Archivi giornalieri: 17 marzo 2014

S. Patrizio,

 S. Patrizio
Titolo: Vescovo

Ricorrenza: 17 marzo

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S. Patrizio, apostolo del Vangelo fra il popolo irlandese, nacque nella Scozia da agiati e pii genitori verso la fine del secolo quinto. La Divina Provvidenza che nei suoi arcani disegni, sempre infinitamente sapienti, destinava Patrizio a grandi cose nella Chiesa Cattolica, dispose che egli, ancor giovane, strappato dal grembo della famiglia, fosse condotto schiavo nell’Irlanda. Durante questa schiavitù, in cui il povero giovanetto ebbe a sentire tutta l’amarezza dell’abbandono e subire il disprezzo più avvilente ed inumano, la grazia del Signore plasmò il cuore del suo servo e lo predispose alla sua sublime missione.. Finalmente dopo dieci anni di sofferenze inenarrabili, potè ritornare in famiglia. 

Patrizio, per prepararsi alla divina missione che da Dio gli era stata assegnata, si diede agli studi e all’esercizio delle virtù sacerdotali. Fu ordinato diacono, sacerdote e, prima di partire per l’evangelizzazione dell’Irlanda, fu consacrato vescovo.

Tra quelle popolazioni ancora barbare ed idolatre, S. Patrizio ebbe a soffrire la persecuzione ed il carcere. Ma tutto sopportò in pace, poiché il martirio fu sempre uno dei suoi desideri più intensi. Non vi fu luogo di quell’isola che non fosse visitato più volte dal Santo, nonostante che la sua vita corresse grave pericolo. Il Signore benedisse largamente le fatiche di questo novello Paolo, e quella terra pagana divenne la terra dei Santi. Le lotte che attraverso i secoli, specialmente contro il Protestantesimo, sostenne l’Irlanda per conservare integra la dottrina evangelica, gli esempi di fede e gli slanci di amore che quel popolo ha dimostrato ne sono prova evidente. 

L’opera di Patrizio fu completa. Non solo convertì e battezzò tante e tante anime, ma molti giovani ricevettero gli ordini sacri, molte chiese furono innalzate e molte giovani si consacrarono al Signore nella vita religiosa.

Tra le virtù che particolarmente spiccarono nel Santo, ammirabile fu il suo distacco dalle cose di questo mondo. Delle tante offerte che i fedeli deponevano ai suoi piedi, nulla mai prese per sè, ma tutto dispensava ai poverelli. 

Verso la fine della sua vita. scrisse La Confessione, libro in cui narra i principali avvenimenti della sua vita. 

PRATICA. Un atto di fede nella Provvidenza di Dio.

PREGHIERA. Dio, che ti sei degnato di mandare il, beato Patrizio, confessore e Pontefice, a predicare il tuo Vangelo, concedi che per i suoi meriti e per la sua intercessione, possiamo compiere quanto ci comandi.

News INPS

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  • 17Mar

    Addizionale comunale sui diritti d’imbarco

    Data pubblicazione: 17/03/2014A decorrere dal 1° luglio 2013, l’addizionale comunale sui diritti d’imbarco ai passeggeri istituita dalla legge 350/2003 è stata incrementata di due euro a passeggero imbarcato (legge 92/2012, art.4, comma 75). Con il messaggio n. 3332 del 14 marzo 2014, si rende noto che l’addizionale comunale e i successivi incrementi non sono dovuti in relazione al transito di passeggeri su scali aeroportuali nazionali, se provenienti da scali domestici.

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  • 17Mar

    Regolamentazione comunitaria. Accordi per lavoratori inviati in Francia

    Data pubblicazione: 17/03/2014I datori di lavoro che inviano all’Inps una richiesta di accordo in applicazione dell’articolo 16 del regolamento CEE n. 883/2004 per lavoratori inviati in Francia, al fine di evitare ritardi nel rilascio delle relative autorizzazioni da parte del CLEISS (Centro dei Rapporti Europei e Internazionali di Sicurezza Sociale), sono invitati a compilare la versione aggiornata del questionario, in allegato almessaggio n. 3326 del 14 marzo 2014. I datori di lavoro interessati sono invitati, altresì, a compilare il previsto formulario nella versione in lingua francese, anch’esso allegato allo stesso messaggio (al solo scopo di rendere più agevole la compilazione, è allegata anche la versione italiana del formulario).

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  • 17Mar

    Bando 2014 Valore Vacanza Gestione ex-Inpdap

    Data pubblicazione: 17/03/2014Nella sezione “Avvisi e Concorsi – Concorsi Welfare” è stato pubblicato il Bando Valore Vacanza 2014, riservato ai figli a agli orfani dei dipendenti e dei pensionati della Pubblica Amministrazione iscritti alla Gestione Dipendenti Pubblici, ai figli e agli orfani di iscritti al Fondo Ipost e ai figli e agli orfani degli assistiti dall’Istituto di Previdenza e Assistenza per i dipendenti di Roma Capitale.

    Insieme al Bando, è pubblicato anche il Manuale utente con le indicazioni per la presentazione della domanda la quale, si ricorda, deve essere inoltrata per via telematica. Infatti, per poter presentare la domanda, è necessario essere in possesso del codice PIN che consente l’accesso a tutti i servizi online del portale Inps.

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  • 17Mar

    Video. Sportello Mobile

    Data pubblicazione: 17/03/2014Per andare incontro alle esigenze degli utenti ultraottantacinquenni o con gravi handicap fisici, Inps ha messo a disposizione da alcuni anni uno ‘Sportello Mobile’, che assicura anche a domicilio servizi come il rilascio del Cud o dell’estratto contributivo. Il video illustra come funziona e quali servizi offre.

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  • 14Mar

    Benefici per il reimpiego di lavoratori licenziati

    Data pubblicazione: 14/03/2014I datori di lavoro che nel 2013 hanno assunto lavoratori licenziati nei dodici mesi precedenti per giustificato motivo oggettivo connesso a riduzione, trasformazione o cessazione di attività o di lavoro, possono essere ammessi ad un beneficio mensile di € 190  per sei mesi in caso di rapporti a tempo determinato, ovvero per dodici mesi in caso di rapporti a tempo indeterminato. L’incentivo  è  autorizzato dall’Inps nei limiti delle risorse appositamente stanziate ed è applicabile ad alcune forme di “apprendistato”.
    La circolare n. 32 del 13 marzo 2014, oltre ad illustrare la disciplina del beneficio, fornisce anche le indicazioni operative per la presentazione delle domande da parte dei datori di lavoro interessati.

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  • 13Mar

    Video: Inps per la famiglia

    Data pubblicazione: 13/03/2014Quali sono le prestazioni a sostegno del reddito erogate dall’Inps in favore delle famiglie? Dove trovare informazioni per sapere a cosa le lavoratrici e i lavoratori, iscritti alle diverse gestioni Inps,  hanno diritto?  E, infine, come  richiedere tali servizi direttamente tramite il portale web dell’Istituto? Questo il contenuto del secondo Video, dal titolo “Inps per la famiglia” pubblicato nella pagina Multimedia Video del menu Inps comunica sotto la categoria Campagne informative.

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  • 12Mar

    Contratti di solidarietà. Incremento integrazione salariale

    Data pubblicazione: 12/03/2014Per l’anno 2014, l’ammontare del trattamento di integrazione salariale per i contratti di solidarietà è aumentato nella misura del 10% della retribuzione persa a seguito della riduzione di orario, nel limite massimo di 50 milioni di euro per lo stesso anno 2014. Ilmessaggio n. 3234 dell’11 marzo fornisce le istruzioni operative per la compilazione del flusso UniEmens in ordine all’esposizione dell’importo dei ratei di competenze annuali o periodiche relative al trattamento straordinario di integrazione salariale.

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  • 11Mar

    Video: il PIN per i servizi online

    Data pubblicazione: 11/03/2014Nella pagina Multimedia Video del Menu Inps comunica è stato pubblicato, sotto la categoria Campagne informative, un nuovo video che spiega agli utenti del portale dell’Istituto come richiedere e gestire lo strumento, che consente di accedere agli specifici servizi online, ai quali ognuno ha diritto: il codice PIN.
    Mediante tale codice i cittadini che percepiscono trattamenti pensionistici dall’Inps, ad esempio, possono ora scaricare autonomamente la Certificazione Unica dei Redditi (CUD) con l’apposito servizio accessibile dal Menu Servizi online>E’ in linea il CUD 2014..
    Per saperne di più sul PIN guarda il video .Leggi questa newsTitolo news 8 in formato PDF

  • 10Mar

    Pubblicato il 4° elenco agricoli

    Data pubblicazione: 10/03/2014Il quarto elenco di variazione dei lavoratori agricoli è stato pubblicato dal 7 marzo, ai sensi dell’art.38, commi 6 e 7, Legge 6 luglio 2011, n.111, con valore di notifica ad ogni effetto di legge.

    L’elenco sarà visualizzabile sino al 24 marzo 2014.

     

    4°elenco 2013 lavoratori agricoli

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  • 10Mar

    Avvisi bonari artigiani/commercianti

    Data pubblicazione: 10/03/2014Entro il 15 marzo 2014 saranno disponibili all’interno del Cassetto previdenziale Artigiani e Commercianti (Posizione assicurativa/Avvisi bonari) gli avvisi bonari relativi alla rata in scadenza a novembre 2013. Qualora gli iscritti avessero già effettuato il pagamento, potranno comunicare gli estremi del modello F24 chiamando il call-center dell’Istituto in modo tale da consentire un rapido abbinamento del versamento . in caso di mancato pagamento l’importo dovuto sarà richiesto tramite avviso di addebito con valore di titolo esecutivo. Messaggio n. 3156 del 7 marzo 2014

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Jobs Act

 

Jobs Act: le misure per riformare il mercato del lavoro e il sistema delle tutele

 

E’ stato presentato oggi, nel corso di una conferenza stampa tenuta a Palazzo Chigi al termine del Consiglio dei Ministri, il Jobs Act, il piano per il lavoro messo a punto dal Governo con l’obiettivo di favorire il rilancio dell’occupazione, riformare il mercato del lavoro ed il sistema delle tutele.

Fra le misure previste, un provvedimento urgente che contiene interventi di semplificazione sul contratto a termine e sul contratto di apprendistato per renderli più coerenti con le esigenze attuali del contesto occupazionale e produttivo e un disegno di legge che conferisce al Governo apposite deleghe finalizzate a riformare la disciplina degli ammortizzatori sociali, i servizi per il lavoro e le politiche attive, semplificare le procedure e gli adempimenti in materia di lavoro, riordinare le forme contrattuali, migliorare la conciliazione tra tempi di lavoro e tempi di vita.

Per quanto riguarda la semplificazione, in particolare, la smaterializzazione del DURC, il documento unico di regolarità contributiva, finalizzata al superamento dell’attuale sistema, che impone ripetuti adempimenti burocratici alle imprese.

Per maggiori informazioni e approfondimenti sul piano del lavoro leggi la scheda di sintesi.  

Conferenza stampa del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin al termine del Consiglio dei Ministri n.7

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Tipo Argomento
Comunicati Consiglio dei Ministri n.7
Comunicati Convocazione del Consiglio dei Ministri n.7
Notizie Governo Consiglio dei Ministri n.7 del 14/03/2014

Jobs act

Jobs act: 10 articoli per riforma lavoro e cig, ma …

In tutto dieci articoli. Quattro nel decreto legge e sei nel disegno di legge delega: è racchiuso in questi punti il Jobs act, con le misure per riformare il mercato del lavoro, il sistema delle tutele e degli ammortizzatori sociali.

CONTRATTI A TERMINE. Si estende da 12 a 36 mesi la durata del primo rapporto di lavoro a tempo determinato per il quale non è richiesta la causale (la ragione dell’assunzione). Viene fissato “il limite del 20% dell’organico complessivo”.

APPRENDISTATO. Vengono previsti meno vincoli; salta innanzitutto l’obbligo per assumere nuovi apprendisti di confermare i precedenti.

DELEGA, 5 CAPITOLI DA AMMORTIZZATORI A MATERNITA’. Nel ddl delega si indicano cinque capitoli: riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, semplificazione delle procedure e degli adempimenti in materia di lavoro a carico di cittadini e imprese, riordino delle forme contrattuali, migliore conciliazione dei tempi di lavoro e di vita e maggiore sostegno e tutela alla maternità.

RIFORMA CIG. Si indica, tra l’altro, “la necessità di regolare l’accesso alla cig solo a seguito di esaurimento delle possibilità contrattuali di riduzione dell’orario di lavoro”. La “revisione dei limiti di durata, rapportati ai singoli lavoratori ed alle ore complessivamente lavorabili in un periodo di tempo prolungato”.

ASSEGNO UNIVERSALE DISOCCUPAZIONE. Si indica l'”universalizzazione” dell’Aspi (l’assegno per la disoccupazione involontaria) “con estensione ai lavoratori con contratto di collaborazione coordinata e continuativa e con l’esclusione di amministratori e sindaci”, prevedendo prima dell’entrata a regime “un periodo almeno biennale di sperimentazione a risorse definite.

AGENZIA NAZIONALE PER L’OCCUPAZIONE. Si punta ad istituirla, partecipata da Stato, Regioni e Province autonome, vigilata dal ministero del Lavoro.

MENO FORME CONTRATTI, UNO A TUTELE CRESCENTI. L’obiettivo è di riordinare le forme contrattuali, prevedendo l’introduzione, “eventualmente in via sperimentale, di ulteriori tipologie contrattuali per  favorire l’inserimento nel mondo del lavoro, con tutele crescenti per i lavoratori coinvolti”.

CONCILIAZIONE E MATERNITA’. Si punta a darvi più sostegno (a partire dall’estensione dell’indennità di maternità a tutte le categorie di lavoratrici fino ad una maggiore flessibilità degli orari).

Ma Susanna Camusso, segretario generale della Cgil su alcuni provvedimenti è assolutamente contraria.

“Quella della restituzione fiscale è una scelta importante – dice la Camusso – ed è anche necessaria per rilanciare l’economia; da apprezzare anche l’attenzione ai cosiddetti incapienti, così come l’idea di alzare la tassazione sulle rendite finanziarie per ridurre l’Irap; bene l’idea di creare due fondi di investimenti pubblici con obiettivi di qualità, quali la risistemazione dell’edilizia scolastica e dell’assetto idrogeologico, ma…. – prosegue il segretario della Cgil – nutriamo perplessità sulla legge delega, perché non ci è chiara la proposta sull’estensione degli ammortizzatori sociali e siamo contrari al decreto che regola apprendistato e contratti a termini perché non costruisce un percorso di maggiori tutele. Sull’apprendistato , si riduce la fase formativa e si mina il principio della riconferma del lavoratore. Per i contratti a termine, poi, lo schema è quello della frammentazione, che può portare ad un aumento della precarietà e non induce ad investire sul singolo lavoratore, né nel lavoro nel suo complesso”.

Prevenzione

Prevenzione delle ferite da taglio e punta nel settore sanitario

Nella Gazzetta Ufficiale (Serie Generale)  del 10/03/2014 è stato pubblicato in il D.Lgs. 19 del 19 febbraio /2014, in materia di prevenzione delle ferite da taglio o da punta nel settore ospedaliero e sanitario.

Il testo di legge è frutto del lavoro di un comitato tecnico in cui è stata coinvolta anche la Consulenza Medica dell’Inca Cgil nazionale.
Si trattava di una delle direttive attese in forza del mancato recepimento delle norme concordate a livello internazionale: il provvedimento sarà in vigore dal 25 marzo. Prima del recepimento della Direttiva, l’art. 272 del TU (Misure tecniche, organizzative, procedurali) richiedeva, in modo generico, che “in tutte le attività per le quali la valutazione evidenzia rischi per la salute dei lavoratori, il datore di lavoro attua misure tecniche, organizzative e procedurali, per evitare ogni esposizione degli stessi ad agenti biologici” ed in particolare “progetta adeguatamente i processi lavorativi, anche attraverso l’uso di dispositivi di sicurezza atti a proteggere all’esposizione accidentale ad agenti biologici”.

Il Decreto introduce nuove misure di prevenzione protezione per i lavoratori che operano, nei luoghi di lavoro interessati da attività sanitarie, alle dipendenze di un datore di lavoro, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, ivi compresi i tirocinanti, gli apprendisti, i lavoratori a tempo determinato, i lavoratori somministrati, gli studenti che seguono corsi di formazione sanitaria e i sub-fornitori. (sono dunque interessati gli studi di medicina generale mentre viene sollevata da parte di diverse Associazioni categoriali il dubbio che non rientrino nel novero della legge gli assistenti di studio, anche se, rileviamo che le future mansioni previste per questa categoria nel profilo disegnato dalla Fimmg che includono raccolta e smaltimento dei rifiuti e disinfezione di apparecchiature smentiscono questa interpretazione limitativa dell’ambito applicativo).

n 10° 2014 numero newsletter.doc

Donne

Onu, al centro i diritti delle donne

Mentre proseguono i lavori della 58ma sessione della Commissione delle Nazioni Unite (UN CSW58) sulla condizione delle donne che si è aperta a New York lunedì 10 marzo, i Governi che compongono il gruppo di negoziazione hanno avviato la discussione di compromesso sul documento finale, le cosiddette agreed conclusions.

La bozza di quest’anno, sull’analisi dei progressi e delle sfide per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (MDGs) in un’ottica di genere, presenta un impianto decisamente positivo, secondo una valutazione condivisa dalla delegazione sindacale internazionale, poiché contiene diversi punti qualificanti di interesse e senz’altro è migliore di altri testi con cui si è cominciata la discussione negli anni passati.

La diplomazia internazionale è da settimane al lavoro per sostenere o per emendare i contenuti del documento, secondo gli orientamenti e gli obiettivi politici dei Governi, anche attraverso forti azioni di lobby a tutti i possibili livelli di intervento. Ad oggi, sembra che Unione Europea, Filippine, Brasile, Argentina e Messico, nelle riunioni preparatorie, abbiano assunto posizioni utili ad un buon risultato, mentre si prepara un duro ostruzionismo da parte di Indonesia, Vaticano, Russia, Iran, paesi del Golfo, diversi paesi caraibici e molti Stati africani.

Ancora una volta è sul linguaggio che non si trova la mediazione, in particolare con riferimento ai “diritti umani delle donne” (domanda reiterata degli oppositori: “cos’hanno a vedere i diritti umani delle donne con lo sviluppo?”), ai “diritti sessuali”, alla “salute riproduttiva” (e qui ancora la proposta è quella di “donne nella famiglia”), protezione sociale e lavoro dignitoso (con gli Stati Uniti tra i primi a dirsi “preoccupati” dai paragrafi su questi temi e quindi pronti ad essere contro il loro inserimento), sul finanziamento alla parità di genere, sull’Agenda post-2015 e l’adozione di un obiettivo a sé sull’uguaglianza di genere, sui diritti dei migranti, sul cambiamento climatico e sulla sovranità.

Il blocco africano ha avanzato la proposta di lasciare l’interpretazione del documento finale aperta ad adattamenti secondo la religione e la cultura. Come è evidente, ancora una volta l’esito è tutt’altro che scontato. Nel 2012 non si giunse ad accordo e in quell’occasione la comunità diplomatica internazionale diede una prova manifesta di incapacità. Quest’anno la materia è quanto mai delicata e fondamentale per la democrazia e la giustizia sociale ed è ora più che mai necessario un consenso politico, soprattutto considerando che il prossimo anno seguirà la valutazione sull’attuazione della Piattaforma di Pechino. E’ vero che le agreed conclusions non sono uno strumento giuridicamente vincolante per i Governi, ma è altrettanto evidente che possono costituire un riferimento essenziale per la definizione o il rafforzamento di politiche nazionali. Secondo i criteri di rotazione che regolano questi lavori, da quest’ anno il governo italiano non fa più parte dei 45 negoziatori al tavolo.

Ovviamente è però importante il ruolo che può svolgere nell’ambito UE per sollecitare prese di posizione nell’uno o altro verso. Per questo, la CGIL ha fatto pervenire in tempo utile al Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio le osservazioni da parte sindacale, secondo quanto definito anche con la Confederazione Internazionale dei Sindacati (ITUC – CSI) e concordato con i sindacati degli altri paesi presenti a New York, che si muovono in maniera analoga.

Ricordando Giovanni Lilliu nel centenario della sua nascita

La civiltà prenuragica e nuragica

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La civiltà preistorica della Sardegna: prenuragica e nuragica

di FRANCESCO CASULA

1. La Sardegna secondo gli antichi scrittori

Per Omero  è la Scherìa, la terra dei Feaci, abitanti di un’Isola su tutte felice; posta a Occidente nel mezzo del Mediterraneo, aperta al mondo, che combatte, alleata con i Popoli del mare contro i potenti eserciti dei Faraoni e dei re di Atti che tiranneggiano e opprimono i popoli; perEsiodo è  l’Isola sacra in fondo al mareper Platonel’Isola dalle vene d’argento (Argyròflebs); per Apollonio (III secolo a.c. ( Argonautiche libro IV) è l’Isola vasta e feconda.

2La civiltà preistorica sarda secondo l’Archeologo e storicoGiovanni Lilliu

Il 23 Novembre 2009 ha fatto una lectio magistralis sui «Contadini e i pastori nella Sardegna neolitica e dei primi metalli» la settimana di studi su «La preistoria e la Protostoria della Sardegna», convegno promosso annualmente dall’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria e quest’anno dedicato all’isola, con appuntamenti a Cagliari, Barumini e Sassari.
Lilliu ha novantaquattro anni ed è l’archeologo che ha gettato le basi per le moderne conoscenze sul passato della Sardegna, combinando uno studio analitico fondato su scavi e dati concreti a intuizioni geniali, come ad esempio la scoperta della reggia nuragica di Barumini, uno dei più significativi siti archeologici dell’isola, sicuramente il più conosciuto al mondo per quanto riguarda l’era nuragica. Dalla sua ricostruzione socio-economica degli antichi sardi è emersa l’idea di un momento aureo del passato isoano. Un’epoca in cui la società era sì articolata in ceti, ma unicamente per questioni di struttura sociale e non di ripartizione del potere. Una fase storica, detto sinteticamente, di grande fermento culturale, dove enorme rilevanza avevano le corporazioni degli artigiani. Tanto che a loro secondo Lilliu si devono:

1.le raffinate opere di architettura sacra (ad esempio l’altare di Monte d’Accoddi-Sassari) e funeraria (le grotticelle ipogeiche di Sant’Andrea Priu-Bonorva, di Mandra Antine-Thiesi, di Montessu-Villaperuccio)

2.le eleganti ceramiche con le decorazioni tipiche di quel periodo, i gioielli e gli ornamenti rinvenuti nelle sepolture, utilizzati come corredo e protezione magica dei defunti. In esse già si coglieva una certa aspirazione democratica, dove anche il singolo partecipava attivamente alla crescita della comunità.

Nella Sardegna preistorica ci fu dunque un’età aurea in cui gli abitanti vivevano di agricoltura e caccia ed erano un popolo pacifico di laboriosi artigiani. Producevano in abbondanza e si dedicavano ai commerci, spingendosi in ogni angolo dell’isola e anche oltre il mare, tanto che tracce della loro cultura si sono ritrovate in Francia e in Spagna.

Ma soprattutto era un popolo libero e indipendente, prima che dal mare arrivassero colonizzatori portatori di nuove culture, spesso imposte con le armi e la guerra.

Ecco, in estrema sintesi, il quadro della civiltà che gli studiosi definiscono di “Ozieri o San Michele” e fanno risalire al Neolitico recente (tra il 3500 e il 2500 a. C.). Un’età mitica, forse ineguagliata nella preistoria della Sardegna, che si anima come un paradiso perduto nelle parole di Lilliu.

3Il clima durante il periodo nuragico

Questa l’opinione dei paleoclimatologi:

Secondo Franco Serra vigeva in quel periodo un clima caldo umidocon ampio sviluppo di flora lussureggiante di tipo tropicale e habitat favorevole alle specie animali. Il nuraghe si sviluppò soprattutto in questo momento climatico, forse anche a seguito di una maggiore spinta demografica derivata dalle migliorate condizioni di vita proprio per effetto del clima,della vegetazione e degli animali selvatici che fornivano cibo facile e abbondante per tutti.

Ci troviamo quindi di fronte a un clima che potremmo definire sub tropicale e caldo umico, caratterizzato da moderate escursioni termiche e piovosità abbondante, con una temperatura media nel mese più freddo on inferiore a 18°c:quindi l’inverno era praticamente inesistente. Il numero dei giorni piovosi variava, in rapporto alle zone dell’Isola dai 100 ai 140 l’anno. Le medie annue delle precipitazioni atmosferiche erano intorno ai 150/2000 millimetri (oggi sono meno di 500).

Secondo un altro paleo climatologo, Francesco Fedele, confermando quanto sostenuto da Serra, ribadisce che una vegetazione ricca copriva il suolo dell’Isola e lo sviluppo delle specie selvatiche era proporzionato a questa ricchezza. L’alimentazione degli abitanti della Sardegna poteva dunque essere completa:frutti della terra, cereali, latte e derivati, grassi uova, carni, miele, pesci e molluschi.

Numerosi prodotti spontanei fornivano sostanze per usi quotidiani: corna e palchi di erbivori per gli arnesi; lana per le vesti; legna da ardere e ramaglie per la costruzione delle pareti; legno scelto per ciotole e sughero per recipienti; frutti del lentisco e dell’olivastro, pestati per olio da illuminazione e da condimento; orzo e frumento per farina.

4. La civiltà nuragica per due scrittori sardi

Due scrittori sardi, Sergio Atzeni e Eliseo Spiga, diversi per età, sensibilità culturali e politiche, lessico e cifra  narrativa, sono curiosamente accomunati nella valutazione della civiltà nuragica che sognano, vagheggiano almanaccano così.

Sergio Atzeni :

“Non so definire la parola felicità. Ovvero non so che sia la felicità. Credo di aver sperimentato momenti di gioia intensa, da battermi i pugni sul petto, al sole, alla pioggia o al coperto, urlando (a volte vorrei farlo e non si può) o da credere di camminare sulle nuvole o da sentire l’anima farsi leggera e volare alta fino a Dio (è capitato di rado). E’ la felicità? Così breve? Così poca?

Se esiste una parola per dire i sentimenti dei sardi nei millenni di isolamento fra nuraghe e bronzetti forse è la felicità.

Passavamo leggeri come acqua, disse Antonio Setzu, come acqua che scorre, salta, giù dalla conca piena della fonte, scivola e serpeggia fra muschi e felci, fino alle radici delle sughere e dei mandorli o scende scivolando sulle pietre, per i monti e i colli fino al piano, dai torrenti al fiume, a farsi lenta verso le paludi nel mare, chiamata in vapore dal sole a diventare nube dominata dai venti e pioggia benedetta.

A parte la follia di ucciderci l’un l’altro per motivi irrilevanti, eravamo felici. Le piane e le paludi erano fertili, i monti ricchi di pascoli e fonti. Il cibo non mancava neppure negli anni di carestia. Facevamo un vino colore del sangue, dolce al palato e portatore di sogni allegri. Nel settimo giorno del mese del vento che piega le querce incontravamo tutte le genti attorno alla fonte sacra e per sette giorni e sette notti mangiavamo,bevevamo, cantavamo e danzavamo in onore di Is. Cantare, suonare, danzare, coltivare, raccogliere, mungere, intagliare, fondere,

uccidere, morire, cantare, suonare, danzare era la nostra vita. Eravamo felici, a parte la follia di ucciderci l’un l’altro per motivi irrilevanti[…]”

[Sergio Atzeni, Passavamo sulla terra leggeri, Ed. Mondadori, Milano 1996, pagine 28-29]

Eliseo Spiga:

”Anche il giardino che avevano esplorato i suoi antenati era certamente un paradiso terrestre dove c’era tutto quanto gli uomini avessero potuto desiderare per condurre una esistenza non ricurva. In questo non vigevano divieti o avvertimenti minacciosi e tutto vi avrebbero potuto conoscere. Non c’erano lupi, draghi o demoni. Non vi si nascondeva il serpente che avrebbe tentato le donne che andavano a cogliere le pere, i fichi, le bacche di corbezzolo, le erbe aromatiche o a prendere il miele dalle cavità delle querce o i cristalli di sale lavorati dal sole nelle buche calcaree o che scendevano nelle acque smeraldine racchiuse fra gli scogli a lavarsi delle dolci fatiche notturne.

Tra le garighe di timo odoroso e le steppe di sparto crescevano gli iris azzurri, le margherite a foglia grassa, i narcisi canicolari, i cespugli giallo-oro del tagete, le rose, la scrofularia a tre foglie, e le altre ortiche meno mansuete, e più in basso, verso gli stagni listati dalla salicornia purpurea, le foreste di pini, i canneti ondeggianti, le tife-fieno di stuoia, i tamerici e mille altri fiori arbusti e piante.

Sotto quell’eterno verde variamente sfumato e enfatizzato dalle punte bianche delle rocce e dalle macchie fiorite, tra il lentischio il rovo lo spinacristi e il ginestrone, schizzavano i prolaghi e chiocciavano le pernici, incuranti di volpi gatti e donnole, mentre tutt’intorno era un continuo aleggiare di uccelli di ogni specie: germani e anatre di tutte le forme e colori, oche, folaghe, gabbiani,piccioni, stornelli, gruccioni, aquile di mare e di monte; e un discreto passeggiare di gallinelle, di sontuosi polli-sultano dall’incredibile livrea turchina e dalle zampe rosso-corallo; e un frusciare di fenicotteri, che a migliaia in formazioni a cuneo, attraversavano il primo e l’ultimo sole della giornata. E cervi daini mufloni e cinghiali, distrattamente vagabondando, si fermavano per cibarsi di carrube e ghiande, abbondanti nella laguna di monte  […]”.

[Eliseo Spiga, Capezzoli di pietra, Zonza editore, Cagliari 1998, pagina 50]

5La civiltà nuragica che emerge dagli studiosi

Quella nuragica è stata la più grande civiltà della storia di tutto il mediterraneo centro-occidentale del secondo millennio avanti Cristo. Con migliaia di nuraghi (8.000 secondo le fonti ufficiali: l’Istituto geografico militare, che però li censisce secondo modalità militari e non archeologiche; 20.000 secondo Sergio Salvi e 25-30.000 secondo altre fonti non ufficiali. Si tratta di  costruzioni megalitiche tronco-coniche dalle volte ogivali con scale elicoidali: Con  pozzi sacri* (1), betili mammellari, terrazze pensili, androni ad arco acuto, innumerevoli dolmens e menhir, migliaia di statuette e di navicelle di bronzo. Con un’economia dell’abbondanza (l’espressione è dell’economista della preistoria Marshal Sahlins): di carne, pesce, frutti naturali. Che produce oro, argento, rame, formaggi, sale, stoffe, vini*(2). Ma anche la musica delle launeddas.

Una Sardegna  aperta al mondo, che combatte, alleata con i Popoli del mare contro i potenti eserciti dei Faraoni e dei re di Atti che tiranneggiano e opprimono i popoli.

Una Sardegna, Isola “felice”(Omero)  ma anche Isola libera, indipendente e senza stato. Organizzata in una confederazione di comunità nuragiche (Lilliu) mentre altrove dominano monarchi e faraoni, tiranni e oligarchi. E dunque schiavitù. Non a caso le comunità nuragiche costruiscono nuraghi, monumenti alla libertà, all’egualitarismo e all’autonomia; mentre centinaia di migliaia di schiavi, sotto il controllo e la frusta delle guardie, sono costretti a erigere decine di piramidi, vere e proprie tombe di cadaveri di faraoni divinizzati.

Per sfuggire alle carestie, alla fame e alla miseria ma anche alle tirannidi e alla schiavitù molti si rifugeranno nell’Isola, che accoglierà esuli e fuggitivi. Venti mila

– secondo il linguista sardo Massimo Pittau –  scampati alla distruzione della città-stato di Sardeis in Anatolia, da parte degli invasori Hittiti. Altri arriveranno dalla stessa Troia.

1. *A proposito dei pozzi sacri, secondo Arnold Lebeuf, francese, archeoastronomo, docente di storia delle religioni presso l’università di Cracovia «Il pozzo nuragico di Santa Cristina sarebbe “un osservatorio astronomico perfetto. Un sistema raffinato per calcolare un fenomeno di grande complessità come quello delle fasi lunari e prevedere le eclissi”.

2. *A proposito di vini Aldo Puddu scrive che nel periodo nuragico “Ai tradizionali vini Canonau e Nuragus si aggiunsero le coltivazioni dei vigneti del Moscato provenienti dall’Isola di Samo, della Malvasia di Mileto (Lidia) e, probabilmente del Nasco di Efeso o di Sardeis ((InUlisse e Nausica in sa Cost’Ismeralda,Editziones de Sardigna, Nuoro, 2002, pagina 345).

6La crisi e la distruzione della civiltà nuragica

Finchè i Cartaginesi non invasero la Sardegna, per fare bardana, depredare e dominare l’Isola. Con il dominio romano fu ancora peggio. Fu un etnocidio spaventoso. La nostra comunità etnica fu inghiottita dal baratro. Almeno metà della popolazione fu annientata, ammazzata e ridotta in schiavitù. “Negli anni 177 e 176 a.c – scrive lo storico Piero Meloni– un esercito di due legioni venne inviato in Sardegna al comando del console Tiberio Sempronio Gracco: un contingente così numeroso indica chiaramente l’impegno militare che le operazioni comportavano”.Alla fine dei due anni di guerra – ne furono uccisi 12 mila nel 177 e 15 mila nel 176- nel tempio della Dea Mater Matuta a Roma fu posta dai vincitori questa lapide celebrativa, riportata da Livio: “Sotto il comando e gli auspici del console Tiberio Sempronio Gracco la legione e l’esercito del popolo romano sottomisero la Sardegna. In questa Provincia furono uccisi o catturati più di 80.000 nemici. Condotte le cose nel modo più felice per lo Stato romano, liberati gli amici, restaurate le rendite, egli riportò indietro l’esercito sano e salvo e ricco di bottino, per la seconda volta entrò a Roma trionfando. In ricordo di questi avvenimenti ha dedicato questa tavola a Giove”.

Gli schiavi condotti a Roma furono così numerosi che “turbarono“ il mercato degli stessi nell’intero mediterraneo, facendo crollare il prezzo, tanto da far dire allo stesso Livio “Sardi venales“ : Sardi da vendere, a basso prezzo.

Altre decine e decine di migliaia di Sardi furono uccisi dagli eserciti romani in altre guerre, tutte documentate da Tito Livio, che parla di ben otto trionfi celebrati a Roma dai consoli romani e dunque di altrettante vittorie per i romani e eccidi per i sardi.

Chi scampò al massacro fuggì e si rinchiuse nelle montagne, diventando dunque “barbara” e barbaricina, perché rifiutava la civiltà romana: ovvero di arrendersi e sottomettersi. Quattro-cinque mila nuraghi furono distrutti, le loro pietre disperse o usate per fortilizi, strade cloache o teatri; pare persino che abbiano fuso i bronzetti, le preziose statuine, per modellare pugnali e corazze, per chiodare giunti metallici nelle volte dei templi, per corazzare i rostri delle navi da guerra.

La lingua nuragica, la primigenia lingua sarda del ceppo basco-caucasico, fu sostanzialmente cancellata: di essa a noi oggi sono pervenuti qualche migliaio di toponimi: nomi di fiumi e di monti, di paesi, di animali e di piante.

Le esuberanti creatività e ingegnosità popolari furono represse e strangolate. La gestione comunitaria delle risorse, terre foreste e acque, fu disfatta e sostituita dal latifondo, dalle piantagioni di grano lavorate da schiere di schiavi incatenati, dalle acque privatizzate, dai boschi inceneriti. La Sardegna fu divisa in Romanìa e in Barbarìa. Reclusa entro la cinta confinaria dell’impero romano e isolata dal mondo. E’ da qui che nascono l’isolamento e la divisione dei sardi, non dall’insularità o da una presunta asocialità.

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