Archivi giornalieri: 27 febbraio 2014

Tutele individuali per i diritti di tutti

Ripartire dalla tutela individuale per riaffermare i diritti sociali e del lavoro. È questa, in estrema sintesi, la richiesta che arriva dal Sistema servizi e della tutela individuale della Cgil riunito in assemblea a Roma il 24-25 febbraio in vista del Congresso di Rimini. Due giorni di approfondimento e dibattito che hanno visto come protagonisti il consorzio nazionale Caaf, il Sol (Servizio orienta lavoro), l’Uvl (uffici vertenze e legali) e il Patronato Inca.

“Siamo al quarto governo in sei anni di crisi, e questo dice molto, ma la crisi non basta a spiegare perché 9 milioni di persone hanno difficoltà ad accedere ai servizi sanitari”, osserva nelle conclusioni il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. Al centro delle sue riflessioni c’è il ruolo e il futuro della Pubblica amministrazione. “Si parla tanto di riduzione della spesa e di tagli, parole spesso agitate come clave. Alla base di tutto, però, dovrebbe esserci la riforma dell’accreditamento che porterebbe trasparenza e costringerebbe a capire bene cosa tenere all’interno della Pa e cosa può essere portato fuori”.

L’altra priorità è la semplificazione: “Chiunque vorrebbe un sistema più semplice. La gran parte delle complicazioni, però, deriva dalle leggi, e alla fine i lavoratori agli sportelli passano come torturatori dei cittadini. Nel sentire comune non hanno nessun problema, ma sappiamo che non sempre è così. Si deve partire da un’idea di riorganizzazione che migliora il servizio. Tra il blocco totale delle assunzioni e la ricostruzione di un turn over ragionevole – aggiunge la dirigente sindacale – ci sono molti spazi. Nessuna amministrazione può immaginarsi un futuro se non entrano i giovani al fianco di chi ha già le competenze”.

Lo scenario è quello della frantumazione che “porta con sé la progressiva corporativizzazione e una disuguaglianza sistematica. Ecco perché il rapporto tra Pa e servizi è decisivo per ricostruire la solidarietà alla base dell’esistenza stessa dello Stato”, specie in un periodo nel quale si assiste a una “campagna di svalorizzazione e di rancore verso il lavoro pubblico”. Il congresso Cgil punta proprio a un salto di qualità nei processi di integrazione: “Come patronati siamo stati una grande forma di risparmio per la Pa, tuttavia non ci viene riconosciuto il fatto che abbiamo risolto una serie di problemi allo Stato. Siamo pronti a ragionare sulla nostra trasformazione, ma non siamo tenuti a rincorrere le risorse”

Quanto alla spending review, “l’orizzonte deve essere quello dei diritti dei cittadini, non l’idea secondo cui nella spesa pubblica c’è un serbatoio infinito di risorse. Anche perché, quando si dice ”partiamo dai beni e servizi”, poi si fa fatica a trovare 2 miliardi e mezzo. Si può semplificare la Pa, certo, i livelli sovrapposti sono troppi. Ma in realtà abbiamo un problema di qualificazione della spesa, non solo di riduzione. Interi settori sono ormai scoperti dalle tutele. Le infrastrutture, oltre a quelle classiche, sono anche gli asili, i servizi collettivi, l’assistenza alle persone che invecchiano”.

Donne

In 1 anno addio al lavoro per 500 donne madri nelle Marche

Lo scorso anno nelle Marche 573          lavoratrici madri si sono dimesse ”volontariamente” dal lavoro nel primo anno di vita del figlio: in tutto 643 lavoratori considerando anche i padri. In cinque anni, fra il 2009 e il 2013 sono stati 2.980 i padri e le madri che hanno abbandonato il posto che avevano. I dati della Direzione regionale del Lavoro, elaborati dalla Cgil Marche, non tengono conto del numero delle mamme lavoratrici che non devono convalidare le loro dimissioni presso le Direzioni provinciali. Vanno poi aggiunte ”le tante lavoratrici precarie per le quali la maternità significa spesso la perdita di ogni speranza di rinnovo del contratto”.

Tra i motivi che spingono a lasciare il posto di lavoro prevalgono le difficoltà connesse alla presenza, agli orari e ai costi e ai servizi: la maggior parte delle donne dichiara di essere costretta a lasciare il lavoro perché non può contare sull’assistenza al neonato da parte di una rete parentale di supporto (22%); di poco inferiore il numero di lavoratrici per le quali la mancanza di posti nell’asilo nido, o comunque il mancato accoglimento del neonato al nido, rende incompatibile ll’occupazione lavorativa e l’assistenza al bambino (18%).

Particolarmente significativo anche il numero delle donne che lasciano il lavoro a causa dei costi troppo elevati dei servizi di assistenza al bambino per asili nido, baby sitter, ecc. (8%) o per la mancata concessione del part time da parte dell’azienda (2%). Il 18% delle lavoratrici si dimette per passare ad un’altra azienda. Ma poi c’è anche un 28% di donne che lascia il posto per dedicarsi interamente alla famiglia e in particolare alla cura dei figli.

“Le ragioni alla base delle dimissioni – afferma Daniela Barbaresi della Cgil – segnalano la solitudine di troppe lavoratrici costrette a fare i conti con una rete di servizi inadeguata ai bisogni e i cui costi sono spesso troppo elevati per tante famiglie alle prese con le difficoltà economiche rese esasperate dalla crisi”.

Ma chi sono le lavoratrici che lasciano il lavoro alla nascita di un figlio, soprattutto in questo momento nel quale un posto di lavoro è tanto prezioso?  La maggior parte delle lavoratrici è abbastanza giovane e ha almeno un figlio o comunque presenta le dimissioni dopo la nascita del primo bambino (58%); significativo anche il numero delle donne che hanno due figli (32%) o più (5%). Più limitato il numero di coloro che lasciano il lavoro durante la gravidanza (5%).

Le imprese dalle quali le lavoratrici provengono sono prevalentemente di piccole e piccolissime dimensioni, quasi sempre non sindacalizzate e dove è maggiore il senso di isolamento e la solitudine della lavoratrice: il 70% delle aziende che le donne lasciano quando nasce un figlio ha meno di 15 dipendenti  il 16% ha tra 16 e 50 dipendenti. “E’ necessario che il diritto al lavoro possa realmente coniugarsi con quello alla maternità” sottolinea Barbaresi.

La Cgil chiede ”misure concrete e durature, frutto di una strategia complessiva che riconosca la centralità del lavoro delle donne con un sistema di infrastrutture sociali idoneo a rispondere ai bisogni delle madri, dei padri e dei bambini”.

Morti sul lavoro

Morti lavoro:Cgil, crisi ha abbassato standard di sicurezza

“Due morti sul lavoro in due giorni a pochi chilometri di distanza non possono essere una tragica fatalità, sono il segno che probabilmente non si fa abbastanza per la sicurezza di chi lavora, che la crisi sta determinando l’abbassamento degli standard di sicurezza in assenza di adeguati controlli”. Lo ha detto  Michele Pagliaro, segretario generale della Cgil Sicilia, a proposito degli  ultimi due incidenti mortali avvenuti  nella provincia di Messina che hanno causato due giorni fa  il decesso di un operaio portoghese e il ferimento di un secondo lavoratore, a Saponara, per il cedimento di un traliccio a cui stavano lavorando e ieri, a Letojanni, la morte di un lavoratore impegnato nella manutenzione della condotta idrica.

“Alle famiglie delle vittime – ha detto Pagliaro – vanno le nostre condoglianze. Alle istituzioni preposte chiediamo di fare luce sulle eventuali responsabilità mentre a committenti ed enti appaltanti, la Terna nel caso di Saponara, sollecitiamo un confronto immediato su appalti e sicurezza per evitare altri incidenti”.

Donne vittime di violenza

Donne vittime di violenza: 128 femminicidi nel 2013

La violenza sulle donne è un fenomeno che riguarda sempre più persone con un’età media elevata, sia nel caso delle vittime (dal 25 al 28 per cento si tratta di persone tra i 45 e 54 anni) che nel caso degli aggressori ( il 17 per cento ha tra 55e65 anni e il 10 percento è over65).

Oltre al dato anagrafico cresce anche il tempo di esposizione alla violenza: nel 20 per cento dei casi si tratta di violenze subite dai 5 ai dieci anni, ma c’è anche un alto numero di donne che subisce abusi da più di dieci anni: succede dal 16 al 19 per cento dei casi.

L’indagine, realizzata su un campione di 1504 donne che si sono rivolte all’assozione,  è relativa al 2013 quando sono state 128 le donne tra i 15 e gli 89 anni ad essere accoltellate, strangolate, soffocate e uccise da uomini, che nella maggior parte dei casi sono compagni, mariti, fratelli ma anche figli.

Secondo Telefono Rosa la violenza si continua a consumare all’interno della coppia e della famiglia nel corso di una relazione affettiva (fidanzamento, matrimonio e convivenza) nel 58 per cento dei casi o dopo la separazione (24 per cento). La violenza quindi rimane ben radicata nel contesto domestico e si manifesta in forme più o meno palesi, sempre più subdole e invisibili, e difficili da riconoscere: violenza psicologica (35 per cento) minacce (15 per cento) e stalking (6 per cento). Una particolare ripetitività (93 per cento) riguarda la violenza di tipo economico: impegni economici imposti, controllo e appropriazione del salario della donna.

L’80 per cento del campione indagato dall’indagine ha figli, nel 60 per cento dei casi minorenni. Un dato molto preoccupante è che nel 29 per cento di casi i bambini reagiscono contro il padre, fanno da scudo alla madre(17 per cento) o lo affrontano sullo stesso piano(12 per cento). A preoccupare l’associazione è questo fenomeno della violenza assistita da parte dei minori ” dietro a ogni donna vittima di violenza c’è un figlio vittima della stessa violenza – sottolineano – dal nostro campione di 1504 vittime che si sono rivolte a noi emerge che il 31 per cento dei violenti ha alle spalle storie di padri violenti (63 per cento) e il 18 per cento delle donne è stata a sua volta vittima in contesti in cui era una volta la figura maschile (nel 62 per cento il padre, nel 10 per cento il fratello) ad esercitare la violenza”. Altro dato allarmante riguarda la maternità: sale la percentuale di donne (dal 9 al 12 per cento) che situa l’inizio della violenza al momento della gravidanza o alla nascita dei figli.

da Redattore sociale

Social card

Social card agli immigrati: Cgil e Inca avviano una diffida contro Inps, Poste e Ministero dell’economia.

Doveva essere una certezza  data per acquisita, ma così ancora non è. E’ quanto denunciano Cgil e Inca in merito al mancato rispetto della norma contenuta nella legge di Stabilità che estende il diritto alla social card anche agli immigrati, regolarmente presenti nel nostro paese.

Nonostante la legge di Stabilità 2014 abbia previsto l’estensione del diritto alla social card agli immigrati più poveri, cittadini comunitari o extracomunitari titolari di una carta di soggiorno, ancor oggi viene di fatto impedito loro anche solo di presentare le domande.

L’Inps, incaricato di pagare il contributo di ottanta euro ai più bisognosi, e  le poste, che devono raccogliere le richieste, non avendo adeguato le procedure informatiche, di fatto, impongono una interpretazione della norma sbagliata, che nei fatti diventa discriminatoria, facendo sopravvivere il requisito del possesso della cittadinanza italiana, come conditio sine qua non.

Dopo le denunce di A.S.G.I. e dell’Inca, adesso arriva una formale diffida avviata dalla Cgil e dal suo patronato contro Inps, Poste e Ministero dell’Economia e delle Finanze, responsabili “dei mancati “adeguamenti procedurali – si legge nel documento – indispensabili alla piena rimozione della disparità di trattamento denunciata dalla Commissione europea e prontamente rimossa dal legislatore”.  La scelta di riconoscere il diritto a questa prestazione, infatti, non nasce da un atto di liberalità del nostro paese verso gli immigrati, ma da una procedura di infrazione aperta contro l’Italia dalla Commissione Europea (n. 2013/4009) che ha definito discriminatoria la decisione di destinare la misura di sostegno economico, prevista dall’articolo 81 del decreto legge 112/2008, solo ai cittadini italiani, imponendo alle istituzioni nazionali di correggere la norma.

Nella diffida, Cgil e ‘Inca sottolineano quanto sia rilevante  il danno subito dagli utenti, privati come sono, del diritto a ricevere l’erogazione prevista dalla legge, senza neppure avere la possibilità di dimostrare, come sarebbe loro diritto, almeno la circostanza dell’avvenuta presentazione della domanda. “Detto in altri termini – si legge nella diffida -, il diritto a ricevere la social card, con riguardo alle mensilità già trascorse, rischia di essere pregiudicato in via definitiva, senza neppure la possibilità di ricorrere facilmente all’Autorità giudiziaria o di richiedere il rimborso degli arretrati in via amministrativa, non appena il disguido tecnico fosse risolto”.

Una prospettiva inaccettabile per Cgil e Inca che può essere evitata solo se Inps e Poste rimuoveranno con sollecitudine gli ostacoli applicativi, adeguando i software in loro dotazione, consentendo la presentazione delle domande e fornendo, attraverso l’emanazione di circolari, le istruzioni necessarie alle loro strutture. Per riparare ai danni già subiti dagli aventi diritto, sarebbe auspicabile anche che fosse garantito loro il riconoscimento della social card con effetto retroattivo, a partire dai mesi trascorsi durante i quali non hanno potuto usufruire dell’aiuto economico.

Per Cgil e Inca, che hanno già intrapreso altre azioni a difesa dei diritti dei cittadini e cittadine straniere in varie realtà territoriali, ogni ulteriore ritardo nell’aggiornamento delle procedure telematiche da parte di Inps e Poste, sarà oggetto di ulteriori ricorsi amministrativi e giudiziari.

Don Luigi Di Liegro

I deboli al centro

 

· Don Luigi Di Liegro e la democrazia sociale ·

27 febbraio 2014

  

“Don Luigi Di Liegro poneva al centro della sua riflessione la povera gente – scrive Giuseppe Sangiorgi – È la caratteristica della sua visione sociale, che muove dagli ultimi verso i primi, dal basso verso l’alto, dalle periferie verso il centro di una città che sia degna dell’uomo.

E nelle risposte alle varie domande traccia una segnaletica dettagliata dell’itinerario che propone: famiglia, lavoro, casa, reddito minimo garantito. Sono questi, dice don Luigi, i «valori fondamentali» per includere nel circuito della dignità civile le fasce deboli della popolazione. Per farlo «occorrono atti coraggiosi e radicali contro i meccanismi di esclusione e di disuguaglianza». Atti radicali nel senso di una teologia della carità”.

In particolare, ricorda Sangiorgi, per don Luigi la condizione degli immigrati è emblematica. “Gli immigrati sono stati la sua grande battaglia, quella per la quale ha avuto le parole più dure e forti, la battaglia in cui la solidarietà verso questi ultimi della società si legava davvero a un senso della storia, dei destini, della condizione umana in rapporto al messaggio della salvezza”.

 

ULTIMISSIME LAVORO – FISCALE27/02/2014

GIURISPRUDENZA

CORTE DI CASSAZIONE

SENTENZA

CORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 18 febbraio 2014, n. 3838LAVORO

Lavoro – Licenziamento per giusta causa – Aaccertamento della legittimità – Rito Fornero – ResponsabilitÃ

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 14 febbraio 2014, n. 3420LAVORO, FISCALE

Professioni liberali – Associazioni professionali – Credito professionale – Legitimatio ad causam – Titolarità dei diritti conseguenti all’attività svolta dai singoli aderenti

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 18 febbraio 2014, n. 3774FISCALE

Impugnazioni civili – Ricorso per cassazione – Rigetto integrale dell’impugnazione

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 26 febbraio 2014, n. 4584LAVORO, FISCALE

Lavoro – Contributi assicurativi – Previdenza forense – Esercizio della professione all’estero – Versamento dei contributi alla Cassa forense – Redditi pari a zero dichiarati in Italia – Requisito della continuitÃ

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 26 febbraio 2014, n. 4604FISCALE

Elusione – Valida ragione economica – Ristrutturazione aziendale mediante acquisto di società lussemburghese – Rilevanza

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 26 febbraio 2014, n. 4609FISCALE

Tributi – Imposte indirette – Iva – Fatture soggettivamente false – Conseguenze

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 26 febbraio 2014, n. 4618FISCALE

Elusione – Preliminare di compravendita con clausola impossibile – Niente detrazione Iva

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 26 febbraio 2014, n. 4624FISCALE

Tributi – Studi di settore – Scostamento in assenza di contraddittorio – Sufficienza

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 26 febbraio 2014, n. 4627FISCALE

Notifica consegnata al portiere – Assenza del destinatario – Mancato rinvenimento delle altre persone abilitate a ricevere l’atto – Nullità dell’atto – Sussiste

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 26 febbraio 2014, n. 9256LAVORO

Sicurezza sul lavoro – Pos – Redazione del documento di valutazione rischi – Azienda familiare o con meno di dieci dipendenti

TRIBUNALE

ORDINANZA

TRIBUNALE DI SIENA – Ordinanza 16 agosto 2013LAVORO

Lavoro – Licenziamento del lavoratore – Violazione del principio di uguaglianza – Lesione del diritto di azione e di difesa in giudizio – Violazione dei principi di imparzialità e buon andamento – Violazione dei principi del giusto processo – Legge 28 giugno 2012, n. 92, art. 1, comma 51 – Costituzione, artt. 3, commi primo e secondo, 24, commi primo e secondo, 25, primo comma, 97 e 111, primo comma – Codice di procedura civile, art. 51, primo comma, n. 4

LEGISLAZIONE

CONFERENZA STATO, REGIONI E PROVINCE

PROVVEDIMENTO

CONFERENZA STATO, REGIONI E PROVINCE – Provvedimento 20 febbraio 2014, n. 32/CSRLAVORO

Deliberazione concernente le Linee guida per l’apprendistato professionalizzante, ai sensi dell’articolo 2 del decreto-legge 28 giugno 2013, n. 76, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n. 99.

LEGGE

LEGGE 21 febbraio 2014, n. 13LAVORO, FISCALE

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 dicembre 2013, n. 149, recante abolizione del finanziamento pubblico diretto, disposizioni per la trasparenza e la democraticità dei partiti e disciplina della contribuzione volontaria e della contribuzione indiretta in loro favore

PRASSI

INAIL

NOTA

INAIL – Nota 26 febbraio 2014, .n 773LAVORO, FISCALE

CUD 2014.

INPS

CIRCOLARE

INPS – Circolare 26 febbraio 2014, n. 28LAVORO

Rivalutazione annuale importi economici lavoro accessorio

MESSAGGIO

INPS – Messaggio 26 febbraio 2014, n. 2877LAVORO

Limiti retributivi – art. 23 ter d.l. n. 201 del 2011, convertito in legge n. 214 del 2011 -d.P.C.M. 23 marzo 2012.- Dichiarazioni obbligatorie.

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

COMUNICATO

MINISTERO LAVORO E POLITICHE SOCIALI – Comunicato 26 febbraio 2014LAVORO, FISCALE

Approvazione della delibera n. 5 adottata dal Consiglio nazionale dell’Ente nazionale di previdenza ed assistenza farmacisti, in data 26 novembre 2013.

MINISTERO LAVORO E POLITICHE SOCIALI – Comunicato 26 febbraio 2014LAVORO, FISCALE

Approvazione della delibera n. 7 adottata dal Consiglio nazionale dell’Ente nazionale di previdenza ed assistenza farmacisti, in data 26 novembre 2013.

MINISTERO LAVORO E POLITICHE SOCIALI – Comunicato 26 febbraio 2014LAVORO, FISCALE

Approvazione della delibera n. 6 adottata dal Consiglio nazionale dell’Ente nazionale di previdenza ed assistenza farmacisti, in data 26 novembre 2013.

ULTIMISSIME EDILIZIA – COOPERATIVE27/02/2014

GIURISPRUDENZA

CORTE DI CASSAZIONE

SENTENZA

CORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 18 febbraio 2014, n. 3838COOPERATIVE, EDILIZIA

Lavoro – Licenziamento per giusta causa – Aaccertamento della legittimità – Rito Fornero – Responsabilità

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 26 febbraio 2014, n. 9256COOPERATIVE, EDILIZIA

Sicurezza sul lavoro – Pos – Redazione del documento di valutazione rischi – Azienda familiare o con meno di dieci dipendenti

LEGISLAZIONE

CONFERENZA STATO, REGIONI E PROVINCE

PROVVEDIMENTO

CONFERENZA STATO, REGIONI E PROVINCE – Provvedimento 20 febbraio 2014, n. 32/CSRCOOPERATIVE, EDILIZIA

Deliberazione concernente le Linee guida per l’apprendistato professionalizzante, ai sensi dell’articolo 2 del decreto-legge 28 giugno 2013, n. 76, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n. 99.

PRASSI

INAIL

NOTA

INAIL – Nota 26 febbraio 2014, .n 773COOPERATIVE, EDILIZIA

CUD 2014.

INPS

CIRCOLARE

INPS – Circolare 26 febbraio 2014, n. 28COOPERATIVE, EDILIZIA

Rivalutazione annuale importi economici lavoro accessorio