Archivi giornalieri: 5 dicembre 2015
Democracy in Afghanistan before War دموکراسی در افغانستان قبل از جنگ
Afghanistan
Sapete Com’è L’Afghanistan Oggi, Ma Quando Vedrete Come Era 50 Anni Fa Non Ci Crederete
La celebre fotografia dal titolo “Ragazza afghana” fu pubblicata sulla copertina di National Geographic nel 1985. La foto, scattata da Steve McCurry in un campo profughi afghano, ritrae una giovane orfana. I suoi meravigliosi occhi verde ghiaccio e lo sguardo intenso, un misto di paura e di fierezza, hanno fatto il giro del mondo e l’immagine è diventata il simbolo dei conflitti afghani di quegli anni.
Secondo i dati ufficiali, l’Afghanistan è uno dei paesi più poveri del mondo.
Dei suoi 23 milioni di abitanti solo il 5 % delle donne sa leggere e scrivere. Ma non è sempre stato così: nel 1940 l’Afghanistan era una terra culturalmente vivace e piena di opportunità.
Edifici moderni, tecnologia e istruzione arricchivano un paesaggio arido nel quale le donne indossavano gonne, guidavano, ascoltavano musica liberamente e frequentavano l’università.
Le fotografie di quel periodo sono state raccolte in una pagina Facebook, a testimonianza di un’età dell’oro fatta di tolleranza, così lontana dall’oscurantismo, dall’ignoranza e dalla miseria che regna oggi in Afghanistan.
Mohammad Qayoumi, creatore della pagina, è cresciuto a Kabul tra gli anni ’60 e ’70 e ha offerto le sue fotografie per sensibilizzare la popolazione mondiale su quanto accaduto nella sua terra. Scrive sulla sua pagina: “Mezzo secolo fa, le donne afghane perseguivano una carriera nel campo della medicina, uomini e donne si mescolavano nei teatri e nei campus universitari di Kabul; fabbriche suburbane producevano tessuti e altri prodotti di serie. C’era una tradizione di legge e di ordine e un governo in grado di portare avantigrandi progetti infrastrutturali nazionali, come la costruzione di impianti idroelettrici e strade. La gente comune aveva un senso di speranza, la convinzione che l’educazione avrebbe potuto offrire opportunità a tutti e che si prospettava un brillante futuro. Tutto ciò è stato distrutto da tre decenni di guerra.”
Ecco l’Afghanistan prima…
Donne afghane nel 1940
Lo stile negli anni 50-70 a Kabul
Un negozio di dischi a Kabul, 1960
Coro di voci afghane
Aeroporto di Kandahar, costruito nel 1960
Assistenti di volo della compagnia Ariana Afghan Airlines
Kabul, 1960
Visitatori stranieri in un campeggio nel parco nazionale afghano Band-e Amir
Una delle strade che attraversano l’Afghanistan
Mamme e bambini al parco giochi
Alcuni studenti dell’Università di Kabul nel 1960
Ragazze a scuola
Marcia femminile, 1980
Sala riunioni / aula scolastica per donne, 1980 circa
Aula scolastica a Kabul, 1960
Donne afghane sul posto di lavoro
Facoltà di Biologia all’Università di Kabul
La stilista Safia Tarzi nel suo studio di Kabul nel 1969
Alla fine degli anni 60 la moda afghana è stata un punto di riferimento internazionale, poiché tutto il mondo apprezzava le influenze arabe che la caratterizzavano.
Vetrine di abbigliamento, 1960
Donne afghane a Kabul
Dicembre 1969: quando l’Afghanistan era di moda
La rivista di moda Vogue decise di pubblicare a dicembre del 1969 un intero reportagedal titolo Avventura in Afghanistan, che racconta una sfilata di moda di Kabul e tutti i luoghi più chic della città.
Alcuni scatti del reportage “Avventura in Afghanistan”
Modelli fotografati tra le rovine
E se OGGI cerchiamo su Google “donne afghane”? Ecco il risultato…
Questa è l’immagine della donna afghana a cui ci siamo ormai abituati.
Guarda il Video:
https://youtu.be/c1C1lpiB3f8
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Osservatore Romano
La musica secondo sant’Ambrogio ·
05 dicembre 2015
Attraverso una lettura orientata di Ambrogio è possibile ricostruire un aspetto significativo della sua opera che lo vede attento e sensibile all’espressione musicale come forma privilegiata per cogliere le armonie della natura, per manifestare i sentimenti dell’uomo e per entrare in contatto con Dio.
Non a caso è stata notata in lui «un’anima eminentemente musicale» (Amelli, 1907). Lo scrive Lucio Coco aggiungendo che già nella sua cosmologia infatti i cieli, con le loro più o meno rapide rivoluzioni, fanno una musica che noi non siamo più in grado di percepire perché vi siamo immersi da sempre oppure perché (è la seconda ipotesi, quella più accattivante) «gli uomini, presi dalla sua soavità e dolcezza, determinate da quel moto assai celere dei cieli, da oriente fino a occidente, non abbandonassero le proprie attività e opere e trascurassero qui ogni cosa a motivo di un certo qual trasporto dell’anima umana verso i suoni celesti» (Hexameron, ii, 2, 7).
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Osservatore Romano
L’Onu punta a colpire
i finanziatori dell’Is
Protesta del Governo di Baghdad per l’ingresso di truppe turche in Iraq ·
05 dicembre 2015
L’intreccio tra aspetti politici e militari della lotta contro il cosiddetto Stato islamico (Is) in Iraq e in Siria fa registrare in queste ore nuovi sviluppi. Mentre Stati Uniti e Russia negoziano una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, concentrata sul contrasto ai finanziamenti dell’Is, truppe turche sono entrate ieri in territorio iracheno. Lo scopo dichiarato è quello di addestrare le milizie peshmerga curde che si accingono, secondo informazioni concordi, a lanciare un’offensiva per strappare Mosul, il capoluogo della provincia occidentale di Niniveh, al controllo del gruppo jihadista.
L’intervento è stato accolto negativamente dal Governo di Baghdad. Di « una grave violazione della sovranità irachena», si legge in una nota dell’ufficio del primo ministro, Haider Al Abadi.
Riguardo alla risoluzione contro i finanziamenti dell’Is in preparazione all’Onu, il quotidiano statunitense «The New York Times» sottolinea che per la prima volta nella storia delle Nazioni Unite il testo sarà discusso, il 17 dicembre, dai ministri delle Finanze dei quindici Paesi del Consiglio di sicurezza. La presidenza di turno dell’organismo è questo mese degli Stati Uniti e sarà quindi il segretario al Tesoro americano, Jack Lew, a condurre i lavori. «Tagliare fuori l’Is dal sistema finanziario internazionale e interrompere il suo finanziamento sono fondamentali per lottare efficacemente contro questo gruppo terroristico violento», ha dichiarato Lew.
Ma la trattativa sulla risoluzione non è priva di scogli politici. Proprio la questione della Turchia, a giudizio di molti commentatori, ne costituisce uno. L’ambasciatore russo all’Onu, Vitaly Churkin, pur senza citare Ankara, ha spiegato che tra le misure da fissare nella risoluzione Mosca chiede l’obbligo per l’ufficio del Segretario generale di riferire su chi sta violando il divieto di fare affari con l’Is. Secondo l’ambasciatore russo, tale misura «inasprirebbe la posizione della comunità internazionale sulla lotta ai terroristi».
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rassegnasindacale
del 05/12/2015 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Italia Oggi
ilsole24ore
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Osservatore Romano
Misure della Bce
per contrastare la deflazione
Ma il prolungamento del Quantitative easing e taglio del tasso sulla liquidità non convincono le borse ·
04 dicembre 2015
Le misure annunciate ieri dalla Banca centrale europea (Bce) per contrastare i segnali di deflazione strisciante nell’eurozona — prolungamento del Quantitative easing (Qe), gli acquisti di debito per creare moneta, e l’ulteriore taglio del tasso sulla liquidità — pur accolte negativamente dai mercati finanziari, sono giudicate da molti utili a «centrare l’obiettivo della stabilità dei prezzi», come si è espresso Gerry Rice, il portavoce del Fondo monetario internazionale.
Rivista all’1,6 per cento la previsione d’inflazione al 2017, al di sotto cioè dello sperato 2 per cento, la Bce ha infatti deciso di prolungare l’acquisto di titoli dei Paesi membri, che avrebbe dovuto esaurirsi a settembre 2016. Si continuerà dunque fino a marzo 2017, «e oltre se necessario», come ha dichiarato il presidente della Bce, Mario Draghi, nella conferenza stampa tenuta ieri, finché l’inflazione non tornerà nei binari previsti. Agli 1.140 miliardi iniziali il Qe ne aggiungerà almeno altri 360. C’è poi un meccanismo che consente di comprare più titoli di Stato di quei Paesi i cui rendimenti dei titoli ormai sono sotto quelli dei depositi, che è la soglia sotto la quale la Bce non può comprare. Va letta in questo senso anche la decisione di acquistare debito degli enti locali.
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