Franco Rodano

Militante antifascista già al liceo

di Carlo Felice Casula

 Franco Rodano, nato a Roma nel 1920, prima di laurearsi in Lettere alla Sapienza, acquisisce, come molti giovani della sua generazione, una precoce solida formazione letteraria, storica e filosofica negli anni del liceo. Sono anni per lui decisivi in quanto il Liceo Visconti che lui frequenta, di cui era preside Felice Piersanti, era, nel cuore di Roma, una scuola non fascistizzata, frequentata da molti studenti che costituirono il nucleo intellettuale dell’antifascismo romano. Nelle aule del Visconti conosce anche Marisa Cinciari. Si sposano molto giovani e fu il loro non solo un matrimonio felice con cinque figli, ma anche un’intesa profonda spirituale e intellettuale. Franco sceglierà di dedicarsi all’attività di studio, di ricerca e di elaborazione, mentre Marisa deciderà per l’impegno politico attivo, ricoprendo ruoli importanti nel Partito comunista itliano, nell’Udi e nelle istituzioni. Iscritto all’Azione Cattolica, è indirizzato nella sua formazione religiosa e spirituale dai Gesuiti. Nella sua maturazione culturale e politica antifascista è influenzato dalla lezione di Benedetto Croce, dal marxismo e dall’incontro con altri giovani studenti comunisti, da Paolo Bufalini ad Antonio Amendola, Pietro Ingrao e Lucio Lombardo Radice. Dalla fine degli anni Trenta, nel contesto della lunga e profonda crisi del Fascismo, è l’animatore e il leader di un gruppo di giovani antifascisti, che con diverse denominazioni (Partito cooperativista sinarchico, Partito comunista cristiano, Sinistra giovanile cattolica) costituirà, nel 1944-45, il nerbo del Movimento dei Cattolici comunisti, che ebbe tra i suoi dirigenti più prestigiosi anche Adriano Ossicini, Fedele D’Amico, Felice Balbo, Marisa Cinciari, Giglia Tedesco. In stretto rapporto con i Comunisti esso svolse un ruolo attivo nella Resistenza, specialmente a Roma, pubblicando un giornale, Voce Operaia e diversi opuscoli, tra cui, Il comunismo e i cattolici. Il MCC, dopo la liberazione di Roma, assunse la nuova denominazione di Partito della Sinistra cristiana , per sfuggire ad un’aperta condanna da parte delle sospettose gerarchie ecclesiastiche, ma Rodano, nel dicembre del 1945, nonostante i parziali successi organizzativi e la diffusione a livello nazionale, spinse per decidere l’autoscioglimento con l’indicazione di continuare «l’azione di cattolici e di democratici sui fronti di lotta della classe operaia», all’interno del Partito comunista e delle sue organizzazioni di massa. Rodano, che stabilisce un personale stretto rapporto di stima e collaborazione con Palmiro Togliatti, ma anche con esponenti della cultura laica e tecnocratica, come Benedetto Croce, Giovanni Malagodi, Raffaele Mattioli, Piero Sraffa, collaborò a Rinascita, Il Politecnico di Elio Vittorini, Cultura e Realtà di Cesare Pavese, Il Contemporaneo. Nel dicembre del 1947 gli fu comminato dall’autorità ecclesiastica, «per avere sostenuto tesi atte a fomentare divisioni e malumori tra il clero», l’interdetto personale, vale a dire l’esclusione dai sacramenti, che gli fu tolto solo dopo il Concilio Vaticano II. Negli anni Cinquanta anima due prestigiose riviste, Lo Spettatore Italiano e Il Dibattito politico e negli anni Sessanta, con Claudio Napoleoni, fonda la Rivista Trimestrale. Al centro della sua elaborazione la rifondazione del concetto di rivoluzione, la laicità della politica, la critica della società opulenta. Sempre in collaborazione con Claudio Napoleoni e Michele Ranchetti fonda e anima a Roma la SISPE, una libera e rigorosissima scuola di scienze politiche e economiche frequentata, dopo un concorso di ammissione da un ristretto gruppo di giovani, per lo più impegnati nel Movimento studentesco. Le registrazioni delle lezioni svolte da Rodano sono state trascritte e pubblicate in due postumi splendidi libri: Lezioni di storia possibile (Marietti 1986) e Lezioni su servo e signore. Per una storia postmarxiana (Editori Riuniti 1990) Negli anni Settanta costituisce un fondamentale punto di riferimento nei variegati ambienti dell’associazionismo cattolico che si avvicinano al Partito comunista, specie durante la segreteria di Enrico Berlinguer. Il suo libro, Questione democristiana e compromesso storico , pubblicato dagli Editori Riuniti nel 1977 ebbe una larga diffusione. Dal 1974, anche per sfatare il mito di consigliere del principe che agiva nell’ombra, avviò una regolare collaborazione con il quotidiano Paese Sera, allora diretto da Piero Pratesi. Muore a Monterado nelle Marche il 21 luglio del 1983 lasciando una ricca e ancora attualissima eredità culturale e morale. Una prima documentata e stimolante ricostruzione della sua figura intellettuale e politica è stata pubblicata nel 1993 da Marcello Mustè in un volume edito da Il Mulino, dal titolo pregnante: Franco Rodano. Critica delle ideologie e ricerca della laicità.

21 July 2003pubblicato nell’edizione Nazionale (pagina 25) nella sezione “Cultura

Franco Rodanoultima modifica: 2014-04-26T10:39:02+02:00da vitegabry
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