Donne

In 1 anno addio al lavoro per 500 donne madri nelle Marche

Lo scorso anno nelle Marche 573          lavoratrici madri si sono dimesse ”volontariamente” dal lavoro nel primo anno di vita del figlio: in tutto 643 lavoratori considerando anche i padri. In cinque anni, fra il 2009 e il 2013 sono stati 2.980 i padri e le madri che hanno abbandonato il posto che avevano. I dati della Direzione regionale del Lavoro, elaborati dalla Cgil Marche, non tengono conto del numero delle mamme lavoratrici che non devono convalidare le loro dimissioni presso le Direzioni provinciali. Vanno poi aggiunte ”le tante lavoratrici precarie per le quali la maternità significa spesso la perdita di ogni speranza di rinnovo del contratto”.

Tra i motivi che spingono a lasciare il posto di lavoro prevalgono le difficoltà connesse alla presenza, agli orari e ai costi e ai servizi: la maggior parte delle donne dichiara di essere costretta a lasciare il lavoro perché non può contare sull’assistenza al neonato da parte di una rete parentale di supporto (22%); di poco inferiore il numero di lavoratrici per le quali la mancanza di posti nell’asilo nido, o comunque il mancato accoglimento del neonato al nido, rende incompatibile ll’occupazione lavorativa e l’assistenza al bambino (18%).

Particolarmente significativo anche il numero delle donne che lasciano il lavoro a causa dei costi troppo elevati dei servizi di assistenza al bambino per asili nido, baby sitter, ecc. (8%) o per la mancata concessione del part time da parte dell’azienda (2%). Il 18% delle lavoratrici si dimette per passare ad un’altra azienda. Ma poi c’è anche un 28% di donne che lascia il posto per dedicarsi interamente alla famiglia e in particolare alla cura dei figli.

“Le ragioni alla base delle dimissioni – afferma Daniela Barbaresi della Cgil – segnalano la solitudine di troppe lavoratrici costrette a fare i conti con una rete di servizi inadeguata ai bisogni e i cui costi sono spesso troppo elevati per tante famiglie alle prese con le difficoltà economiche rese esasperate dalla crisi”.

Ma chi sono le lavoratrici che lasciano il lavoro alla nascita di un figlio, soprattutto in questo momento nel quale un posto di lavoro è tanto prezioso?  La maggior parte delle lavoratrici è abbastanza giovane e ha almeno un figlio o comunque presenta le dimissioni dopo la nascita del primo bambino (58%); significativo anche il numero delle donne che hanno due figli (32%) o più (5%). Più limitato il numero di coloro che lasciano il lavoro durante la gravidanza (5%).

Le imprese dalle quali le lavoratrici provengono sono prevalentemente di piccole e piccolissime dimensioni, quasi sempre non sindacalizzate e dove è maggiore il senso di isolamento e la solitudine della lavoratrice: il 70% delle aziende che le donne lasciano quando nasce un figlio ha meno di 15 dipendenti  il 16% ha tra 16 e 50 dipendenti. “E’ necessario che il diritto al lavoro possa realmente coniugarsi con quello alla maternità” sottolinea Barbaresi.

La Cgil chiede ”misure concrete e durature, frutto di una strategia complessiva che riconosca la centralità del lavoro delle donne con un sistema di infrastrutture sociali idoneo a rispondere ai bisogni delle madri, dei padri e dei bambini”.

Donneultima modifica: 2014-02-27T17:48:50+01:00da vitegabry
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