Archivi giornalieri: 3 aprile 2015

Inail

Assicurazione Inail: soggetti beneficiari di forme di integrazione e sostegno del reddito coinvolti in attività di volontariato ai fini di utilità sociale

La legge 114/2014 (di conversione del D.L. 90/2014)  ha previsto che, i soggetti beneficiari di misure di sostegno al reddito, possono svolgere attività di volontariato nell’ambito di progetti realizzati dalle organizzazioni del “terzo settore” a favore di Comuni o Enti locali.

Tali attività  sono coperte, per i rischi di infortunio e/o malattia professionale, dall’assicurazione Inail, in deroga a quanto previsto dalla legge quadro sul volontariato (Legge 266/1991) che, si ricorda,  stabilisce che le  organizzazioni di volontariato devono assicurare i propri aderenti  contro gli infortuni e le malattie connesse allo svolgimento dell’attività,  nonché per la responsabilità civile contro terzi, mediante la stipula di polizze numeriche o collettive con società assicurative private. 

L’Inail, con circolare n.47/2015, ha fornito le prime istruzioni operative circa l’applicazione di quanto sancito dalla legge e dal successivo decreto ministeriale del 22 dicembre 2014 relativo ai termini e le modalità di attuazione della copertura assicurativa.

Destinatari dell’assicurazione sono coloro che beneficiano delle seguenti prestazioni di sostegno al reddito, sempreché svolgano attività considerate “rischiose”  secondo le disposizioni del T.U.1124/1965(art.1):

a) cassa integrazione guadagni ordinaria e straordinaria, anche in deroga alla vigente normativa;
b) integrazione salariale e contributo a seguito di stipula di contratti di solidarietà;
c) indennità di mobilità, anche in deroga alla vigente normativa, Aspi e mini-Aspi;
d) prestazioni, legate alla cessazione del rapporto di lavoro o alla sospensione o riduzione dell’attività lavorativa, anche a carico dei Fondi di solidarietà;
e) altre prestazioni di natura assistenziale finalizzate a rimuovere e superare condizioni di bisogno e di difficoltà della persona, erogate a livello nazionale e locale. 

Rivalutazione per l’anno 2015: assegno per il nucleo familiare numeroso e assegno di maternità di base

 

La misura ed i requisiti economici dell’assegno al nucleo familiare con almeno tre figli minori e dell’ assegno di maternità di base, prestazioni assistenziali concesse dai Comuni ed erogate dall’Inps, sono stati rivalutati per il 2015 nella misura dello 0,2% in base all’indice Istat dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati. Pertanto, per l’anno in corso, l’importo mensile in misura intera dell’assegno al nucleo familiare numeroso è pari a €.141,30.

Il diritto all’assegno, prima rivolto esclusivamente ai cittadini italiani e agli stranieri titolari dello status di rifugiati politici e di protezione sussidiaria, in virtù della legge 6 agosto 2013, n. 97, è stato esteso anche ai cittadini di paesi terzi che siano soggiornanti di lungo periodo. L’assegno è erogato dall’INPS con cadenza semestrale posticipata sulla base dei dati che il Comune deve trasmettere all’Istituto almeno 45 giorni prima dello scadere dei 6 mesi.

L’importo mensile in misura intera  dell’assegno di maternità di base è pari a €. 338,89. L’assegno di maternità spetta, oltre che alle cittadine comunitarie residenti e alle straniere con lo status di  rifugiate politiche e protezione sussidiaria, anche alle extracomunitarie con permesso di soggiorno CE –SLP.

Ici- bas, lavoro, sicurezza, professionalità

Ici- bas, lavoro, sicurezza, professionalità

Un incontro tra gli Egoutiers parigini e quelli italiani si terrà a Roma il 9 aprile nella sede della Cgil di Roma e del Lazio alle ore 15.30

Una mostra allestita al Museo di Roma in Trastevere dal 27 marzo fino al 27 aprile può stimolare un riflessione sul lavoro? Si! E’ capitato spesso e capiterà ancora. In questo caso il lavoro monitorato è quello che si sviluppa lungo un itinerario negli abissi della Ville Lumiere.

Dalla oro organizzazione alla  fine del 1700, les egouts, le fogne parigine non sono mai state visitate da nessun fotografo: Selene de Condat è l’unico fotografo che ha trascorso 6 mesi nel ventre di Parigi insieme ai fognaioli.

Vero e proprio universo, le fogne di Parigi costituiscono una straordinaria fucina di esperienze che non solo si pone come riflesso della società del tempo, ma permette anche di scorgere i cambiamenti della società e della memoria collettiva.

La CGT di Parigi attraverso la categoria degli “Egoutiers” ha partecipato attivamente alla realizzazione del percorso fotografico traendone spunti per una riflessione sul lavoro e interrogandosi su quali fossero le esperienze nelle grandi città metropolitane.

La mostra fa tappa a Roma e allora la CGT e Egoutiers di Parigi e l’Inca France hanno inteso dar corpo a questa interrogazione operando per mettere insieme due esperienze: la vita nell’Ici bas di Parigi e nell’Ici bas di Roma.

Un confronto, dunque, che si svolgerà a Roma il 9 aprile quando una delegazione di Egoutiers e della CGT parigina incontrerà i colleghi italiani. Cgil e Filctem di Roma e del Lazio, Inca nazionale e Inca France si sono impegnate a dar corpo al confronto con l’obiettivo di verificare le condizioni di un lavoro “oscuro” e nello stesso tempo decisivo a far vivere le città.

L’incontro su “lavoro, sicurezza e professionalità” si terrà dunque il 9 aprile p.v. nella sede della Cgil di Roma e del Lazio a Via Buonarroti 51 alle ore 15.30.

Appalti

Cgil, legge sugli appalti per cambiare il Paese

Sono passati quasi cinque mesi dall’avvio della campagna della Cgil per promuovere la proposta di legge di iniziativa popolare per regolare la giungla degli appalti nel nostro paese. E, a circa un mese dalla conclusione del viaggio del furgone che sta portando in giro per l’Italia la proposta, è giunto il momento di fare il punto della situazione. “Stiamo iniziando la fase di controllo delle firme raccolte per la consegna al legislatore. Finora abbiamo organizzato migliaia di banchetti nei posti di lavoro, tutti i giorni, e centinaia di punti di aggregazione nelle piazze pubbliche. Ma la campagna continua, perché il nostro obiettivo è informare fino in fondo i cittadini sulla proposta e su come funziona l’affidamento degli appalti”, afferma Moulay El Akkioui, dell’Area Organizzazione della Cgil, e responsabile della campagna.

La campagna è importante innanzitutto, perché gli appalti, soprattutto quelli pubblici, sono uno dei beni comuni più preziosi del nostro paese, finanziati con i soldi di tutti. Gli appalti per la Cgil rappresentano l’economia del bene comune, che si basa sugli stessi valori fondamentali che portano alla riuscita delle nostre relazioni interpersonali. Determinano il rapporto dei cittadini democratici con le istituzioni pubbliche. Queste relazioni dovrebbero tradursi in formazione della fiducia, cooperazione, stima, democrazia, solidarietà, e la massima motivazione alle persone ad essere sempre e ovunque, etiche, regolari e corrette.

Con la nostra proposta vogliamo anche aprire un dibattito pubblico sulla trasparenza e sulla legalità. Ma anche sui diritti delle persone e sul sistema democratico rappresentativo di questo paese, partendo dalla democrazia diretta e dalla democrazia partecipativa. Il popolo sovrano deve poter suggerire e correggere i suoi rappresentanti, deliberare direttamente alcune leggi, come quella attuale sugli appalti, il jobs act, etc… Le persone devono poter controllare gli ambiti dei servizi essenziali per la collettività. In una vera democrazia gli interessi dei rappresentanti e dei rappresentati sono identici. E la premessa necessaria a tutto ciò sono degli ampi diritti di partecipazione e di controllo per il popolo sovrano. Tutti i punti fondamentali di questo sistema alternativo devono maturare nel corso di un necessario processo democratico. Ogni nuova proposta, grazie ad una informazione ampia ed ad un dibattito intenso, va condivisa, prima di essere trasformati in legge.

rassegna.it

Lavoro

Lavoro: Cgil denuncia, agenzia propone contratto romeno

La nuova frontiera della convenienza, in tema di lavoro, sembra essere quella della Romania. Un volantino di una agenzia distribuito a Modena invita infatti gli imprenditori a “vincere la crisi” avvalendosi di lavoratori interinali con contratto rumeno. La promessa è quella di “risparmiare il 40%”, e il taglio dei costi può essere realizzato grazie al pagamento di “11 mensilità e non 14, senza nemmeno dover anticipare l’Iva essendo le nostre fatture intracomunitarie”, ma soprattutto grazie a “niente Inail, niente Inps, niente malattia, niente Tfr, niente infortuni!”.

E’ la Cgil di Modena ad aver già segnalato il caso alla procura e all’Ufficio del Lavoro, parlando di “supersfruttamento del lavoro e moderno caporalato”. Il sindacato fa anche sapere di essere in procinto di riferire la vicenda al ministro del Lavoro.

“Ci risulta che questo caso non sia isolato – dice Franco Zavatti, coordinatore legalità e sicurezza Cgil regionale Emilia-Romagna – perché altre agenzie ormai ricorrono a queste promesse, ma ci conforta anche sapere che a livello parlamentare ci si sta interessando al contrasto di un fenomeno che occorre arrestare quanto prima”. Per la Cgil di Modena, il volantino promozionale crea un “caso straordinario per dimensione, crudezza e cinismo, palese illegittimità” nel mondo del lavoro, “con fasulla ‘maschera europea’”.

Il deputato modenese del Pd Davide Baruffi, componente della Commissione Lavoro della Camera, si dice pronto a presentare in proposito un’interrogazione al ministro del Lavoro Poletti. “In casi come questi, però, la sola denuncia non è sufficiente – dice Baruffi – e occorre agire anche sul piano normativo. Subito dopo Pasqua in Commissione Lavoro alla Camera, comincerà l’approfondimento del decreto sul disboscamento delle tipologie contrattuali. Quella sarà la sede opportuna per poter garantire un giro di vite normativo contro lo sfruttamento, in favore del lavoro stabile e del lavoro flessibile, ma tutelato”.

ansa

Amianto

Amianto: Cgil, Cisl e Uil presentano piattaforma per tutela

Una piattaforma regionale per la tutela dei cittadini dall’amianto è stata presentata da Cgil, Cisl e Uil Campania. Sono 176 mila le vittime di amianto nel mondo, 106 mila solo in Europa. “Unitariamente – è stato sottolineato nel corso di una conferenza stampa dai segretari regionali dei tre sindacati Tavella, Visone e Rea – porteremo avanti questa battaglia fondamentale, che non comincia da adesso, ma già dagli anni ’90, con i primi casi di tumori e mesotelioma registratisi nei nostri territori, a danno dei nostri operai, e che ci ha visti precursori nella realizzazione del registro mesotelioma in Italia e che purtroppo negli ultimi anni ha funzionato a fasi alterne. Dopo l’ingiusta sentenza della Cassazione sul caso Eternit per il quale è stata decisa la prescrizione del reato, siamo ancora più convinti e tenaci nella
nostra battaglia”.

La piattaforma prevede tre obiettivi fondamentali: la tutela della salute dei lavoratori e dei cittadini; la tutela ambientale; la tutela assicurativa e previdenziale.

“L’appello lo facciamo in primis alla Regione – hanno sostenuto – soprattutto a chi, nei prossimi anni, si ritroverà a governarla, affinché metta in primo piano l’emergenza ambientale in Campania a partire dai casi Eternit fino al disastro e allo scempio perpetrati a danno dei nostri territori e della salute dei cittadini”.

Al Governo, invece, Cgil, Cisl e Uil chiedono: “Dei 45 milioni per le bonifiche previsti dalla legge di stabilità quanti saranno stanziati per la Campania? E soprattutto, come e quando si utilizzeranno queste risorse?”. “Inoltre – hanno concluso i tre segretari confederali – è importantissima la sinergia con le diverse forze protagoniste di questa battaglia, Enti, Asl, ospedali, imprese ed associazioni di familiari e vittime dell’amianto, perché solo così gli sforzi e le azioni che si metteranno in campo non saranno vane”.

Disoccupazione

Disoccupazione agricoltura: chiarimenti Inps

L’attività lavorativa in agricoltura è caratterizzata da prestazioni discontinue, per cui il sussidio serve a indennizzare i periodi di contratto non lavorati. Il lavoratore, per accedere al trattamento di disoccupazione, deve essere iscritto negli Elenchi nominativi dei lavoratori agricoli, che attestano lo status di lavoratore agricolo, la qualifica di appartenenza e l’indicazione delle giornate lavorative effettuate nell’anno.

L’INPS sottolinea che le giornate di iscrizione negli Elenchi non corrispondono necessariamente alla durata del contratto di lavoro, durante il quale il lavoratore viene utilizzato solo quando c’è bisogno di manodopera. Di conseguenza, l’indennità di disoccupazione agricoltura spetta per tutte le giornate non lavorate, anche se all’interno di un periodo coperto dal contratto. In pratica, il numero delle giornate da indennizzare si ottiene sottraendo da 365 (il numero di giorni dell’anno), tutte le giornate di attività lavorativa e tutte quelle eventualmente già indennizzate. Per ottenere il trattamento di disoccupazione la domanda va presentata dal lavoratore.

Gli interessati sono i lavoratori assunti con i benefici previsti dall’articolo 5, commi da 1 a 5, del Decreto Legge 91/2014, che riguardano le assunzioni con contratto a tempo indeterminato o determinato di giovani tra i 18 e i 35 anni privi di impiego da almeno sei mesi o privi di diploma di istruzione secondaria di secondo grado. Se il contratto è a termine, dura almeno tre anni e garantisce un minimo di 102 giornate lavorative all’anno. Il lavoratore si definisce privo di impiego retribuito da almeno sei mesi se ha lavorato per un numero di giornate inferiore a 100 nei 12 mesi antecedenti l’assunzione.

da Pmi.it

Lavoratori domestici

Contributi per lavoratori domestici entro il 10 aprile

L’Inps comunica che venerdì 10 aprile 2015 è l’ultimo giorno utile per pagare i contributi dovuti per il personale domestico, relativi al periodo gennaio-marzo 2015.

Le fasce di retribuzione su cui calcolare i contributi dovuti per l’anno 2015 sono state determinate sulla base della variazione percentuale dell’indice dei prezzi al consumo, calcolata dall’Istat nella misura dello 0,2%.

L’Istituto di Previdenza sociale ha fatto sapere che per il 2015 la minore aliquota contributiva dovuta per l’Assicurazione Sociale per l’Impiego (ASpI) dai datori di lavoro soggetti al contributo per la Cassa Unica Assegni Familiari (CUAF) che, ovviamente, incide sull’aliquota complessiva.

Si ricorda, infine, che l’articolo 2, comma 28, della legge 92/2012, prevede per i rapporti di lavoro a tempo determinato – compresi quelli di lavoro domestico – un contributo addizionale a carico del datore di lavoro, pari all’1,40% della retribuzione imponibile ai fini previdenziali (retribuzione convenzionale).

Jobs Act

I primi effetti del Jobs Act sui call center: è iniziato il ricambio

“Il combinato disposto dell’assenza delle clausole sociali, presenti in tutti gli altri Paesi Europei, e degli incentivi per la nuova occupazione stanno producendo una sistematica sostituzione dell’occupazione esistente con cambi di appalto sui servizi in essere che hanno generato già migliaia di esuberi”. Così dichiara Michele Azzola, segretario nazionale Slc Cgil, dopo la presentazione dell’indagine conoscitiva sui rapporti di lavoro nei call center svolta dalla Commissione Lavoro della Camera.

“Aver deciso di incentivare le assunzioni ha avuto come conseguenza, nello specifico del settore, che le aziende che si presentano ex novo alle gare, con personale che costa oltre il 30% in meno rispetto a chi già gestisce il servizio, vincono gli appalti escludendo il personale che garantisce il servizio stesso. Le gare del comune di Roma e Milano, Fastweb, Poste Italiane, Enel hanno già prodotto migliaia di esuberi – prosegue il sindacalista.

“E’ evidente che in assenza di un intervento legislativo in questa direzione, nei prossimi mesi assisteremo alla sostituzione di tutto il personale che opera nei call center generando drammi sociali in tutta la penisola. Il Governo non può restare insensibile a questa situazione e l’annuncio fatto dal Ministro Poletti nell’audizione al Senato alcuni giorni or sono e l’impegno del Sottosegretario Teresa Bellanova a inserire clausole sociali nel settore deve tradursi nel più breve tempo possibile in una norma di legge.”

“Un intervento che, da solo, sarebbe in grado di modificare il modello industriale su cui oggi è fondato il mondo dei call center, garantendo un migliore livello di qualità del servizio ai clienti, una ripresa degli investimenti sulle nuove tecnologie la garanzia della continuità occupazionale del personale occupato – conclude Azzola. Decidere di non intervenire condannerebbe i lavoratori ad un futuro già scritto e il Paese ad avere servizi di scarsissima qualità. Insieme al rispetto della legge sulle delocalizzazioni, che assegna al clienti la facoltà di scelta sulla localizzazione dell’operatore che interviene sui propri dati, tali interventi collocherebbero finalmente l’Italia al pari degli altri Paesi europei.”

Venerdì Santo

Venerdì Santo


Venerdì Santo

Nome: Venerdì Santo
Ricorrenza: 03 aprile

La Chiesa con la meditazione della passione dei Cristo e con l’adorazione della Croce commemora la sua origine dal fianco del Signore, che sulla croce intercede per la salvezza di tutto il mondo. In questo giorno non si celebra l’Eucaristia. Il sacerdote e i ministri si recano all’altare in silenzio, senza canto né musica, fatta la riverenza all’altare, si prostrano in terra; questa prostrazione, come rito proprio di questo giorno, assume il significato di umiliazione dell’uomo terreno e partecipazione alla sofferenza di Cristo.

La Croce è al centro di questo giorno e della celebrazione: la Croce, infatti, è narrata nella liturgia della Parola, mostrata e celebrata nell’adorazione del Legno e ricevuta, quale mistero di salvezza, nella Comunione eucaristica. 

La celebrazione della passione di Cristo fa emergere proprio questa ricchezza del simbolo della Croce: morte e vita, infamia e gloria.

Tre aspetti, tra gli altri, possono essere oggetto di particolare cura:
la Liturgia della Parola di questo giorno ci fa capire come il Venerdì santo non è un giorno di lutto, ma di amorosa contemplazione dell’amore del Dio Padre, per purificare e rinnovare nel suo sangue l’alleanza sponsale. Nella prima lettura ascoltiamo il IV canto del servo del Signore, disprezzato e reietto dagli uomini. Ma è più di tutto nel racconto della Passione del Signore secondo il Vangelo di Giovanni che emerge la glorificazione di Cristo, la sua esaltazione sulla croce, il compimento dell’Ora in cui la nuova alleanza viene sancita in modo definitivo da Dio nel sangue del vero Agnello pasquale.

la Preghiera Universale in forma tradizionale «per il significato che essa ha di espressione della potenza universale della passione del Cristo, appeso sulla croce per la salvezza di tutto il mondo». La salvezza per l’uomo credente, tribolato ed oppresso, è proprio il frutto che pende dall’albero della croce. 

l’Adorazione della Croce da svolgersi «con lo splendore di dignità che conviene a tale mistero della nostra salvezza». In questa articolata sequenza rituale la Croce è al centro dell’attenzione: non è semplicemente un’immagine da guardare, ma in quanto portata, velata e velata, contemplata e baciata, entra in contatto con i corpi e i vissuti dei fedeli. Un’esecuzione veloce e maldestra di questo momento impedirebbe quel coinvolgimento totale della persona che si qualifica come autentica professione di fede, espressa nella pluralità dei linguaggi

La Via Crucis

GESÙ NEL GETSEMANI

Prima Stazione Gesù nel campo degli ulivi

* dal vangelo secondo Luca. 22, 39-46
Gesù se ne andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. Giunto sul luogo, disse loro: «Pregate, per non entrare in tentazione». Poi si allontanò da loro quasi un tiro di sasso e, inginocchiatosi, pregava: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà». Gli apparve allora un angelo dal cielo a confortarlo. In preda all’angoscia, pregava più intensamente; e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra. Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza. E disse loro: «Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione».

GESÙ TRADITO DA GIUDA

Seconda Stazione Gesù tradito da Giuda

* dal Vangelo secondo Luca. 22, 47-53
Mentre Gesù ancora parlava, ecco una turba di gente; li precedeva colui che si chiamava Giuda, uno dei Dodici, e si accostò a lui per baciarlo. Gesù gli disse: «Giuda, con un bacio tradisci il Figlio dell’uomo?». Allora quelli che erano con lui, vedendo ciò che stava per accadere, dissero: «Signore, dobbiamo colpire con la spada?». E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò l’orecchio destro. Ma Gesù intervenne dicendo: «Lasciate, basta così!». E toccandogli l’orecchio, lo guarì . Poi Gesù disse a coloro che gli eran venuti contro, sommi sacerdoti, capi delle guardie del tempio e anziani: «Siete usciti con spade e bastoni come contro un brigante? Ogni giorno ero con voi nel tempio e non avete steso le mani contro di me; ma questa è la vostra ora, è l’impero delle tenebre». 

GESÙ È CONDANNATO DAL SINEDRIO

Terza Stazione Gesù è condannato dal sinedrio

Dal Vangelo secondo Luca. 22, 66-71
Appena fu giorno, si riunì il consiglio degli anziani del popolo, con i sommi sacerdoti e gli scribi; lo condussero davanti al sinedrio e gli dissero: «Se tu sei il Cristo, diccelo». Gesù rispose: «Anche se ve lo dico, non mi crederete; se vi interrogo, non mi risponderete. Ma da questo momento starà il Figlio dell’uomo seduto alla destra della potenza di Dio». Allora tutti esclamarono: «Tu dunque sei il Figlio di Dio?». Ed egli disse loro: «Lo dite voi stessi: io lo sono». Risposero: «Che bisogno abbiamo ancora di testimonianza? L’abbiamo udito noi stessi dalla sua bocca».

GESÙ RINNEGATO DA PIETRO

Quarta Stazione Gesù rinnegato da Pietro

Dal Vangelo secondo Luca. 22, 54-62
Dopo averlo preso, condussero via Gesù e lo fecero entrare nella casa del sommo sacerdote. Pietro lo seguiva da lontano. Siccome avevano acceso un fuoco in mezzo al cortile e si erano seduti attorno, anche Pietro si sedette in mezzo a loro. Vedutolo seduto presso la fiamma, una serva fissandolo disse: «Anche questi era con lui». Ma egli negò dicendo: «Donna, non lo conosco!». Poco dopo un altro lo vide e disse: «Anche tu sei di loro!». Ma Pietro rispose: «No, non lo sono!». Passata circa un’ora, un altro insisteva: «In verità, anche questo era con lui; è anche lui un Galileo». Ma Pietro disse: «O uomo, non so quello che dici». E in quell’istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò. Allora il Signore, voltatosi, guardò Pietro, e Pietro si ricordò delle parole che il Signore gli aveva detto: «Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte». E, uscito, pianse amaramente. 

GESÙ È GIUDICATO DA PILATO

Quinta Stazione Gesù è giudicato da Ponzio Pilato

Dal Vangelo secondo Luca. 23, 13-25
Pilato, riuniti i sommi sacerdoti, le autorità e il popolo, disse: «Mi avete portato quest’uomo come sobillatore del popolo; ecco, l’ho esaminato davanti a voi, ma non ho trovato in lui nessuna colpa di quelle di cui lo accusate; e neanche Erode, infatti ce l’ha rimandato. Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la morte. Perciò, dopo averlo severamente castigato, lo rilascerò». Ma essi si misero a gridare tutti insieme: «A morte costui! Dacci libero Barabba!». Questi era stato messo in carcere per una sommossa scoppiata in città e per omicidio. Pilato parlò loro di nuovo, volendo rilasciare Gesù. Ma essi urlavano: «Crocifiggilo, crocifiggilo!». Ed egli, per la terza volta, disse loro: «Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato nulla in lui che meriti la morte. Lo castigherò severamente e poi lo rilascerò». Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso; e le loro grida crescevano. Pilato allora decise che la loro richiesta fosse eseguita. Rilasciò colui che era stato messo in carcere per sommossa e omicidio e che essi richiedevano, e abbandonò Gesù alla loro volontà.

GESÙ È FLAGELLATO E CORONATO DI SPINE

Sesta Stazione Gesù flagellato e coronato di spine

Dal Vangelo secondo Luca. 22, 63-65
Frattanto gli uomini che avevano in custodia Gesù lo schernivano e lo percuotevano, lo bendavano e gli dicevano: «Indovina: chi ti ha colpito?». E molti altri insulti dicevano contro di lui.

Dal Vangelo secondo Giovanni. 19, 2-3
I soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora; quindi gli venivano davanti e gli dicevano: «Salve, re dei Giudei!». E gli davano schiaffi. 

GESÙ È CARICATO DELLA CROCE

Settima Stazione Gesù è incaricato della croce

Dal Vangelo secondo Marco. 15, 20
Dopo averlo schernito, spogliarono Gesù della porpora e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo.

GESÙ È AIUTATO DAL CIRENEO A PORTARE LA CROCE

Ottava Stazione è aiutato dal cireneo a portare la croce

Dal Vangelo secondo Luca. 23, 26
Mentre conducevano via Gesù, presero un certo Simone di Cirène che veniva dalla campagna e gli misero addosso la croce da portare dietro a Gesù.

GESÙ INCONTRA LE DONNE DI GERUSALEMME

Nona Stazione Gesù incontra le donne di Gerusalemme

Dal Vangelo secondo Luca. 23, 27-31
Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso le donne, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato. Allora cominceranno a dire ai monti: Cadete su di noi! e ai colli: Copriteci! Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?».

GESÙ È CROCIFISSO

Decima Stazione Gesù è crocifisso

Dal Vangelo secondo Luca. 23, 33-38
Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Gesù diceva: «Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno». Dopo essersi poi divise le sue vesti, le tirarono a sorte. 
Il popolo stava a vedere, i capi invece lo schernivano dicendo: «Ha salvato gli altri, salvi se stesso, se è il Cristo di Dio, il suo eletto». Anche i soldati lo schernivano, e gli si accostavano per porgergli dell’aceto, e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». C’era anche una scritta, sopra il suo capo: Questi è il re dei Giudei.

GESÙ PROMETTE IL SUO REGNO AL BUON LADRONE

Undicesima Stazione Gesù promette il suo regno al buon ladrone

Dal Vangelo secondo Luca. 23, 39-43
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!». Ma l’altro lo rimproverava: «Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male». E aggiunse: « Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: « In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso».

GESÙ IN CROCE, LA MADRE E IL DISCEPOLO

Dodicesima Stazione Gesù in croce, la madre e il discepolo

Dal Vangelo secondo Giovanni. 19, 25-27
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa. 

GESÙ MUORE SULLA CROCE

Tredicesima Stazione Gesù muore sulla croce

Dal Vangelo secondo Luca. 23, 44-47
Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo spirò. Visto ciò che era accaduto, il centurione glorificava Dio: «Veramente quest’uomo era giusto».

GESÙ È DEPOSTO NEL SEPOLCRO

Quattordicesima Stazione Gesù è deposto nel sepolcro

Dal Vangelo secondo Luca. 23, 50-54
C’era un uomo di nome Giuseppe, membro del sinedrio, persona buona e giusta. Non aveva aderito alla decisione e all’operato degli altri. Egli era di Arimatèa, una città dei Giudei, e aspettava il regno di Dio. Si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Lo calò dalla croce, lo avvolse in un lenzuolo e lo depose in una tomba scavata nella roccia, nella quale nessuno era stato ancora deposto. Era il giorno della Parascève e già splendevano le luci del sabato.