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Pensioni, Furlan: Tornare a quote flessibili età più contributi

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Roma, 25 gen. (LaPresse) – Occorre “ripristinare una certa flessibilità in uscita e tenere conto che non tutti i lavori e non tutti i lavoratori, sono uguali: le persone hanno esigenze differenti e a 67 anni è diverso stare seduti ad una scrivania o salire su un’impalcatura. Bisogna far sì, perciò, che sia possibile andare in pensione dopo un certo numero di anni di contribuzione, in combinazione a una certa età”. Così la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, in una intervista ad Avvenire. “Ora – aggiunge a proposito del Jobs act – chiediamo modifiche sui licenziamenti collettivi. Ma ciò che consideriamo prioritario è che si faccia pulizia delle forme di lavoro più precarie. Il contratto a tutele crescenti ora è una realtà con costi ridotti per i datori di lavoro, il governo allora elimini associazioni in partecipazione, false partite Iva, contratti a progetto, lavoro intermittente. Davvero non ci sono più alibi per alcuno”. “Ora – continua Furlan – dobbiamo dare nuova centralità alla contrattazione aziendale e territoriale. E il governo può incentivare questo cambiamento defiscalizzando tutti o una parte degli aumenti per maggiore produttività. Così si sostiene la ripresa economica”. Sull’esclusione della Fiom dalle elezioni delle rappresentanze sindacali aziendali a Pomigliano, Furlan afferma che la “Fiom, il suo segretario Maurizio Landini e tanti osservatori non hanno ancora riconosciuto che quel risultato è dovuto da una parte agli investimenti della Fiat e dall’altra agli accordi che i sindacati non antagonisti, a partire dalla Fim-Cisl, hanno stretto. Prendendosi insulti e anche peggio. La Fiom ha una possibilità concreta per tornare a essere protagonista in un rapporto unitario con noi e le altre sigle: firmi il contratto nazionale Fiat e gli accordi sulla rappresentanza”. Sulla riforma delle banche popolari, infine, la segretaria della Cisl parla di “errore eclatante da parte del governo che rischia di cancellare un’esperienza storica, molto positiva, di partecipazione nel sistema bancario. Penalizzando e mettendo a rischio proprio quegli istituti che, assieme alle Banche di credito cooperativo, meglio hanno sostenuto le imprese in questi anni di crisi. Questo sarà un altro buon motivo per lo sciopero generale dei bancari il 30 gennaio”.

Pensioniultima modifica: 2015-01-25T21:52:16+01:00da vitegabry
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