Archivi giornalieri: 7 aprile 2014

Stress

Stress da lavoro prima causa assenze, interviene l’Unione Europea

Lo stress al lavoro, che per la maggior parte dipende dalla gestione sbagliata dei capi, è la prima causa di assenteismo dei dipendenti: per questo l’Unione Europea ha deciso di lanciare una campagna per sensibilizzare aziende pubbliche e private per affrontare una delle “storture” del mondo del lavoro che pesa sulla produttività, ma anche sulla sanità dei Paesi.

Secondo alcuni dati diffusi dall’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, responsabile della campagna che da oggi parte in tutti i Paesi Ue, il 50-60% delle assenze dei dipendenti è dovuto a sindromi da stress provocato dalle condizioni di lavoro. 

Dopo i problemi muscolari e ossei, in Europa lo stress è il primo problema riportato ai medici. Per dare un’idea di quanto pesano sui sistemi sanitari queste patologie, l’Agenzia fornisce alcuni numeri: in Francia, nel 2007, lo stress  da lavoro è costato tra i 2 e i 3 miliardi di euro; in Gran Bretagna, tra il 2009-2010, queste malattie sono la causa di assenze prolungate per 23 giorni in media, mentre in Austria il 42% dei prepensionamenti è dovuto a questo fattore.

La campagna di sensibilizzazione promossa dall’Unione Europea agirà soprattutto su dirigenti e capiufficio, poiché, secondo alcuni studi, è da loro che dipende l’ambiente di lavoro. “Una buona leadership può ridurre i rischi psicosociali”, afferma l’Agenzia, in una
nota. 

Per questo, con una serie di conferenze e seminari, l’Agenzia Ue insegnerà ai capistruttura come trattare con i dipendenti e come creare ambienti sereni e quindi più produttivi. 

Secondo il commissario Ue all’Occupazione, Lazlo Andor, “non sono solo i dipendenti a pagare lo stress da lavoro, ma anche la performance delle aziende”.

INAIL

I lavoratori del mare: dalla prevenzione alla tutela assicurativa

Seminario Inail, Napoli 9-10 e 11 aprile 2014

Il comparto professionale degli operatori del settore marittimo si distingue da tutte le altre attività lavorative per le peculiari problematiche, importanti e talvolta uniche, relative alla sicurezza sul lavoro.

In particolare secondo i dati diffusi dell’Ilo, la pesca è una delle attività più pericolose in assoluto, ed in Europa sottolinea l’Eurostat, è considerata tra le lavorazioni a maggior rischio infortunistico, con un’incidenza di infortuni superiore di ben 2,4 volte gli infortuni occorsi negli altri settori di lavoro.

Su queste problematiche l’Inail terrà un seminario nei giorni 9-10 e 11 aprile, allo scopo di consolidare un’attività di formazione informazione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.

All’iniziativa parteciperanno studiosi, tecnici del settore, esperti a tutti i livelli fra cui anche la consulenza medico legale del patronato Inca Cgil che svolgerà una relazione su: “Pesca e salute: i risultati di un’indagine conoscitiva”.

Lavoro

Lavoro: Guariniello, su sicurezza vuoti norma non sono scusa

“Non si può parlare di vuoti normativi quando si parla di sicurezza sul lavoro, soprattutto perché non rappresenterebbero una scusa per non fare sicurezza”. Così il sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Torino, Raffaele Guariniello, intervenuto all’Aquila per un seminario su questo tema in occasione dell’ultima giornata del quarto Salone della ricostruzione.

“Il nostro problema è che queste leggi vanno seriamente applicate – ha aggiunto il magistrato -. Abbiamo grandi difetti:
da una parte organi di sicurezza che non sono adeguati, dall’altra una magistratura che non interviene con efficacia in
tutte le questioni”. Per il pm, “questo fa sì che si diffondano in tante parti un senso di disapplicazione della legge e un senso di giustizia mancata nei confronti delle vittime o delle famiglie delle vittime”.

Disabili

Disabili – Cgil, ora Italia rischia sanzioni Corte Ue

“L’Italia rischia sanzioni della Corte di Giustizia europea sul diritto al lavoro dei disabili”. Ne è convinta la responsabile politiche per la disabilità della Cgil, Nina Daita. La Commissione europea sta infatti valutando se citare di nuovo lo Stato alla Corte, dopo la condanna del luglio scorso. ”Penso che la Corte questa volta sarà ancora più severa perché ritiene che sotto diversi aspetti ci siano in Italia sistematiche discriminazioni dei disabili sul lavoro”, afferma Daita.

”La crisi penalizza soprattutto le persone con disabilità, che non solo non trovano lavoro, ma subiscono anche i tagli allo
stato sociale. Ormai quasi quotidianamente mi arrivano lettere e telefonate di persone disperate per la ricerca di lavoro, la solitudine e la paura per il futuro”, conclude Daita.

Il sottosegretario al lavoro, citando dati Fise, commenta che “sono 750 mila i disabili iscritti alle liste di collocamento obbligatorio nel 2013 – e solo il 16% dei portatori di handicap ha un impiego”. Inoltre, siccome le aziende in crisi possono sospendere gli obblighi di assunzione della legge 68/99, ”circa il 25% dei posti previsti per i disabili rimane non assegnato, tanto nel settore pubblico quanto nel privato”. La legge italiana, osserva il sottosegretario al Lavoro, è ”unanimemente riconosciuta tra le più avanzate nell’ambito della non discriminazione, ma è anche tra le maggiormente meno applicata”.

L’insegnamento della memoria

 Commemorazioni delle vittime nel ventennale del genocidio in Rwanda ·

07 aprile 2014

  Raggiungerà oggi il sacrario di Gisozi, nella capitale rwandese Kigali, la torcia che negli ultimi tre mesi ha attraversato tutto il Paese per ricordare le vittime del genocidio di vent’anni fa, incominciato il 7 aprile 1994, subito dopo l’uccisione dei Presidenti rwandese, Juvénal Habyarimana, e burundese, Cyprien Ntaryamira, nell’abbattimento del loro aereo che stava atterrando a Kigali. 

La torcia si chiama Kwibuka (ricordando, in lingua locale). Così come «Ricordare, unire, rinnovare» si legge nel manifesto delle commemorazioni delle vittime di uno dei maggiori orrori della storia, che provocò oltre ottocentomila morti accertati, in stragrande maggioranza tutsi, ma anche hutu moderati, e poi due milioni di profughi, in questo caso quasi tutti della maggioranza hutu uscita sconfitta dalla guerra civile.

Le cerimonie incominciano oggi a Kigali — dove è giunto tra gli altri il Segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon — e andranno avanti per cento giorni, quanti furono, vent’anni fa, quelli che videro trucidare centinaia di migliaia di donne e di uomini, di vecchi e di bambini. Ricordare, appunto, ma anche rinnovare e unire un Paese ancora lacerato al suo interno e spesso in contrasto con la comunità internazionale. Da parte sua, con la presenza a Kigali, Ban Ki-moon vuole e deve testimoniare la volontà internazionale di non ripetere mai più la sostanziale sottovalutazione mostrata all’epoca su quanto stava accadendo.

Eppure, fin dall’inizio, non erano mancati i moniti e gli appelli accorati delle coscienze più vigili, primi fra tutti quelli di Giovanni Paolo ii, che della tragedia rwandese parlò continuamente in quei mesi. Già nel gennaio di quell’anno, nel discorso al Corpo diplomatico presso la Santa Sede, il Papa aveva ammonito sui pericoli incombenti sul Rwanda. E al Regina Caeli del 10 aprile, al primo scatenarsi delle violenze, fece «appello a tutti i responsabili, anche della comunità internazionale, perché non desistano dal cercare ogni via che possa porre argine a tanta distruzione e morte».

 

Sacerdote olandese assassinato a Homs

 

· Il gesuita Frans van der Lugt da cinquant’anni uomo di pace in Siria ·

07 aprile 2014

  

Damasco, 7. Il sacerdote gesuita olandese Frans van der Lugt è stato ucciso oggi a Homs, in Siria, a colpi di arma da fuoco. La notizia, data dall’Osservatorio siriano per i diritti umani, un’organizzazione vicina all’opposizione, è stata confermata dalla curia provinciale dei gesuiti. Padre van der Lugt, unico europeo rimasto nella martoriata città siriana, è stato prelevato da uomini armati nella sua residenza e, dopo essere stato malmenato, è stato freddamente ucciso con due colpi alla testa. Il religioso settantacinquenne era conosciutissimo a Homs e in tutta la Siria, dove viveva da quasi cinquant’anni.

«Muore così un uomo di pace, che con grande coraggio ha voluto rimanere fedele in una situazione estremamente rischiosa e difficile a quel popolo siriano a cui aveva dedicato da lungo tempo la sua vita e il suo servizio spirituale» ha dichiarato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, il gesuita Federico Lombardi. «Dove il popolo muore, muoiono con lui anche i suoi fedeli pastori» ha sottolineato padre Lombardi. «In questo momento di grande dolore — ha aggiunto — esprimiamo la nostra partecipazione nella preghiera, ma anche grande gratitudine e fierezza per avere avuto un confratello così vicino ai più sofferenti nella testimonianza dell’amore di Gesù fino alla fine». Dolore per la morte del religioso è stata espressa dalla Conferenza episcopale dei Paesi Bassi.

 
  •  
    Medio Oriente
 
 

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In questa sezione è possibile consultare le leggi dello Stato approvate e il loroiter parlamentare – a partire dall’inizio della XIII legislatura (9 maggio 1996) – utilizzando l’apposito modulo di ricerca “Organizza elenco leggi” (collocato nel riquadro di destra della pagina).

Per le leggi regionali si veda la sezione Legislazione regionale su Normattiva, il portale della legge vigente.

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Leggi maggiormente richieste
Anno 2014
Legge 11 Marzo 2014 n. 23
Delega fiscaleDelega al Governo recante disposizioni per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita

Pubblicazione: G.U. n. 59 del 12 Marzo 2014

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Legge 27 Febbraio 2014 n. 15
d-l 150/2013 – proroga terminiConversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 dicembre 2013, n. 150, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative

Testo del D-L 30 Dicembre 2013, n. 150, con aggiornamenti
Pubblicazione: G.U. n. 49 del 28 Febbraio 2014
Testo coordinato: G.U. n. 49 del 28 Febbraio 2014

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Legge 21 Febbraio 2014 n. 13
d-l 149/2013 – Finanziamento dei partitiConversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 dicembre 2013, n. 149, recante abolizione del finanziamento pubblico diretto, disposizioni per la trasparenza e la democraticità dei partiti e disciplina della contribuzione volontaria e della contribuzione indiretta in loro favore

Testo del D-L 28 Dicembre 2013, n. 149, con aggiornamenti
Pubblicazione: G.U. n. 47 del 26 Febbraio 2014
Testo coordinato: G.U. n. 47 del 26 Febbraio 2014

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Legge 21 Febbraio 2014 n. 10
d-l 146/2013 – diritti detenuti e sovraffollamento carcerarioConversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 23 dicembre 2013, n. 146, recante misure urgenti in tema di tutela dei diritti fondamentali dei detenuti e di riduzione controllata della popolazione carceraria

Testo del D-L 23 Dicembre 2013, n. 146, con aggiornamenti
Pubblicazione: G.U. n. 43 del 21 Febbraio 2014
Testo coordinato: G.U. n. 43 del 21 Febbraio 2014

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Legge 21 Febbraio 2014 n. 9
d-l 145/2013 – Destinazione ItaliaConversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 23 dicembre 2013, n. 145, recante interventi urgenti di avvio del piano “Destinazione Italia”, per il contenimento delle tariffe elettriche e del gas, per la riduzione dei premi RC-auto, per l’internazionalizzazione, lo sviluppo e la digitalizzazione delle imprese, nonché misure per la realizzazione di opere pubbliche ed EXPO 2015

Testo del D-L 23 Dicembre 2013, n. 145, con aggiornamenti
Pubblicazione: G.U. n. 43 del 21 Febbraio 2014
Testo coordinato: G.U. n. 43 del 21 Febbraio 2014

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Legge 06 Febbraio 2014 n. 6
d-l 136/2013 – Emergenze ambientaliConversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 dicembre 2013, n.136, recante disposizioni urgenti dirette a fronteggiare emergenze ambientali e industriali ed a favorire lo sviluppo delle aree interessate

Testo del D-L 10 Dicembre 2013, n. 136, con aggiornamenti
Pubblicazione: G.U. n. 32 del 08 Febbraio 2014
Testo coordinato: G.U. n. 32 del 08 Febbraio 2014

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Legge 29 Gennaio 2014 n. 5
d-l 133/2013 – IMU-Banca d’ItaliaConversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 novembre 2013, n. 133, recante disposizioni urgenti concernenti l’IMU, l’alienazione di immobili pubblici e la Banca d’Italia

Testo del D-L 30 Novembre 2013, n. 133, con aggiornamenti
Pubblicazione: G.U. n. 23 del 29 Gennaio 2014 (Supp. Ord.)
Testo coordinato: G.U. n. 23 del 29 Gennaio 2014 (Supp. Ord.)

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Iter e lavori preparatori
N. Atto Fasi dell’iter
S.1188   09 gennaio 2014: approvato
C.1941 (Votazione)   29 gennaio 2014: approvato definitivamente. Legge

Progetti di legge

Progetti di legge

Ultimi progetti di legge stampati
  • A.C. 631-B
    FERRANTI ed altri: “Modifiche al codice di procedura penale in materia di misure cautelari personali” (631)

    Stampato il 05-04-2014

  • A.C. 2162-A
    Relazione

    Stampato il 05-04-2014

  • A.C. 2125
    “Ratifica ed esecuzione dell’Accordo di cooperazione nel campo della cultura e dell’istruzione e dello sport fra il Governo della Repubblica italiana ed il Consiglio dei Ministri della Bosnia Erzegovina, fatto a Mostar il 19 luglio 2004” (2125)

    Stampato il 05-04-2014

  • A.C. 2072
    INCERTI ed altri: “Dichiarazione di monumento nazionale della Casa Museo Cervi in Gattatico” (2072)

    Stampato il 04-04-2014

  • A.C. 2046
    FEDRIGA ed altri: “Proroga della durata del regime sperimentale di accesso al trattamento pensionistico di anzianità in favore delle lavoratrici mediante opzione per il calcolo secondo il sistema contributivo, di cui all’articolo 1, comma 9, della legge 23 agosto 2004, n. 243” (2046)

    Stampato il 04-04-2014

  • A.C. 2037
    NASTRI: “Modifiche all’articolo 4 del decreto legislativo 14 marzo 2011, n. 23, concernente la disciplina dell’imposta di soggiorno” (2037)

    Stampato il 04-04-2014

  • A.C. 2014
    MOSCA ed altri: “Disposizioni per la promozione di forme flessibili e semplificate di telelavoro” (2014)

    Stampato il 04-04-2014

  • A.C. 1987
    TERZONI ed altri: “Istituzione del Parco nazionale del Matese” (1987)

    Stampato il 04-04-2014

  • A.C. 1888
    CIPRINI ed altri: “Modifiche al decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 185, e all’articolo 38 del codice di cui al decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198, concernenti l’esonero dal lavoro notturno per il personale di volo dell’aviazione civile” (1888)

    Stampato il 04-04-2014

  • A.C. 1837
    GARAVINI ed altri: “Modifiche alla legge 22 dicembre 1999, n. 512, in materia di esclusione dei soggetti, a carico dei quali risulti l’appartenenza a organizzazioni mafiose, dalle erogazioni del Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime di reati di tipo mafioso” (1837)

    Stampato il 04-04-2014

  • A.C. 1320
    FREGOLENT ed altri: “Modifiche alla legge 30 marzo 2001, n. 130, in materia di disciplina della cremazione e della conservazione o dispersione delle ceneri” (1320)

    Stampato il 04-04-2014

  • A.C. 2256
    S. 1322. – Senatori ZANDA ed altri: “Disposizioni varie in materia di funzionalità di regioni ed enti locali, di lavoro, di trasporto pubblico locale, di interventi in favore di popolazioni colpite da calamità naturali, di modalità di composizione di seggi elettorali, di impignorabilità delle somme dovute alle aziende sanitarie e di trasferimento di beni confiscati al patrimonio degli enti territoriali” (approvata dalla 5ª Commissione permanente del Senato) (2256)

    Stampato il 03-04-2014

  • A.C. 2232
    RAVETTO ed altri: “Modifica della denominazione e delle competenze del Comitato parlamentare di cui all’articolo 18 della legge 30 settembre 1993, n. 388” (2232)

    Stampato il 03-04-2014

  • A.C. 2124
    “Ratifica ed esecuzione degli Emendamenti alla Convenzione sulla protezione fisica dei materiali nucleari del 3 marzo 1980, adottati a Vienna l’8 luglio 2005, e norme di adeguamento dell’ordinamento interno” (2124)

    Stampato il 03-04-2014

  • A.C. 1992
    PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE MARCON ed altri: “Modifica dell’articolo 49 della Costituzione, per il riconoscimento della pari dignità a tutte le forme organizzate della società civile ai fini della determinazione della politica nazionale” (1992)

    Stampato il 03-04-2014

  • A.C. 1928
    BOCCADUTRI ed altri: “Disposizioni concernenti la limitazione dell’uso del contante e la promozione dell’impiego di strumenti di pagamento elettronici” (1928) – testo aggiornato (rigo nero)

    Stampato il 03-04-2014

  • A.C. 1881
    GNECCHI ed altri: “Modifiche all’articolo 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, in materia di accesso delle lavoratrici alla pensione di vecchiaia, nonché concessione di contributi previdenziali figurativi per il riconoscimento dei lavori di cura familiare” (1881)

    Stampato il 03-04-2014

  • A.C. 1205
    COLLETTI ed altri: “Modifiche al codice civile e altre disposizioni in materia di reati societari e tributari, nonché modifiche alle disposizioni penali in materia fallimentare” (1205)

    Stampato il 03-04-2014

  • A.C. 2164
    FERRANTI ed altri: “Modifiche al codice civile e al codice penale e altre disposizioni in materia di false comunicazioni sociali e di falsità nelle comunicazioni dei responsabili della revisione legale” (2164)

    Stampato il 02-04-2014

  • A.C. 2086
    “Ratifica ed esecuzione dell’Accordo fra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica argentina riguardante lo svolgimento di attività lavorativa da parte dei familiari conviventi del personale diplomatico, consolare e tecnico-amministrativo, fatto a Roma il 17 luglio 2003, con Scambio di lettere interpretativo, fatto a Roma il 25 giugno 2012 e il 3 settembre 2012” (2086)

    Stampato il 02-04-2014

  • A.C. 2066
    DAMIANO ed altri: “Disposizioni in materia di riduzione dell’ammontare dei contributi previdenziali e assistenziali in caso di applicazione di contratti di solidarietà” (2066)

    Stampato il 02-04-2014

  • A.C. 2051
    PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE VALIANTE: “Modifiche agli articoli 55, 57, 58 e 69 della Costituzione, concernenti le funzioni della Camera dei deputati e l’istituzione del Senato delle autonomie” (2051)

    Stampato il 02-04-2014

  • A.C. 2008
    NASTRI: “Disposizioni in materia di contratto di apprendimento e trasferimento di azienda artigiana” (2008)

    Stampato il 02-04-2014

  • A.C. 1958
    VITELLI ed altri: “Modifiche alla legge 31 ottobre 1965, n. 1261, e altre disposizioni concernenti l’indennità spettante ai membri del Parlamento e le risorse conferite ad essi e ai gruppi parlamentari per lo svolgimento del mandato rappresentativo” (1958)

    Stampato il 02-04-2014

  • A.C. 1917
    BOLOGNESI ed altri: “Istituzione dell’Autorità per la vigilanza sull’acquisizione dei sistemi d’arma e sulle compensazioni e introduzione del capo II-bis del titolo II del libro terzo del codice di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, concernente il procedimento per la stipulazione dei contratti relativi a sistemi d’arma e gli obblighi di compensazione industriale” (1917)

    Stampato il 02-04-2014

  • A.C. 1542-C
    Relazione

    Stampato il 02-04-2014

  • A.C. 1542-C-bis
    Relazione di minoranza 

    Stampato il 02-04-2014

  • A.C. 1482
    ZACCAGNINI ed altri: “Modifica dell’articolo 66 del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n. 27, e delega al Governo in materia di affitto di terreni demaniali agricoli e a vocazione agricola” (1482)

    Stampato il 02-04-2014

  • A.C. 1110
    FIORONI: “Istituzione del Fondo per la non autosufficienza” (1110)

    Stampato il 02-04-2014

ULTIMISSIME LAVORO – FISCALE07/04/2014

GIURISPRUDENZA

CORTE DI CASSAZIONE

SENTENZA

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 04 aprile 2014, n. 15416FISCALE

Tributi – Reati fiscali – Evasione – Omesso versamento – IVA e ritenute certificate – Sequestro preventivo per equivalente – Stato di necessità – Legittimità

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 04 aprile 2014, n. 15417FISCALE

Tributi – Reati fiscali – Evasione fiscale – Beni dell’indagato – Sequestro preventivo funzionale alla confisca per equivalente – Valore commerciale dei beni – Dati catastali – Valutazione del giudice di merito

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 04 aprile 2014, n. 7945FISCALE

Tributi – Accertamento – Metodo induttivo – Fattura sproporzionata – Rilevanza – Sussiste

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 04 aprile 2014, n. 7960FISCALE

Tributi – Accertamento – Statuto del contribuente – Chiusura delle indagini nell’accertamento mediante studi di settore – Irrilevanza

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 04 aprile 2014, n. 7961FISCALE

Tributi – Abuso del diritto – Mancata contestazione nell’avviso di accertamento – Illegittimità

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 04 aprile 2014, n. 7978FISCALE

Tributi – Contenzioso tributario – Procedimento – Controlli – Questionario con richiesta di documentazione – Documenti non esibiti – Ammissibilità al processo

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 04 aprile 2014, n. 8006LAVORO

Lavoro – Licenziamento illegittimo – Ristoro – Regolarizzazione contributiva – Prova – Predeterminazione legale del danno risarcibile

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 04 aprile 2014, n. 8009LAVORO

Lavoro subordinato – Dipendenti pubblici – Indennità di fine rapporto – Regole in vigore al momento della cessazione del rapporto – Accertamento – Domanda

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 04 aprile 2014, n. 8036LAVORO, FISCALE

Professioni liberali – Notariato – Sanzioni disciplinari – Sospensione – Delega di tutte le funzioni ai collaboratori

LEGISLAZIONE

AGENZIA DELLE ENTRATE

PROVVEDIMENTO

AGENZIA DELLE ENTRATE – Provvedimento 02 aprile 2014, n. 47595/2014LAVORO, FISCALE

Modifiche al modello della cartella di pagamento, ai sensi dell’art. 25 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602

AGENZIA DELLE ENTRATE – Provvedimento 03 aprile 2014, n. 48387/2014LAVORO, FISCALE

Approvazione della scheda e delle relative istruzioni per la scelta della destinazione volontaria del due per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche in favore di un partito politico per l’esercizio finanziario 2014 e definizione delle modalità di cui all’articolo 12, comma 3-bis, lettera b), del decreto-legge 28 dicembre 2013, n. 149, convertito con modificazioni dalla legge 21 febbraio 2014, n. 13

AGENZIA DELLE ENTRATE – Provvedimento 04 aprile 2014, n. 48537/2014LAVORO, FISCALE

Modificazioni del modello di dichiarazione “Unico 2014-PF” e delle relative istruzioni, approvato con provvedimento del 31 gennaio 2014

DECRETO MINISTERIALE

MINISTERO SVILUPPO ECONOMICO – Decreto ministeriale 21 gennaio 2014LAVORO, FISCALE

Modifiche ed integrazioni al decreto 10 aprile 2013 recante condizioni, limiti, modalità e termini di decorrenza delle agevolazioni fiscali e contributive in favore di micro e piccole imprese localizzate nelle Zone Franche Urbane delle regioni dell’obiettivo «Convergenza»

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

DECRETO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI – Decreto 12 marzo 2014LAVORO

Programmazione transitoria bei flussi d’ingresso dei lavoratori non comunitari per lavoro stagionale ed altre categorie nel territorio dello stato per l’anno 2014

PRASSI

INPS

MESSAGGIO

INPS – Messaggio 04 aprile 2014, n. 3870LAVORO

Pensioni delle gestioni private. Avvio della campagna REDITA e REDEST. Raccolta delle dichiarazioni di responsabilità per le prestazioni assistenziali.

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

CIRCOLARE

MINISTERO LAVORO E POLITICHE SOCIALI – Circolare 03 aprile 2014, n. 2084LAVORO

Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 12 marzo 2014 concernente la programmazione transitoria dei flussi d’ingresso dei lavoratori non comunitari per lavoro stagionale ed altre categorie nel territorio dello Stato per l’anno 2014.

COMUNICATO

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI – Comunicato 4 aprile 2014LAVORO, FISCALE

Approvazione della delibera adottata dall’assemblea dei delegati dell’Ente nazionale di previdenza ed assistenza per i consulenti del lavoro (ENPACL) in data 21 novembre 2013.

ULTIMISSIME EDILIZIA – COOPERATIVE07/04/2014

GIURISPRUDENZA

CORTE DI CASSAZIONE

SENTENZA

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 04 aprile 2014, n. 8006COOPERATIVE, EDILIZIA

Lavoro – Licenziamento illegittimo – Ristoro – Regolarizzazione contributiva – Prova – Predeterminazione legale del danno risarcibile

LEGISLAZIONE

DECRETO MINISTERIALE

MINISTERO SVILUPPO ECONOMICO – Decreto ministeriale 21 gennaio 2014COOPERATIVE, EDILIZIA

Modifiche ed integrazioni al decreto 10 aprile 2013 recante condizioni, limiti, modalità e termini di decorrenza delle agevolazioni fiscali e contributive in favore di micro e piccole imprese localizzate nelle Zone Franche Urbane delle regioni dell’obiettivo «Convergenza»

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

DECRETO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI – Decreto 12 marzo 2014EDILIZIA

Programmazione transitoria bei flussi d’ingresso dei lavoratori non comunitari per lavoro stagionale ed altre categorie nel territorio dello stato per l’anno 2014

PRASSI

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

CIRCOLARE

MINISTERO LAVORO E POLITICHE SOCIALI – Circolare 03 aprile 2014, n. 2084EDILIZIA

Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 12 marzo 2014 concernente la programmazione transitoria dei flussi d’ingresso dei lavoratori non comunitari per lavoro stagionale ed altre categorie nel territorio dello Stato per l’anno 2014.

ANTONIO CANU*

ANTONIO CANU*

Il primo scrittore di un poema in lingua sarda(1400-1476/78)

Antonio Cano (o Canu) nasce a Sassari, sul finire del Trecento e muore verso il 1470: ma non conosciamo la data esatta né della nascita né della morte. Sappiamo però che dopo essere stato rettore nella villa di Giave, fu eletto abate nella prestigiosa abbazia di Saccargia dell’Ordine Camaldolese e che, essendo figlio del barone di Osilo, nel 1420 pare sia stato nominato oratore di corte da Alfonso V il Magnanimo.Nominato inoltre dal Papa Eugenio IV, dal Luglio del 1436 al 1448 fu vescovo della Diocesi di Bisarcio (oggi scomparsa) e dal 1448 al 1480  dell’Archidiocesi di Sassari (un tempo di Torres).Il 12 Marzo 1437 in qualità di vescovo indisse un sinodo nella Chiesa di Santa Maria di Ozieri: i cui Atti però sono andati perduti. Nel 1444, essendo deceduto l’abate Giovanni, della SS Trinità di Saccargia, chiese ed ottenne dal Papa l’amministrazione spirituale e temporale del monastero.La sua fama è legata soprattutto al poemetto in rima, Sa  vitta et sa morte et passione de Sanctu Gavino, Prothu et Januariu, scritto in Lingua sarda- logudorese, probabilmente nel 1463, in occasione di un Concilio provinciale da lui stesso convocato e celebrato.  Fu però pubblicato molto più tardi, nel 1557: l’esemplare, conservato nella Biblioteca dell’Università di Cagliari e proveniente dal lascito Baylle, è l’unico che si conosca del poema. L’edizione reca, segnata a penna da mano più recente, l’attribuzione all’arcivescovo di Torres Antonio Cano: «Auctore Antonio Cano Archiepiscopo Turritano realisti». Confermerebbe tale attribuzione Giovanni Francesco Fara (1553-1591, arciprete del capitolo turritano, vescovo di Bosa e padre della storiografia sarda con le opere Chorographia Sardiniae e De rebus Sardois. Certo è che il successo del poema dovette essere notevole se ancora dopo circa un secolo si sentì la necessità di pubblicarlo a stampa, in un periodo nel quale nella Sardegna del Cinquecento, la stampa di un libro –naturalmente se è sarda- doveva costituire un avvenimento abbastanza eccezionale. Per la notevole importanza filologica del testo, fu ristampato dalla Ditta G. Dessì di Cagliari nel 1912, in edizione critica del grande linguista tedesco Max Leopold Wagner.Il poemetto, di argomento agiografico, è considerato la più antica opera letteraria in lingua sarda fino ad oggi conosciuta. Scrive a questo proposito Dino Manca, che nel 2002 ne ha curato una edizione critica per la CUEC editore di Cagliari: “Si tratterebbe del più antico testo fino a oggi ritrovato, con chiare e intenzionali finalità estetiche. Prima di quest’opera la lingua sarda non aderisce a una realtà letteraria autosufficiente, ma si tratta piuttosto di una produzione modellatasi sino all’età moderna prevalentemente attraverso una codificazione riferita vuoi al registro cancelleresco, vuoi a tipologie testuali di taglio legislativo (più generalmente regolativo) documentario e cronistico. L’esistenza di nuclei di «narrativit໫diacronicità», drammatizzazione scenica e dialogica, dentro questi tessuti linguistici costruiti con finalità eteronome rispetto a quelle estetiche, non ci consentono di parlare di opere letterarie prima di questo poemetto”.Il poemetto sarà la fonte principale dell’opera di Girolamo Araolla, il poeta trilingue e  “il ripulitore della lingua sarda”: Sa vida, su martiriu et morte dessos gloriosos martires Gavinu, Brothu et Gianuari. 

Presentazione del testo ( i 12 versi che costituiscono la Protasi e i 25 versi iniziali del poemetto sono tratti dall’opera Sa vitta et sa morte et passione de Sanctu Gavinu Prothu et Januariu di Antonio Cano a cura di Francesco Alziator, Cagliari Editrice sarda F.lli Fossataro, 1976, pagg.44-45) .

Il poema composto di 1081 versi, è preceduto da una breve proposizione o protasi, di dodici versi, con l’invocazione a Dio perché conceda all’Autore di portare a termine la narrazione del santo martirio dei cavalieri di Cristo, Gavino, Proto e Gianuario.Per Francesco Alziator –che ne curerà un’edizione nel 1976- l’opera sarebbe, allo stato attuale degli studi, la più antica opera conosciuta, con valenza esclusivamente letteraria, in lingua sarda. Sempre a parere dell’Alziator, in sintonia con il Wagner per quanto attiene allo stile del poemetto “assai popolare”, il Cano sarebbe partito da un preesistente nucleo popolare –la leggenda agiografica di Gavino, Proto e Gianuario, decapitati a Turris Libisonis (Porto Torres) per ordine di Diocleziano e di Barbaro, praeses provinciae (presidente della provincia)- che avrebbe ingrandito, ripulito e interpolato, innestando nell’antico tronco più popolare, l’elemento dotto.

Protasi

O Deu eternu, sempre omnipotente,

In s’aiudu meu ti piachat attender

Et1 dami gratia de poder acabare

Su sanctu2 martiriu in rima vulgare3

De sos sanctos martires tantu gloriosos

Et cavaleris de Cristus victoriosos

Sanctu Gavinu Prothu e Januariu

Contra su demoniu nostru adversariu

Fortes defensores et bonos advocaos,

Qui in su paradisu sunt glorif icados

De sa corona de sanctu martiriu,

Cussos sempre siant in nostru adiutoriu.

Amen

 Traduzione

(O Dio eterno, sempre onnipotente, ti piaccia intervenire in mio aiuto e donarmi la grazia per poter finire in rima volgare, il santo martirio dei santi Martiri tanto gloriosi e cavalieri di Cristo vittoriosi, San Gavino, Proto e Gianuario.Contro il demonio nostro nemico, forti difensori e buoni avvocati, che sono glorificati in paradiso con la corona del santo martirio, intervengano sempre in nostro aiuto. Così sia)

Giudizi critici

Max Leopold Wagner, che ne curerà un’edizione, dà un giudizio molto severo sull’opera ma insieme spiega l’importanza di essa, scrivendo che : ”Il pregio poetico del lavoretto è certo assai scarso; sono per lo più versi ronchiosi e dinoccolati con molte rime insufficienti e il racconto è improntato a un’ingenuità che rasenta talvolta la goffaggine. Se ad onta di ciò abbiamo creduto utile pubblicare il poemetto del Cano, si è perché porge per vari rispetti un certo interesse. Trattandosi di uno dei primi libri di stampa sarda ed essendo una grande rarità bibliografica”.[Max Leopold Wagner, Il martirio dei SS. Gavino, Proto e Januario, di Antonio Cano, Ed. G. Dessì, Cagliari 1912, pag. 4]

Mentre Giovanni Spano definì il poemetto “una leggenda sacro-istorica di rima bissenaria accoppiata con misto di versi decasillabi, endecasillabi, martelliani, bisottonari, diciotto sillabe, di un misto di versi di 12 e 6 sillabe, talvolta con rimalmezzo”.[Giovanni Spano, Ortografia sarda nazionale, Cagliari 1840, vol.2, pag.102, nota]. 

ANALIZZARE

 Dopo la protasi, con l’invocazione a Dio, che risulta semplice e modesta, quasi dimessa, si apre il poema con l’editto anticristiano di Diocleziano e Massimiano.Particolarmente interessante è la definizione di “rima vulgare”che il Cano dà alla lingua del poema, ovvero alla lingua sarda, definizione che sembrerebbe denunciare una cultura e una conoscenza di problemi che appartenevano allora più all’ambiente italiano che non a quello ispanico nel quale cominciava già a gravitare la Sardegna del XV secolo. L’andamento di questa protasi, che in qualche modo può far pensare, anche se assai di lontano, a modelli italiani del Cinquecento, secondo qualche critico potrebbe essere stata aggiunta al momento della stampa nel 1557 dall’Editore, per uniformare l’opera del Cano alla moda dell’epica più corrente nel ‘500.  L’arcivescovo Cano è colto in storia e dunque non si lascia sfuggire l’occasione per dimostrarlo, specificando la data (nel 290) e la durata (vent’anni) delle persecuzioni volute dai due imperatori Maximianu e Diocletianu che rispettivamente quircant su ponente e su levante. E’ interessante l’uso del verbo quircare (o Kircare) che mantiene il valore giuridico come nella Carta de Logu di Eleonora d’Arborea, nella quale Kircari sas domos –scrive Francesco Alziator nella edizione da lui curata- ha il preciso senso di “investigare, perquisire”.Il suo poemetto, che si rifà al genere eroico della poesia popolare, presenta una costruzione sintattica ancora involuta e “risulta ancora stilisticamente ingenuo –scrive Raffa Garzia– privo di sveltezza e di movimento, anche per colpa della lingua dura spesso e scabra, non pervenuta ancora a quel grado estremo di sviluppo nella morfologia o nella fonetica che è necessario per il genere anzidetto. Parimenti il suo contenuto rivela un’animo popolare, semplice e rude […]. Sempre per Raffa Garzia –in questo d’accordo con Alziator- il poemetto sarebbe il più antico documento in lingua sarda e “quantunque in qualche frase o forma ritmica ci si senta l’eco della poesia religiosa catalana, dei goigs o gosos che hanno resistito al tempo e si cantano anche oggi immutati, il suo carattere riconduce al canto giullaresco della penisola”E’ comunque notevole il tentativo di elevare la lingua sarda a dignità letteraria, forse anche per esigenze di predicazione, come facevano del resto molti ecclesiastici.

 

GIROLAMO ARAOLLA*

Il poeta sardo trilingue che vuole “ripulire” la lingua sarda (1510 circa-fine secolo XVI)

Nato nel primo ventennio del secolo XVI, apparteneva a una nobile famiglia sassarese (un Francesco Araolla fu castellano di Torres nel 1531 e un altro Girolamo Araolla fu nel 1554 consigliere di Sassari). La prima data certa che troviamo per il poeta è il 1543-44, anni in cui fu Capo Giurato  (il Sindaco di oggi) di Sassari: carica che ricoprì anche nel 1548-49 e che potevano esercitare solo i cavalieri e i nobili, feudatari esclusi.In seguito la famiglia cadde in disgrazia. Studiò Lettere e Filosofia poi si laureò in Diritto: certamente non in Sardegna, dove le Università non erano ancora state istituite. Quella di Cagliari nascerà infatti nel 1626 e quella di Sassari nel 1634. Probabilmente si adottorò a Pisa o a Bologna, dove ebbe come maestro Gavino Sambigucci. Suo amico fu in particolare lo storico Giovanni  Francesco Fara, vescovo della diocesi di Bosa e storico, considerato anzi dopo Sigismondo Arquer, il più antico storico e geografo isolano. Dopo una certa vita dissoluta abbracciò lo stato ecclesiastico, fu ordinato sacerdote e subito ottenne la nomina a canonico della cattedrale di Bosa il 18 Marzo del 1569 da parte del vescovo Antonio Cavaro (Pintor). Fu anche consultore dell’Inquisizione del regno di Sardegna ma ciò non gli impedì di usare la satira e pungere indisturbato i costumi del tempo. La tranquillità e l’agiatezza della nuova condizione gli permisero di coltivare gli studi poetici e storici. Scrisse pregevoli versi in Lingua sarda, italiana e spagnola.  Nel 1582 pubblicò il suo poema Sa vida, su martiriu, et morte dessos gloriosos Martires Gavinu, Brothu et Gianuari, opera che si riallaccia a quella quattrocentesca di Antonio Cano, riadattando il vasto materiale della leggenda popolare sulla vita dei martiri turritani ad una costruzione narrativa più articolata. La sua morte viene collocata tra il 1595 e il 1615.La sua opera, in ottava rima, sulla vita e il martirio dei santi turritani Proto, Gavino e Gianuario fu pubblicata per la prima volta a Cagliari nel 1582 e poi a Mondovì nel 1615. Il poema fu ben acconto per questi motivi: per l’argomento molto caro ai suoi concittadini e per il carattere religioso dell’opera ma soprattutto per aver usato la lingua sarda ovvero “l’obliato idioma patrio”: l’espressione è dello storico Francesco Sulis.Oltre a questo poema scrisse Rimas diversas spirituales (Rime varie spirituali), in diversi metri, composte da canzoni, capitoli, epistole e sonetti, alcune scritte in lingua italiana e castigliana ma la maggior parte in lingua sarda.Il suo programma è cambiato: non più un orizzonte tutto interno di nobilitazione del sardo e della Sardegna, ma un inserimento di quell’obiettivo nel contesto culturale dell’Italia e della Spagna. Araolla conosce la grande letteratura italiana, anche quella contemporanea; ha studiato, analizzato e riflettuto, riuscendo ed elaborare un programma acuto e moderno; a lui si deve la stesura del bando della nuova letteratura sarda. Pubblicate a Cagliari nel 1597, quelle che l’Araolla chiama figgias mias spirituales in diversos tempos e per varios accidents nasquidas, sono dedicate a Biagio de Alagon, primogenito di Artaldo di Alagon discendente degli Arborea. Invece le tre epistole, in terza rima, sono indirizzate ad Antonio Camos, al conte d’Elda vicerè di Spagna e a un anonimo. Vi sono descritti i vizi dei suoi tempi, la volubilità e l’ingiustizia della fortuna, la dolcezza delle lettere e la tranquillità della vita privata, Comunque l’opera più poetica è la visione dove immagina d’incontrare l’ombra del suo maestro Sambigucci e dei suoi compagni di studi con i quali intrattiene una piacevole conversazione. Presentazione del testo [Sette ottave del poema Sa vida, su Martiriu et morte dessos gloriosos Martires Gavinu, Brothu e Gianuari  tratte da Il meglio della grande poesia in lingua sarda, a cura di Michelangelo Pira, Edizioni Della Torre, Cagliari 1975, pagg.23-24]Il poemetto, che ha per argomento l’epopea dei santi, abbastanza innocua sia politicamente che culturalmente, è un’amplificazione e uno sviluppo di Sa  vitta et sa morte et passione de Sanctu Gavino, Prothu et Januariu, scritto dall’arcivescovo di Sassari Antonio Cano, probabilmente nel 1463, in occasione di un Concilio provinciale da lui stesso convocato e celebrato ma pubblicato molto più tardi nel 1557.Sa Vitta del Cano è di 1081 versi, quella dell’Araolla invece è quasi il doppio, 244 stanze per circa 2000 versi. Ambedue raccontano la storia dei martiri di Torres Gavino, Brotu e Gianuario. Quella però di Araolla -scrive Michelangelo Pira- voleva essere più che un’operetta religiosa, un poema eroico, cioè la forma più alta di un’opera poetica così come la concepiva il nostro Cinquecento. I tre martiri infatti, protagonisti del poema ci vengono presentati più che come santi portatori ed espressione della fede cristiana, come eroici paladini di essa, esempi e paradigmi di fortezza e di coraggio: tres gloriosos advocados qui triunfant como in sa celeste corte (tre gloriosi avvocati che adesso trionfano nella corte celeste).Il poema è scritto in sardo-logudorese, lingua e letteratura sarda che egli voleva elevare a dignità letteraria con chiari propositi nazionalisti, mischiandola a questo scopo con voci tratte dall’italiano e dallo spagnolo.Ecco, a questo proposito, quanto scrive, testualmente, nell’introduzione al poema che funge anche da dedica all’arcivescovo di Sassari Don Alonso De Lorca : “Semper appisi desigiu, Illustrussimu segnore, de magnificare e arrichire  sa limba nostra sarda: de sa matessi manera qui sa naturale insoro tottu sas naciones de su mundu hant magnificadu et arrichidu; comente est de vider peri sos curiosos de cuddas. Et si bene d’issas matessi riccas et abundantes fuint algunas, non però hant lassadu de arrichirelas et magnificarelas pius cun vocabulos et epithetos foras d’issa limba non dissonantes de sa insoro, à tale qui usadas et exercitadas in sas scrituras sunt venidas in tanta sublimidade et perfezione arrichida s’una cun s’atera qui in pius finesa non podent pervennere, comente veros testimongios nos dimostrant sos iscrittos de sos eccellentes et famosos Poetas Italianos et Spagnolos” (Sempre desiderai Illustrissimo Signore, di magnificare e arricchire la nostra lingua sarda, alla stessa maniera che tutte le nazioni del mondo hanno magnificato e arricchito la loro propria: come si può vedere dagli studiosi di queste. E nonostante alcune di esse fossero già ricche e copiose, non si tralasciò di arricchirle e magnificarle ancora più con vocaboli ed epiteti d’altre lingue ma da quelle non dissonanti: sì che esse adoperate e sveltite nelle scritture, sono ora giunte a tale sublimità e a tale perfezione con l’arricchirsi l’una con l’altra che non è possibile possano conquistare maggiore eleganza e chiara testimonianza ce ne forniscono gli scritti dei più eccellenti e famosi poeti italiani e spagnoli). Con l’opera oltre che magnificare e arricchire la nostra lingua sarda, vuole recuperare un tema nazional-religioso molto noto e diffuso, offrendo  alla fantasia dei suoi lettori l’immagine edificatrice e commovente della fede e della fortezza di Gavino, Proto e Gianuario, già personaggi leggendari.  

SA FIDE DE GIANUARI

1. Los agatant in logu in hue1 soliant

Viver, sempre in abstrattu contemplende

Sa ineffabile altesa, in hue sentiant

Immensa gloria cun Deus conversende:

Sa pena, su martiriu si queriant

Fuer, los potint mas issos bramende

Stant su puntu, s’hora, et sa giornada

Qui l’esseret per Christu morte dada.

 

2. Los imbarcant cun furia, et cuddos Santos,

Quale angione portadu a sacrificiu,

Cantende istant sos versos et sos cantos

Dessu2 devotu Re divinu officiu;

Non timent pena, morte, non ispantos,

Aspirende a’ cuddu altu benefficiu,

In hue pr’unu mortale suffrimentu

Eterna gloria, eternu est su contentu.

 

3. Brothu, su perfectissimu Oradore,

Et valente Theologu, vidende

Gianuari santu esser d’annos minore,

Et d’isse algunu tantu dubitende,

Qui pro carissia o pro qualqui terrore

Su Barbaru l’andaret isvoltende,

Lu exortat in sa barca, et dat consiggiu3

Sendeli babu, et mastru, et isse figgiu.

 

4. «Como ti s’hat a parrer, figgiu meu,

Si has Como esser constante, firmu et forte

A cuddu veru Trinu, et unu Deu,

Et sufferrer con gaudiu et pena, et morte:

Non ti spantet su visu horrendu, et feu

De custu Barbariscu, pro qui a sorte

Dizzosa, l’has a tenner a soffrire

Per Christu ogni trabagliu, ogni martire.

 

5.«Non piaguere, o riquesa transitoria

Qui solet ingannare assos ignaros,

Qui tenent cuddos pro contentu et gloria

Quales sunt sos carnales et avaros,

T’ingannet, no; ma sigui, qui vitoria

Ti s’aparizzat dessos donos raros;

Qui mai nexuno s’ind’est coronadu,

Si con affannos non l’hat conquistadu.

 

6. «S’istare in campo, et ponersi in bataglia,

Et posca assu prim’impeto fuire,

Pro qui non si li rompat carre o maglia,

Non podet sa vitoria conseguire:

Mas cuddu qui s’est fatu una muraglia,

Et non curat de colpos nen martire,

Cussu est veru Soldadu, et deffensore

Gelosu dessa Fide, et de s’honore»

 

7. Et cuddu qu’in su coro, intro sa mente

(Ancu qui fuit in juvenile etade)

Teniat depintu a s’altu Onnipotente,

De gracias fonte, et mare de bontade;

Pius firmu, pius constante, et permanente,

Qui non sa rocca a ventu, a tempestade,

In sa Fide istahiat senza suspettu,

Sende in terra nasquidu, in quelu elettu.

Traduzione:

LA FEDE DI GIANUARIO

1.Li trovano nel luogo dove erano soliti vivere, sempre a  contemplare in estasi l’ineffabile altitudine dove, conversando con Dio, sentivano l’immensa gloria: se avessero voluto sfuggire alla pena, al martirio, avrebbero potuto ma bramandolo sanno il punto, l’ora e la giornata in cui, per Cristo, sarebbe loro data la morte.

2. Li imbarcano con furia e quei santi, come agnelli portati al sacrificio, cantano i versi e i canti, divino ufficio del devoto Re. Non temono né pene né  morte, né paure ma aspirano a quell’alto beneficio dove in cambio della mortale sofferenza c’è l’eterna gloria e l’eterna felicità.

3. Proto, il perfettissimo oratore e valente teologo, vedendo Gianuario giovane d’anni e dubitando un po’ di lui che il Barbaro potesse, per difetto o per qualche paura, convincerlo, nella barca lo esorta e lo consiglia, essendogli babbo e maestro e lui invece figlio.

4.Ora si vedrà figlio mio se saprai essere costante fermo e forte in quel vero Dio, uno e trino, e saprai soffrire con gaudio pena e morte: non ti spaventi il viso orrendo e brutto di questo Barbaro, perché per una sorte fortunata soffrirai in nome di Cristo ogni tormento e ogni martirio.

5.Non piaceri o ricchezze futili, che sogliono ingannare gli ignari, che li reputano gioia e gloria, come sono carnali ed avari, non t’inganni, no; ma pensa che ti si prepari una vittoria di doni rari, di cui mai nessuno s’è incoronato se non li ha conquistati con sofferenze

6.Stare in campo ed entrare in battaglia e poi fuggire al primo assalto, perché non gli si rompa carne o maglia non può conseguire la vittoria: ma chi s’è costruito una muraglia e non gli importano i colpi né le ferite, quello è un vero Soldato e difensore geloso della Fede e dell’onore.

7.E quello che nel cuore, dentro la mente, (sebbene fosse in giovanile età) aveva dipinto l’alto Onnipotente, fonte di grazia e mare di bontà; più fermo, più costante e stabile di una roccia al vento e alla tempesta, abbarbicato alla fede, senza paura, lui nato in terra ma eletto al Cielo.

Giudizio critico

Scrive Raffa Garzia: “Se nel poema per l’indole narrativa e oggettiva il poeta non può indugiarsi a colorire le linee e a dar loro maggior risalto con accorgimenti di luci e d’ombre” […] nelle Rimas “la natura poetica dell’Araolla, scaturita e alimentata dall’inesausta vena popolare, s’è raffinata ed è sagace e accorta nello studio dell’arte: la spontanea tendenza s’è educata sulle pagine e sugli esempj dei maestri: da questi egli ha imparato la malizia di ricercare e di disporre gli effetti. Sì che le idee per se stesse non nuove, da questi traggono efficacia. Non è nuovo il paragone della vita umana con un viaggio: e neanche l’altro delle ombre della sera con quelle della vecchiaia, ma il poeta li colloca bene, a pari distanza, con piena rispondenza fra gli elementi fantastici e quelli reali”[…].[Raffa Garzia, Gerolamo Araolla, Stabilimento poligrafico emiliano, Bologna 1914, pagg.209-210] 

ANALIZZARE

L’Araolla lamentava che gli scrittori sardi del suo tempo andassero alla ricerca di altre lingue “forestiere” come l’italiano e lo spagnolo, per scrivere le loro opere, senza provare almeno a usare la lingua sarda che era invece a parere del poeta bella, ricca e armoniosa, capace quant’altre mai di progressivo “pulimento”. Con questo poema si proponeva di procedere a questo “pulimento”, purificazione e raffinamento. Per intanto ricorre alle ottave di tipo classico con le rime alternate (ABABAB) nei primi sei versi e la rima baciata nel distico finale (CC): a guisa dell’Ariosto e del Tasso, tanto per intenderci: poeta quest’ultimo che probabilmente conobbe in uno dei suoi viaggi in Italia. In secondo luogo, per quanto attiene al lessico conia nuovi vocaboli, altri li mutua dal latino, dall’italiano o dallo spagnolo. E anche quando utilizza il logudorese, spesso lo latinizza o lo italianizza.Per quanto attiene al contenuto, pur rifacendosi alla trama e all’ordito del poema del Cano, lo sviluppa introducendo una serie di similitudini, di digressioni –spesso ispirate alla mitologia- che rischiano però di diventare verbose e inutili.Nelle ottave riportate, è certamente presente la dimensione religiosa dei santi Gianuario e Proto, sempre contemplende sa ineffabile altesa, in hue sentiant immensa gloria cun Deus conversende (sempre a contemplare in estasi l’ineffabile altitudine, dove, conversando con Dio sentivano immensa la sua gloria); ma ancor più risalta il loro eroismo: non timent pena, morte, non ispantos (non temono pena, morte né paure). A significare che pur rimanendo un poema religioso, assume fortemente anche una dimensione epica, sulla scia della cultura rinascimentale di Ariosto e Tasso.

*Tratti da Letteratura e civiltà della Sardegna di Francesco Casula (1° volume, Edizioni Grafica del Parteolla, Dolianova, 2011)