Archivi giornalieri: 18 novembre 2021

Esame avvocato 2021, bando in Gazzetta Ufficiale: ecco le date delle prove

Esame avvocato 2021, bando in Gazzetta Ufficiale: ecco le date delle prove

Anche l’esame avvocato 2021 sarà caratterizzato da regole ben precise per i noti rischi di ordine sanitario e si svolgerà solo in forma orale

Notizie interessanti per coloro che intendono sostenere le prove per diventare avvocato ed esercitare così la professione. Infatti, è stato in queste ultime ore pubblicato in Gazzetta Ufficiale l’atteso “Bando di esame di abilitazione all’esercizio della professione forense – sessione 2021“, recante la firma della Ministra della Giustizia Marta Cartabia.

Il testo in oggetto è formato da 13 articoli e dettaglia tutti le informazioni da sapere per poter sostenere le selezioni. Vediamo allora di fare il punto con riferimento all’esame avvocato 2021, con la sintetica guida pratica che segue.

Quando inizieranno le prove? Su quali materie verteranno? Quali saranno le regole di sicurezza sanitarie che saranno applicate? Ecco tutte le risposte.

Esame avvocato 2021: presentazione delle domande e sede d’esame

Nel decreto ministeriale ad hoc, come accennato, sono contenute tutte le informazioni rilevanti per chi intende provare ad ottenere l’abilitazione alla professione forense. Per quanto attiene alla presentazione della domanda per sostenere l’esame, il candidato deve sapere che essa va inviata online, dal 1° dicembre 2021 al 7 gennaio 2022, pagando 78,91 euro, tra tasse; contributi spese e imposte di bollo.

In particolare, la registrazione deve essere compiuta accedendo al sito internet del Ministero della Giustizia, www.giustizia.it, alla voce “Strumenti/Concorsi, esami, assunzioni“, sfruttando solo l’autenticazione SPID di secondo livello.

Al momento della presentazione della domanda, il candidato deciderà anche per quanto riguarda le materie di esame per la prima e per la seconda prova orale. La partecipazione è prevista per i soli interessati che hanno ultimato la pratica in studio, entro il 10 novembre 2021.

Le prove si svolgeranno presso le seguenti sedi di Corti di appello: Ancona, Bari, Bologna, Brescia, Cagliari, Caltanissetta, Campobasso, Catania, Catanzaro, Firenze, Genova, L’Aquila, Lecce, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Perugia, Potenza, Reggio Calabria, Roma, Salerno, Torino, Trento, Trieste, Venezia e presso la Sezione distaccata di Bolzano della Corte di appello di Trento.

Per quanto riguarda la sessione dell’esame avvocato 2021, le prime prove orali si terranno a partire dal prossimo 21 febbraio; mentre l’accesso alle sedi in cui si terranno le prove, sarà ammesso, pena l’esclusione dall’esame, ai meri candidati in possesso del Green pass, e dunque solo a coloro che hanno scelto di vaccinarsi contro il Covid.

Esame avvocato 2021, come funzionano le prove

Nonostante il fatto che la campagna di vaccinazione anti coronavirus sia ormai una fase avanzata, non vi saranno sostanziali variazioni rispetto all’iter d’esame della passata sessione. Perciò l’esame avvocato 2021, come quello precedente, si articola in due prove orali. Nella prima il candidato deve occuparsi di una questione pratico-applicativa, ossia deve risolvere un caso pratico. La finalità è quella di verificare le conoscenze di diritto sostanziale e di diritto processuale, in una materia scelta in anticipo dal candidato tra le quelle che seguono:

  • materia regolata dal codice civile;
  • materia regolata dal codice penale;
  • diritto amministrativo.

La seconda prova orale è molto articolata ed avrà una durata compresa tra un minimo di 45 ed un massimo di 60 minuti, per ogni candidato. Avrà luogo non meno di 30 giorni dopo il primo step di selezione. Cimentandosi in essa, il candidato dovrà affrontare e discutere brevi questioni collegate a 5 materie scelte in anticipo dal candidato, secondo questo schema:

  • una materia tra diritto civile e diritto penale, ma pur sempre differente dalla materia già scelta per la prima prova orale;
  • una tra diritto processuale civile e diritto processuale penale;
  • 3 tra quelle che seguono: diritto civile, diritto penale, diritto costituzionale, diritto amministrativo, diritto tributario, diritto commerciale, diritto del lavoro, diritto dell’Unione europea, diritto internazionale privato, diritto ecclesiastico.

Diritto amministrativo prima prova orale

Nello specifico caso in cui il candidato scelga la materia del diritto amministrativo nella prima prova orale, la seconda prova sarà caratterizzata:

  • dal diritto civile e da quello diritto penale:
  • da una materia a scelta tra diritto processuale civile e diritto processuale penale;
  • e da 2 tra le seguenti: diritto costituzionale, diritto amministrativo, diritto tributario, diritto commerciale, diritto del lavoro, diritto dell’Unione europea, diritto internazionale privato, diritto ecclesiastico.

Come sempre, inoltre, coloro che intendono ottenere l’abilitazione, debbono ricordare che anche all’esame avvocato 2021, sarà necessario dimostrare la conoscenza dell’ordinamento forense e dei diritti e doveri dell’avvocato.

Esame avvocato 2021, come accedere alle sedi della prova

Per quanto riguarda l’accesso alle sedi, negli spazi adibiti allo svolgimento delle prove con collegamento da remoto, l’ingresso è ammesso solo ai candidati e al personale amministrativo adibito alle funzioni di segretario e ai compiti di vigilanza.

Per espressa previsione del decreto, la pubblicità della prova implica che le sedute si svolgano in ogni caso con modalità di collegamento da remoto. All’orario indicato per l’inizio della seduta, il Presidente apre l’aula virtuale; e attende un tempo non al di sotto dei 5 e non al di sopra dei 10 minuti per il collegamento del candidato. Inoltre, la audio-video registrazione della seduta è vietata dal regolamento.

Per tutta la durata della discussione il candidato deve tenere accesi microfono e telecamera. Nel corso dell’esame avvocato 2021 non può essere usata la messaggistica istantanea della riunione. I soggetti collegati, ma diversi dai membri della sottocommissione, devono invece disattivare i propri microfoni e telecamere.

Dopo aver deciso, i commissari si ricollegano all’aula virtuale, utilizzata per la prova orale, e rendono noto l’esito della prova al candidato.

Esame avvocato 2021, obblighi del candidato

Infine occorre rimarcare che il candidato che intende sostenere le prove orali dell’esame avvocato 2021, deve:

  • portare con sé la certificazione verde COVID-19;
  • presentarsi 15 minuti prima dell’orario di convocazione;
  • tenere indossata la mascherina;
  • rispettare il distanziamento di almeno 2 mt. (incluso lo spazio di movimento).

Tuttavia nell’ambito delle prove, il candidato, tenuto conto delle condizioni ambientali, potrà essere autorizzato dal Presidente della sottocommissione a togliere il dispositivo di protezione delle vie respiratorie.

Esame Avvocato 2021, bando di esame di abilitazione

Alleghiamo infine il bando di esame di abilitazione all’esercizio della professione forense – sessione 2021 in formato PDF così come pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

Acconto Irpef al 30 novembre: pagamento rateale con ravvedimento frazionato

Acconto Irpef al 30 novembre: pagamento rateale con ravvedimento frazionato

Entro il 30 novembre, deve essere versato il 2° acconto delle imposte; anche i forfettari sono chiamati alla cassa. Ecco come pagare a rate

Entro fine mese deve essere versato il secondo acconto Irpef 2021. Se l’acconto calcolato alla data del 30 giugno era superiore a 257,52 euro, il contribuente ha potuto rateizzarlo in due rate di cui la prima da versare insieme al saldo 2020 entro lo scorso 30 giugno e la seconda da pagare al 30 novembre 2021. Pertanto, entro tale data deve essere versato il 2° acconto Irpef.

Entro il 30 novembre prossimo scade inoltre il termine entro il quale versare l’unica o seconda rata dell’acconto delle altre imposte IRES, IRAP e imposte sostitutive 2021.

Ma chi sono i soggetti tenuti al versamento? E’ possibile rimandare il pagamento per un breve periodo senza che il Fisco ci commini una sanzione? E’ possibile pagare l’acconto IRPEF al 30 novembre a rate? Ecco le risposte.

Secondo acconto Irpef al 30 novembre: cos’è e chi riguarda

L’Irpef così come le imposte sostitutive pagate dai contribuenti in regime forfetario o in regime di vantaggio, si paga con il meccanismo del saldo e dell’acconto. Ad esempio, al 30 giugno 2021 o al 30 luglio 2021 con la maggiorazione dello 0,40%, il contribuente ha dovuto pagare il saldo 2020 e la prima rata dell’acconto 2021. Salvo che rientrava nei soggetti beneficiari della proroga al 15 settembre disposta dal D.L. 73/2021, decreto Sostegni-bis.

Ad ogni modo, l’acconto è dovuto se l’imposta dichiarata nell’anno in corso x+1 (riferita, all’anno precedente x) è superiore a 51,65 euro. Importo determinato tenendo conto delle detrazioni, dei crediti d’imposta, delle ritenute e delle eccedenze.

Detto ciò, l’acconto per l’anno in corso deve essere versato in una o due rate, a seconda dell’importo:

  • unico versamento entro il 30 novembre se l’acconto è inferiore a 257,52 euro
  • due rate, se l’acconto è pari o superiore a 257,52 euro.

La prima è pari al 40% e va versata entro il 30 giugno (insieme al saldo dell’anno precedente), la seconda è pari al restante 60% e va versata entro il 30 novembre.

I soggetti che svolgono attività per le quali sono stati approvati gli ISA, indipendentemente dalla loro effettiva applicazione,  pagano due rate uguali pari al 50% dell’importo dovuto. Anziché 40%  e 60%.

La prima rata di acconto e il saldo possono essere versati in rate mensili. La seconda rata dell’acconto deve essere pagata in un’unica soluzione entro il 30 novembre.

Acconto Irpef al 30 novembre: è possibile rimandare il pagamento?

Entro il 30 giugno devono versare il 2° acconto Irpef ( o l’unico acconto se inferiore a 257 euro), i contribuenti lavoratori dipendenti senza sostituti d’imposta tenuti ad effettuare i conguagli nonché le imprese e i professionisti. Indipendentemente dal regime fiscale/contabile adottato. Contribuenti in regime forfettario, vantaggio, ordinario, semplificato.

Deve rispettare la data del 30 novembre anche chi ha presentato il 730 ordinario o precompilato senza sostituto d’imposta.

Detto ciò, è’ possibile rimandare il pagamento per un breve periodo senza che il Fisco ci commini una sanzione? La riposta è affermativa.

Acconto imposte 2021 30 novembre: pagamento rateale con ravvedimento frazionato

Infatti, ricorrendo al ravvedimento frazionato, ex art.13-bis del D.lgs 47271997,  il contribuente può posticipare il pagamento del tributo.

Ad esempio, ipotizzano che un commerciante in regime forfettario debba versare un acconto pari a 450 euro ma non ha la liquidità per farlo.

A questo punto decide di suddividere il pagamento in 3 tranches:

  1. 15 dicembre,
  2. 10 gennaio 2022
  3. e 31 gennaio 2022.

Ravvedendo i singoli versamenti ossia oltre a versare la singola tranche di imposta versa anche la sanzione e gli interessi pari alla singola quota che versa. Il contribuente può decidere anche di versare le singole tranches di imposta e poi alla fine pagare le sanzioni in ravvedimento operoso.

In base alla indicazioni di cui alla circolare 42/e 2016, tale possibilità è ammessa. La sanzione da versare sarà quella individuata alla data di versamento della singola tranches d’imposta. La riduzione applicabile in ravvedimento è quella individuata al momento in cui la sanzione è versata.

Attenzione, se tra il pagamento delle singole tranches, interviene un accertamento dell’Agenzia delle entrate, sugli importi residui pagherà le sanzioni piene, ex art 13 del D.lgs 471/1997.

Il ravvedimento frazionato è un’opzione conveniente ma non bisogna rimandare di troppo i versamenti.

Fondo perduto perequativo, ultime notizie: firmato il decreto attuativo del MEF

Fondo perduto perequativo, ultime notizie: firmato il decreto attuativo del MEF

Il Ministro dell’Economia e delle Finanze ha firmato il decreto attuativo del contributo a fondo perduto perequativo del Dl Sostegni-bis

Il Ministro dell’Economia e delle Finanze ha firmato il decreto MEF che da piena attuazione al contributo a fondo perduto perequativo. Si tratta del fondo perduto previsto dal D.L. 73/2021, decreto Sostegni-bis, per ristorare le imprese e i professionisti dal calo di fatturato avuto durante l’emergenza Covid-19.

Il contributo spetta a condizione che vi sia un peggioramento del risultato economico d’esercizio (ovvero un calo degli utili) relativo al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2020, rispetto a quello relativo al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2019; calo degli utili che è stato fissato al 30%.

Si attende ora la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale per la sua entrata in vigore, e successivamente le modalità di di presentazione della domanda per accedere al contributo.

Ecco i dettagli.

Fondo perduto perequativo: cos’è

Il D.L. 73/2021, decreto Sostegni-bis, all’art.1 comma 16 e ss, ha introdotto il c.d. fondo perduto perequativo.

Nello specifico, il contributo è riconosciuto a favore di tutti i soggetti che svolgono attività d’impresa, arte o professione o che producono reddito agrario, titolari di partita IVA residenti o stabiliti nel territorio dello Stato. Soggetti che devono avere un monte ricavi-compensi 2019, non superiore a 10 milioni di euro.

Non hanno diritto al contributo in questione i soggetti la cui partita IVA risulti non attiva alla data del 25 luglio 2021. Data di entrata in vigore del decreto Sostegni-bis.

Il contributo a fondo perduto spetta a condizione che vi sia un peggioramento del risultato economico d’esercizio (calo di utile) relativo al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2020, rispetto a quello relativo al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2019. Il calo di utile deve essere pari o superiore alla percentuale definita con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze.

Oltre a rispettare i suddetti requisiti, i potenziali beneficiari hanno dovuto presentare la dichiarazione dei redditi 2021, periodo d’imposta 2020, entro il 30 settembre.

Per tutti i soggetti beneficiari, l’importo del contributo non può essere superiore a 150.000 euro.

Fondo perduto perequativo, Decreto Sostegni-bis: decreto del MEF

Il contributo a fondo perduto perequativo spetta in misura pari o superiore alla percentuale definita con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, MEF. Inoltre, il calo di utile deve essere pari o superiore alla percentuale definita sempre dal MEF.

Ebbene il decreto è stato firmato.

E’ notizia di oggi che il Ministro Franco ha firmato il decreto che rende pienamente operativo il contributo a fondo perduto.

Il decreto prevede un meccanismo per scaglioni. Individuati a seconda del monte ricavi/compensi del beneficiario.

Fondo perduto perequativo, quanto spetta

Di seguito la tabella con gli importi del fondo perduto perequativo previsto dal Dl Sostegni-bis. Il contributo a fondo perduto perequativo sarà pari alla percentuale indicata in base al volume ricavi/compensi. Inoltre, il peggioramento del risultato economico deve essere almeno pari al 30%.

Tabella importi fondo perduto perequativo Dl Sostegni-bis
30% della perdita di utile ricavi o compensi fino a 100mila euro
20% ricavi o compensi tra 100mila e 400mila euro
15% ricavi o compensi tra 400mila e 1 milione di euro
10% con ricavi o compensi tra un milione e 5 milioni
5% con ricavi o compensi tra 5 e 10 milioni di euro

Fondo perduto perequativo, come fare domanda

Appena sarà resa ufficiale l’adozione del decreto, l’Agenzia delle entrate adotterà il provvedimento con il quale individuerà le modalità e i contenuti dell’istanza di richiesta del contributo a fondo perduto perequativo.

In realtà, l’Agenzia delle entrate ha già adottato un provvedimento. Il riferimento è al  provvedimento del 4 settembre 2021. Con il quale l’Agenzia delle entrate ha individuato i campi delle dichiarazioni dei redditi relative ai periodi d’imposta 2019 e 2020 necessari per determinare l’ammontare dei risultati economici d’esercizio da considerare ai fini del riconoscimento del contributo a fondo perduto in esame. In attesa dell’emanazione del decreto ministeriale che definisce la percentuale di variazione del risultato economico d’esercizio tra i due periodi d’imposta.

A questo punto non rimane che attendere la sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Basilica di San Paolo fuori le mura

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Basilica di San Paolo fuori le mura


Nome: Basilica di San Paolo fuori le mura
Titolo: Basilica papale
Indirizzo: Piazzale San Paolo, 1 – Roma
Dedicato a: San Paolo
Reliquie di: San Paolo

Quando la religione cristiana era bandita dall’impero romano, fu eretta, sulla tomba dell’Apostolo S. Paolo, nei pressi della via Ostiense, una sorta di cella sepolcrale, che divenne presto meta di pellegrini e di fedeli. L’imperatore Costantino, dopo aver liberalizzato il Cristianesimo con l’editto del 314, fece costruire, in luogo della modesta tomba, una grande basilica. Questa fu consacrata, così si dice, il 18 novembre dell’anno 324, durante il pontificato di Silvestro (314-335). Nell’anno 386 l’imperatore Valentiniano II ordinò di rendere più maestosa la basilica dedicata a S. Paolo e incaricò un certo Ciriade di eseguire i lavori. Egli realizzò un’imponente costruzione, divisa in cinque navate da 80 colossali colonne marmoree provenienti da antichi edifici pagani. Papa Siricio (384-399) la consacrò nel 390; Galla Placidia, figlia di Teodosio e sorella dell’inetto imperatore Onorio, la fece ornare del grande mosaico nell’arco trionfale, ancora oggi visibile (ache se restauratissimo).

Antica Basilica di San Paolo

L’antica basilica prima dell’incendio

La basilica fu depredata nel 739 dai Longobardi e nell’847 dai Saraceni. Per paura di altre incursioni, papa Giovanni VIII (872-882) fece costruire attorno alla basilica una cinta muraria merlata, all’interno della quale si costituì una sorta di cittadella che fu chiamata (dal nome del papa) «Giovannipoli».

Il mosaico dell’abside fu iniziato durante il pontificato di Onorio III (1216-1227) e fu completato da Niccolò III (1277-1280). Alla fine del XIII secolo Pietro Cavallini dipinse gli affreschi della navata centrale e Arnolfo di Cambio costruì il bellissimo ciborio dell’altar maggiore. Pietro Cavallini fu anche incaricato, da papa Giovanni XXII (1316-1334), di eseguire i mosaici che adornavano l’antica facciata.

Nel 1348 la basilica subì danni notevoli in seguito a un terremoto; il campanile, che risaliva al secolo XI, andò distrutto, ma fu subito ricostruito. Nel 1527 fu saccheggiata dalle milizie di Carlo V. Nei secoli XVII e XVIII furono eseguiti diversi lavori soprattutto all’interno. Nel 1600 fu costruito l’altare maggiore ad opera di Onorio Longhi; pochi anni dopo Carlo Maderno progettò la cappella del Sacramento, la quale era ornata da una serie di dipinti di Giovanni Lanfranco, oggi perduti. Altri lavori di restauro furono eseguiti durante il pontificato di Benedetto XIII (1724-1730) e di Benedetto XIV (1740-1758).

Basilica di San Paolo dopo l'incendio

La basilica dopo l’incendio

LA RICOSTRUIZIONE OTTOCENTESCA

Nella notte tra il 15 e il 16 luglio 1823 scoppiò un violento incendio che distrusse quasi completamente la basilica; si salvarono solamente il transetto, l’abside, il ciborio, parte dell’arco trionfale e il chiostro.

Tutte le altre parti del maestoso edificio furono ridotte a un cumulo di macerie. La notizia del disastro venne taciuta a papa Pio VII Chiaramonti, che in quei giorni era sul letto di morte.

Il suo successore, Leone XII (1823-1829), si adoperò perchè la basilica venisse ricostruita al più presto; da tutto il mondo giunsero aiuti e finanziamenti. L’incarico di eseguire i lavori fu affidato in un primo momento al Valadier; ma il grande architetto fu poi messo in disparte perchè le sue idee erano, a detta dei più, troppo antiquate. Furono allora incaricati Pasquale Belli, Pietro Bosio e Pietro Camporese il Giovane, i quali si misero subito all’opera. Successivamente divenne direttore dei lavori Luigi Poletti, il quale progettò l’esterno, l’interno e il campanile. Virgilio Vespignani firmò il progetto del quadriportico che precede la facciata, il quale fu poi completato da Guglielmo Calderini.

Il grandioso quadriportico che precede la facciata fu eretto in sostituzione del portico costruito nel secolo XVIII, e distrutto nell’incendio. Al centro di esso vi è la statua di S. Paolo, di Pietro Canonica.

Nella parte superiore della facciata, al posto degli antichi mosaici del Cavallini, andati distrutti, vi sono i mosaici ottocenteschi di Filippo Agricola e Nicola Consoni. Il campanile, opera di Luigi Poletti, è una torre a cinque piani, che ricorda il faro di un porto: sostituisce la torre campanaria del XIV secolo.

L’ingresso secondario alla testata del braccio sinistro del transetto, è preceduto da un pronao costituito da 12 colonne dell’antica basilica, che si trovavano un tempo nelle navate laterali.

Interno San Paolo Fuori le Mura

L’interno

L’INTERNO

Lo smisurato interno (m. 131,66X65; altezza m. 29,70), diviso in cinque navate da 80 colonne monolotiche di granito. Tra le finestre della navata centrale vi erano, prima dell’incendio, gli affreschi di Pietro Cavallini; nel secolo scorso furono rimpiazzati con una serie di dipinti, raffiguranti episodi della vita di S. Paolo, eseguiti da un gruppo di ottimi artisti ottocenteschi. Nel fregio sottostante, che gira per tutta la navata centrale e per quelle laterali, vi sono i medaglioni con i ritratti dei 265 papi succeduti da S. Pietro a Giovanni Paolo II. In origine erano affreschi, dei quali rimangono alcuni frammenti conservati nel convento; dopo l’incendio furono rifatti in mosaico.

Colonne entrata San Paolo Fuori le Mura

Le colonne dell’entrata

Da notare, nella parete d’ingresso, le 6 grandi colonne di alabastro donate dal viceré d’Egitto a Gregorio XVI nel 1843. Sopra il portale maggiore, lo stemma di Pio IX è sorretto da due angeli scolpiti da Ignazio Iacometti. Anche al centro del ricco soffitto ligneo a lacunari con fregi d’oro su fondo bianco, campeggia lo stemma di Pio IX.

Il mosaico dell’arco trionfale, eseguito alla fine del IV secolo, fu notevolmente danneggiato dall’incendio del 1823; dopo il restauro ha perso l’antico splendore. Rappresenta Cristo benedicente, al centro, con due angeli adoranti e i simboli dei quattro evangelisti; completano l’immagine le figure di 24 anziani che presentano corone a Cristo e in basso, ai lati, S. Pietro e S. Paolo.

Ciborio San Paolo Fuori le Mura

Il ciborio

Bellissimo il ciborio, realizzato da Arnolfo di Cambio alla fine del ‘300, in perfetto stile gotico.

Quattro colonne di porfido con capitelli dorati sostengono quattro archi a tre lobi sormontati da frontoni e pinnacoli; al centro si eleva una sorta di campaniletto elegantemente decorato. Negli spigoli esterni, entro nicchie angolari, vi sono le statuette dei SS. Pietro, Paolo, Benedetto e Luca; altri piccoli bassorilievi si trovano ai lati delle ogive dei quattro archi; coppie di angeli sostengono, nei timpani, gli eleganti rosoni traforati. Sotto l’ottocentesco altare maggiore (quello di Onorio Longhi fu distrutto dall’incendio), nella confessione, si trova la tomba di S. Paolo, un grande sarcofago coperto da una lapide marmorea del IV secolo (una copia è visibile in sacrestia).

Altare maggio San Paolo Fuori le Mura

L’altare maggiore con la tomba di San Paolo

Notevole l’antico candelabro per il cero pasquale: dalla base, nella quale sono scolpite figure umane, mostri, leoni e arieti, si erge una colonna composta da sette cilindri sovrapposti, ognuno dei quali è decorato da altorilievi. Sono sculture un po’ rozze, ma bellissime; gli autori furono, nella seconda metà del XII secolo, Nicola d’Angelo e Pietro Vassalletto.

Mosaico della calotta absidale

Mosaico della calotta absidale

Anche il mosaico della calotta absidale, che era stato commissionato da Onorio III ad alcuni artisti veneti nella prima metà del ‘200, in sostituzione di quello assai deteriorato del V secolo, fu alterato notevolmente durante il restauro ottocentesco. Rappresenta Cristo in trono benedicente, affiancato dai SS. Luca, Paolo, Pietro e Andrea; in basso gli Apostoli, separati da curiosi alberelli di palma.

Alle due estremità del transetto, coperto da un ricco soffitto ligneo ornato con gli stemmi di quattro papi (Pio VII, Leone XII, Pio VIII e Gregorio XVI), vi sono due altari elegantemente rivestiti di marmi e lapislazzuli, donati nel secolo scorso dallo Zar di Russia Nicola I. Nella parte posteriore dell’arco trionfale e nell’arco dell’abside, sono visibili alcuni frammenti di mosaici di Pietro Cavallini che ornavano la facciata esterna della basilica.

Nella parete di fondo si aprono quattro cappelle; le più importanti sono quelle che fiancheggiano l’abside, entrambe realizzate da Carlo Maderno nella prima metà del secolo XVII e scampate all’incendio. In quella di sinistra, dedicata al SS. Sacramento, è conservato un crocifisso ligneo da alcuni attribuito a Pietro Cavallini; si dice che l’artista, divenuto vecchio e quasi cieco, si sia dedicato a modellare il legno. Ma questa ipotesi non trova una valida conferma, tanto che recentemente l’opera è stata attribuita, da altri storici, a Tino di Camaino. In una vecchia nicchia nella parete di destra, da notare la statua di S. Brigida eseguita da Stefano Maderno. Nella cappella a destra dell’abside, dedicata a S. Lorenzo, si trova, sull’altare maggiore, un trittico marmoreo del ‘400 della scuola del Bregno.

Acquasantiera San Paolo Fuori le Mura

L’acquasantiera

La curiosa acquasantiera all’estremità della parete di fondo; fu realizzata da Pietro Galli nel 1860 e raffigura una bambina che si salva dal demonio sfiorando con una mano l’acqua benedetta.

In alcuni ambienti annessi alla sacrestia vi è una pinacoteca con diversi cimeli; il più importante è l’antica porta bronzea della basilica (XI secolo), semidistrutta dall’incendio. Nei 54 riquadri cesellati in argento vi erano rappresentati alcuni episodi della vita di Gesù.

IL CHIOSTRO

Il bellissimo chiostro, uno dei più importanti esempi di arte cosmatesca, fu iniziato nel 1205 e completato probabilmente fra il 1235 e il 1240. Gli autori appartengono quasi certamente alla famiglia dei Vassalletto, famosi mastri marmorari romani; furono gli stessi artisti che realizzarono anche il chiostro di S. Giovanni in Laterano. Una serie di colonnine lisce, ottagonali, tortili e binate sostengono gli archi a tutto sesto, sopra i quali vi è una trabeazione decorata con marmi policromi e mosaici. Alcune colonne sonO ornate da numerose tessere di mosaico, rosse, nere e dorate, che formano eleganti fregi; da notare, fra gli archetti, i graziosi bassorilievi.

Chiostro San Paolo Fuori le Mura

Il chiostro

Numerosi, nel porticato del chiostro, i frammenti provenienti dalla basilica antica, tra i quali spicca un sarcofago romano ornato con bassorilievi raffiguranti scene mitologiche, sul fronte anteriore, e tre navi con amorini e delfini, sul fronte posteriore.

ORARI

VISITE
dalle 07:00 alle 19:00

MESSE
DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ
Ore 07:00 Messa d’orario | Ore 10:00 Messa d’orario | Ore 17:00 Messa d’orario | Ore 18:00 Vespri
SABATO MATTINA
Ore 07:00 Messa d’orario | Ore 10:00 Messa d’orario
SABATO SERA E PREFESTIVI
Ore 17:00 Primi Vespri | Ore 18:00 Messa d’orario
DOMENICA E SOLENNITÀ
Ore 08:00 Messa d’orario | Ore 10:00 Messa conventuale | Ore 12:00 Messa d’orario | Ore 17:00 Vespri | Ore 18:00 Messa d’orari

VISITA IN TRE DIMENSIONI

ESTERNO

INTERNO

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Customer Experience: il questionario su DSU e Reddito di Cittadinanza

Customer Experience: il questionario su DSU e Reddito di Cittadinanza

Con messaggio 17 novembre 2021, n. 4007, l’INPS comunica che a novembre partirà una rilevazione di Customer Experience sui servizi di informazione e supporto alla compilazione della Dichiarazione Sostitutiva Unica ( DSU ) ai fini del rilascio dell’attestazione ISEE .

La rilevazione interesserà un campione di circa 350.000 utenti con un ISEE inferiore a 10.000 euro negli ultimi due anni (2020-2021). Gli utenti riceveranno una email contenente il link al questionario.

Il questionario, inoltre, contiene un focus sul Reddito di Cittadinanza volto a misurare sia la soddisfazione degli utenti rispetto alla qualità dei servizi forniti sia l’adeguatezza del contributo economico.

I risultati dell’indagine verranno resi noti con successivo messaggio.

Osservatorio sul precariato: pubblicati i dati di agosto 2021

Osservatorio sul precariato: pubblicati i dati di agosto 2021

Sono stati pubblicati i dati di agosto 2021 dell’Osservatorio sul precariato. Fino ad agosto 2021, le assunzioni nel settore privato sono state 4.534.841, con un aumento rispetto allo stesso periodo del 2020 (+19%) dovuto principalmente alla crescita iniziata a marzo 2021.

L’aumento ha riguardato tutte le tipologie contrattuali, risultando però più accentuato per le assunzioni di contratti stagionali (+32%) e in somministrazione (+33%); in lieve crescita le assunzioni a tempo indeterminato (+6%).

La dinamica dei flussi

Le trasformazioni da tempo determinato tempo indeterminato nei primi otto mesi del 2021 sono state nel complesso 293.487, in flessione rispetto allo stesso periodo del 2020 (-14%).

Nello stesso periodo le conferme di rapporti di apprendistato giunti alla conclusione del periodo formativo risultano essere aumentate del 21%.

Le cessazioni sono state in complesso 3.534.117, in aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+4%).

Il lavoro occasionale

I lavoratori impiegati con Contratti di Prestazione Occasionale (CPO) ad agosto 2021 sono stati 13.835 (in diminuzione del 10% rispetto allo stesso mese del 2020); l’importo medio mensile lordo della loro remunerazione effettiva risulta pari a 282 euro.

I lavoratori pagati con i titoli del Libretto Famiglia (LF) sono stati 9.720, in flessione del 89% rispetto ad agosto 2020, mese ancora interessato all’utilizzo del Libretto Famiglia per l’acquisto di servizi di baby-sitting previsto dal decreto Cura Italia; l’importo medio mensile lordo della loro remunerazione effettiva risulta pari a 163 euro.