Archivi giornalieri: 1 ottobre 2021

Nadef 2021

Nadef 2021 approvata in Cdm: le misure e gli aiuti per famiglie e lavoratori

La Nadef è un documento di cruciale importanza per il gli obiettivi del paese in materia economica. Ecco un quadro di sintesi.

In queste ultime ore tengono banco le notizie relative al pacchetto delle misure di cui alla Nadef, vale a dire la Nota di aggiornamento al Def approvata dal Consiglio dei ministri, che riporta i nuovi dati e le nuove stime circa i conti pubblici. Nel documento trovano spazio soluzioni che attengono in maniera diretta alla vita quotidiana dei nuclei familiari.

La Nadef costituisce un provvedimento di certo non di secondaria importanza, giacchè rappresenta il manifesto delle strategie di politica economica che il Governo, intende mettere in atto nelle prossime settimane e mesi.

La nota di aggiornamento del Def è infatti il primo passo per l’elaborazione della successiva legge di bilancio. Mentre il Def è il Documento di Economia e Finanza, anch’esso essenziale per la redazione della suddetta legge. Anzi si può pacificamente sostenere che la Nadef ha la funzione di rielaborare; e perfezionare le previsioni formulate nel Documento di Economia e Finanza presentato nel mese di aprile. In altre parole, nella Nadef, il Governo aggiorna gli obiettivi programmatici dell’Italia e considera altresì eventuali osservazioni formulate dalle istituzioni della UE. 

Di seguito intendiamo focalizzarci su quanto indicato nel Nadef, per capire quali benefici potrà trarne la collettività.

Nadef, assegno unico e fisco: importanti novità in arrivo

La Nadef consiste in un testo che l’esecutivo deve presentare alla Camera e al Senato entro e non oltre il 27 settembre di ogni anno. E così è accaduto anche quest’anno. Il documento è di cruciale importanza, giacchè – tra le altre misure – è rimarcato che: “gli interventi di politica fiscale che il governo intende adottare determinano un rafforzamento della dinamica espansiva del Pil nell’anno in corso e nel successivo. Rilevano in particolare la conferma delle politiche invariate e il rinnovo di interventi in favore delle Pmi e per la promozione dell’efficientamento energetico e dell’innovazione. Si avvia inoltre la prima fase della riforma dell’Irpef e degli ammortizzatori sociali e si prevede che l’assegno unico universale per i figli sia messo a regime“.

Ciò che interesserà non pochi cittadini italiani è il fatto che nella Nadef si trova la conferma della proroga Superbonus 110% per la ristrutturazione edifici, almeno fino al 2023. Ciò nel quadro di un generale rinnovo di molte misure di rilievo economico e sociale; tra cui quelle legate al Fondo di Garanzia per le piccole e medie imprese, e quelle correlate al sistema sanitario.

In considerazione anche e soprattutto dell’allarme generato dalla pandemia, nella legge di bilancio – è rilevato nel Nadef – sarà potenziato il SSN, allo scopo di garantire cure migliori e favorire la prevenzione contro infezioni e malattie.

Leggi anche: Riforma fiscale 2021, fatturazione elettronica obbligatoria per i forfettari?

Nadef, le misure per le famiglie: tutela della disabilità, asili nido e assistenti sociali

Nella nota di aggiornamento del Def su cui vi è stato l’ok del Consiglio dei ministri, vi sono altresì obiettivi per tutti i Comuni, in materia di asili nido; assistenti sociali e trasporto scolastico per soggetti con disabilità. L’obiettivo incluso nella Nadef è anche quello di predisporre misure atte a venire incontro alla collettività, secondo un evoluto modello di welfare.

In particolare, nel documento si trova traccia della seguente finalità del Governo: si intende permettere ad almeno il 33% della popolazione di bambini residenti nell’età compresa tra un minimo di tre ad un massimo di 36 mesi, di usufruire nel 2026 del servizio di asili nido su base locale.

Insomma, nella Nadef vi è ampio spazio per le misure a tutela dei diritti delle famiglie. Un po’ più nel dettaglio, per quanto attiene ai servizi sociali di competenza localmente dei Comuni, nell’ambito della prossima legge di bilancio si intende orientare l’uso del Fondo di solidarietà comunale per i servizi sociali, verso lo scopo di introdurre un assistente sociale ogni 6.500 abitanti. Infine, come accennato, nella Nadef si trova traccia anche della volontà di introdurre misure per il potenziamento del trasporto scolastico di studenti disabili. Ci riferiamo agli alunni di tutte le scuole fino alla secondaria di primo grado.

Assegno di incollocabilità 2021: importo, requisiti e domanda

 

Assegno di incollocabilità 2021: importo, requisiti e domanda

Rivalutato per il 2021, l’importo dell’assegno di incollocabilità. I dettagli nel Decreto Ministeriale 173/2021

Rideterminato l’assegno di incollocabilità a partire dal 1° luglio 2021. Infatti, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha pubblicato, nella sezione pubblicità legale del proprio portale, il Decreto Ministeriale n. 173 dell’1 settembre 2021. Il nuovo importo rivalutato del sostegno economico erogato nei confronti degli invalidi di guerra, del servizio o del lavoro con un’età inferiore a 65 anni, resta confermato, come già nel 2020, a 263,37 euro.

Con l’occasione, dunque, si riepiloga in dettaglio cos’è e chi può fare richiesta di assegno di incollocabilità e, soprattutto, come fare domanda.

Assegno di incollocabilità 2021: cos’è e chi può farne richiesta?

L’assegno di incollocabilità è una prestazione di tipo economica che viene riconosciuta a tutti quei soggetti invalidi, titolari di una rendita INAIL, che:

  • hanno subito un infortunio o una malattia professionale;
  • si trovino nell’impossibilità di fruire della legge sull’assunzione obbligatoria (L. n. 68/1999).

Esso è rivolto esclusivamente ai soggetti disabili che non abbiano superato il 65esimo anno di età. Inoltre, è necessario che il disabile manifesti:

  • un’inabilità non inferiore al 34%, la quale deve essere riconosciuta direttamente dall’INAIL secondo le tabelle allegate al Dpr. n. 1124/1965. Tale percentuale di inabilità vale per gli infortuni sul lavoro verificatesi o malattie professionali denunciate fino al 31 dicembre 2006;
  • un grado di menomazione dell’integrità psicofisica-danno biologico superiore al 20%. La percentuale di inabilità vale per le denunce verificatesi a decorrere dal 1° gennaio 2007. Mentre le patologie che danno luogo all’assegno sono le tabelle allegate all’art. 13, del D.Lgs. n. 38/2000.

Assegno di incollocabilità 2021, come fare domanda?

Per ricevere l’assegno di incollocabilità è necessario presentare domanda:

  • direttamente alla Sede INAIL territorialmente competente;
  • via e-mail;
  • tramite Pec.

A seguito della ricezione dell’istanza, l’INAIL convoca il richiedente a visita media per verificare la veridicità di quanto asserito nella domanda. Quindi:

  • in caso di esito positivo, sarà comunicata l’accettazione della richiesta;
  • in caso di esito negativo, l’INAIL ne comunicherà la motivazione via posta.

Si precisa, infine, che l’assegno può essere riconosciuto anche su espresso parere del medico INAIL al momento dell’accertamento del danno permanente.

Assegno di incollocabilità 2021, modalità di pagamento

Se il richiedente risulti inequivocabilmente fuori dal perimetro del collocamento obbligatorio, e privo di alcuna capacità lavorativa, gli verrà erogata concretamente la somma. Una volta accertato lo stato d’inabilità, l’assegno di incollocabilità verrà liquidato – a partire dal mese successivo a quello in cui è stata effettuata la richiesta e fino al compimento di 65 anni – mediante una delle seguenti forme di pagamento:

  • accredito su conto corrente bancario o postale;
  • accredito su libretto di deposito nominativo, bancario o postale (escluso per il settore navigazione);
  • carta prepagata dotata di codice Iban;
  • tramite degli Istituti di credito convenzionati con l’Inps, per i titolari di rendita che riscuotono all’estero (escluso per il settore navigazione);
  • assegno (escluso per il settore navigazione) o in contanti allo sportello postale o bancario (solo per importi inferiori a 1.000,00 euro).

L’importo dell’assegno viene pagato mensilmente insieme alla rendita INAIL e viene rivalutato annualmente, sulla base della variazione ISTAT dei prezzi al consumo. Inoltre, si rammenta che la misura è esente da IRPEF e non concorre alla formazione del reddito.

Assegno di incollocabilità 2021: importo, requisiti e domanda

Rideterminato l’assegno di incollocabilità a partire dal 1° luglio 2021. Infatti, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha pubblicato, nella sezione pubblicità legale del proprio portale, il Decreto Ministeriale n. 173 dell’1 settembre 2021. Il nuovo importo rivalutato del sostegno economico erogato nei confronti degli invalidi di guerra, del servizio o del lavoro con un’età inferiore a 65 anni, resta confermato, come già nel 2020, a 263,37 euro.

Con l’occasione, dunque, si riepiloga in dettaglio cos’è e chi può fare richiesta di assegno di incollocabilità e, soprattutto, come fare domanda.

Assegno di incollocabilità 2021: cos’è e chi può farne richiesta?

L’assegno di incollocabilità è una prestazione di tipo economica che viene riconosciuta a tutti quei soggetti invalidi, titolari di una rendita INAIL, che:

  • hanno subito un infortunio o una malattia professionale;
  • si trovino nell’impossibilità di fruire della legge sull’assunzione obbligatoria (L. n. 68/1999).

Esso è rivolto esclusivamente ai soggetti disabili che non abbiano superato il 65esimo anno di età. Inoltre, è necessario che il disabile manifesti:

  • un’inabilità non inferiore al 34%, la quale deve essere riconosciuta direttamente dall’INAIL secondo le tabelle allegate al Dpr. n. 1124/1965. Tale percentuale di inabilità vale per gli infortuni sul lavoro verificatesi o malattie professionali denunciate fino al 31 dicembre 2006;
  • un grado di menomazione dell’integrità psicofisica-danno biologico superiore al 20%. La percentuale di inabilità vale per le denunce verificatesi a decorrere dal 1° gennaio 2007. Mentre le patologie che danno luogo all’assegno sono le tabelle allegate all’art. 13, del D.Lgs. n. 38/2000.

Assegno di incollocabilità 2021, come fare domanda?

Per ricevere l’assegno di incollocabilità è necessario presentare domanda:

  • direttamente alla Sede INAIL territorialmente competente;
  • via e-mail;
  • tramite Pec.

A seguito della ricezione dell’istanza, l’INAIL convoca il richiedente a visita media per verificare la veridicità di quanto asserito nella domanda. Quindi:

  • in caso di esito positivo, sarà comunicata l’accettazione della richiesta;
  • in caso di esito negativo, l’INAIL ne comunicherà la motivazione via posta.

Si precisa, infine, che l’assegno può essere riconosciuto anche su espresso parere del medico INAIL al momento dell’accertamento del danno permanente.

Assegno di incollocabilità 2021, modalità di pagamento

Se il richiedente risulti inequivocabilmente fuori dal perimetro del collocamento obbligatorio, e privo di alcuna capacità lavorativa, gli verrà erogata concretamente la somma. Una volta accertato lo stato d’inabilità, l’assegno di incollocabilità verrà liquidato – a partire dal mese successivo a quello in cui è stata effettuata la richiesta e fino al compimento di 65 anni – mediante una delle seguenti forme di pagamento:

  • accredito su conto corrente bancario o postale;
  • accredito su libretto di deposito nominativo, bancario o postale (escluso per il settore navigazione);
  • carta prepagata dotata di codice Iban;
  • tramite degli Istituti di credito convenzionati con l’Inps, per i titolari di rendita che riscuotono all’estero (escluso per il settore navigazione);
  • assegno (escluso per il settore navigazione) o in contanti allo sportello postale o bancario (solo per importi inferiori a 1.000,00 euro).

L’importo dell’assegno viene pagato mensilmente insieme alla rendita INAIL e viene rivalutato annualmente, sulla base della variazione ISTAT dei prezzi al consumo. Inoltre, si rammenta che la misura è esente da IRPEF e non concorre alla formazione del reddito.

Pensioni

Pensioni, scade quota 100: dai partiti nove proposte per evitare i 66-67 anni

di Redazione Blitz
Pubblicato il 1 Ottobre 2021 8:58 | Ultimo aggiornamento: 1 Ottobre 2021 8:59
Pensioni, scade quota 100: dai partiti nove proposte per evitare i 66-67 anni
Pensioni, scade quota 100: dai partiti nove proposte per evitare i 66-67 anni FOTO ANSA

A fine anno, il 31 dicembre, scade quota 100 e occorre quindi una nuova riforma delle pensioni: dai partiti arrivano nove proposte, una diversa dall’altra. Proposte che sono diverse anche tra gli stessi partiti di maggioranza e quindi alla fina al Governo toccherà correre e fare di testa sua, scontentando per forza di cose qualcuno. Vediamo quali sono le idee dei partiti per la riforma pensioni.

 

Pensioni, le proposte dei partiti

Obiettivo principale è evitare che si vada in pensione a 66-67 anni. Come si fa? Vediamo le proposte:

 
  • La Lega propone pensione dopo 41 anni di contributi, anche figurativi, indipendentemente dall’età.
  • Il Pd propone la rosa delle eccezioni: opzione donna stabile, opzione madre, allargamento lavori gravosi, più Ape sociale.
  • Forza Italia propone un’altra strategia: si va a 62 anni e 35 di contributi ma prendi il 2% in meno di pensione per ogni anno inferiore ai 66 di età.
  • Fratelli d’Italia ha una strategia analoga: soglia minima di 62 anni e una “massima” di 70 anni, oltre ad almeno 35 anni di contributi, con l’importo mensile dell’assegno non inferiore a 1,5 volte l’assegno sociale e con penalizzazioni decrescenti sotto i 66 anni.
  • M5s al momento non pervenuta una proposta

Andare veloce, manca poco a fine quota 100

Il Parlamento, quasi in extremis quando mancano solo tre mesi alla conclusione della sperimentazione di quota 100, sta insomma cercando un punto comune. Ma la discussione avviata in commissione alla Camera ha anche lo scopo di verificare la possibilità di trovare una non facile sintesi, che sia poi utile allo stesso governo, tra le varie posizioni della maggioranza. Anche molto distanti come confermano appunto le nove proposte di legge all’esame della Commissione.

Osservatorio su DSU e ISEE: i dati 2016-2020

Osservatorio su DSU e ISEE: i dati 2016-2020

È stato pubblicato l’Osservatorio su Dichiarazioni Sostitutive Uniche e ISEE . L’Osservatorio ha l’obiettivo di illustrare la distribuzione e le caratteristiche dei nuclei familiari che hanno presentato una Dichiarazione Sostitutiva Unica per il rilascio della certificazione ISEE negli anni 2016-2020.

La Dichiarazione Sostitutiva Unica ( DSU ) è il documento preliminare per il rilascio della certificazione ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente), che contiene tutte le informazioni di carattere anagrafico, reddituale e patrimoniale del nucleo familiare. L’ ISEE è l’indicatore che individua le condizioni economiche effettive delle famiglie in Italia prendendo in considerazione, nel suo calcolo, oltre al reddito anche il patrimonio immobiliare e mobiliare e le varie caratteristiche del nucleo familiare.

Negli anni sempre più prestazioni sono state parametrizzate al valore ISEE del nucleo familiare: dal 2016 al 2020 si è registrato infatti un incremento di famiglie che hanno presentato una DSU pari al 47%, passando da 5.870.387 nel 2016 a 8.643.406 nel 2020.

Nel 2020 si è registrato anche un notevole aumento dei nuclei familiari che hanno richiesto un ISEE corrente, ovvero un calcolo aggiornato con i redditi e i trattamenti percepiti negli ultimi 12 mesi; segnale evidente della crisi economica legata alla pandemia.

All’ ISEE ordinario, infatti, si affiancano ulteriori indicatori da utilizzare per la richiesta di alcune tipologie di prestazioni:

  • ISEE per prestazioni agevolate per minori, per la richiesta dell’assegno di maternità, dell’assegno di sostegno al nucleo familiare con almeno tre figli minori, del bonus bebè, per la retta asili nido e altri servizio per l’infanzia;
  • ISEE per prestazioni universitarie, per la richiesta delle agevolazioni su tasse universitarie, mense, borse di studio;
  • ISEE per prestazioni socio-sanitarie, per persone maggiorenni con disabilità e/o non autosufficienti, da utilizzare ad esempio per la richiesta dell’assistenza domiciliare;
  • ISEE per prestazioni socio-sanitarie residenziali, per la richiesta di particolari prestazioni che prevedono ricoveri presso istituti, residenze socio-sanitarie assistenziali, residenze protette o ospitalità alberghiera.

Nel periodo temporale considerato è variata anche la distribuzione mensile delle DSU che risulta sempre più concentrata nei primi mesi dell’anno. Tale variazione è principalmente imputabile al fatto che per ottenere il Reddito di Cittadinanza è necessario avere una certificazione ISEE aggiornata a gennaio dell’anno di riferimento.

Rimane pressoché invariata la distribuzione territoriale: il 45% delle DSU viene presentato nelle regioni del Sud e delle Isole, il 36% nelle regioni del Nord e il restante 19% nelle regioni del Centro.

Il 55,6% delle famiglie che ha presentato una DSU nel 2020 ha un reddito ISEE inferiore a 10.000 euro.