Social card

Social card agli immigrati: Cgil e Inca avviano una diffida contro Inps, Poste e Ministero dell’economia.

Doveva essere una certezza  data per acquisita, ma così ancora non è. E’ quanto denunciano Cgil e Inca in merito al mancato rispetto della norma contenuta nella legge di Stabilità che estende il diritto alla social card anche agli immigrati, regolarmente presenti nel nostro paese.

Nonostante la legge di Stabilità 2014 abbia previsto l’estensione del diritto alla social card agli immigrati più poveri, cittadini comunitari o extracomunitari titolari di una carta di soggiorno, ancor oggi viene di fatto impedito loro anche solo di presentare le domande.

L’Inps, incaricato di pagare il contributo di ottanta euro ai più bisognosi, e  le poste, che devono raccogliere le richieste, non avendo adeguato le procedure informatiche, di fatto, impongono una interpretazione della norma sbagliata, che nei fatti diventa discriminatoria, facendo sopravvivere il requisito del possesso della cittadinanza italiana, come conditio sine qua non.

Dopo le denunce di A.S.G.I. e dell’Inca, adesso arriva una formale diffida avviata dalla Cgil e dal suo patronato contro Inps, Poste e Ministero dell’Economia e delle Finanze, responsabili “dei mancati “adeguamenti procedurali – si legge nel documento – indispensabili alla piena rimozione della disparità di trattamento denunciata dalla Commissione europea e prontamente rimossa dal legislatore”.  La scelta di riconoscere il diritto a questa prestazione, infatti, non nasce da un atto di liberalità del nostro paese verso gli immigrati, ma da una procedura di infrazione aperta contro l’Italia dalla Commissione Europea (n. 2013/4009) che ha definito discriminatoria la decisione di destinare la misura di sostegno economico, prevista dall’articolo 81 del decreto legge 112/2008, solo ai cittadini italiani, imponendo alle istituzioni nazionali di correggere la norma.

Nella diffida, Cgil e ‘Inca sottolineano quanto sia rilevante  il danno subito dagli utenti, privati come sono, del diritto a ricevere l’erogazione prevista dalla legge, senza neppure avere la possibilità di dimostrare, come sarebbe loro diritto, almeno la circostanza dell’avvenuta presentazione della domanda. “Detto in altri termini – si legge nella diffida -, il diritto a ricevere la social card, con riguardo alle mensilità già trascorse, rischia di essere pregiudicato in via definitiva, senza neppure la possibilità di ricorrere facilmente all’Autorità giudiziaria o di richiedere il rimborso degli arretrati in via amministrativa, non appena il disguido tecnico fosse risolto”.

Una prospettiva inaccettabile per Cgil e Inca che può essere evitata solo se Inps e Poste rimuoveranno con sollecitudine gli ostacoli applicativi, adeguando i software in loro dotazione, consentendo la presentazione delle domande e fornendo, attraverso l’emanazione di circolari, le istruzioni necessarie alle loro strutture. Per riparare ai danni già subiti dagli aventi diritto, sarebbe auspicabile anche che fosse garantito loro il riconoscimento della social card con effetto retroattivo, a partire dai mesi trascorsi durante i quali non hanno potuto usufruire dell’aiuto economico.

Per Cgil e Inca, che hanno già intrapreso altre azioni a difesa dei diritti dei cittadini e cittadine straniere in varie realtà territoriali, ogni ulteriore ritardo nell’aggiornamento delle procedure telematiche da parte di Inps e Poste, sarà oggetto di ulteriori ricorsi amministrativi e giudiziari.

Social cardultima modifica: 2014-02-27T17:30:44+01:00da vitegabry
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