Archivi giornalieri: 28 marzo 2014

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Papa Francesco

La strada giusta

 

· Papa Francesco celebra la messa per un gruppo di parlamentari ed esponenti del Governo italiano ·

27 marzo 2014

 
 

 

Papa Francesco celebra la messa per oltre cinquecento tra parlamentari ed esponenti del Governo italiano. E commentando le letture della liturgia, propone una riflessione su una classe dirigenziale che si è allontanata dal popolo, chiusa nel proprio gruppo, nel proprio partito, tanto impegnata nelle lotte intestine da non riuscire più ad ascoltare la voce di Dio a causa del cuore indurito. Così gli esponenti di una siffatta classe dirigenziale «da peccatori sono scivolati, sono diventati corrotti».

È sostanzialmente la storia dell’infedeltà del popolo di Dio quella che il Pontefice commenta dall’altare delle cattedra della basilica Vaticana, giovedì mattina, 27 marzo. «Il Signore, si lamenta. Si lamenta — dice il Santo Padre — di non essere stato ascoltato lungo la storia. È sempre lo stesso: “Ascoltate la mia voce… Io sarò il vostro Dio… Sarai felice…” Ma essi “non ascoltarono né prestarono orecchio alla mia parola, anzi: procedettero ostinatamente secondo il loro cuore malvagio. Invece di rivolgersi verso di me, mi hanno voltato le spalle”» (Ger 7,23-24). E poi si sono giustificati per non aver ascoltato la chiamata del Signore. Del resto, «non potevano sentirla: erano tanto, tanto chiusi, lontani dal popolo» fa notare il Papa.

Ma «Gesù guarda il popolo — spiega il Pontefice — e si commuove, perché lo vede come “pecore senza pastori”, così dice il Vangelo. E va dai poveri, va dagli ammalati, va da tutti, dalle vedove, dai lebbrosi a guarirli. E parla loro con una parola tale che provoca ammirazione nel popolo». Ed ecco l’altra differenza con la classe dirigente che si allontana dal popolo: egli «parla diversamente». Ed è per questo che «dà fastidio» e deve essere ucciso.

«Questi — dice chiaramente Papa Francesco — hanno sbagliato». E spiega perchè. Avendo unico interesse per le loro cose, quella “classe dirigente” si era allontanata dal popolo, «aveva abbandonato il gregge». Ed avevano peccato.

Certo «tutti siamo peccatori, tutti. Tutti noi che siamo qui — riconosce il vescovo di Roma — siamo peccatori. Ma questi erano più che peccatori: il cuore di questa gente, di questo gruppetto con il tempo si era indurito tanto, tanto che era impossibile ascoltare la voce del Signore. E da peccatori, sono scivolati, sono diventati corrotti. È tanto difficile che un corrotto riesca a tornare indietro. Il peccatore sì, perché il Signore è misericordioso e ci aspetta tutti. Ma il corrotto è fissato nelle sue cose, e questi erano corrotti».

C’è solo una strada da percorrere per non correre il rischio di scivolare: è quella della «dialettica della libertà» a quella della «logica della necessità». Nella «dialettica della libertà — precisa il Pontefice — c’è il Signore buono, che ci ama, ci ama tanto! Invece, nella logica della necessità non c’è posto per Dio: si deve fare, si deve fare, si deve… Sono diventati comportamentali. Uomini di buone maniere, ma di cattive abitudini. Gesù li chiama, loro, “sepolcri imbiancati”. Questo è il dolore del Signore, il dolore di Dio, il lamento di Dio». E conclude invitando a cogliere il periodo quaresimale come occasione propizia per avviarsi sulla strada di Dio.