Archivi giornalieri: 10 novembre 2021

Riscatto laurea: uno strumento per pensare al futuro

Riscatto laurea: uno strumento per pensare al futuro

“La vita è fatta di due cose: ciò che accade e ciò che facciamo accadere”. Il riscatto della laurea è uno strumento pensato per consentire alle persone di intervenire sul proprio futuro.

Il riscatto del corso di laurea permette di trasformare gli anni di università in anni contributivi e dunque integrare la posizione contributiva ai fini del diritto e del calcolo di tutte le prestazioni pensionistiche.

Il contributo da pagare cambia in relazione alle norme che disciplinano la liquidazione della pensione con il sistema retributivo o con quello contributivo.

Anche chi è inoccupato o non è iscritto a nessuna forma obbligatoria di previdenza può accedere a questa possibilità.

Gli interessati possono presentare la domanda online sul sito dell’Istituto, attraverso patronati e intermediari o chiamando il Contact Center multicanale.

È possibile guardare il video sul Riscatto di laurea sul canale YouTube dell’INPS.

Tutte le informazioni riscatto della laurea sono reperibili sul sito dedicato www.riscattodilaurea.it.

Reddito di Libertà per donne vittime di violenza: requisiti e domanda

Reddito di Libertà per donne vittime di violenza: requisiti e domanda

L’articolo 3, comma 1, decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 17 dicembre 2020 ha introdotto un contributo denominato “Reddito di Libertà”, destinato alle donne vittime di violenza, senza figli o con figli minori, seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle regioni e dai servizi sociali nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza, al fine di contribuire a sostenerne l’autonomia.

La misura, infatti, consiste in un contributo economico, stabilito nella misura massima di 400 euro mensili pro capite, concesso in un’unica soluzione per massimo 12 mesi, finalizzato a sostenere prioritariamente le spese per assicurare l’autonomia abitativa e la riacquisizione dell’autonomia personale, nonché il percorso scolastico e formativo dei figli o delle figlie minori. La misura, inoltre, è compatibile con altri strumenti di sostegno al reddito.

Destinatarie del contributo sono le donne residenti nel territorio italiano che siano cittadine italiane o comunitarie oppure, in caso di cittadine di Stato extracomunitario, in possesso di regolare permesso di soggiorno e le straniere aventi lo status di rifugiate politiche o lo status di protezione sussidiaria.

Con la circolare INPS 8 novembre 2021, n. 166 l’Istituto illustra nel dettaglio la disciplina del Reddito di Libertà, specificando i requisiti di accesso al beneficio, il regime fiscale e le compatibilità con altre misure di sostegno come il Reddito di Cittadinanza o altri sussidi economici anche di altra natura (REM, NASpI , Cassa Integrazione Guadagni , ANF, ecc.).

Sono fornite, inoltre, le indicazioni per la compilazione e la presentazione della domanda che deve essere presentata all’INPS dalle donne interessate, direttamente o mediante un rappresentante legale o un delegato, tramite il Comune di residenza, utilizzando il modello allegato alla circolare.

Per gli operatori comunali autorizzati all’inserimento e alla trasmissione delle domande, sono illustrate le funzionalità della procedura di accesso al servizio online che verrà appositamente rilasciata sul sito e le conseguenti modalità operative e contabili.

Le domande non ammesse “per insufficienza di budget potranno essere accolte in un momento successivo.

DURC online

DURC online: gestione delle deleghe da parte della Stazione appaltante

Con la circolare INPS 7 ottobre 2021, n. 146 l’Istituto ha fornito le indicazioni per accedere al servizio DURC online tramite SPID, CIE e CNS per gli utenti abilitati al ruolo di “Stazione Appaltante/Amministrazione procedente”.

Il messaggio 8 novembre 2021 n. 3830 illustra ora le modalità che consentono al responsabile della Stazione Appaltante/Amministrazione procedente, una volta perfezionata la propria abilitazione, di gestire le utenze da delegare nell’ambito del proprio ufficio.

Bonus cashback, misura cancellata nel 2022: la conferma nella legge di Bilancio

Nella bozza della legge di Bilancio 2022, c’è lo stop definitivo al bonus cashback, per espressa volontà del Governo.

In questi ultimi giorni la legge di Bilancio 2022 tiene banco per i suoi numerosi interventi in una pluralità di settori. Il Disegno di Legge, approvato dal Consiglio dei Ministri, dovrà essere ora discusso alla Camera ed al Senato e non sono dunque escluse novità e emendamenti, nell’iter parlamentare di approvazione della Manovra entro il 31 dicembre.

In particolare, nella bozza si trova indicata la cancellazione del bonus cashback nel 2022, ossia il rimborso del 10% sulle spese con carta fino ad un massimo di 1.500 euro (150 euro di rimborso), che il governo Draghi ha deciso di eliminare già da tempo. In effetti, vero è che il bonus cashback, pur ideato come strumento di contrasto all’evasione fiscale – per favorire la tracciabilità dei pagamenti e l’uso di bancomat e carte di credito – non ha mai convinto del tutto.

Nei mesi scorsi sono stati tanti i casi di cronaca che hanno riguardato i cd. furbetti del bonus cashback. Vediamo allora qualche dettaglio in merito a quanto previsto circa l’addio al bonus cashback nella bozza di legge di Bilancio 2022.

Bonus cashback: una cancellazione annunciata da tempo

Il testo della bozza di legge di Bilancio 2022 conferma ciò che era nell’aria da un po’, ossia la volontà dell’Esecutivo di cancellare definitivamente il bonus cashback. A seguito della riunione di fine ottobre a Palazzo Chigi, non sono emersi dubbi: il bonus cashback sarà abbandonato, salvo però quanto accadrà in fase di discussione della bozza in Parlamento.

Il rimborso cashback riguardava l’iniziativa alla quale hanno aderito quasi 9 milioni di italiani, già sospesa a fine giugno con decreto. Ma con l’idea finora in gioco, di riattivarla l’anno prossimo. Non sarà così. A questo punto, rimangono soltanto da pagare i rimborsi del Supercashback, maturati e che arriveranno entro la fine di questo mese.

In effetti, si era pensato di sospendere il beneficio nel secondo semestre 2021, allo scopo di ‘rivisitare’ la misura per renderla più efficace, in vista di una possibile reintroduzione. Ma appunto, nella bozza di legge di Bilancio l’addio pare definitivo: la fine del bonus cashback comporta una conseguenza pratica di indubbio interesse. Infatti lo Stato per questa via, può recuperare ben 1,5 miliardi di euro che saranno destinati ad altre misure.

Bonus cashback addio: la norma nella bozza di legge di Bilancio 2022

Abbiamo appena detto che il programma sperimentale volto a contrastare l’uso di contanti non compare più nell’agenda di Governo. Dietro il no al ritorno del bonus cashback vi sono perplessità e dubbi espressi dal Governo – ed in particolare dal Ministro dell’Economia Franco – in più occasioni. Le necessità di ripensare la misura e di valutare costi e benefici sono apparse cruciali per la scelta di cui si trova traccia nella finanziaria.

In vista dell’approvazione da parte del Parlamento del testo della legge di Bilancio 2022, l’orientamento prevalente è quello che ritiene maggiori i costi rispetto ai benefici. Nel dettaglio, a stabilire l’abolizione della misura è l’art. 165 della bozza del disegno di Legge di Bilancio 2022, in cui si trova scritto che:

4. Il programma di attribuzione di rimborsi in denaro per acquisti effettuati mediante l’utilizzo di strumenti di pagamento elettronici disciplinato dal decreto del Ministero dell’economia e delle Finanze del 24 novembre 2020, n. 156 si conclude il 31 dicembre 2021, ferma restando la sospensione del programma per il periodo di cui all’articolo 6, comma 2, lettera b).

Leggi anche: Manovra 2022, le misure per economia, lavoro e famiglie

Bonus cashback addio: la vita breve dell’istituto e le prospettive

Ricordiamo che il programma sperimentale in oggetto, mirato a contrastare l’evasione fiscale e ad abbandonare progressivamente l’uso del contante per spingere ai pagamenti con carte e bancomat, è cominciato meno di un anno fa. Ovvero l’8 dicembre 2020, per poi essere sospeso a partire dallo scorso primo luglio.

Appare del tutto chiaro che il percorso del bonus cashback è durato tutto sommato molto poco, a causa del ‘congelamento’ disposto dal decreto in materia di fisco e lavoro del 30 giugno 2021.

Certamente, le risorse non utilizzate per far funzionare il meccanismo del rimborso saranno ora dirottate in altre direzioni. Negli ultimi giorni, all’interno del Governo starebbe emergendo la volontà di usare quanto risparmiato, per la riforma degli ammortizzatori sociali, come auspicato da più parti. Ma al momento non sono escluse altre novità. Peraltro, la bozza della legge di Bilancio 2022 dovrà essere ampiamente discussa in Parlamento, prima dell’approvazione vera e propria della legge.

Bando ISI INAIL 2020

Bando ISI INAIL 2020: click day l’11 novembre. Come inviare la domanda

Il Click Day Bando ISI INAIL è stato fissato al giorno 11 novembre dalle 11.00 in poi. Ecco le regole tecniche per le domande online

Bando ISI 2020: i potenziali beneficiari che entro lo scorso 15 luglio hanno salvato definitivamente la propria domanda e dal 20 luglio 2021 hanno effettuato il download del codice identificativo potranno partecipare al click day 2021 la cui data è stata fissata all’11 novembre dalle 11.00 alle 11.20.

Gli aggiudicatari dei contributi, il cui elenco provvisorio sarà pubblicato entro 14 giorni dal click day, dovranno prestare particolare attenzione nella gestione delle fatture ai fini della rendicontazione dei progetti: le voci di spesa dovranno riportare la descrizione chiara e precisa delle spese sostenute per consentire l’immediata riconducibilità delle voci del preventivo relativo all’intervento realizzato.

Nel caso di preventivi particolarmente complessi, però, sarà possibile esplicitare solo i contenuti principali esplicitando che le fatture sono riferite esclusivamente alle voci di spesa elencate nel preventivo. Le spese tecniche, poi, dovranno essere attestate da fatture specifiche ciascun importo ammesso in fase di domanda.

Bando ISI 2020: finalità

L’INAIL, in attuazione dell’art. 95, co. 6-bis del D.L. n. 34/2020 (cd. “Decreto Rilancio”), convertito con modificazioni in L. n. 77/2020, ed in conformità all’art. 11, co. 5 del D.Lgs. n. 81/2008 s.m.i., attraverso la pubblicazione di singoli Avvisi pubblici regionali/provinciali, finanzia investimenti in materia di salute e sicurezza sul lavoro.

In particolare, grazie alla pubblicazione del Bando ISI 2020 in Gazzetta Ufficiale n. 297 del 30 novembre 2020, l’INAIL rinnova il proprio impegno a sostegno del miglioramento dei livelli di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, mettendo a disposizione delle imprese che scelgono di investire in prevenzione 211.226.450 euro di contributi a fondo perduto.

Bando ISI INAIL 2020: destinatari

Destinatari dei finanziamenti sono le imprese, anche individuali, ubicate su tutto il territorio nazionale iscritte alla Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura e le medio/grandi imprese dell’agricoltura e, per l’asse 2 di finanziamento anche gli Enti del terzo settore.

Sono escluse le micro e piccole imprese dell’agricoltura primaria, alle quali è riservato il Bando ISI Agricoltura 2019/2020 pubblicato il 6 luglio 2020.

Bando ISI 2020, progetti ammessi a finanziamento

Sono finanziabili le seguenti tipologie di progetto ricomprese in 4 Assi di finanziamento:

  • Asse di finanziamento 1 (ISI Generalista) – Progetti di investimento e Progetti per l’adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale;
  • ” 2 (ISI Tematica) – Progetti per la riduzione del rischio da movimentazione manuale di carichi (MMC);
  • ” 3 (ISI Amianto) – Progetti di bonifica da materiali contenenti amianto;
  • ” 4 (ISI Micro e Piccole Imprese) – Progetti per micro e piccole imprese operanti in specifici settori di attività.

Bando ISI 2020, importo del finanziamento

Il finanziamento, in conto capitale, è calcolato quindi sulle spese ritenute ammissibili al netto dell’IVA.

Per gli Assi 1, 2, 3 e 4 nella misura del 65% e con i seguenti limiti:

  • Assi 1, 2 e 3, fino al massimo erogabile di 130.000 euro ed un finanziamento minimo ammissibile pari a 5.000 euro. Per le imprese fino a 50 dipendenti che presentano progetti per l’adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale di cui all’allegato (sub Asse 1.2) non è fissato il limite minimo di finanziamento;
  • Asse 4, fino al massimo erogabile di 50.000 euro ed un finanziamento minimo ammissibile pari a 2.000 euro.

Bando ISI 2020, modalità e tempi di presentazione delle domande

Il 14 settembre 2021 sono state pubblicate le regole tecniche per l’inoltro della domanda online. Il Click Day, ovvero la data dell’apertura dello sportello informatico, è stata stabilita solo in un secondo momento.

Data Click Day Bando ISI 2020: 11 novembre 2021 l’invio delle domande online

La domanda compilata e registrata, esclusivamente, in modalità telematica, dovrà essere inoltrata allo sportello informatico il giorno 11 novembre 2021 dalle ore 11.00 alle 11.20 per l’acquisizione dell’ordine cronologico, secondo quanto riportato nel documento “Regole Tecniche”.

Le domande ammesse agli elenchi cronologici dovranno essere confermate, a pena di decadenza dal beneficio, attraverso l’apposita funzione online di upload/caricamento della documentazione, come specificato negli Avvisi regionali/provinciali.

Come specificato in premessa, entro 14 giorni dall’apertura dello sportello informatico, saranno pubblicati gli elenchi cronologici provvisori. Dopodiché occorre uploadare la documentazione (efficace nei confronti degli ammessi agli elenchi pena la decadenza della domanda).

Infine, il processo si chiude con la pubblicazione degli elenchi cronologici definitivi.

Calendario Bando ISI 2020: date aggiornate con il Click Day

Calendario scadenze Isi 2020

Date aggiornate

Apertura della procedura informatica per la compilazione della domanda 1 giugno 2021
Chiusura della procedura informatica per la compilazione della domanda 15 luglio 2021 entro le ore 18:00
Download codici identificativi dal 20 luglio 2021
Regole tecniche per l’inoltro della domanda online e date dell’apertura dello sportello informatico 14 settembre 2021
Click Day – Invio domande online 11 novembre 2021
Pubblicazione elenchi cronologici provvisori Entro 14 giorni dall’apertura dello sportello informatico
Upload della documentazione (efficace nei confronti degli ammessi agli elenchi pena la decadenza della domanda) Periodo di apertura della procedura comunicato con la pubblicazione degli elenchi cronologici
Pubblicazione degli elenchi cronologici definitivi Alla data comunicata contestualmente alla pubblicazione degli elenchi cronologici provvisori.

Regole tecniche e modalità di svolgimento del click day

Alleghiamo quindi il file PDF con le regole tecniche e modalità di svolgimento del Click Day 2021

Ape sociale e lavori gravosi, tra conferme e novità in Legge di Bilancio 2022

Ape sociale e lavori gravosi, tra conferme e novità in Legge di Bilancio 2022

Il Disegno di Legge di Bilancio 2022, proroga l’Ape sociale, ampliando i soggetti interessati ai cosiddetti lavori gravosi. I dettagli

Continuano i lavori sul capitolo pensioni nella Legge di Bilancio 2022. Il Governo, insieme ai sindacati, stanno lavorando da mesi per trovare una quadra definitiva alla flessibilità in uscita dal mondo del lavoro. Come noto, il premier Mario Draghi è intenzionato a tornare, seppur gradualmente, alla Riforma Fornero (L. n. 92/2012), al fine di riequilibrare i conti pubblici. Sul punto, infatti, è stata decretata la fine di “quota 100” quest’anno. Si ricorda, al riguardo, che il 31 dicembre 2021 terminava il periodo triennale sperimentale. Quindi dal 2022, si passa a “quota 102”, per poi riavvicinarsi alla Riforma Fornero con il passare degli anni. Sempre in tema di anticipo pensionistico, il Governo ha lasciato inalterato due misure principi: l’opzione donna e l’Ape sociale.

In merito a quest’ultima misura, il Governo – oltre a prorogare di un’ulteriore anno la possibilità di anticipare la pensione a determinate condizioni – ha ampliato anche la categorie di lavoratori che possono farne richiesta. Pertanto, la lista dei cd. lavori gravosi aumenta: da 15 diventano 23. In soldoni, una platea più ampia di contribuenti potrà ottenere l’anticipo pensionistico grazie all’assegno-ponte dell’INPS.

Vediamo quindi in dettagli, chi sono i soggetti interessati che possono farne richiesta, quali sono requisiti e come fare domanda per il 2022.

Ape sociale 2022: cos’è e a chi spetta

L’Ape sociale, disciplinato originariamente dall’articolo 1, co. 179 della legge 232/2016 (Legge di Bilancio 2017) è una sorta di reddito ponte, ossia un sussidio economico, in favore di lavoratori in prossimità di pensione e in particolari condizioni lavorative.

Fra i requisiti necessari per accedere all’Ape Social troviamo: l’essere in possesso di una determinata età anagrafica, oltre a un certo numero minimo di contributi. L’età minima di accesso è infatti pari a 63 anni.

L’Ape Social vale infine soltanto per determinati lavoratori dipendenti, ossia coloro che sono iscritti all’Ago e ai fondi ad essa esclusivi o sostitutivi e i lavoratori gestioni speciali dei lavoratori autonomi. Vi rientrano inoltre anche i lavoratori iscritti alla gestione separata dell’INPS.

Condizioni minime

Oltre ai requisiti anagrafici e lavorativi, il richiedente deve:

  • aver maturato entro il 31 dicembre 2022 almeno 30 anni (o 36 anni di contributi per i lavori gravosi), a seconda della categoria di appartenenza, con un massimo di 2 anni di sconto per le donne;
  • aver cessato l’attività lavorativa;
  • essere residenti in Italia;
  • essere privo di una pensione diretta in Italia o all’estero;
  • maturare una pensione di vecchiaia di importo non inferiore a 1,4 volte l’importo della pensione minima dell’INPS.

Chi sono i soggetti tutelati

Ad integrazione delle predette condizioni, i lavoratori interessati, anche per il 2022, devono rientrare in una delle seguenti condizioni di tutela:

  • disoccupati;
  • invalidi (superiore o uguale al 74%);
  • caregivers (soggetti che assistono parenti disabili da almeno sei mesi)
  • addetti a mansioni cd. gravose (contenuti nel Decreto 18 aprile 2018).

Lavori gravosi: aumentano le categorie dei lavoratori

In merito ai lavori gravosi, come anticipato in premessa, le categorie passano da 15 a 23. Di seguito, si riportano tutte le categorie rientranti tra i cd. “lavori gravosi”:

  • Professori di scuola primaria, pre–primaria e professioni assimilate
  • Tecnici della salute
  • Addetti alla gestione dei magazzini e professioni assimilate
  • Professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali
  • Operatori della cura estetica
  • Professioni qualificate nei servizi personali ed assimilati
  • Artigiani, operai specializzati, agricoltori
  • Conduttori di impianti e macchinari per l’estrazione e il primo trattamento dei minerali
  • Operatori di impianti per la trasformazione e lavorazione a caldo dei metalli
  • Conduttori di forni ed altri impianti per la lavorazione del vetro, della ceramica e di materiali assimilati
  • Conduttori di impianti per la trasformazione del legno e la fabbricazione della carta
  • Operatori di macchinari e di impianti per la raffinazione del gas e dei prodotti petroliferi, per la chimica di base e la chimica fine e per la fabbricazione di prodotti derivati dalla chimica
  • Conduttori di impianti per la produzione di energia termica e di vapore, per il recupero dei rifiuti e per il trattamento e la distribuzione delle acque;
  • Conduttori di mulini e impastatrici
  • Operai semiqualificati di macchinari fissi per la lavorazione in serie e operai addetti al montaggio
  • Conduttori di forni e di analoghi impianti per il trattamento termico dei minerali
  • Operatori di macchinari fissi in agricoltura e nella industria alimentare
  • Conduttori di veicoli, di macchinari mobili e di sollevamento
  • Personale non qualificato addetto allo spostamento e alla consegna merci
  • Personale non qualificato nei servizi di pulizia di uffici, alberghi, navi, ristoranti, aree pubbliche e veicoli
  • Portantini e professioni assimilate
  • Professioni non qualificate nell’agricoltura, nella manutenzione del verde, nell’allevamento, nella silvicoltura e nella pesca
  • Professioni non qualificate nella manifattura, nell’estrazione di minerali e nelle costruzioni

Ape sociale 2022, come fare domanda

Per poter partecipare all’Ape sociale, occorre innanzitutto attestare la certificazione del diritto entro le finestre temporale.

Con ogni probabilità, come per lo scorso anno, la prima scadrà il 31 marzo 2022. Mentre la prossima sarà posta al 15 luglio 2022. Infine, la terza finestra temporale, potrebbe coincidere con il 30 novembre 2022.

Infine, si ricorda che la predetta certificazione è solamente un adempimento preliminare alla domanda vera e propria. Infatti, in caso di accettazione della certificazione dei requisiti d’accesso all’Ape sociale da parte dell’INPS stesso è possibile procedere con la domanda di liquidazione, che decorrere dal mese successivo alla presentazione della stessa.