Archivi giornalieri: 17 aprile 2014

LIBERA

ELECTION DAY: VOGLIAMO CANDIDATI TRASPARENTI

 

In occasione dell’election day del prossimo 25 maggio che eleggerà i nuovi parlamentari europei, i sindaci di oltre 4000 comuni, i presidenti di due regioni (Abruzzo e Piemonte) prende il via la nuova grande campagna di Riparte il futuro (www.riparteilfuturo.it) promossa da Libera, e Gruppo Abele in collaborazione con Avviso Pubblico, Mafia Nein Danke, Libera France e Anticor, che si rivolge ai tutti i candidati delle elezioni europee e delle amministrative per chiedere impegni stringenti di trasparenza, integrità e responsabilità per sconfiggere la corruzione. A tutti i candidati sindaci, governatori e parlamentari europei i promotori della campagna chiedono una candidatura trasparente rendendo pubblici il curriculum vitae, la propria condizione reddituale e patrimoniale, l’eventuale presenza di conflitti d’interesse, la propria situazione giudiziaria. Gli elettori devono conoscere per scegliere e la trasparenza è il primo antidoto per fermare la corruzione. Ai candidati al Parlamento europeo, tramite la proposta “Restarting the future”, sostenuta in Germania dall’associazione Mafia Nein Danke e in Francia da Anticor e Libera France, viene chiesto di impegnarsi, nei primi 150 giorni della nuova legislatura qualora eletti, a costruire un Intergruppo contro la corruzione e la criminalità organizzata, con tre obiettivi specifici: la ricostituzione della Commissione speciale sul crimine organizzato, la corruzione e il riciclaggio di denaro (CRIM), che dovrà occuparsi di verificare il recepimento della direttiva sulla confisca e riuso dei beni alla criminalità organizzata e proporne l’estensione ai corrotti; la promozione di una direttiva per la tutela di chi denuncia episodi d’illegalità a cui assiste (whistleblowing) e rompere così il muro dell’omertà; l’istituzione del 21 marzo come “Giornata europea della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”. Per le elezioni amministrative Libera, Gruppo Abele e Avviso pubblico chiedono a  tutti i candidati sindaci di mettere in cima alla propria agenda la lotta alla  corruzione. La petizione è rivolta in particolare ai candidati sindaci dei Comuni  capoluogo di Provincia e a quelli che superano i 50mila abitanti e prevede l’adozione, entro i primi 100 giorni della consiliatura, della delibera “trasparenza a costo zero”, con precisi obiettivi: pubblicazione e diffusione dell’anagrafe di tutti gli eletti, completa e digitale; totale rispetto della normativa sulla trasparenza economica; adozione di un Codice etico comunale stringente, la Carta di Pisa; organizzazione di una Tavola pubblica per la trasparenza, a cui partecipano istituzioni e cittadinanza; diffusione, per i Comuni che ne sono destinatari, di informazioni e dati aperti sull’assegnazione e la gestione dei beni confiscati. Riparte il futuro, forte dei circa 500mila sostenitori già attivi, lancia quindi una nuova sfida al mondo della politica, europea e locale. Oltre ad essere una battaglia di civiltà, che vuole far ripartire le migliori energie del Paese e della buona politica, la campagna è uno strumento diverso, aperto alla partecipazione di tutti. Per le elezioni europee e amministrative di maggio 2014 Riparte il futuro replicherà l’esperienza innovativa delle politiche del 2013, offrendo agli elettori italiani la possibilità di esprimere un voto consapevole e informato. Sul sito della campagna www.riparteilfuturo.it saranno raccolte le adesioni di tutti i candidati che si impegnano di fronte ai cittadini firmatari a rispettare gli impegni richiesti. Il sito si trasformerà in un vero e proprio database dove gli elettori potranno reperire tutte le informazioni su chi si candida a rappresentare il Paese in Europa e a chi si offre di guidare le amministrazioni locali. Il simbolo dell’adesione sarà ancora una volta il “braccialetto bianco”, che rappresenta la campagna e l’impegno di chi la sottoscrive 
fin dalle elezioni politiche del 2013.

LA CORRUZIONE E LA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA IN EUROPA
I dati raccolti nella relazione finale della commissione Crim, adottata dal Parlamento europeo il 17 settembre 2013, sono impressionanti: il fenomeno della criminalità organizzata costerebbe all’Europa un abbassamento del PIL del 4-5% mentre sono ben 3.600 le organizzazioni criminali internazionali censite nel territorio dell’Unione europea. La corruzione accomuna tutti gli Stati la politica dell’Unione deve dedicare maggiore attenzione al tema. È quanto emerge, in particolare, dalla prima relazione della Commissione Europea sulla corruzione (EU Anti-corruption Report , febbraio 2014), che analizza il fenomeno in tutti i 28 Stati membri. Il rapporto mette nero su 

bianco un altro dato che deve far riflettere: la corruzione costa all’economia europea 120 miliardi di euro l’anno, l’1% del PIL comunitario, poco meno del budget annuale dell’Ue. Dai dati dell’Eurobarometro 2013 sulla percezione e sulle esperienze dirette di corruzione dei cittadini europei, emerge che il 76% ritiene che la corruzione sia un fenomeno diffuso nel proprio Paese. La maggiore percezione si registra in Grecia (99%), Italia (97%), Lituania, Spagna e Repubblica Ceca (95%). Il 73% degli europei pensa che la corruzione sia il mezzo più immediato per ottenere alcuni servizi nel proprio Paese, con picchi in Grecia (93%), Cipro (92%), Slovenia e Croazia (89%).

L’ITALIA A RISCHIO
Tra il 2010 e il 2013 è stato registrato in tutte le regioni italiane un peggioramento globale degli indici di corruzione percepita e richiesta. La situazione è comunque molto eterogenea: secondo una ricerca del Quality of Government Institute, per la voce “corruzione percepita e richiesta” a realtà virtuose al di sotto della media europea (Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta, Friuli) si alternano regioni molto al di sopra, figurando tra le zone più corrotte di tutta l’Unione (Campania, Calabria, Molise, Puglia, Lazio). In questo quadro svolgere con onestà e correttezza il ruolo di amministratore locale è sempre più spesso a rischio. Nel 2013 sono stati 351 gli atti di minaccia e di intimidazione nei confronti degli amministratori locali e dei funzionari pubblici, censiti nell’ultimo Rapporto di Avviso Pubblico. Si parla di una media di 29 intimidazioni al mese, praticamente una ogni giorno. Rispetto al 2010, anno in cui è stato redatto il primo Rapporto, si registra un aumento del 66% dei casi, che risulta distribuito tra 18 regioni, 67 province e 200 comuni. Per il 2013, con il 21% dei casi censiti, la Puglia supera quello che negli anni precedenti era stato il triste primato della Calabria, al terzo posto con il 19% dei casi, preceduta dalla Sicilia, con il 20% dei casi. A livello provinciale, il maggior numero di atti intimidatori e di minaccia è stato registrato nella provincia di Palermo.

PER INFORMAZIONI: media@riparteilfuturo.it
Manuela Battista Resp. Ufficio Comunicazione e Stampa Gruppo Abele
tel: 011-3841072 cel: 331/5753866 mbattista@gruppoabele.org
Peppe Ruggiero Resp. Ufficio Stampa Libera
cel: 335/5966624 peruggiero@tiscali.it
Laura Ghisellini Ufficio Stampa Riparte il futuro
cel: 373/8115957 laura@lattecreative.com

 
 

 

Comunicati

  1. Terra, industria, mafia e sfruttamentoDomenica 5 aprile il movimento No Tav si è spostato dalla Val Susa per arrivare nella zona della Val Scrivia, in provincia di Alessandria. Qui ha dato vita a una lunga e colorata marcia che aveva come obiettivo quello di tagliare le recinzioni del cantiere del Terzo Valico, tunnel ferroviario tra il capoluogo ligure e la Pianura padana. Articolo di Giuseppe De Marzo su Today.it | 12 aprile 2014
  2. Operazione Zarina e Aurora: soddisfazione del coordinamento Libera Reggio EmiliaReggio Emilia – C’è grande soddisfazione all’interno del Coordinamento di Libera e delle associazioni Colore e Cortocircuito per il risultato conseguito dalle forze dell’ordine sulla ‘ndrangheta emiliana attraverso le operazioni Zarina e Aurora.  
  3. Elezione garante detenuti: un fatto di civiltà per l’UmbriaAccogliamo con grande soddisfazione la nomina di Carlo Fiorio a garante dei detenuti per l’Umbria. Dopo 8 anni di attesa, si concretizza così finalmente l’impegno assunto dalla nostra Regione con la legge del 2006.
  4.  

Amianto

Eternit: Cavagnolo, parte civile respinge “indennizzo finto”

Lo ha chiamato “un risarcimento finto”, l’avvocato di parte civile, quello che tre imputati di un processo per il caso Eternit, a Torino, hanno proposto alla famiglia di una persona deceduta per amianto: accettare, in pratica, avrebbe impedito di ricevere gli indennizzi dovuti dall’imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny nel filone giudiziario principale dopo la condanna a 18 anni di
carcere.

La vicenda è emersa oggi in tribunale alla ripresa del processo in questione, legato al decesso di alcuni ex lavoratori della Saca di Cavagnolo. Tre imputati hanno proposto all’avvocato patrocinante di una delle famiglie, di ritirare la costituzione di parte civile in cambio di 60 mila euro; però avrebbe dovuto liberare da qualsiasi azione giudiziaria gli amministratori di altre società della galassia Eternit, fra le
quali, come ha accertato il legale, alcune riconducibili direttamente a Schmidheiny, dal quale attendono una somma di gran lunga superiore. “Sono esterrefatto”, ha commentato il legale. “Introdurre la pretesa di rinunciare ai propri diritti su un altro processo e su un altro avvocato, in cambio di una cosa che viene chiamata ”indennizzo” senza esserlo, è qualcosa che non avevo mai visto”.

UE

Ue: Parlamento approva nuove regole per lavoratori distaccati

Il Parlamento ha inserito nella nuova normativa sui lavoratori dislocati un elenco non esaustivo di criteri con cui individuare se un distacco è autentico o se è solo un tentativo di aggirare la legge, attraverso società fittizie stabilite nei paesi che richiedono un basso livello di protezione sociale o tramite la figura del ”falso autonomo”. I lavoratori autonomi non sono infatti soggetti a diverse norme previste della direttiva.

Per evitare abusi, il Parlamento ha indicato una serie di misure nazionali di controllo e verifica: i governi dovranno
notificare alla Commissione i sistemi di monitoraggio che intende attuare, potendo però realizzarli con una certa flessibilità, ossia senza dover richiedere l’autorizzazione preventiva di Bruxelles. 
Misure rafforzate ad hoc per l’edilizia, il settore a maggior rischio di abusi. Nei cantieri, la responsabilità per qualsiasi mancato pagamento viene estesa dal subappaltatore diretto all’appaltatore principale. Ogni Stato membro potrà estendere queste misure ad altri settori produttivi. Strasburgo ha infine inserito clausole per assicurare un migliore e più ampio accesso alle informazioni sulle legge, tanto per i lavoratori che per le imprese, ed alle denunce. 

Le norme approvate oggi modificano la direttiva del 1996 sulle condizioni di lavoro dei lavoratori distaccati da un paese dell’Ue all’altro, un aggiornamento resosi necessario anche per l’ingresso dei nuovi paesi dell’est Europa, in cui il costo del lavoro è molto inferiore a quello dei vecchi Stati membri. Sono 1,2 milioni i lavoratori dislocati nella Ue, i più importanti paesi di origine sono Polonia, Germania, Francia, Romania, Ungheria, Belgio e Portogallo, quelli ricettori Germania, Francia, Olanda, Belgio, Spagna, Italia ed Austria.

Precariato

Lavoro: precario vince causa contro Abercrombie, discriminato

I giudici con il dispositivo della sentenza ordinano a Abercrombie&Fitch di ”cessare il suo comportamento discriminatorio ” e di ”riammettere” il giovane ”nel posto di lavoro” in forza di ”un rapporto di lavoro subordinato” part-time. L’azienda, inoltre, dovrà pagare ”a titolo di risarcimento del danno” oltre 14mila euro al lavoratore. Il giovane era stato assunto, il 14 dicembre del 2010, con un ”contratto di assunzione a chiamata a tempo determinato della durata di 4 mesi”, come si legge nel ricorso dei legali, assunzione con tale forma di contratto  ”precario” motivata dall’azienda spiegando che ”il candidato ha meno di 25 anni ed è disoccupato”, sulla base di un decreto legislativo del 2003. Il  contratto, poi,  è stato prorogato fino al dicembre 2011 ed è poi stato trasformato in un ”indeterminato” il primo gennaio 2012, fino a che il giovane non è stato licenziato nell’agosto 2012.

Secondo i legali, però, anche quando il giovane era ”a chiamata” ”ha sempre lavorato svolgendo turni notturni presso il magazzino di Carugate: si occupava dello stoccaggio vestiti, ripiegatura, sistemazione della merce in magazzino secondo le direttive impartite dai responsabili”. I legali hanno fatto causa contro l’azienda perché venisse accertato il carattere ”discriminatorio” dell’assunzione ”a chiamata” del giovane motivata solo con il fatto che aveva meno di 25 anni. Secondo la difesa, infatti, anche in base alle normative europee, non si può fissare questo parametro ”in clamorosa contraddizione proprio con la finalità di facilitare l’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro”.