Provenivano da Paesi lontani dal Perù, parlavano lingue diverse, ma in realtà la loro lingua era soprattutto quella della carità. Così il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, ha ricordato i frati minori conventuali polacchi Miguel Tomaszek e Zbigniew Strzałkowski e il sacerdote italiano don Alessandro Dordi, beatificati a Chimbote, sabato 5 dicembre.

Nel presiedere la cerimonia in rappresentanza di Papa Francesco, il porporato ha ricordato come, una volta giunti in Perù, i tre martiri appresero a parlare la lingua locale per meglio svolgere attività pastorale e caritativa tra la gente. Ha poi fatto notare come la loro predicazione, il loro comportamento, il loro apostolato, la loro accettazione del martirio furono lezioni di carità. Certo, ha aggiunto il prefetto, «imparare e praticare la lingua della carità è faticoso». I tre beati ci riuscirono, perché con la loro presenza «accendevano nella loro missione il fuoco della carità evangelica, dell’aiuto ai bisognosi, della difesa dei piccoli e dei deboli. Era questo il loro apostolato. Operavano il bene per contrastare il male».