Archivio mensile:febbraio 2014

ULTIMISSIME EDILIZIA – COOPERATIVE28/02/2014

 

GIURISPRUDENZA

CORTE DI CASSAZIONE

SENTENZA

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 27 febbraio 2014, n. 4589COOPERATIVE, EDILIZIA

Lavoro subordinato – Nullità dei contratti a termine – Risoluzione consensuale del rapporto lavorativo – Dimostrazione del dipendente di voler essere riassunto dall’ex datore

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 27 febbraio 2014, n. 4723COOPERATIVE, EDILIZIA

Lavoro – Licenziamento per giusta causa – Sviamento della clientela – Reiterazione e persistenza nel tempo – Prova testimoniale – Attendibilità

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 27 febbraio 2014, n. 9693COOPERATIVE, EDILIZIA

Lavoro – Sicurezza – Incidente sul lavoro – Responsabilità penale – Obbligo di formazione e informazione sui dipendenti – Lettura del Pos

CORTE DI GIUSTIZIA CE – UE

SENTENZA

CORTE DI GIUSTIZIA CE-UE – Sentenza 27 febbraio 2014, n. C-110/13COOPERATIVE, EDILIZIA

«Rinvio pregiudiziale – Diritto delle imprese – Raccomandazione 2003/361/CE – Definizione delle microimprese, piccole e medie imprese – Tipi di imprese considerati ai fini del calcolo degli effettivi e degli importi finanziari – Imprese collegate – Nozione di “gruppo di persone fisiche che agiscono di concerto”»

CORTE DI GIUSTIZIA CE-UE – Sentenza 27 febbraio 2014, n. C-588/12COOPERATIVE, EDILIZIA

“Politica sociale – Direttiva 96/34/CE – Accordo quadro sul congedo parentale – Clausole 1 e 2, punto 4 – Congedo parentale a tempo parziale – Licenziamento del lavoratore senza motivo grave o adeguato – Indennita forfettaria di tutela per fruizione di un congedo parentale – Base di calcolo dell’indennità”

PRASSI

INPS

MESSAGGIO

INPS – Messaggio 27 febbraio 2014, n. 2889COOPERATIVE, EDILIZIA

Nuovo sistema di gestione del “DURC interno”, per l’individuazione e la contestazione delle situazioni di irregolarità incompatibili con i benefici normativi e contributivi, previsti dalla normativa in materia di lavoro e legislazione sociale, ai sensi dell’articolo 1, comma 1175, della legge 27 dicembre 2006, n. 296. Emissione delle note di rettifica con la nuova procedura di Gestione contributiva.

MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO

COMUNICATO

MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO – Comunicato 27 febbraio 2014COOPERATIVE, EDILIZIA

Comunicato relativo al testo del decreto-legge 23 dicembre 2013, n.145, coordinato con la legge di conversione 21 febbraio 2014, n. 9, recante: «Interventi urgenti di avvio del piano “Destinazione Italia”, per il contenimento delle tariffe elettriche e del gas, per l’internazionalizzazione, lo sviluppo e la digitalizzazione delle imprese, nonché misure per la realizzazione di opere pubbliche ed EXPO 2015.».

Rassegna stampa del 28/02/2014

Rassegna stampa
Nota di servizio: come già comunicato a suo tempo, la rassegna stampa sul sito istituzionale della Regione Sardegna non comprende articoli de la Nuova Sardegna a seguito di un espresso divieto di riproduzione.
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Rassegna stampa del 28/02/2014

Tutele individuali per i diritti di tutti

Ripartire dalla tutela individuale per riaffermare i diritti sociali e del lavoro. È questa, in estrema sintesi, la richiesta che arriva dal Sistema servizi e della tutela individuale della Cgil riunito in assemblea a Roma il 24-25 febbraio in vista del Congresso di Rimini. Due giorni di approfondimento e dibattito che hanno visto come protagonisti il consorzio nazionale Caaf, il Sol (Servizio orienta lavoro), l’Uvl (uffici vertenze e legali) e il Patronato Inca.

“Siamo al quarto governo in sei anni di crisi, e questo dice molto, ma la crisi non basta a spiegare perché 9 milioni di persone hanno difficoltà ad accedere ai servizi sanitari”, osserva nelle conclusioni il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. Al centro delle sue riflessioni c’è il ruolo e il futuro della Pubblica amministrazione. “Si parla tanto di riduzione della spesa e di tagli, parole spesso agitate come clave. Alla base di tutto, però, dovrebbe esserci la riforma dell’accreditamento che porterebbe trasparenza e costringerebbe a capire bene cosa tenere all’interno della Pa e cosa può essere portato fuori”.

L’altra priorità è la semplificazione: “Chiunque vorrebbe un sistema più semplice. La gran parte delle complicazioni, però, deriva dalle leggi, e alla fine i lavoratori agli sportelli passano come torturatori dei cittadini. Nel sentire comune non hanno nessun problema, ma sappiamo che non sempre è così. Si deve partire da un’idea di riorganizzazione che migliora il servizio. Tra il blocco totale delle assunzioni e la ricostruzione di un turn over ragionevole – aggiunge la dirigente sindacale – ci sono molti spazi. Nessuna amministrazione può immaginarsi un futuro se non entrano i giovani al fianco di chi ha già le competenze”.

Lo scenario è quello della frantumazione che “porta con sé la progressiva corporativizzazione e una disuguaglianza sistematica. Ecco perché il rapporto tra Pa e servizi è decisivo per ricostruire la solidarietà alla base dell’esistenza stessa dello Stato”, specie in un periodo nel quale si assiste a una “campagna di svalorizzazione e di rancore verso il lavoro pubblico”. Il congresso Cgil punta proprio a un salto di qualità nei processi di integrazione: “Come patronati siamo stati una grande forma di risparmio per la Pa, tuttavia non ci viene riconosciuto il fatto che abbiamo risolto una serie di problemi allo Stato. Siamo pronti a ragionare sulla nostra trasformazione, ma non siamo tenuti a rincorrere le risorse”

Quanto alla spending review, “l’orizzonte deve essere quello dei diritti dei cittadini, non l’idea secondo cui nella spesa pubblica c’è un serbatoio infinito di risorse. Anche perché, quando si dice ”partiamo dai beni e servizi”, poi si fa fatica a trovare 2 miliardi e mezzo. Si può semplificare la Pa, certo, i livelli sovrapposti sono troppi. Ma in realtà abbiamo un problema di qualificazione della spesa, non solo di riduzione. Interi settori sono ormai scoperti dalle tutele. Le infrastrutture, oltre a quelle classiche, sono anche gli asili, i servizi collettivi, l’assistenza alle persone che invecchiano”.

Donne

In 1 anno addio al lavoro per 500 donne madri nelle Marche

Lo scorso anno nelle Marche 573          lavoratrici madri si sono dimesse ”volontariamente” dal lavoro nel primo anno di vita del figlio: in tutto 643 lavoratori considerando anche i padri. In cinque anni, fra il 2009 e il 2013 sono stati 2.980 i padri e le madri che hanno abbandonato il posto che avevano. I dati della Direzione regionale del Lavoro, elaborati dalla Cgil Marche, non tengono conto del numero delle mamme lavoratrici che non devono convalidare le loro dimissioni presso le Direzioni provinciali. Vanno poi aggiunte ”le tante lavoratrici precarie per le quali la maternità significa spesso la perdita di ogni speranza di rinnovo del contratto”.

Tra i motivi che spingono a lasciare il posto di lavoro prevalgono le difficoltà connesse alla presenza, agli orari e ai costi e ai servizi: la maggior parte delle donne dichiara di essere costretta a lasciare il lavoro perché non può contare sull’assistenza al neonato da parte di una rete parentale di supporto (22%); di poco inferiore il numero di lavoratrici per le quali la mancanza di posti nell’asilo nido, o comunque il mancato accoglimento del neonato al nido, rende incompatibile ll’occupazione lavorativa e l’assistenza al bambino (18%).

Particolarmente significativo anche il numero delle donne che lasciano il lavoro a causa dei costi troppo elevati dei servizi di assistenza al bambino per asili nido, baby sitter, ecc. (8%) o per la mancata concessione del part time da parte dell’azienda (2%). Il 18% delle lavoratrici si dimette per passare ad un’altra azienda. Ma poi c’è anche un 28% di donne che lascia il posto per dedicarsi interamente alla famiglia e in particolare alla cura dei figli.

“Le ragioni alla base delle dimissioni – afferma Daniela Barbaresi della Cgil – segnalano la solitudine di troppe lavoratrici costrette a fare i conti con una rete di servizi inadeguata ai bisogni e i cui costi sono spesso troppo elevati per tante famiglie alle prese con le difficoltà economiche rese esasperate dalla crisi”.

Ma chi sono le lavoratrici che lasciano il lavoro alla nascita di un figlio, soprattutto in questo momento nel quale un posto di lavoro è tanto prezioso?  La maggior parte delle lavoratrici è abbastanza giovane e ha almeno un figlio o comunque presenta le dimissioni dopo la nascita del primo bambino (58%); significativo anche il numero delle donne che hanno due figli (32%) o più (5%). Più limitato il numero di coloro che lasciano il lavoro durante la gravidanza (5%).

Le imprese dalle quali le lavoratrici provengono sono prevalentemente di piccole e piccolissime dimensioni, quasi sempre non sindacalizzate e dove è maggiore il senso di isolamento e la solitudine della lavoratrice: il 70% delle aziende che le donne lasciano quando nasce un figlio ha meno di 15 dipendenti  il 16% ha tra 16 e 50 dipendenti. “E’ necessario che il diritto al lavoro possa realmente coniugarsi con quello alla maternità” sottolinea Barbaresi.

La Cgil chiede ”misure concrete e durature, frutto di una strategia complessiva che riconosca la centralità del lavoro delle donne con un sistema di infrastrutture sociali idoneo a rispondere ai bisogni delle madri, dei padri e dei bambini”.

Morti sul lavoro

Morti lavoro:Cgil, crisi ha abbassato standard di sicurezza

“Due morti sul lavoro in due giorni a pochi chilometri di distanza non possono essere una tragica fatalità, sono il segno che probabilmente non si fa abbastanza per la sicurezza di chi lavora, che la crisi sta determinando l’abbassamento degli standard di sicurezza in assenza di adeguati controlli”. Lo ha detto  Michele Pagliaro, segretario generale della Cgil Sicilia, a proposito degli  ultimi due incidenti mortali avvenuti  nella provincia di Messina che hanno causato due giorni fa  il decesso di un operaio portoghese e il ferimento di un secondo lavoratore, a Saponara, per il cedimento di un traliccio a cui stavano lavorando e ieri, a Letojanni, la morte di un lavoratore impegnato nella manutenzione della condotta idrica.

“Alle famiglie delle vittime – ha detto Pagliaro – vanno le nostre condoglianze. Alle istituzioni preposte chiediamo di fare luce sulle eventuali responsabilità mentre a committenti ed enti appaltanti, la Terna nel caso di Saponara, sollecitiamo un confronto immediato su appalti e sicurezza per evitare altri incidenti”.