Archivi giornalieri: 13 aprile 2015

Cgil, “Vita da professionisti”

È il programma dell’appuntamento di domani (Corso Italia 25 dalle 14,30) che vedrà la presenza, tra gli altri, del segretario generale, Susanna Camusso, e del responsabile economico del Partito Democratico, Filippo Taddei. La giornata sarà divisa quindi in due ”sessioni”.

Prima un incontro tra la Cgil e i rappresentanti delle associazioni dei professionisti e dei lavoratori autonomi per discutere del ”Nuovo Statuto dei Diritti delle lavoratrici e dei lavoratori”; subito dopo la presentazione della ricerca ”Vita da Professionisti”, promossa dalla Consulta delle Professioni della Cgil e gestita dall’Associazione Bruno Trentin, sulla condizione dei lavoratori autonomi e professionisti.

È il programma dell’appuntamento di domani (Corso Italia 25 dalle 14,30) che vedrà la presenza, tra gli altri, del segretario generale, Susanna Camusso, e del responsabile economico del Partito Democratico, Filippo Taddei. La giornata – si legge in una nota della Cgil – sarà divisa quindi in due ”sessioni”.

Nella prima, che inizierà alle ore 14.30, la Cgil promuove un confronto aperto con diverse associazioni di professionisti e lavoratori autonomi sulla proposta per un nuovo Statuto. Il sindacato di corso d’Italia è, infatti, impegnato in una mobilitazione contro il Jobs Act a partire dalla costruzione di una proposta di legge di iniziativa popolare per un ‘Nuovo Statuto dei Diritti delle lavoratrici e dei lavoratori’ che riconosca a tutti gli stessi diritti. Da qui il momento di confronto di martedì per coinvolgere, in questo percorso, il maggior numero di lavoratori, persone, associazioni e studiosi possibile.

A partire dalle ore 15.30, seconda ‘sessione’, sarà invece presentata ”Vita da Professionisti”: una ricerca, frutto di oltre 2.000 lavoratori professionisti e autonomi coinvolti, che delinea le loro condizioni di lavoro, i loro bisogni e le loro esigenze, insieme agli interventi necessari per migliorarle. In apertura dei lavori ci sarà il ricordo di Davide Imola, il dirigente della Cgil, scomparso prematuramente lo scorso 20 dicembre, che ha dedicato tutta la sua carriera e tutto il suo impegno sindacale al servizio di questi lavoratori.

Seguirà quindi la presentazione della ricerca ”Vita da Professionisti” a cura di Daniele Di Nunzio e Emanuele Toscano dell’Associazione Bruno Trentin, e un intervento di Rosangela Lapadula (lavoratrice autonoma) su ”Le condizioni di lavoro (compensi, diritti, aspettative sul futuro)”. Sui contenuti della ricerca, e sui lavori della giornata, si terrà quindi una tavola rotonda con: Dario Di Vico, giornalista del ”Corriere della Sera”; Patrizio Di Nicola, sociologo de ”La Sapienza” Università di Roma; Alessandro Laterza, amministratore delegato di ”Editrice La Terza” e vice presidente di Confindustria’; Filippo Taddei, responsabile economico del Pd; Susanna Camusso, segretario generale Cgil.

13/04/2015 09.32

San Martino

San Martino I

Nome: San Martino I
Titolo: Papa e martire
Ricorrenza: 13 aprile

La vita di questo martire del dovere, che con ammirabile eroismo bevette fino all’ultima stilla il calice delle amarezze per la difesa della Chiesa, dovette certamente apparir grande ai suoi contemporanei! 

Martino nacque a Todi nell’Umbria e studiò a Roma, ove si rese celebre per il suo sapere non meno che per le sue rare doti e virtù. Era appena stato consacrato sacerdote quando Papa Teodoro lo mandò come nunzio a Costantinopoli per tentare il richiamo dei Monoteliti all’unità della fede. Ma morto pochi anni dopo il Papa (649), Martino fu richiamato a Roma a succedergli. 

Egli sali sulla Cattedra Apostolica col dolore di aver lasciato l’Oriente in preda alle eresie ed alle più gravi ribellioni. Onde, per prima cosa convocò il Concilio Lateranense, dove espose al venerando consesso la triste situazione e condannò gli eresiarchi principali: il patriarca Sergio, Paolo e Pirro; inoltre mandò un suo nunzio a Costantinopoli.

I Monoteliti anzichè sottomettersi s’accesero maggiormente di rabbia e tosto inviarono a Roma l’eresiarca Olimpio, coll’incarico di uccidere il Pontefice, o almeno di impadronirsi della sua persona. 

Non avendo potuto ottenere il loro scopo, ricorsero a mezzi ancor più diabolici, calunniando il santo Pontefice presso l’imperatore, il quale, già infetto di eresia, fu spinto ad assecondare i loro empi disegni. Costante spedì tosto un secondo nucleo di satelliti che con la violenza e con l’inganno riuscirono a legarlo, e nella stessa notte 8 giugno 654, a imbarcarlo per Costantinopoli. 

Colà giunto, dopo lungo e dolorissimo viaggio, fra privazioni e crudeli trattamenti, il santo Pontefice provò con irrefragabili ragioni la sua innocenza : ma invano. Costante tentò di costringerlo a sottoscrivere gli editti già condannati, ma il Papa disprezzando la minaccia, l’esilio e la morte stessa, rispose : « Non possumus ». Allora fu dai magistrati vilmente spogliato delle insegne pontificie, incatenato ed esposto all’infamia per le vie della città, mentre i fedeli gemevano. Fu poi messo in prigione per alcuni mesi, finché il 10 marzo del 655 venne deportato definitivamente in Crimea, per attendervi l’esecuzione della sentenza. 

Di là il santo Pontefice scriveva : « Vivo fra le angosce dell’esilio, spogliato di tutto, lontano dalla mia sede; sostento il fragile mio corpo con duro pane, ma ciò non mi importa. Prego continuamente Iddio che, per intercessione dei Ss. Pietro e Paolo, tutti rimangano nella vera fede. Confido nella divina misericordia che chiuderà presto la mia mortale carriera… ». Il Signore esaudì la preghiera del santo pontefice, che morì martire del dovere per la difesa della giustizia e della verità, il 16 settembre del 665, dopo 6 anni di dolorosissimo pontificato. 

Il suo corpo venne sepolto provvisoriamente in una cappella della B. Vergine, e poco dopo trasferito a Roma. 

PRATICA. Ricordiamo che le sofferenze di questa vita, sopportate con pazienza, ci aumentano i meriti. 

PREGHIERA. Dio, che ci allieti ogni anno con la solennità del tuo beato Martino Papa e martire, concedi, propizio, che mentre ne celebriamo la festa ci rallegriamo della sua protezione.