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Scontri a Roma, Servizio Pubblico filma agente che cammina sopra la testa di un manifestante

Scritto da Redazione Infiltrato.it |
Pubblicato Domenica, 13 Aprile 2014 07:04
 
 

Roma 12 aprile  la guerriglia   Servizio Pubblico

È Dina Lauricella, l’inviata di Servizio Pubblico, ad aver filmato questa scena raccapricciante: un esponente delle forze dell’ordine, probabilmente un dirigente della Polizia da quello che si vede dalla immagini, ha camminato – senza alcuna ragione specifica – sulla testa di un manifestante. E il corteo per il diritto alla casa si è trasformato in guerriglia urbana: scene di ordinaria follia nell’Italia che va a pezzi.

 La manifestazione “12 aprile Roma” si chiude con un triste bilancio: più di 40 feriti, 7 fermati. Un manifestante perde la mano. Altri se ne tornano a casa con la testa spaccata.

I manganelli roteavano nell’aria come spade da blandire sui più facinorosi.

Inspiegabile: come può una manifestazione per il diritto (sacrosanto) alla casa, trasformarsi in guerriglia urbana? Come può diventare il solito regolamento di conti tra forze dell’ordine e manifestanti? Dov’è il corto circuito che non permette – mai – ad un corteo di esprimere il proprio dissenso senza che questo venga, ripetutamente, colpito a manganellate?

Ma c’è di più. Una scena che nessuno avrebbe voluto vedere e che Dina Lauricella, inviata di Servizio Pubblico, riesce a filmare: Questo gioco si chiama “trova lo stronzo”. Attenzione non è facile, io me ne sono accorta solo montando…” scrive la giornalista su Facebook.

Un commento forte ma francamente non possiamo che essere d’accordo con lei. E basta guardare il video per capirne il motivo. 

 
 

Domenica delle Palme

Domenica delle Palme

Nome: Domenica delle Palme
Titolo: 

Ricorrenza: 13 aprile

Con la celebrazione della Domenica delle Palme e della Passione del Signore la Chiesa viene introdotta nei riti della Settimana Santa. L’ingresso di Gesù a Gerusalemme, infatti, è simile a un “portale” che immette nel cuore dell’anno liturgico. Sono ancora oggi toccanti le riflessioni proposte da Giovanni Paolo II il 30 marzo del 1980: «Fra la volontà del Padre, che lo ha mandato, e la volontà del Figlio permane una profonda unione piena di amore: un bacio interiore di pace e di redenzione. In questo bacio, in questo abbandono senza limiti, Gesù Cristo, che è di natura divina, spoglia se stesso e assume la condizione di servo, umiliando se stesso (cf. Fil 2,6-8).

E permane in questo abbassamento, in questa spoliazione del suo fulgore esterno, della sua divinità e della sua umanità, piena di grazia e di verità. Egli, Figlio dell’uomo, va, con questo annientamento e spoliazione, verso gli eventi che si compiranno, quando il suo abbassamento, la spoliazione, l’annientamento rivestiranno precise forme esteriori…

Tale è quell’ingresso “interiore” di Gesù in Gerusalemme, che si compie nella sua anima alla soglia della Settimana Santa. Al suo ingresso nella città santa la folla acclama Gesù quale messia che viene a portare a compimento la promessa della benedizione divina. In lui sono benedette tutte le stirpi della terra e tutti i popoli lo dicono beato (cf. Gen 18,18; Sal 72,17). In lui, osannato come il figlio di Davide e benedetto come Messia che viene nel nome del Signore, la benedizione promessa ai padri raggiunge finalmente l’antico popolo dell’alleanza e tutte le genti chiamate alla salvezza.

L’affresco della Cappella degli Scrovegni riesce a esprimere la ricchezza di queste verità salvifiche. Giotto raffigura alla sinistra del riquadro Cristo benedicente, ricoperto di una tunica rossa, colto di profilo, che cavalca un asino dipinto con grande realismo e con un’attenzione eccezionale ai particolari, mentre si appresta a fare il suo ingresso solenne a Gerusalemme di cui si vede soltanto la porta d’accesso tra due possenti ed eleganti torrioni.

Gesù è seguito dai suoi apostoli ed è accolto da una folla festante che stende ai suoi piedi dei mantelli o agita rami di ulivo e palme proclamando: «Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore. Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli!» (Lc 19,38). La scena si svolge su uno sfondo azzurro lapislazzuli segnato da alcuni alberelli sui quali nel frattempo si sono arrampicati dei curiosi personaggi intenti a strappare dalle loro fronde alcuni ramoscelli.

Il tutto contribuisce a dare all’affresco il senso di un movimento che ha la sua massima espressione nel procedere di Cristo. Questi, come leggiamo nel vangelo lucano, «mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato tolto dal mondo, si diresse decisamente verso Gerusalemme» (Lc 9,51).

Per questa ragione nella Colletta della liturgia del giorno la Chiesa prega affinché Dio conceda ai credenti di avere sempre presente il grande insegnamento della passione di Cristo per partecipare alla gloria della sua risurrezione. «Corriamo anche noi insieme a Colui che si affretta verso la passione – esorta i credenti Andrea di Creta -, e imitiamo coloro che gli andarono incontro…per stendere in umile prostrazione e in profonda adorazione dinanzi ai suoi piedi le nostre persone»