Morti sul lavoro

2015 – Morti sul lavoro, è una strage

E’ una strage che si profila nitida attraverso l’elaborazione degli ultimi dati sulle morti sul lavoro  nel nostro Paese. Un’analisi spietata che fa emergere un incremento della mortalità del 16 per cento nei primi 10 mesi del 2015 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ed è proprio innanzi a questa drammatica proiezione che il Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering sottolinea che è indispensabile ed urgente la diffusione di un “drastico cambiamento culturale”.

“Un itinerario che deve cominciare dalle Istituzioni attraverso forti campagne di sensibilizzazione e maggiori controlli. Anche i datori di lavoro devono, però, contribuire comportandosi realmente come buoni padri di famiglia – spiega – e non solo perché ciò è richiesto nella Giurisprudenza. La domanda che ogni giorno si dovrebbero porre è: cosa posso fare per aumentare i livelli di sicurezza e salute dei lavoratori?”.

Questa è la premessa per ridimensionare una vera e propria piaga nazionale che, nell’ultima mappatura dell’Osservatorio mestrino (sulla base di dati Inail), parla di 729 vittime rilevate in occasione di lavoro da gennaio ad ottobre 2015. Vale a dire 101 decessi in più dello scorso anno con un incremento del 16 per cento. “Stiamo parlando di 729 famiglie distrutte – continua  – di cui ci si dimentica già dopo pochi giorni dall’accaduto”.

Una situazione che precipita e in cui, complice la crisi, l’intervento degli enti di controllo come gli Spisal, diventa sempre meno frequente. “Un’altra fragilità italiana sul fronte della sicurezza sul lavoro riguarda anche gli infortuni ‘non mortali’ – ha commentato il procuratore torinese Raffaele Guariniello, innanzi ai dati dell’Osservatorio –  perché  nelle aule dei tribunali italiani arriva solo il 10 per cento degli infortuni verificatisi in ambiente di lavoro. Una sottovalutazione davvero pericolosa per un Paese che sta vedendo allarmanti incrementi di mortalità sul lavoro”.

Intanto, in Italia è la Lombardia a detenere il triste primato del numero di vittime registrate in occasione di lavoro (108); seguono: la Campania (73), la Toscana (65), il Lazio (62), l’Emilia Romagna (62), il Veneto (59), la Sicilia (53), il Piemonte (52). E poi ancora: la  Puglia (47), le Marche (24), l’Abruzzo (21), l’Umbria (20), il Trentino Alto Adige (17), Calabria e Liguria (14), Sardegna (11), Molise e Friuli Venezia Giulia (10) Basilicata (9).

Osservando, poi, i settori più colpiti dall’emergenza, si scopre che quello delle Costruzioni conta ancora il  maggior numero di vittime (sono 98, pari al 13,4 per cento del totale).
Sempre quarantenni e cinquantenni i lavoratori più spesso coinvolti dagli infortuni mortali.

“La spiegazione a questo dato, purtroppo ricorrente nelle nostre indagini – sottolinea la rilevazsione di venga Engineering – è che spesso la lunga esperienza lavorativa porta ad un abbassamento del livello di attenzione e quindi ad una ridotta percezione del rischio. E questo accade soprattutto nei casi in cui non si è mai stati vittima di alcun infortunio”.
Inoltre le donne che hanno perso la vita nei primi 10 mesi dell’anno in occasione di lavoro sono state 36. Gli stranieri deceduti sul lavoro sono 115 pari al 15,7 per cento del totale. 
A livello provinciale è, invece, Roma a guidare la triste classifica con 37 morti bianche, seguita da: Milano (32), Napoli (28), Bari (23), Brescia (20), Torino (19). Gli infortuni mortali avvenuti in itinere in Italia da gennaio a ottobre 2015 sono stati 259.

Morti sul lavoroultima modifica: 2015-12-03T17:13:13+01:00da vitegabry
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