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Cgil – Lavoro socialmente utile per under 35, donne e disoccupati

Rilanciare domanda con new deal beni comuni

 

Rovesciare il paradigma economico attuale e non attendere che sia la crescita a creare il lavoro, bensì il lavoro a rilanciare la crescita. E’ questo l”obiettivo di un nuovo piano straordinario del lavoro pensato e proposto dalla Cgil per rispondere alla crisi, raccolto in un volume e presentato questa mattina.

A farne una sintesi è il segretario confederale Danilo Barbi: “Non è concepibile un’idea di ripresa senza occupazione – ha spiegato – e ormai anche Confindustria comincia a dire che, più che un problema di prodotti, c’è un problema di mercati”.

Il piano occupazionale si propone, di conseguenza, di creare “una nuova domanda che possa creare una nuova offerta” e si sviluppa su due temi fondamentali: una politica dell’innovazione, rivolta all’economia digitale; e un ”new deal” dei beni comuni, intesi come beni sociali, culturali e ambientali.

A tal fine, il sindacato ha pensato alla creazione di una nuova economia fondata sui “valori d’uso”. In concreto, un”agenzia nazionale appositamente predisposta dovrebbe occuparsi di finanziare progetti triennali e quinquennali di lavoro utile socialmente. Queste mansioni sarebbero riservate agli under 35, alle donne (soprattutto nei territori in cui è bassa l’occupazione femminile), e ai disoccupati di lungo periodo.
Accanto all”istituzione di questo servizio, il piano Cgil prevede la creazione di nuove imprese, anche cooperative, a maggioranza di assunti appartenenti alle stesse categorie sopracitate.

Entrambe le esperienze, infine, dovrebbero avere una certificazione formativa e valere come titoli per concorsi pubblici successivi.

Fondamentale sarebbe anche il ruolo delle istituzioni locali, che dovrebbero collaborare con l’agenzia, al fine di far convergere sui progetti di lavoro utili socialmente anche finanziamenti degli enti pubblici locali, delle fondazioni bancarie e delle aziende pubbliche e private territoriali.

In ambito amministrativo, la proposta sindacale prevede una riforma completa della pubblica amministrazione, che comprenda il riordino dei luoghi di decisione, una riorganizzazione dei dipendenti pubblici e una decisa battaglia alla corruzione.

Il sindacato, infine, si rivolge al mondo delle imprese:  il naturale sviluppo del documento firmato con Confindustria, infatti, prevede un forte investimento da parte delle imprese, che dovrebbero essere aiutate in modo diretto dallo Stato. Il progetto neo-industriale contempla anche la transizione verso la green economy, aumentando il blue job (cioè il lavoro soggetto e oggetto della rigenerazione ambientale), e sostenendo nuovi settori come la bioagricoltura e la bioedilizia, oltre a stimolare un terziario più avanzato e una nuova manifattura.

LSUultima modifica: 2013-09-21T17:24:00+02:00da vitegabry
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