Bilancio UE

Cgil: aumentare risorse per cultura in bilancio Ue

La Cgil chiede più risorse per le politiche culturali nel “bilancio europeo” che sarà discusso a giugno, ma anche meno tagli e maggiori investimenti per il settore nel nostro Paese. “La crisi economica, sociale e ambientale che attanaglia l’Europa colpisce il nostro Paese in maniera particolare, evidenziando i limiti e i ritardi di cui soffre l’Italia. Come Cgil, insistiamo da tempo sulla necessità di modificare le politiche europee di puro rigore economico e finanziario, virando verso politiche di investimenti per lo sviluppo e la crescita, in grado di far ripartire le produzioni, materiali e immateriali. E’ questa l’unica via per difendere e aumentare l’occupazione e per ridurre i sempre più pesanti divari tra e nei diversi Paesi europei”, si legge in una nota del Segretariato Europa, ufficio Politiche culturali della Cgil.

“L’Italia e l’Europa devono invertire la tendenza al perseguimento della competizione sui costi – prosegue la nota della confederazione – e intraprendere la direzione dello sviluppo sostenibile e di qualità, il solo che può consolidare e aumentare la competitività internazionale. La cultura, comprensiva di storia, di beni e produzioni artistiche, di istruzione e formazione, di ricerca, è il motore dello sviluppo di qualità ed è la materia prima di cui il nostro Paese è ricco e su cui è essenziale investire per il futuro. Nel prossimo mese di giugno si terrà il vertice europeo dei capi di Stato e di governo che dovrà, tra le altre questioni, avanzare una nuova ipotesi di quadro finanziario pluriennale (il “bilancio europeo”), dopo la bocciatura della ipotesi precedente da parte del Parlamento europeo”.

Il sindacato di corso Italia sollecita “il massimo impegno affinché, in quella sede, gli stanziamenti per le politiche culturali del bilancio comunitario non solo non vengano tagliati, ma siano incrementati”. Una sollecitazione che vale anche per il nostro Paese: “Non solo non si deve più tagliare, perché già troppo si è tagliato, ma il governo e il Parlamento devono impegnarsi per far salire ai livelli della media europea il misero 1,1% del Pil che l’Italia dedica a questo capitolo e il misero 0,19% del bilancio statale per il ministero dei Beni Culturali. Lo dobbiamo alla storia e alla cultura italiane, di cui siamo temporanei custodi, ma soprattutto lo dobbiamo alle e ai giovani per il loro futuro”, conclude la nota.

Bilancio UEultima modifica: 2013-05-17T17:11:00+02:00da vitegabry
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