Giovani CGIL

iovani Cgil, contrattazione inclusiva come strumento per riunire

Affermare una contrattazione inclusiva come strumento per riunificare il mondo del lavoro. Un passo importante per la Cgil e, allo stesso tempo, un deciso salto di qualita” della sua azione sindacale per superare una linea difensiva sulla precarieta” e assumere dentro la contrattazione la rappresentanza di tutte le figure presenti nel mercato del lavoro.

E’ la responsabile delle politiche giovanili della Cgil, Ilaria Lani, a spiegare, nel corso della sua relazione all”assemblea nazionale dei giovani della Cgil, il nuovo percorso sui temi della contrattazione assunto dalla Confederazione.

Una scelta strategica per ”guardare con attenzione alle tante facce della precarietà e costruire innanzitutto battaglie contrattuali”, ha affermato Lani dal palco dell”assemblea nazionale che ha chiuso ieri la quarta festa nazionale dei giovani della Cgil. ”In questi anni – ha aggiunto – abbiamo sentito parlare di mercato del lavoro duale, forse è una semplificazione, ma non c’è dubbio che il nostro mercato del lavoro è incredibilmente segmentato e diseguale”. Aspetti di un mercato del lavoro che la Cgil vuole affrontare proprio attraverso la contrattazione inclusiva.

”C’è una fetta crescente di lavoratori e lavoratrici fuori dal contratto collettivo, a cui non parliamo con la nostra azione quotidiana, e che conoscono solo la ricattabilità della contrattazione individuale. Questo aspetto ha oggettivamente indebolito la nostra rappresentanza e la stessa contrattazione”, spiega la responsabile giovani Cgil.

La precarietà ”non si cancella per decreto, ha oramai modificato la struttura produttiva e di mercato di interi settori. Occorre costruire percorsi che accompagnino la regolarizzazione e la regolamentazione di questi segmenti e solo la contrattazione può entrare nel merito e mettere mano alle dinamiche dell’organizzazione del lavoro”. E poi, conclude – ”includere significa ricomporre, garantire parità di trattamento, estendere diritti, ma anche riconoscere le differenti condizioni. Pensiamo per esempio alla domanda di tutela dei tanti professionisti che lavorano su commesse strutturalmente discontinue e che non chiedono certo di essere stabilizzati ma di avere diritti e un equo compenso”.

Per Susanna Camusso  la sollecitazione a “uno sforzo straordinario” in vista dell’appuntamento congressuale in calendario per il 2014: “Deve essere aperto, non una conta tra gruppi dirigenti. Non possiamo essere un’organizzazione che poco riesce a parlare con i giovani disoccupati e con i giovani precari. Ne ha invece uno straordinario bisogno”. Camusso torna sulle differenze di genere (“le carriere si diversificano nel primo anno di lavoro, tra giovani donne e uomini”) e sottolinea come i temi lavoro-partecipazione-democrazia debbano essere considerati sempre insieme.

Precarietà e disoccupazione, però, “oggi non sono nemmeno più sinonimo di giovani”. E allora “torniamo a dire che il Piano del lavoro non è trovare qualche posto oggi. È l’idea di ripartire dall’origine del problema. Non si scappa dal fatto che il nostro paese ha una quantità di lavoro insufficiente rispetto alla domanda, e questo è nato prima della crisi quando si è smesso di investire”. Altre priorità: “Lo straordinario bisogno di far crescere l’istruzione, non di diminuirla”; la richiesta di una redistribuzione del reddito che, oltre alle questioni fiscali, porti alla contrattazione.

È proprio qui, nella contrattazione, che però convivono ancora “contraddizioni” in seno al sindacato, come per esempio il fatto che a volte “le categorie più forti hanno ignorato quelle più deboli”. Insomma, non esiste “un’ondata magica che butta fuori chi c’è nel lavoro per fare spazio ai giovani”. Il problema è che “manca l’equilibrio tra le due generazioni”. C’è dunque da affrontare il tema della solidarietà, “della resistenza di altre categorie in un momento in cui le risorse sono limitate”. In ciò il congresso è l’occasione “per provare a misurarsi con gli iscritti e le iscritte” e allo stesso tempo “essere aperto ai contributi esterni, proprio per rispondere a chi – conclude rivolgendosi alla platea – si sente in quella terra di nessuno”.

Giovani CGILultima modifica: 2013-07-09T15:14:50+02:00da vitegabry
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