Archivi giornalieri: 5 febbraio 2024

PENSIONE AI SUPERSTITI

Testata INCA
 
 

La pensione ai superstiti è una prestazione di natura economica e previdenziale erogata in favore dei superstiti del pensionato/assicurato deceduto.

La pensione ai superstiti viene definita:

– “indiretta se il decesso dell’assicurato avviene prima del pensionamento;

– “di reversibilità” se il decesso dell’assicurato avviene dopo il pensionamento.La pensione ai superstiti viene concessa se il dante causa era già pensionato o se, al momento del decesso, aveva 15 anni di contribuzione oppure 5 anni di contribuzione di cui 3 nell’ultimo quinquennio.

Beneficiari
I superstiti aventi diritto alla pensione sono il coniuge superstite, anche se separato legalmente; il coniuge divorziato; i figli/e minorenni, maggiorenni studenti, inabili e gli equiparati; figli/e postumi nati entro il 300mo giorno dalla data del decesso del padre. In mancanza di tali figure, i genitori e, in mancanza anche di questi ultimi, i fratelli e le sorelle.

Hanno diritto alla pensione di reversibilità anche persone dello stesso sesso che formalizzano la loro Unione Civile poiché sono considerati “coniugi” a tutti gli effetti (L. n. 76 del 20/05/2016).

Coniuge
La pensione ai superstiti spetta al coniuge (vedova o vedovo), anche se separato. Tuttavia, al coniuge separato con “addebito” – cioè per colpa – spetta il trattamento pensionistico solo se titolare dell’assegno alimentare stabilito dal Tribunale.La pensione spetta anche al coniuge divorziato se:
– titolare di assegno divorziale;
– non ha contratto nuove nozze;
– la data di inizio del rapporto assicurativo del defunto è anteriore alla data di sentenza di divorzio.

In presenza di più coniugi aventi diritto (es. coniuge attuale + coniuge divorziato) sarà il Tribunale a stabilire le quote spettanti. In caso di nuove nozze, al coniuge viene revocata la pensione ai superstiti e gli viene erogata la “doppia annualità”, corrispondente a 26 volte l’importo della pensione percepita alla data del nuovo matrimonio. La doppia annualità spetta al coniuge che si risposa, anche se ci sono figli/e che percepiscono la pensione. In questo caso, i figli/e avranno diritto ad un aumento della loro quota.

Figli/e
La pensione ai superstiti spetta ai figli/e (legittimi, legittimati, adottivi, affiliati, naturali, legalmente riconosciuti o giudizialmente dichiarati, nati da precedente matrimonio, figli/e postumi nati entro il 300mo giorno dalla data di decesso del padre) che, alla data del decesso del genitore siano:

– minori di 18 anni,

– studenti di scuola media superiore o professionale di età compresa tra i 18 e i 21 anni, a carico del genitore;

– studenti universitari per tutta la durata del corso legale di laurea e comunque non oltre i 26 anni, a carico del genitore;

– inabili di qualunque età, a carico del genitore.

I figli/e studenti non perdono la qualifica prevalente di studente se svolgono un lavoro precario e saltuario con un piccolo reddito o attività nell’ambito dei progetti per il volontariato civile.
I figli/e inabili, che svolgono attività retribuita presso i laboratori protetti (cooperative sociali con funzione occupazionale/terapeutica), hanno diritto alla pensione ai superstiti.Sono considerati a carico:

– i figli/e ed equiparati maggiorenni studenti con un reddito non superiore all’importo del trattamento minimo maggiorato del 30% (€ 8.704,68 annui per il 2020);

– i figli/e maggiorenni inabili con un reddito non superiore a quello richiesto dalla legge per il diritto alla pensione di invalido civile totale (€ 16.982,49 annui per il 2020);

– i figli/e maggiorenni inabili titolari dell’indennità di accompagnamento con un reddito non superiore a quello richiesto dalla legge per il diritto alla pensione di invalido civile totale aumentato dell’importo dell’indennità di accompagnamento (€ 23.225,97 annui per il 2020).

Nipoti
La pensione spetta anche ai nipoti minorenni, a carico degli ascendenti, poiché equiparati ai figli/e purché:
– si trovino in una situazione di bisogno (non autosufficienza economica);
– percepivano il mantenimento da parte del defunto.

Se esistono i genitori del minore, il nipote può essere considerato a carico del nonno o della nonna deceduti, a condizione che sia accertata l’impossibilità di entrambi i genitori  di provvedere al mantenimento del figlio/a, in quanto non svolgono alcuna attività lavorativa e non beneficiano di altra fonte di reddito.

Genitori
In mancanza del coniuge, dei figli/e e dei nipoti (o nel caso in cui essi non ne hanno diritto), possono usufruire della pensione ai superstiti i genitori che alla data del decesso del figlio/a:
– abbiano almeno 65 anni;
– non siano titolari di pensione, ad eccezione della pensione sociale/assegno sociale che saranno revocati, della pensione di guerra e di tutte le pensioni aventi natura assistenziale;
– risultino a carico del defunto.

Sorelle e fratelli
In mancanza del coniuge, dei figli/e, dei nipoti e dei genitori (o nel caso in cui essi non ne hanno diritto), possono usufruire della pensione ai superstiti anche le sorelle nubili e i fratelli celibi che alla data del decesso del lavoratore:

– siano inabili, anche se di età inferiore a 18 anni;

– non siano titolari di pensione;

– risultino a carico del defunto.

Il diritto viene meno se gli stessi ottengono un’altra pensione, venga meno l’inabilità, oppure contraggano matrimonio.

Misura della pensione
La misura della pensione ai superstiti si determina applicando le seguenti aliquote alla pensione liquidata o che sarebbe spettata al dante causa:
– 60% al coniuge;
– 20% a ciascun figlio, se ha diritto a pensione anche il coniuge;
– 70% un orfano/a;
– 80% due orfani/e;
– 100% tre o più orfani/e;
– 15% a ciascun genitore;
– 15% a ciascun fratello e/o sorella.
I nipoti hanno le stesse aliquote stabilite per i figli/e.
La misura complessiva della pensione ai superstiti non può comunque superare il 100%.

Cumulo
La pensione ai superstiti viene ridotta se il titolare possiede altri redditi, con le seguenti modalità: TABELLA “F” LEGGE 335/95

pensione superstiti TAB 1

 

ASSEGNO ORDINARIO D’INVALIDITÀ (Inca CGIL)

ASSEGNO ORDINARIO D’INVALIDITÀ

Requisiti

L’assegno ordinario di invalidità è una prestazione previdenziale, erogata dall’Inps a domanda,  prevista per i lavoratori dipendenti privati e autonomi, nonché agli iscritti alla gestione separata, legata a due condizioni: il versamento di contributi per almeno cinque anni, dei quali tre nell’ultimo quinquennio precedente alla domanda, e il riconoscimento da parte dell’ufficio medico legale dell’Inps che “la capacità di lavoro dell’assicurato, in occupazioni confacenti alle sue attitudini, sia ridotta in modo permanente, a causa di infermità o difetto fisico o mentale, a meno di un terzo”.

Durata

L’assegno è riconosciuto per un periodo di tre anni e confermabile, con specifica domanda, per ulteriori altri due trienni. Prima della scadenza del triennio, è necessario fare la domanda di rinnovo e sottoporsi a visita medica perché l’Inps confermi la diagnosi medico legale e il conseguente diritto alla percezione della prestazione. Dopo tre riconoscimenti consecutivi (compreso quello iniziale), l’assegno è considerato permanente, fatti salvi i controlli che l’istituto di previdenza può comunque effettuare per accertarsi che le condizioni sanitarie non siano mutate. Al compimento dell’età pensionabile, in presenza di tutti i requisiti di legge,  l’assegno ordinario di invalidità si trasforma in pensione di vecchiaia. Sono considerati utili ai fini della trasformazione e per il perfezionamento dei requisiti contributivi, i periodi di godimento dell’assegno di invalidità, nei quali non si è prestata attività lavorativa. 

Misura e decorrenza

L’importo dell’assegno è calcolato sulla base dei contributi versati all’atto della domanda e, laddove la normativa lo consenta, è prevista l’integrazione al trattamento pensionistico minimo, a condizione che non si superino i limiti di reddito personali e coniugali sotto indicati:

Anno Pensionato solo Pensionato coniugato
2021 11.967,28 euro 17.950,92 euro

È possibile continuare a lavorare pur essendo titolari dell’assegno e la contribuzione versata può essere utile alla liquidazione di un supplemento. L’importo dell’assegno, in questo caso, è ridotto in relazione alla retribuzione percepita, come da tabella G allegata alla legge 335/95:

         2021 Redditi Percentuale di riduzione
Fino a  € 26.810,16 Nessuna
Oltre € 26.810,16   fino a € 33.512,70 25 per cento
Oltre € 33.512,70 50 per cento

L’assegno decorre dal 1° giorno del mese successivo  a quello di presentazione della domanda, se risultano soddisfatti tutti i requisiti, sia sanitari sia amministrativi previsti.

La domanda

Si può inviare, esclusivamente in via telematica, alla  sede Inps territoriale tramite l’Inca-Cgil. Contestualmente deve essere inoltrato un certificato medico mod. SS3 attestante la menomazione della capacità di lavoro. L’Inca Cgil si avvale della collaborazione di medici legali che possono occuparsi della compilazione e dell’invio telematico di questo fondamentale certificato.

Assegno ordinario di invalidità e rendita Inail o IPSEMA

Dal 1° settembre 1995, l’assegno ordinario di invalidità e la rendita Inail sono incumulabili, se riferiti allo stesso evento o causa. In questo caso è liquidata interamente la prestazione dell’Inail e solo per la parte eccedente il trattamento previdenziale. Tale disposizione introdotta dalla riforma n. 335/1995 coinvolge anche le pensioni liquidate prima dell’entrata in vigore della legge ma, in tali fattispecie, continua l’erogazione della prestazione Inps cristallizzata con riassorbimento dei miglioramenti di legge.

Inca Cgil: storica sentenza a Firenze su origine professionale stress lavoro correlato

Fullscreen buttonFonte INCA CGIL

Inca Cgil: storica sentenza a Firenze su origine professionale stress lavoro correlato© Fornito da Adnkronos

(Adnkronos) – Un’importante sentenza apre la strada per il riconoscimento dell’origine professionale dello stress lavoro correlato. La pronuncia (n. 559 del 21 settembre 2023) è della Corte d’appello di Firenze che, accogliendo un ricorso promosso dai legali di Inca, ha infatti riconosciuto la “costrizione lavorativa” come causa esclusiva di malattia professionale. “Finalmente qualcosa si sta concretamente muovendo verso la giusta tutela di quella che la comunità scientifica ha iniziato a definire come la ‘malattia del secolo'”, è il commento del Patronato della Cgil. 

“Gli ambienti di lavoro non sempre rispondono ai bisogni dei lavoratori in termini di benessere: molto spesso – spiega in una nota l’Inca – sono presenti fattori di pressione legati a un eccessivo carico e a ritmi insostenibili che, nel lungo termine, possono avere conseguenze negative sulla salute dei lavoratori”. Tra le problematiche maggiormente lamentate rientrano le malattie psicosomatiche, disturbi del sonno, ansia e depressione che causano disarmonia fra sé stessi e il proprio lavoro, conflitti fra il ruolo svolto in azienda e al di fuori di essa e un grado insufficiente di controllo sulla propria attività. 

Alcuni dei rischi che si sono rivelati più nocivi per la salute psichica dei lavoratori sono rappresentati dalla intensità e da orari di lavoro, ma anche dalle condizioni ambientali (rumorosità, escursioni termiche, posture viziate ecc.); fattori che rappresentano un’altra importante sfida per la sicurezza e per la salute nei luoghi di lavoro. È importante sottolineare che la valutazione dello stress lavoro-correlato è parte integrante e fondamentale del Documento di valutazione dei rischi (dvr) e deve quindi essere effettuata da tutte le aziende che ricadono nel campo di applicazione del D.Lgs. 81/2008.  

Il caso esaminato in giudizio, spiegano da Inca Cgil, riguarda appunto un lavoratore della grande distribuzione (gdo) con ruolo dirigenziale da oltre 20 anni che, a seguito di reiterate vessazioni, pressioni e contestazioni disciplinari, messe in atto dai suoi superiori e protrattesi per oltre un anno, ha iniziato a manifestare disturbi psichici che lo hanno costretto a lunghi periodi di malattia. Da qui la decisione del lavoratore di rivolgersi all’Inca Cgil di Pisa per avviare la richiesta di riconoscimento del nesso causale; in fase amministrativa però, nonostante le evidenti condizioni di stress cui era stato sottoposto sul posto di lavoro, l’Inail ha ritenuto di dover rigettare la domanda. È stato pertanto necessario adire le vie legali e, grazie all’avvocato Marco Canapicchi, convenzionato con il patronato Inca Cgil, si è arrivati alla sentenza di primo grado, con la quale il Tribunale di Pisa accoglieva le ragioni del lavoratore riconoscendo l’origine occupazionale della patologia. 

 

Il dispositivo della sentenza è stato successivamente confermato anche in secondo grado dalla Corte d’Appello di Firenze che, poiché non è stato impugnato dall’Inail, ha reso definitivo il riconoscimento giudiziario. 

“Come Inca Cgil -commenta Sara Palazzoli del collegio di presidenza – riteniamo fondamentale questa sentenza che rappresenta un grande passo in avanti per l’emersione dello stress- lavorativo come causa di danno cronico alla salute. Quanto deciso dai giudici di merito di primo grado e secondo grado conferma che lo stress derivante dall’organizzazione del lavoro e dalle condizioni ambientali ad esso collegate hanno conseguenze negative per la salute dei lavoratori. Lo stress può anche influire sull’attenzione del lavoratore durante lo svolgimento delle sue mansioni e quindi aumentare il rischio di infortuni. I danni da lavoro che ne derivano sono ancora ampiamente sottostimati e spesso sono confusi con una qualsiasi malattia comune tutelata da Inps; il che espone i lavoratori ad affrontare enormi difficoltà per l’ottenimento delle tutele di Inail”, spiega ancora.  

 

“Noi, come Patronato ci adoperiamo – continua Palazzoli – affinché i lavoratori si rendano conto dell’importanza di attenzionare il loro benessere psicologico e in caso di necessità o di dubbi, occorre rivolgersi all’Inca Cgil che, con l’aiuto di medici specialisti convenzionati, è in grado di assicurare un’adeguata assistenza medico legale e legale, ed avviare l’eventuale percorso per il giusto riconoscimento del danno da parte di Inail”. 

Su questo specifico tema, il Patronato Inca Cgil è da tempo impegnato e ha anche attivato una collaborazione con l’Università Cattolica di Roma per l’emersione dello stress da lavoro correlato, con il fine di mettere in campo la giusta tutela per chi si ammala di questa patologia, che pare essere un po’ ‘figlia del nostro tempo’. 

NASpI per un lavoratore detenuto: sentenza della Cassazione (Fonte Inca CGIL)

NASpI per un lavoratore detenuto: sentenza della Cassazione

 Pubblicato: 22 Gennaio 2024

Con la Sentenza n° 396 del 5 gennaio 2024, la Corte di cassazione ha affrontato nuovamente il tema del riconoscimento della NASpI ai lavoratori detenuti, rigettando il ricorso presentato dall’INPS contro la decisione della Corte d’Appello che a sua volta aveva confermato il diritto all’ indennità di disoccupazione in favore di un lavoratore detenuto, impiegato in una attività lavorativa intramuraria alle dipendenze dell’Amministrazione penitenziaria.

La Cassazione nel richiamare la normativa in vigore e la giurisprudenza della Corte Costituzionale, ha affermato che la normativa prevede che il lavoratore detenuto abbia gli stessi diritti e le stesse tutele spettanti alla generalità di tutti i lavoratori. L’Alta corte, infatti, afferma che il fine rieducativo del lavoro non influisce sui contenuti della prestazione e sulle modalità di svolgimento del rapporto di lavoro. Anzi, il lavoro penitenziario è tanto più rieducativo quanto più è uguale a quello dei lavoratori liberi. Inoltre, richiamando la giurisprudenza della Corte Cedu, ha anche affermato che il lavoro intramurario è equiparato al lavoro ordinario ai fini previdenziali e assistenziali e che la normativa (art. 19 L. 56/87) prevede espressamente che lo stato di detenzione non costituisce causa di decadenza dal diritto all’indennità di disoccupazione.

Assunti tali presupposti, la Cassazione ha stabilito che l’interruzione del rapporto di lavoro intramurario per fine pena, con la conseguente scarcerazione, non è equiparabile al licenziamento: lo stato di disoccupazione che ne deriva è involontario ed è rilevante ai fini del riconoscimento della NASpI, e ai fini del riconoscimento della prestazione, non incide il fatto che i posti di lavoro vengono assegnati a rotazione ai lavoratori detenuti. 

Leggi la sentenza 

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  5 Febbraio 2024 News

Il TAR della Campania, con la sentenza n. 195 del 25 gennaio, ha accolto l’istanza cautelare promossa dalla CGIL Campania per un assistito della sede INCA di Caserta, contro il provvedimento di inammissibilità e conseguente archiviazione della richiesta di conversione del permesso di soggiorno.  Nella fattispecie, l’assistito aveva richiesto alla Questura di Caserta,  in data…

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Part Time Ciclico: senza tutele 100mila lavoratrici e lavoratori

  5 Febbraio 2024 News

Sono oltre 100mila le lavoratrici e i lavoratori con Part time Ciclico lasciate senza sostegno economico nei periodi di sospensione dal lavoro. È quanto riferiscono in una nota congiunta Cgil, Inca, Filcams, Funzione Pubblica e Flai, che chiedono al Governo di porre rimedio accogliendo la richiesta di rinnovare il finanziamento del Fondo di sostegno per…

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Stress lavoro correlato: diritto alla tutela Inail

  31 Gennaio 2024 News

Una importante sentenza apre la strada per il riconoscimento dell’origine professionale dello stress lavoro correlato. La pronuncia (n. 559 del 21 settembre 2023) è della Corte d’appello di Firenze che, accogliendo un ricorso promosso dai legali di Inca, ha infatti riconosciuto la “costrizione lavorativa” come causa esclusiva di Malattia Professionale. “Finalmente qualcosa si sta concretamente…

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I genitori dello stesso sesso hanno diritto ai congedi

  29 Gennaio 2024 News

Con pronuncia del 25 gennaio 2024 il Tribunale di Bergamo ha stabilito che è discriminatorio impedire alle famiglie omogenitoriali l’accesso ai congedi genitoriali, imponendo all’INPS di modificare il sistema informatico, con cui obbligatoriamente devono essere inviate le domande, che ne impediva il completamento della procedura di richiesta. La decisione, di estrema importanza, è l’esito di…

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I genitori dello stesso sesso hanno diritto ai congedi (Fonte inca CGIL)

I genitori dello stesso sesso hanno diritto ai congedi

 Pubblicato: 29 Gennaio 2024

Con pronuncia del 25 gennaio 2024 il Tribunale di Bergamo ha stabilito che è discriminatorio impedire alle famiglie omogenitoriali l’accesso ai congedi genitoriali, imponendo all’INPS di modificare il sistema informatico, con cui obbligatoriamente devono essere inviate le domande, che ne impediva il completamento della procedura di richiesta.

La decisione, di estrema importanza, è l’esito di un’azione collettiva’ promossa nel maggio 2023 da Rete Lenford – Avvocatura per i diritti LGBTI+, come associazione rappresentativa legittimata ad avviare autonomamente e direttamente un processo; ma è anche frutto di una proficua collaborazione con CGIL Nazionale che, aderendo alla richiesta di accertare il diritto delle coppie formate da genitori dello stesso sesso ad usufruire dei congedi alle medesime condizioni previste per le coppie di genitori eterosessuali.

Nello specifico, con il ricorso è stato chiesto di dichiarare che il congedo di paternità obbligatorio (art. 27-bis d.lgs. 151/2001) spetta anche a una lavoratrice quando è genitrice in una coppia composta da due donne; che il congedo di paternità alternativo (art. 28 ss. D.lgs. 151/2001) spetta al padre anche quando è genitore in una coppia di due uomini; che il congedo parentale (art. 32 d.lgs. 151/2001) spetta a ciascuno dei due genitori indipendentemente dal genere dell’altro genitore; che i periodi di riposo (artt. 39 e 40 d.lgs. 151/2001) spettano anche al padre quando è genitore in una coppia di due uomini e che le indennità di maternità per iscritte alla gestione separata e lavoratrici autonome (artt. 64 e ss. e 66 e ss. d.lgs. 151/2001) spettano al padre anche quando è genitore in una coppia di due uomini.

Anche grazie al contributo del patronato INCA della CGIL di Brescia, Rete Lenford ha dimostrato che il portale web dell’INPS destinato alla presentazione delle domande per i congedi genitoriali non consentiva ai genitori dello stesso sesso di completare la procedura delle richieste, perché impediva di fornire le generalità di entrambi.

Accogliendo il ricorso, il Giudice di Bergamo ha accertato l’esistenza di una “ingiustificata discriminazione a danno dei genitori dello stesso sesso” già tali per i registri italiani dello stato civile, assegnando all’INPS un termine di due mesi per modificare il portale web e prevedendo una sanzione di 100 euro per ogni giorno di ritardo.

“L’applicativo web dell’INPS per le domande di congedi e riposi per i quali è stata promossa la causa rispecchia la normativa nazionale, pensata a suo tempo – e mai aggiornata, pur essendoci stata l’opportunità con il recepimento della cd. Direttiva Congedi nel 2022 – per due genitori di sesso diverso. “Ma trattandosi di istituti a cui si applica il divieto di discriminazione per orientamento sessuale imposto dal diritto dell’Unione Europea, tutti i congedi devono essere accessibili anche alle coppie di genitori dello stesso sesso, che devono potersi suddividere i compiti di cura e assistenza, come avviene per tutti i genitori eterosessuali” spiega l’avv. Francesco Rizzi, socio di Rete Lenford che ha patrocinato la causa insieme all’avv. Alberto Guariso.

“Il nostro prossimo obiettivo è quello di tutelare la posizione anche dei genitori che non hanno potuto ottenere il riconoscimento alla nascita e stanno attendendo i lunghi tempi dell’adozione in casi particolari, perché la condizione di coloro che stanno attendendo il riconoscimento e si fanno già carico dei compiti di cura genitoriale non è così diversa da coloro che sono riconosciuti come genitori già alla nascita” aggiunge Rizzi.

Il Presidente di Rete Lenford, avv. Vincenzo Miri, esprime grande soddisfazione per l’importante risultato ottenuto a Bergamo: “Sono molto lieto dell’esito del processo, che conferma l’impossibilità di discriminare le famiglie omogenitoriali anche in merito ai congedi, e della proficua collaborazione con CGIL. Ringrazio i colleghi e le colleghe dell’Associazione che hanno collaborato allo studio del caso e gli avv.ti Guariso e Rizzi per l’eccellente lavoro. Ci saranno ancora molte iniziative che Rete Lenford avvierà in quanto soggetto collettivo, al fine di produrre, come in questo caso, un risultato concretamente e immediatamente utilizzabile da tutte le cittadine e da tutti i cittadini”.

“Abbiamo lungamente e ripetutamente chiesto a INPS di aggiornare i sistemi informatici per consentire a qualunque genitore di inserire la richiesta e fruire dei relativi diritti. Di fronte all’inerzia dell’Istituto non abbiamo avuto esitazioni a intervenire nel giudizio promosso da Rete Lenford che oggi finalmente pone fine a un’odiosa discriminazione e restituisce vigore al principio di uguaglianza senza discriminare tra famiglie e famiglie e figlie e figli a prescindere dal nucleo familiare in cui nascono. Siamo felici di questo risultato e non dubitiamo che la collaborazione tra CGIL e Rete Lenford possa rinnovarsi in future occasioni nella ricerca di obiettivi condivisi”, dichiara Sandro Gallittu, responsabile Ufficio Nuovi Diritti e delle Politiche per le famiglie e l’infanzia di CGIL.

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  31 Gennaio 2024 News

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Part Time Ciclico: senza tutele 100mila lavoratrici e lavoratori

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 Pubblicato: 05 Febbraio 2024

Sono oltre 100mila le lavoratrici e i lavoratori con Part time Ciclico lasciate senza sostegno economico nei periodi di sospensione dal lavoro. È quanto riferiscono in una nota congiunta Cgil, Inca, Filcams, Funzione Pubblica e Flai, che chiedono al Governo di porre rimedio accogliendo la richiesta di rinnovare il finanziamento del Fondo di sostegno per gli anni 2024 e 2025, per l’accesso alle prestazioni relative ad eventi verificatesi negli anni 2023 e 2024, ad oggi confermato solo per il 2023, lasciando senza tutele un corposo numero di lavoratori.

A questo scopo, le organizzazioni sindacali hanno presentato un emendamento anche al Disegno di legge in materia di lavoro, al fine di introdurre nell’ordinamento un sostegno economico strutturale a tutti i titolari di un contratto di lavoro a tempo parziale che prevede periodi non lavorati dovuti a sospensione ciclica. 

Infatti, il fondo di 30 milioni di euro è stato confermato soltanto per gli anni 2022/2023 e non più rifinanziato né per il 2024 né per il futuro, né il Governo ha aperto un tavolo di confronto in merito, nonostante la specifica richiesta delle organizzazioni sindacali, che continuano a “rivendicare il passaggio ad una misura di copertura reddituale strutturale per i mesi di sospensione dall’attività”.

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  31 Gennaio 2024 News

Una importante sentenza apre la strada per il riconoscimento dell’origine professionale dello stress lavoro correlato. La pronuncia (n. 559 del 21 settembre 2023) è della Corte d’appello di Firenze che, accogliendo un ricorso promosso dai legali di Inca, ha infatti riconosciuto la “costrizione lavorativa” come causa esclusiva di Malattia Professionale. “Finalmente qualcosa si sta concretamente…

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  29 Gennaio 2024 News

Con pronuncia del 25 gennaio 2024 il Tribunale di Bergamo ha stabilito che è discriminatorio impedire alle famiglie omogenitoriali l’accesso ai congedi genitoriali, imponendo all’INPS di modificare il sistema informatico, con cui obbligatoriamente devono essere inviate le domande, che ne impediva il completamento della procedura di richiesta. La decisione, di estrema importanza, è l’esito di…

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Conversione del permesso di soggiorno per protezione speciale (notizie inca cgil)

Il TAR della Campania, con la sentenza n. 195 del 25 gennaio, ha accolto l’istanza cautelare promossa dalla CGIL Campania per un assistito della sede INCA di Caserta, contro il provvedimento di inammissibilità e conseguente archiviazione della richiesta di conversione del permesso di soggiorno. 

Nella fattispecie, l’assistito aveva richiesto alla Questura di Caserta,  in data 5 settembre 2023, la conversione del permesso di soggiorno per protezione speciale, ottenuto prima del 5 maggio 2023. La, Questura però aveva emesso un provvedimento di inammissibilità fondato sul DL n. 20/2023, convertito con la legge n. 50/2023, ritenendo ostativo il fatto che la conversione del permesso di soggiorno era stata richiesta dopo l’entrata in vigore della nuova legge, ignorando, di fatto, che la suddetta legge prevede un regime transitorio per le domande di protezione speciali pendenti alla data del 10 marzo 2023, ovvero nei casi in cui lo straniero abbia già ricevuto l’invito alla presentazione dell’istanza da parte della Questura competente ovvero presentate entro il 4 maggio 2023. 

Il TAR della Campania, dunque, ha accolto l’istanza cautelare, sospendendo l’efficacia del provvedimento della Questura di Caserta, dichiarando il ricorso fondato in quanto la norma prevede appunto il regime transitorio, rimandando la trattazione di merito del ricorso all’udienza del 22 maggio 2024. 

Si ricorda, infatti, che non sono convertibili soltanto le protezioni speciali che sono o saranno riconosciute per domande presentate dopo il 4 maggio 2023. 

 Leggi la sentenza 

 

FRANTZISCU CASULA

Frantziscu Casula

 
 
 
bùssola Disambiguatzione – Si ses chirchende s’acadèmicu e istòricu nàschidu in Livorno in su 1933, càstia Frantziscu Tzèsare Casula.

Custu artìculu est iscritu cun sa grafia Limba Sarda Comuna. Abbàida sas àteras bariedades gràficas:campidanesu · logudoresu · nugoresu

Frantziscu Casula
Nàschida 1945
Ollollai
Natzionalidade sarda
Tzitadinàntzia italiana
Alma mater Universidade “La Sapienza” de Roma
Traballu insegnante, sindacalista, istòricu, giornalista e sagista

Frantziscu Casula (Ollollai1945)[1] est un’insegnante, sindacalista, istòricu, giornalista e sagista sardu.[2]

Biografia[modìfica | modìfica su còdighe de orìgine]

Nàschidu in Ollollai, a pustis de sos istùdios mèdios e superiores fatos in sas iscolas de sos Gesuitas at frecuentadu su Litzeu “Sotziale” de Torinu, e s’est laureadu in Istòria e Filosofia in s’Universidade “La Sapienza” de Roma.

At incumintzadu a traballare in sas iscolas in Macumere, in ue at collaboradu a fundare sa CGIL-iscola sarda, e in ue est istadu professore a primu de Istòria e Filosofia in sos litzeos e a pustis de Istòria in s’istitutu tècnicu e pro geòmetras. A pustis de s’èssere tramudadu a Casteddu, pro prus de 30 annos est istadu professore de Istòria e de Italianu in sas iscolas superiores.

Sa prima esperièntzia polìtica sua in Sardigna est de su 1972, cando teniat 26 annos, cun su Movimentu polìticu de sos traballadores (MPL – Movimento politico lavoratori) de Livio Labor, chi fiat giai istadu presidente de s’ACLI, cun su cale s’est candidadu a sas eletziones.[3]

In su matessi annu, in Macumere, at fundadu su tzìrculu polìticu-culturale “Camillo Torres”, dedicadu a su preìderu colombianu gherrilleri mortu dae sas unidades anti-gherrilla de su guvernu. e in ue ant a intrare medas istudiantes e insegnantes, chi in paris cun issu ant a intrare in su PDUP (Partidu de unidade proletària) e a pustis in sa setzione sarda de Democrazia Proletaria, chi gràtzias mescamente a su traballu suo at a devènnere autònoma dae cussa italiana, sardizende·si e mudende de nùmene in “Democrazia Proletaria sarda“.

A pustis de s’isorvimentu de cussu partidu est intradu in su Psd’Az, in ue est abarradu pro unos cantos annos, e at lassadu sa CGIL pro intrare in sa CSS (Cunfederatzione sindacale sarda) fundada dae Eliseo Spiga, in ue at devènnere in antis responsàbile de sa setzione iscola, a pustis segretàriu natzionale annànghidu e a pustis galu segretàriu natzionale generale, finas a cando no at lassadu sa càrriga isseberende de si dedicare mescamente a atividades culturales, publitzìsticas e editoriales.

Giornalista publitzista dae su 1989, at iscritu pro L’Unione Sarda, Il Sardegna, Sa Repubblica Sarda, Nazione Sarda, Camineras, Làcanas, Sardigna.com e medas àteros giornale e rivistas. Est istadu Diretore Responsàbile de Il Solco, su giornale de su Psd’Az fundadu dae Emìliu Lussu, de su periòdicu de sa CSS Tempus de Sardinnia, de Liberamenti, periòdicu de Cuartùciu, de “Clacson, periòdicu de Patiolla, de Saturru, periòdicu de Ceraxius, de Liberatzione sarda e de Madiapolis, periòdicu de sos istudiantes universitàrios de s’Universidade de Casteddu.[3]

Su Cussìgiu Regionale de sa Sardigna, in su 2000, l’at mutidu comente membru de s’Osservatòriu de sa Limba e de sa Cultura Sarda, de su cale at fatu parte pro 5 annos.[4]

In su 2001 at publicadu su primu libru suo, Statuto sardo e dintorni, su resurtadu de una chirca fata cun sos pitzinnos de s’istitutu Martini de Casteddu in subra de s’Istatutu Sardu e de sas raighinas istòricas suas, pensadu pro sos giòvanos de sas iscolas e cun sa prefatzione de Eliseo Spiga. Su libru agabbat cun duas tradutziones in sardu de s’istatutu.[5]

In su 2004 at incumintzadu a traballare fintzas comente tradutore, bortende in sardu bator regortas illustradas de contos pro pitzinnos iscritas dae àteros autores.

De su 2006, imbetzes, sunt sas primas òperas iscritas in sardu dae issu, pro sa Collana “Omines e feminas de gabbale” de S’Alfa editrice. Intre su 2006 e su 2008 at iscritu, a sa sola o paris cun àtere, deghe sàgios biogràficos dedicados a òmines e fèminas (Gràtzia DeleddaElianora de ArbarèeAntoni Simon MossaAntoni GramsciAmsìcoraGiuanne Maria AngioyMarianna BussalaiSigismondo ArquerGiuseppe Dessì e Antioco Casula, prus connotu cun su nùmene de Montanaru) chi ant tentu un’importu mannu in s’istòria sarda, dae su tempus prus antigu a oe. At fintzas curadu sa collana, in ue bi sunt fintzas sàgios iscritos dae àteros autores, e in su 2010 at publicadu sa versione in italianu de sos sàgios suos in unu volume ùnicu, chi at mutidu Uomini e donne di Sardegna: le controstorie.[1]

In su 2009 at publicadu un’istòria de s’autonomia de sa Sardigna in paris cun Gianfranco Contu, e su libru Sa die de Bernardinu Puliga cun Vittorio Sella.

In su 2010 at publicadu duos sàgios: La lingua sarda e l’insegnamento a scuola, unu testu dedicadu a acrarire sa situatzione de cussu momentu de sa limba sarda e sas netzessidades suas e, in paris cun Franco Fresi, Sarvadore Tola e Giùliu Angioni, fintzas su libru La poesia satirica in Sardegna, a incuru de Franco Carlini.[1]

In su 2011 e in su 2013 sunt essidos sos primos duos volumes de Letteratura e Civiltà della Sardegna, un’òpera pensada mescamente pro sos istudiantes e dedicada a sa literadura sarda, in totu sas limbas suas, e a sos autores sardos prus mannos chi s’Ìsula apat tentu.[6]

In su 2015 at publicadu I viaggiatori italiani e stranieri in Sardegna, unu testu in ue at analizadu sas òperas de sos literados e de sos viagiadores istràngios chi ant chistionadu de sa Sardigna, fatu-fatu a pustis de àere fatu biàgios in cue e mescamente in su seschentos e su setighentos.

In su 2016 at publicadu, imbetzes, un’òpera dedicada a su perìodu de su Regnu de Sardigna ligadu a sos SavojasCarlo Felice e i tiranni sabaudi. In cust’òpera Casula at analizadu dae su puntu de vista istòricu s’impatu chi sos membros de sa domo Savoja e sos guvernantes de sa corte issoro ant tentu in Sardigna, dedichende fintzas unas cantas pàginas a personàgios de annotu de s’època, che a Giuanne Maria Angioy e Frantziscu Cillocco. Su libru, iscritu cun sa punna de fàghere connòschere mègius a sos sardos personàgios ligados fintzas a sa toponomàstica de sas biddas e de sas tzitades issoro,[7][8] at tentu unu sutzessu mannu meda, cun prus de 130 presentatziones[9][10] in totu sa Sardigna e in foras, fintzas in sa Biblioteca de su Senatu italianu,[11][10][12][13] e a pustis de l’àere torradu a imprentare 5 bortas s’editore at publicadu sa de duas editziones.[9] Sa dibata nàschida a pustis de sa publicatzione sua at fintzas ispiradu s’atore e regista Gianluca Medas a nde creare una dramatizatzione teatrale, “Processo alla statua di Carlo Felice“, chi at presentadu in Casteddu in su 29 de austu, e chi at otènnidu un’interessu de sa gente bastante a fàghere acabare totu sos postos disponìbiles pro su pùblicu e fàghere nàschere sa proposta de nde fàghere una rèplica.[14][15] S’ispetàculu est istadu registradu e trasmìtidu in direta dae su canale televisivu EjaTV.[16]

Intre su 2019 e su 2020 Frantziscu Casula at pigadu parte a su programma in limba sarda “Logos de Logu”, presentadu dae Enrico Putzolu e trasmìtidu dae Tele Costa Smeralda, in ue at chistionadu de istòria, cultura e literadura de sa Sardigna, mescamente in s’ùrtima parte de sas puntadas ma fintzas chistionende cun su presentadore.[17]

Semper in su 2020 est essidu su de tres volùmenes de Letteratura e Civiltà della Sardegna, cun un’impostatzione unu pagu diferente dae sa de sos àteros duos. Difatis, imbetzes de èssere dedicadu a sa poesia e a sos romanzos, est totu dedicadu a su teatru in limba sarda, analizadu però semper in manera de permìtere a chie leghet de connòschere sas òperas e sas temàticas de sos autores, fintzas gràtzias a medas testos pigados dae sas iscienegiaduras de sas òperas issoro.

In su 2021 e in su 2022 at presentadu su programma “Connòschere sa Limba”, in Tele Costa Smeralda[18][19], una trasmissione in limba sarda cun intervistas e diàlogos in contu de limba sarda paris cun protagonistas de su movimentu linguìsticu sardu, e semper in su 2022 fintzas su programma “Pimpirias de limba, literadura e istòria sarda” in Radio Televisione Sarda.

In s’abrile de su 2022, pro Sa Die de sa Sardigna e in collaboratzione cun s’assòtziu de sos sardos “Antonio Gramsci” de Torinu, at ammaniadu una presentatzione de Carlo Felice e i Tiranni Sabaudi. Pro sa presentatzione fiat istadu pedidu, a primu, s’impreu de su Museu de su Risorgimentu, ma a pustis de sa risposta no arribbada e de sa rechesta informale de mudare su nùmene de s’eventu[20][21][22] s’est isseberadu de lu fàghere imbetzes in su Palatzu Tzìvicu, cun su patrotzìniu de sa Tzitade de Torinu e cun sa presèntzia de unu de sos cussigeris comunales.[23]

Casula faghet parte de medas giurias de prèmios literàrios de poesia in limba sarda in totu sa Sardigna, e est istadu fintzas parte de cussa de su Prèmiu Otieri, su prus mannu de s’Ìsula.[4]

Òperas[modìfica | modìfica su còdighe de orìgine]

Òperas iscritas in sardu[modìfica | modìfica su còdighe de orìgine]

  • Frantziscu Casula, Gratzia Deledda, in Omines e feminas de gabbale, Cuartu Sant’Aleni, Alfa editrice, 2006, ISBN 978-88-85995-03-1OCLC 955195506.
  • Frantziscu Casula, Leonora d’Arborea, in Omines e feminas de gabbale, Cuartu Sant’Aleni, Alfa editrice, 2006, ISBN 978-88-85995-05-5OCLC 955195236.
  • Frantziscu Casula, Antoni Simon Mossa, in Omines e feminas de gabbale, Cuartu Sant’Aleni, Alfa editrice, 2006, ISBN 978-88-85995-07-9.
  • Frantziscu Casula, Antoni Gramsci, in Omines e feminas de gabbale, Cuartu Sant’Aleni, Alfa editrice, 2006, ISBN 978-88-85995-06-2.
  • Frantziscu Casula e Amos Cardia, Amsìcora, in Omines e feminas de gabbale, Cuartu Sant’Aleni, Alfa editrice, 2007, ISBN 978-88-85995-15-4OCLC 1102380513.
  • Frantziscu Casula e Zuanna Cottu, Zuanne Maria Angioy, in Omines e feminas de gabbale, Cuartu Sant’Aleni, Alfa editrice, 2007, ISBN 978-88-85995-14-7OCLC 1102373153.
  • Frantziscu Casula e Zuanna Cottu, Marianna Bussalai, in Omines e feminas de gabbale, Cuartu Sant’Aleni, Alfa editrice, 2007, ISBN 978-88-85995-16-1OCLC 1102380738.
  • Frantziscu Casula e Marco Sitzia, Sigismondo Arquer, in Omines e feminas de gabbale, Cuartu Sant’Aleni, Alfa editrice, 2008, ISBN 978-88-85995-41-3.
  • Frantziscu Casula e Veronica Atzei, Giuseppe Dessì, in Omines e feminas de gabbale, Cuartu Sant’Aleni, Alfa editrice, 2008, ISBN 978-88-85995-42-0.
  • Frantziscu Casula e Joyce Mattu, Montanaru, in Omines e feminas de gabbale, Cuartu Sant’Aleni, Alfa editrice, 2009, ISBN 978-88-85995-43-7.
  • Frantziscu Casula, Gratzia Dore, in Omines e feminas de gabbale, Cuartu Sant’Aleni, Alfa editrice, 2009, ISBN 978-88-85995-45-1.

Òperas iscritas in italianu[modìfica | modìfica su còdighe de orìgine]

  • (IT) Francesco Casula, Statuto sardo e dintorni, Casteddu, Artigianarte editore, 2001.
  • (IT) Gianfranco Contu e Francesco Casula, Storia dell’autonomia in Sardegna, Patiolla, Grafica del Parteolla, 2009.
  • (IT) Francesco Casula e Vittorio Sella, Sa die de Bernardinu Puliga, Nùgoro, Studiostampa srl, 2009.
  • (IT) Francesco Casula, Franco Fresi, Salvatore Tola e Giulio Angioni, La poesia satirica in Sardegna, a incuru de Franco Carlini, Casteddu, Edizioni della Torre, 2010, ISBN 978-88-7343-430-6OCLC 955208693.
  • (IT) Francesco Casula, Uomini e donne di Sardegna: le controstorie, Cuartu Sant’Aleni, Alfa editrice, 2010, ISBN 978-88-85995-50-5OCLC 677914368.
  • (IT) Francesco Casula, La lingua sarda e l’insegnamento a scuola: la legislazione europea, italiana e sarda a tutela delle minoranze linguistiche, Cuartu Sant’Aleni, Alfa editrice, 2010, ISBN 978-88-85995-51-2OCLC 846058175.
  • (IT) Francesco Casula, Letteratura e civiltà della Sardegna, Vol. I, Patiolla, Grafica del Parteolla, 2011, pp. 102-112, ISBN 978-88-96778-61-6OCLC 828215218.
  • (IT) Francesco Casula, Letteratura e civiltà della Sardegna. Vol. II, Patiolla, Edizioni Grafica del Parteolla, 2013, ISBN 978-88-6791-018-2OCLC 931462627.
  • (IT) Francesco Casula, I viaggiatori italiani e stranieri in Sardegna, Cuartu Sant’Aleni, Alfa editrice, 2015, ISBN 978-88-85995-76-5OCLC 1045964818.
  • (IT) Francesco Casula, Carlo Felice e i tiranni sabaudi, Patiolla, Grafica del Parteolla, 2016, ISBN 978-88-6791-124-0OCLC 1102374235.
  • (ITSC) Francesco Casula, Letteratura e Civiltà della Sardegna – Volume III – Il Teatro in Lingua Sarda, Patiolla, Grafica Del Parteolla, 2020, ISBN 978-88-6791-231-5.

Tradutziones in sardu de òperas de àteros autores[modìfica | modìfica su còdighe de orìgine]

  • Vincenzo Mereu, Pupillu, Menduledda e su Dindu Glù! Glù!, tradutzione de Francesco Casula, illustratziones de Vincenzo Mereu, Cuartu Sant’Aleni, Alfa editrice, 2003, ISBN 978-8885995802.
  • Khalil Babouchi, Contos de sabidoria mediterranea, tradutzione de Francesco Casula, Cuartu Sant’Aleni, Alfa editrice, 2004, ISBN 978-8885995864OCLC 1085646998.
  • Debora Deliana Cara, Paristorias a supra de sos logos de Sardinna, tradutzione de Francesco Casula, illustratziones de Giuseppe Atzori, Cuartu Sant’Aleni, Alfa editrice, 2004, ISBN 978-8885995871OCLC 1085642954.
  • Debora Deliana Cara, Paristorias a supra de sos nuraghes, tradutzione de Francesco Casula, illustratziones de Manuela Basciu e Claudio Adamo, Cuartu Sant’Aleni, Alfa editrice, 2004, ISBN 978-8885995888OCLC 1085645247.

Àteros sàgios, artìculos e prefatziones[modìfica | modìfica su còdighe de orìgine]

Frantziscu Casula at iscritu fintzas medas àteros testos e artìculos publicados in intro de rivistas, libros cun autores medas e comente prefatziones a àteras òperas. Una lista agiornada a su 2018 de custos traballos, chi sunt prus de 1000,[24] si podet agatare in su situ suo.[25]

Riferimentos[modìfica | modìfica su còdighe de orìgine]

  1. ↑ Jump up to:1.0 1.1 1.2 (ITUomini e donne di Sardegna: le controstorie. Di Francesco Casula, in guide.supereva.it. URL consultadu su 14 freàrgiu 2021 (archiviadu dae s’url originale su 25 santugaine 2020).
  2.  (IT) Anthony Muroni, Cultura, storia, scuola, Sardegna. Dieci domande a… Francesco Casula, in Anthony Muroni, 1º maju 2018. URL consultadu su 14 freàrgiu 2021.
  3. ↑ Jump up to:3.0 3.1 (ITFrancesco Casula, in inchiestaonline.it. URL consultadu su 14 freàrgiu 2021.
  4. ↑ Jump up to:4.0 4.1 (ITFrancesco Casula, in SBS – Servìtzios Bibliogràficos SardosURL consultadu su 14 freàrgiu 2021.
  5.  Franco Carlini, Una circa a pizzus de su Statudu Sardu, in Truncare sas cadenas, 29 trìulas 2014. URL consultadu su 14 freàrgiu 2021.
  6.  (ITLa civiltà sarda secondo Casula, in La Nuova Sardegna, 9 santugaine 2013. URL consultadu su 14 freàrgiu 2021 (archiviadu dae s’url originale su 15 freàrgiu 2021).
  7.  (ITL’Ute presenta la “controstoria” di Francesco Casula, in La Nuova Sardegna, 30 martzu 2017. URL consultadu su 14 freàrgiu 2021.
  8.  (IT) Enrico Lobina, ‘Carlo Felice e i tiranni sabaudi’, la Sardegna degli uomini con meno diritti degli altri, in Il Fatto Quotidiano, 5 abrile 2017. URL consultadu su 14 freàrgiu 2021.
  9. ↑ Jump up to:9.0 9.1 (ITORGOSOLO. Presentazione del libro di Francesco Casula “Carlo Felice e i tiranni sabaudi”, in La Barbagia.net, 3 santugaine 2020. URL consultadu su 14 freàrgiu 2021.
  10. ↑ Jump up to:10.0 10.1 (IT“Carlo Felice e i tiranni sabaudi” al Senato della Repubblica, in Il Manifesto Sardo, 16 freàrgiu 2020. URL consultadu su 14 freàrgiu 2021.
  11.  (IT“Carlo Felice e i tiranni sabaudi” varca il mare: il 21 febbraio al Senato, in La Barbagia.net, 2020-18-02. URL consultadu su 14 freàrgiu 2021.
  12.  (ITCarlo Felice e i tiranni sabaudi, in webtv.senato.it. URL consultadu su 14 freàrgiu 2021 (archiviadu dae s’url originale su 15 freàrgiu 2021).
  13.  Filmadu vìdeu (ITPresentazione del volume “Carlo Felice e i tiranni sabaudi”, in YouTube, Senato Italiano.
  14.  (IT“Processo alla statua di Carlo Felice” replica, la discussione appassiona i cagliaritani, in Vistanet, 28 austu 2020. URL consultadu su 14 freàrgiu 2021.
  15.  (ITA Cagliari “Processo alla statua di Carlo Felice”, in Sardegna Reporter, 28 austu 2020. URL consultadu su 14 freàrgiu 2021.
  16.  (ITProcesso alla statua di Carlo Felice – rappresentazione teatrale c/o palazzo regio in Cagliari, in Sardegnaeventi24. URL consultadu su 14 freàrgiu 2021 (archiviadu dae s’url originale su 16 maju 2021).
  17.  LOGOS de logu, in www.telecostasmeralda.tv. URL consultadu su 14 freàrgiu 2021.
  18.  Connoschere Sa Limba 2021 – YouTube, in www.youtube.com. URL consultadu su 27 martzu 2022.
  19.  Connòschere Sa Limba 2022 – YouTube, in www.youtube.com. URL consultadu su 27 martzu 2022.
  20.  (IT) Francesco Casula, La censura neosabauda e la proposta di “ritoccare il titolo del libro” perché “Tiranni sabaudi” poteva urtare qualche sensibilità, in Il Manifesto Sardo, 26 abrile 2022. URL consultadu s’11 trìulas 2022.
  21.  (ITIl libro sardo sui “tiranni sabaudi” non piace a Torino: “Ritoccate il titolo”, in YouTG.NET. URL consultadu s’11 trìulas 2022.
  22.  (ITNiente presentazione del libro “Tiranni sabaudi” al Museo del Risorgimento: è polemica, in la Repubblica, 20 abrile 2022. URL consultadu s’11 trìulas 2022.
  23.  (IT) Federico Dagostino, “Sa die de sa Sardigna” a Palazzo Civico – CittAgorà, in comune.torino.it. URL consultadu s’11 trìulas 2022.
  24.  (ITCurriculum Francesco Casula, in Truncare sas cadenas, 3 nadale 2008. URL consultadu su 14 freàrgiu 2021.
  25.  (ITLibri e Scritti di Francesco Casula, in truncare.myblog.it, 12 austu 2018. URL consultadu su 14 freàrgiu 2021.

Ligàmenes esternos[modìfica | modìfica su còdighe de orìgine]

Controllu de autoridade VIAF (EN49238306 · BNF (FRcb16655340b (data) · OL OL42034A · WorldCat Identities (EN49238306

Presentazione delle nuove domande telematiche di pensione 2024

Presentazione delle nuove domande telematiche di pensione 2024

Il nuovo servizio per la presentazione delle domande telematiche di pensione anticipata flessibile e pensione anticipata Opzione donna.

Pubblicazione: 2 febbraio 2024

Con il messaggio 1° febbraio 2024, n. 454, l’INPS comunica che il sistema di gestione delle domande di pensione è stato implementato per consentire:

  • la presentazione della domanda di pensione anticipata flessibile;
  • la presentazione della domanda di pensione anticipata Opzione donna;
  • l’inserimento, da parte delle lavoratrici interessate, del numero dei figli in fase di invio dell’domanda di pensione anticipata.

Le istanze possono essere presentate attraverso i seguenti canali:

La censura neosabauda e la proposta di “ritoccare il titolo del libro” perché “Tiranni sabaudi” poteva urtare qualche sensibilità

26 Aprile 2022

[Francesco Casula]

Lo strano caso della informale richiesta di cambio del nome all’iniziativa di presentazione del libro “Carlo Felice e i tiranni sabaudi” in occasione della celebrazione di Sa Die de sa Sardigna a Torino. Pubblichiamo l’opinione di Francesco Casula (red).

Questi i fatti. L’associazione dei sardi “Antonio Gramsci” di Torino decide di festeggiare quest’anno Sa Die de sa Sardigna presentando il mio libro “Carlo Felice e i tiranni sabaudi”.

In largo anticipo rispetto alla data (28 aprile) presenta una richiesta formale per poter utilizzare come location il Museo del Risorgimento, all’interno di Palazzo Carignano. sede storica del primo Parlamento subalpino (1848-1861) e del primo Parlamento del Regno d’Italia (1861-1864).

Per settimane l’Associazione aspetta inutilmente una risposta. Che non arriva. Arriva invece – dichiara Enzo Cugusi, componente del direttivo dell’Associazione e già Consigliere comunale a Torino – “una richiesta informale di ritoccare il titolo dell’appuntamento perché poteva urtare qualche sensibilità”. Richiesta risibile e provocatoria che giustamente e opportunamente viene respinta: si doveva cambiare il titolo stesso del libro! E magari il contenuto?

Alla provocazione della richiesta, si aggiunge l’ipocrisia del direttore del Museo del Risorgimento, Ferruccio Martinotti che nega il tutto. “Sono innocente – scherza – e sottoporrò al consiglio del Museo la proposta dell’associazione il 26 aprile e se sarà approvata daremo disponibilità della sala prossimamente”. Sapendo che la presentazione del libro si farà il 28 aprile e quindi mancherebbero comunque i tempi tecnici necessari.

Tempi che il direttore ha avuto a iosa, essendo stata presentata la richiesta più di un mese fa. Insomma ai neosabaudi torinesi fa paura la stessa parola “tiranni sabaudi”. E, si licet parare magna cum parvis, tale comportamento ricorda la Russia di Putin in cui è proibito pronunciare la stessa parola “Guerra” a proposito dell’aggressione alla Ucraina. Si rischia fino a 15 anni di carcere. Aspettiamo la quantificazione della pena per chi insistesse nel continuare a etichettare come “tiranni” i re savoiardi.

Ma non si preoccupino: la critica alla politica funesta dei tiranni sabaudi in Sardegna la sentiranno ugualmente, forte e decisa. Perché il libro, a Torino, alla faccia della loro censura, verrà presentato ugualmente: e in una sede ugualmente simbolica.

L’appuntamento è per il 28 aprile nel Municipio (Sala Colonne), Palazzo di Città,1. Coordinerà i lavori Enzo Cugusi. Presenterà il libro Giuseppe Melis Giordano. Mentre concluderà l’Autore Francesco Casula. Tina Cosseddu canterà, accompagnato dalle launeddas di Nicola Diana, alcune ottave dell’Inno “Su patriota sardu a sos feudatarios” e di “Nanneddu meu” di Peppino Mereu. Parteciperanno alla Presentazione Parlamentari, Consiglieri regionali, comunali e sindaci sardi, eletti a Torino e in Piemonte.

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Valutazioni e critiche che accompagnarono la firma dei Patti Lateranensi

 

L’11 febbraio del 1929, il cardinale Pietro Gasparri, segretario di Stato e l’On. Benito Mussolini, capo del governo solidamente al potere, dopo la Marcia su Roma, da sette anni – nel 1922 era iniziato anche il pontificato di Pio XI  –  firmano le Inter Sanctam Sedem e Italiae Regnum Conventiones, note come Patti del Laterano, dal nome del palazzo in cui furono sottoscritti, per essere, successivamente, il 7 giugno, ratificati dal pontefice e dal re Vittorio Emanuele III. Sono composti di tre distinti ma interconnessi documenti: Trattato (con annessi tre allegati riguardanti il Territorio dello Stato della Città del Vaticano, gli Immobili con privilegio di extraterritorialità e con esenzione da espropriazione e da tributi, gli Immobili esenti da espropriazioni e da tributi), Concordato e Convenzione finanziaria. 

Le ragioni e finalità del Trattato e del Concordato sono riassunte nelle premesse dei due documenti. “Premesso che la Santa Sede e l’Italia hanno riconosciuto la convenienza di eliminare ogni ragione di dissidio fra loro esistente con l’addivenire ad una sistemazione definitiva dei reciproci rapporti, che sia conforme a giustizia ed alla dignità delle due Alte Parti e che, assicurando alla Santa Sede in modo stabile una condizione di fatto e di diritto la quale Le garantisca l’assoluta indipendenza per l’adempimento della Sua alta missione nel mondo, consenta alla Santa Sede stessa di riconoscere composta in modo definitivo ed irrevocabile la «questione romana», sorta nel 1870 con l’annessione di Roma al Regno d’Italia sotto la dinastia di Casa Savoia; che dovendosi, per assicurare alla Santa Sede l’assoluta e visibile indipendenza, garantirle una sovranità indiscutibile pur nel campo internazionale, si è ravvisata la necessità di costituire, con particolari modalità, la Città del Vaticano, riconoscendo sulla medesima alla Santa Sede la piena proprietà e l’esclusiva ed assoluta potestà e giurisdizione sovrana”.

“Premesso che fin dall’inizio delle trattative tra la Santa Sede e l’Italia per risolvere la «questione romana» la Santa Sede stessa ha proposto che il Trattato relativo a detta questione fosse accompagnato, per necessario complemento, da un Concordato, inteso a regolare le condizioni della Religione e della Chiesa in Italia”.

Con la Convenzione Finanziaria lo Stato Italiano rifonde alla Santa Sede con una somma complessiva di un miliardo e 750.000 lire “i danni ingenti subiti dalla Sede Apostolica per la perdita del patrimonio di San Pietro degli antichi Stati pontifici e dei beni degli enti ecclesiastici”.

Quali furono le valutazioni e le critiche al momento della loro firma? Sono noti i timori espressi sia da don Luigi Sturzo dal suo esilio londinese, sia di Alcide De Gasperi, sull’uso strumentale che il Regime ne avrebbe fatto al fine di consolidare la sua presa totalitaria sulla società italiana oltre che sulle istituzioni. Di grande intelligenza e preveggenza sono, in ambito ecclesiastico, le riflessioni di monsignor Domenico Tardini, futuro segretario di Stato di Giovanni XXIII, contenute in un suo diario personale, da me pubblicato nel 1988 per i tipi della Studium, nel volume Domenico Tardini 1888-1961. L’azione della Santa Sede nella crisi fra le due guerre:

Liquidare la questione romana fu senza dubbio un gran bene per l’Italia che si tolse di colpo di fronte ai cattolici dell’estero la dolorosa nomea di spogliatrice e carnefice del Papa e per la Santa Sede, che, con l’andare degli anni, sarebbe stata ridotta a protestare senza che nessuno la prendesse sul serio, perdendo, così, oltre il regno, il prestigio. (…) Ma fu davvero vantaggioso il Concordato, cioè un vero e proprio patto bilaterale, con circa 40 articoli, con disposizioni così varie, così complesse, così molteplici da dare ad ogni piè sospinto la possibilità di dissidi e di lotte. Tutti i concordati sono destinati ad essere trasgrediti ed infine a cadere…”.

Gli sviluppi dei Patti del Laterano nel tempo solo in parte hanno confermato le pessimistiche previsioni tardiniane. Una prima fondamentale loro conferma è costituita, infatti, dopo la Liberazione e l’elezione dell’Assemblea Costituente, dall’approvazione, nel 1947, con il voto favorevole della Dc  e anche del PCI, dell’articolo 7 della Costituzione che recita: “Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti, accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale”.

Era garantita con questa, non scontata, intesa non solo la pace religiosa in Italia ma anche la piena accettazione da parte della Chiesa cattolica del nuovo assetto democratico e repubblicano del Paese.

Una seconda verifica si ha con la Revisione del Concordato, firmata, il 18 febbraio del 1984, dal presidente del Consiglio Bettino Craxi e dal segretario di Stato, cardinale Agostino Casaroli, dopo una lunga e laboriosa trattativa, protrattasi per quasi un decennio, nella quale, nella fase finale, svolsero un ruolo importante monsignor Achille Silvestrini per la Santa Sede e Gennaro Acquaviva per il governo italiano. Le innovazioni importanti contenute sono il risultato congiunto, come recita il preambolo del testo della Revisione, “del processo di trasformazione politica e sociale verificatosi in Italia negli ultimi decenni e degli sviluppi promossi nella Chiesa dal Concilio Vaticano II”.