Archivi giornalieri: 11 settembre 2015

Anniversario del Golpe in Cile 11 settembre 1973

Anniversario del Golpe in Cile

11 settembre 1973

 

I più giovani di Voi si chiederanno perchè ha così tanta importanza ricordare il quarantesimo anniversario del Golpe in Cile, per noi che abbiamo vissuto l’esperienza politica del manifesto.

La domanda è legittima visto che quarantanni sono tanti ed il Cile è un Paese così lontano. Ma negli anni ’70 l’esperienza cilena fu una pietra miliare della nostra formazione politica: dopo le stagioni delle lotte operaie e studentesche del ’68, in uno stato dell’America Latina si apriva un’esperienza rivoluzionaria nuova, con la creazione della “Via Cilena al Socialismo” attraverso elezioni politiche democratiche. Allende vince le presidenziali del 1970, pur con un parlamento a maggioranza di destra. Allende nazionalizza le risorse del Paese, come il rame, strappandole dallo sfruttamento delle multinazionali americane ed avvia esperienze di autogestione in ogni settore della produzione. Con un programma di vero riscatto sociale, il cui slogan di base – per lui laureato in medicina – era “un litro di latte per ogni bambino cileno”, Salvador Allende conquista le fasce popolari e vince anche le elezioni amministrative; contrasta i duri attacchi della destra, si appresta a sottoporre la sua Presidenza ad un referendum popolare.

Ma gli Stati Uniti incaricano la CIA di scardinare l’esperienza cilena, commissionando ai militari un golpe tra i più sanguinosi ed efferati della storia. Il messaggio è chiaro: gli USA non tollereranno alcuna ingerenza socialista nella loro sfera di influenza.

Questo mette in crisi anche la Sinistra italiana che, con il più grande Partito Comunista dell’occidente, aspira ad una evoluzione socialista nel proprio Paese. Dal dibattito che ne segue nasce l’esigenza di quella che Berlinguer chiamerà “la terza via”, che poi slitterà, negli anni successivi, nel “compromesso storico”.

L’attualità della riflessione sulla “conquista del Potere” che facemmo allora, è resa ancora più viva oggi dal tema del “modello di stato”, insito nella scelta che Allende dovette fare in extremis, dichiarando di voler sottoporre a referendum popolare la figura del Presidente: dunque spunta la dicotomia tra potere parlamentare e presidenzialismo.

Quel referendum non gli permisero di farlo, all’alba di martedì 11 settembre del 1973, la democrazia socialista cilena venne soffocata nel sangue e per 15 anni il Cile è stato il laboratorio della peggiore politica economica imperialista.

M.L.


 

 La “via cilena al socialismo” – di Maurizio Matteuzzi

 

“Le teorie di Milton Friedman gli sono valse il premio Nobel; al Cile hanno dato il generale Pinochet”, recita uno dei fulminanti aforismi di Eduardo Galeano

 


 

Rossellini intervista Allende: il restauro per i 40 anni dal golpe

Roberto Rossellini intervista Salvador Allende. In occasione dei 40 anni dal golpe, la Cineteca di Bologna e il Centro Sperimentale di Cinematografia presentano il restauro di ‘Intervista a Salvator Allende: la forza e la ragione’, l’incontro del regista di ‘Roma città aperta’ nel 1971 con il presidente cileno. Un documento emozionante e pochissimo visto, programmato in Rai solo la sera del 15 settembre 1973, dopo la notizia dell’assassinio del Presidente, il film è il frutto della delusione di Allende nei confronti delal televisione e della stampa di tutto il mondo. Grazie al figlio Renzo, che aveva avuto occasione di conoscere il neo presidente, Rossellini con l’aiuto di Emidio Greco si fece cronista di fronte all’uomo che voleva cambiare la storia del suo Paese attraverso una nuova via al socialismo. 

   
 

 


 

Nel settembre-ottobre 1973, all’indomani del golpe di Pinochet, RINASCITA pubblicò – in tre parti – un lungo saggio in cui Enrico Berlinguer rifletteva sull’esito drammatico dell’esperienza cilena e da questi avvenimenti, pur così lontani, cercava di trarre alcune indicazioni sullo sviluppo della democrazia in Occidente. Da questa analisi nacque la proposta del compromesso storico. Leggi qui i tre testi.
 

 


 

L’ultimo discorso del Presidente Salvador Allende

a Radio Magallanes

 

9:10 A.M.

​Sicuramente questa sarà l’ultima opportunità in cui posso rivolgermi a voi. La Forza Aerea ha bombardato le antenne di Radio Postales e Radio Corporation. Le mie parole non contengono amarezza bensì disinganno. Che siano esse un castigo morale per coloro che hanno tradito il giuramento: soldati del Cile, comandanti in capo titolari, l’ammiraglio Merino, che si è autodesignato comandante dell’Armata, oltre al signor Mendoza, vile generale che solo ieri manifestava fedeltà e lealtà al Governo, e che si è anche autonominato Direttore Generale dei carabinieri. Di fronte a questi fatti non mi resta che dire ai lavoratori: Non rinuncerò!

Trovandomi in questa tappa della storia, pagherò con la vita la lealtà al popolo. E vi dico con certezza che il seme affidato alla coscienza degna di migliaia di Cileni, non potrà essere estirpato completamente. Hanno la forza, potranno sottometterci, ma i processi sociali non si fermano né con il crimine né con la forza. La storia è nostra e la fanno i popoli.

Lavoratori della mia Patria: voglio ringraziarvi per la lealtà che avete sempre avuto, per la fiducia che avete sempre riservato ad un uomo che fu solo interprete di un grande desiderio di giustizia, che giurò di rispettare la Costituzione e la Legge, e cosi fece. In questo momento conclusivo, l’ultimo in cui posso rivolgermi a voi, voglio che traiate insegnamento dalla lezione: il capitale straniero, l’imperialismo, uniti alla reazione, crearono il clima affinché le Forze Armate rompessero la tradizione, quella che gli insegnò il generale Schneider e riaffermò il comandante Ayala, vittime dello stesso settore sociale che oggi starà aspettando, con aiuto straniero, di riconquistare il potere per continuare a difendere i loro profitti e i loro privilegi.

Mi rivolgo a voi, soprattutto alla modesta donna della nostra terra, alla contadina che credette in noi, alla madre che seppe della nostra preoccupazione per i bambini. Mi rivolgo ai professionisti della Patria, ai professionisti patrioti che continuarono a lavorare contro la sedizione auspicata dalle associazioni di professionisti, dalle associazioni classiste che difesero anche i vantaggi di una società capitalista.

Mi rivolgo alla gioventù, a quelli che cantarono e si abbandonarono all’allegria e allo spirito di lotta. Mi rivolgo all’uomo del Cile, all’operaio, al contadino, all’intellettuale, a quelli che saranno perseguitati, perché nel nostro paese il fascismo ha fatto la sua comparsa già da qualche tempo; negli attentati terroristi, facendo saltare i ponti, tagliando le linee ferroviarie, distruggendo gli oleodotti e i gasdotti, nel silenzio di coloro che avevano l’obbligo di procedere.

Erano d’accordo. La storia li giudicherà.

Sicuramente Radio Magallanes sarà zittita e il metallo tranquillo della mia voce non vi giungerà più. Non importa. Continuerete a sentirla. Starò sempre insieme a voi. Perlomeno il mio ricordo sarà quello di un uomo degno che fu leale con la Patria.

Il popolo deve difendersi ma non sacrificarsi. Il popolo non deve farsi annientare né crivellare, ma non può nemmeno umiliarsi.

Lavoratori della mia Patria, ho fede nel Cile e nel suo destino. Altri uomini supereranno questo momento grigio e amaro in cui il tradimento pretende di imporsi. Sappiate che, più prima che poi, si apriranno di nuovo i grandi viali per i quali passerà l’uomo libero, per costruire una società migliore.

Viva il Cile! Viva il popolo! Viva i lavoratori!

Queste sono le mie ultime parole e sono certo che il mio sacrificio non sarà invano, sono certo che, almeno, sarà una lezione morale che castigherà la fellonia, la codardia e il tradimento.

 

11/09/2015, 15:14 | Di redazione | Categoria: Sport

11/09/2015, 15:14 | Di redazione | Categoria: Sport

OLLOLAI. Domenica la 5° edizione di uomo-cavallo

 

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Domenica prossima si terrà a Ollolai la manifestazione equestre “uomo cavallo”. Giunta alla quinta edizione, si può affermare che rimane l’unico evento ippico in cui non si misura solamente la velocità del cavallo, ma tutta una serie di parametri fondamentali se il partecipante vuole completare il percorso nel più breve tempo possibile: prima di tutto la sintonia tra l’uomo e l’animale; in secondo luogo la capacità fisica del fantino stesso, perché il percorso prevede anche due parti in cui l’uomo scende dal cavallo e prosegue al suo fianco, risalendo in groppa senza fermarsi in punti predefiniti del percorso.

“Siamo soddisfatti del crescente  successo della manifestazione che non ha eguali in Sardegna – afferma l’ideatore e presidente dell’omonima associazione Antonio Ladu – ogni anno i partecipanti sono di più, inoltre è un modo per valorizzare il nostro territorio che si presta perfettamente al percorso in questione.  E’ uno sport che non è alla portata di tutti perché ci vuole allenamento costante e grandi capacità con il proprio cavallo. Domenica vi aspettiamo tutti a Ollolai, perché anche se non si partecipa alla gara, lo spettacolo è di sicuro interesse”.

Al primo classificato andranno 1500, a seguire 600, 300 e 200 euro. Inoltre al 1° classificato che ha un età maggiore di 40 anni, andranno oltre al primo premio anche altri 300 euro.
L’anno scorso a portarsi a casa il trofeo fu Daniele Arca di Silanus.

Appuntamento a Ollolai alle 8,30.

redazione

Rassegna stampa del 11/09/2015

Rassegna stampa
Nota di servizio: come già comunicato a suo tempo, la rassegna stampa sul sito istituzionale della Regione Sardegna non comprende articoli de la Nuova Sardegna a seguito di un espresso divieto di riproduzione.
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Rassegna stampa del 11/09/2015

 

Dipendenti Pubblici: i servizi del Patronato ACLI

Estratto Conto 
08/09/2015

Nel mese di luglio l’INPS ha avviato definitivamente l’iniziativa dicontrollo della posizione assicurativa dei dipendenti pubblici, inviando le prime 200mila comunicazioni ai lavoratori del pubblico impiego appartenenti ai due comparti dello Stato e degli enti locali.

A settembre saranno inviate altre 300mila informative e entro il 2016 saranno raggiunti tutti i 3 milioni di lavoratori interessati.

In cosa consiste l’iniziativa Estratto Conto Dipendenti Pubblici?
Si tratta di un’iniziativa nell’ambito della quale l’INPS ha deciso di verificare la correttezza della posizione assicurativa dei dipendenti pubblici.
L’Estratto Conto Dipendenti Pubblici contiene i dati relativi al tuo stato di servizio, ai periodi riconosciuti mediante riscatto, ricongiunzione o computo, ai periodi con contribuzione figurativa e alle retribuzioni utili ai fini pensionistici.
Le comunicazioni contenenti l’invito a consultare online il tuo conto assicurativo e, se necessario, a procedere con le Richieste di Variazione della Posizione Assicurativa (RVPA) per correggerlo o completarlo ti saranno recapitateesclusivamente per via telematica, tramite la tua email aziendale o, se l’INPS ne è in possesso, tramite la tua email personale.

Rivolgiti a noi!
Quando ti sarà recapitata la comunicazione da parte dell’INPS recati alla sede a te più vicina del Patronato ACLI: insieme esamineremo il tuo estratto conto assicurativo e valuteremo se è necessario intervenire per rettificare o integrare la tua posizione assicurativa. In questo caso penseremo noi a inviare online tutta la documentazione necessaria, procedendo con l’attivazione di una pratica diRichieste di Variazione della Posizione Assicurativa (RVPA).

Il nostro servizio di consulenza e di assistenza è gratuito e, cosa molto importante, puoi rivolgerti ad una delle nostre sedi anche se NON sei in possesso del PIN. Il Patronato Acli, infatti, è un soggetto abilitato a presentare direttamente all’INPS le richieste di rettifica della posizione assicurativa a nome e per conto del cittadino sulla base di un mandato di assistenza che sarai tu stesso a firmare (circolare INPS n. 124 del 24/06/2015).

Nostro compito e volere è quello di rivolgere ai dipendenti del settore pubblico unaspecifica azione di consulenza e di assistenza con l’obiettivo di supportarti e di seguirti in tutte le operazioni e le novità in materia contributiva di tuo interesse.
Per chiarimenti, informazioni, per l’avvio di pratiche, dubbi e domande, rivolgiti a noi: siamo a tua disposizione!

Esodato

Esodati – Martedì 15 presidio Cgil, Cisl e Uil

Per esigere il rispetto della legge 228 del 2012, che ha istituito un fondo a tutela dei lavoratori esodati, e rivendicare una soluzione che risolva in modo definitivo e strutturale questo problema. Sono queste le motivazioni che porteranno martedì 15, alle ore 10.00, Cgil, Cisl e Uil a promuovere un presidio in via XX settembre, davanti al ministero dell’Economia.

“È intollerabile – ha detto la segretaria confederale Cgil Vera Lamonica –  che, a fronte di un dramma ancora non risolto del tutto quale è quello degli esodati, il ministero dell’Economia comunichi di aver incamerato le risorse del Fondo relativo”.

“Le sei salvaguardie effettuate e per le quali sono stati stanziati quasi 12 miliardi – spiega Lamonica – non sono sufficienti a coprire tutta la platea degli interessati. Secondo gli stessi dati INPS restano fuori almeno altri 49.500 lavoratori e lavoratrici”. “Su quei 12 miliardi è stato effettuato un risparmio di almeno 3: è scandaloso – sostiene Lamonica – che si dica che sono stati utilizzati per altri fini, nonostante la legge istitutiva del Fondo esodati preveda espressamente che i risparmi siano destinati al Fondo stesso per il completamento delle salvaguardie, e nonostante le dichiarazioni ben diverse fatte finora”.

“Vale lo stesso per l’opzione donna, in vigore dal 2004 e finanziata a tutto il  2015, che non si applica perché l’Inps ha dato un’interpretazione sbagliata della norma”, aggiunge la dirigente sindacale. “Norma che penalizza ferocemente le donne che vi fanno ricorso ma che, dopo la legge Fornero, è stata per molte l’unica via d’uscita”. “Il governo aveva già incamerato i risparmi assurdamente effettuati sui lavori usuranti e continua sulla stessa strada”. “Il Parlamento faccia chiarezza – conclude Lamonica – e impedisca questo vero e proprio scippo agli esodati”.

PMI.it

 

Pensioni: niente salvaguardia esodati né Opzione Donna

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Il Governo dice no alla settima salvaguardia esodati e al prolungamento dell’Opzione Donna: il nodo coperture, le critiche di Damiano e dei sindacati.

 – 10 settembre 2015

 

pensione

Niente settima salvaguardia esodati e niente prolungamento dell’Opzione Donna: è questo l’esito dell’incontro di mercoledì 9 settembre alla commissione Lavoro della Camera con i ministeri dell’Economia e del Lavoro, l’INPS e la Ragioneria dello Stato. Motivo: le coperture. Protesta il presidente della commissione Lavoro di Montecitorio, Cesare Damiano, secondo cui lo stop del Governo è «inaccettabile», e che prosegue:

«la questione diventa politica e va affrontata a livello di ministri competenti».

=> Esodati: settima salvaguardia e pensione anticipata in Parlamento

 

 

 

 

Secondo quanto trapela, in realtà, anche all’interno del governo ci sarebbe una spaccatura fra la linea restrittiva del ministero dell’Economia, che al momento prevale, e invece una posizione più favorevole a risolvere il problema da parte del dicastero del Lavoro. Per quanto riguarda gli esodati, le risorse previste, circa 500 milioni inutilizzati nell’ambito delle sei salvaguarde già attive, sono tornate nelle casse dello Stato, e non potranno quindi essere usati per nuove salvaguardie.

=> Esodati senza salvaguardia ancora in attesa

Quanto all’estensione dell’Opzione Donna dopo il 31 dicembre 2015, ovvero la possibilità di andare in pensione anticipata accettando il calcolo dell’assegno interamente con il contributivo, secondo l’INPS sarebbero necessari circa 2 miliardi di euro fino al 2023. Queste cifre vengono contestate da Damiano, secondo cui il calcolo è probabilmente effettuato su una platea più ampia di quella reale, e comunque «l’anticipo a 57 anni con 35 di contributi con il ricalcolo tutto contributivo dell’assegno» non ha bisogno di copertura. Non è chiaro invece quale sia la posizione dell’esecutivo relativa al prolungamento dell’Opzione Donna fino al 31 dicembre 2015, superano l’interpretazione restrittiva dell’INPS che al momento riconosce il diritto al prepensionamento alle lavoratrici con decorrenza dell’assegno al 31 dicembre 2015, non a coloro che maturano il diritto alla pensione entro la stessa data.

=> Opzione donna: possibile proroga al 31 dicembre 2015

Secondo Damiano, presupponendo un’aspettativa di vita oltre gli 80 anni, le lavoratrici con l’Opzione Donna percepiranno un assegno decurtato del 30% per più di 23 anni, quindi nel lungo periodo non solo non ci sono costi, ma si produrranno risparmi.

Proteste arrivano da parte dei sindacati confederali, che insistono nel chiedere che le risorse intulizzate per le salvaguardie vengano utilizzate per nuovi provvedimenti a tutela degli esodati.

 

Se vuoi aggiornamenti su PENSIONI: NIENTE SALVAGUARDIA ESODATI NÉ OPZIONE DONNAinserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

PMI.it

PMI.it venerdì 11 Settembre 2015
 

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