L’insegnamento della memoria

 Commemorazioni delle vittime nel ventennale del genocidio in Rwanda ·

07 aprile 2014

  Raggiungerà oggi il sacrario di Gisozi, nella capitale rwandese Kigali, la torcia che negli ultimi tre mesi ha attraversato tutto il Paese per ricordare le vittime del genocidio di vent’anni fa, incominciato il 7 aprile 1994, subito dopo l’uccisione dei Presidenti rwandese, Juvénal Habyarimana, e burundese, Cyprien Ntaryamira, nell’abbattimento del loro aereo che stava atterrando a Kigali. 

La torcia si chiama Kwibuka (ricordando, in lingua locale). Così come «Ricordare, unire, rinnovare» si legge nel manifesto delle commemorazioni delle vittime di uno dei maggiori orrori della storia, che provocò oltre ottocentomila morti accertati, in stragrande maggioranza tutsi, ma anche hutu moderati, e poi due milioni di profughi, in questo caso quasi tutti della maggioranza hutu uscita sconfitta dalla guerra civile.

Le cerimonie incominciano oggi a Kigali — dove è giunto tra gli altri il Segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon — e andranno avanti per cento giorni, quanti furono, vent’anni fa, quelli che videro trucidare centinaia di migliaia di donne e di uomini, di vecchi e di bambini. Ricordare, appunto, ma anche rinnovare e unire un Paese ancora lacerato al suo interno e spesso in contrasto con la comunità internazionale. Da parte sua, con la presenza a Kigali, Ban Ki-moon vuole e deve testimoniare la volontà internazionale di non ripetere mai più la sostanziale sottovalutazione mostrata all’epoca su quanto stava accadendo.

Eppure, fin dall’inizio, non erano mancati i moniti e gli appelli accorati delle coscienze più vigili, primi fra tutti quelli di Giovanni Paolo ii, che della tragedia rwandese parlò continuamente in quei mesi. Già nel gennaio di quell’anno, nel discorso al Corpo diplomatico presso la Santa Sede, il Papa aveva ammonito sui pericoli incombenti sul Rwanda. E al Regina Caeli del 10 aprile, al primo scatenarsi delle violenze, fece «appello a tutti i responsabili, anche della comunità internazionale, perché non desistano dal cercare ogni via che possa porre argine a tanta distruzione e morte».

 

L’insegnamento della memoriaultima modifica: 2014-04-07T18:50:58+02:00da vitegabry
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