Pensioni

Pensioni, in audizione alla Camera le richieste della Cgil

“La Cgil esprime il proprio apprezzamento per il lavoro della Commissione, che ha operato con determinazione e tenacia con l’obiettivo, da noi sempre sostenuto, di ripristinare la flessibilità dell’età pensionabile. Obiettivo irrinunciabile già nella prossima legge di stabilità e che non può essere a costo zero, poiché in tal caso si tradurrebbe in un taglio che peserebbe unicamente sulle spalle dei pensionati”.

È quanto si legge nella memoria consegnata ierei dalla Cgil alla Commissione Lavoro della Camera dei deputati nel corso dell’audizione sui progetti di legge in merito alla flessibilità dell’età pensionabile (C 857 e abbinati).

La Cgil ha ribadito le proposte sulla revisione complessiva del sistema previdenziale contenute nella piattaforma unitaria di Cgil-Cisl-Uil, “che puntano a ripristinare gradualità, flessibilità e solidarietà per restituire al sistema sostenibilità sociale oltre che finanziaria”. Una revisione, si legge nella memoria, “necessaria e urgente anche per favorire l’occupazione giovanile.

La confederazione torna a ripetere che è necessario intervenire in questa direzione “già nella prossima legge di stabilità”, e che “non possono essere prese in considerazione ipotesi di ricalcolo contributivo delle pensioni in essere e ipotesi che prevedano il ripristino della flessibilità legandola esclusivamente al calcolo della pensione con il sistema contributivo”. “È di vitale importanza che siano le lavoratrici ed i lavoratori a poter scegliere consapevolmente a quale età andare in pensione, e per la tutela di tutti i lavoratori ed in particolare quelli precoci – spiega il sindacato di corso d’Italia – è fondamentale che il diritto alla pensione anticipata sia raggiungibile con una contribuzione massima di 41 anni, indipendentemente dall’età anagrafica e senza alcuna penalizzazione, così come previsto nella proposta di legge C 857 (Damiano ed altri)”. Vi è un altro punto in comune tra quest’ultima e la posizione della confederazione: “La Cgil – si legge nella memoria – ritiene si possa ripristinare la flessibilità dell’età pensionabile in un arco temporale che va dai 62 ai 70 anni di età, con almeno 35 anni contributi, come previsto anche nel progetto di legge Damiano”. “Tale possibilità però – si sottolinea – non deve prevedere ulteriori penalizzazioni rispetto a quelle già insite nel sistema di calcolo contributivo, che dal 1 gennaio 2012 si applica a tutti, poiché in moltissimi casi i lavoratori non possono scegliere liberamente quando andare in pensione, ma sono costretti o a causa della crisi occupazionale, o dalla chiusura o dal fallimento delle aziende, o a causa della gravosità del lavoro svolto, per il quale non c’è alcun riconoscimento”.

Per la Cgil “è  necessario che, anche parlando di penalizzazioni, si affermi il principio che i lavori non sono tutti uguali e che l’usura e la fatica del lavoro vanno riconosciute ben oltre i limiti dell’attuale normativa sui lavori usuranti”. “Anche per questo – continua il testo – deve esserci un profondo ripensamento in merito al rigido automatismo che lega l’aumento dell’età o della contribuzione all’incremento relativo alla speranza di vita che, come noto, non è uguale per tutti”.

Pensioniultima modifica: 2015-09-10T17:06:13+02:00da vitegabry
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