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Via libera del Consiglio all’aumento dei pagamenti anticipati della ”Garanzia giovani”. Invece di 67 milioni di euro, gli Stati membri riceveranno circa 1 miliardo nel 2015, che consentirà loro di sviluppare rapidamente misure per l’occupazione giovanile. Per l’Italia l’aumento è consistente: da 5 milioni di euro inizialmente previsti si passa a 170 milioni, su un totale di 567 milioni che riceverà nell’arco di due anni. Si tratta del contributo più elevato d’Europa dopo quello della Spagna, a cui va circa un miliardo.
La Garanzia Giovani è pensata soprattutto per i circa 7 milioni i giovani europei ”fermi” cioè senza lavoro, formazione o studio. “Il drastico aumento dei pagamenti anticipati riflette il nostro forte impegno ad affrontare la disoccupazione giovanile in Europa, visto che la mancanza di pre-finanziamento è al momento uno dei problemi maggiori che impedisce alle risorse dell’iniziativa per i giovani di essere rapidamente mobilitate”, ha detto in un comunicato la presidenza di turno lettone.
ansa
Domani, 23 aprile, ore 14.30 presso la Cgil nazionale, Corso d’Italia 25, Sala Giuseppe Di Vittorio, Massimo Franchi presenterà il suo libro “Il sindacato al tempo della crisi”.
Per sopravvivere il sindacato deve rinnovarsi completamente: svecchiare le classi dirigenti e portare al centro della propria azione i lavoratori precari. L’autore ne parlerà con Susanna Camusso e Claudio Treves
I sindacati sono percepiti come strutture vecchie, arroccate nella difesa dei presunti “garantiti” e incapaci di fare gli interessi dei giovani. Proprio nel momento in cui il lavoro è più frastagliato e spezzettato, in cui chi lavora subisce sempre più soprusi, chi dovrebbe difendere i diritto dei lavoratori – il sindacato – è più in difficoltà. Non viene ascoltato dalla politica, non riesce più a intercettare i giovani. Eppure il sindacato è stato fra i primi a denunciare le storture del neoliberismo e dell’austerità. E alla denuncia ha accompagnato la proposta di politiche diametralmente opposte volte al rilancio degli investimenti e alla creazione di nuovo lavoro. Eppure non basta.
Per affrontare efficacemente queste sfide, secondo l’autore l’unica strada che il sindacato può seguire è quella del suo completo rinnovamento, svecchiando struttura, metodi e dirigenza, proponendo un progetto in grado di riunificare il mondo del lavoro, raccogliendo giovani e precari, partite Iva, lavoratori parasubordinati e autonomi. Il sindacato può essere l’alleato migliore di garantiti e precari. La loro alleanza rappresenta l’unico modo per uscire dalla crisi.
Massimo Franchi ha intervistato i segretari generali delle tre maggiori confederazioni, Susanna Camusso, Annamaria Furlan, Carmelo Barbagallo; i sociologi Aldo Bonomi, Giuseppe De Rita e Luciano Gallino; i lavoratori Valentina Lillo, Bruno Scagnelli e Giulia Rossi.
“Più che un’emergenza, è una tragedia che continua a ripetersi. Ha proporzioni che non hanno paragoni e va affrontata non nella logica emergenziale del prendere le distanze da questo problema, ma provando a mettersi nei panni di chi sta scappando dalla guerra e dalle persecuzioni e che finisce nella mani degli schiavisti”. Lo ha detto ieri Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, nel corso del sit-in a Montecitorio dopo la tragedia dei migranti. “Innanzitutto c’è bisogno di costruire corridoi umanitari sotto l’egida dell’Onu. Corridoi che determinino il fatto che quelle persone siano in una condizione di sicurezza. Sento oggi alcuni commenti belligeranti. Io credo – sostiene Camusso – che siamo invece davanti a un problema umanitario” per il quale è necessario “mettere in funzione le ragioni della pace e della pacificazione di un’area dove è sempre più complicato immaginare quale sia la prospettiva”.
“Da tempo Cgil, Cisl e Uil avevano deciso di celebrare il Primo Maggio a Pozzallo (in provincia di Ragusa), proprio per sollecitare le istituzioni verso politiche d’integrazione, sviluppo e tutela di diritti per tutti. Ora quella festa assume un valore simbolico e politico enorme, e risulterà difficile accusarci di strumentalità. Abbiamo scelto Pozzallo in modo unitario, molto prima che il dramma dell’immigrazione si acuisse nel modo tragico che stiamo vivendo. A dimostrazione che il sindacato, da anni, segnala un problema enorme, risultando spesso inascoltato, a volte anche un po’ deriso e bistrattato dalla propaganda ufficiale”.
Lo ha detto ieri il segretario confederale della Cgil, Nino Baseotto durante una intervista a Radio Articolo 1 che ha spaziato dall’emergenza immigrazione fino ai temi della politica economica e del nuovo Statuto dei lavoratori. “I morti della tragedia del Canale di Sicilia – ha detto Baseotto prima del presidio che c’è stato ieri a Montecitorio – pesano come un macigno sulle coscienze della comunità internazionale, incapace di uscire da una logica fallimentare, che non ha prodotto alcun risultato. Dopo i governi di centrodestra, al limite del razzismo e della xenofobìa, stavolta, per fortuna, vi è la posizione apprezzabile dell’attuale Presidente del Consiglio, che ha immediatamente chiesto e ottenuto una riunione straordinaria del Consiglio europeo sull’immigrazione. Ci auguriamo, che a tale determinazione formale faccia seguito una richiesta sostanziale di cambiare verso alle politiche sui migranti”. “Secondo noi, è indispensabile creare un corridoio umanitario, considerando che la maggior parte delle persone che arrivano in Italia chiedono poi di proseguire fino in Germania, Francia, Svezia e in altri paesi del Nord Europa”.
Su iniziativa dell’Anpi provinciale, sabato 25 aprile alle ore 10,30, a Roma, presso Porta San Paolo si svolgerà un presidio con interventi di partigiani e autorità per celebrare il 70° anniversario della Liberazione dal nazifascismo, la fine in Italia della II Guerra Mondiale e l’inizio della ricostruzione morale e materiale di un paese, l’Italia fascista e monarchica, sconfitta e distrutta.
Non sarà rituale per la CGIL, per le lavoratrici e i lavoratori, i disoccupati, i giovani, i pensionati che rappresentiamo ritrovarsi a Porta San Paolo per riaffermare i valori della Resistenza sanciti nella Costituzione e l’impegno a difenderli e a trasmetterli alle nuove generazioni.
La Cgil aderisce alla manifestazione contro la mafia, promossa da Libera e da una pluralità di associazioni, che si svolgerà a Catanzaro il 24 aprile prossimo.
Per la Confederazione di Corso d’Italia, sarà presente in Piazza della Prefettura il segretario confederale della Cgil Gianna Fracassi.
“Il territorio di Catanzaro – spiega la dirigente sindacale – negli ultimi mesi è stato interessato da una serie di attentati e intimidazioni contro attività economiche e imprenditoriali. Tutto ciò impone che una grande forza sociale come la Cgil sia al fianco di coloro che intendono opporsi a tale pericolosa deriva – conclude Fracassi – riconfermando così il proprio impegno nella battaglia per la legalità e contro tutte le mafie”.
In data odierna l’Inca, insieme alla confederazione, ha partecipato all’audizione presso l’11esima commissione del Senato sullo schema di decreto n. 187 riguardante misure di “conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro”, che ha cominciato il suo iter di approvazione.
Il patronato della Cgil ha presentato alcune proposte emendative di miglioramento per quanto attiene la completa parificazione delle tutele previste per i genitori, tra il lavoro autonomo e le libere professioni, sia per i figli biologici che per quelli adottati. Tra le tante richieste di modifiche, il patronato della Cgil ha avanzato l’ipotesi che vengano integrate e rafforzate le norme rivolte a evitare le dimissioni in bianco, una piaga ripetutamente denunciata dal sindacato e dal patronato.
Per quanto concerne l’estensione dei congedi parentali, l’Inca ha chiesto che le lavoratrici possano usufruire della indennità del 30 per cento dell’ultima retribuzione entro i limiti di reddito previsti fino ai 12 anni del figlio e non entro gli otto, come previsto dall’attuale schema di decreto. Ciò consentirebbe di estendere questa possibilità anche alle famiglie meno abbienti. Sempre in tema di congedi, inoltre, è stata avanza la richiesta di introdurre esplicitamente, in caso di parto prematuro, la possibilità di superare i cinque mesi di congedo obbligatorio, considerando, per la determinazione della durata del congedo, la data effettiva del parto.
L’Inca ha anche aggiunto che, per migliorare il sistema di tutela delle donne, sarebbe necessario introdurre il principio della cumulabilità dei congedi con i permessi previsti dalla legge n. 104/92, soprattutto per i casi di bambini portatori di handicap.
Nella stessa audizione si è parlato anche di violenza di genere. L’Inca, pur ritenendo positivo l’inserimento del tema nello schema di decreto, ha auspicato che gli interventi di tutela nei confronti delle donne vittime di violenza possano essere maggiormente personalizzati, anche sulla base delle indicazioni del centro antiviolenza. ”Ci auguriamo – spiega Fulvia Colombini, del collegio di presidenza dell’Inca – che queste indicazioni non cadano nel vuoto e si traducano in proposte di modifiche del testo originario”.
Newsletter del 22/04/2015
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In data odierna l’Inca, insieme alla confederazione, ha partecipato all’audizione presso l’11esima commissione del Senato sullo schema di decreto n. 187 riguardante misure di “conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro”, che ha cominciato il suo iter di approvazione.
Il patronato della Cgil ha presentato alcune proposte emendative di miglioramento per quanto attiene la completa parificazione delle tutele previste per i genitori, tra il lavoro autonomo e le libere professioni, sia per i figli biologici che per quelli adottati. Tra le tante richieste di modifiche, il patronato della Cgil ha avanzato l’ipotesi che vengano integrate e rafforzate le norme rivolte a evitare le dimissioni in bianco, una piaga ripetutamente denunciata dal sindacato e dal patronato.
Per quanto concerne l’estensione dei congedi parentali, l’Inca ha chiesto che le lavoratrici possano usufruire della indennità del 30 per cento dell’ultima retribuzione entro i limiti di reddito previsti fino ai 12 anni del figlio e non entro gli otto, come previsto dall’attuale schema di decreto. Ciò consentirebbe di estendere questa possibilità anche alle famiglie meno abbienti. Sempre in tema di congedi, inoltre, è stata avanza la richiesta di introdurre esplicitamente, in caso di parto prematuro, la possibilità di superare i cinque mesi di congedo obbligatorio, considerando, per la determinazione della durata del congedo, la data effettiva del parto.
L’Inca ha anche aggiunto che, per migliorare il sistema di tutela delle donne, sarebbe necessario introdurre il principio della cumulabilità dei congedi con i permessi previsti dalla legge n. 104/92, soprattutto per i casi di bambini portatori di handicap.
Nella stessa audizione si è parlato anche di violenza di genere. L’Inca, pur ritenendo positivo l’inserimento del tema nello schema di decreto, ha auspicato che gli interventi di tutela nei confronti delle donne vittime di violenza possano essere maggiormente personalizzati, anche sulla base delle indicazioni del centro antiviolenza. ”Ci auguriamo – spiega Fulvia Colombini, del collegio di presidenza dell’Inca – che queste indicazioni non cadano nel vuoto e si traducano in proposte di modifiche del testo originario”.
Dopo oltre venti anni dal varo della prima legge completa sulla previdenza complementare, risalente al 1993, che regola la costituzione e il funzionamento dei Fondi integrativi, lo sviluppo del settore lascia ancora molto a desiderare. L’intento del legislatore all’epoca era chiaro: generalizzare il secondo pilastro previdenziale, dando preferenza ai fondi negoziali anziché ai fondi aperti e utilizzare la leva fiscale come strumento incentivante.
La necessità di imprimere uno sviluppo rapido ai Fondi pensione complementari appariva chiara ed urgente dopo che le riforme previdenziali degli anni “novanta” avevano introdotto per le nuove pensioni il calcolo con il sistema contributivo che avrebbe abbassato notevolmente il tasso di sostituzione, dato dal rapporto tra stipendio e pensione soprattutto per le generazioni più recenti.
L’Inca Cgil il 23 aprile p.v. alle ore 10.00 presso il Centro Congressi Frentani, sala Latini – Via dei Frentani 4, ha organizzato un’iniziativa su: “La previdenza complementare: a più di 20 anni dall’avvio quali prospettive per il suo futuro?”. Il programma prevede una presentazione a cura di Fulvio Fammoni , presidente dell’Associazione Bruno Trentin, l’introduzione di Morena Piccinini, presidente Inca e l’illustrazione della ricerca “Fondi pensione negoziali: un’opportunità da cogliere”, di Clizia Savarese.
Parteciperanno alla tavola rotonda, che inizierà alle ore 11.00 e che sarà moderata da Fulvia Colombini, del Collegio di Presidenza dell’Inca: Mauro Marè, presidente Mefop, Leonardo Tais, direttore centrale Area vigilanza Covip, Michele Tronconi, presidente Assofondipensione, Maurizio Agazzi, direttore Fondo pensione Cometa, Marco Lo Conte, giornalista del “Il Sole 24 ore”. Le conclusioni saranno affidate a Vera Lamonica, segretario confederale Cgil.