Archivi giornalieri: 7 febbraio 2014

ARCHIVIO (Sentenze)

 

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WS GIURIDICHE

ARCHIVIO

INFORMAZIONI GENERALI

INFORMAZIONI GENERALI
Informazioni generali

Elezione del Presidente della Regione e del XV Consiglio regionale: come si vota
Per poter votare occorre presentarsi presso il proprio seggio elettorale muniti della tessera elettorale e di un documento di riconoscimento. Qualora la tessera elettorale sia stata 
smarrita o si sia deteriorata, si può chiedere il duplicato o l’attestato sostitutivo rivolgendosi, anche negli stessi giorni della votazione, all’Ufficio elettorale del Comune di iscrizione nelle liste elettorali. 
Consulta il manifesto [file.pdf]
Orario di chiusura delle operazioni di votazione e di completamento delle operazioni di scrutinio
Le operazioni di voto si concludono alle ore 22 del 16 febbraio, mentre le operazioni di scrutinio e il completamento delle stesse, dovranno essere ultimate entro dodici ore dal loro inizio, ovvero, entro le ore 19 di lunedì 17 febbraio 2014. 
Consulta la Circolare n.2788 del 1 febbraio 2014 [file.pdf]
Agevolazioni e contributi per i viaggi a favore dei cittadini residenti all’estero
Per tutto quello che riguarda le agevolazioni ed i contributi per i viaggi a favore dei cittadini residenti all’estero, previsti dalle norme regionali, occorre fare riferimento all’Assessorato agli Affari Generali e Riforma della Regione – Direzione Generale degli Affari Generali e Riforma della Regione – Servizio Affari Generali e supporti direzionali – Via Posada, n.1 – 09122 Cagliari. 
Per informazioni rivolgersi all’Ufficio Relazioni con il Pubblico – Tel. 070 6067025 – Fax 070 6066108 o ai singoli comuni di appartenenza. 
Consulta il procedimento
Per tutte le altre informazioni sulle Elezioni regionali
Contattare il Servizio elettorale, volontariato e pari opportunità ai numeri telefonici 070 606.2601, 070 606.2602, 070 606.2603, oppure inviare eventuali quesiti all’indirizzo di posta elettronica pres.ser@regione.sardegna.it

ULTIMISSIME LAVORO – FISCALE07/02/2014

GIURISPRUDENZA

CORTE DI CASSAZIONE

ORDINANZA

CORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 06 febbraio 2014, n. 2697FISCALE

Esenzione per attività di import/export – Limiti

CORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 06 febbraio 2014, n. 2699LAVORO, FISCALE

Tributi – Imposte dirette – IRPEF – Ritenute fiscali per lavoratore distaccato all’estero – Obbligo di versamento

CORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 06 febbraio 2014, n. 2705FISCALE

Procedimento – Notifica a coinquilino – Nullità

SENTENZA

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 06 febbraio 2014, n. 2709FISCALE

Tributi – Classamento – Villa e villino – Parametri

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 06 febbraio 2014, n. 2757LAVORO

Lavoro – Metalmeccanica – Committenti – Turnisti – Buoni pasto – Surrogati – Omogeneizzazione – Contratti collettivi

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 06 febbraio 2014, n. 2763LAVORO

Contratto di lavoro interinale – Volazione della legge n. 1369\60 – Ispezione – Recupero della contribuzione ritenuta omessa

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 06 febbraio 2014, n. 5759FISCALE

Reati fiscali – Dichiarazione fraudolenta mediante l’uso di fatture false – Sequestro per equivalente sui beni del legale rappresentante – Sussiste

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 31 gennaio 2014, n. 4968LAVORO

Lavoro – Sicurezza sul lavoro – Prevenzione infortuni sul lavoro – Obblighi – Imprese gestite da società di capitali – Incombenza – Consiglio di amministrazione

CORTE DI GIUSTIZIA CE – UE

SENTENZA

CORTE DI GIUSTIZIA CE-UE – Sentenza 06 febbraio 2014, n. C-2/13FISCALE

«Tariffa doganale comune – Classificazione doganale – Nomenclatura combinata – Capitolo 64 – Importazione di elementi necessari per la fabbricazione di calzature per attività sportiva – Voce 6404 – Calzature con suole esterne di gomma, di materia plastica, di cuoio naturale o ricostituito e con tomaie di materie tessili – Voce 6406 – Parti di calzature – Regola generale 2 a) per l’interpretazione della nomenclatura combinata – Oggetto incompleto o non finito che presenti le “caratteristiche essenziali dell’oggetto completo o finito” – Oggetto “presentato smontato o non montato” – Note esplicative per l’interpretazione del sistema armonizzato – Operazioni di “montaggio” ad esclusione di qualsiasi “operazione di lavorazione tale da completare la fabbricazione degli elementi destinati ad essere assemblati”»

CORTE DI GIUSTIZIA CE-UE – Sentenza 06 febbraio 2014, n. C-323/12FISCALE

“Direttiva 79/1072/CEE – Sistema comune d’imposta sul valore aggiunto – Soggetti passivi residenti in un altro Stato membro – Modalità per il rimborso dell’IVA – Soggetti passivi che hanno nominato un rappresentante fiscale conformemente alle disposizioni nazionali precedenti all’adesione all’Unione – Esclusione – Nozione di “soggetto passivo non residente all’interno del paese” – Condizione dell’assenza di un centro di attività – Condizione dell’assenza di cessione di beni o di prestazione di servizi – Cessioni di energia elettrica a soggetti passivi-rivenditori – Direttiva 2006/112/CE – Articolo 171″

CORTE DI GIUSTIZIA CE-UE – Sentenza 06 febbraio 2014, n. C-424/12FISCALE

“Rinvio pregiudiziale – IVA – Direttiva 2006/112/CE – Inversione contabile – Diritto alla detrazione – Versamento dell’imposta al prestatore di servizi – Omissione di indicazioni obbligatorie – Versamento di IVA non dovuta – Perdita del diritto a detrazione – Principio della neutralità fiscale – Principio della certezza del diritto”

TRIBUNALE

ORDINANZA

TRIBUNALE DI MILANO – Ordinanza 25 gennaio 2014LAVORO

Lavoro – Licenziamento – Art. 1, comma 51, legge 92/2012 (Cd. Rito Fornero) – Giudice che ha pronunciato l’ordinanza all’esito della fase sommaria (articolo 1, comma 49, legge 92/2012) – Medesimo giudice investito del giudizio di opposizione (articolo 1, comma 51, legge 92/2012) – Obbligo di astensione ex articolo 51, comma primo, n. 4 Cpc – Esclusione – Legittimità costituzionale

LEGISLAZIONE

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

DELIBERA

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI – Delibera 24 gennaio 2014LAVORO, FISCALE

Dichiarazione dello stato di emergenza in conseguenza delle eccezionali avversità atmosferiche verificatesi nei giorni dal 1° al 3 dicembre 2013 nel territorio di alcuni comuni delle province di Potenza e Matera e del movimento franoso verificatosi il giorno 3 dicembre 2013 nel territorio del comune di Montescaglioso, in provincia di Matera

PRASSI

AGENZIA DELLE ENTRATE

RISOLUZIONE

AGENZIA DELLE ENTRATE – Risoluzione 06 febbraio 2014, n. 18//EFISCALE

Soppressione dei codici tributo 2801 e 2837

AGENZIA DELLE ENTRATE – Risoluzione 06 febbraio 2014, n. 17/ELAVORO, FISCALE

Istituzione di causali contributo per il versamento, tramite modello F24, dei contributi dovuti al Consiglio Provinciale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro di La Spezia e al Consiglio Provinciale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Belluno

BANCA CENTRALE EUROPEA

COMUNICATO

BANCA CENTRALE EUROPEA – Comunicato 06 febbraio 2014LAVORO, FISCALE

Decisioni di Politica Monetaria

INAIL

NOTA

INAIL – Nota 05 febbraio 2014, n. 924LAVORO

Enti non commerciali della sanità privata. Proroga della sospensione al 31 dicembre 2016 dei termini di pagamento degli anni 2008-2016 e ripresa dei versamenti. Legge n. 147/2013.

INPS

CIRCOLARE

INPS – Circolare 06 febbraio 2014, n. 20LAVORO

Determinazione per l’anno 2014 del limite minimo di retribuzione giornaliera ed aggiornamento degli altri valori per il calcolo di tutte le contribuzioni dovute in materia di previdenza ed assistenza sociale.

INPS – Circolare 06 febbraio 2014, n. 21LAVORO

Scioglimento del Patronato FAMIGLIA ITALIANA

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

COMUNICATO

MINISTERO LAVORO E POLITICHE SOCIALI – Comunicato 06 febbraio 2014LAVORO, FISCALE

Approvazione della delibera n. 59 adottata dal Consiglio di amministrazione dell’Ente nazionale di previdenza ed assistenza farmacisti in data 13 dicembre 2012.

MINISTERO LAVORO E POLITICHE SOCIALI – Comunicato 06 febbraio 2014LAVORO, FISCALE

Approvazione della delibera n. 85/2013 adottata dal Consiglio di indirizzo generale dell’Ente di previdenza dei periti industriali e dei periti industriali laureati in data 17 luglio 2013.

MINISTERO LAVORO E POLITICHE SOCIALI – Comunicato 06 febbraio 2014LAVORO, FISCALE

Approvazione della delibera n. 84/2013 adottata dal Consiglio di indirizzo generale dell’Ente di previdenza dei periti industriali e dei periti industriali laureati in data 17 luglio 2013.

MINISTERO INTERNO

CIRCOLARE

MINISTERO INTERNO – Circolare 06 febbraio 2014, n. 4LAVORO, FISCALE

Modalità di restituzione di carte d’identità rubate o smarrite all’estero e rinvenute all’estero.

Contro il “Renzusconellum”

Contro il “Renzusconellum”, non c’è un minuto da perdere!

di Raul Mordenti   su  Liberazione  5/2/2014

Si è svolta sabato a Roma, presso il centro sociale ’”Angelo Mai”, un’importante assemblea sulla legge elettorale “Renzusconellum”, o “Porcellum-bis” (anche i nomi hanno un destino, e non è bene chiamare con il neutro nome di “Italicum” questa legge), che ha convocato una mobilitazione generale davanti alla Camera per l’11 febbraio (quando riprenderà a Montecitorio la discussione). Gli interventi di giuristi e militanti (fra gli altri Andreozzi, Azzariti, Forcone, Amati, Ragusa, Russo Spena, Falomi, La Valle, Mascia) hanno chiarito bene di che si tratta: una riedizione del “Porcellum”, duplicato, e peggiorato, proprio negli elementi già giudicati incostituzionali dalla Corte, cioè il premio di maggioranza e la designazione nominativa degli eletti da parte dei Partiti; sul terzo elemento caratteristico di questo mostro giuridico, cioè le soglie di sbarramento (per giunta variabili a seconda degli interessi di Renzusconi e Berluschenzi e dei loro alleati), la Corte non si è pronunciata solo perché il punto non era stato sollevato dai ricorrenti, ma non c’è dubbio che sia questa la violazione più clamorosa al dettato della Costituzione (art. 48, secondo comma) “Il voto è personale ed eguale, libero e segreto.”
Le modifiche, tanto sbandierate dai mass media del regime, sono per lo più addirittura peggiorative.
Sono un’autentica, e ulteriore, vergogna la norma “salva-Lega” (la soglia di sbarramento non vale per chi supera il quorum in un certo numero di Circoscrizioni, pari – guarda caso! – a quelle in cui la Lega è forte) e la norma “salva-Vendola” (la soglia di sbarramento non vale più per chi sta dentro una coalizione ed è il…miglior perdente).
Portare, come si dice abbia voluto in persona il presidente (forse del Consiglio?) Giorgio Napolitano, al 37% o al 38% la percentuale dei voti necessaria per essere “premiati” con la maggioranza dei seggi, non cambia nulla nella sostanza. Anche nel caso migliore si tratterebbe di regalare un numero di seggi pari a circa il 50% dei voti effettivamente ottenuti (facendo passare dal 38% dei voti al 53% dei seggi!), e comunque se questa percentuale non fosse raggiunta al primo turno l’abnorme maggioranza di seggi in omaggio potrebbe essere conquistata al secondo turno di ballottaggio anche da una coalizione che abbia riportato al primo turno solo il 20-25% dei consensi elettorali. Faccio notare che già ora, grazie alla “legge porcata” (la meritata definizione è del suo stesso autore), alla Camera il PD ha avuto nel 2013 solo il 25,42% dei voti ma ha ottenuto ben 292 seggi su 630, pari al 46% dei seggi, così quasi raddoppiando ciò che gli sarebbe spettato in base ai suoi voti! SEL con il 3,6% dei voti (dunque sotto la soglia di sbarramento) ha avuto 37 seggi, Fratelli d’Italia con l’1,95% dei voti 9 seggi, Tabacci addirittura con lo 0,49% dei voti ha avuto 6 seggi. Nessun seggio invece per il 2,25% di Rivoluzione Civile e, in generale, per ben 2.281.523 voti regolarmente espressi (pari a oltre il 7%) che non hanno alcuna rappresentanza. Come si fa a dire che il voto è “eguale” (come vuole la Costituzione) se votando per il Centro Democratico dell’ottimo Tabacci si ottiene un seggio per ogni 27.861 voti (i 167.170 voti riportati in totale dal CD divisi per 6 seggi) mentre i 765.172 voti di Rivoluzione Civile non hanno neanche un seggio? E come si fa a dire che il voto è “libero” (come vuole la Costituzione) se vige un tale ricatto contro chiunque non si adegua e rifiuta di confluire con i due capibastone Renzusconi o Berluschenzi?
Se a questo vero e proprio massacro della volontà degli elettori, si somma l’astensionismo sempre crescente (ormai ben oltre il 25%: un elettore su 4) e si aggiungono anche le schede bianche e quelle annullate, si comprende che ci troviamo di fronte a un vero e proprio collasso della democrazia italiana. Pericolosissimo, specie in tempi di grave crisi economica e sociale.
Noi vorremmo rivolgerci non ai comunisti ma a un qualsiasi sincero democratico e domandare: sono tollerabili queste cifre, questi premi e queste esclusioni, questa deformazione così cospicua e violenta della volontà popolare? Ed è tollerabile che il “Renzusconellum”, o “Porcellum-bis”, riproduca (e addirittura peggiori) questa vergogna?

Non abbiamo lo spazio per descrivere qui (come hanno fatto efficacemente i costituzionalisti presenti all’“Angelo Mai”) tutte le assurdità contenute nella legge elettorale “Renzusconellum”, o “Porcellum-bis”, prima fra tutte lo stupro che essa arreca a tutti i delicati meccanismi di garanzia voluti dalla Costituzione a tutela delle democrazia: con questa legge sarebbe infatti possibile a una minoranza conquistarsi da sola una maggioranza qualificata nel Parlamento ed eleggersi da sola il Presidente della Repubblica, i Giudici della Corte e i membri del CSM, nonché cambiarsi da sola la stessa Costituzione.
All’incontro romano Raniero La Valle ha avanzato una illuminante analisi largamente condivisa dai presenti: non è qui in gioco solo una legge elettorale, è in gioco la stessa Costituzione. Al “bipartisimo imperfetto” in vigore fino all’89, sulla base dell’esclusione dei comunsiti, si vuole sostituire ora un “monopartitismo”, altrettanto imperfetto, che mira ad escludere dalla rappresentanza ogni diversità, ogni opposizione e ogni conflitto.
Noi dobbiamo allora domandarci: come mai il banchiere Morgan dichiara che la Costituzione italiana va cambiata? Perché la nostra Costituzione preoccupa tanto questo Paperon de’ Paperoni americano? Come mai Berlusconi dà alla Costituzione tutta la colpa dei nostri (e suoi) guai, accusandola di avergli impedito di governare? E come mai la Troika e la BCE hanno voluto imporre la modifica della nostra Costituzione e l’inserimento in essa del pazzesco “pareggio di bilancio” (prontamente obbediti, quasi all’unanimità, dal Parlamento italiano)?
Il punto da capire bene è che c’è un rapporto molto stretto fra la legge elettorale “Renzusconellum” e le politiche economiche dei Monti e dei Letta: quelle politiche dettate dalle banche che fanno pagare la crisi solo alle masse popolari non si possono fare con la democrazia! E c’è un rapporto molto stretto fra la legge elettorale “Renzusconellum” e le relazioni sindacali à la Marchionne, cioè l’esclusione dai diritti sindacali dei lavoratori e dei Sindacati che non firmano gli accordi coi padroni. Il rapporto è evidente: la borghesia che ci comanda (senza governarci), la borghesia del capitale finanziario e del “berlusconisno” realizzato, aspira ad una società a-democratica, senza conflitto, o, almeno, senza più legittimità democratica per il conflitto e dunque senza alcuna rappresentanza possibile del conflitto di classe in Parlamento. Se ciò si debba chiamare, oppure no, un nuovo fascismo è questione tutto sommato secondaria. La questione centrale è che questo modello è il contrario della nostra Costituzione e la sopprime di fatto.

Come opporsi a questo disegno, che sembra marciare con il vento in poppa, accompagnato dai cori unanimi dei mass media e dalla regìa del Quirinale? Anzitutto rimuovendo, strada per strada fabbrica per fabbrica, scuola per scuola, l’orrendo “senso comune” anti-costituzionale che si è accumulato in questi anni berlusconiani, a partire dall’irresponsabile referendum Segni-Occhetto. Su questo terreno abbiamo fatto troppo poco e occorre recuperare molto tempo perduto.
Si pensi a idee fascistiche come un ”uomo solo al comando”, o come “con tanti galli a cantare non si fa mai giorno”, si pensi all’insofferenza diffusa per i “tempi lunghi” della democrazia e perfino alla polemica veemente contro i suoi costi, che in realtà sono mille e mille volte minori di quanto costano alle masse le banche o le guerre (questi ultimi costi sono sempre taciuti!).
Venti anni di esperienze pratiche vanno ormai valutati e rinfacciati ai sostenitori della “governabilità” contro la democrazia. L’ubriacatura della “governabilità” – un tema lanciato da Bettino Craxi e ripetuto ossessivamente da tutti i mass media – era infatti il passe-partout che giustificava la riduzione della rappresentanza; si diceva che era necessario rinunciare alla legge proporzionale (cioè che i seggi siano in proporzione ai voti: tanti voti = tanti seggi), per garantire – si diceva – meno Partiti e maggiore stabilità ed efficienza ai Governi. Molti, anzi moltissimi, hanno creduto in buona fede a questa frottola, e noi ora dobbiamo rivolgerci direttamente a questi cittadini.
Vediamo insieme i fatti, che hanno la testa dura: con la legge proporzionale i Partiti in Italia erano 9 al massimo 10 (DC, PCI, PSI, MSI, PSDI, PLI, PRI, PdUP, DP, Radicali) tutti votati in modo trasparente e consapevole dai propri elettori; con il sistema fondato sui premi di maggioranza e gli sbarramenti i Partiti sono arrivati invece ad essere nell’ultimo Parlamento circa 30, che è perfino difficile nominare e computare: PdL, PD, Lega Nord, MpA, Unione di centro, Italia dei Valori, Iniziativa responsabile, Popolo e Territorio, Futuro e Libertà, Liberal-democratici MAIE, Repubblicani-Regionalisti-Popolari, Repubblicani-Azionisti, Centro Democratico, Noi Sud per la Libertà, Popolari di Italia Domani, Lega Sud Ausonia, Fare Italia per la Costituente popolare, Liberali per l’Italia, Grande Sud, Radicali, a cui bisogna aggiungere i vari transfughi va-e-vieni alla Scilipoti, Lanzillotta, Calearo, Tabacci, Misiti, Pionati, Guzzanti, Moffa, Barbareschi, Versace, De Gregorio, Mastella, e così via.
La DC ha governato per 40 anni, e Bettino Craxi ha battuto tutti i record di durata di un Governo, mentre vigeva la legge elettorale proporzionale. Di che “ingovernabilità” vanno cianciando? Con il sistema fondato sui premi di maggioranza e gli sbarramenti, invece, sono caduti come birilli i Governi di Berlusconi, poi di Prodi, poi ancora di Prodi e ancora di Berlusconi e infine di Monti. E il motivo della instabilità è proprio la stessa legge elettorale perché, per sfuggire allo sbarramento e cercare di arrivare “primi”, forze politiche diversissime sono costrette a coalizzarsi fra loro al momento del voto ma poi si separano, in base agli interessi particolari di questo o di quel personaggio, che nulla hanno a che fare con il Paese reale e gli interessi delle masse. Basti dire che nel corso della Legislatura 73 deputati hanno abbandonato Berlusconi, 14 il PD, 2 la Lega Nord, 14 l’IdV, 8 Futuro e Libertà, etc. e un totale di ben 114 deputati ha cambiato la sua casacca nel corso della stessa partita.
Ci dicono che il voto di preferenza rafforza la mafia, un’obiezione oltraggiosa per noi che siamo gli eredi di Pio La Torre e di Peppino Impastato. Ma i Dell’Utri, i De Gregorio, gli Schifani, i Cosentino (per non dire delle Minetti) non sono stati affatto eletti con i voti di preferenza bensì in base alle designazioni nominative dei loro Partiti, che gli elettori non hanno potuto sindacare in alcun modo.
E soprattutto è giunto il momento di affermare con forza che la nostra Costituzione disegna una Repubblica parlamentare, e non presidenziale, cioè che i cittadini per Costituzione eleggono un Parlamento, non un Capo, e neppure un Governo, e che – grazie alla politica, sì alla politica! – i Governi sono poi il frutto del dibattito parlamentare. Per questo l’idea del “sindaco d’Italia” (cara a tanti compagni del PD) è una sciocchezza, una sciocchezza eversiva e pericolosssima: che cosa sarebbe successo se Berlusconi fosse stato eletto direttamente dal popolo e avesse potuto vantare una tale investitura per il suo potere? Per fortuna i padri e le madri Costituenti, consapevoli della necessità di evitare i rischi di una nuova dittatura personale, hanno visto lontano scegliendo per l’Italia il modello di una Repubblica parlamentare e non presidenziale! Così come è una sciocchezza l’altra idea – tante volte ripetuta – per cui occorre conoscere la sera stessa del voto il nome del premier. E perché mai? In Germania sono passati due mesi di dibattito politico e programmatico dal giorno del voto a quello dell’investitura della Merkel e del suo Governo di coalizione, e non risulta che siano successi disastri a quel Paese e alla sua economia.
Insomma, compagne e compagni, rimbocchiamoci le maniche e conduciamo una campagna capillare per la Costituzione e per la legge elettorale proporzionale, due cose che oggi sono una cosa sola. Oggetto di questa campagna debbono essere naturalmente anzitutto i compagni e gli elettori del PD che – ne siamo certi – non possono condividere le scelte irresponsabili del loro pavido gruppo dirigente, oggi compatto solo nella passiva obbedienza a Renzi, cioè a Berlusconi.
Dobbiamo riuscire a fare qualcosa di simile alla grande campagna popolare che nel ’53 portò alla sconfitta della Legge-truffa (questo “Renzusconellum”, o “Porcellum-bis”, è mille volte peggio!). Sorgano in tutta Italia Comitati unitari come quelli già costruiti a Pisa o a Parma o (da pochi giorni) a Roma. Facciamo funzionare la rete e, soprattutto, le nostre voci e la nostra fantasia per convincere uno per uno i democratici di questo paese, ovunque si trovino e qualsiasi Partito abbiano votato in passato. Bombardiamo pacificamente, noi tutti/e insieme, i parlamentari chiamati a votare l’obbrobrio partorito da Renzusconi e Berluschenzi. Non c’è più un solo giorno da perdere.
E l’11 febbraio tutti e tutte davanti al Parlamento!

Raul Mordenti

 

IL PALAZZO DEL QUIRINALE

I luoghi

La scala del MascarinoLa sezione contiene le schede di alcuni tra gli ambienti più significativi del Palazzo inclusi nel percorso di visita e di quelli normalmente non accessibili al pubblico. Le immagini panoramiche delle sale e tridimensionali di alcuni oggetti artistici, completano il percorso di visita ai luoghi del Palazzo del Quirinale.

la sezione dei luoghi

La Storia

Battista Pittoni, I DioscuriIl Palazzo del Quirinale sorge in un luogo che, per la posizione elevata e la particolare salubrità, ospitò fin dall’antichità nuclei residenziali, edifici pubblici e di culto.
Nell’area del colle del Quirinale sorsero nel IV secolo a.C. il tempio del Dio Quirino che impose nome al colle  …

la sezione della storia del Palazzo 

Le Residenze

Lo stemma dei CorazzieriLa tenuta presidenziale di Castelporziano e la proprietà su Capo Posillipo che dal 1897 prende il nome di “Villa Rosebery”…

la sezione delle Residenze

Arte e cultura

Lo stemma dei CorazzieriLe mostre, i concerti domenicali alla Cappella Paolina e gli eventi culturali…

la sezione di arte e cultura

I Corazzieri

Lo stemma dei CorazzieriLe prime tracce di un corpo di Arcieri e Scudieri addetto alla sicurezza della residenza e degli esponenti della Casa Savoia risalgono al XIV secolo, ma fu soltanto sotto il ducato di Emanuele Filiberto Testa di Ferro (1553-1580) che si costituì una “Guardia d’Onore del Principe” …

la sezione dei Corazzieri 

Apertura al pubblico

Veduta del Palazzo del QuirinaleCome visitare il Quirinale: le modalità di accesso al Palazzo e la procedura per le visite scolastiche.

la sezione dell’apertura al pubblico

Le Collezioni

ELENCO CONCORSI

 

 

 

 

 

 

  • 30 posti, profilo informatico, area C
    Concorso pubblico, per esami, a 30 posti nei ruoli del personale dell’INPS, area funzionale C, posizione economica C3, profilo informatico.
    Scadenza bando: 24/09/2007

 

 

 

  • 3 posti, ispettore di vigilanza, area C
    Concorso pubblico, per esami, a 3 posti nel profilo di ispettore di vigilanza, area funzionale C, posizione economica C1, per la regione Valle d’Aosta.
    Scadenza bando: 24/09/2007

 

 

  • 293 posti, ispettore di vigilanza, area C
    Concorso pubblico, per esami, a complessivi 293 posti nel profilo di ispettore di vigilanza, area funzionale C, posizione economica C1.
    Scadenza bando: 26/07/2007

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La Costituzione della Repubblica Italiana

La Costituzione della Repubblica Italiana

   

Principi fondamentali

Art. 1

L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Art. 2

La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Art. 3

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Art. 4

La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.

Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

Art. 5

La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento.

Art. 6

La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.

Art.7

Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.

I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.[1]

Art. 8

 

Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.

Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano.

I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze. [2]

Art. 9

La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.

Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

Art. 10

L’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.

La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali.

Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge.

Non è ammessa l’estradizione dello straniero per reati politici. [3]

Art. 11

L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

Art. 12

La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni.

Sole 24ore

Conti in rosso e usura: calcola quanto ti può costare lo scoperto

di  e 7 febbraio 2014

 
 

Quando il conto corrente va in rosso, non sono tanto gli interessi a preoccupare, quanto l’incognita del costo complessivo dovuto per la commissione d’istruttoria veloce (Civ), l’altro unico onere ammesso, oltre al tasso d’interesse, a fronte degli sconfinamenti in assenza di affidamento. Determinata in misura fissa (fino a 50 euro per i clienti bancari privati), è la sua moltiplicazione per ogni sconfinamento autorizzato dalla banca a innescare un accumulo di spese che non sempre ha un massimale trimestrale, visto che non tutte le banche lo prevedono. Per i consumatori, comunque, è prevista l’esenzione trimestrale per un solo sconfinamento, a condizione che non superi l’importo di 500 euro e la durata di 7 giorni.

Anche la Civ fa i conti con l’usura 
Ci ha pensato, per fortuna, la legge sull’usura a mettere un freno al nuovo prelievo (diversamente fuori controllo) inventato da Bankitalia per sopperire, in parte, alla definitiva cancellazione della commissione di massimo scoperto. Anche la Civ, infatti, rientra con gli interessi nel calcolo del Tasso effettivo globale (Teg) che, per non essere qualificato e sanzionato come usurario, non deve superare il Tasso soglia (Tsu). Si tratta di un limite che per gli scoperti senza affidamento, nel periodo gennaio-marzo 2014, è fissato al 24,19%, se di ammontare fino a 1.500 euro, e al 23,1125%, se superiori.

 

Il conteggio del Tasso effettivo globale (Teg) 
Anche se criticata perché non allineata con i normali calcoli finanziari, la formula utilizzata da Bankitalia per il calcolo del Teg in caso di scoperto senza affidamento è la seguente: Teg = Teg interessi [(interessix36.500)/Numeri debitori] + Teg oneri [(Civ su base annua x 100)/ max scoperto liquido]. Si tratta di una soluzione escogitata dalla Vigilanza che, di fatto, consente di attutire l’incidenza percentuale della Civ spalmandola sul massimo saldo liquido di sconfinamento, invece che sul saldo medio effettivo rapportato ai giorni. Altro aspetto controverso delle istruzioni di Bankitalia riguarda la distinzione arbitraria introdotta fra oneri ricorrenti e oneri occasionali, con la conseguente mancata annualizzazione di questi ultimi. Nel caso della Civ, per esempio, la Vigilanza (nemmeno nelle istruzioni ufficiali, ma solo nelle Faq al paragrafo C3) dispone che il relativo addebito trimestrale non vada annualizzato e che, in caso di sconfinamenti continuativi, sia rapportato alla maggior durata effettiva dello sconfinamento se iniziato nel trimestre precedente. È facile prevedere che anche su questo punto il contenzioso non tarderà a montare.

Come funziona il calcolatore 
Il calcolatore messo qui a disposizione consente di eseguire una prima analisi sui dati degli sconfinamenti per comprendere se si è o meno in area “usura”. Lo strumento privilegia la semplicità e segue la formula Teg di Bankitalia. Quindi, non utilizza formule di matematica finanziaria, né considera gli interessi anatocistici. Si discosta, invece, dalle indicazioni della Vigilanza perché annualizza l’ammontare della Civ trimestrale.
La prima area funziona con soli due dati: ammontare massimo dello sconfino e relativo tasso annuo nominale (Tan). Consente di ottenere:
– l’immediata evidenza di usura del tasso, 
– l’ammontare del relativo TSU (in base allo sconfino), 
– l’ammontare massimo, in percentuale e in euro, della Civ addebitabile; confrontando questo dato con l’effettivo importo trimestrale addebitato per la Civ, il correntista può riscontrare se gli sono stati addebitati importi per Civ in usura. 
Se si prosegue nella seconda area, con un solo dato (totale Civ addebitate nell’ultimo anno: sommatoria degli ultimi 4 trimestri), si ottiene:
– il Teg, Tasso effettivo globale del rapporto di c/c in sconfinamento, 
– l’eventuale evidenza (alert) che il rapporto è in usura.
Le note in tabella chiariscono meglio portata e limiti dei risultati ottenuti.

News INPS

News

Retribuzioni minime 2014

  • Data pubblicazione: 07/02/2014

    I limiti di retribuzione giornaliera sono stati rivalutati per l’anno 2014 in base alla variazione percentuale da utilizzare ai fini della perequazione automatica delle pensioni che, secondo i calcoli dell’Istat per l’anno 2013, è stata pari all’1,1%.
    Si ricorda, infatti, che per la generalità dei lavoratori la contribuzione previdenziale e assistenziale non può essere calcolata su imponibili giornalieri inferiori a quelli stabiliti dalla legge. In particolare la retribuzione da assumere ai fini contributivi  deve essere determinata nel rispetto delle disposizioni vigenti  in materia di retribuzione minima imponibile (minimo contrattuale) e di minimale di retribuzione giornaliera stabilito dalla legge.
    Nella circolare n. 20 del 6 febbraio 2014, sono pertanto riportati i nuovi limiti e l’aggiornamento degli altri valori per il calcolo di tutte le contribuzioni dovute in materia di previdenza e assistenza sociale.

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  • 05Feb

    Gli Open Data Inps segnalati nel report EPSI 2013

    Data pubblicazione: 05/02/2014Il progetto Open Data dell’Istituto riceve un nuovo importante riconoscimento da parte dello European Public Sector Information Platform (EPSI), punto di riferimento europeo per gli Open Data nel settore pubblico.
    Nel Report 2013 denominato “A year of Open Data in the EMEA region” l’EPSI ha infatti segnalato come meritevoli di una speciale segnalazione fra le iniziative della pubblica amministrazione italiana quelle intraprese dall’Istituto Nazionale di Previdenza Italiano e dal Senato della Repubblica (dati.senato.it).
    Il report sottolinea in particolare i “notevoli miglioramenti” (ndr: heavy improvements) apportati agli Open Data dell’Istituto, che, seguendo le direttive europee, ha provveduto a implementare nel tempo formati e licenze dei dati, affermandosi come uno dei primi enti pubblici ad avviare una vera e propria strategia sugli open data.
    Se i primi dati resi disponibili nel 2012 nella sezione Open Data del portale Inps.it erano solo in formato xls, si è proseguito per arrivare via via a rilasciare dataset anche in formati non proprietari (rdf, json, xml) e a porsi il problema di associarli a metadati strutturali standard per facilitarne la reperibilità, fino ad arrivare allo sviluppo e alla pubblicazione delle Application Programming Interface (API) per offrire un accesso più semplice agli sviluppatori di applicazioni ai dataset  pubblicati.
    Ad oggi, a poco meno di due anni dalle prime pubblicazione sono stati effettuati dai 424 dataset rilasciati nei vari formati Open oltre 1.500.000 download, il 10% dei quali da fuori i confini nazionali.
    Il progetto Open Data Inps sarà presente al Linked Open Data Event che si svolgerà a Roma il 20 e 21 febbraio 2014.

     

     

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  • 05Feb

    Contributi 2014 per artigiani e commercianti

    Data pubblicazione: 05/02/2014Dal 1° gennaio 2012, le aliquote contributive pensionistiche di finanziamento e di computo delle gestioni pensionistiche dei lavoratori artigiani e commercianti iscritti alle gestioni autonome dell’Inps, sono incrementate di 1,3 punti percentuali e successivamente di 0,45 punti percentuali ogni anno fino a raggiungere il livello del 24%. Di conseguenza, le aliquote contributive per l’anno 2014 sono pari al 22,20% per gli artigiani e al 22,29% per i commercianti, alla cui aliquota deve essere sommato lo 0,09% ai fini del finanziamento dell’indennizzo per la cessazione definitiva dell’attività commerciale (per coadiuvanti/coadiutori di età non superiore ai 21 anni, le aliquote sono rispettivamente pari al 19,20% e al 19,29%). Inoltre, sempre per il 2014, il reddito minimo annuo da prendere in considerazione ai fini del calcolo del contributo IVS dovuto dagli artigiani e dagli esercenti attività commerciali è pari a 15.516 euro.
    Maggiori informazioni nella circolare n. 19 del 4 febbraio 2014

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  • 05Feb

    Aliquote 2014 Gestione separata

    Data pubblicazione: 05/02/2014Per l’anno 2014, l’aliquota contributiva e di computo per i soggetti iscritti alla Gestione separata, già assicurati presso altre forme previdenziali obbligatorie o titolari di pensione, è elevata al 22%, mentre rimane ferma al 27% quella per i soggetti privi di altra tutela previdenziale obbligatoria, più lo 0,72% relativo al finanziamento di maternità, assegno per il nucleo familiare, degenza ospedaliera, malattia e congedo parentale. La ripartizione dell’onere contributivo tra collaboratore e committente è confermata nella misura, rispettivamente, di un terzo e due terzi, salvo il caso di associazione in partecipazione, nel quale la ripartizione tra associante ed associato è pari rispettivamente al 55 per cento e al 45 per cento dell’onere totale. Massimale di reddito e minimale per l’accredito contributivo per il 2014 sono, rispettivamente, di 100.123 euro e di 15.516 euro.
    Maggiori informazioni nella circolare n. 18 del 4 febbraio 2014

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  • 30Gen

    Esodo lavoratori vicini alla pensione

    Data pubblicazione: 30/01/2014Con il messaggio n. 1653 del 29 gennaio 2014 l’Inps fornisce ulteriori indicazioni ai datori di lavoro interessati alla prestazione di incentivazione all’esodo di lavoratori prossimi alla pensione prevista dalla legge 92/2012. A partire dal mese di settembre 2013, infatti, sono pervenute all’Istituto numerose domande di accesso alla predetta prestazione con date di cessazione dei rapporti di lavoro tali da non consentire il rispetto degli adempimenti propedeutici necessari per l’avvio delle procedure di esodo.
    La domanda deve essere trasmessa dai datori di lavoro tramite la funzionalità telematica “contatti” del fascicolo elettronico aziendale, selezionando nel campo “oggetto” la denominazione “Esodi lavoratori prossimi a pensione (art. 4, comma 1-7-ter, legge n. 92/2012)”, inviando il modello SC/77 alla sede INPS presso cui si assolvono gli obblighi contributivi (c.d. sede della matricola principale). Al riguardo, si precisa che i datori di lavoro in possesso dei requisiti di legge devono presentare la domanda preliminare almeno 90 giorni prima della data di ingresso nella prestazione del primo lavoratore interessato dal piano di esodo annuale.

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  • 30Gen

    Rilascio DURC con crediti “sicuri”

    Data pubblicazione: 30/01/2014Il documento unico di regolarità contributiva (DURC) può essere rilasciato in presenza di certificazione di crediti certi, liquidi ed esigibili, vantati nei confronti delle pubbliche amministrazioni, emessa tramite la “Piattaforma per la Certificazione dei Crediti”.
    La circolare n. 16 del 30 gennaio 2014 fornisce opportune indicazioni in ordine all’applicazione della disciplina a seguito della realizzazione, da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze, all’interno della “Piattaforma per la Certificazione dei Crediti” (PCC), della funzione di “Gestione Richieste DURC”, riservata ai soggetti titolari dei crediti, e di quella di “Verifica la capienza per l’emissione del DURC”, rivolta agli Enti tenuti al rilascio del DURC.

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  • 30Gen

    Disposizioni contributive 2014

    Data pubblicazione: 30/01/2014In considerazione del fatto che l’anno 2013 si è concluso con l’emanazione di alcuni importanti provvedimenti legislativi (decreto legge n. 145 del 23 dicembre 2013 e legge n. 147 del 27 dicembre 2013, cd. legge di stabilità) destinati ad avere rilevanza in ambito contributivo e di sostegno all’occupazione, la circolare n. 15 del 29 gennaio 2014 offre un quadro riepilogativo delle principali disposizioni in materia di sostegno all’occupazione e di contribuzione dovuta dai datori di lavoro in genere e dalle aziende agricole per gli operai a tempo determinato e indeterminato, destinate a produrre effetti nel corso del 2014.

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  • 30Gen

    Contributi Fondo clero

    Data pubblicazione: 30/01/2014Il decreto interministeriale del 29 novembre 2013 ha rideterminato il contributo dovuto per l’anno 2012 dagli iscritti al Fondo di previdenza del clero secolare e dei ministri di culto delle confessioni religiose diverse dalla cattolica. Il contributo, pari a 1.650,43 € annui (275,07 € bimestrali e 137,54 € mensili), resta confermato anche per gli anni 2013, 2014 e 2015, fino a che non sarà emanato un nuovo decreto che ne modifichi l’ammontare. A conguaglio degli importi già versati per gli anni 2012 e 2013 (pari a 1.607,04 €), gli iscritti al fondo devono versare 43,39 € quale differenza dovuta per ciascun anno entro il 31 marzo 2014. Le modalità di pagamento sono descritte in dettaglio nella circolare n. 14 del 29 gennaio 2014.

     

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  • 30Gen

    Indennità antitubercolari

    Data pubblicazione: 30/01/2014Con la circolare n. 13 del 29 gennaio 2014 vengono rese note le variazioni  degli importi da corrispondere a titolo di indennità antitubercolari, secondo la percentuale indicata dagli articoli 1 e 2 del Decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze del 20 novembre 2013. La procedura automatizzata di liquidazione delle prestazioni antitubercolari è stata adeguata con i nuovi importi.

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  • 30Gen

    Sostegno al reddito 2014: importi

    Data pubblicazione: 30/01/2014La circolare n. 12 del 29 gennaio 2014 riporta la misura, in vigore dal 1° gennaio 2014, degli importi massimi dei trattamenti di integrazione salariale, mobilità, indennità di disoccupazione ASpI e Mini ASpI – al lordo e al netto della riduzione prevista dall’articolo 26 della legge 41/86 e distinti in base alla retribuzione soglia di riferimento – nonché la misura dell’importo mensile dell’assegno per le attività socialmente utili. Come previsto dalla legge 427/1980, infatti, i cosiddetti “tetti” dei trattamenti di cui sopra sono determinati nella misura del 100 per cento dell’aumento derivante dalla variazione annuale dell’indice Istat dei prezzi al consumo per le famiglie degli operai e degli impiegati, con effetto dal 1° gennaio di ciascun anno.

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Lavoratori atipici

Lavoro: Inca Cgil, tra finti autonomi e precari in Europa un esercito di “atipici”

 

Interinali, finti autonomi, contratti a “zero ore” o “mini job” con orario molto ridotto. Sono solo alcune delle molteplici forme di contratto di lavoro “atipico” (in Italia se ne contano dalle 19 alle 46, a seconda di chi esegue il calcolo) diffuse in Europa. Un “esercito” di lavoratori che con la crisi sono diventati sempre più precari: 9 milioni, stando ai dati Eurostat, coloro che hanno un contratto di durata inferiore a 6 mesi, di cui l’80% ha meno di 40 anni. A lanciare l’allarme è l’Inca, il patronato della Cgil, che ha promosso con altri partner sindacali europei (Cgil per l’Italia, Ces per l’Europa, Tuc per il Regno Unito, Fgtb per il Belgio, Dgb per la Germania, Ccoo per la Spagna) il progetto “Accessor” (acronimo di “Atypical Contracts and Crossborder European Social Security Obligations and Rigths”).

Secondo i dati di Eurofound, citati nel rapporto finale del progetto, già nel 2005 un lavoratore su quattro era impiegato con un contratto di lavoro atipico o molto atipico, o semplicemente senza contratto. E diversi studi, anche della Commissione europea, concordano sul fatto che durante la crisi questa dimensione del lavoro è sostanzialmente aumentata e che quindi l’occupazione sia complessivamente più precaria oggi che nel 2005 o nel 2007.

L’indagine Eurobarometro del 2009 indica che circa il 5% dei lavoratori nell’Europa a 27 ha svolto almeno un lavoro informale nel corso dell’ultimo anno. La European Labour Force Survey del 2012 ha riscontrato che la proporzione dei lavoratori part time, sotto-occupati involontari, ossia che vorrebbero lavorare a tempo pieno, è aumentata fino a raggiungere il 21,4%, superando i nove milioni di lavoratori. “Ne consegue uno spreco di potenziale produttivo del lavoro e il fenomeno continua a crescere – avverte lo studio -. In Spagna, la percentuale di lavoratori part time che vorrebbero incrementare l’orario di lavoro è ormai del 54%”.

Negli 8 rapporti nazionali Accessor stilati dai singoli paesi, il lavoro atipico è dunque sinonimo di precarietà, di basse retribuzioni, di scarse coperture sociali ed è spesso associato all’occupazione femminile, anche se l’indagine denuncia una crescita del lavoro atipico nell’universo maschile. In Belgio, per esempio, la proporzione degli uomini con contratto part time, pur rappresentando meno di un decimo di tutti i lavoratori a tempo parziale, è quasi raddoppiata tra il 1999 e il 2010. In Germania, il numero di impieghi a salario basso è cresciuto dal 17,7% nel 1995 al 23,1% nel 2010, ovvero un aumento del 30%.

Le tipologie di contratti atipici sono associate anche ai giovani lavoratori praticamente in tutti gli otto paesi oggetto dello studio, ma ne sono sempre più spesso vittime anche i lavoratori ultracinquantenni. In tutti gli otto paesi considerati, i contratti di lavoro atipico sono aumentati di numero negli ultimi vent’anni; a partire dall’Italia, dove quasi due contratti su tre stipulati negli ultimi anni sono stati per lavori a tempo determinato. In Svezia, il rapporto è di uno su sei (pari al 15% dell”occupazione totale), al punto che il contratto a tempo determinato è considerato quasi la regola.

In Francia, dagli anni ’80 i contratti a tempo determinato sono sestuplicati, i contratti tramite terzi e i tirocini sono quadruplicati. In Germania, un giovane lavoratore qualificato su cinque ha svolto almeno un tirocinio, nella metà dei casi senza remunerazione, nell’altra metà per un compenso che non garantiva la sussistenza. Circa nove milioni di lavoratori e lavoratrici tedeschi sono occupati con contratti atipici. In Belgio, ha avuto una esplosione il lavoro domestico a ore retribuito attraverso i cosiddetti “titres service”, in vigore dal 2004.

“Ufficialmente, tale sistema è stato creato per riportare all’interno di un quadro di legalità tutta una serie di lavori non dichiarati inerenti all’aiuto domestico; nei fatti, sta creando un ghetto nel mercato del lavoro, riservato soltanto alle donne immigrate”, si sottolinea.

In Svezia, i contratti di lavoro a chiamata (behovsanstallningar) e i contratti a ore (timanstallningar) non sono coperti dagli accordi collettivi, non seguono uno schema di lavoro, non danno la possibilità di pianificare la propria settimana e spesso neanche la propria giornata, e non portano praticamente mai a un impiego a tempo indeterminato.

Molto usati nel settore dei servizi e del commercio, la chiamata può avvenire tramite sms e il lavoratore deve essere sempre pronto. Hanno redditi bassi e precari quando lavorano, sono scarsamente coperti dai sistemi di sicurezza sociale quando restano disoccupati, perdono una parte dei loro diritti quando si spostano in un altro Stato Ue.

In pratica, sono discriminati non una, ma tre volte. I rapporti nazionali Accessor mettono in luce anche un altro aspetto del problema: i lavoratori atipici, sempre più mobili, si trovano a dover interagire nel corso della loro vita con molteplici e differenti sistemi nazionali di sicurezza sociale, ciascuno con le proprie regole di apertura dei diritti, spesso anch’esse per così dire atipiche e flessibili.

“Da un lato, le lavoratrici e i lavoratori con contratti atipici – sottolinea il rapporto – sono più degli altri spinti a migrare alla ricerca di migliori condizioni economiche e sociali in altri paesi; dall”altro, è proprio tra gli immigrati (comunitari e cittadini di paesi terzi) che le condizioni di lavoro atipico si presentano più frequentemente come unica opportunità di occupazione”.

Una situazione, avverte lo studio, che si pone “spesso fuori, o comunque ai limiti, degli schemi attorno a cui era stato costruito e strutturato il sistema europeo del coordinamento”.

“Il risultato paradossale -spiegano gli esperti dell’Inca, Sonia Mckai, Stefano Giubboni e Carlo Caldarini, che hanno curato lo studio – è che, avendo rinunciato, in nome del coordinamento, a qualsiasi forma di armonizzazione sociale dei sistemi nazionali di welfare, gli stessi principi del coordinamento oggi sono, di fatto, impraticabili a una schiera crescente di lavoratori atipici e precari, di cui non si conoscono esattamente dimensioni, caratteristiche e bisogni.

E anche la terza generazione di regolamenti sul coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale, entrata in vigore nel 2010 (in nome della semplificazione e

della modernizzazione), non ha scalfito da questo punto di vista il problema, nonostante un periodo d”incubazione durato piu” di 7 anni”.

L’analisi Accessor, quindi, sintetizza i problemi che si pongono a diversi livelli, sulla base dei dati raccolti dagli otto rapporti nazionali. Il primo è quello della mancanza di copertura assicurativa: “E’ il problema – si legge nel rapporto – soprattutto dei contratti tipo mini-job, ossia senza obbligo contributivo o con coperture assicurative soltanto per alcune branche della sicurezza sociale. Questi contratti rendono ovviamente impossibile la totalizzazione dei periodi lavorativi in caso di esercizio della libera circolazione”.

Il secondo problema, la totalizzazione impossibile anche in presenza di contributi assicurativi: “La questione si manifesta – sottolinea lo studio – quando i periodi di assicurazione maturati in uno Stato membro non trovano corrispondenza nel regime assicurativo dell”altro Stato membro, a causa di limiti speciali stabiliti dall”ordinamento nazionale di uno dei due Stati. E’ il caso, soprattutto, di quei rapporti di lavoro la cui natura sia intermedia tra lavoro subordinato e lavoro autonomo”.

Al terzo posto, l’impossibilità a esportare prestazioni di disoccupazione: “E’ conseguenza – si precisa – della tendenza, sempre più frequente, a proteggere i lavoratori con contratti atipici attraverso misure parziali e speciali, non contributive. Oltre alla oggettiva pauperizzazione che queste misure comportano, il problema si pone al momento in cui il lavoratore disoccupato, titolare di una prestazione di tipo non contributivo, volesse cercare una occupazione in un altro Stato membro”.

C’è poi, come quarto punto, la mancanza dei requisiti assicurativi minimi: “Un altro ostacolo alla libera circolazione dei lavoratori atipici – si aggiunge – deriva dalla varietà dei requisiti assicurativi minimi per l’apertura del diritto a talune prestazioni.

In alcuni paesi, tali requisiti sono relativamente bassi, in altri sono elevati e complessi, quindi difficilmente raggiungibili per coloro che hanno lavorato in diversi paesi, con carriere parziali e frammentate”.

Infine, quinto problema rilevato, i metodi di calcolo delle prestazioni: “In alcuni casi, è il metodo stesso di calcolo delle prestazioni a svantaggiare le persone con periodi assicurativi (o di residenza) brevi, o per così dire incompleti, maturati in più paesi”.