Patronati

Tagli ai Patronati – Odg del comitato provinciale Inps Ravenna

Il Comitato Provinciale INPS di Ravenna riunitosi in data 30/10/2014, ha inviato al commissario Inps, al presidente Civ Inps, al direttore generale Inps, al direttore regionale Inps, ai presidenti comitati regionali e provinciali Inps e alle organizzazioni sindacali confederali e territoriali il testo dell’ordine del giorno del comitato provinciale in cui si legge che: 

VISTA
la legge  n.152/2001 che regola le attività del patronato e che prevede il finanziamento per le finalità di cui all’art.38 della  Costituzione Italiano, un prelievo a carico dei contributi versati dai lavoratori pari allo 0,226%;

CONSIDERATO
che l’articolo 26 comma 10 della Legge di stabilità 2015 recita: “Con riferimento all’esercizio finanziario 2015 gli specifici stanziamenti iscritti nello stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali per il finanziamento degli istituti di cui al comma 1 dell’articolo 13 della legge 30 marzo 2001, n. 152, sono complessivamente e proporzionalmente ridotti di 150 milioni di euro (….).

TENUTO  CONTO
che questa norma, trattenendo i fondi al bilancio dello Stato, si traduce in un vero e proprio prelievo fiscale a carico dei lavoratori che hanno e versano contributi per le finalità di cui all’art.38 della Costituzione Italiana; che una quota di quest’ultima, infatti, non verrebbe più destinata alle specifiche finalità previdenziali ma, al pari delle entrate tributarie, a finanziare lo Stato nella sua generalità o, come in questo caso, dirottata per soggetti che nulla hanno a che fare con il sistema previdenziale;

ACCERTATO
inoltre, dal confronto tra l’entità dei tagli proposti ed i livelli minimi di servizio, richiesti dalla legge, emerge la completa irragionevolezza della norma (….);

CONSIDERATO 
che la norma in questione mette in discussione il ruolo e le funzioni del patronato, attraverso la riduzione delle risorse, e che con la citata Sentenza n. 42/2000 la suprema Corte ha già stabilito che un intervento simile viola l’articolo 38 della Costituzione;

CONSIDERATO 
in particolare che la norma risulta viziata da pesanti limiti di costituzionalità e rischia di portare al licenziamento di molti operatori di patronato (…), oltre a precludere ai cittadini la possibilità di ottenere assistenza gratuita per far valere i propri diritti previdenziali e socio -assistenziali nell’erogazione di tutte le prestazioni pensionistiche ed infortunistiche;

CONSTATATO
che il sistema patronati con la sua azione, in questi anni, ha contribuito significativamente alla politica di razionalizzazione dell’utilizzo delle risorse pubbliche, dal momento che – con l’ampliamento delle attività attribuite dal legislatore – ha permesso per lo Stato un risparmio annuo di oltre 657 milioni di euro, cioè di 564 milioni di euro per l’Inps, 63 milioni di euro per l’INAILl e 30,7 milioni di euro per il Ministero degli Interni;

VALUTATO
che questa norma avrà un forte impatto sui cittadini, in termini di capacità di accesso alle prestazioni, nonché sull’Istituto (INPS) per la diminuita capacità di far fronte alle richieste dei cittadini che inevitabilmente si riverseranno sugli sportelli del medesimo, per l’incidenza sul futuro dei lavoratori, sull’organizzazione del lavoro, sulla qualità e sulla tempistica dei servizi e delle prestazioni agli utenti; che – dal momento in cui lo Stato non potrà più garantire la gratuità dell’assistenza e della tutela, che ha affidato da quasi 100 anni ai patronati – emergerà per gli assicurati la necessità di rivolgersi ad intermediari a pagamento; il rischio di gravare anche economicamente sulla parte più debole della popolazione, così provata dalla crisi, porterà alla creazione di uno Stato sociale per censo, in cui chi avrà le possibilità economiche per far valere i propri diritti si troverà in vantaggio rispetto a chi non le ha; che inevitabilmente si assisterà ad un acuirsi delle tensioni sociali;

INVITA
la Direzione Centrale e Regionale dell’Istituto ad intervenire presso il Governo per scongiurare tale sciagurata  disposizione, stralciando dal provvedimento – quindi cancellando – il comma 10 dell’art.26 della legge di stabilità 2015.

Patronatiultima modifica: 2014-11-05T14:17:32+01:00da vitegabry
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