Matteo Renzi ha parlato alla direzione Pd.
Il premier Letta non ha partecipato. Al termine della direzione verrà votato un documento, come chiesto dalla maggioranza dei partecipanti all’incontro.
DIREZIONE PD: APPROVATO IL DOCUMENTO DI RENZI
Approvato il documento del segretario Pd Matteo Renzi: 136 voti favorevoli, 16 contrari.
DIREZIONE PD: IL DOCOMENTO CHE VERRÀ VOTATO AL TERMINE DEL DIBATTITO
Esaminata la situazione politica e i recenti sviluppi, ringrazia il Presidente del Consiglio Enrico Letta per il notevole lavoro svolto alla guida del governo – esecutivo di servizio, nato in un momento delicato dal punto di vista politico, economico e sociale – e per il significativo apporto dato, in particolar modo per il raggiungimento degli obiettivi europei; – assume il documento Impegno Italia come contributo per affrontare i problemi del Paese; – rileva la necessità e l’urgenza di aprire una fase nuova, con un nuovo esecutivo che abbia la forza politica per affrontare i problemi del Paese con un orizzonte di legislatura, da condividere con la attuale coalizione di governo e con un programma aperto alle istanze rappresentate dalle forze sociali ed economiche; – invita gli organismi dirigenti, legittimati dal Congresso appena svolto, ad assumersi tutte le responsabilità di fronte alla situazione che si è determinata per consentire all’Italia di affrontare la crisi istituzionale, sociale ed economica, portando a compimento il cammino delle riforme avviato con la nuova legge elettorale e le proposte di riforma costituzionale riguardanti il Titolo V e la trasformazione del Senato della Repubblica e mettendo in campo un programma di profonde riforme economiche e sociali necessarie alla promozione di sviluppo, crescita e lavoro per il nostro Paese.
FASSINA: LETTA PRENDA ATTO DELLA NOSTRA POSIZIONE «Chiedo a Letta di non farci arrivare alla votazione sull’ordine del giorno: gli chiedo un ultimo atto di generosità, la posizione del Pd è chiara e ne prenda atto». Lo ha detto Stefano Fassina nel corso del suo intervento alla direzione nazionale del partito al Nazareno. «Oggi – ha aggiunto Fassina – siamo di fronte a un bivio: le elezioni sarebbero il fallimento di una classe dirigente, quindi dobbiamo costruire un governo di legislatura e su questo credo che tutti noi diamo un contributo costruttivo, è l’ultima possibilità che il Paese ha per mettersi su una rotta positiva».
LETTIANI LASCIANO DIREZIONE E NON PARTECIPANO AL VOTO
I lettiani non parteciperanno al voto della direzione Pd che di fatto sfiducia il premier Enrico Letta. Alcuni esponenti stanno abbandonando i lavori della direzione che tra poco metterà al voto il documento.
SERRACCHIANI: NON È PIÙ IL TEMPO
DEL GOVERNO DI SERVIZIO
«Oggi è stata fatta chiarezza in modo convincente. Non c’è un obbligo nel fare una scelta piuttosto che un’altra. È una scelta politica molto precisa. Oggi il Pd corre un rischio e ha deciso di non fare correre questo rischio al Paese». Debora Serracchiani, parlando alla direzione del Pd, illustra il passaggio politico su cui i Democratici dovranno votare. «Abbiamo avuto un governo di servizio- spiega- ma ora non è più il tempo del governo di servizio. Abbiamo bisogno di rispondere al Paese, cosa che è mancata in quest’ultimo periodo. E l’assunzione di responsabilità deve essere di tutti. Non ci si può limitare a prendere atto nel votare il documento».
FASSINO: SVOLTA PER PROGRAMMA INNOVATIVO
E NUOVA MAGGIORANZA
«Chiediamo una svolta per la guida del governo perchè ci sia un programma innovativo e coraggioso con una maggioranza che non sarà quella che ha governato finora. Lo ha detto Piero Fassino, intervenendo alla Direzione del Pd. Il sindaco di Torino ha espresso «riconoscimento a Enrico Letta per il lavoro fatto. Bisogna considerare anche il turbamento personale per chi si è caricato finora la responsabilità di guidare il paese, serve grande responsabilità ma serve una fase nuova segnata per un verso da un elemento di continutià per proseguire la strada che ci porti fuori dalla crisi – ha spiegato – ma serve una accelerazione, una discontinuità politica e assetti istituzionali, un nuovo esecutivo, un nuovo governo e nuove alleanze e maggioranza, che non sarà quella che fin qui ha governato per una fase nuova». Si tratta di una «scelta politica» che secondo Fassino «deve essere corredata di un programma coraggioso, innovativo e ambizioso. Dovremo fare delle scelte non in continuità con quanto questo partito ha sostenuto negli ultimi 10-15 anni, sennò diventa difficile spiegare al paese perchè vogliamo aprire una fase nuova. Noi vogliamo introdurre fattori di rottura» e questo significa «una svolta anche nella politica europea». È una «ambizione alta che deve essere corredata da molto coraggio delle scelte da fare, io non dubito che Renzi ce l’abbia».
CIVATI: «VORREI VOTO DA DIREZIONE, MI PARE CHIARA SFIDUCIA A LETTA: IO VOTO CONTRO QUESTA STRADA»
«Mia grande perplessità, l’annuncio di un governo fino al 2018.. «Caro Matteo, bisogna coniugare il fare al durare». Sembra fare il verso a Maurizio Crozza, Pippo Civati nel rivolgersi al segretario del Pd, in direzione nazionale. «Durare fino al 2018 mi sembra una previsione avventata e pericolosa», aggiunge.
«Sospetto che governabilità sia mancata perché è venuta a mancare la rappresentanza. Avevamo in mente un percorso diverso dopo le primarie: io le ho perse maluccio e riconosco la vittoria di Renzi ma mi permetto di dire che qui stiamo facendo un percorso accidentato, non democratico… Con lealtà e rispetto per le scelte mi dichiaro contrario alla strada che mi stiamo per prendere».
GENTILONI, BIVIO ALLE SPALLE: CAMBIARE STRADA OBBLIGATA
«Credo che la strada stretta e in salita che abbiamo davanti sia diventata una strada obbligata e che il bivio di cui parlava il segretario lo abbiamo già alle spalle». Lo ha detto Paolo Gentiloni nel suo intervento alla direzione del Pd. «Troppo il rischio di uno stallo, di essere senza un governo in grado di cambiare rotta e forse persino senza una nuova legge elettorale», ha spiegato. «Abbiamo davanti un’unica possibilità: il cambiamento. Per andare avanti, senza screditare il lavoro fatto in questi mesi», ha chiarito. «Rispettiamo l’esito del congresso e prendiamo atto della volontà del segretario», ha sottolineato, «il nostro contributo non mancherà».
CUPERLO: SENSO DI RESPONSABILITA’ ,
MA DIREZIONE NON VOTI
«Assumiamo la linea indicata dal segretario chiedo che la direzione non venga chiamata ad esprimersi oggi con un voto, anche per evitare che si crei un precedente». Così Gianni Cuperlo alla direzione Pd. Cuperlo ha ricordato che lui stesso la settimana scorsa aveva chiesto un chiarimento sul rapporto tra Pd e governo. «L’introduzione di Matteo ha indicato un percorso e chiesto un mandato. Non possiamo sottrarci dal dare una risposta. Ma arriviamo a questo passaggio con grande preoccupazione. A Enrico va dato merito di aver assunto un impegno gravoso, ma qui il segretario ha illustrato iu motivi per cui ritiene che serva una discontinuità, il che è la richiesta di aprire una stagione nuova. Penso che sia giusto prenderne atto, ma è altrettanto doveroso farlo con la prudenza necessaria». Soprattutto «entrando nel merito di un passaggio come questo, che ha in sè un elemento di ambizione ma anche di un elemento traumatico». «Dalla palude spero che si esca non con un’accelerazione ulteriore ma con unità del partito».
CUPERLO, LAPSUS: NECESSARIA CONTINUITÀ, NO DISCONTINUITÀ
Lapsus di Gianni Cuperlo alla direzione del Pd. Nel manifestare il sostegno della minoranza alla relazione di Matteo Renzi, Cuperlo dice: «il segretario ha illustrato i motivi che lo spingono oggi a ritenere necessaria una continuità». Una impercettibile pausa e dice: «no una discontinuità».
FONTI PALAZZO CHIGI: NESSUNA DECISIONE,
LETTA ASPETTA VOTO DIREZIONE
«Letta non ha ancora preso nessuna decisione, aspetta il voto della Direzione Pd». Così fonti di palazzo Chigi circa la scelta che si pone di fronte al premier dopo l’intervento di Matteo Renzi, ovvero se parlamentarizzare la crisi e chiedere un voto in Aula oppure dimettersi.
RENZI: «NUOVO GOVERNO FINO AL 2018»
«No alla palude. abbiamo bisogno di offrire da qui una risposta per uscire dalla palude con un programma di rilancio radicale, di cambiamento profondo che parta innanzitutto dai noi stessi». Così Matteo Renzi alla Direzione del Pd ha presentato il suo progetto per un governo che vada avanti per tutta la legislatura. Questa proposta, ha avvertito il segretario del Pd non deve «suonare come una polemica verso il governo precedente, nè da punto di vista personale verso Enrico nè verso il governo che ha attraversato una fase di grande incertezza e turbolenza».
RENZI: NAPOLITANO È GARANTE, ACCUSATO IN MODO STRUMENTALE
«Il presidente dalla Repubblica è stato accusato in modo strumentale di essere venuto meno ai propri compiti quando, come è noto, è l’arbitro e il garante delle istituzioni». Lo ha detto il segretario nazionale del Pd, Matteo Renzi, nel corso della direzione del partito al Nazareno.
RENZI: STAFFETTA SE SI VA IN STESSA DIREZIONE,
IO CAMBIO RITMO
«La direzione di oggi non sarà un processo al governo, non si tratta di dare colpe al governo per ciò che è accaduto, ma di capire se siamo in condizioni o meno di aprire una pagina nuova. La staffetta è quando si procede nella stessa direzione e alla stessa velocità, non quando si prova a cambiare il ritmo». Così Matteo Renzi, aprendo i lavori della direzione Pd.
RENZI: NESSUNA POLEMICA CON ENRICO,
MA USCIAMO DALLA PALUDE
«Vi chiedo di uscire dalla palude». Così Matteo Renzi termina la sua relazione al Pd. Poco prima aveva detto: «mettiamo da parte l’orgoglio personale, non mettiamo i puntini sulle cose che sono state dette». E aveva invitato a non nutrire polemiche «con Enrico».
CHIAMPARINO, RENZI HA CONIGLIO NEL CAPPELLO
«Se Letta non va in direzione è segno che i giochi sono fatti», dice a ‘Un Giorno da Pecorà su Radio2 Sergio Chiamparino, ex sindaco di Torino. L’esponente renziano aggiunge che «se è così, è segno che Renzi ha un coniglio nel cappello, che non credo sia fatto solo di effetti speciali ma sarà fatto di una squadra forte e di un programma tosto a breve termine». Anche Chiamparino vede il doppio incarico nel futuro del sindaco di Firenze. A chi gli chiede se Renzi lascerà la segreteria Pd se arriverà a palazzo Chigi, risponde infatti con un «no, non credo».
RENZI: «SO CHE CORRO UN RISCHIO, MA ALTRIMENTI RISCHIA PD»
«So che mettersi in gioco adesso ha un elemento di rischio personale», ma la situazione di oggi «non è un rischio personale, è un rischio per il Pd». Così Matteo Renzi, nel suo intervento alla Direzione Pd. Il segretario parte dalla citazione di un poesia che si ritrova anche nel film “L’attimo fuggente”.
RENZI: «MOMENTO ANCHE DI DIFFICOLA’ PERSONALE»
E CITA “L’ATTIMO FUGGENTE”
«Tanti mi scrivono per dirmi di stare attento a non bruciarmi, di aspettare che si facciano le riforme. Certo si rischia, ma rischiano tante persone ogni giorno, un artigiano, una mamma…».
«Due strade trovai nel bosco, io ho scelto quella meno battuta», dice citando una poesia ripresa nel film, per spiegare la scelta di guidare un nuovo governo. «In tanti mi scrivono: ‘attento che ti brucì. Ma chi fa politica ha il dovere di rischiare in alcuni momenti», aggiunge e osserva che se fosse stato prudente, «ora starei a fare il secondo mandato alla provincia di Firenze».
RENZI LEGGE DOCUMENTO DA VOTARE,
BENE LETTA MA FASE NUOVA
«La direzione del Pd ringrazia il presidente del Consiglio Letta per il notevole lavoro in un esecutivo di servizio nato in un delicato momento politico economico e sociale e per l’apporto dato a questo impegno, assume Impegno Italia come utile contributo e rileva la necessità e l’urgenza di aprire una fase nuova». Matteo Renzi ha letto in avvio di direzione il testo del documento che al termine della riunione si porrà ai voti.
RENZI: DIREZIONE DI OGGI NON E’ PROCESSO A GOVERNO
«Non si ragiona di staffette o non staffette, ma di formulare una proposta».
RENZI: «CHI HA RESPONSABILITA’ DEVE ESSERE TRASPARENTE E INDICARE STRADA»
«Non ci saranno effetti speciali nella relazione che sto per fare ma la constatazione di uno stato di fatto: dobbiamo avere obiettivo preciso per il Paese».
INIZIA LA DIREZIONE DEL PD: PARLA MATTEO RENZI
Alle 15.35 inizia la direzione del Pd.
PIERACCIONI: LETTA NON VA, SI È RICORDATO
CHE HA LEZIONE JUDO
«Letta non va alla riunione si è improvvisamente ricordato che alle tre ci ha judo». Lo scrive su twitter il regista Leonardo Pieraccioni.
GOVERNO: CIVATI, LETTA SEMBRA
LA GIRAFFA DELLO ZOO DI COPENAGHEN
«È anche normale che Letta non partecipi alla direzione. Lo stanno trattando come la giraffa dello zoo di Copenaghen. Io in qualunque caso voterò no, i nostri elettori sono furibondi per quello che sta accadendo». Lo ha dichiarato Pippo Civati entrando nella sede del Pd a Sant’Andrea delle Fratte.
LETTA CANCELLA LA VISITA IN UK
Il premier Letta ha cancellato la sua visita ufficiale in Uk prevista per il 24 e 25 febbraio. A riportare la notizia è il Financial Times.
CHIAMPARINO: ASSENZA DI LETTA SEGNALE DI RESA
Per Sergio Chiamparino la decisione del premier Enrico Letta di non partecipare alla direzione del Pd sarebbe un segno di resa e di prossime dimissioni.
VENDOLA:« LETTA-RENZI CONTESA DI POTERE FRATRICIDA E SGRADEVOLE»
Nichi Vendola punta il dito sullo scontro sul Governo fra il Premier Enrico Letta e il Segretario del Pd Matteo Renzi, chiamando fuori Sel dal «teatrino» da lui considerato «una manovra solo di palazzo», ovvero «una contesa di potere fratricida e sgradevole» fra i due massimi esponenti del Pd. Diffidando dal tentare di «corrompere» singoli deputati Sel per farli passare dall’opposizione alla maggioranza. «La politica – ha affermatop Vendola in una dichiarazione- è fatta di sostanza ed è fatta anche di forma. La forma di questa lotta politica è particolarmente sgradevole, perchè è una contesa che riguarda soltanto il potere e riguarda chi occupa la poltrona più importante a palazzo Chigi. Una lotta fratricida con la tipica fisionomia di una manovra di palazzo. Quindi non posso che esprimere un giudizio molto negativo su un’azione che rischia di allargare l’area del disincanto e della lontananza dalla politica. In quel teatrino noi non ci vogliamo entrare». «Sinistra ecologia e libertà – ha aggiunto Vendola- è sempre disponibile a discutere alla luce del cambiamento necessario, che significa rompere qualunque compromissione con gli ambienti di destra, berlusconiani o diversamente berlusconiani». «Vorrei infine lanciare – ha concluso Vendola- un’avvertenza nessuno pensi di giocare in casa d’altri e reclutare qualche malpancista. Perchè questa sarebbe un’attività corruttiva che determinerebbe conseguenze anche molto gravi sul terreno delle alleanze».
GIACHETTI CITA ECCE BOMBO, «VENGO? NO, NON VENGO…» Cita “Ecce bombo” Roberto Giachetti per commentare la decisione di Enrico Letta di non partecipare alla direzione del Pd. «Mmmm… Vengo no non vengo?», ha scritto il deputato del Pd su Twitter, con il link alla famosa scena del film di Nanni Moretti.
CIVATI: ABBIAMO CREATO UNA CRISI E RENZI SE NE DEVE RENDERE CONTO; IL 91% È CONTRO LA STAFFETTA
«Abbiamo creato una crisi di governo dopo avere rassicurato e assicurato il presidente del Consiglio: la situazione è molto grave e spero se ne renda conto anche il segretario del Pd».
«Il 91% preferirebbe di no. Così hanno risposto 4000 persone al nostro questionario sulla staffetta». Lo dice Pippo Civati, che ha promosso sul suo blog una consultazione sulla staffetta tra Letta e Renzi.
LETTA SCRIVE A DIREZIONE: RESTO A PALAZZO CHIGI,
SI DECIDA CON SERENITÀ
Enrico Letta non parteciperà alla direzione del Pd. Il premier ha deciso di inviare una lettera al suo partito nel quale spiega la sua assenza di oggi con la volontà di lasciare libertà al segretario Matteo Renzi e a tutti i componenti della direzione anche nel caso in cui si arrivasse a un voto sul patto di Governo che il presidente del Consiglio ha presentato ieri. «Carissimi – scrive – penso che, in una giornata importante come questa, sia fondamentale che la discussione si sviluppi, e le decisioni conseguenti siano assunte, con la massima serenità e trasparenza. Per questo preferisco aspettare a Palazzo Chigi le determinazioni che verranno prese, in modo che tutti in Direzione si sentano liberi di esprimere valutazioni ed esplicitare le decisioni che ritengono opportune».