Archivi giornalieri: 3 aprile 2021

Carta sconto al dipendente

 

Carta sconto al dipendente: esclusa l’imponibilità del compenso

Esclusa l’imponibilità del compenso in caso di concessione di uno sconto da parte dell’azienda ai propri dipendenti tramite una “carta sconti”

Laddove l’azienda concede al proprio dipendente uno sconto che permette di acquistare capi di abbigliamento della stessa società, tramite “carta sconti”, è esclusa l’imponibilità del compenso. L’esclusione opera qualora il prezzo pagato dai lavoratori supera quello pagato da soggetti legati con accordi franchising o di somministrazione e se l’abbuono, non cumulabile, non supera quello applicato alla generalità della clientela in alcuni periodi dell’anno. Questo perché non vi è alcun sconto fiscalmente rilevante. Infatti, le caratteristiche della carta, ossia nominativa, non cedibile, utilizzabile esclusivamente dal dipendente e non cumulabile, consentono di considerarla un mero strumento tecnico utilizzato per fruire dello sconto.

A specificarlo è l’Agenzia delle Entrate, con la risposta n. 221 del 29 marzo 2021.

Redditi di lavoro dipendente: il regime fiscale

L’art. 51, co. 1, del TUIR dispone che:

  • “Il reddito di lavoro dipendente è costituito da tutte le somme e i valori in genere, a qualunque titolo percepiti nel periodo di imposta, anche sotto forma di erogazioni liberali, in relazione al rapporto di lavoro”.

Tale disposizione sancisce, quale principio base, l’onnicomprensività del reddito di lavoro dipendente. In altre parole, assoggetta a tassazione, in generale, tutto ciò che il lavoratore dipendente percepisce in relazione al rapporto di lavoro.

Rientrano, quindi, nell’ambito della retribuzione corrisposta in denaro, anche quei “vantaggi economici” che i lavoratori subordinati possono conseguire ad integrazione della stessa. Si ci riferisce, in altre parole, ai compensi in natura, consistenti in opere, servizi, prestazioni e beni, anche prodotti dallo stesso datore di lavoro.

Il valore normale del reddito da lavoro dipendente

Come chiarito dal Ministero delle Finanze con circolare 23 dicembre 1997, n. 326, il reddito da assoggettare a tassazione è pari al valore normale soltanto se il bene è ceduto gratuitamente.

Nel caso di specie, il prezzo pagato dai dipendenti della Società istante è superiore a quello pagato dai soggetti legati da accordi di franchising o di somministrazione. Pertanto, il prezzo pagato dal lavoratore dipendente non si configura quale corrispettivo simbolico che maschera l’erogazione di una retribuzione.

Inoltre, lo sconto praticato ai dipendenti non supera quello applicato, in alcuni periodi dell’anno, agli altri clienti. Tra l’altro, non può essere cumulato con altre iniziative commerciali analoghe adottate in favore della clientela.

Carta sconto al dipendente: regime fiscale applicabile

Sulla base delle predette considerazioni, nella fattispecie rappresentata non si ravvisa alcuno “sconto” fiscalmente rilevante, né materia fiscalmente imponibile. Questo perché il lavoratore corrisponde il valore normale del bene al netto degli sconti d’uso.

La rilevanza fiscale dello sconto applicato sul prezzo dei capi di abbigliamento acquistati dai dipendenti della società genererebbe infatti, una disparità di trattamento tra i clienti.

Infine, la circostanza che lo sconto è riconosciuto al dipendente attraverso la “carta sconto“, secondo l’Agenzia delle Entrate non osta all’irrilevanza fiscale del “vantaggio economico”. Infatti, le caratteristiche della card, ovvero l’essere nominativa, non cedibile, utilizzabile esclusivamente dal dipendente e non cumulabile con iniziative analoghe adottate sul mercato, consentono di configurare la carta quale mero strumento tecnico attraverso il quale viene consentita la fruizione dello sconto.

Sabato Santo

 

Sabato Santo


Sabato Santo

autore Domenico Beccafumi anno 1530-1535 titolo Discesa di Cristo al Limbo
Nome: Sabato Santo
Titolo: La discesa agli inferi
Ricorrenza: 3 aprile
Tipologia: Solennità

Il terzo giorno del Triduo Pasquale è il Sabato santo che commemora la discesa agli inferi di Nostro Signore Gesù. Gesù resta negli inferi per un breve tempo compiendo la sua vittoria sulla morte e sul diavolo, liberando le anime dei buoni e giusti morti prima di lui apre loro le porte del Paradiso.

Il Signore entrò da loro portando le armi vittoriose della croce. Adamo fu il primo ad incontrare Gesù e percuotendosi il petto per la meraviglia, gridò a tutti e disse: « Sia con tutti il mio Signore ». E Cristo rispondendo disse ad Adamo: « E con il tuo spirito ».

E, presolo per mano, lo scosse, dicendo: «Svegliati, tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo ti illuminerà.Io sono il tuo Dio, che per te sono diventato tuo figlio; che per te e per questi, che da te hanno avuto origine, ora parlo e nella mia potenza ordino a coloro che erano in carcere: Uscite! A coloro che erano nelle tenebre: Siate illuminati! A coloro che erano morti: Risorgete! A te comando: Svegliati, tu che dormi! Infatti non ti ho creato perché rimanessi prigioniero nell’inferno. Risorgi dai morti. Io sono la vita dei morti. Risorgi, opera delle mie mani! Risorgi mia effige, fatta a mia immagine! Risorgi, usciamo di qui! Tu in me e io in te siamo infatti un’unica e indivisa natura.

Per te io, tuo Dio, mi sono fatto tuo figlio. Per te io, il Signore, ho rivestito la tua natura di servo. Per te, io che sto al di sopra dei cieli, sono venuto sulla terra e al di sotto della terra. Per te uomo ho condiviso la debolezza umana, ma poi son diventato libero tra i morti. Per te, che sei uscito dal giardino del paradiso terrestre, sono stato tradito in un giardino e dato in mano ai Giudei, e in un giardino sono stato messo in croce. Guarda sulla mia faccia gli sputi che io ricevetti per te, per poterti restituire a quel primo soffio vitale. Guarda sulle mie guance gli schiaffi, sopportati per rifare a mia immagine la tua bellezza perduta.

Guarda sul mio dorso la flagellazione subita per liberare le tue spalle dal peso dei tuoi peccati. Guarda le mie mani inchiodate al legno per te, che un tempo avevi malamente allungato la tua mano all’albero. Morii sulla croce e la lancia penetrò nel mio costato, per te che ti addormentasti nel paradiso e facesti uscire Eva dal tuo fianco. Il mio costato sanò il dolore del tuo fianco. Il mio sonno ti libererà dal sonno dell’inferno. La mia lancia trattenne la lancia che si era rivolta contro di te.

Sorgi, allontaniamoci di qui. Il nemico ti fece uscire dalla terra del paradiso. Io invece non ti rimetto più in quel giardino, ma ti colloco sul trono celeste. Ti fu proibito di toccare la pianta simbolica della vita, ma io, che sono la vita, ti comunico quello che sono. Ho posto dei cherubini che come servi ti custodissero. Ora faccio sì che i cherubini ti adorino quasi come Dio, anche se non sei Dio.

Il trono celeste è pronto, pronti e agli ordini sono i portatori, la sala è allestita, la mensa apparecchiata, l’eterna dimora è addobbata, i forzieri aperti. In altre parole, è preparato per te dai secoli eterni il regno dei cieli »

Compiuta tale missione, l’anima di Gesù si ricongiunge al corpo nel sepolcro: e ciò costituisce il mistero della risurrezione, centro della fede di tutti i cristiani, che verrà celebrato nella seguente domenica di Pasqua.

Questo giorno è dunque incentrato sull’attesa dell’annuncio della risurrezione che avverrà nella solenne veglia pasquale. Viene professato da alcuni Simboli antichi e tuttora dalla preghiera eucaristica, quale annuncio di salvezza per ogni uomo: nessuno è escluso dalla salvezza che Dio ha preparato per gli uomini in Cristo, nessuno è smarrito, Dio si fa solidale anche nella morte.

Per quanto le tradizioni delle Chiese siano unanimi nel ritenere per fede questo aspetto della Pasqua, si tratta di un articolo del Simbolo sovente trascurato. Introducendo la celebrazione comunitaria dell’Ufficio delle Letture e delle Lodi del mattino o come breve omelia, questo mistero può essere adeguatamente presentato quale tesoro di fede della Chiesa.

La Chiesa cattolica considera degno di lode protrarre il digiuno ecclesiastico e l’astinenza dalla carne anche per tutto il sabato santo, tuttavia non ne fa un obbligo per i fedeli.

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