Lavori atipici

“Accessor”: progetto Ue/patronato Inca Gran Bretagna sui lavoratori atipici

Un progetto estremamente interessante perché tocca una delle problematiche più sentite al momento, ovvero l’accesso alla prestazioni previdenziali ed assistenziali da parte dei lavoratori dei contratti atipici. Stiamo parlando di “Accessor”  il terzo progetto promosso dal patronato Inca e dalle sedi Inca dei Paese Europei,  supportato dalla Commissione Ue.

Terzo progetto, dopo Tesse (coordinato dall’Inca Belgio) ed  Esopo (coordinato dall’Inca Francia), che “si sviluppa in varie fasi di ricerca e approfondimento sulle diverse tipologie dei contratti atipici con il coinvolgimento di 7 Paesi in cui l’Inca è presente con i propri uffici (Belgio, Francia, Germania, Svezia, Regno Unito e Italia)  ed i partner sindacali di questi  Paesi.” spiega Marisa Pompei, responsabile Inca Regno Unito che coordina il progetto Accessor, intervistata dall’agenzia Italian network. 

“Una volta approfondito l’aspetto contrattuale della tipicità del lavoro, verrà messo a confronto con l’accesso alle prestazioni previdenziali ed assistenziali (appunto “accessor “) con particolare attenzione ai regolamenti europei e come ciò si applichi ai lavoratori o lavoratrici atipici”

Afferma l’esponente del Patronato Inca “Allo stato attuale, l’atipicità dei contratti è un dato comune un po’ a tutti i Paesi Ue. Direi quasi che l’economia impone, per certi versi, l’utilizzo di contratti che non solo non sono più a tempo indeterminato ma che permettono alle aziende di potersi liberare di quello che loro considerano il costo del lavoro dove, come e quando ritengano più opportuno. E’ una pratica  molto utilizzata e sulla quale il sindacato si è espresso più volte in maniera negativa ma è una pratica con la quale dobbiamo convivere . Quindi, pur convivendo con questo tipo di fenomeno vogliamo sapere quali sono le conseguenze dirette sulla vita delle persone.”

Ci sono Paesi migliori o peggiori in quest’ottica? Per la sindacalista dei diritti individuali “Uno degli aspetti più sconcertanti dell’unificazione europea è che molte condizioni si ripropongono in parecchi Paesi. Il lavoro atipico c’è dappertutto anche nei Paesi a con un welfare state avanzato. Oggi assistiamo purtroppo a riduzioni di intervento nei confronti dei lavoratori e lavoratrici, per cui  non possiamo fare una classifica e se proprio vogliamo provare a dare un giudizio, direi che preferirei essere una lavoratrice atipica in Svezia piuttosto che in Italia! “….

…”La Commissione Europea – prosegue Marisa Pompei – è sempre molto attenta e ben disposta alle proposte che vengono dall’Inca Cgil. C’è da dire che l’Inca nazionale offre un sostegno anche qualitativo  importante. Per cui è chiaro che senza il sostegno dell’Inca nazionale – che ci accompagna passo dopo passo nella realizzazione dei progetti – sarebbe difficile anche ottenere quel riconoscimento dovuto da parte della stessa Commissione”. L’intera video intervista su http://www.italiannetwork.it/news.aspx?ln=it&id=14579)

Lavori atipiciultima modifica: 2013-07-09T15:19:03+02:00da vitegabry
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