Archivi giornalieri: 8 maggio 2023

Come procede il Pnrr sulle infrastrutture Infrastrutture

Come procede il Pnrr sulle infrastrutture Infrastrutture

Tra aumento dei costi e progetti ancora alle prime fasi, le infrastrutture costituiscono una delle maggiori sfide per il Pnrr. Abbiamo ricostruito il quadro attuale, grazie al rapporto della commissione ambiente.

 

Lo scorso 12 aprile la commissione ambiente della camera ha presentato il rapporto sullo stato di attuazione delle infrastrutture prioritarie previste dal piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e dal fondo complementare (Pnc). Si tratta di investimenti che spaziano dalle ferrovie ai sistemi di mobilità urbana, dalle autostrade agli interventi su porti e aeroporti.

Con il presente rapporto intermedio si analizzano gli interventi individuati come prioritari con gli Allegati ai DEF dal 2015 al 2022 e inseriti nella programmazione PNRR e PNC.

Il quadro che ne emerge è articolato. Per quanto riguarda la realizzazione dei lavori, nella maggior parte dei casi siamo ancora fermi alle prime fasi di progettazione e di gara. E a livello di distribuzione delle risorse, se a nord appare più omogenea, a sud si concentra in modo particolare in poche regioni.

In ogni caso questo rapporto rappresenta un’occasione unica finora di entrare più nel dettaglio degli investimenti infrastrutturali voluti da Pnrr e Pnc. E conoscerne ambiti di intervento, stato di avanzamento e localizzazione a livello regionale.

Il quadro delle risorse

Uno dei principali obiettivi e sfide del Pnrr e del Pnc è lo sviluppo delle infrastrutture sul territorio italiano. Dalla costruzione di nuove opere al rinnovamento di quelle già esistenti.

Tra gli svariati interventi previsti, il rapporto della camera prende in esame quelli relativi agli ambiti considerati prioritari. Si tratta di ferrovie, ciclovie, porti e interporti, sistemi urbani, strade e autostrade, aeroporti, infrastrutture idriche ed edilizia pubblica.

132,5 miliardi € il costo delle infrastrutture prioritarie Pnrr e Pnc.

In base ai dati aggiornati al 31 dicembre 2022, le risorse a disposizione per coprire questa spesa ammontano a circa 102,3 miliardi di euro, cioè 30 in meno rispetto al costo totale. Una cifra che non ricade solo sul piano di ripresa e resilienza e sul fondo complementare, ma che viene finanziata anche da altre fonti. Insieme a Pnrr e Pnc, contribuiscono a tale spesa il fondo di solidarietà comunale e il fondo per l’avvio delle opere indifferibili (54% della cifra totale). A cui si aggiungono altre risorse pubbliche non meglio specificate (42%) e a una minima parte di risorse private (3%).

Il costo è aumentato da maggio a dicembre.

Inoltre, va sottolineato che il costo di 132,5 miliardi di euro al 31 dicembre 2022 è il risultato di un aumento di ben 7,2 miliardi rispetto alla cifra stimata a maggio 2022, pari a 125,3 miliardi. Questa crescita è legata all’aumento dei costi dei materiali di costruzione, dei carburanti e dei prodotti energetici. Una tendenza che non sappiamo se sia destinata ad aggravarsi o ad arrestarsi nei prossimi mesi. Considerando anche le strette connessioni con la guerra in corso tra Russia e Ucraina.

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Lo stato di avanzamento delle opere

Come abbiamo anticipato il report condivide anche lo stato di realizzazione, aggiornato al 31 dicembre 2022, delle infrastrutture prioritarie volute dalle due agende.

Sono i primi dati disponibili sullo stato dei progetti.

Abbiamo denunciato più volte la mancanza, tra le altre, di informazioni sull’avanzamento dei progetti Pnrr e Pnc. La pubblicazione di questi dati quindi è sicuramente positiva. Tuttavia si riferiscono solo alle infrastrutture, si fermano al livello nazionale e di macro-aree e considerano le fasi di realizzazione che vanno dalla progettazione all’attivazione dei lavori. Senza dettagliare a che punto siano le opere in corso o quanto manchi al loro completamento.

Nonostante questi limiti si tratta comunque di informazioni utili a ricostruire almeno in parte, per ciascun settore delle infrastrutture, a che punto sono le opere previste. Dalla prima fase di progettazione fino all’avvio dei lavori, passando per le gare d’appalto, l’aggiudicazione dei progetti e la firma dei contratti.

I lavori sulle ferrovie si trovano allo stadio più avanzato, registrando la percentuale maggiore (26%) di opere in corso. Seguono ciclovie (11%), porti e interporti (10%), sistemi urbani (7%), strade e autostrade (1%). Mentre aeroporti, infrastrutture idriche ed edilizia pubblica sono ancora ferme a passaggi precedenti all’avvio dei progetti.

È evidente che per tutti gli ambiti, la maggior parte delle opere sono ancora nelle fasi di progettazione o di gara. Un elemento, almeno in parte, giustificato dal percorso del Pnrr che non è neanche a metà della sua realizzazione (il piano dovrà concludersi a fine 2026). Per il nostro paese infatti è con l’inizio del 2023 che ha preso il via più concretamente la fase di “messa a terra” dei progetti, con l’apertura dei cantieri e l’avvio dei lavori. Ovviamente con delle differenze tra i vari investimenti, a seconda delle scadenze previste dal cronoprogramma.

Infine gli stessi dati sono disponibili, oltre che per settore, anche per le due macro-aree che accorpano il centro e il nord del paese, da un lato, e il sud e le isole dall’altro.

14% delle infrastrutture prioritarie previste per il sud e le isole sono in corso.

Una quota che si alza al 36% nel centro-nord, suggerendo in questo senso una situazione di svantaggio del mezzogiorno rispetto al resto del paese.

Bandi e importi, i dati regionali

Le uniche informazioni condivise dal rapporto in merito alle regioni riguardano il numero di bandi pubblicati e gli importi messi a gara nel corso del 2022. Secondo i dati aggiornati al 31 dicembre 2022 sono stati pubblicati complessivamente 142 bandi per le infrastrutture prioritarie del Pnrr e del Pnc. Di questi, 4 sono stati annullati e 13 sono andati deserti.

17,7 miliardi € l’importo totale messo a gara per le infrastrutture prioritarie, al 31 dicembre 2022.

Il 61% di queste risorse (10,8 miliardi) è relativo a opere da realizzare nel sud e nelle isole, il 38% nel nord e centro Italia e l’1% si riferisce a interventi che interessano allo stesso tempo più regioni. Questi dati, se confrontati con quelli visti nel paragrafo precedente, potrebbero suggerirci un quadro in cui il sud riceve più risorse, ma procede a rilento nella realizzazione delle opere. Con il 14% dei lavori in corso rispetto al 36% registrato nel centro-nord.

Tuttavia, osservando la situazione regione per regione spiccano gli ingenti importi destinati alla Sicilia soprattutto (6,8 miliardi di euro), ma anche alla Campania (2,7). A fronte di risorse molto più limitate per gli altri territori del sud. Questo potrebbe, almeno in parte, aver impattato sul calcolo della media.

Alle già citate Sicilia e Campania seguono per quantità di risorse regioni centrali e settentrionali, a testimonianza di quanto abbiamo appena sottolineato. In primis Lombardia e Liguria, che registrano il terzo importo più alto, pari a 1,3 miliardi.

In generale è evidente anche dalla mappa come nei territori del centro e del nord la distribuzione dei fondi sia più omogenea, al contrario del mezzogiorno. Basti pensare che due grandi regioni come la Puglia e la Calabria – non prive di gravi mancanze in termini infrastrutturali – ricevono all’incirca 200 milioni ciascuna.

La natura dei principali investimenti prioritari

Infine il report individua 47 investimenti prioritari che considera principali e, oltre all’ambito di intervento, ne descrive in sintesi il contenuto.

Quasi tutti i principali interventi riguardano la mobilità.

Molti riguardano i collegamenti ferroviari: dal miglioramento delle linee regionali allo sviluppo dell’alta velocità in Sicilia (Palermo-Messina-Catania), Campania e Calabria (Salerno-Reggio Calabria) e Lombardia e Veneto (Brescia-Verona-Padova). Altri investimenti sono quelli su strade e autostrade. Come la messa in sicurezza sismica di viadotti prioritari delle autostrade A24 e A25 in Abruzzo. O il progetto trasversale a molteplici regioni che prevede la fornitura e l’installazione di impianti di monitoraggio strutturale di ponti, viadotti e gallerie.

Come abbiamo visto nel primo grafico, un altro settore di intervento è quello legato ai sistemi urbani, cioè fondamentalmente il trasporto pubblico locale. È interessante notare su questo tema i diversi gradi di innovazione degli investimenti previsti, dovuti presumibilmente alla disparità territoriale di partenza nell’offerta del servizio. Per esempio, in Lombardia uno degli interventi sui sistemi urbani riguarda lo sviluppo di autobus elettrici tra i comuni di Bergamo, Dalmine e Verdellino. Mentre in Campania, sempre nello stesso ambito, è previsto il potenziamento e l’adeguamento normativo della linea vesuviana Castellammare-Sorrento. Una tendenza che da un lato possiamo considerare endemica, ma che dall’altro non favorisce un reale appianamento dei divari, specialmente tra il sud e il resto del paese.

i principali investimenti su porti e interporti voluti da Pnrr e Pnc.

Riguardano i porti di Ravenna, Civitavecchia, La Spezia, Genova, Catania, Trapani, Palermo, Augusta e Marina di Carrara. Anche in questo caso la natura degli interventi riflette le condizioni di partenza delle infrastrutture nei vari territori. Se infatti nei porti siciliani sono previsti interventi di adeguamento e messa in sicurezza, a La Spezia verrà creato un nuovo molo crociere e a Ravenna una stazione di cold ironing.

Infine, altri ambiti di intervento sono gli aeroporti e le infrastrutture idriche. Per i primi si prevede il miglioramento dei collegamenti con le città, come nel caso di Bergamo e di Brindisi. Per le seconde, i principali investimenti mirano all’adeguamento del sistema acquedottistico in alcune zone del Lazio e il completamento della diga di Cumbidanovu in Sardegna.

Il nostro osservatorio sul Pnrr

Questo articolo rientra nel progetto di monitoraggio civico OpenPNRR, realizzato per analizzare e approfondire il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Ogni lunedì pubblichiamo un nuovo articolo sulle misure previste dal piano e sullo stato di avanzamento dei lavori (vedi tutti gli articoli). Tutti i dati sono liberamente consultabili online sulla nostra piattaforma openpnrr.it, che offre anche la possibilità di attivare un monitoraggio personalizzato e ricevere notifiche ad hoc. Mettiamo inoltre a disposizione i nostri open data che possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione.

Foto: Michael Roach – licenza

 

Gazzetta Ufficiale

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Madonna del Rosario di Pompei

 

Madonna del Rosario di Pompei


Nome: Madonna del Rosario di Pompei
Titolo: Apparizione
Ricorrenza: 8 maggio
Tipologia: Commemorazione
Sito ufficiale:www.santuario.it
Il culto della Beata Vergine del Rosario di Pompei, o, più semplicemente, della Madonna di Pompei, nasce alla fine del 1800 ad opera di Bartolo Longo, oggi Beato Bartolo Longo, il quale, si narra che, mentre si trovava nei campi, udì la Madonna dirgli: “Se propagherai il Rosario sarai salvo” . Il giovane Bartolo Longo, rimase scosso da questo messaggio che la Madonna gli affidava, tanto da abbandonare gli ambienti satanici che frequentava, e iniziare la propria opera di diffusione della preghiera del Rosario.

Tuttavia i primi tentativi di diffusione del Rosario non ottennero grandi risultati, e per questo si recò a Napoli, per acquistare un dipinto affinché il popolo di Pompei potesse più facilmente convertirsi a questa preghiera. La sorte volle che, una volta giunto a Napoli, Bartolo Longo incontri il proprio confessore, che gli suggerisce di rivolgersi a Suor Maria Concetta del convento di Porta Medina, la quale custodiva un dipinto della Madonna del Rosario, che lo stesso confessore gli aveva affidato anni prima.

La tela era in pessime condizioni, danneggiata dalle tarme e con intere parti di colore mancante, tanto che Bartolo Longo non voleva accettarlo. Ma, di fronte alle insistenze della suora, non potè rifiutare il dono e con questo si diresse verso Pompei, su di un carretto utilizzato solitamente per il trasporto del letame.

Il quadro, così come era, non poteva essere esposto alla cittadinanza, sia per lo stato di degrado, che per un errore nel dipinto, che ritraeva Santa Rosa, al posto di Santa Caterina da Siena, come colei che riceveva il rosario, e dunque ponendo l’immagine a rischio di interdetto. Fu così che Bartolo Longo decise di affidare alle mani di un restauratore il quadro e, contemporaneamente, diede inizio alla costruzione di una nuova chiesa nella quale esporre il dipinto: la edificazione di questa chiesa sarà resa possibile dalla contessa Marianna De Fusco, futura sposa dello stesso Bartolo Longo, che fece cospicue donazioni, e, le successive elargizioni dei fedeli fecero in modo che ben preso la chiesa si trasformasse nella attuale Basilica Pontificia della Beata Vergine del Rosario di Pompei.

Il dipinto della Madonna di Pompei, o della Beata Vergine del Rosario di Pompei, che dir si voglia, infatti, venne venerato fin dalla prima esposizione pubblica: infatti, già il 13 Febbraio 1876, quando appunto venne mostrato per la prima volta il dipinto, si verificò il primo miracolo, ovvero la guarigione a Napoli di una ragazzina che malata di epilessia inguaribile. In ben poco tempo iniziarono a giungere a Pompei migliaia di fedeli, ciascuno chiedendo una grazia alla Madonna, tanto che ai giorni nostri si stima che più di 4 milioni di persone ogni anno si rechino in pellegrinaggio, facendo così, di quello di Pompei, uno dei santuari mariani più visitato al mondo.

La importanza della Basilica di Pompei, per il mondo cattolico, è testimoniata anche dal fatto che per ben 4 volte è stata visitata da un papa: in particolare sia papa Giovanni Paolo II, sia papa Benedetto XVI che papa Francesco si sono recati in visita al Santuario e, in occasione della visita di San Giovanni Paolo II venne recitata la Supplica.

SUPPLICA ALLA MADONNA DI POMPEI

si recita l’8 maggio / prima domenica di ottobre

Nel mentre i fedeli giungevano al Santuario, Bartolo Longo cominciò a diffondere preghiere e pie devozioni, componendo, poi, nel 1883, anche la Supplica. Questa è una preghiera, inizialmente intitolata “Atto d’amore alla Vergine” ma poi ribatezzata “Supplica alla potente Regina del SS.mo Rosario di Pompei”. Il testo ha avuto nel tempo vari ritocchi, prima della formula attuale, che facciamo seguire.

La Supplica viene recitata solennemente due volte l’anno, l’8 maggio e la prima domenica di ottobre. L’otto maggio del 1915, la preghiera fa il suo ingresso in Vaticano: alle 12.00 di quel giorno, Benedetto XV e i dignitari vaticani la recitarono nella cappella Paolina. Da allora la tradizione è continuata con i Pontefici successivi.

Beata Vergine Maria del Rosario di Pompei

O Augusta Regina delle vittorie, o Vergine sovrana del Paradiso, al cui nome potente si rallegrano i cieli e tremano per terrore gli abissi, o Regina gloriosa del Santissimo Rosario, noi tutti, avventurati figli vostri, che la bontà vostra ha prescelti in questo secolo ad innalzarvi un Tempio in Pompei, qui prostrati ai vostri piedi, in questo giorno solennissimo della festa dei novelli vostri trionfi sulla terra degl’idoli e dei demoni, effondiamo con lacrime gli affetti del nostro cuore, e con la confidenza di figli vi esponiamo le nostre miserie.continua >>

Novena alla Madonna di Pompei

PER IMPETRARE GRAZIE NEI CASI PIU’ DISPERATI

(si inizia il 29 aprile, 26 settembre o quando si vuole e va recitata per intero tutti i giorni)
Si ponga la prodigiosa immagine in luogo distinto e, potendo si accendano due candele, simbolo della fede che arde nel cuore del credente. Prima di cominciare la Novena, pregare Santa Caterina da Siena che si degni di recitarla insieme con noi.
(da ripetere per nove giorni consecutivi)

O Santa Caterina da Siena, mia Protettrice e Maestra, tu che assisti dal cielo i tuoi devoti allorché recitano il Rosario di Maria, assistimi in questo momento e degnati di recitare insieme con me la Novena alla Regina del Rosario che ha posto il trono delle sue grazie nella Valle di Pompei, affinché per tua intercessione io ottenga la desiderata grazia. Amen.continua >>

PREGHIAMO O Dio, il tuo unico Figlio ci ha acquistato con la sua vita, morte e risurrezione i beni della salvezza eterna: concedi anche a noi che, venerando questi misteri del Santo Rosario della Vergine Maria, imitiamo ciò che contengono e otteniamo ciò che promettono. Per Cristo Nostro Signore. Amen.

ORAZIONE
O Santo sacerdote di Dio e glorioso Patriarca San Domenico, che fosti l’amico, il figliuolo prediletto e il confidente della celeste Regina, e tanti prodigi operasti per virtù del S. Rosario; e tu, Santa Caterina da Siena, figliuola primaria di quest’ordine del Rosario e potente mediatrice presso il trono di Maria e presso il Cuore di Gesù, da cui avesti cambiato il cuore: voi, Santi miei cari, guardate le mie necessità e abbiate pietà dello stato in cui mi trovo. Voi aveste in terra il cuore aperto ad ogni altrui miseria e la mano potente a sovvenirla, ora in Cielo non è venuta meno né la vostra carità, né la vostra potenza. Pregate per me la madre del Rosario ed il Figliuolo Divino, giacchè ho gran fiducia che per mezzo vostro ho da conseguire la grazia che tanto desidero. Amen.

Gloria al Padre al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.

Gloria al Padre al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.

Gloria al Padre al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.