma la decorrenza della misura corrisponderà al mese di presentazione della domanda: così ha recentemente chiarito l’Istituto di previdenza.

Notizie inps

“Innovazione e sviluppo delle persone”: l’evento dell’INPS

Martedì 13 luglio, a partire dalle 10 alle 12.30, sarà trasmesso in diretta streaming da Palazzo Wedekind l’evento “Innovazione e sviluppo delle persone per un servizio migliore ai cittadini”.

Il meeting inizierà con i saluti del ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta e sarà introdotto da Gabriella Di Michele, Direttrice generale dell’INPS.

La conferenza sarà divisa in due panel. Al primo, dal titolo “Le persone al centro del cambiamento”, parteciperanno Marco Vergeat, Presidente di ASFOR, Maria Grazia Sampietro, Direttrice centrale Risorse umane INPS, Giuseppe Conte, Direttore centrale Formazione e Sviluppo Risorse umane INPS e Antonello Calvaruso, Direttore di S3 Studium. Il secondo, dal titolo “L’innovazione digitale ed organizzativa”, vedrà la partecipazione di Vincenzo Caridi, Direttore centrale Tecnologia, Informatica e innovazione INPS e di Rocco Lauria, Direttore centrale Organizzazione e Comunicazione INPS.

Le conclusioni saranno affidate al Presidente dell’INPS Pasquale Tridico.

Quota100

Pensioni quota 100 sostituita da quota 41? La situazione

Quota 100 pensioni sta per chiudere il suo ciclo triennale e la riforma del sistema previdenziale in vista del 2022 resta ancora un rebus. Che accadrà dopo? Rischio scalone con la legge Fornero: dai 62 anni d’età (a patto di avere anche 38 anni di contributi) ai 67 necessari per la pensione di vecchiaia? Un’ventualità che si vuole evitare.

Le ipotesi sul tavolo sono tante e fino a quando non arriverà la fumata bianca tra governo e parti sociali nulla è certo. Di sicuro però ci sono opzioni apprezzate dai sindacati: quota 41 con la possibilità di pensionamento grazie a 41 anni di contributi, per tutti i di lavori senza limiti anagrafici. O con l’accesso alla pensione a 64 anni con almeno 20 anni di contributi versati. Ma solo si si è raggiunto un importo pari a 2,8 volte quello dell’assegno sociale. Però l’esecutivo prende tempo e la partita resta aperta…

AGRICOLTURA

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3 MILIONI PER ATTIVITÀ DI OUTDOOR EDUCATION

 

Troncarelli: “Favoriamo opportunità di apprendimento e interazione per contribuire allo sviluppo delle potenzialità fisiche, intellettuali ed emotive dei giovani” 

18/06/2021 – Approvata dalla Giunta regionale la DGR con la quale vengono stanziate risorse complessive pari a 3 milioni di euro a sostegno degli Enti del Terzo Settore per la realizzazione di attività innovative nell’ambito dell’outdoor education. A darne notizia è l’assessore alle Politiche Sociali, Welfare, Beni Comuni e Asp, Alessandra Troncarelli.

“Già a giugno 2020, con l’approvazione del Piano per l’infanzia, l’adolescenza e le famiglie, avevamo promosso le attività di outdoor education – commenta l’assessore alle Politiche Sociali, Welfare, Beni Comuni e Asp, Alessandra Troncarelli -. Tenuto conto del perdurare della situazione epidemiologica, intendiamo adottare per l’annualità 2021 un nuovo avviso pubblico per favorire opportunità di gioco e apprendimento, che consentano ai giovani di riappropriarsi degli spazi di socialità e di aggregazione che sono diventati inaccessibili a causa dell’emergenza sanitaria”.

“Le bambine e i bambini e gli adolescenti sono, infatti, una parte della popolazione che ha maggiormente sofferto per le limitazioni necessariamente imposte in questo ultimo anno – conclude l’assessore – e vogliamo quindi agire in continuità con quanto già fatto e contribuire allo sviluppo delle loro potenzialità fisiche, intellettuali ed emotive”.

Nello specifico le risorse potranno essere impiegate per i seguenti interventi:

– valorizzazione delle buone prassi territoriali tradizionali esistenti che contribuiscano al ripensamento degli spazi educativi e sociali in forma il più possibile ampia e creativa, e tali da garantire la tutela della salute e della sicurezza dei/delle bambini/e, dei/delle ragazzi/e, delle famiglie e degli operatori e la ripresa della vita sociale, culturale e di inclusione da parte dei minori.
– riprogettazione degli spazi urbani e l’utilizzo ove possibile degli spazi di prossimità, delle aree verdi, degli impianti sportivi, dei parchi e giardini riattivando tutti gli ambienti interni ed esterni per consentire il “distanziamento fisico” e contemporaneamente il “riavvicinamento sociale” e la ripresa dei processi di apprendimento collettivo.
– valorizzazione dei luoghi della cultura e dello sport, per riutilizzarli come spazi di socialità e didattica rivolte ai/alle bambini/e e ai/alle ragazzi/e.
– progettazione educativa che preveda anche momenti di formazione relativi ai comportamenti da adottare per la prevenzione del contagio da Covid-19.

Le risorse stanziate sono finalizzate alla predisposizione di un avviso pubblico per la selezione di progetti di outdoor education attuati dagli Enti del Terzo Settore nel territorio della Regione Lazio. La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio.

IL PROGETTO K&ISS

 

 

PROROGATA SCADENZA BANDO K&ISS AL 30 LUGLIO

 

IL PROGETTO K&ISS

Il progetto K&ISS – Knowledge & Innovation Sharing System (finanziato dalla Misura POR FESR 2014-2020 – Azione 3.5.1a – A0121E0002 – Potenziamento della rete Spazio Attivo: Infrastrutture e Servizi sul territorio per le imprese e lo sviluppo”), si pone l’obiettivo di affiancare le micro, piccole e medie imprese (MPMI) del Lazio nel processo di trasformazione digitale, con un supporto e un affiancamento che  allo stesso tempo sia innovativo e dia continuità alle attività tradizionali.

 

 

PARTECIPA

Dal 3 maggio puoi ottenere il report di assessment digitale, partecipare alle attività di formazione online sui temi del digitale e candidarti (fino al 30 giugno – prorogato fino al 30 Luglio) per usufruire del servizio di assistenza.

Compila il questionario di self assessment digitale.
Al termine del periodo di rilevazione (scadenza: 30 giugno 2021 – prorogato fino al 30 Luglio) un Report con l’indicazione del proprio posizionamento in termini di maturità digitale.
– Scarica il questionario (link)
– Registrati e vai al questionario (link)

Partecipa alle attività di formazione.
Compila il questionario e partecipa al bando. Anche se non rientri tra le 60 imprese aggiudicatarie, puoi partecipare alle attività di formazione accedendo direttamente alla piattaforma. Già disponibili oltre 10 lezioni sul digitale: customer satisfaction, sito web, social media, digital advertising, alcune delle tematiche a disposizione.
– Scarica il bando (link)

Candidati al bando
Verifica i requisiti di partecipazione e partecipa al bando. 60 imprese da settembre usufruiranno del servizio di consulenza e digital coaching.
– Scarica il bando (link)
– Proroga dei termini (link)
– Verifica il Codice ATECO (link)
– Partecipa (link)

 

 

 

 

Essere digitali. Presentazione del bando K&ISS, riflessioni sul digitale e testimonianza di un’impresa. Guarda lo streaming video!

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Omnichannel Customer Experience, la partita è cominciata: obiettivi inclusi nel 70% dei piani strategici delle aziende

 

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L’Osservatorio Omnichannel Customer Experience del Politecnico di Milano paragona l’interazione con il cliente e l’esperienza del consumatore a una partita di bowling: strategia, gestione del dato e tecnologia a supporto sono le parole chiave di questa partita.

Leggi l’articolo completo.

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C’è una connessione fra la prossimità geografica ed i fenomeni dell’innovazione territoriale?

 

Ne parla Luigi De Falco, componente del gruppo di lavoro del progetto K&ISS,  e Direttore dell’Istituto di ricerca sulla geografia dell’innovazione territoriale IRGIT dell’Università degli Studi di Napoli Federico II.

Clicca qui per vedere il Webinar: https://www.youtube.com/watch?v=H636-ZpRonw&t=2s

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K&ISS, bando digitalizzazione imprese del Lazio. Focus Viterbo

Giovedì 8 luglio alle 15:00 il prossimo talk per la promozione del bando sulla digitalizzazione delle imprese del Lazio.

Intervengono Francesco Monzillo, Segretario Generale della Camera di Commercio Viterbo; Luigi Pagliaro, Digital coordinator PID di Viterbo; Giulio Curti, Responsabile Spazio Attivo Lazio Innova di Viterbo.

Modera: Vincenzo Filetti, Si.Camera

Per iscriversi: https://us02web.zoom.us/webinar/register/WN_fsHa7OPZTrODbWtd-Fl2UQ

Lauree online e lavoro: i percorsi con maggiori prospettive

 

Lauree online e lavoro: i percorsi con maggiori prospettive

Scegliere una laurea online per ottenere una certificazione pur non avendo il tempo per seguire le lezioni e recarsi fisicamente in ateneo.

Questi anni difficili di pandemia, di crisi economica e disoccupazione stanno facendo riscoprire agli italiani l’importanza della laurea. È un fatto, stando ai dati ISTAT, che il numero degli studenti che decidono di intraprendere un percorso per il conseguimento di un titolo siano in crescita.

Molti scelgono la strada del conseguimento di una laurea online perché è la via più pratica per ottenere una certificazione pur non avendo il tempo necessario per seguire le lezioni e recarsi fisicamente in ateneo. Tutto il materiale didattico, infatti, viene erogato completamente online ed è disponibile all’uso 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

Università telematiche sono valide per trovare lavoro?

In Italia esistono 11 università telematiche riconosciute dal MIUR, grazie ad un Decreto Legge promulgato nel 2003 dall’allora Ministro della Pubblica Istruzione Letizia Moratti:

  • Università degli Studi Niccolò Cusano – Telematica Roma
  • Università degli Studi di Roma Unitelma Sapienza
  • Pegaso Università Telematica
  • Università San Raffaele
  • Università Telematica Internazionale Uninettuno
  • Università degli Studi Giustino Fortunato
  • Università degli Studi eCampus
  • Università degli Studi Guglielmo Marconi
  • Italian University Line
  • Università Mercatorum
  • Università Leonardo Da Vinci.

Questi atenei sono equiparabili ad una qualsiasi università tradizionale: i titoli che rilasciano, infatti, permettono di partecipare a concorsi pubblici e privati e accedere ai processi di selezione di tutte le aziende italiane e straniere. Le lauree, poi, possono essere conseguite mentre già si lavora, avendo la possibilità di chiedere un permesso solo per sostenere l’esame.

Lauree Online: quali sono i percorsi con maggiori prospettive?

La pandemia ha cambiato inevitabilmente anche il mondo del lavoro, nei prossimi anni le lauree più richieste saranno quelle legate al mondo digitale (digital marketing, digital journalism, imprese digitali ecc), al mondo sanitario (professioni sanitarie) e alla nutrizione (biologia e nutrizione).

Sono queste, infatti, tutte esigenze che si sono create in questo specifico contesto storico facendo emergere la necessità di numerosi professionisti in questo ambito. Tra i lavori più richiesti ci sono anche, come sempre, quelli legati al mondo giurisprudenziale e notarile, oltre che ingegneristico. Tra queste spicca la statistica, materia complessa ma sempre più importante in un mondo che viaggia ad una velocità pazzesca e in cui i numeri hanno un ruolo fondamentale.

Meno richieste, ma non per questo meno importanti, tutti i titoli umanistici, che nella maggior parte dei casi necessitano poi di un master di approfondimento o di un percorso di perfezionamento per approdare ad una professione ben remunerata.

Lavori: quali sono quelli con maggiore retribuzione?

Un discorso a parte meritano i lavori più remunerativi. In Italia esiste una fetta di professioni che permette di accedere ad uno stipendio piuttosto consistente: tra queste a fare da capofila tutte le ingegneristiche, seguite dalle giurisprudenziali e da quelle in economia.

Più lontane, invece, le professioni sanitarie soprattutto per chi decide di lavorare nel pubblico. Per molti si tratta di una vocazione ma è bene precisare che fare carriera è tutt’altro che semplice.

In generale viviamo in un momento storico in cui l’esperienza fa molta differenza: la gavetta è dura e lunga ed è quindi bene iniziare presto; per questo le università online rappresentato un’opportunità. Permettono allo studente di studiare e lavorare contemporaneamente dando velocemente avvio alla propria carriera o di seguire il lancio della propria start up.

Al momento del colloquio in azienda questo rappresenta un valore aggiunto: i candidati che, infatti, soprattutto se giovanissimi si presentano con un titolo e un solido bagaglio di esperienze hanno molte più possibilità rispetto agli altri di fare carriera. La scelta dell’università, se tradizionale o online, in alcuni casi pertanto diventa determinante.

Concorso Tecnici Sud

Concorso Tecnici Sud, solo 821 assunzioni su 2.800 posti: rischio ricorsi TAR

Il concorso per il Sud è stato un insuccesso e i numeri lo dimostrano. Le ragioni del flop e il pericolo dei ricorsi dei partecipanti.

Avrebbe dovuto essere il concorso per il rilancio della macchina della PA nel Mezzogiorno, secondo le indicazioni fornite in primis da Renato Brunetta, ministro che negli scorsi mesi ha spinto molto per una rivisitazione complessiva del pubblico impiego e dei meccanismi per accedervi.

Ma i numeri del recente concorso in meridione parlano chiaro: solo 821 assunzioni, vale a dire nemmeno un terzo rispetto ai 2.800 posti in palio. Questo è il deludente esito del cd. “Concorso per il Sud” che mirava al reclutamento nelle Regioni del Mezzogiorno di profili tecnici qualificati per la pubblica amministrazione. Ciò che è apparso evidente, in tutto l’iter di selezione, è stata la presenza di pochi partecipanti e tra essi, buona parte si è rivelata poco qualificata in rapporto al posto di lavoro offerto.

Non vi sono infatti profili come ad es. l’analista informatico, ma anche gli esperti in gestione, rendicontazione e controllo. Insomma, nonostante l’iniziativa del Governo Draghi per favorire il turnover negli uffici pubblici e l’intenzione di dare una boccata di ossigeno ad un settore che abbisogna di modernità e figure giovani e altamente formate, l’esito del concorso per il Sud non è stato quello sperato.

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Il Concorso per il Sud doveva essere veloce e digitale, ma ha fatto flop: il perchè secondo Brunetta

In verità, già prima dell’inizio della procedura di reclutamento, le condizioni del concorso per il Sud avevano generato critiche e polemiche in relazione alla preselezione per titoli ed esperienze lavorative. E non è bastato l’insuccesso rappresentato dal numero insufficiente di candidati ammessi alla prova scritta, a testimonianza di una scarsa preparazione dei partecipanti in generale. Ora il flop dell’esito è ben più ‘rumoroso’. Come anticipato, infatti, abbiamo soltanto 821 candidati idonei, e dunque pronti a essere assunti nel mese di luglio. Numeri molto bassi, se confrontati con i 2.800 profili in palio.

Il concorso per il Sud doveva rappresentare l’occasione per il rilancio della macchina della PA nel meridione, ma un meno di un terzo dei posti è stato assegnato. Secondo il ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta la responsabilità per l’esito non soddisfacente della procedura di selezione è però ben definita. Infatti, essa sarebbe da assegnare al precedente governo Conte bis che ha sì progettato questo concorso; ma al contempo ha inteso dare ai candidati contratti a tempo determinato e retribuzioni medio-basse. Elementi sufficienti, secondo Brunetta, per disincentivare molti dal tentare di superare questa selezione, magari optando per altri percorsi. Da considerare anche la complessità delle materie d’esame, che certamente ha spinto molti candidati a volgere lo sguardo altrove.

Il punto è che il concorso per il Sud avrebbe voluto coinvolgere soprattutto professionisti, ossia figure con già una certa esperienza lavorativa. Questi però sono stati frenati dalla bassa remunerazione e dalla mancata previsione del contratto a tempo indeterminato. Gli stessi neolaureati, che avrebbero potuto puntare al concorso per il Sud per fare esperienza, hanno subito il freno delle preselezioni che premiavano titoli di studio ed esperienze professionali. Con un regolamento come quello previsto, conseguenza logica è stata la rinuncia sia di molti professionisti preparati; sia di molti neolaureati, evidentemente scoraggiati dal sistema di valutazione.

I numeri del flop del concorso per il Sud: ecco quali sono

Ai livelli minimi sia la presenza di profili qualificati, che la partecipazione generale. Non può non colpire il dato numerico seguente: su circa 102mila candidati, si sono presentati di fatto alle prove in 37.009 (affluenza del 36,2%).

Il tasso di idonei ha toccato il 53%, una percentuale di certo consistente ma che è comunque da rapportare al numero effettivo di chi ha partecipato alle prove. La sensazione di flop almeno parziale del concorso per il Sud è dunque piuttosto evidente; e ciò nonostante il progetto – innovativo per il nostro paese – di un concorso pubblico finalmente rapido, sburocratizzato e digitale. In 100 giorni e con assunzioni assicurate entro luglio: così aveva dichiarato proprio il Ministro Brunetta.

Per specifiche figure professionali, come ad es. l’analista informatico, i posti restano vuoti. Nel concreto abbiamo dunque che con riferimento alla figura specialistica di “funzionario esperto tecnico”, vi sono state circa 22mila domande; ma soltanto in 9mila hanno poi partecipato al concorso per il Sud. Risultato: 167 gli idonei, con scoperto l’88 per cento dei posti disponibili. Mentre forse non stupisce il dato relativo alla figura professionale di funzionario esperto amministrativo giuridico: 169 posti messi a bando, con 765 soggetti idonei alle mansioni.

Inoltre, secondo i dati del Formez PA, tra gli idonei il 50,9% ha tra i 30 e i 40 anni;, il 22,6% tra i 40 e i 50, il 20,4% fino a 30 anni. 

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All’orizzonte il rischio valanga ricorsi al TAR

Un altro elemento inevitabilmente gioca a sfavore del maxi concorso per il Sud. Infatti, forse non tutti sanno che le regole di detta selezione sono state oggetto di modifica con la selezione in corso. Infatti,  con soltanto 8mila candidati ammessi alla prova scritta in un primo momento, il ministero per la PA temeva che i posti disponibili non sarebbero stati tutti coperti, all’esito delle selezioni. Così, in seconda battuta, gli organizzatori hanno deciso di aprire le porte agli altri 70mila esclusi.

Ecco perchè, proprio a causa di questa modifica improvvisa e imprevista al bando di concorso per il Sud, iniziano a esservi i primi ricorsi al TAR, a cui a breve presumibilmente ne seguiranno altri. La finalità è quella di domandare ed ottenere l’annullamento delle prove. Chiaro il motivo alla base del ricorso TAR: le 70mila riammissioni dei candidati non sono piaciute a coloro che hanno visto ritornare in corsa candidati in precedenza esclusi.

Reddito di cittadinanza

 

Reddito di cittadinanza: ecco le date dei pagamenti di luglio e come fare il rinnovo

Il reddito di cittadinanza prevede due distinte date di pagamento a luglio, ma potrebbe essere necessario fare il rinnovo. Come funziona?

Reddito di cittadinanza, ecco le date dei pagamenti di luglio e come fare rinnovo. Negli ultimi tempi si è tornato a parlare con frequenza di RdC, a seguito anche dei nuovi stanziamenti effettuati nei confronti di questo sussidio, grazie ai provvedimenti adottati dall’Esecutivo Draghi. Negli scorsi mesi, le conseguenze generate dall’accoppiata pandemia – lockdown hanno infatti imposto alle istituzioni di dare rinnovato rilievo agli aiuti atti a garantire il sostentamento alle persone disoccupate o che, a causa proprio del coronavirus, hanno perso il lavoro.

Qui di seguito vogliamo soffermarci su una domanda che probabilmente non pochi si sono posti in questo periodo: quando arriveranno i pagamenti di luglio del reddito di cittadinanza? Vediamolo, ponendo anche attenzione a come ottenere il rinnovo del reddito di cittadinanza –  e quindi i nuovi versamenti: ricordiamo infatti che il RdC dura 18 mesi, poi deve essere rinnovato.

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Reddito di cittadinanza: date dei pagamenti di luglio

E’ molto semplice chiarire quali sono i giorni in cui saranno disposti i versamenti di luglio. Ebbene, per questo mese – com’è nella prassi tipica di questo sussidio – il pagamento del reddito di cittadinanza comporta una doppia data per i destinatari. Infatti, quest’ultima è legata al momento in cui l’interessato ha fatto domanda:

  • alcuni beneficiari  si vedranno caricare le somme del sussidio sulla card apposita a partire dal 15 luglio. Ci riferiamo ai soggetti che hanno fatto domanda entro lo scorso mese, ossia coloro che ottengono il primo pagamento e la consegna della carta RdC – già caricata con la prima mensilità – negli uffici di Poste Italiane;
  • gli altri beneficiari dovranno fare riferimento al 27 luglio. Si tratta dunque di chi riceve dal secondo al diciottesimo pagamento mensile del reddito di cittadinanza. Ricordiamo infatti che detta misura di sostegno economico contro la disoccupazione dura un massimo di 18 mesi, poi deve essere rinnovata.

Come fare il rinnovo del reddito di cittadinanza? La procedura in sintesi

Su queste pagine abbiamo più volte ricordato gli aspetti pratici del reddito di cittadinanza, e il perchè così tante persone lo richiedono. Ciò specialmente in tempi di covid, non deve stupire. D’altronde, il reddito di cittadinanza oggi più che mai è uno strumento di integrazione al reddito, ossia una misura di politica attiva del lavoro e di contrasto alla povertà; alla disuguaglianza e all’esclusione sociale. In altre parole, si tratta di un sostegno economico a supporto dei redditi familiari.

Il reddito di cittadinanza non è fine a se stesso ma è legato ad un iter di re-inserimento lavorativo e sociale, di cui i destinatari del sussidio sono protagonisti firmando il cd. Patto per il lavoro o Patto per l’inclusione sociale. Insomma, la percezione delle somme è controbilanciata dall’obbligo di svolgere un percorso ad hoc, di inserimento lavorativo e di inclusione sociale.

Alla luce di questi brevi dettagli circa il funzionamento del meccanismo del reddito di cittadinanza, non deve stupire che esso sia una misura ‘a tempo’. Infatti, il sussidio non è potenzialmente erogabile all’infinito: c’è un rinnovo e non è automatico. Quest’ultimo è lasciato alla libera iniziativa del destinatario del sussidio.

Gli step per il rinnovo del reddito di cittadinanza

Dopo i citati 18 mesi di ottenimento del sussidio, il Rdc decade in maniera automatica e il rinnovo spetta chi lo desidera. Ma attenzione: sulla scorta delle regole vigenti, il reddito di cittadinanza può essere rinnovato esclusivamente dopo averlo sospeso per un mese prima del rinnovo stesso. Pertanto, a fine mese il destinatario otterrà l’ultima mensilità (la diciottesima). In seconda battuta, dovrà poi attendere la fine del mese posteriore per poter fare la domanda di rinnovo.

Non ci sono sostanziali complessità nella procedura di rinnovo del reddito di cittadinanza. Ciò in quanto l’iter è in pratica lo stesso utilizzato per le nuove domande. Gli step burocratici sono identici e anche il modulo lo è. I dettagli procedurali ci dicono però che talvolta la carta di pagamento cambia: infatti, se la domanda di rinnovo è effettuata da un differente membro del nucleo familiare, sarà obbligatorio ritirare una nuova carta RdC. Altrimenti, se la domanda è fatta proprio dal richiedente, varrà la stessa carta di pagamento già utilizzata.

La legge agevola il rinnovo del reddito di cittadinanza: ecco come

Domanda e rinnovo RdC (qui il documento di riferimento) risultano essere piuttosto agevoli, giacchè le norme in materia prevedono più di una strada per attivarsi:

  • presentazione online della domanda, con il sito web ufficiale;
  • agli uffici CAF;
  • sul sito web dell’Istituto di Previdenza Sociale (INPS);
  • dopo il quinto giorno del mese, agli uffici di Poste Italiane.

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Come controllare l’avvenuto accredito della somma mensile sulla card

Il saldo carta reddito di cittadinanza è rappresentato dalle somme di denaro che sono incluse nella carta che è emessa  da Poste Italiane e che l’INPS carica ogni mese per tutti i destinatari che hanno i requisiti per avvalersi del reddito di cittadinanza.

Inoltre, è significativo il saldo esatto della carta reddito di cittadinanza giacchè permette al titolare della carta di sapere quanto denaro occorre ancora sfruttare prima della fine del mese. Ciò si rivela utile in particolare prima della verifica mensile e semestrale da parte di INPS con il taglio sull’importo non utilizzato. Ricordiamo infatti che l’importo non può essere accantonato, ma va speso tutto entro il mese successivo a quello di versamento. Ma il saldo della card serve altresì a sapere se è arrivato l’accredito periodico.

Concludendo, ricordiamo che il proprio saldo card reddito di cittadinanza può essere verificato con più modalità: chiamando il numero verde 800 666 888; servendosi dell’ATM sportello Postamat; andando sul sito internet redditodicittadinanza.gov.it (serve avere le credenziali di identità digitale SPID). Ma è anche possibile consultare il saldo via sms, sul sito Inps e rivolgersi all’ufficio postale.